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Channel: Chickenbroccoli
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Annamaria

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@Massimo
Sicuramente avrai visto un altro film.

Samantha

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Amo ci andiamo in settimana? TILOVVO. Troppo noi.

Cain

Marco

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Un film sulla dissociazione e la gente è delusa perché il resto del cast non è all'altezza dell'attore? Ma sapete cos'è una dissociazione da personalità multipla? 
Il resto del cast deve supportare non essere allo stesso livello o ne cadrebbe la trama; la credibilità dell'intera opera. Che altro deve dirvi un film così? Cosa per la precisione vi aspettavate? Basta un singolo attore, recita solo in 23 modi diversi. Parliamo di 23 co-protagonisti. Il film è incentrato su di lui, il contesto c'entra poco. 
Sono film particolari questi, se cercate un un film avvolgente in ogni sua sfaccettatura avete sbagliato genere di Thriller: vi conviene puntare sul silenzio degli innocenti allora, o al massimo sparatevi true detective e non rimarrete delusi da quell''insieme che vi aspettavate tanto. Questo film è nato per essere retto sulle spalle di un singolo attore; la personalità multipla è ciò che avete visto nel film, non si chiama recitazione multipla da contesto.
McAvoy è il film, punto.

M.

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Sostanzialmente sono tornato alla grande! 
Dopo le CAGATE (lo ammetto) che ho fatto quella volta e quell'altra volta (ma era colpa di Will che ha regato un film al figlio per compleanno.)
Voglio proprio vedere se adesso quel sito scriverà ancora una volta quei post dove mi prende per il culo e mi chiama Shyemolan.
In pratica, con la scena finale, che è un mio tipico Shyamalan Twist ma anche no, sono salito sul palco e mi sono fatto un gran segone a due mani davanti al pubblico che pensava di stare lì a vedere una cosa e invece! INVECE!!! E per farvi immaginare ancora meglio proprio mentre state mangiando la scena (quella del segone), vi faccio anche vedere la faccia che faccio, sul finale della mia pratica onanistica e su quello del film, dritto addosso a voi! AHAHA! Chi è lo Shyemo adesso eh?! 

Monica

Serena

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Per chi è rimasto male, consiglio di cambiare genere! 
Questo non era un horror e tanto meno vuole esserlo. I colpi di scena cercateli in Non aprite quella porta o negli horror simili. È un sacrosanto thriller psicologico. 
Consiglio AGLI AMANTI DEL GENERE. 
Per me voto 8/10

James

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Questa volta una candidatura almeno ai Golden Globe la merito però eh... 

Anche più di una:

Samuele

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Invece di aspettare che qualcuno vi spieghi il finale, potreste fare una ricerca, piuttosto che star qui a dire che vi ha deluso. 
Altrimenti fate la figura dei pirla.

Jean-Claude

Ricky

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Per dirla alla Giapponese NA KAKATA. COLPI DI SCENA 0 interpretato male .... a me non è piaciuto x nulla eppure qui avanguardisti e scienziati filmologhi ne parlano come evento rivelazione. Ascoltate va, tornate a guardare uomini e donne e il segreto. Sto film è un flop pazzesco.

Anya

Goku

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Il finale? Niente di strano lo faccio tutti i giorni ho anche una diapositiva:

S.P. Oiler!

Manlio

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Ma che cazzo spoilerate BASTARDI!

CB

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Trama: La CBestia è libera

Scusa Shyamalan se per tanti anni ti ho chiamato Shyemolan. Non che non te lo meritassi, ma questa volta mi rimangio tutto.
Split è un filmone e non credere a chi dice di no.
Aspettiamo il prossimo episodio del tuo nuovissimo universo condiviso con impazienza, io e gli altri 23 che hai conosciuto oggi.

Minecrack

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Mine
Trama: Te nel deserto

Difficilmente un Broccolo fu così pesante da assegnare. Non è cattiveria, è la conta dei fatti.
Mine è un film italiano fatto da italiani, italiani veri, proprio come Toto Cutugno, che però vuole (e ci riesce) essere americano. Si impegna tantissimo - troppo! Ecco il problema! - ad essere americano.
Intanto l'attore protagonista è quel bellimbusto di Armie Hammer
uno di cui non ho mai imparato il nome fino ad adesso, eppure l'ho visto mille volte, dal doppio gemello di Social Network al principe azzurro qui, cowboy , spia tirapugni o ultimamente come animale notturno; eppure non è certo un attore di cui ricordi qualcosa se non la bellezza anche un pochino banale.
Doveva arrivare Mine per fargli fare un film da protagonista assoluto - e quando dico assoluto intendo che praticamente c'è solo lui tutto il tempo - e farci notare che ehy, è pure bravino eh.
Poi la storia: soldato americano di base in Iraq sta tornando col commilitone/miglior amico (?) alla base dopo una missione andata male, e mentre l'amico gli salta in aria davanti, lui contemporaneamente mette un piede su una mina e non può far altre che stare fermo, non deve muoversi, deve guardare l'amico morire e aspettare gli aiuti che arrivano tra 75 ore, forse di più. Esatto, praticamente è un mix tra Buried e 127 ore. Soprattutto troppo troppo simile a quest'ultimo nell'andamento, nella gestione della paranoia, nella claustrofobia al contrario (questo sta nello spazio aperto più vuoto che esiste, il deserto, ma deve stare immobile), come nel film con James Franco ci sono le visioni di una vita passata che si mischiano alla situazione disperata, ci sono i deliri che uniscono in un solo colpo d'occhio deserto e interni casalinghi (un divano appare magicamente nella sabbia, è proprio uguale a 127 ore, troppo), poi c'è il fattore "quando stai per morire ti passa tutta la vita davanti", solo che se stai morendo di stenti (che è una morte che dura troppissimo), davanti che ti passa? Pure la vita degli altri? Tutte le vite che non hai vissuto? Ripensare agli errori fatti, a come sarebbe potuta andare... insomma tutta roba un po' vista.
Poi appunto c'è la sceneggiatura, quella sì che purtroppo è l'elemento che pesa di più in quel Broccolo. Fare gli americani va bene. Fare i film di genere va benissimo, sarebbe assurdo dire il contrario dopo aver gioito come ragazzini di fronte a Jeeg Robot o Veloce come il vento, ma lì erano italiani che facevano film italiani capaci di tenere testa a quelli americani, senza perdere identità. Mine invece si autodistrugge con meccanismi sentimental-buonisti di una tale banalità che rovina quanto di buono fa nella messa in scena e, soprattutto, nella regia. 
Ecco la regia, invece, è veramente ma veramente ottima, insomma tenere viva l'attenzione per 90 minuti con uno fermo nel deserto senza farmi sentire il sapore di aver riciclato le inquadrature ce ne voleva.
Peccato eh, perché il film in fondo c'è tutto, è un film di genere ed è fatto da italiani, italiani veri, ma le sparate sul perdono paterno, sui figli che pagano gli errori dei padri, sul vizio della violenza domestica che si tramanda, mi è sembrata proprio una cosa da film banale americano buonista vacchio stampo.
E poi quel finale, proprio no.
Peccato che nel deserto non ci sono i gabbiani eh

Vicini's Secret

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Le spie della porta accanto
Trama: Civico 007

Non si sentiva proprio lo spasmodico bisogno di un film che racconta di una coppia di poveri (ma sani nei principi!) provinciali americani che si ritrova come vicini di casa due superfichissime spie e viene coinvolta suo malgrado in un'operazione supersegreta che affronterà senza la grazia e la preparazione delle controparti spione
ma da cui ovviamente uscirà vincitrice in simpatia e amorpatrio. E "savansansdir", sconfiggendo il cattivone di turno (in questo caso il sempre beneamato Patton Oswalt. Che pezzo d'uomo.)
Certo, è la solita sbobba. Che funziona eh, è un genere ormai a sé stante e ha le sue regole, come gli horror e le rom-com,
Ovviamente si comincia coi simpatici siparietti delle spie infiltrate che per non farsi riconoscere fanno cose pazzesche in un ambiente di sfigati (in questo caso moglie-spia fa la mossa Robin Hood
D'altro canto gli sfigati affrontano come possono pallottole e sicari (il più delle volte sopravvivendo involontariamente), scoprendosi cervelli più fini delle stesse spie, anche senza addestramento, anzi proprio per quello (non si tratta di pensare fuori dalla scatola, si tratta di non pensare proprio).
Un'equazione risaputa, che se solo scartabello velocemente i film dell'ultimo anno lo trovo U-GU-A-LE (anche se non sempre era una coppia, più spesso uno sfigato singolo) almeno tre volte (tipo qui, qui e qui), e che comunque ci perseguita da decenni, e i risultati il più delle volte sono miserabili. Roba tipo Spie come noi ha fatto scuola, ma tutti i continui film con lo sfigato e la superspia spalla a spalla in cui ognuno impara un po' dall'altro, hanno francamente rotto i coglioni (valgono anche le declinazioni sfigato/poliziotto).
Eppure in questo film c'è qualcosa. Qualcosina. Qualcosella. Qualcosuccia che lo rende sopportabile, caruccetto, decente dai, insomma guardabile. 
Quel qualcosa ono i quattro protragonisti.
Le megaspie sono quei fichi (aiutame addì) di Jon Hamm e Gal Gadot

Che altri non sono che Mr. e Mrs. Smith, comunque

ma che hanno proprio una bella alchimia. Falli pure esse brutti a quei due...
Gli sfigati sono Moussakone Zafilinakis o come si scrive ormai relegato nel ruolo del "Ned Flanders" sfigato e buono di cuore la cui candidaturacandidacanditismo innocenza salverà la situazione (è già il secondo in rapida successione, anche se questo non è imbarazzante come quello, anzi due risate contate le fa fare, ma sono lontani i tempi di Bored to death) e Isla Fisher, moglie di Sacha Baron Coen e forse vera forza propellente di tutto il film. 
È brava e simpatica e persino sexy (purtroppo avendo a che fare con Gal...) e ti fa chiedere davvero se alla fine alla stangona (di cui tanto prima o poi ti stufi) non sia meglio quella simpatica e sagace
Di cosa sta parlando? Parla di una certa scena degna di nota del film, la scena che rinomineremo il Momento Gigi. 
Gigi come Gigi la Trottola, che ricorderete tutti, è lui:
e cosa gli piaceva tanto a quel nano mattacchione di Gigi la Trottola? Esatto:
Capito che intendo per Momento Gigi? 
È quel momento di un film che tu non stai attento, perché il film mica è 50 sfumature di qualche colore o Brivido Caldo o che ne so, no, è un film che ti hanno presentato come innocuo e innocente e tu non eri preparato e PAM! appare una figa tizia stratosferica in lingerie (che insomma ok liberiamoci dalla supremazia della lingerie ma oh l'omo è un animale selvaggio e quindi l'istinto primordiale gli dice che una certa lingerie è bellaNO! FEMMINISMO!). La cosa strana è che il Momento Gigi appare all'improvviso proprio nelle commedie, dove le tue difese immunitarie e libidinose sono ai minimi.
Successe quella volta anni fa con PAM! Jamie Lee Curtis in True Lies

Successe con PAM!Jessica Biel in quello non ricordo il titolo scusate so' n'attimo distratto
con PAM! Megn Fo  x in Thhis is 40 madhonna scriberer cion una mano sola difficie...

e tu non eri pronto capito, stavi ridendo mica a pensare alle cose sessuali e PAM! Eccole lì, quelle grazie di Dio. del Diavolo, di Buddha, di Shiva, di Xenu e tu non puoi far a meno di sentirti Gigi, metterti lì con la lingua di fuori e la risata idiota e iniziare a cantare Oooh che vita sopraffina...

Gigi uno di noi.
Questa è la volta di PAM! Gal Gadot. E noi non possiamo far altro che ammirare la spia della porca accan... Ok! Ok! Scusate! Femminismo! Madonnaohormainonsepo'ppiùddignente...
Insomma l'ennesimo film di strane coppie, in questo caso strana doppia coppia, con tanto di scambio

che forse non sarà nulla di nuovo nel mondo delle commedie, in quello dei film di spie, in quello di Jon Hamm (che poverino ce l'ha messa proprio tutta a passare da Mad Man ai film, ma non è Bryan Cranston...) ma che ha il dignitoso merito di portare a casa il suo risultato senza cadute di stile come Grimbsy o scene incomprensibili come Spy o lo schifo che era Una spia e mezzo. Il risutato è dignitoso e secondo me era quello l'obiettivo in partenza, quindi viva l'onestà, tutti a casa e PAM!

Il ragazzo dal limone d'oro

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Tommaso
Trama: Kim Solo Bim

Tommaso è uno che con le donne ci sa proprio fare. Però non sa assolutamente cosa farsene.
Tommaso ne cambia quante ne vuole. Ma la cosa che potrebbe salvarlo è stare solo.
Tommaso non ci mette molto a trovare la sostituta della precedente. E della precedente. E della precedente. E della precedente.
A Tommaso piacciono more o bionde, eleganti o coatte, alte o basse, frivole o intellettuali. Sempre belle, meritano il suo amore, fino almeno a non accorgersi di quel difetto, quella minuzia, quel particolare che proprio, proprio non gliele fa piacere più.
Tommaso cambia relazioni come un serpente cambia pelle una donna cambia vestiti. Ma inevitabilmente è come andare in giro con la prima cosa presa nell'armadio.
Detta così sembra che Tommaso sia il più felice del mondo, tanta fica, zero rimorsi. Invece la pochezza e l'inconsistenza sembrano gli unici caratteri definiti della sua personalità.
C'è un problema nella vita di Tommaso, e questo problema si chiama Tommaso.
Il protagonista del film è quello che in certi discorsi tra amici potrebbe essere definito un disperato, in certi altri discorsi tra analisti un problematico, in ancora altri discorsi tra donne un coglione morto di fica. Però è solo un uomo. Disperato, problematico, coglione e morto di fica.
Kim Rossi Stuart ha avuto un bel coraggio a girare e interpretare questo film, perché, strano a dirsi per un film italiano, riesce a mettere in piedi un personaggio dalle tante sfumature, alcune da perdonare, alcune in cui riconoscersi (e non piacersi per nulla), alcune da stigmatizzare e alcune - in effetti poche, almeno per gran parte del film - da prendere quasi come esempio, ma comunque di un'originale complessità, quasi inedita tra i personaggi del cinema d'oggi, che taglia i protagonisti con l'accetta; penso ai maschi di Perfetti sconosciuti, diversi tra loro ma granitici nella loro bidimensionalità (Giallini è buono. Leo è coatto. Mastandrea è triste. Battison è dolce.)
Lo sbandamento sentimentale di Tommaso - Riconducibile alla madre inerme? All'abbandono del padre? Al sesso? O solo alla sua coglionaggine? - è raccontato in un arco narrativo che fagocita mesi (ci sono salti temporali estremi, anche di un intero anno da una scena all'altra) e fa passare senza troppa soluzione di continuità il film da una relazione all'altra; non racconta dei fatti, Tommaso, racconta un modo di affrontarli. 
Questo modo il più delle volte sembra molto sbagliato, perché Tommaso si presenta come un vero cagacazzo, uno di quelli che "i miei problemi, le mie idee, la mia vita, io, io, io" e poi dietro i discorsoni c'è niente, ma sai niente di niente? Quello.
Però poi si incomincia a intravedere lo schema ripetitivo che soffoca la sua umanità, l'impossibilità di affrontare con la spina dorsale dritta quello che gli succede. 
Tommaso ha un bisogno disperato di essere accudito, alle volte sembra cercare solo il sentimento, altre è interessato alla mera seduzione, e poi improvvisamente sembra solo voler scopare tantissimo senza dover intavolare nessun tipo di relazione. E non sa decidere per una sola di queste possibilità, che se ci pensi sono dignitose tutte e tre, se le dichiari e non le mischi mistificando.
La cosa in cui riesce tantissimo il film è rendere l'imbarazzo di certi comportamenti, sia quelli su schermo, che suoi del protagonista, che nostri nella vita. Non sappiamo mai veramente se la repulsione che proviamo per Tommaso sia ben riposta. Perché anche quando fa delle cose meschine e imbecilli, c'è un manto di disperata malinconia che ce lo fa anche un po' perdonare. 
Povero Tommaso, che poraccio, che ripete lo stesso teatrino (non a caso è un attore che si professa profondo e impegnato e poi rivela un'ignoranza sopraffina), che cade nei suoi stessi tranelli, che usa le donne solo per sentirsi "qualcosa", ma alla fine una vale l'altra, sono tutti specchi opachi. E quindi che uomo di merda, Tommaso. Ma siamo sicuri di non esserlo (O esserlo stati. O magari prima o poi lo saremo.) anche noi?
Il merito di un film così è stato lo scommettere su un andamento assolutamente atipico - anche se un po' tanto morettiano prima maniera, quando Michele Apicella si aggirava per le spiagge buttandosi addosso alle ragazze col rischio di essere arrestato - e su un personaggio che non è quello che o ti piace o non ti piace, piuttosto è quello che potresti davvero incontrare. O essere.
E non ce ne sono tanti come Tommaso, nel cinema italiano. Forse ce ne sono tanti nei cinema, seduti, magari accanto a te. Magari al tuo posto. Magari sei tu e non te ne rendi conto perché, ammettiamolo, chi non ha mai fatto/detto/pensato almeno una delle cose da coglione che fa/dice/pensa Tommaso durante il film (mentre lascia l'ennesima ragazza o ci si mette insieme o parla del suo importantissimo lavoro di attore che però rifiuta di fare), scagli il primo sms. 
Kim è bravo a rendere l'incertezza di uno che un po' si lascia vivere, un po' ruba l'energia altrui, un po' fa pena, un po'è solo un coglione come ce ne sono tanti, un po' alla fine è solo un uomo. 
E in quanto uomo può migliorare. Può farlo. Deve solo essere lui il primo a crederci.
A supportarlo e sopportarlo ci sono tre attrici: l'accudente Jasmine Trinca, la succube Cristina Capotondi (che è proprio bona) e l'ultima, Camilla Diana (ex Melevisione. Quelli della Melevisione me li sono sempre immaginati freschi di Accademia dell'Arte, coi cervelli pieni di Pirandello e Eugenio Barba e poi... poi questo), quella che nel film riesce a smuovere Tommaso perché è l'unica a prenderlo di petto e ad essere totalmente impermeabile alle pose da finto intellettuale o agli stati "mestruati" che lui è capace di argomentare con un flusso di parole inutili. 
Ecco una foto dell'attrice:

La locandina, immagino lo sappiate, cita quel disegno dedicato a Sigmund e alla più incotrovertibile delle verità umane:

Comunque io poi ci ho pensato su, all'origine di tutti i problemi di Tommaso, e mi sa che non c'entrino nulla la madre o il padre, penso invece che tutto si possa ricondurre a quella volta che Quino...

CB ANTEPRIMA • Autobahn - Fuori controllo

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Autobahn - Fuori controllo 
Trama: Autobah 

Prima di tutto bisogna chiarire che non è un film sulla storia dei Kraftwerk. Anche se sarebbe stato meglio.
Parlando di Felicity, a me pare che Felicity non stia facendo proprio delle scelte molto felicity. Cioè a parte Rogue One, dalla candidatura all'Oscar in poi me la ritrovo in film che lasciano il tempo che trovano. Inferno... questo crime-action automobilistico... ora capisco che a un film come Inferno non puoi dire di no, ma a un altro film che ha per protagonista Nicholas Hoult, puzza di sòla lontano un miglio, che non ti ricordi l'ultimo? Tu gli devi dire di no.
Non devi mai farti fregare dalla presenza nel cast di due mostri sacri come Anthony Hopkins e Ben Kingsley, quelli ormai accettano lavori a cottimo perché hanno una sfilza di nipotini che manco si ricordano i nomi valli a fare te tutti i dannati regali di compleanno e Natale e onomastico (questo poi è il più difficile visto che non ti ricordi i nomi) a tutti quei cavolo di nipotini.
Autobahn - che in originale si chiama Collide, un titolo francamente molto più vendibile di "autostrada" in tedesco, le vie dei titolisti italici sono sempre più a senso unico - è un grande vorrei ma non posso, in cui la trama criminale è un pretesto per fare qualche inseguimento riuscito male e raccontare una storia d'amore.
Ragazzo americano si ritrova immischiato in lotta criminale tra mega-boss cattivissimo, del tipo tutto serafico, che ti racconta quanto era bello andare a dare da mangiare ai piccioni al parco e poi ti strappa le unghie con lo stesso tono pacato nella voce, ovviamente interpretato da quel tomo di Hopkins vs altro criminale però del tipo pazzo estroso completamente fuori controllo che si ascolta la musica a palla con le cuffie sventolando pistole con l'impugnatura di corallo e citando Frank Sinatra e tu non sai mai se ti sta per sparare o dare una pacca sulle spalle. Insomma la stessa differenza che passa tra Gus Fringe e Tuco Salamanca in Breaking Bad. Pericolosi uguali, per i motivi opposti.
Il ragazzo si innamora di Felicity Jones (chiamalo stronzo)

e accetta il famoso "ultimo lavoretto" per sistemarsi e pagare le di lei cure mediche (ah sì, c'è anche il tempo di farle venire non ricordo che malattia incurabile ma invece curabile se hai tanti denari).
Ovviamente va tutto a scatafascio e la cosa prende la piega della corsa contro il tempo, contro lo spazio, ma sopratutto contro gli autovelox.
Collide (mi piace più chiamarlo Collide perché non mi ricordo mai dove mettere la h in Authoban) mi ha fatto pensare a quanto sono bravi quelli che fanno i trailer. Infatti il divario tra trailer, che è fico:

e film, che invece è una accozzaglia di scene senza una precisa direzione, è davvero enorme.
Collide alle volte vuole essere Fast & Furious, altre Crank, altre Romeo + Giulietta, altre The Snatch, altre Need for Speed, altre S7evin, poi ti rendi conto che più di tutti sembra Nerve: non è altro che un film fatto per i ragazzini, ma con meno neon (meneon, quindi.)
Passi che Anthony e Ben stanno lì per fare dei soldi e recitano usando il "generatore automatico di interpretazioni Hopkins/Kingsley, la cosa più brutta è che la presenza di Felicity è del tutto accessoria. Non fa NIENTE.
Cazzo gliel'ha appena messa nel sedere all'Impero! Mi aspettavo qualcosa di più oltre che fare l'angelo nella neve in collant (che ok, è sempre un piacere vedere dei collant, ma insomma...) e poi starsene tutto il tempo ad aspettare che Nic manocalda finisca il lavoretto.
Le scene d'azione automobilistica neanche sono particolarmente degne di nota (rivedersi F&F), e l'ambientazione tedesca sembra più un modo di dare un senso esotico al tutto piuttosto che una scelta sensata di "ambientazione diversa da quella americana perché è importante" (rivedersi Bourne).
Il fatto che il primo casting prevedesse Zac Efron e Amber Heard come protagonisti mi dovrebbe dire qualcosa. Già, ma cosa? Pensiamoci per 22 minuti:

A latere del film ho scoperto che Felicity è stata fidanzata dieci anni con un artista. 'sto tizio qui, tale Ed Fornieles

Che fa queste cose qui:


Be' mi piace molto il senso intrinseco della scelta non convenzionale che l'artista fa nel rappresentare il quotidiano destrutturato nel sistema compresso e complesso di un mondo allo sbando che tende all'infinito ma difficilmente sottende al significante dello straordinario in quanto deus ex machina del piacere edonistico che ammanta la vita delle star, no? Giusto? Be' io ci ho visto questo. Questo e un nuovo altissimo significato della frase "braccia rubate all'agricoltura." 
Comunque stando a Wiki si sono lasciati. Credo per manifesto imbarazzo di Felicity di dover spiegare l'"arte" del fidanzato ai produttori di Hollywood dopo che è entrata nel giro grosso.
Felicity non per dire ma anche io sono libero eh. Chiama Julianne e Natalie... fatti dire... poi sentiamoci.
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