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CB ANTEPRIMA • Ghostbusters

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Ghostbusters

Trama: E chi odierai?


E alla fine sono arrivate pure loro.

Ma prima di loro sono arrivati i fan duri e puri del primo e del secondo, con mesi di critiche al progetto, tutti a gridare cose come "maledetto regista ci stupri l'infanzia!" o peggio "Maledette donne dovreste sparire tutte dalla faccia della terra, noi sì che siamo veri uomini e vogliamo un mondo popolato solo da uomini, non siamo mica gaysss noi veri uomini che non vogliamo mai più le donne!".
Poi ci si sono messi gli attori originali che se ne distanziavano come gli avessero messo sotto il naso un coniglio morto putrefatto (Winston ha gridato ai quattro venti social che era una cazzata, Murray ha detto "mai e poi mai parteciperò", Ramis lo sappiamo bene come ha reagito).
Poi ci si è messo il popolo del web, ad insultare l'attrice Leslie Jones talmente forte che l'ha sconfitta a suon di offese ridicole e battute per nulla divertenti, lei è uscita da Twitter e penso sia entrata in terapia; che poi insomma, prendersela con gli attori, ma ti pare? Come quando uno per strada sputa in faccia all'attore di Gomorra perché ha girato SPOILER> una scena come quella, ma d'altronde il popolo del web è quello che condivide un solo cervello in migliaia (e ne va pure fiero, ci fa intere campagne elettorali e vince pure), e quindi 'sto popolo ha il QI di una pianta, anzi meno, che se vedi le cose che fanno certe piante alle volte penso siano più intelligenti di me (oddio non è che ci voglia molto, io questo col cavolo che saprei farlo:
 
Ma invece di parlare di piante, del sindaco di Roma e di haters deprecabili (ma poi ragazzi, si può e si deve scherzare su tutto, e un po' di sano "hate" ci sta sempre bene quando è meritato, ma mettersi lì a paragonare un'attrice nera a una scimmia denota che voi da cento anni di grandi commedie, grandi comici e grandi battute non avete proprio capito un cazzo.) parliamo del film.
Se non fosse Ghostbusters e non avesse quelle attrici, sarebbe decente. Che è un po' come dire "se fosse un altro film, sarebbe bello", lo capisco. Ma posso spiegare, signori della corte (e signore che mi fanno la corte).
C'è una parola che mi è passata davanti alla testa tutto il tempo del film: imbarazzo.
Non il mio di fronte al film, ma quello che traspare dalle recitazioni e dalla regia.
Il nuovo Ghostbuster non è un film imbarazzante, è un film imbarazzato.
Film imbarazzanti, e copiati dai GB, sono questo, o questo. GB 2016 è invece imbarazzato perché lo senti proprio che tutte le persone coinvolte ad un certo punto sono state investite da quella vocetta che gli diceva "ma non è che stai affà 'na cazzata? Pensace bene che poi te penti..." (le vocette parlano sempre con l'accento del diretto interessato, la mia romanesca)
Partiamo dalle attrici.
Che per 3/4 siano prese dal SNL ci sta, era così anche nel primo, in cui dovevano essere tutti e 4 dal SNL (Murray, Akroyd, Belushi, Murphy), quindi ok, ci sto. Peccato che sia le due protagoniste, Melissa McCarthy (che personalmente detesto e non mi fa ridere MAI, ma che sa fare molto ma molto meglio di quello che fa qui) 
e Kristen Wiig (che personalmente non mi fa né caldo né freddo, fa sempre il suo ma nulla più, tranne qui) sono sottotono, ma che dico sottotono, sono proprio sotto a un ettolitro di slime, bloccate, sembra non sappiano cosa dire e come dirlo, cosa fare e come farlo, che personaggio interpretare.
Le altre due, anche loro dal SNL, fanno il loro, una come comic relief pazzerella
(che tenta continuamente di rubare la scena facendo cose pazzerelle anche quando è in secondo piano. Peraltro palesemente gay ma non dichiarata nel film perché "chi ci pensa ai bambini?") e l'altra il comic relief nera incazzata indaghetto che fa una battuta urlata dopo l'altra
Nessuna delle quattro riesce ad essere memorabile, o anche solo a imprimere una personalità definita alla propria acchiappafantasma (nessuna è paurosa, nessuna è stronza, nessuna è saracastica, nessuna è badass, sono quattro tipe un po' tutto un po' niente che già dal primo fantasma dicono "ok, sparaflashamo, fico". Ricorderete cose successe ai primi GB al loro primo fantasma, e loro lo cercavano con entusiasmo, peraltro:
Così non va bene, perché nessuno empatizza mai con nessuna. Sono pronto a scommettere che avrebbero fatto meglio le loro epigone japponesi

Poi c'è Thor, che fa il segretario svampito. O almeno dovrebbe, visto che più che svampito è proprio ritardato. E, come mi è già capitato di dire, il ritardo mentale non fa ridere, fa un po' pena. La svampitezza che può nascondere ficaggine (Janine) o la sfigataggine che può nascondre coraggio (Louis), queste sono caratterizzazioni belle e divertenti, il ritardato mentale che si copre gli occhi se sente un botto 
o cerca di prendere un telefono al di là di un vetro per sei volte, non fa ridere.
Ed è questa la cosa più grave: Ghostbusters non fa ridere. 
Le battute non sono mai e poi mai costruite bene, non stemperano nulla perché nulla c'è da stemperare, non sono sardoniche o ispirate, sono messe lì e sembrano più frutto di improvvisazione (ma un'improvvisazione imbarazzata, come dicevo, non certo quella geniale di Bill Murray) piuttosto che di scrittura.
Il villain poi è più trasparente di tutti i fantasmi che si vedono messi insieme. La cosa peggiore del film.
Per fortuna Slimer riacquista il suo carattere anarchico e mangione

invece di diventare una mascotte parlante come nei cartoni animati.
E poi c'è tutta la questione "donne contro i fantasmi, oltre gli zaini protonici c'è di più". Ghostbuter power
Il riscoperto femminismo hollywoodiano, che funziona tantissimo quando si tratta di creare donne virtuose come Katniss o Furiosa, si frantuma di fronte alla semplicistica manovra "facciamo il cast al femminile" (ci aspettano diversi remake al femminile, primo tra tutti Ocean's 11). Ma che diamine di senso ha rifare un film connotato al maschile (e spesso famoso proprio per quello, vedi il bromanticismo imperante della serie Ocean), con attrici donne? Non è ancora più offensivo? Non è un finto femminismo misogino del tipo "anche le povere donne possono fare il lavoro dei fichissimi uomini". Non è come la frase "donna con le palle"? Per me lo è. 

L'unico vero atto di femminismo che avrebbe accontetato i fan sarebbe stato questo:

(È successo davvero? Era uno shooting di prova? È un fotomontaggio?)
Che poi l'hanno fatta la battuta più sessista di tutte? Basta cambiare la M con la V nel famoso slogan "E chi chiamerai?" e peggiorare tutto con "Nessuna".
Quindi vabbè, dopo vari annunci di remake con nuovi cast (Stiller, Rogen, Black, Rock) o addirittura film gemelli al maschile (Pratt, Tatum, Hill, Wayans?), hanno fatto un cast al femminile, ma nessuna delle protagoniste è "donna", nessuna affronta le avventure da acchiappafantasmi con personalità, c'è una piatta neutralità di genere che rende il tutto veramente inutile.
Ecco, non c'è peggior cosa per un film, dell'essere inutile.
Il regista ha fatto Le amiche della sposa, un film "apatowiano", con tanto di stesse attrici, che ricordiamo proprio nel suo essere femminile, non smaccatamente femminista. Se fai una cosa femminile, sei femminista di conseguenza.
Qui hanno basato molto comunicazione e tuttecose con lo scontro "maschi vs femmine", che si sa, è sempre andata patta come partita. Sì, anche patta nel senso di cerniera dei pantaloni, che tanto indossano entrambi indistintamente.
Insomma nessuno ti vieta di fare un reboot (vogliamo continuare a dire che fanno tutti schifo dopo Mad Max o che non possono guadagnare dopo Jurassic World o SW?), ma devi farlo bene, non con la paura del confronto. Il web la paura la sente, come i cani, e se hai paura diventi un bersaglio facile, il web ti azzanna il polpaccio e non lo molla finché non ti si stacca dalla gamba.
La paura del progetto She-Ghostbusters la si è respirata da subito, dai continui tweet in difesa di questo o quello, dal fatto di aver convinto alla fine quasi tutti (esclusi i morti e i Rick Moranis) i real Ghostbusters ad apparire in inutili cameo (quello di Bill Murray poi, signori ma che disastro! Si vede lontano un miglio che era davanti a uno schermo verde! Ma che cosa è?!), ma soprattutto dal risultato finale, risibile e imbarazzato.
Ad affossare ancora di più il tutto - qualora fosse possibile - il film è inzeppato di un product placement criminale, da H&M ad Amazon, da Walmart a un'attrice che mangiando le Pringles dice testuali "prova tu a resistere a questi dischi deliziosi"... giuro, lo dice proprio, è una battuta del film. È anche vero che tutta la serie non è mai stata esente dal problema, basta pensare ai Big Twinky usato come esempio da Egon (in italiano plumcake, ma in italiano nel secondo si parla pure di Laura Antonelli quindi...) che poi ha prodotto questo in una sorta di movie placement 

a questo articolo dove fa il punto del product placement, che comunque rimane una pratica veramente fastidiosa, quando poi è così smaccata (cacchio, una battuta promozionale addirittura!) diventa quasi penosa.
Domanda: c'è qualcosa da salvare in questo Ghostbusters? Sì: c'è il fatto che ai ragazzini piacerà, perché scevri da confronti o polemiche web, perché ci sono i fantasmi che "smerdano" la gente e vedere lo slime sappiamo quanto è bello:

c'è il fatto che il mostrone finale gigante non era poi così scontato (io ad un certo punto avevo scommesso su un Bill Murray gigante); c'è il fatto che le scene del combattimento finale coi fantasmi sono carine; c'è il fatto che... no, basta... ghostbasta, non ce n'è altre di cose salvabili.
Però il film alla fine, e nonostante tutto, sta ricevendo critiche benevole (forse una reazione anti-hater filtrata dalla paura di essere a loro accomunati ed essere accusati di maschilismo e razzismo?) e c'è già un po' di bella fan-art - mai bella come quella creata per CB da Giulio Castagnarosavàsansdir - ma intanto, e chi illustrerai?
Ah. Nonostante tutto ci ho rimediato la t-shirt, che è pure fica e fa quest'effetto. 

Poi anche un effetto con lo slime ma le foto non sono venute granché... Comunque voglio dire un'ultimissima cosa a questo Ghostbusters:

2x1 • Mosquito toast

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Ho visto due film itaGliani uno di seguito all'altro. Era notte, faceva caldo, io non riuscivo a dormire per colpa di una zanzara e dopo aver passato due ore così:
alla fine ho messo su le cose più "leggere" che avevo. Il primo che ho visto è
Un paese quasi perfetto
Trama: Fabio scolo

Ci sono delle storie che funzionano OGNI volta che le racconti.
Una di queste fa più o meno così:
Un giovane medico di città, stronzo e egocentrico, per una serie di sfortunati eventi è costretto ad andare a fare il suo lavoro in un paesello sperduto, ancora ancorato alle tradizioni, ai gossip, alla ruralità. Lo scontro è inevitabile.
Dopo un iniziale disprezzo per tutto ciò che lo circonda e diversi scontri con gli autoctoni (strambi, pazzerelli, scorbutici ma in fondo dal cuore d'oro) il giovane medico capirà che lì si respira aria più sana, il cibo è migliore, la gente è meglio e anche le ragazze sono più belle.
Alla fine, quando ci sarà da scegliere se rimanere nel paesello al costo di rinunciare alla carriera e agli agi della vita moderna, sceglierà il paesello.
Ecco, questa è esattamente la trama di milleduecento commedie, a cui ora si aggiunge la milleduecentunesima.
Peccato che, nonostante il canovaccio, ormai liso dal troppo utilizzo, ma ancora in grado di far il suo, funzioni, la malcelata faciloneria dell'approccio rovina tutto e rende Un paese quasi perfetto l'ennesima commedia trasparente, che sparirà dalla memoria, sia quella nostra, sia quella di chi ha partecipato, sia quella storica, appena dopo i titoli di coda.
Il problema maggiore è Fabio Volo (il personaggio, per l'uomo non spenderò troppe parole se non "voglio vedere voi se non scrivevate un altro libro se il primo ha venduto milioni di copie): non è un dottore troppo stronzo, anzi arriva al paesello e dopo due minuti si sente già cittadino onorario. Minimo mi sarei aspettato il Dottor Troy che arriva nel Paese delle Meraviglie.
I paesanotti, Paone, Orlando e Buccirosso (un trio che altrove ha fatto faville, ognun per sé...) doveva essere un'esplosione di gag, di divertimento e di professionismo, invece sembrano tre vecchietti che si affannano a salire i vicoletti del paese.
Solo mestizia, perché in fondo il film non riesce neanche a essere brutto, è solo un film il cui momento culmine del divertimento è quando quelli del ristorante del paese per accontentare i gusti metropolitani del dottore gli fanno il pesce crudo che a lui piace tanto, scrivendolo così:
[che per inciso. mi ha fatto ridere.]
Invece chi ci riesce perfettamente, a essere brutto, è:
Forever Young
Trama: Farà Sabrina

Che è la risposta faustobrizziana (suoi capolavori come Ex, Maschi contro femmine nonché Femmine contro maschi, a quei bei film corali di merda), ai film coi vecchi tipo Nonno Scatenato o Last Vegas, cioè quando gli attori vecchi che non accettano di invecchiare interpretano personaggi di vecchi che non accettano di invecchiare. Ce n'è da creare un wormhole che risucchia l'universo.
Cosa ci faccia Lillo (che perlomeno sta imparando piano piano a recitare) tra i vecchi non lo so.
Gli altri sono Bentivoglio (che sta appalesando la necessità di rovinare la sua carriera accettando praticamente TUTTI i film, è un po' il Nic Cage italiano ormai) che si fa le ventenni, la Ferilli che si fa i ventenne, Teocoli che prende in giro Linus e la fissa con la maratona e appunto Lillo che fa il DJ attempato scalzato dalla nuova leva Francesco Sole.
Esatto, con la scusa di fargli fare un personaggio messo lì solo perché ha uno stuolo di fan immeritato, hanno effettivemente fatto recitare Sole solo perché ha uno stuolo di fan immeritato. Altro wormhole che ci salva dall'implosione.
Forever Young purtroppo riesce pure a farti fare per sbaglio due risate (due di numero eh), ma solo grazie all'esperienza di un paio di coinvolti (appunto Teocoli e Bentivoglio), e soprattutto perché l'alternativa che stai vivendo mentre lo vedi è questa:
Ad ogni modo ho scoperto il modo per non cedere di nuovo alla tentazione di vedere due film itaGliani di seguito e passare invece una nottata elettrizzante:

♰ Anna Marchesini ♰

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♰ Anna Marchesini ♰
Bella Figheira, siempre.

Buddy Spencer

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The Nice Guys
Sul concetto di buddy cop movie siamo tutti esperti vero? Ripassino veloce?
movie will smith martin lawrence bad boys
Capito? Dai insomma i film in cui una coppia di poliziotti ben assortiti (il precisetto e il disordinato, il mattoide e il padre di famiglia, l'essere umano e il cane, il terrestre e l'alieno...) sono costretti a fare coppia e all'inizio le reciproche idiosincrasie li fanno uscire di testa ma poi entro la fine del film uno sarà pronto a rischiare la vita per l'altro, con tanto di possibile deriva bromantica.
Come sappiamo il più famoso e riuscito buddy cop della storia è Arma Letale
Scritto da Shane Black, a 26 anni. Io ne ho dieci (+1) di più e scrivo ChickenBroccoli. Ognuno raggiunge i suoi traguardi.
Comunque, dire che il concetto di "buddy" l'abbia proprio inventato Black mi pare azzardato, se penso alla coppia "buddy" per antonomasia mi vengono in mente loro
E, ovviamente, loro
ma di certo Black l'ha traghettata nell'epoca moderna, nel mondo della polizia e ne ha scritto le regole come fosse un decalogo da seguire, tipo Schema di Propp per le fiabe, lo schema di Black per i buddy cop movie.
Ha tentato anche di portarla nel mondo dei supereroi, Iron Man 3 aveva lunghe scene buddy tra Iron e War Machine.
Adesso Black torna con sceneggiatura e regia (ha fatto pochissime regie) di un buddy cop assolutamente perfetto nel suo essere buddy cop (non è dispregiativo, ma si porta dietro anche tutti i suoi limiti...).
Fine anni Settanta, Bud Spencer & Terence Hill Russell Crowe e Ryan Gosling investigano - a modo loro, il primo violento dal cuore d'oro, il secondo tenero e stupidotto - sulla morte di una pornostar (sempre un peccato...) e arriveranno a scoperchiare un giro losco che coinvolge criminali da strapazzo e politici importanti, killer spietati e foxy ladies.
Tutto gira bene, soprattutto l'alchimia inaspettata tra Russell e Ryan, che sembrano già essere una coppia destinata a fare mille film.
Certo vale sempre la regola del "se il regista è bravo", perché se prendi Russell Crowe, be' non si può dire che negli ultimi anni abbia avuto una carriera memorabile (da Umberto Smaila Ninja, a superologramma, a inabissamenti, a Muccino...), e invece qui ritrova una vis comica tutta nuova. Sembra proprio che Black, nella ricerca del "poliziotto imbolsito ma bravo a menar le mani" abbia proprio pensato "mmm... vediamo un po'... chi è che negli ultimi anni ha preso 20chili ma se gli faccio dare un cazzottone a qualcuno rimane credibile? MA CERTO!
Ed è perfetto.
Il fatto che qui in Italia abbiano paragonato fortissimo la coppia al dinamico duo Spencer-Hill (che sono stati per anni il nostro esempio di buddy più luminoso, forse anche l'unico) è assolutamente lecito. Ecco uno di quei momenti assurdi in cui un attore americano imita Bud Spencer, una di quelle cose che non avresti mai pensato di vedere.
Onore a Russell ma di più a Black che ne sfrutta tutti i chili di troppo e ci fa ricordare quando vent'anni fa spaccava le sedie con la sola imposizione delle falangi
Peraltro ritrovare insieme in un crime movie ambientato a Los Angeles Russell e kim Basinger fa sorridere, sembra proprio un seguito divertente di quel gran film che era LA Confidential.
E Ryan? Come se la cava? Quanti sguardling fa (per chi non sa cos'è lo sguardling ripassate qui)? Risposta: se la cava benissimo, senza neanche uno sguardling. Potevate crederci? È così.
Il suo investigatore, un po' tardo a dire il vero:
è un personaggio da amare senza se né ma. Fico sì, perché Ryan è fico di suo, ma per nulla metrosessuale com'è stato in tanti altri film. La sua ficaggine è limata da timidezza, ipocondria, paura del sangue e da una figlia da accudire (a dire il vero dieci volte più scaltra del padre). Ci voleva un regista che conosce bene la psicologia maschile per tirargli fuori un personaggio così umano, tra i migliori che ha mai interpretato (e posso dire di averli visti tutti).
Bravi tutti quindi? Film perfetto? A dire il vero no, perché la trama è un po' troppo ingarbugliata e nonostante ci siano scene pazze e memorabili
alle volte un po' di fatica a seguire gli eventi.
Ma alla fine perdoni tutto, perché la coppia è stupenda e vorresti già sapere che ci sarà un seguito (improbabile), e poi sarà che il buddy movie fa breccia sull'animo maschile dell'amicizia virile che tutti vorrebbero avere, quindi viva i buddy movie.
La ricostruzione dei Seventies è perfetta (ti sembra proprio che ad un certo punto possano apparire i protagonisti di Boogie Nights), sin dalla promozione animata:

e dai poster con la grafica d'epoca
e dai i vestiti che tentano di lanciare la moda revival dell'estate (che ogni 4 anni ritorna la moda revival Settanta, dopo l'anno del revival 60 e prima di quello 80)
A proposito di promozione, i due si sono divertiti parecchio
anche a punzecchiarsi come solo i veri amici maschi sanno fare:
La coppia è fatta, ora dateci altri film con Russell/Gosling. C'è anche chi ovviamente visualizza la parte homo con la fan art più disparata:
Certo questo (bravo) ci è andato veramente sotto col film. Altre 3 cosette:

NOTTE BROCCOL ANTEPRIMA • Lights Out

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Se da una parte l'aspettativa genera mostri, di quelli che non ci dormi la notte, appunto, di quelli che anche se il film si rivela carino tu l'avevi aspettato talmente tanto che ti saresti accontentato solo di un film tra l'ottimo e il capolavor, c'è da dire che se poi il film è particolamente di merda, rischi proprio di diventare l'uomo senza sonno.
Una cosa è tradire l'aspettativa, una cosa è fare un film brutto anche per chi quell'aspettativa non ce l'ha mai avuta.
Parleremo di questo e di altro, in questa notte di agosto che tanto si adatta alla mitica Notte Broccol, presa di patta dalla Notte Horror italiaunesca di tanti anni fa. Quante nottate in pantaloncini e canottiera con il caldo che faceva a vedere corpi squartati e teste mozzate: sangue sangue sangue. Era un ciclo estivo.

Sì. L'ho detta. Ma non preoccuparti... finirà presto... andrà tutto bene...


Quello che mi preme è parlare di quanto diamine ho atteso
Lights Out
Trama: Vedi Diana

...e di quanto sia rimasto deluso.
Se ogni tanto vi capita di passare di qui su CB (cioè intendo ogni tanto durante il giorno oltre la capatina quotidiana - e da qualche tempo anche notturna, come il bagno in pratica - obbligatoria) vi sarete accorti che ho messo mille volte in mille occasioni diverse questo cortometraggio:
Che è fichissimo. 
Ed è fichissimo e paurosissimo per tutta una serie di motivi, tra i quali:
- non si perde in spiegoni;
- il mostro fa paura perché sta lì fermo e basta, gioca a 1 2 3 stella con la tua vita;
- la protagonista è tipo la mia vicina di casa, il che la rende perfetta per un film horror, ci si riconosce proprio nella sua normalità, nel suo accendere e spengere la luce incredula, altro che scream queen;
- la regia è tanto semplice da essere perfetta, che altro serve oltre un corridoio, una lampadina e una silhouette paurosa?
- è una minuscola storia horror che funziona al 100% senza nessun additivo aggiunto, effetti speciali minimi, nessun virtuosismo, solo brivido.
Il regista, David Sandberg, ne ha fatti anche altri di corti paurosi:

ma nessuno supera Lights Out. Era normale che qualcuno lo notasse.
Purtroppo quel qualcuno è stato James Wan e tutta la combriccola sua, che ora fanno gli horror un tanto al chilo, tutti uguali tipo questo, questo e questo, e costringono anche gli altri a farli uguali se vogliono avere un qualche appeal (vedi questo, questo e questo).
Perché è stata una sfortuna che proprio Wan sia il produttore di Lights Out? Perché tutti gli elementi aggiunti al cortometraggio sono inesorabilmente immondizia.
La giovane con issue con la madre e quindi scappata di casa e poster di band heavy metal sulle pareti (il disagio giovanile), la madre pazza sin da piccola che in manicomio ha incontrato una più pazza di lei, morta in circostanze (cioè stanze piene di pagliacci? indagare) misteriose, che ora la "infesta" apparendo tipo fantasma nel buio, ragazzino spaventato ma anche un po' coraggioso, problemi famigliari risolti grazie all'unione che fa la forza per sconfiggere il demone di turno, una casa di almeno tre piani (cantina per le scene buie, piano terra per quelle di spiegoni, primo piano per le scene in camera da letto, alla bisogna soffitta per ritrovamento vecchie foto e rumori molesti), e volume altissimo per farci prendere un colpo quando serve.
Tutto già visto, già sentito, già digerito.
Che poi io alle volte dico che il già visto è solo frutto di topos, altre dico che è una merda.
Il problema infatti non è che Light Out sia pieno di situazioni ormai stanche per i film horror, il problema grave è che sono tutte scene bruttissime, recitate malissimo, scritte peggio, sono brutte. Quindi se mi fai una cosa risaputa e la fai bene, ok, se fai la cosa risaputa e la fai pure male, sparati. Punto e a capo.
La domanda è d'obbligo: possibile che una tale maestria nella breve durata si distrugga solo perché diluita a minutaggio film? Possiamo dire addirittura che in Italia non è successo... ed è dovuto succedere proprio nell'horror? E proprio con Sandberg?
Peccato poi perché il mostro in questione - Diana, 'sta demonaccia nera nera e cattivissima - funziona benone anche nel film

infatti quando ci sono gli attacchi di Diana, che si può muovere solo nel buio, il film torna ad essere più che buono, i giochi di buio/luce che tagliano le inquadrature sono fatti sempre benissimo

e poi la paura atavica del buio che nasconde il mostro è talmente forte di suo.
There’s no escaping her in the darkness… #LightsOut, in theaters now. http://tickets.lightsoutmovie.com/
Peccato che tutto il resto sia così penoso. L'origine di Diana aka ragazzina incazzata in manicomio che trasforma la propria rabbia in demoniaca presenza è talmente risaputa (qualcuno ha detto Sadako/Samara?) stempera ogni passione per il mostro. Era meglio il corto anche perché non sapevamo da dove veniva quel demone, c'era e basta, e voleva te; è come se mi avessero spiegato il demone di It FollowsCerto se questo film lo girava David Robert Mitchell come si sarebbe intitolato? L'AIDS out?

Dai... è quasi finita... manca poco... resisti, non ti preoccupare, so che sei forte...


Per non parlare del cambio di attrice. Sarò impopolare ma scegliere l'ennesima attricetta bionda confondibile con altre mille attricette bionde e far fare solo un cameo alla vera protagonista designata, così comune, così cicciottina, così perfetta nella sua imperfezione, è un'ingiustizia vera, palesemente imposta dalla produzione perché "ce deve mette''sta ragazzina bionda bona, non la fidanzata tua cicciona" (questo era sempre Wan che parlava romanesco, infatti Wan è il diminutivo di AWANagana).
Per fortuna anche l'ultimo corto di Sandberg ha la ragazza come protagonista (e lui stesso):

Un po' tutti gli attori di contorno sono penosi e infatti sconosciuti (viene prima l'uovo o la gallina? Sono sconosciuti perché penosi o penosi perché sconosciuti?); tranne Maria Bello in versione "ah sono un'attrice? Ma pensa...". 
Che peccato sia stato proprio Wan a prendere sotto la sua ala protettiva Sandberg, è stato sfortunato nella fortuna, a lui comunque non adduco nessuna colpa, si respira proprio aria da pressione della produzione tipo "lo so io cosa è meglio per te: uno spiegone! Anzi metticene due... facciamo tre, dai"). 
Lights Out si è già prenotato uno spazietto nello scaffale "dimenticatoio", il che, lo ribadisco non fosse chiaro, è davvero ma davvero un gran peccato.

Ma ora spengiamo la lucetta gadget che mi hanno regalato all'anteprima e non pensiamo più ai demoni neri che si nascondono nel buio:
AAAAHHHH madonna che paura questo corto! WAN FACCIAMOCI UN FILM! Se lo facciamo vinciamo entrambi! È una Win/Wan situation


Ora puoi dormire... non è successo niente...


Zio Broccolia

CB ANTEPRIMA • Il drago invisibile

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Il drago invisibile

Trama: Miss Elliott

La Disney ha una tradizione draghesca non indifferente:
E uno dei più famosi, forse l'unico che merita l'appellativo di protagonista è proprio Elliott, il dragone gay verde e rosa
anche se ammettiamolo, il film è uno dei meno famosi tra quelli Disney, e sicuramente il meno famoso tra quelli che mixavano live action con disegni animati, tipo Mary Poppins e Pomi d'ottone e manici di scopa (fa pensare il fatto che tutti ci ricordiamo di Roger Rabbit come il primo film del genere), quei film in cui attori veri interagivano con disegni animati:
Poi oh, magari sbaglio a non esseremelo mai cagato.
Comunque, dire che questa è l'ennesima trasposizione Disney da cartoon a live action è abbastanza sbagliato, è un remake, che passa dall'animazione alla computer graphic, e perde.
Dopo il primo Alice la Disney ha iniziato a fare tutti i film in live action (Maleficent, Cenerella, Oz, Il Libro della Giungla, riAlice...) e sta creando quella sorta di universo condiviso marveliano con tutti gli eroi delle fiabe che può. 
Rifare Elliot pare un po' tirato per la coda, sinceramente, ma va bene, rifacciamo tutto, uno ogni tanto verrà pure bene. Non è questo quell'uno ogni tanto.
Il problema del film è il suo essere totalmente e terribilmente nella norma, non c'è uno aiutami a dire un motivo di interesse.
La storia è di un tipico che affloscia: ragazzino fa incidente in macchina, i genitori muoiono, viene adottato da dragone verde invisibile che vive nella foresta dei monti Appalachi (potrebbero non essere gli Appalachi, mi piace solo dirlo). E siamo già al terzo ragazzino, con Mowgli e Tarzan, ad andersene per tronchi e alberi mezzo nudo quest'anno.

A un certa viene trovato da  una guardia forestale materna e ambientalista (figlia dell'uomo che sussurrava ai draghi, Robert Redford che mostra l'unica pelle di drago che si vede nel film) e viene "adottato" e messo sulla retta via della civiltà, tipo Ragazzo Selvaggio per capirci.
Quando inizia a parlare del Drago tutti stanno lì a dire "eccone un altro con l'amico immaginario"... ma. Ovviamente il drago si appalesa (infatti stava sui monti Appalachi), e tutti all'inizio "paura! Ammazziamolo o vendiamolo al circo" ma poi "ah no guarda, è buono", tutti tranne uno che resiste nel suo "paura! Ammazziamolo!" quindi si prende un paio di schiaffoni in più prima di dire anche lui "ah no, è vero, è buono".
petesdragon  movie disney dragon reaction gif
A parte alcune lacune lampanti tipo il fatto che il ragazzino rimane orfano a 4 anni mentre sta imparando a parlare (proprio mentre sta imparando a parlare, la scena è proprio di lui con un libro in mano che impara le parole) e poi dopo sei anni quando lo ritrovano parla benissimo con vocaboli che dove li avrà imparati? Dal drago muto?, la storia non ha verve, non ha coraggio, non ha momenti topici, solo momenti tipici, tipo quello del volo in groppa

Disney’s Pete’s Dragon movie disney dragon reaction gif
che insomma...

Gli adulti del film sono più invisibili del drago, e ce ne vuole per far diventare invisile Bryce Dallas figlia di Richie Cunningham:

Soprattutto dopo la prova di Jurassic World.
Persino i cattivi -  in effetti solo Grumpy Karl Urban - non fanno paura a una mosca.
C'era la volontà o la necessità di fare per forza un film che non facesse male a nessuno? Ancora vogliamo credere che i ragazzini siano porcellane da mettere sotto dieci campane di vetro? Oltre la scena iniziale (il ragazzino che chiama "mamma" e lei che non risponde), il resto delle emozioni è attutito. Neanche una bella scena finale in cui il drago ci muore davanti e poi - ok lo so che non possiamo avere un altro Artax nel 2016 - rivive per la felicità di grandi e piccini.
Parentesi su Elliot, il drago invisibile nomen omen.
Mettiamola così. Elliot è un cane. Grande, verde, con la coda, sputa fuoco. Ma è un cane. Bello cagnolone delicato ma la gente questo non lo sa.

Quindi se vi piacciono i cani magari vi piacerà la sua psicologia protettiva e sacrificale, di quelle che accudiscono il loro "padrone" e gli pace essere accarezzati e riportare il bastoncino, nel suo caso un tronco

Si dà il caso che dalle mie parti ci innamorammo qualche anno fa di tutt'altro drago, lui:

E lui, Sdentato, era un gatto. In tutto e per tutto.
Potete trarre le vostre conclusioni su quale sia il mio drago preferito e su l'effetto che mi ha fatto Elliot. Ci vuole tirare fuori l'empatia a forza proprio come fanno i cani che si mettono sotto il tavolo e ti elemosinano i rimasugli con gli occhi languidi.
Il riassunto è in questo meme, dove Elliot è sopra e Sdentato è sotto:

Intanto la Disney imperterrita continua a sfornare film dai classici. Ci aspetta questo:

Lo andremo a vedere? Ma certo, ma certo...
Gente sui draghi. Gente sui draghi everywhere:



A proposito della madre dei draghi, se la Disney avesse fatto GoT:
Ma Elliot, quello vero, quanto era grande rispetto a tutti gli altri draghi famosi?

Qui si approfondisce ancora meglio.
Ah, come in ogni anteprima Disney che si rispetti, ci ho rimediato un gadget, e devo dire che non si fanno MAI parlare dietro. Roba che anche se non mi piacciono i cani, sono stato ore e ore e ore a fare così sul diario con il perlo di drago intorno che mi hanno regalato:

(Questa gif è inquietante, me ne rendo conto.)

CB ANTEPRIMA • Suicide Squad

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Suicide Squad
Trama: Piccolo invito a inviare i Suicide

Fa caldissimo. 
Mi si sciolgono le dita sulla tastiera.
Ho visto Suicide Squad ieri in anteprima e sapete che c'è, gli haters della DC e in generale tutta la diatriba Marvel vs DC hanno rotto un po' i coglioni. Sono diventati una sottorottura di coglioni di una più ampia rottura di coglioni, cioè quello che al momento rappresentano un po' tutti i cinecomics: sono troppi, non fa in tempo a uscirne uno che già parlano di quello dopo, si esaurisce l'entusiasmo e la curiosità prima ancora di vederli, TUTTI gli attori che respirano (e alcuni che non respirano più da decenni) sono o sono stati in un cinecomics. Hanno creato il loro fandom sull'hype e l'hanno spremuto talmente tanto che esiste più hype: "Come? In Avengers Infinity War ci saranno 64 personaggi? YaaawwwOH! ATTENZIONE! DOMANI PRECIPITAZIONI SPARSE! PAZZESCO!!
È chiaro che piano piano si sgonfieranno... come hanno già fatto gli young adult distopici. 
Però SS si aspettava perché a parte il battage promozionale impressionante, ci sta joker, ci sta Margot, ci sta che doveva essere un film matto pazzo, e quindi mi sarei anche ripromesso di scrivere una recensione dettagliatissima e puntuale (di quelle che hanno reso famosi tantissimi siti. Tranne ChickenBroccoli.), ma, non so se l'ho già detto, fa troppo caldo.
Allora com'è come non è faccio come ho fatto con gli X-Men (com'x men come non xmen), cioè la lista giffosa (dove queste gif sono fiche) dei personaggi in ordine di ficaggine dal primo all'ultimo. Partiamo col più fico!
1. Slipknot
No. Scherzo. È un coglione. Utile solo a scigliere un minuscolo nodo di sceneggiatura (gli serviva una vittima sacrificale). Non è degno manco della clip iniziale che presenta il personaggio, arriva, se ne va, chi era?
1. Harley Quinn
Eddai che si sapeva. Margot Robbie sta vivendo il momento suo. Peraltro con un percorso inverso, almeno a ficaggine, di tutto rispetto. Intendo dire che la prima volta che l'abbiamo vista stava così:

Per il resto della sua carriera si può permettere di recitare anche con un saio addosso ed essere stupendamente bellissima uguale. Per fortuna non c'erano saii (?) sul set di SS:

Harley è il personaggio che ti ricordi di SS: bella, gomma americana ciancicata come la Bellucci dei Mitici colpo gobbo a Milano, strafottente e letale al punto che merita la cella di Hannibal Lecter.

Certo, alcune battute sono forzate e non è quando le cuciono addosso la parte della "suicide girl simpa pazzerella" che funziona di più. Funziona quando ti ricordi che fa tutto per il suo uomo, il Joker, alla faccia delle femministe.
2. Incantatrice
Altro giro di corpi altro regalo di capolavoro di ragazza. La ipermegagigamodella è un cattivo fichissimo, una strega che impossessa una pinguana e che quando prende il sopravvento si sostituisce a lei girando, letteralmente, il corpo come un pedalino.
Purtroppo entro fine film si trasforma in una ballerina di zumba (le ho visto chiaramente fare anche passi di Lambada e Macarena) che fa il verso a Zuul dei Ghostbusters

Ma finché si limita ad essere strega bacheca che esce rivoltando persone, bella. Devo dire bella.
3. Deadshot
Will Smith ormai è come Pippo Baudo, è un gran professionista. Certo, in un film in cui dove dovevano essere tutti pazzi, lui è il più moderato, anzi si fa prendere pure dai rimorsi troppo spesso. A Will l'ha fregato il figlio, sempre detto. Il figlio e Muccino.
Il suo killer prezzolato con una mira infallibile però funziona. Will è la sicurezza, quello che continua a meritare il primo posto nei titoli di testa, insomma c'è chi ci sa fare, come lui, e cecchino.
Ma al personaggio piacerà prendere l'aereo? Sai, per i check in.
AHAHAHAHAHAHAHAH. Era la risata di
4. Joker
Non è Nicholson. Non è Ledger. Ormai fare il Joker è diventato uno spauracchio, sempre con la paura del confronto.
Ma il Joker di Leto ci sta. È a tutti gli effetti una rockstar a cui piacciono i locali, i soldi, l'omicidio. Il Joker della magliana insomma.
La cosa bella è stata che in sala c'erano Mainetti e Santamaria. E penso ai loro sorrisi sornioni quando hanno visto che 'sto nuovo Joker ha tanto, ma davvero tanto, da spartire con lo Zingaro.



E questa volta non possono certo dire che gli italiani hanno copiato gli americani. Italia - America 1 a 0! (Anche se il punteggio era su 0 a 2563. Dai riazzeriamo quando esce Il ragazzo invisibile 2. Già...)
Bellissime (addirittura meglio di quelle di Ledger) le maschere dei suoi scagnozzi

5. Pyro El Diablo
Sì dai è Pyro degli X-Men, il solito che ha il potere del fuoco e se non si controlla brucia tutto. La cosa in più è che gli puà dare delle forme. La cosa brutta è che in realà è impossessato da un demone di fuoco fatto maluccio in CGI.
Però il personaggio funziona.
6. Killer Croc
Lui è fico. Dice due battute per puzza e ha una genesi davvero inquietante:
È il mostrone del gruppo e quello fa: il mostrone.
6. Katana

Da qui in poi sono un po' meno belli. Ma funzionano. La cosa davvero buona di SS è che sì, i personaggi sono tutti più o meno sopra il gradino della ficaggine. Non c'è nessuno che dici proprio che sfigato. Ok, tranne il primo.
Katana è un po' uguale alla Oren Ishi da giovane di Kill Bill, ammazza e taglia a pezzi col metallo giapponese, ma lo fa per vendetta non per gusto personale.
7. Rick Flag
Il mio amore per questo attore (bravissimo in The Killing, purtroppo coinvolto nel remake di Robocop... non ve lo ricordavate il remake di Robocop eh?) mi fa piacere il suo personaggio forse anche oltre il dovuto. È l'unico normale, senza poteri, lo spinge l'amore per la posseduta (lo capisco non è bello quando qualcun altro impossessa la tua ragazza), soldato. Fico dai, fico.
7. Capitan Boomerang

Doveva far ridere tantissimo. Fa ridere un po', non lascia molta traccia. St'attore non ne imbrocca una ma lavora un sacco. Misteri.
7. Capitan Boomerang
Qui si leggeva a destra e manca che si mangiava a colazione tutti gli altri. Francamente m'è sembrata una cattiva che manco sa quello che vuole lei dalla vita di cattiva. Il fatto che sembri cattiva è solo dato dagli occhi da triglia. Capito l'occhio da triglia ti frega. Come quando Forest Whatecker fa il cattivo, ti guarda con l'occhio da triglia e pensi "ma figurati questo è un bonaccion" e non arrivi a "bonaccione" che sei appeso al soffito con dei ganci.
Insomma una cattiva/barra/potente non così potente/barra/cattiva.
Ecco. Suicide Squad non è così merda come lo dipingono.
Fa un sacco di chiasso, questo sì, fa un sacco di casini con la sceneggiatura, tenta di mettere gli errori sotto il tappeto con un montaggio serratissimo (ma non fatto molto bene) e cerca di distrart con la colonna sonora più furba del 2016:
Ma oh, io mi sono divertito, più di Civil War, per dire. E pure più di Batman v Superman (per dire che qui non si fanno distinzioni non conta un cazzo nessuno qui si disripetta feccia come asgardiani, gothamesi o kryptoniani.
SS non è il disastro che vi stanno raccontando. Non è un capolavoro, soffoca sotto la voglia della Warner di inseguire la Marvel creando a forza in pochi film l'universo condiviso (appaiono un po' di personaggi che vedremo presto qui:

no. Non appare Gal Gadot. Penso che Margot Robbie e Gal Gadot nello stesso film siano vietate dalla legge.
Insomma SS come filmazzo di gente che spara va strabene! E poi oh, preferivate Margot e Will in film inutili tipo questo?
Per il resto basta veramente con questo ostracismo assurdo (cit. Tony Brando, altro supereroe di tutti noi) verso i film DC, avete voluto tutti un cinecomics a settimana? Ora andate al cinema e non rompete i maroni, altro che far chiudere Rotten Tomatoes... oddio... senza più pomodori la gente potrebbe inizare a consumare Broccoli...
Fa caldo. Ho bisogno di un cappottino frescodilana, Jared prestami il tuo, il colore è broccolo al punto giusto:
Un paio di cose carine trovate al volo:

The Sbrock

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Una spia e mezzo
Trama: Spia e porta a casa

Abbiamo iniziato la settimana con un fulgido esempio di buddy cop movie perfetto e la concludiamo col suo opposto.
Bisogna essere davvero grandi fan di The Rock o di Kevin Hart per apprezzare questa ennesima commediola senza arte né parte basata sugli opposti che collaborano, sul mediomen contabile ex più figo della scuola 
costretto a collaborare col superagente segreto ex più sfigato della scuola in CGI inquietantissima
in un susseguirsi di spari ed esplosioni in cui il secondo ci sguazza e il primo si terrorizza
A parte che il canovaccio scolastico è pari pari a 21 Jump Street, ma quello faceva ridere.
E io scommetto che tra di voi posso trovare una manciata di fan di The Rock (e potrei dire anche di essere tra i vostri, il ragazzone mi diverte e lo trovo sempre più o meno decente, sia quando impone i suoi avanbracci al mondo che quando fa il simpatico con quella cosa del sopracciglio), ma veramente, c'è qualcuno che può dirsi fan di Kevin Hart? O anche solo di conoscerlo? Kevin Hart è quello che tenta in tutti i modi di imporsi come il nuovo Eddie Murphy, il nuovo Chris Rock, il nuovo [nero che urla] 
ma che giustamente rimane in un oblio di dimenticatoio, almeno qui da noi (voi ve lo ricordate qui? e qui? Io non me lo ricordavo, sono dovuto andarlo a cercare...)
Se il suo personaggio è risaputo e banale, è quello di The Rock è il vero mistero, è talmente assurdo che rasenta il miracolo di scrittura, viene il sospetto che le sue stramboidi sfumature, le sue battute sceme talmente fuori luogo da essere degne di Groucho Marx, del tipo che non fanno ridere, ma poi ridi perché "dai, ma che davero?", la sua malcelata omosessualità (che però non viene mai rivelata, pavidi)
siano tutte frutto di grandi sedute di scrittura, invece mi sa che non si rendevano manco conto di quello che mettevano nero su bianco e gli è venuto fuori un personaggio quasi pirandelliano, però per sbaglio, quindi non vale.

Il film dura quasi due ore, assurdo anche questo.
Alcune comparsate (non così tanto) eccellenti spandono un olezzo di tristezza aggiuntiva su tutto il progetto: Jason Bateman, Melissa McCharty e purtroppo anche Aaron - BIATCH - Paul potevano tranquillamente starsene a casa quel giorno. E anche noi.
Dài, sono gli ultimi rigurgiti della moda spiona dello scorso anno, passerà.

• CB SUMMERSCOPE 2016 •

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Questo è l'anno del SUMMERSCOPE! Con la E... (anche se la A non ci sta male). SCOPrirete dopo perché.
Il post di sbaracchiamo tutto e andiamo a rimorchiare le tedesche a Rimini saluti estivi sta diventando sempre più pregno di significati. Insieme agli Awards è il post più importante dell'anno, anzi mi sa pure di più degli Awards, perché se quelli mettono il punto al finale d'anno, questo ne mette tre... E poi nasconde un alone di mistero, porta con sé la domanda fatidica: verrò mangiato da uno squalo? Avrò la voglia di ricominciare a scrivere ChickenBroccoli a Settembre? 
C'è un video che sta commuovendo il web di uno che dice di essere me (è la seconda volta! Stramaledetto!) in cui riassume in un minuto sette anni di ChickenBroccoli:
Ora, a parte che io sono molto più bello e simpatico e non farei mai battute sessiste (anche se uso peggio i congiuntivi) e detesto chi si mette degli occhiali da sole per avere più carisma e sintomatico mistero anche alle 8 di sera, ma devo ammettere che il tizio dice, sul finale, una cosa condivido: questo blog sito è davvero il mio psichiatra-cologo-coterapeuta.
Una posto che da SETTE ANNI aiutame a di'
curo da solo - quindi smettetela anche di scrivermi "Voi di ChickenBroccoli", non fate che aumentare le mie personalità multiple, mi accontento di cose tipo: "no! ma davvero lo fai tutto da solo! Ti amo!" - con una recensione al giorno; e se ho saltato qualche giorno vi assicuro che ci sono stato un pochino male, come se qualcuno davvero venisse qui tutti i giorni e se non trova la recensione nuova pensa: "Oh no che peccato, oggi non c'è la recensione nuova di CB, è la cosa più grave dopo quella volta che Belen non ha postato una foto del culo su Instagram". 
E se io lo curo, ChickenBroccoli cura me. Almeno credo.
Capito che intendo? Intendo dire che la costanza genera mostri, fare una cosa tutti i santi giorni diventa più una necessità, oserei dire una dipendenza, una droga. Mi faccio di costanze, non sostanze.
Poi c'è anche il fatto che d'estate arriva il compleanno di CB, bei tempi quelli in cui aprivo CB con la più lampante dichiarazione d'intenti che web ricordi. Poi lo abbiamo festeggiato ballando, incasinando tutto, meditando, diventando veri, mangiando gelati, e ogni volta mi dico "già un anno, due anni, tre anni, quattro anni, cinque anni, sei anni, sette anni".
Ho fondato CB nel 2009, un periodo in cui i blog erano già in declino, infatti dico sempre che è un sito, ma a chi la voglio dare a bere

Ora i blog sono definitivamente morti, fagocitati dai social che se scrivi troppo non ti legge nessuno, infatti so benissimo che ogni parola che aggiungo a questo post è di troppo. Come sto sul pezzo io... Lo so bene che come saluti estivi avreste preferito una giffetta estiva scema

o artistica
e un post su Facebook con delle tag varie come "#svaccation #summerof69nottheyear #CBonthebeachsottoilsolelapellebruc #escilo" e invece beccateve sto papiro.
Oh! Mica sto dicendo che non mi diverto più, anzi tutto il contrario, continuo imperterrito come un caterpillar guidato da un crash test dummy a fare recensioni di film ogni giorno perché dovreste vedermi mentre scrivo: rido da solo alle battute, mi commuovo quando quella volta l'anno faccio un post accorato, mi sento sdolcinato quando quella volta ogni tre anni faccio il post amoroso, penso ai giochi di parole dei titoli tutto il giorno. È come in quei meme. 
Come mi vedete voi:
Come mi vedo io:
excited yes computer working goldeneye
Com'è in realta:
Capisco che questo inutile preambolo possa far trasparire un po' di ansia rispetto al continuare sì/continuare no/continuare forse, ma siccome sono Presidente Onorario del S.D.A.C.A.A.F.F.F.A.P.F. (Smettetela di Dire "ANSIA", "CHE ANSIA", "ANSIETTA" o Fare Fumetti con l'ANSIA come Personaggio Fisico), preferirei chiamarla inquietudine.
O anche balla di fieno che passa.

Che cosa intendo per balla di fieno che passa? Intendo che se io e il Cinema fossimo una coppia, questa sarebbe la crisi del settimo anno. Intendo quella sensazione che ti piglia quando pensi che sono passati sette anni, come le meraviglie, le note, i magnifici, i samurai e i bubù tè. Con mille e più cambiamenti, in tutti i sensi, che vanno dai lavori fatti alle passioni avute, dai tagli di capelli agli amori, dai funerali ai rogiti. 
E CB era sempre lì per un motivo solo, perché il Cinema era sempre lì (arrivo al punto, giuro): il Cinema è quella cosa che c'è sempre, qualsiasi cosa ti succede nella vita. Alle volte la precede, altre ne regola l'andamento, altre ancora la racconta a posteriori. In ogni caso quando andiamo al Cinema è come quando sognamo: ogni personaggio sullo schermo, come nel sogno, è sempre noi stessi. Come Essere John Malkovich. Sì, anche nei sogni erotici.
E quindi - dopo un lungo periodo in cui il dilemma di cui sopra (continuo? non continuo? mi compro la moto?) è stato abbastanza sottotraccia in ogni recensione (non ha aiutato la FOLLIA del post di Boyhood), ho deciso...





[Sarebbe bellissimo chiudere il post qui. Il migliore dei cliffhanger.]




...che invece no, si continua imperterriti. Si va avanti ciechi e sordi ma non muti. Perché sì.
A parte che non oserei mai togliere a voi lettori l'occasione di vedere un film bello perché consigliato da CB, di non vederne uno brutto perché sconsigliato da 9 dentisti su 10, di incazzarvi perché vi ho spoilerato qualcosa, di scuotere la testa quando mi sento particolarmente simpatico, di comprare stupende visioni illustrate di locandine riempendomi le tasche (bucate) e soprattutto di rosicare quando vado alle anteprime gratis (io rosico quando non mi invitano.) Chi sono io per chiudere il sito che ho fondato e curo? Mi sono pure scordato la password (giuro).
Quindi facciamo così: finché esiste il Cinema esisterà ChickenBroccoli.
Che. Cosa. Ho. Appena. Scritto.

Che inquietudinetta! 
Ma bando alle parole ciancicate. Passiamo a un Recupero Credito veloce veloce. [Il Recupero Credito è sinonimo di pulizie estive. Ci sono dei film che ho visto e di cui non ho avuto tempo di parlare perché dovevo parlare di altri film. Quindi metto recensioni velocissime prima delle ferie estive così a Settembre si ricomincia a mente fresca e cartellina "FAI SFATICATO (sfaiticato, quindi)" vuota. Esiste davvero.
The Trasporter Legacy

Trama: Micromachine

Aridatece Stazzam veramente. E pensare che proprio un anno fa mi chiedevo come fosse possibile che la prima trilogia godesse anche di un certo seguito. 

Ora ci riprovano con un nuovo attore che ha il carisma di un mignolo del piede di Stazzam, corse in macchina fracassone che hanno la potenza visiva di un Abre Magique appeso allo specchietto retrovisore di Dom Toretto, e una storia che... com'era la storia? 
Speriamo abbiano affossato definitivamente la serie.
Soffocare

Trama: Don Chuck

Dopo il megasuccesso di Fight Club, Hollywood si è subito affrettata a comprare tutti i diritti dei libri di Chuck Palaniuk.

Soffocare è un film riuscito a metà: funziona tantissimo Sam Rockwell (ma dov'è che non funziona? Oddio, in effetti qui proprio non funziona, ma rimane un attore stupendo), tristo sesso-dipendente (ma sesso-dipendente non è sinonimo di uomo? Ah no? Pensavo...) con una madre pazzoide che lo fa crescere con un buco dentro grosso così che non si riempie neanche con tutti i sex toy immaginabili.

Purtroppo regia e sceneggiatura non trovano nessuno dei guizzi necessari per rendere la storia ritmata, e ci si annoia un po'.
Non aspettatevi Fight Club 2, ma io Sam Rockwell lo amo così tanto che proprio non riesco a dargli Broccolo.

Vacanze in America

Trama: Amerika Star

Sì lo so, vi chiederete che ci fa questo ritrovato vanzinesco di italiota cinepattoniana memoria in CB. Be', ci fa che... oh, ma quanto erano belli 'sti film! ECCO LA VERA NOSTALGIA CHE ANDREBBE SALVATA! Altro che Stranger Things!

VOGLIO CHE NETFLIX FACCIA UNA SERIE che mi riprenda tutti i personaggi mitici degli Anni Ottanta Italiani! Perché:

Io speriamo che me la cavo

Trama: Teng' che ffà (si scrive così?)


Anche questo vi sembrerà stonare (come se poi vedessi solo film di Tarkovskij), eppure viene da una visione molto voluta, molto consigliata e molto apprezzata.
Un film che riesce ad andare oltre la furbizia del libro da cui è tratto, un film umano e sentito, che ci ha regalato un Villaggio bravo davvero, non solo fantozziano come tutti lo conosciamo o incazzato col mondo come negli ultimi anni. 
Riesce a dire più cose Io speriamo che me la cavo sul sud senza dirle davvero, che tutti quei film impegnatoni con i camorristi e le madri che piangono.
Il finale "felliniano"è da lacrime vero:

Saw - L'enigmista


Trama: No escape room

Lui sta lì nella stanza tutto il tempo. Ah, non lo sapevate? Evvabbèddai.
La morte ti fa bella

Trama: Meryl Strap

Ma davvero, quando esattamente il Pippa ha smesso di fare film belli? Lo sappiamo, ha passato la sua vita all'ombra degli amici più bravi e ricchi (Spilbi e PappagorgiaLucas), ma insomma, il Pippa (che è Robert Zemeckis, per chi non lo sapesse) ha fatto grandi film. Ritorno a futuro e Roger Rabbit e Forrest Gump e... e... lo sai che forse veramente GRANDI ne ha fatti proprio pochi. E da quando ha perso 15 anni della sua vita pensando di essere il messia della motion capture, ha fatto solo cose così cosà (!), tipo Flight (così) o The Walk (cosà). Sta per tornare con questoNon ce la fa, nooon ce laa faa.
La morte ti fa bella non è tra i suoi GRANDI film, ma cavolo, ha una forza dirompente. Se ripenso a quanto ci stupirono quegli effetti speciali
talmente tanto che che ora ricordiamo sopratutto quelli, invece il film è cattivissimo, dark, oscuro, coraggioso, persino meglio delle prime cose di Tim Burton.
Attori stupendi, ivi Bruce Willis, uno che veramente dimostra che se sei un idiota puoi riuscire a lavorare coi migliori registi in circolazione (e lui l'ha fatto: Tarantino, Anderson, Gilliam, Altman, Besson, Frears, Rodriguez...) alla fine finirai su delle locandine da film direct-dvd in cui incollano la tua faccia su un corpo non tuo:
Avrà qualche colpa da espiare? O svariati figli segreti sparsi per il mondo a cui  pagare gli alimenti? Davvero non si spiega questa sua deriva niccagiana.
La morte ti fa bella comunque filmone. Riscopritelo, tanto adesso gli effetti speciali non vi distrarranno più.
Closer

Trama: Come closer

Ho rivisto Closer. Tanti mesi fa. Non credo lo rivedrò mai più, perché è uno dei film sulle situazioni di Lui e di Lei più veri, assolutamente veri, che siano mai stati scritti.
Fa quasi male pensarci, perché se fai un po' i riassunti delle relazioni precedenti ti accorgi che sei stato/a tutti e quattro i personaggi. Sei stato/a piagnucolosa con Jude Law, troglodita come Clive Owen (mai così stupendo), dipendente come Natalie Portman, opportunista come Julia Roberts. Dipende solo chi c'era dall'altra parte, quale delle quattro modalità si incastrava meglio con quell'amore. Perché la sapete no quella cosa che si è diversi ogni volta... Non la sapete? SVEGLIA!!undici!1 È come dicevo prima, tutti i personaggi che sono sul grande schermo, sei sempre tu.
Fine del recupero credito.

È proprio ora di passare ai Campioni d'Estate [che sono i film meglio assai di questi primi 7 mesi dell'anno, è molto importante perché alcuni ce li ritroveremo sicuramente ai prossimi Awards, quindi iniziate a temperare le matite o le penne grafiche o quello che usate per disegnare sperando non facciate come lui, che quest'anno mi frulla in testa una parola matta: "Contest".] Cliccando sulle gif aprite le recensioni.
1. The Revenant

Di Caprio finalmente c'ha vinto l'oscar, bastava fare un po' di rough sex con un'orsa.
2. Non essere cattivo

Un film che vale tanta cocaina quanto pesa.
3. Zootropolis

Ogni bradipo è indimenticabile.
5. Anomalisa

Un'iniezione di follia direttamente dalla mente di Kaufman.
7. Lo chiamavano Jeeg Robot
Perché i cinecomics possiamo farli anche noi!
8. Me, Earl and the Dying Girl
Non si esce vivi dall'adolescenza...
9. Krampus
Rosso natale...
10. Green Room

Nazi vs Punk.
Serie Tv? Direi questa:
bojack horseman will arnett bojack green screen
E ok! OK!!! Anche questa dai...
Abbiamo finito? Andiamo in vacanza? Abbassiamo la saracinesca e tutti al mare? 
NO!!!
Perché proprio come lo scorso anno ho un annuncio importantissimo (segnarsi promomeria: smettere di dare gli annunci importanti alla fine di post chilometrici, tanto nessuno ci è arrivato qua sotto. Scrivili all'inizio e poi tutti in spiaggia.)
IL 17 SETTEMBRE INAUGURA IL 
[clicca]
Si tratta di una megamostra d'illustrazione e cinema ospitata al Treviso Comics Book Festival. E per mega intendo 14 pannelli grandi come kaiju che invadono un'intera piazza per un mese intero! 
I nomi coinvolti - loro malgrado - sono di quelli che non si scordano. Durante l'estate seguite la pagina Facebook di CB, metteremo metterò uno per uno gli artisti coinvolti e degli indizi per indovinare il film che stanno illustrando. Con questo gioco estivo conto di sbaragliare la concorrenza, di certo racchettoni e biglie li supero... non so bene il gioco della bottiglia intorno al falò perché la componente "limonare"è impossibile da battere.
Ora abbiamo finito davv... ANCORA NO!?! 

È che c'ho queste gif poligonali fiche fatte da tale Bruno Alberto (o Alberto Bruno?) che mi sono rimaste sul groppone e che mi davano tutto un LA per parlare della fan art ma adesso non mi va più. Le metto e voi le guardate e bòn:



Dài. Fine per davvero, giuringiurello. Come sempre potete mandarmi foto di tette (è tanto che non ve le chiedo, strano ve'?) o offese o foto di tette offensive alla mia mail, state sicuri che vi rispondo. 
Dove vado io? Dopo aver visto i cinema giapponesi, quelli turchi e quelli thailandesi, quest'anno esplorerò le sale cinematografiche del Portogallo, mi ha ispirato il nome... e subito vado a fare una di quelle cose che "se vabbé", una cosa che proprio come in quei meme. Come la vedo io:

Come sarà in realtà:

Qui la questione non è più ricominciare o meno ChickenBroccoli a settembre, qui la questione è se avrò tutte e 12 le dita per farlo.
Non fate quelle facce tristi. Ci rivediamo, riscriviamo, rileggiamo, ribroccoliamo a Settembre. Ah, dite che è proprio questo che vi rende tristi?
Buona estate, sempre vostro (SEMPRE?!)
[Spenge il neon. Abbassa la saracinesca. Si allontana per le strade deserte 
che da lontano sembrano bagnate. Sembra un addio, sappiamo tutti non lo è.]

L'isola tiburon

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Paradise Beach - Dentro l'incubo
Trama: Paradise biatch

Così vi avevo lasciato, così vi ritrovo: spiaggiati.
Io invece sapeste come vado, proprio quando il mare è una tavola blu e io broccolo sopra che neanche Matt, Jack e Leroy, ma mica solo il mercoledì, no, tutti i giorni della settimana da leone che mi sono fatto.
Ora ci starebbe benissimo un video pazzesco con colonna sonora altrettanto pazzesca e tutti i tubi che ho preso (soprattutto youTube). Ma accontentavi di questo favoloso gesto atletico.
Ah, il mare. Lo sport. L'acqua che ti schiaffeggia la faccia allora tu per gentilezza porgi l'altra guancia e quello ti scaraventa addosso uno squalo. 
È quello che succede alla povera pinguana protagonista di The Shallows - furbissimamente intitolato Paradise Beach - che viene dritto dritto dal contratto che il Cinema ha stretto con l'Associazione Facciamo Venire il Terrore degli Squali A Tutti Anche Se Ci Sono Più Probabilità di Morire con un Vaso che ti Cade in Testa; il contratto l'ha scritto Spilbi all'epoca e la prima clausola sancisce che almeno una volta l'anno bisogna fare un film in cui ci raccontano la favola che Uomo e Squalo sono nemici naturali, che è vero quanto dire che Uomo e Colibrì o Uomo e Lumaca sono nemici naturali.
Tant'è, quando entri in acqua a fare surf (e io ne so), anche se stai entrando nella piscina coperta della palestra, ti chiedi "e se arriva squalo?", è automatico proprio.
Tutta colpa di Spilbi e del fatto che gli squali so' un po' ciechi e dal loro punto di vista tu surfista sei solo uno spuntino tartarugoso 
Allora in questo caso lo squalo arriva davvero, ed è morto de fica.
Già, proprio vede la bionda da lontano che fa tutta la sciantosa sul suo surf e non ne vuole sapere di andarsene, non prima di averla assaggiata. Gli squali preferiscono le bionde.
Dunque, dall'inizio. Ci sta la biondona - che mi dicono avere alterne fortune tipo aver fatto Gossip Girl (fortuna) e quel film metrosessuale brutto coi narcotrafficanti (sfortuna) ed continuare la progenie di Ryan Reynolds (questa è sfiga proprio)
che va a fare surf in una sperduta spiaggia messicana col suo bel costumino Tezenis e tutti i muscoli del corpo tesi per l'accoppiamento con le onde 
E per i primi venti minuti il film sembra semplicemente uno spot di Instagram: ogni. singola. inquadratura. potrebbe diventare uno scatto social 
Ci manca solo una foto tipo così:
Finalmente arriva squalo, e lì sono cavoli amari. È grosso, incazzato e fatto abbastanza bene col computer. Non ci sono più gli squali animatroni di una volta
Insomma la bionda rimane bloccata su uno scoglio (ah, ti rode essere una cozza adesso eh!?) 
a 200 metri dalla riva, col pescecane che le gira intorno 
e appena qualcuno prova a mettere un mignolino del piede in acqua per vedere se è fredda e se può fare il bagno visto che me so papatos tres tacos esta magnana senorita, questa è la fine che fa
Come farà la tipa a salvarsi? Si trasferirà sullo scoglio? Aprirà un negozietto di collanine lì?
La risposta, purtroppo, è Sharknado.
Già, man mano che si procede con l'atavica lotta Bionda vs Squalo le cose si fanno sempre più insensate, fino a una risoluzione finale degna, per l'appunto, di un film Asylum, film che ho smesso di vedere dopo che ho capito che il brutto fatto di proposito non è divertente (vi ricordate?)
Film del genere - tizi vs mare aperto - ce ne son stati, ce n'è e ce ne saran, da Open Water a Adrift a The reef a Shark Night, questo è l'ennesimo e non è per nulla memorabile; devi solo decidere se te lo vuoi vedere per una bionda con un fisico bestiale o per una bestia che sfida le leggi della fisica.
Io che sono dell'esercito del surf (questa cosa dell'esercito non l'avevo percepita bene mi sa, quando poi per una settimana mi sono svegliato tutti i giorni alle 6 e alle 7 via di correre sulla spiaggia e via di piegamenti, squat e altre cose che qualcuno ha detto si chiama "riscaldamento", ho capito cosa esattamente intendevano per "esercito") dico che Paradise Beach poteva essere fatto molto meglio; è davvero troppo patinato, troppo concentrato a far topa service alla protagonista e sfida ogni realismo in maniera fastidiosa... ad esempio quel bikini striminzito che resiste intatto dopo un attacco di squalo è fuori dalla realtà. Vuoi mettere, se per amor di realismo eh, lei avesse recitato tutto il tempo in topless?
Ah, questi squali morti di fica, che squalore.

♰ Gene Wilder ♰

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♰ Gene Wilder ♰
La lezione è terminata.  

CB ANTEPRIMA • La famiglia Fang

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La famiglia Fang
Trama: La macchina dei Fang

Ricominciamo piano piano piano, va bene? Che questi sono i giorni peggiori dell'anno. Quelli che sembrano sole tre settimane fa che ci eravamo salutati con le valigie cariche di creme dopo sole poi abbiamo preso un casino di sole e rieccoci tutti qui che l'unica luce che ci abbronzerà per i prossimi undici mesi sarà quella di questo schermo (ve la sto facendo pigliare malissimo, ve'?). OK! FELICISMO! SPENSIERATAGGINE! GAUDISMO!
Che grande evviva mi fa gridare ritrovarci tutti qui anche quest'anno, con tante cose che bollono in pentola, tutte belle cose artistiche!
Ah, l'arte, quella cosa che devi imparare e poi certe volte è meglio che metti da parte.
Ecco, uno che dovrebbe mettere da parte molte delle sue velleità artistiche è Jason Bateman.
Un attore che non riesce mai ad essere carne o pesce, men che mai memorabile. Ha fatto fortuna coi suoi registri comici, ma poi si è fatto ricoprire di merda (letteralmente), ha tentato un registro meno comico e più ruvido, e ha addirittura sconfinato nel thriller puro. Eppure, nulla, non riesce, non fa quel passettino necessario per essere considerato unico. Si ha sempre l'impressione che lui o un altro, stessa cosa. Se domani sparisse, nessuno ma proprio nessuno ne sentirebbe la mancanza (queste sono le classiche frasi che poi domani Bateman muore e io rimango di sale e mi mancherà tantissimo.) Peraltro scopro ORA che è stato protagonista di Voglia di Vincere 2, un film che meriterebbe di essere bruciato al rogo, poi dici che le antipatie a pelle non esistono, esistono esistono.
Ora Jason prova a fare quel passettino esordendo (esordendo?) alla regia. E il film lo rispecchia in pieno. Non è brutto, ma davvero, non lascerà nessuna traccia di sé.
La storia è quantomai singolare: racconta la storia di due performer e della loro matta famiglia.
Essere performer è quella cosa che ti fai sparare addosso oppure fai queste cose qui:

Insomma usi corpo, testa, scenari e quello che ti circonda per delle opere situazioniste più o meno improvvisate. Tu scateni l'arte, gli spettatori diventano parte dell'opera, e vedi quello che succede, se ti va bene fai il capolavoro, se ti va male fai la figura del fesso.
È quello che fanno pa' (un Christopher Walken che potrebbe cambiare il nome all'anagrafe in Pilota Automatico) e ma' Fang

con l'aiuto (più o meno volontario) dei figli inscenano finte rapine di caramelle, si fanno foto famiglia travestiti da vampiri

vanno a pattinare sul ghiaccio carichi di fuochi artificiali, cantano canzoni assurde nei parchi, e riprendendo sempre tutto.
I ragazzini (nonostante siano chiamati Child 1 e Child 2) se la passano bene, mai un momento di noia. Peccato che le figure paterna e materna siano poco più che degli impresari.
Ora i due bambini sono cresciuti, lui uno scrittore di successo in cerca del bis che non arriva, lei un'attrice in declino costretta a fare cose tipo questa per attirare un po' l'attenzione

A questo punto, tipo a minuto 25, succede che i due attempati genitori spariscono, sono dati per morti, vittime di un serial killer. Sarà vero o sarà l'ultima (neanche troppo) geniale trovata dei due per chiudere in bellezza la carriera?
Investigano i due figli che, costretti a passere insieme i giorni e rivangare il passato, si riscopriranno e legheranno di nuovo e blablabla.
Interessante, direte voi, ma sì sì, risponderò io, peccato che l'indole troppo indie, troppo off, troppo "sundance" che Bateman ha voluto imprimere al suo film, lo ammazza. La parte del passato, con le performance e il racconto di questa famiglia atipica è bello, prende, si fa capire bene in dilemma interiore di vivere una vita di sicuro divertente girovagando per l'America e facendo pazzie artistiche ma al contempo senza radici e con due genitori così imponenti da farti diventare trasparente, visto che per loro sei solo un veicolo per la loro arte, ma poi la noia inizia a serpeggiare nella parte attuale, quella dell'investigazione (anche interiore) dei due fratelli cresciuti.
Ecco, la carriera di Bateman è un po' riassunta in questa scena:

Deve prendere una direzione, altrimenti rimane "quello che ha fatto quel film".
Complimentoni estivi a chi ha deciso che sulla locandina italiana avere un Bateman e una ormai botoxata e quasi irriconoscibile Nicole Kidman siano motivi d'interesse. Abbiamo per l'ennesima volta (dopo cose indie come Life during wartime o The Myth of American Sleepover o Happiness) perso l'occasione di avere una gran bella locandina illustrata
o anche solo una po' originale:
Anche la fanart a cui dà vita è molto indie

La presa della Bastiglia

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Bastille Day
Trama: Bastille che respirano

Abbiamo detto di ricominciare piano piano, e così faremo.
Ci sta benissimo questo filmettino che più insulso (un refuso sbarazzino mi aveva fatto scrivere insulto, ma manco la potenza per un vaffanculo c'ha, 'sto Bastille Day) non si può.
Un giovane ladruncolo, interpretato da un imbambolato Rob Stark (ancora non s'ìè risvegliato dalle Nozze Rosse) vive a Parigi organizzando truffarelle comsì e comsà, anche se è più bravo di Lupin a sfilare i portafogli alla gente.
Un giorno ha la bella idea di ladrare una borsa con dentro una bomba. La bomba esplode, lui viene accusato di Isisaggio, a ricercarlo il mastino (anglo)africano Idris Elba. 
Guarda i muscoli dell'africano...
Fanno paura pure mentre spenge una docile abat jour, pensa se ti vuole prendere a pizze.
Cosa che effettivamente fa, scova Rob Stark ma capisce che è innocente (può uno scemo così palese essere un bombarolo?) 


insieme capiranno che si tratta di una cosa terribile organizzata da dei poliziotti corrotti per distruggere lo stato... NO! È SOLO LA SOLITA VECCHIA RAPINA, che da Die Hard 3, quando un gruppo di facinorosi mette a ferro e fuoco una città con bombe e azioni violente, è sempre per distogliere l'attenzione dalla solita solita vecchia rapina. Giustamente spoilerata dal sottotitolo italiano. Bene così.
Il filmettino è un action senza infamia e con pochissime lodi
Questo invece è lo sguardo che Idris riserva a tutta la capitale delle lumache e delle baguette.
E mo so' cazzi tua, sembra proprio dire Tobler 1 (che se lo leggi in inglese capisci a cosa si riferisce...) a tutta Parigi.
Dal canto suo Stark fa delle facce da scemo tutto il tempo. 


Ma non solo le facce in effetti, è proprio scemo il personaggio. A partire dalla favolosa idea di parlare dusce dusce con l'orsacchiotto al cuore di plastico che di lì a poco farà il botto
Bastille Day è un filmettino con un po' di action, un po' di bromance, un po' di romance, un po' di buddy cop, coi cattivi cattivi, i buoni buoni, gli scemi scemi. Cerca di ricalcare la serie Bourne per le scene di manate in faccia (e sappiamo che di Bourne ce n'è uno tutti gli altri sono nessuno, e ne parliamo domani che all'anteprima so' successe un sacco di cose), ma non ci riesce (anche se certi pizzoni di Idris sono messi a buon segno) e non si cura minimamente di raccontare una storia decente, quantomeno una scenggiatura

Per il fantasioso popolo del web (non quello americano visto che lì il film non è proprio uscito), è stato motivo non di adrenalinico entusiasmo, ma più di immaginare Idris e Rob come i protagonisti di Bastille Gay: 
Ogni uomo è un'isola. E Idris è Elba.
Bonus:

CB ANTEPRIMA • Jason Bourne

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Jason Bourne
Trama: Bourne in the U.S.A.

Conoscete bene il suo nome, e anche il mio amore per Jason Bourne. Siamo ai livelli di "i'm fucking Jason Bourne", parafrasando la mitica video-war tra la Silverman e Kimmel di qualche anno fa.
Jason ha cambiato le sorti dei film action per sempre, e se Jimmy Bond è uno di quegli eroi action che si mette la muta da sub e quando se la toglie ha uno smoking inamidato (cosa che ho scoperto solo da poco essere più impossibile di lanciarsi sa un aereo senza paracadute), uno che tanto lo sai che ce la fa sempre, e ce la farà mentre intanto ha trovato anche il tempo di ciularsi almeno tre Bond girl e bersi dieci Martini, uno per cui alla fine non provi un minimo di empatia visto che ammazza la gente con il sorrisetto sardonico e la battuta sempre pronta, per il dramma interiore di Jason l'empatia la provi eccome. Per questo Jason, oggi, è un eroe più vero e sincero di Bond.
Matt e Paul, quelli originali, tornano alle prese con Bourne e noi non possiamo essere più felici, perché la prima trilogia è veramente ma veramente tra le più belle e appassionanti degli anni 2000. L'abbiamo vista e rivista, e ogni volta sono filmoni pazzeschi, non perdono un briciolo della loro potenza.
Dopo la parentesi con Renner (non troppo fallimentare a livello di risultato ma è come quando mangi i biscotti del discount messi in confronto coi Cuor di Mela), riecco che torna, per fortuna:
L'unico, il solo, il vero Bourne. 
E questa volta è incazzato, e molto, con un po' tutto il mondo. In effetti anche io sarei incazzato con tutto il mondo se ogni cavolo di città dove vado appena arrivo alla stazione tentano di farmi fuori.
Insomm, Jason sta incazzato quasi al mutismo. Sai quelle volte che sei così arrabbiato ma anche così pieno di cose da dire che fai corto circuito e alla fine l'unica cosa che puoi fare è stare zitto, altrimenti dalla bocca ti partono pallottole e ammazzi qualcuno? Ecco.
Matt in tutto il film dice - contate - 25 battute. Siamo tra i minimi storici insieme a Tom Hanks in Cast Away e Jean Dujardin in The Artist... Matt ti ha fatto ridere questa?
Vabbé.
Oppure, quando sei tanto arrabbiato, l'altra cosa che puoi fare è andare a fare dei combattimenti clandestini in luoghi molto armeni e poco ameni, e stendere con un colpo solo degli energumeni che in confronto La Montagna di GoT è un chihuahua
Ma ovviamente uno come Bourne tranquillo non ci puà stare mai, Passato gli manda ogni giorno dei poke, lo stalkera proprio Passato a Bourne, gli manda mail, gli scrive su Whatsapp, lo lika su tutti i social, gli telefona mille volte, e anche se Bourne trova il modo di bloccarlo, Passato riesce sempre a trovarlo, e non ne vuole sapere di finirla, anche se Bourne gli ha già detto tre volte che "guarda non sei tu, sono io, ma non dobbiamo più vederci. Passato è Passato, quindi lo sei anche tu, io ora voglio andare avanti a dare pugni a energumeni a casaccio".
Ma com'è, come non è, Passato riesce a riportare Jason in carreggiata, e dove c'è Jason ci sono scene d'azione rocambolesche, botte fortissime sempre molto reali (nel senso che le risse, ovviamente uno vs uno, si sviluppano sempre in poco più di tre metri calpestabili con balcone), le macchine saltapicchiano da tutte le parti (devo dire che questa volta quella camionetta degli SWAT che fa saltare trenta automobili come fossero birilli un po' esagerato lo è), e soprattutto ci sono tanti problemi esistenziali per 
Purtroppo devo essere breve, perché questa anteprima l'ho vista prima dell'estate, e prima dell'estate era Passato, e io non voglio vivere la mia vita che appena arrivo in una stazione del mondo Passato mi spara addosso, preferisco dare pugni.
Il film è fico. 
Non si può dire che sia alla stregua della trilogia originale, soprattutto perché A) sto poro Jason avrà pur finito di ricordare traumi del suo passato che aveva rimosso no? Voglio dire? Che vogliamo fare? Che al prossimo è tutto sconvolto perché si ricorda di quella volta in cui la mamma gli ha tolto il vasetto e ha dovuto farla per la prima volta nella tazza? Ecco, forse il trauma di questo quarto capitolo è un pochetto tirato B) tutta la storyline del giovane genio del computer che ha creato il social con cui il governo vuole controllare le persone è ormai storia troppo vecchia (è già il secondo proto-zuckerberg quest'anno, dopo quello di Now Your See Me 2).
La nuova faccia - bella per carità bella - del franchise è quella pazzesca ragazza di Alicia Vikander, che in un anno ha fatto meglio di quando uscì fuori Jessica Chestain. Mille film, l'oscar, e si spupazza Fassbender. Call her scema.

Ma comunque andatelo a vedere perché a Jason lo si deve rispettare sempre e comunque, anche quando nel 12° capitolo si ricorderà di quella volta che nell'utero gli si era intrecciato il cordone ombelicale intorno alla caviglia, lo si dovrà rispettare.
Il cattivone di turno è un micidiale Vincent Cassel in versione Terminator, del tipo che non muore mai

Nonostante la sua immortalità, è sempre un piacere vederlo.
Ecco, forse Bourne ha perso un'anticchia di quella bellezza iperreale che ce ne ha fatto innamorare quattordici anni fa (14), e che, non lo ripeteremo mai abbastanza, è stato l'inizio di un nuovo modo di fare action movie. Più esisteva Bourne, e più Bond perdeva ragione di esistere.
E tra tutti i personaggi e i film di Matt, che sono questi:
Jason è quello per cui indubbiamente verrà ricordato per sempre.
Scateniamoci come al solito con la solita musichetta di Moby, questa volta piena di coretti e stridente elettronica

Ah una cosa bellissima dell'anteprima ma stupenda proprio. Sono arrivato, tomo tomo, cacchio cacchio, e ho trovato questo casotto ad attendermi

FANTASTICO! MI SERVIVA PROPRIO! Sono entrato di corsa e ho fatto quello che dovevo fare...

...solo dopo ho scoperto che non era quello che pensavo, era invece una cabina dove farsi le foto.
Oh baby. Oh Baby.
Then It Fell Apart.
Then. It. Fell. Apart.

SIAMO SERIAL • Because the night

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The Night Of
Trama: Poco tenera è la notte

Ho ormai accetato da tempo (oserei dire ANNI, sempre bello sottolineare le cose) che le serie tv sono belle che morte, che sono diventate un calderone ribollito con dentro centinaia di cose che se uno volesse davvero vedersele tutte l'unica cosa che può fare è ammazzare qualcuno, farsi incarcerare e finalmente avere tutto il tempo per recuperare, che poi, recuperare cosa? La maggior parte ormai va col pilot automatico (nel senso che il primo episodio magari è pure bello e poi la noia) e tutto il discorso "ormai le serie sono meglio dei film"è solo un ricordo.
Parlo di crimini e incarcerazioni non a caso, visto che la serie dell'estate (quella che tra le centoquarantatrè che ogni volta si assumono l'onore e l'onere di essere "la serie dell'estate", "la serie dell'inverno", "la serie delle 2 di pomeriggio") parla di questo, di crimini e incarcerazioni, di avvocati e giudici, di innocenti e colpevoli.
The Night Of parte in maniera folgorante. Un primo episodio bellissimo. Sono restio a raccontarvelo, perché io l'ho visto senza sapere assolutamente nulla e voglio lasciarvi provare quella sensazione del tipo "Ah, di questo parla? Fico." Vi faccio vedere qualche frame, come foste la giuria, voi dovete dedurre cosa è successo "la notte che":
Posso dire che The Night Of è la diretta conseguenza del successo di alcune serie con crimine + processo + ragionevole dubbio tipo The Jinx (questa se non l'avete vista, davvero, smettete di parlare di Stranger Things che ormai è tardi e recuperatela), Making a Murderer e quello su OJ Simpson che non ho finito di vedere.
Un crimine, un colpevole che forse è innocente (o è un innocente che forse è colpevole?), una coppia di avvocati assortiti malissimo (che ovviamente adori) e un sistema giudiziario che fa a gara per essere peggiore di quello carcerario.
Mettiamolo così, la serie è un lungo film procedurale di quelli Anni Ottanta e Novanta che ci piacevano tanto, coi processi, il colpevole (o no? o sì? o no per tutto il film e poi!), i 12 giurati, il giudice, l'avvocato della controparte, i possibili sospetti e la vita del carcere che ti piega e anche se controvoglia ti forgia, roba che entri così
e se vuoi sopravvivere 

esci cosà
È la metamorfosi del profeta, quello del film, non Maometto.
Quei film Legal Mommy Thriller alla Presunto Innocente, alla Schegge di paura, alla Doppio taglio, alla L'ombra del dubbio, alla Conflitto di Classe, alla Il mistero Von Bulow, alla Suspect - Presunto colpevole, alla Legge crimnale, alla Per legittima accusa alla Mio cugino Vincenz... no forse questo ultimo no.
Insomma aule di tribunali, cavilli, arringhe finali, e intanto il povero sospetto se la deve vedere con le docce della prigione, che la leggenda vuole che attentino al tuo osso sacro, invece è più probabile che ti fanno fuori con una lametta che taglia la giugulare.
Il paragone con questi film è più che lecito, visto che in effetti, nonostante la serie sia buona, quando non buonissima, si respira a volte l'odore di brodo allungato.
Per fare un esempio, se The Night Of fosse stato un film, non ci saremmo dovuti sorbire tutte quelle scene di quei piedacci con la psoriasi orrendi di John Turturro, al massimo un paio. Lo stesso dicasi per alcune chiacchiere e alcuni passaggi del tribunale. Ma i piedacci è la cosa peggiore da vedere più e più volte.
Un bel film diluito in una bella miniserie. E con un finale che ti fa rosicare tantissimo ma anche dire "giusto così".
Ecco, a proposito degli attori. La serie la tiene in piedi (anzi piedacci) Turturro, col suo avvocato triste che in confronto Saul Goodman è Perry Mason, con tanto di intelligente ADV da parte dell'HBO
e ci regala la sorpresa pakistana Riz Ahmed
che giusto ieri abbiamo visto alle prese con Bourne (nei panni dello Zuckerberg di turno) e che rivedremo entro l'anno nel nuovo Star Wars. Attorone destinato a belle cose, trasformazione da giovane sfigato a carcerato cazzuto in 8 episodi gestita benissimo, degna di un vero Genny Savastano. Lo avevamo già notato qui, e fa anche il rapper:

Mi sa che è meglio che continua col cinema, però.
Insomma, se è vero che le serie tv sono cadavere, quasi in putrefazione, ogni tanto dal cappello spunta qualcosa che ancora vale la pena vedere davvero. Il più delle volte - l'ho già detto - sono miniserie. 8 episodi e poi addio.
Ho un'idea che non mi sembra tanto criminale: e se tornassimo a concentrarci sui film? Che non se ne può più di sequel, franchise, reboot, prequel, spin-off. Grazie, firmato CB (che parla parla ma intanto Narcos 2 come se lo vede). 

OK il pazzo è giusto

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Money Monster
Trama: Trita la ruota, tri.ta.là.

Money Monster è un brutto film, ma proprio brutto eh.
Non c'è niente da salvare.
Non riesce ad essere una critica alla società. Non riesce ad essere una critica alla pazza economia. Non riesce ad essere una critica alla televisione. 
Jodie Foster, che onor del vero non ha mai fatto dei capolavori quando è stata seduta in cabina di regia, questa volta mette su un film nato vecchio. Parla di crisi economica e lo fa nel più scontato dei modi, col pazzerello che ha perso tutto e si rivolta contro la società in solitaria e per farlo va in TV col tritolo a chiedere indietro i suoi soldi e allora tutti empatizzano ma basta arrivare la pubblicità del dentifricio che tutti si sono già scordati. 

Se solo penso a questo plot mi vengono in mente veloci veloci quel film con John Travolta e quell'altro con Denzel Washington, uguali uguali, e non sono andato a scartabellare il mio IMDB mentale.
I tre attori coinvolti sono meno in palla come un cubo. 
Il povero Jack O'Connell dovrebbe cambiare agente, non riesce a imbroccare un film che è uno, nonostante sia sempre coinvolto insime a nomi altisonanti, poi i film che fa si rivelano sempre delle sonore cagate
George dovrebbe fare il mattatore televisivo caustico, stronzo, menefreghista e (quindi) affascinante, proprio come Pippo in Anche i Baudi piangono, invece è tutto un misto di faccine e faccette che pare un misto tra Luca Giurato e Enrico Papi; una delle interpretazioni più blande e inutili della sua altrimenti (quasi) impeccabile carriera. Brutta china, Giorgio, brutta china.
Julia Roberts, che dovrebbe fare l'assistente tutta di un pezzo ma in fondo in fondo (neanche troppo in fondo che il film è corto) è innamorata del suo assistito: trasparente, se poi la confronto con quella di Kate Winslet di qualche mese fa. Brutta china Giulia, brutta china.
Un fallimento su tutta la linea dunque, che parla di economia in maniera banale e cinematograficamente vecchia (non solo perché abbiamo da poco capito i primi cinque minuti di La Grande Scommessa), e sceglie di risolvere il grande conflitto tra economia mondiale e poveri stronzi che lavorano tutta la vita e poi muori (dove per poveri stronzi intendo pure io, eh) con la solita storiella del magnate dei soldi che si ladra il denaro dei poveri risparmiatòri sfigati e scappa nei paradisi fiscali, e allora quando quello che era dalla sua parte (il presentatore) si rende conto che "ehy è uno stronzone, smascheriamolo", decide di usare il mezzo televisivo per fare opere di bene, e non di pene come fino al giorno prima.
Tutto vecchio, tutto già visto, tutto banale. È più emozionante a livello economico indossare dei pantaloni che non mettevi da anni e trovare dentro la tasca 5.000 lire. Non 5 euro che puoi anche spendere, proprio 5.000 lire.
Sono ben altri i momenti televisivi da ricordare:

Amy no acido

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Amy
Trama: Amy o non t'ami

Il talento, quello vero, il "dono", non guarda in faccia a nessuno. 
Quando arriva, puoi essere il "dodecagenito" di una famiglia di masai kenyota, il figlio di un raccoglitore di riso cinese, la figlia di un magnate dei pistoni in Arkansas, il "dono" arriva, ti si attacca al DNA e ti trascina in posti che non puoi sapere, dal Kenya finisci a studiare i vaccini in Brasile, dalla Cina arrivi a vincere un Oscar a Hollywood, dall'Arkansas ti ritrovi in Australia a presentare il tuo bestseller.
Oppure dalle periferie coatte di Londra vinci 5 Grammy battendo solo col tuo talento gente costruita a tavolino e in cima a una fabbrica di soldi come Beyoncé o Rihanna
Ovviamente è vero anche il contrario, puoi essere coglione in qualsiasi parte, famiglia, origine, ceto del mondo. Ma questo è un altro conto. Qui si parla di genialità, di incredibile e naturale propensione a qualcosa, qualcosa che magari nessuno ti ha insegnato.
E quel qualcosa, per Amy Winehouse, era il canto.
Il documentario - giustamente vincitore di un oscar lo scorso febbraio - è un perfetto montaggio di filmati originali, senza nessun orpello di fiction - e per fiction intendo anche le interviste, che sono comunque frutto di tagli, montaggi, possibili pilotaggi, magari anche inconsapevoli o in buona fede, ma pur sempre destinati a rappresentare l'idea del regista su questo o quel fatto realmente accaduto. Evita quindi l'errore grave perpetrato da quello dello scorso anno dedicato a Cobain.
È realmente accaduto che nello stesso momento in cui noi occupavamo la Terra, da qualche parte c'era anche Amy, che era un dono (alcuni direbbero di Dio, io, darwiniano, direi di un quasi irripetibile incastro di geni, cellule e tutte quelle altre cose che compongono un corpo umano). Un dono talmente grande che infatti, bum, morta, ciao.
Quando Amy cantava era Leonardo, era Caravaggio, era Einstein, era Mozart, era Maradona, era Kubrick, era ChickenBroccoli. Era IL genio umano regalato a tutti gli altri.
Sottolineo quando cantava, perché poi vivere era tutto un altro paio di maniche. 
Vedi Amy e sembra quasi di assistere a un contrappasso dantesco (n'antro genio de gnente): canti meglio di chiunque sulla Terra? Sei destinata alla sofferenza.
Il problema - sta per arrivare l'angolo della psicologia spicciola del Dr. CB - di Amy era la dipendenza. Era la dipendenza fatta persona: dalle droghe, dall'alcol, dalle persone, da tutto. Una fragilità così palese che sembra si potesse spezzarla con un mignolo. E ben altro hanno usato su di lei un padre che l'aveva abbandonata (solo abbandonata? C'è una scena, giusto un attimo, che instilla un dubbio oscuro...), per poi tornare, inventandosi pure manager, all'arrivo del successo, o peggio il marito, un imbecille di quelli veri, un vero Parassita con la vaffanculo maiuscola. 
Proprio come per Cobain e Courtney Love, se c'erano due persone che non dovevano incontrarsi, quelli erano Amy e quel cojone
La vittima e il carnefice. 
Poi certo, la vittima non è mai al 100% vittima, sono sicuro che più della metà delle volte era Amy a sbroccare, o a ricercarlo dopo ogni rottura. Ma, si sa, dove c'è il genio c'è la sregolatezza, e se vogliamo fare un esempio che veramente sembra non c'entrare nulla, non è colpa delle vittime di Wanna Marchi se erano credulone, è comunque colpa di Wanna Marchi che le truffava. Un film sul genio di Amy Winehouse e parlo di Wanna Marchi. Be', questa è la mia sregolatezza.

Però c'è questa epifania che impressiona e spaventa, quando conosci meglio la storia tra Amy e Blake: se non ci fosse stato lui, non avremmo avuto i capolavori di Amy. Incredibile, ma vero. Capire a cosa, a chi, si riferisce Amy nei suoi testi illumina la sua dipendenza, anche creativa, da Blake. 
Quindi che me stai addì che meglio così? Meglio che lei ha passato una vita di merda ma almeno noi abbiamo i suoi capolavori? Ma guarda a limite sì. Non fosse che l'amore che distrugge, quello che diventa dipendenza e ossessione, per quanto possa aiutare la creazione (sennç Goethe e tutto lo Sturm und Drang te lo scordavi bello mio), ma poi vedi come finisce: male, Sempre e solo e tristemente male.
Amy è un documentario "penoso" perché "penosa"è stata la storia di Amy. Il film diventa la cronaca di una morte annunciata, che sembra incredibile non aver potuto evitare, era così palese che sarebbe stato quello il finale. Possibile che nessuno, ma proprio nessuno (parenti, amici, produttori, medici, la polizia cazzo) abbia trovato un grimaldello, uno solo, anche piccolo, che la distogliesse da questo gorgo assurdo di malessere?
Un documentario però non sarebbe tale se non raccontasse la verità, e la verità è nessuno ha aiutato Amy, che sicuramente non era facile da aiutare, impossibile direi, ma se quella scritta sui muri è vera (Amami quando meno me lo merito. Sarà il momento in cui ne avrò più bisogno.), secondo me possiamo parlare di abbandono. E Amy è morta. Fine del film.
Ci ha lasciato queste:

E forse è già un miracolo, alla faccia del darwinismo.

NOTTE BROCCOL ANTEPRIMA • Man in the Dark

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Finiva l'estate e con lei finiva anche il ciclo Notte Horror, quelle serate canicolari di agosto, che si stava in calzoncini e canottiera con il caldo che faceva, e su Italia 1 si vedevano sbudellamenti, sgozzamenti, decapitamenti, dissotteramenti, ammazzamenti e tanti altri -menti che poi non ci facevano dormire, e noi davamo la colpa alle zanzare.
Come ricordate è da qualche tempo, da quando è iniziato il caldo, che per ricordare quelle notti gloriose di terrore e raccapriccio, è nata Notte Broccol, recensioni di film del terrore che escono a mezzanotte, ovviamente programmate da me furbissimo che mi addormento di media alle 10... 10 e un quarto se proprio mi sento friccicarello.
Comunque, rispetto al fatto che l'estate è finita e allora dovrebbe finire anche Notte Broccol. abbiamo la fortuna che la produzione dei film horror se ne frega di Italia 1, di CB, di tutto e tutti, e continua imperterrita a fare quello che sa fare meglio: fare film horror e mandarceli a noi in sala. Che tanto ammettiamolo, noi con gli horror siamo di bocca buonissima, ne arrivano davvero tanti, e noi ce li vediamo tutti, tutti, tutti.
Proprio oggi esce il nuovo film del regista di quel bel remake che fu La Casa, che ci sorprese e neanche poco. 
Anche qui c'è una casa protagonista e il suo inquilino un po' così, di quelli che proprio meglio non avere come vicino di casa. Si intitola (il film e l'inquilino):
Man in the Dark
Trama: Ciec.. chino di Sorrento

Certo amici non esistono più le vittime di home invasion di una volta, quelle che tu entravi in casa loro, approfittavi dell'effetto sorpresa e le torturavi, le ladravi, le vessavi, insomma gli facevi passare proprio un brutto quarto d'ora, e poi o quelle trovavano la forza ancestrale di ribellarsi e ti ammazzavano (di solito avevi già fatto fuori tutta la famiglia e c'era la figlia di turno che sopravviveva), oppure (verso gli anni 2000) riuscivi a farla franca e te ne andavi cacchio cacchio da dove eri venuto.
No, ora non va più così, ora se organizzi un home invasion, anche a scopo semplicemente di lucro, insomma se sei un topo d'appartamento, è meglio che ci pensi due volte perché sai quando c'entri, in quella casa, ma non sai quando e se ci esci. Perché? Perché adesso va di moda che l'inquilino che ci trovi dentro, quello che fino a qualche film fa appena ti vedeva scoppiava in lacrime e ti avrebbe venduto pure la madre pur di avere salva la vita, adesso invece è più pazzo di te.
Solo qualche mese fa abbiamo assistito alle disavventure di quei ladruncoli che si ritrovavano nelle grinfie di quella con l'agorafobia che si rivelava essere una sciroccata, ora ecco tre nuovi pinguani che, pensando di fare il colpo della vita ai danni di un povero veterano di guerra, padre triste e solo di figlia morta in incidente (e ricco, coi soldi del risarcimento dell'incidente), e pure cieco. Cieco proprio che non vede niente.
A parte che mi sa che se sapevano prima che questo vecchio triste cieco aveva le fattezze pazze di quel fascio di muscoli pazzi di Stephen Lang (il generale pazzo di Avatar)
 sicuro che andavano un numero civico dopo.
Insomma i tre entrano e si ritrovano alle prese con uno che non la manda a dire, che spara tutto il tempo (sì, è cieco ma la furia omicida ci vede benissimo) e che, man mano che procede il film, si scopre avere un sacco di atroci segreti.
Ora non vi dirò nulla sulla deriva che prende il film (a dire il vero, per i più smaliziati, non così originale, io che uso smalizia profumo di intesa l'avevo capito molto presto) perché non voglio rovinarvi tutto con
ma vi dico che, tralasciando il fatto che 'sto cieco è praticamente Terminator e che alcune scene troppo ripetute sul finale, questo Man in the Dark è una interessante sorpresa horror.
La regia è sempre ispirata (tranne la parte al buio. C'è sempre questa necessita di far vedere quello che succede al buio. E se si studiasse qualche metodo per farmi capire tutto eliminando il senso più importante al cinema, la vista? Sarebbe un bell'esperimento, e anche sopportabile se inserito in un film altrimenti regolare. Cribbio, Godard fa interrompere il suono per un minuto e questi non hanno il coraggio di tentare qualcosa di nuovo, e ricorrono sempre a telecamerina notturna... 
vabbè almeno stavolta non è tutto verde come in un filmetto amatoriale di Paris Hilton.
Man in the dark però ha il pregio di non essere un film pesantone, di non voler avere chissà quale morale (alcuni horror ce l'hanno) e come horror post-estivo fa il suo validissimo lavoro.
Certo i grafici della locandina invece...
Lo sapete che ho pensato? Che esiste solo grande film che anticipava di anni e anni questo nuovo trend degli home invasion con l'inquilino pazzo che fa pentire agli invasori di aver pensato a casa sua. Sapete qual è?
Sì. Esatto.

Maledizione Imperium

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Imperium
Trama: Harry Nazi e il prigioniero del Mein Kampf

In America ci deve essere un problema di neonazismo. 
E deve durare da almeno qualche tempo, perché se iniziano a uscire diversi film sull'argomento, vuol dire che è vecchio di almeno due tre anni.
Dopo i neonazi di Green Room, adesso anche Harry Potter deve vedersela con questi ragazzetti un po' nazionalsocialisti che si dividono in feccia scema che mena la gente e spacca le vetrine e personaggi che invece lavorano dietro le quinte, diffondono l'ideologia e preparano attentati dinamitardi.
Ho letto da qualche parte qualcosa come "American Histrory X incontra The Departed". Sì è proprio così: Harry Potter è un agente dell'FBI (in effetti credibile come se lo facessi io, l'agente dell'FBI) 
che viene infiltrato (o infeltrito, se guardi la taglia delle magliette che inizia a mettersi)
in un gruppo di neonazisti sospetti (come se ce ne fossero di non sospetti). 
Prima si taglia i capelli (ha fatto bene, che l'altra volta era terribile)
e poi inizia fare controvoglia cose neonaziste come gridare in faccia agli immigrati accusandoli di magia nera (oh, non resisto mai)
La solita regola del "non puoi guardare in faccia il male senza che lui guardi te e ti proponga quantomeno un limone" vuole che Harry Nazi inizi quasi a provare un po' di empatia per questi ragazzi nazi (ranazzi, quindi), ne consegue che più che metterli in gattabuia vuole redimerli. 
Lo spunto del film è interessante, ma hanno totalmente sbagliato il cast.
Non è tanto per Daniel Radcliffe Potter, che si impegna e se la cava e poi a Radcliffe non gli si può voler tanto male, ha il grande merito di provare sempre cose un po' stranette (se non era stranetto questo) e di essere riuscito a lavorare nonostante la maledizione che poteva farlo finire nell'oblio com quell'altro, coso, Frodo, sembrava essere destinato a cose molto migliori, ed è finito nei direct-to-video con Nic Cage.
Comunque sto rivedendo gli Harry Potter per motivi che potrei definire "bisogna rivederli ogni tanto ma soprattutto quando sta per uscire il libro nuovo e pure il film" e fa una certa impressione averlo conosciuto così:
e trovarselo nazistello
E ancora più impressione aspettarlo con ansia in questo film assurdo:
Il problema è il resto del cast: i neonazi (soprattutto i "pensatori", quelli che dovrebbero fare paura davvero, quelli che muovono le fila del braccio armato e ignorante) sono tutti delle mezze calzette (addirittura rispunta fuori il mutaforma di True Blood, per dire...). Quelli, tu direttore di casting, li devi scegliere bene, devono fare paura con un solo sguardo, per questo  i nazi di Green Room e il suo micidiale Patrick Stewart funzionavano, perché erano credibili come menti criminali..
Un film che mi duole dover classificare come riuscito male, molto al di sotto del citato American History X o di cose come Romper Stomper o The Believer, nonostante il materiale di qualità e nonostante io sia Team Daniel sempre e per sempre. Elijah puzza.

Quanti Tarantino

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Carnage Park
Trama: NON benvenuti al... Carnage Park!

Fosse stato il 1996, massimo 1997, avremmo perdonato al regista questo pasticcio.
L'avremmo giustificato come un eccesso di entusiasmo (tutte quelle scene velocizzate o rallentate, quei cambi di registro, dal bianco e nero al colore al tutto un giallognolo indefinito), avremmo accettato l'eccesso di passione per tanti generi (horror, slasher, western, torture porn, surf), e avremmo addirittura sopportato le palesi citazioni al cinema di Quentin Tarantino (me che dico citazioni, ci sono scene prese di patta, e non solo questa:
c'è spazio anche per roba da Kill BIll e Pulp Fiction perché a quell'epoca tutti, ma proprio tutti, copiavano Quentin Tarantino.
Purtroppo per il regista però siamo nel 2016 e non sopportiamo più nessuno.
Di certo non ci fa più né caldo né freddo un film che comincia con una rapina andata male (divisa pure a spezzoni temporalmente disordinati, sempre alla maniera di Quentin, tecnica che comunque viene presto dimenticata per un andamento del tempo regolare) e diventa quasi subito un horror con ragazza nel deserto dove nessuno può sentirti urlare braccata da maniaco col fucile che ci gioca al gatto e la topa.
Finirà come finiscono sempre gli horroro con le Final Girls, ma non prima di aver tirato fuori dal cappello anche il pazzo in maschera, quel tipo di maschera che, si spera sempre, possa dar vita a un franchise horror tipo Halloween o Venerdì 13
Se non è un pasticcio questo.
La differenza di stili, regie, spunti, soluzioni è talmente poco eterogenea che sembra di vedere due, tre film diversi, e nessuno troppo decente peraltro.
Ah, se solo fosse stato il 1996, ci sarebbe pure piaciuto questo Carnage Park, invece siamo nel 2016 e non c'ha detto proprio niente, manco il necessario per non addormentarsi alle 9 e aspettare la mezzanotte delle recensioni Notte Broccol.
Si salva - ma forse solo per me - la canzone finale veramente pazzache ascolto da ieri sera:

Ecco, a onore del vero tutta la colonna sonora, degnissima di QT, è pazza e con qualche chicca tipo Charles Manson che canta:

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