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Channel: Chickenbroccoli
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SIAMO SERIAL • Orange Is the New Bleah

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Orange Is the New Black - Stagione 4
Trama: Massima insicurezza

Attendevo la quarta stagione con fresca fresca sulle spalle la visione di tre stagioni di seguito in un forsennato bing watching - parola che indica la pratica di vedersi le serie tutte di seguito fino a che non ti crescono i funghi addosso, che già solo perché ormai è sulla bocca di tutt mi dà fastidio, roba che quasi quasi a partire dalla prossima serie che Netflix distribuirà tutta insieme me ne vedo un episodio al mese. Qui parliamo con uno che è stato sveglio 24 ore di seguito a vedere film e mi parli di bing watching, pf. - che per carità mi hanno preso da matti, non lo nego e ho capito anche meglio il fumetto di Nicoz sul ChickenBroccoli Magazine (oh. ma l'avete COMPRATO?!) e che per certi versi mi hanno anche fatto ripensare al mio solito approccio spocchiosetto al "no, ma guardala, è proprio fica", approccio spocchiosetto che mi fa sempre NON guardare le serie che mi consigliano, proprio azione (DEVI VEDERE QUESTA SERIE!) reazione (non la guardo).
La delusione è cocente.
La quarta stagione di OITNB è di gran lunga la peggiore, lenta, stantia, disordinata.
Per attendere delle puntate veramente degne di nota bisogna aspettare le ultime tre, su 12, un po' troppo, e anzi, peggio, visto che proprio quando inizia ad interessare, per certi versi persino emozionare, di nuovo, finisce.
Il problema riscontrato nella terza stagione è già regola: troppi personaggi, non più un centro su cui far ruotare tutto il resto.
Proprio come nelle dinamiche interne al carcere, diviso tra bianche, ispaniche e nere, ormai la serie deve per forza dare spazio un po' a tutte, perché magari c'è chi ama le avventure di Piper, stento a crederlo, come al solito la protagonista, anche se ormai non lo è più, anzi, pare una comparsa, è anche la più odiosa. ODIO Piper e il suo continuo scusarsi e dei suoi piagnistei
chi quelle di Red, chi quelle di Crazy Eye (anche lei ha perso tanto di mordente)... un colpo al cerchio una alla Boo e si va avanti per inerzia. 
Quello che era un ecosistema vario e pinto, adesso è settoriale e persino un po' razzista, come le copertine dei magazine americani: quello per le nere con le nere
quello per le latine con la latina
e quello di musica con le bianche con le zizze di fuori
Non fa un po' ridere? 
Quando poi il situazionismo di Netflix gli fa fare cose così?
Alle volte si scordano persino di fare il flashback "lostiano" che ci aiutava a capire le psicologie delle varie detenute. 
Insomma se vi sono piaciute le prime tre stagioni, questa quarta la potete far partire da puntata 8, 9, non vi sareste persi nulla.
Ma la cosa più grave è che si scopa pochissimo. E che fine ha fatto Ruby Rose? 
RIDATEMI RUBY ROSE! Poi dici che uno non si incazza come le nere coi crazy eyes
E, ultima considerazione, proprio come dicevo qualche giorno fa, anche qui la cosa "importante" da far succedere, quella che scatena l'emotività e il NO SPOILER è la morte di un personaggio. Possibile che la sindrome Game of Thrones si sia così allargata a macchia d'olio su tutta la produzione seriale americana? Ormai fanno morire tutti. Ma meno male che Friend non è stato prodotto in questi anni, arrivavano alla fine che non c'era più nessuno sul divano del Central Perk.
E anche il cliffhanger finale 
è abbastanza abusato
OITNB è già rinnovato per una quinta, una sesta e una settima stagione. Non so proprio cosa si inventeranno. Uno cross over con Prison Break?

Bitter Home Alabama

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Alabama Monroe
Trama: La guerra è persa

Se la guerra l'avevano dichiarata in Francia, è in Belgio che la perdono amaramente. L'America e l'Alabama c'entrano poco. 
Cosa ho aspettato tutto questo tempo per vedere Alabama Monroe? C'entra la questione "«NON HAI MAI VISTO ALABAMA MONROE? vedilo è bellissimo» = allora non lo vedo" di cui parlavo ieri? Oppure siamo in un periodo (periodo che dura da anni, lo ammetto) in cui l'attenzione mentale necessaria per vedere un Film con la F maiuscola, di quelli che non abbia nel suo minutaggio esplosioni, inseguimenti, sparatorie, mostri giganti, Tom Cruise che corre, culi... ah no, quello c'è:
è sempre più difficile da trovare? O da voler trovare? (Per fare qualche esempio? Non ho ancora visto Mommy, Beasts of No Nation, Realitè, Il figlio di Saul, tutti film con temi  mica da ridere...).
Non so voi ma alla fine, quando ho davanti la mia lista di film da vedere - e sono tanti, sono sempre di più di quanti ne ho visti! Ma come fanno? E dire che un po' ne ho visti... - mi ritrovo sempre a prediligere qualche blockbuster, o qualche easy viewing, o qualche film che ho già visto, o qualche serie tv che già so non mi appassionerà, e alla fine non mi metto mai a vedere film di genitori che hanno figli con malattie terminali, anche quando so che (o mi hanno detto, anche persone di cui mi fido) sono davvero da vedere.
Sono sempre un po' così davanti alla mia lista di film:
E non è un cartellone sul malditesta, e neanche la faccia di uno che ha ascoltato tre ore di musica bluregrass, una cosa che forse se te la vende MTV sotto forma di Mumford & Sons te l'ascolti pure, ma proprio andarselo a cercare, insomma... (ricordo sempre che sono musicoleso, quindi per voi lettori appassionati di bluegrass, auguri), è l'attore protagonista e bravissimo del film.
Ecco, allora che c'entra l'Alabama, gli uomini disperati, i tatuaggi, le vacche, le malattie terminali, il bluegrass con questo film?
Tutto. Sono infatti gli elementi che si mischiano in uno strano intruglio, strano e perfetto, fino a diventare un tristissimo imperdibile film. 
Ti aspetteresti (forse complice un po' di qualunquismo) che queste storie di bambini malati, lutti, disperazioni grandi quanto gli amori che distruggono, siano raccontate sempre attraverso le vite di tipi più o meno regolari, mentre di regolare i due protagonisti hanno poco e nulla, sembrano un po' spiantati, o meglio, non troppo attenti a quelle che sono le cose che la società per convenzione ti dice essere le cose che contano, o, ancora meglio, quelle cose le vivono pure (la casa, il lavoro, il matrimonio) ma con una certa naturale "libertà", quel tipo di approccio un po' invidiabile, ma sotto sotto anche "che frikkettoni".
Ma i sentimenti (l'Amore su tutti) non conoscono classe, poi magari hanno mille filtri, messi sì dalla classe e dall'educazione e da quello che ti circonda, ma il fatto di sentirli, esplosi dentro, quello non cambia, chiunque tu sia.
E allora eccola la forza prorompente di Alabama Monroe, è un film con dei sentimenti giganti, ma proprio tanto grandi che fatichi a gestirli, li vedi che passano sullo schermo e ti pesano, anche quelli belli dell'inizio; che poi siccome i piani temporali sono tutti mischiati, non solo pesano, ma sono anche frullati tutti insieme, quelli belli e quelli brutti, e proprio ti rimangono sullo stomaco, quasi indigeribili. Non ci dormi la notte.
Alabama Monroe, come fu La guerra è dichiarata, non lontano per geografia e tematiche - anche se i due protagonisti sì che erano lontanissimi da quelli di questo film - è una pellicola che attraverso la tragedia, paradossalmente, ti fa credere nell'amore, in quello che nei pensieri ha la A maiuscola, che non vuol dire i bacetti, le occhiatine, le serenate, le smancerie, ma - io almeno inizio a pensarla così - è quello che non ti fa venir voglia di andartene "a cercare meglio", perché, pure se c'è quel meglio, adesso tu vuoi stare solo lì, a vivere quello che hai, anche se è un'orda di ragazzine impazzite per un jingle in TV

o una figlia che perde i capelli per la chemio

o una moglie che non vede via d'uscita al dolore se non negare se stessa a partire dal proprio nome.
Un film bellissimo, che vi strizzerà gli occhi come certe vecchie matrone strizzano gli asciugamani bagnati, facendo uscire tutta l'acqua che c'è, e che incredibilmente vi farà venire voglia di sentire blugrass per riprendervi

o deprimervi ancora di più, cosa che comunque è sempre meglio dell'apatia.

NOTTE HORROR ANTEPRIMA • It Follows

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Lo so. Non dire "anteprima" se non ce l'hai nel sacco. Ma siccome la distribuzione italiana va così e visto che è estate e ovviamente arrivano gli horror dal passato, mi sento di dire che è sempre meglio che arrivino horror come questo o questo di cui (ri)parliamo oggi, piuttosto che i soliti horror di nuoWAN generazione tipo questo, o quelli inutili tipo quest'altro, allora ringraziamo la distribuzione che, con un ritardo di solo un anno, un anno e mezzo (che vuoi che sia), ha portato in italia il 4° film più bello del 2015, più bello di tutti eh, non solo degli horror:
It Follows
Trama: Nuovi followers

Rivederlo dopo averlo posizionato quasi sul podio dello scorso anno era un po' una scommessa, erché quando rivedi un film scopri sempre di più, magari anche le magagne, c'era il rischio che tolto l'entusiasmo della novità il film risultasse un po' meno bello di quanto avevo creduto la prima volta. Succede.
E invece. It Follows anche rivisto, e anche visto doppiato, è e rimane un horror bellissimo, anzi, un film bellissimo.
Tutto quello che straconfermo di pensare ancora sul film, lo potete leggere quando ne scrissi la prima volta.
Se non vi va, vi serva sapere che il film parla di una ragazza, lei:
che fa l'amore. 
E fino a qui. Ci siamo passati più o meno tutti. Non nella ragazza, nel fare l'amore dico.
Solo che lei, al contrario di noi (della maggior parte di noi almeno, che alle volte becchi certi stalker che non te se staccano più...) poi si ritrova con questa "piccola" maledizione addosso: un demone che la seguirà, sempre, senza fermarsi mai, camminando, assumendo le sembianze di chiunque, un demone che potrà vedere solo lei e che non si fermerà mai finché o l'avrà ammazzata o lei stessa non "attacchi" la maledizione a qualcun altro, fecendoci l'amore. 
Poi dici perché sarebbe buono inserire l'educazione sessuale a scuola.
Una cosa in più, che forse mi era sfuggita la prima volta perché forse mi stavo pisciando dalla paura, è questa accortezza dei dialoghi, una sceneggiatura sopraffina che mette continuamente in bocca a dei ragazzini dei discorsi, che appaiono assurdi quantomai veri, del tipo "quando ero giovane", "ricordi quando eravamo piccoli", "adesso che siamo grandi", un contrappunto straniante alla loro perdita dell'innocenza, alla loro uscità dall'età adolescenziale, alla loro entrata nella fantastica "age of consent", nel peggiore dei modi (basta pensare alla scena del motoscafo).
Film pazzesco, prima ancora di horror pazzesco. Merita tutto il successo che ha avuto, e merita ancora di più di essere appeso sui muri delle vostre stanzette, accanto alla foto di Luke Perry o Shannon Doherty. Come? Semplice, approfittando del torpore notturno e comprando il favoloso POpSTER dei CHICKEN BROCCOLI AWARDS. Questo:

L'ha fatto Davide Mazzuchin, lo ricorderete bene.
Ecco le specifiche cartotecniche del poster:
• Formato: 42 x 29,7 cm (A3) • Carta: Fedrigoni martellata avorio 250 gr • Stampa: fronte (a colori) + retro (bianco e nero con la recensione del film!) • Costo: 15 euro + 3 euro di spedizione. Cliccando su questa anteprima lo vedete più grande:
Fatelo ora prima che io cominci a seguirvi 
uno per uno finché non lo comprate! 
Spingete il pulsantino qui sotto!

 

Sense of tumor

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Altruisti si diventa (The fundamentals of Caring)
Trama: Re Altrù

Siamo nel pieno della tumore-mania. 
Si potrebbe fare una pubblicità: HEY AMICI! È SCOPPIATA LA TUMORE MANIA! Corri al cinema... sulla tua carrozzella elettrica.
Ok, non è proprio un tumore quello che ha il protagonista del film, più quella cosa che ha anche Stephen Hawkins, distrofia muscolare, sedia a rotelle elettrica compresa.
Pesante, anzi di più. E anche altre sfumature del film sono pesantissime.
Paul Rudd ha perso un figlio, non riesce a divorziare dalla moglie, è depresso,  si sente inutile e invisibile

Per occupare la testa fa un corso di "caregiving", in pratica imparare ad aiutare persone con handicapp. 
Va a lavorare dal protagonista di Submarine (attore che dopo aver perso dai radar per un po' ritroviamo in grande forma, nonostante muova solo faccia e mani), un ragazzo inglese che ora vive in America con la madre, senza padre

e che si presenta proprio come un novello Harold. COME HAROLD CHI? HAROLD LUI:

Quindi il carattere del ragazzo è chiaro da subito: humour britannico e nerissimo (e molto divertente) per dimenticare la tragedia, proiettando nell'imbarazzo altrui il proprio dolore, l'apatia di non uscire mai di casa e sognare di andare in giro per i posti più strani dell'america (il buco più profondo del mondo, il bue impagliato più grosso e via di guinness assurdi)
Dall'altra parte si ritrova la calma serafica di Rudd, perfetto nel ruolo e nel dare tutto lo spazio necessario anche al compagno di set (tanto, dopo aver rubato la scena a una dozzina di supereroi Marvel in una volta sola, va benissimo così...), che reagisce ai continui scherzi atroci del ragazzo (il suo preferito è fingere di soffocare) con altrettanto umorismo tutto "apatowiano", quello da cazzoni che diventano amici a furia di prese in giro e cazzate

A quel punto la cosa più "caregivingosa" che Paul può fare è affittare un pulmino e portare il ragazzo a vedere tutti quei posti ridicolmente meravigliosi.

Si dà inizio al road trip, con i due che diventano padre e figlio (un po' semplicistica la cosa), e via anche di metaforone: Il buco nella terra è il buco che i protagonisti hanno dentro! Ma quante ne so. E c'è anche il tempo dell'amore

con Selena Gomez

l'unica ragazza con la faccia a forma di polpetta ma un corpo che dimostra i fondamentali della carineria:
Il film prende a pieni mani nello stesso cestone di "ridere ma anche tragedia" in cui aveva preso i suoi elementi qualche settimana fa Me and Earl and the dying girl, quella comicità che manta la tragedia di risate a denti stretti. Lo fa in maniera senz'altro meno originale e fantasiosa, e con una regia ultrapiatta e una sceneggiatura che va sul più che sicuro, ma visto che il film è breve e non lascia tempo di annoiarsi e che ci stanno due attori che ci piacciono, alla fine vale la pena vederlo, sta su Netflix.
Comunque la cosa che mi piace di più quando vedo un film con Paul Rudd è pensare alla crescita che questo attore ha avuto dentro di me. C'era un tempo in cui lo sfottevo un po', a volte lo confondevo pure, e poi, pian piano, ho iniziato a capire la sua bravura, fatta proprio di assenza di sensazionalismo, una comicità naturale, dolce, fa ridere perché non si sforza di far ridere. Da adorare. E nelle vesti di un padre putativo cazzone ma umano è assolutamente perfetto.
Certo chi ha inventato il bikini sì che era altruista.

Frittura Mist

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The Mist
Trama: La nebbia agli irti accolli

Incredibile ma vero erano GIÀ DUE ANNI che non vedevo The Mist.
Sapete bene che nutro per questo film un insano (ma per me molto sano) amore spassionato.
L'ho già detto una, due, tre volte.
Ormai lo conosco a memoria, eppure OGNI volta spero che in quella pistola ci siano i colpi giusti (chi l'ha visto sa di cosa parlo), e che ci siano scene che non ho visto tipo queste:

Bello. Bello con quel sapore da scifi anni 50 con la minaccia dal Pianeta X dove i veri mostri ovviamente sono gli uomoni! E amo addirittura gli effetti speciali un po' bruttarelli, che quei tentacoli in 3D che trascinano quella testa appiccicata con Paint ogni volta non ci puoi credere che sono venuti così male:
Ah no, era questa

Ma gli perdono tutto, perché è davvero uno di quei film che mi piace sempre vedere e rivedere senza mai stancarmi. Ognuno ha i suoi, io ho The Mist.
E mi sembra incredibile essere sopravvissuto al 2015 senza averlo visto.
Oltre a tutto quello che ho già sviscerato come un ragnetto mist.ico nei post precedenti 

oggi metto un po' di monsters Chtulhu design da cliccare:
e l'ennesima ode al mio migliore amico Drew Struzan (che intervistai qui, uno dei momenti più alti della mia già altissima carriera di pazzoide che scrive una roba di cinema al giorno), uno che è talmente fico da aver ispirato il protagonista del film e aver dato pure le sue illustrazioni non SUL film
ma PER il film.
Ecco il film
Ecco Drew
Invece queste sono di altri:

E adesso tutti in attesa del serial TV, che dovrebbe andare in onda nel 2017. Anche se dico sempre che le serie sono morte, questa l'attendo davvero. Se fanno una puttanata inguardabile come Under the Dome giuro apro un buco spaziotemporale con la dimensione dei kaiju tentacolosi e glieli tiro addosso

SIAMO SERIAL • LOVE strapazzato

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LOVE - Stagione 1
Trama: Camera a Gus


Varie cose pensate provate scritte di getto dopo la visione tuttadiseguito (seguendo il consiglio di questa maglietta 
• È molto difficile che non vi piaccia. 
Le puntate durano mezzora, sono piene di battute scritte bene, puro stile Apatow (uno che ha cambiato profondamente il modo di scrivere la commedia romantica, modernizzando di netto tutte le produzioni post-harry ti presento sally, carine anche quelle, ma assolutamente legati agli anni 90 e soprattutto inventando di fatto le commedie romantiche che anche gli uomini vogliono vedere, con film come 40 anni vergine, Molto Incinta, This Is 40, Funny People) che è l'evoluzione americana e attualissima di quel racconto - non ricordo mai se era di Ennio Flaiano o di Carlo Vanzina - in cui uno scrittore si malediceva perché ogni volta che stava per addormentarsi gli venivano le idee più geniali, allora una sera si mette un blocchetto + penna sul comodino e proprio prima di dormire appunta l'idea geniale, per poi risvegliarsi la mattina e leggere "Ragazzo ama ragazza".
In pratica LOVE è un serial che non racconta NULLA di nuovo (una storia d'amore tra un ragazzo e una ragazza) ma che riesce a dimostrarci che l'Amore è proprio il tema più inesauribile che esiste. L'amore e gli zombi.
• È fantastico come, di puntata in puntata, i due protagonisti si alterneranno nel rendersi adorabili o odiosi al tempo stesso, non c'è nessuna perfezione nei due, ma neanche una demenziale inettitudine (non è il nerd che si mette con la cheerleader o la sfigata che si mette con la rock star). Ed è perfetto nel raccontarci di come una volta sbaglia lei (se vai ad una serata che piace a LUI e a te no, non rompere rendendoti odiosa, sopporta e la prossima volta non ci vai più) e una volta sbaglia Lui (se vuoi scoparti anche un'altra prima di fare sul serio, evita di invitare tutte e due alla stessa festa). Insomma, le dinamiche.
• Vi dovrete comprare queste ciabatte
che se non sono indossate da Mark Zuckerberg o da Sacha Baron Cohen, sono fichissime:
(A proposito, sono già passate di moda)
• Vi riconoscerete tantissimo - anche se non vivete a LA, non siete dei tutor di piccole star, non suonate la chitarra col cantante degli Eels o scorribandate in metro con Andy Dick (ve lo ricordate Andy Dick?
nei due protagonisti, semplicemente perché non c'è nulla di speciale in quello che fanno o dicono; e devo dire che se siete abbastanza sarcastici e spiritosi, non è detto che le sceneggiature della vostra vita non siano molto vicine a quella di LOVE, voglio dire, si ride, ma non di cose impossibili da ritrovare nella vita vera, capito che intendo? Basta avere un po' di cervello ovviamente...
• Love + Netflix è un mix perfetto. Com'è possibile che ci sia arrivati solo nel 2016?

• Il finale - non so a voi - mi ha lasciato di primo acchitto un po'"m. be', si poteva sprecare di più, Gus", ma poi ripensandoci, visto l'andamento di tutto il serial, così lontano dalle rom com di un tempo, non potevamo certo aspettarci un incontro sull'Empire State Building

o rose rosse portate sulla limo bianca

ci sta anche che una storia d'amore inizi con un bacio in una stazione di servizio, senza tanti fuochi d'artificio. A parte quelli che non si vedono.
Tanto per rimanere realistI: speriamo non finisca così

• Illustracose molto adatte alla serie (leggi: hipster)
• Ok. I
Gillian Jacobs. 
Certo sarò molto più facile per il pubblico maschile innamorarsi di Lei (che però, a contraltare di una deliziosa pazzia e piacevolezza fisica, è anche una cagacazzi patentata) piuttosto che per quello femminile innamorarsi di Lui, ma l'alchimia tra i due vi piacerà di certo. In pratica LOVE ti fa pigliare bene quella cosa lì, dai quella cosa, come direbbe Ruggero:
Proprio perché non ti racconta le favolette, ma le normali situazioni di Lui e di Lei, che sono quelle di tutti, da sempre, e per sempre, a Los Angeles come a Kuala Lumpur.

Green rosso sangue

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Green Room
Trama: Il verde è un colore caldo

Succede spesso così. Quando arriva il film bomba è proprio la volta che non hai molto tempo per dire tuttissimi i motivi per cui quel film è una bomba.
Green Room è una bomba. Vi basta? Vedetelo. Punto.
Ma, volendo proprio rubare tempo ad altro:
Green Room è violento e spietato, dal ritmo serratissimo e con zero sentimentalismi da survival horror (sai quando poi il bello anche se martoriato di torture torna indietro per salvare qualcuno rimasto nelle mani dei cattivi?), perché di questo si tratta: un survival horror del tipo "o muoio io o muori tu" su una band spiantata di punk che si ritrova a fare un gig in un covo di neonazisti assassini - che detta così non si sa quale delle due cose è peggio 
e per uno "stupido imprevisto" (dove l'imprevisto che ti può capitare in un covo di nazisti dell'Illinois o di dove stanno è assistere a un omicidio) vengono chiusi in una stanza, se escono, muoiono
La stanza è verde, ma non è la sola cosa verde del film, che è il colore complementare del rosso. Verde-Rosso. Natura-Sangue. 
Ci sta attento ai colori Jeremy Saulnier, uno che ha iniziato un po' comico e che poi ha fatto Blue Ruin (che era da tenere sott'occhio l'avevamo capito da lì, anche se qui la crescita, di ritmo e qualità, è tangibilissima), li calibra benissimo e ci sono tante scene pazzeschissima, dove la fotografia quando livida, quando calda, ti trascina un po' fuori dal solito film di violenza del genere.
Poi l'ambientazione, per quando possa essere facile avvicinare la violenza ai gruppi neonazisti, risulta originale. Certo viene da ridere pensare che questi proprio non possono alzare la cresta - l'avessero ambientata in qualsiasi altro gruppo si sarebbero letti titoli del tipo "Vegani contro il film Green Room al grido di «È troppo poco verde!»" e via dicendo. Invece questi, i gruppi neonazi, che professano il razzismo, l'ultraviolenza e peggio ancora quelle bretelle orrende, che possono dire? Che il branco, e non dico branco a caso
del film non li rappresenta? Che in realtà loro si riuniscono per ascoltare un po' di musichetta e farsi qualche birretta al grido di HEIL HITLER? 
Certo, non sono tutti assassini, ma molto probabilmente solo perché non hanno il leader pazzo del film (un PERFETTO Patrick Stewart, che altrove è il Prof X, qui è degno di American History X.)
e le palle. Questo film purtroppo - mischiato ai fatti di cronaca selvaggia di qualche giorno fa - diventa veramente attuale, per nulla distopico, horror/ultraviolento, ma lugubremente possibile.
Un film che non ti aspetti essere così violento, esplosivo, preciso, che mette al bando tutti gli orpelli di organizzazione, che ti sorprende spesso per scelte che non ti aspetti e che, soprattutto, non sfrutta la solita dinamica della claustrofobia col protagonista tutto impaurito se ne va nei corridoi coi neon alternati e BU arriva l'assassino mascherato. Qui è tutto molto reale (anche se ci sono i corridoi e i neon), e gli assassini quasi asettici sono più paurosi di quelli con la maschera da hockey.
Tristezza e mestizia nel vedere martoriato il povero Anton Yelchin, uno che tra Star Trek e film bruttarelli te lo trovavi in mezzo spesso. Che morte veramente assurda. Avessero detto che stavano facendo il reebot di Final Destination ci avremmo creduto tutti.
Mentre Imogen Pota Pota
che dopo una sequela di film in cui lasciava meno ricordi dell'addetto ai cestini (tipo questo e questo) finalmente si fa notare, bastava una pettinatura nazi:
e un personaggio strano, di quelle che fino alla fine davvero non capisci che le passa per la testa, poi lo capisci, e capisci quando diavolo è scritto bene.
Illustragreen:


Bomba verde. La citazione della locandina è chiaramente questa, giusto?

Sballa sballa ballerina

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Il cigno nero
Trama: L'ego dei cigni

Ho rivisto Black Swan, a distanza di anni, e di nuovo che film signori miei, che film.
Aranofsky e la follia, la paranoia, le sindromi, le discese negli inferi psichiatrici (che poi ho ri-visto da poco anche Requiem for a Dream, e oltre a ricadere nel tunnel come l'altra volta, mi chiedo, oggi che di Aranofsky abbiamo anche il suo primo vero filmaccio, che ne sarà del suo futuro? È già finito? Vedremo.), sembra che pochi come lui ci riescano, a far diventare tangibili i labirinti psicologici di chi sta perdendo la brocca, il becco in questo caso.
Al di là di una Portman magrissima e bravissima (l'oscar strameritato, Millepied ti odio a te e a tutti i tuoi mille pied ballerin), di un Cassel iperaffascinante (ma quando non lo è?), di Mila Kunis ancora fighissima (ora è sempre più una insipida attrice che sembra venire dall'est, corrispettivo femminile della faccia di Daniel Craig, chissà Demi quanto rosica), e di tutto il discorso sul sacrificio, la brama di perfezione e conseguente annichilimento di quel che resta della vita, Il cigno nero è una delle prove di regia più potenti che si siano viste nell'ultimo decennio.
L'utilizzo degli effetti speciali nascosto (COME DIAVOLO L'HANNO GIRATE LE SCENE CON TUTTI QUEGLI SPECCHI!? Io ho aguzzato la vista
ma l'operatore di stedy-cam proprio non l'ho visto riflesso), la potenza avvolgente di tutte le riprese del balletto (sembra di assistere a quei film coi pugili con la cinepresa sul ring con lo schermo che si macchia di sudore, The Wresler ha aiutato), e l'oscurità sempre più densa e horrorifica che si impossessa della protagonista (e qui tornano Pi e Requiem); ci sono molti trucchetti da horror, addirittura di serie-B (tipo i disegni parlanti o le figure in fondo al corridoio buio), fino al make up e ai trucchi prostetici di silicone, riuscire a far paura con dei piedi palmati non è da tutti, per non parlare del collo da Modigliani
Aranofsky sfrutta gli stilemi dell'horror e del thriller psicologico per raccontare la follia, e quando riesci a raccontarla bene, partendo dalla sanità, dandomi dei motivi validi, che servizio fai al cinema (basta pensare a Shining e a L'inquilino del terzo piano, o l'italiano Reality).
Forse mischia molte, troppe, sindromi insieme (manie di persecuzione, sindrome del gemello cattivo, o del doppio, sindrome di Capgrass, sindrome di Fregoli, tutte molto interessanti e cinematografiche, come hai visto se ti fossi degnato di spingere i link), ma ha un rigore e una potenza immutate. 
La trasformazione in cigno nero è indimenticabile:
Ed ora una gif di Natalie Portman che si masturba.

Film bellissimo, ingiustamente un po' dimenticato a soli 3, 4 anni di distanza (ci si ricorda molto più di Requiem che di Swan), che se non l'avete visto smettetela ora di guardare quella gif e correte a vederlo.
Illustrazioni sfuggite la volta scorsa:

Adesso voglio che Aranofsky giri The Black Chicken, la storia di un pollo che ogni giorno vede un film e ne scrive sul web in maniera perfetta.. PERFETTA! Ma un giorno si accorge che anche qualcun altro lo fa e impazzisce, allora chiama Mila Kunis, ci si chiude in camera... 
mila kunis natalie portman black swan darren aronofsky
e niente, si scorda di tutto quello che stava facendo prima
Sì. È Jim Carrey:

CB ANTEPRIMA • The legend of Tarzan

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The legend of Tarzan
Trama: L'urto di Tarzan

All'anteprima di Tarzan mi hanno regalato questa shopper
Forse potrei finire la recensione qui. Spiegherebbe un po' tutto.
Ma c'è qualcosa in più che voglio dire su quel Broccolo, che magari sembra lanciato contro Tarzan (!) per puro razzismo contro quei tentativi di franchise (un po' remake, un po' reboot, un po' buttati lì nel mucchio dei (di)sperati blockbuster wannabe) come questo Tarzan innegabilmente è. 
Blockbuster annunciati col rullo di tamburi del buon cast e degli effetti speciali, che però stanno diventando tutti uguali, e che stanno creando una divisione sempre più netta tra chi ce la fa fortissimo con incassi multimiliardari esagerati, e chi floppa clamorosamente, alle volte meritatamente, altre più che meritatamente. Non ci sono più le mezze stagioni dei blockbuster signora mia.
Comunque questo è l'anno della jungla, siamo già a due con il Libro della succitata, peccato che questa volta la jungla sia molto più rada e arida di quella del film di Favreuaoua. 
Ci sono liane che sfidano ogni logica, anche quella della più estrema sospensione dell'incredulità, neanche le ragnatele dell'Uomo Ragno sono così attaccate a... nulla. 
Davvero, in confronto il Tarzan parkour skater della Disney è la versione neorealista:
 
Insomma c'è una cosa che più di altre colpisce negativamente di questo Tarzan, e non sono gli effetti speciali sotto la media necessaria (si parla di scimmie fatte bene, e ci mancherebbe!) o attori innegabilmente bellissimi ma inscatolati ognuno nelle loro ormai tipiche espressioni: Alexander deve far vedere i muscoli, Margot deve far vedere che non è solo tette e culo e capelli biondi, entrambi belli bellissimi per carità sarei pazzo a dire il contrario, ma che noia

e Christoph deve far vedere che i suoi cattivi sono i più cattivi in circolazione ma ormai si somigliano tutti - davvero nessuna differenza tra il suo villain colonialista di Tarzan e questo, e questo, e questo, sempre quel misto di rosicaggine e ferocia che ce l'ha fatto amare all'istante quella volta, ma che sta diventando talmente suo marchio di fabbrica che si sta trasformando in noia, capisco che lui sembra che ti vuole ammazzare anche quando posa per le foto di rito
ma il suo agente dovrebbe impegnarsi di più.
Cosa deve far vedere Samule non lo sa più neanche lui. Per essere diventato addirittura il comic relief di un film...
Insomma questa cosa che davvero fa a pezzetti il film, è proprio il caso di dire che fa a pezzetti, è il montaggio.
Ora, il montaggio è una roba che un po' ti scordi quando vedi i film. Certo, se ti capitano Mad Max Fury Road o Whiplash, santiddio lì capisci che il montaggio è un capolavoro assoluto anche se non ne sai nulla di cinema, ma è difficile provare sulla propria pelle di spettatore un fastidio o maturare un giudizio negativo solo per colpa del montaggio. Invece quando vedi Tarzan hai proprio l'esempio vivente di un montaggio di merda.
Come spiegarlo? Non è tanto la lentezza dei raccordi, quanto la loro assurdità, sembra che non si siano proprio capiti col regista, pezzettini di scene che appaiono senza motivo, inquadrature sbagliate o tenute troppo a lungo o troppo brevemente, si vede quello che non interessa e certe cose importanti (il passaggio di una valigetta, uno scontro mortale, un coccodrillo che mangia un uomo) sono lasciate al caso, le vedi se per caso ti va l'occhio su quella porzione di schermo o magari per un microsecondo.
Le scene d'azione poi (su tutti la carica degli gnu o bovini x ai danni della città portuale) sono proprio fatte male, se non malissimo. C'è questo scontro uomo-scimmione computerizzato, ad esempio, che dovrebbe essere uno dei momenti BOOM del film e invece
oltre a essere rip di un altro scontro di scimmioni

ha la colpa di non far provare nessun vero pathos per le sorti dei due. Si danno du pizzoni, un mozzichetto, poi ciao, a curarsi le ferite con la testa delle formiche (una cosa VERA e MERAVIGLIE SCHIFOSE DELLA NATURA!), insomma, non so se avete presente lo scontro orsa-Di Caprio. Ecco.
Può un film essere rovinato dal montaggio e praticamente solo da quello? Sì, ecco che questo Tarzan, un film che altrimenti avremmo accolto con la benevolenza che in definitiva meritano progetti del genere (oh, vai a vedere Tarzan con Vampire Eric, lo sai già che andrai a vedere un film dove lui si spoglia moltissimo, dentro e fuori il film
viene massacrato in maniera quasi criminale dal montaggio. Proprio dal mettere male le scene una dopo l'altra, per dirla in soldoni (quelli che difficilmente vedranno...).
Da cosa erano distratti i montatori? Chillosà...

Tipo questo video è montato meglio:


Un reebot/remake di Tarzan che vorremmo vedere davvero:

Che poi lo sapete no:

• CHICKENBROCCOLI a SCANNER SUMMER FEST •

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Avete presente Scanner? 
Cheezburger animated scanners
No, non questo, intendo quell'altra cosa che fa esplodere la testa, ma per la bellezza.
Si tratta di una tre giorni or(an)ganizzata dal prode Maurizio Ceccato (uno che fa cose belle, di carta e non, da anni, quando dico anni intendo quasi due decenni) e la sua libreria Scripta Manent al Monk, che non è uno zoo tutto per primati, ma è un locale all'aperto di Roma assai fico, un po' hipster ma non fastidioso, pieno di sdraio comode, foodtruck, biliardini e cuscini sui giardinetti. 
Per dirla con parole loro: "I migliori progetti cartacei italiani. Le storie dei disegnatori e degli autoproduttori. Caratteri mobili, fotocopiatrici, distribuzioni laterali. I pionieri dell’autoproduzione. Come si evolve un primate. Realizzare una serigrafia. Esposizione di fanzine d’epoca."
Insomma per un weekend di Luglio è PER-FE-TTO per andarci e non pensare a nulla
oppure pensare solo a cose belle, come quelle che si troveranno da stasera a domenica. 
Ecco tutto il programma:
• Venerdì 15 luglio •
19:30 - Flanerí
20:00 - Il Reportage
20:30 – Night Italia + Marco Fioramanti
21:00 - Fortepressa + Crack fumetti dirompenti + Valerio Bindi
21:30 - Dottor Pira
23:00 - Studio Pilar

• Sabato 16 luglio •
19:00 - Arf Festival Del Fumetto + Stefano Piccoli
19:30 – Impronta Umana
21:00 – Piero Vereni
21:45 - Cliquot
22:10 – Crisma + Lab A4
22:30 – Costola
23:00 - Ikonemi
23:30 - PPG - Pazzi Per Gesù

• Domenica 17 luglio •
19:00 – Angelo Zabaglio – Andrea Coffami Cerampelo
20:00 – Simone del Vecchio
20:50 – Anatomia dei Sentimenti
21:30 – Paolo Schneider
22:00 – Ynfidel + Brigata RGB
22:30 - InkEdit
23:00 – Serena Schinaia + Martin Lòpez
23:30 - B comics • Fucilate a strisce + WATT magazine

Mi pare inutile dire che la metà delle persone coinvolte sono amici di ChickenBroccoli e con l'altra metà voglio diventarci.
Quindi io sto lì, domani sabato alle ore 20.30 salgo sul palco e faccio uno spettacolo che levati, ChickenBroccoli Got Talent proprio
A DOMANI! Tutte le informazioni e i like sono QUI
PS: ...se mi gira il chiccerone durante lo spettacolino vi tiro una bomba di quelle che piacciono a me che vi terrà in trepidazione per tutta l'estate!

SIAMO SERIAL • Let it Snow

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Game of Thrones - Season 6

Trama: Il trono di spalle

Prima di tutto, SIGLA!
Che se la facessero così, ah che bella sarebbe. Certo anche così non è male:

Comunque.
Devo partire subito con un mea culpa grande quando l'avanbraccio di Montagna (cioè lui fa "montagna" proprio di cognome giusto?)

Mi è piaciuta TANTISSIMO la sesta stagione di Game of Thrones. Eppure avevo promesso che non sarebbe andata così. Me l'ero giurato non appena visti i primi cinque minuti della prima puntata: BASTA. BASTA Game of Thrones. BASTA interminabili minuti, ore, giorni passati ad aspettare che succedesse qualcosa, qualsiasi cosa, per poi arrivare alla penultima puntata dove sì, qualcosa succedeva, ma sempre troppo poco.
BASTA perdersi tra nomi e personaggi che alla fine non ci si capiva più nulla e se facevi il recap della serie erano passati sì e no due giorni in dieci puntate. 
BASTA fare il totomorte, oltretutto inutile visto che tanto MORONO TUTTI!

Davvero, mi erano BASTAti cinque minuti, iniziati con - SPOILERONE - la resurrezione del BASTArdo, cosa che è sempre stata la peggior trovata nel mondo fantasy che si potesse immaginare: la morte è morte e così rimane. Lo sa bene Harry Potter che quando passa la gente tocca ferro, c'ha più morti alle spalle quello... se muori - anche se nel tuo mondo ci sono magie e draghi, zombi (che attenzione sono non-morti, non vivi-morti) e streghe, TU NON PUOI RESUSCITARE. Altrimenti mi fai cedere le basi stesse del serial che come nessun altro ha fatto della morte dei personaggi (importantissimi, importanti, meno importanti) anche la sua cifra stilistica.

Perché se quello resuscita e si ricorda tutto, è come prima, è solo morto ma per un po', senza manco un incubo o un'oscurità portata dietro dall'altra parte, allora vale tutto, vale pure che mi resusciti Ned Stark. E Kahl Drogo. E Catelyn Stark. E Tywin Lannister. E Renly Baratheon. E Viserys Targaryan. E Ygritta. E Robb Stark. E Joffrey Baratheon. E questo. E quello. E insomma tutti i settecentocinquanta morti fino ad ora.
Ecco, la resurrezione di Jon Snow è la cosa più tirata della stagione, che lima le fondamenta stesse del serial, per il resto: bellissima stagione per davvero.
Ho fatto un ragionamento dei miei. Dalla terza stagione avevo iniziato a lamentare un frastagliamento in microspezzoni della trama, troppi personaggi, dedicare il giusto minutaggio a tutti, un casino. E allora perché mi sta tornando a piacere? Sarà che morto dopo morto, ammazzato dopo ammazzato, sono andati di nuovo diminuendo i personaggi, e ora siamo tornati (game of torn) a quella buona dozzina che sanno maneggiare bene. Quindi vedi, alla fine questa cosa delle morti si è rivelata positiva. 
Tutte le story line della sesta stagione mi hanno soddisfatto, ho scoperto molte cose tra cui la più importante

e soprattutto, sono successe un sacco di cose, ma proprio tante, forse più delle ultime tre serie messe insieme.
I momenti riflessivi (sempre soliti tipo Sansa che si lamenta, Jon che attacca le pippe, il Nano che dà consigli sarcastici, Cersei che giura vendetta a tutti, e Khaleesi si siede e dice "adesso partiamo e andiamo a prenderci il regno, ma con calma eh, passettino dopo passettino MA CAZZO PRENDI QUEI TRE DRAGHI E VOLA FINO A DOVE CAZZO DEVI ARRIVARE E BRUCIA TUTTO NO!?) 

sono stati sopportabili perché tra uno e l'altro abbiamo visto gente bruciata viva, draghi fatti bene, zombi di ghiaccio, flashback hodorosi e, più di tutto, quella battaglia, alla penultima puntata.

Sto per dire una cosa che suonerà bestemmia: la Battaglia dei Bastardi è degna dei primi venti minuti di Salvate il soldato Ryan. L'ho vista, ho mandato indietro, l'ho rivista, ho rimandato indietro (sì io ancora ho il concetto di "mandare indietro" come coi VHS), l'ho rivista.
Davvero una delle cose migliori passate in TV (a livello di regia e montaggio) dai tempi di alcune scene di Breaking Bad, anzi, visto che in BB non c'erano armate di cavalieri che si lanciano contro una frotta di selvaggi abbrutiti, non c'erano giganti che prendono piccoli soldati e li strappano in due, non c'erano qualcosa come 50 cavalli che corrono contro Jon Snow (guardate questo se l'avete già vista), forse anche meglio, signori, anche meglio (non posso credere di averlo scritto davvero).
Bisogna dire che funziona far passare tutta gli episodi e vedersela tutta di seguito - cercando di dribblare il più possibile gli spoiler che tutti si divertono con cattiveria a mettere sui social appena finiscono la puntata della settimana, roba che sembra che a vedere le puntate ci sia lui:

Sembra, in conclusione, che abbiano finalmente abbandonato l'idea che far vedere delle tette in TV sia motivo di interesse, e (anche se lo dico con rammarico, proprio io che dico "meno male, meno tette"è impensabile) hanno capito che alla sesta stagione di un serial devi alzare l'asticella più di sempre, e l'hanno fatto. Ora mi rivedo la Battle of Bastards, che goduria di scena. E, incredibile ma vero, attendo la prossima serie come i ciechi aspettano la luce. L'avreste mai detto?
Nel caso voleste vedere la serie ma ve ne siete perse un po' ci pensa Samuel L. Jackson a farvi un recap in da ghetto

Io intanto vi riempio di visioni illustrate, da quelle Disney alle Pin Up, da quelle di Olly Moss (anche se non sono sfocate (!) a quelle pixel tipo picchiaduro (altre ne trovate quando parlai della prima, della seconda, della terza, della quarta e della quinta stagione).

E per par condicio, CollegeHumour ha fatto Gay of Thrones:
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Bonus Gamaghett of Thrones

SIAMO SERIAL • Si esce strani dagli Anni Ottanta

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Stranger Things
Trama: Stephen chi?

Ragazzi. Davvero. Calmiamoci. Mi sembra che qui stiamo ampiamente esagerando.
Di cosa parlo? Ma dell'entusiasmo dilagante (tempo 70 ore e TUTTI stanno parlando solo di ST, già dimenticato Pokemon GO?) e quasi delirante (CAPOLAVORO ASSOLUTO TOTALE NON ESISTE NIENT'ALTRO) che ha accolto Stranger Things.
Ora vi spiego perché abbiamo perso un po' il controllo quando si tratta di tenere a bada la nostra nostalgia.
Succede questo.
Netflix annuncia questa serie superipermegagiga "nostalgica", che avrebbe conquistato tutti quelli nati negli anni 70 (primissimi 80), e che hanno vissuto sulla loro pelle ancora implume di infanti entusiasti le avventure dei Goonies, di ET, degli Incontri ravvicinati, degli Explorers, dell'Incendiaria, di Starman, di Stand By Me, di Poltergeist,  di La Cosa, di IT (questi ultimi tre poi di nascosto, ancora più brividoso!). E poi, leggermente più grandicelli, si sono messi a leggere tanti libri di Stephen King (da cui peraltro sono tratti alcuni dei film appena citati).
ST si presentava come la summa del citazionismo per ex-ragazzini già dal logo:

Che era un po' come scrivere
Senza scriverlo proprio ma col cervello che metteva al loro posto le lettere. 
E infatti lui stesso dà il suo avallo all'operazione:

molto dopo aver detto che Shining è una merda e subito dopo aver detto che invece Cellè un capolavoro (lo pensa solo lui che l'ha scritto).
Insomma, ST era (ed È) il film di Steven Spielberg tratto da Stephen King mai girato.
A quel punto tutti col naso incollato allo smartphone in attesa dell'uscita in blocco, come da tradizione, del serial, 8 episodi da guardare nel weekend successivo, mangiando Baby Ruth e non telefonando a nessuno, neanche a casa. 
Intanto su FB si moltiplicavano (e moltiplicano, escono dalle fottute bacheche!) i commenti entusiastici. Nel mio piccolo anche io ho ricevuto a distanza di mezzora due messaggi che recitavano così:
Che la dice lunga A) su quanto i miei amici mi vogliano bene B) quanto io passi troppo tempo a vedere film brutti piuttosto che alimentare le amicizie.
Comunque, sono tre giorni che a TUTTI sta piacendo Stranger Things, c'è chi fa le liste delle citazioni (cosa lecitissima, gli autori hanno letteralmente inzeppato ogni episodio di poster, canzoni, frasi, strizzate d'occhio alla qualunque di quegli anni), chi si palleggia link su link per vederselo, chi come l'amico Ale Giorgini  omaggia come sa fare meglio il serial e si mette a fare illustrazioni dedicate e delicate

(la serie di illu continua sul suo FB).
E poi arriva CB che come al solito assume la posa del saputello rompicoglioni che vuole per forza fare il bastiancontrario e parlare male di una cosa solo perché ora piace a tutti. Tipico personaggio da social, peraltro.
Ma è davvero così? Fatemi dire che questa volta, per una volta, non è così.
Mi preme premettere (mi premette, quindi) che ho visto ST in una domenica molto piacevole, in ottima compagnia (qualcuno che per questo o quel motivo non aveva visto quasi nessuno dei film sopracitati e che è stato quindi il perfetto contraltare al mio continuo "ah come i goonies! ah come ET! ah come l'incendiaria! ah...ia! ok ok sto zitto"), che ST non mi ha annoiato MAI e che, come avete visto, si è beccato un Chicken (che per chi passa di qui per caso vuol dire: è bello), ma penso ci sia da fare un discorso più approfondito del solito "ficata gli anni Ottanta! Genio!", che ormai è così facile da scrivere su Facebook  quando tutti i tuoi amici lo hanno già scritto (e ricordate che ogni volta che scrivete "GENIO" in un commento un neurone di un genio vero muore, e lui diventa più stupido e non può inventare lo skateboard volante). Quindi premessa: STRANGER THINGS MI È PIACIUTO!
Ma.
Ora, forse ricordo male io, ma un'operazione IDENTICA a ST risale a qualche anno fa, pochi, 5 per l'esatezza, si chiamava SUPER 8 e era realizzata da JJ Abrams. Se non ricordo altrettanto male non fu accolta con lo stesso entusiasmo di ST, anzi, ricordo chiaramente cose come "maledetto JJ che ci stupri l'infanzia! maledetto JJ che ci stupri Spilbi e Zemeckis! maledetto JJ che ci stupri gli alieni!" e via dicendo, in un generalizzato odio (o quantomeno supponenza) rispetto all'omaggio palese e palesato che JJ faceva di tutti quei film con "ragazzini - meglio se reietti - in bmx alle prese con un'avventura più grande di loro, circondati da adulti divisi tra genitori ciechi e agenti governativi cattivi e fratelli adolescenti che non li capiscono". 
Quando chiamo in causa Super 8 (che io ho ampiamente lodato, anche in occasione di una visione più recente, se ricordate bene), non lo faccio per dire "ah sì, ST ha lo stesso spirito citazionista anni 80, che fico" (quello ce l'hanno anche film come The Finals Girls o Take Me Home Tonight o The Guest e su su fino a Drive e giù giù fino a robe tipo Kung Fury), e non lo faccio neanche per farmi dire "bravo, sei mejo te", lo faccio invece per sottolineare che Super 8 era proprio UGUALE a Stranger Things. 
UGU.ALE.
E quando dico UGU.ALE intendo dire che si parte dalla scelta dell'illustratore del poster di Super 8 (Kyle Lambert):
Per fare quella di ST 

e relative immagini promo:
Che poi, bravo eh, ma oltre ovviamente a non essere Drew Struzan, c'è anche questa cosa di lamentarsi di Prisma e poi osannare chi prende una foto e:
 
e si arriva a una storia che è dannatamente UGU.ALE  a quel film (a Super 8 sì, che a sua volta era un quasi remake di E. T. e Incontri ravvicinati ok), fatta esclusione per il fatto che ora al centro dell'azione c'è una ragazza con poteri ESP (che sono quella cosa che ti concentri, spezzi il collo a qualcuno con la forza del pensiero e poi ti esce il sangue dal naso)

invece dell'alieno ladro (per quello c'era già Wiuoua ladra)


(io la chiamo Wiuoua perché una volta mia madre l'ha chiamata così e io ancora rido).
E sulla questione ragazza con poteri, in più passaggi sembra veramente Un poliziotto extraterrestre meet Starman meet L'incendiaria meet Akira; d'altronde i ragazzini con poteri sono un trend del 2006, vedi questo e questo.
Insomma qual è il mio problema con ST? Solo che ho rosicato perché Super 8 se lo sono filato in pochissimi e ora tutti impazzi? Ma no, vi assicuro.
ST è un serial dannatamente FICO, da vedere ASSOLUTAMENTE, è fatto stupendamente bene (anche se devo capire se la CGI del mostro finale faccia così schifo per colpa di una mancanza di budget o è anche quella una citazione del mostro finale orrendo del serial tv di IT), i protagonisti sono adorabili e perfetti nelle loro imperfezioni

e certe scene non le dimentichi


E poi c'è Eleven, detta El (traduttori, davvero non potevate trovare nulla di meglio di Undi?), che è brava, tenera e la vuoi difendere a tutti i costi con tutti i poteri che non hai

Ma la verità è che il citazionismo imperante, che è la forza di questo serial, è al tempo stesso il suo limite. 
Non c'è NULLA di nuovo in questo ST, niente, di niente, di NIE.NTE.
(Din Don il prezzo è ok per la vocina in fondo che dice "ma lo dicono dall'inizio che non sarebbe stato nuovo, quale parte di "citazionista" non avevi capito?")
Oltre agli anni Ottanta in tutto e per tutto (nella moda e nella musica su un livello superficiale e nella sceneggiatura e nella regia che rifà di patta alcune scene di alcuni film su quello più cinematografico) ci sono spalmati omaggi (o copie) di Silent Hill e Under the Skin, Monsters Squad e Alien, dei film di John Hughes con la brutta in rosa

e di X-Files, di Fringe e del Blade di Del Toro.
E in anni in cui remake, reebot, sequel, spin-off, sono diventati l'unico modo di fare le cose, allora dio Spilbi sa quanto abbiamo bisogno di materiale NUOVO, che sappia creare nei 13enni di oggi (ma anche nei 13enni in noi) nuovi universi, nuovi eroi, nuove avventure, e non solo ripetere (tra la citazione e il pedissequo) le cose belle del passato.
Quindi fatemi capire, rifare Ghostbusters è sacrilego, ma prendere tutti gli elementi di quei film e rifarli no, perché non ci sono nomi e brand conosciuti? E i 38enni del 2050 come si ritroveranno? Con gli stessi miti adolescenziali nostri («Che ficata questo film con i ragazzini in bmx, proprio come quando ero pischello nel 2016!), che brutto sarebbe?
Diceva quello:
E così Stranger things, proprio come un mostro, succhia tutta la nostra nostalgia e ce la risputa addosso, e noi lì imbambolati e felici (me compreso, il tempo di una domenica), ma senza la voglia di far nostri nuovi miti, che quando pensi al passato vai sul sicuro, non avevi impegni se non i compiti che alla fine la svangavi, non avevi preoccupazioni se non trovare quel maledetto DueNani nella bustina degli Exogini, non avevi responsabilità se non mettere a posto la stanza dopo una sessione domenicale di Commodore 64.
Parlo come un vecchio? Sono invecchiato male? Non sopporto che quelli che dovrebbero essere MIEI (e di tutti gli altri 30something come me) ricordi adesso vengono dati in pasto anche a quelli che poi "GENIO! GLI EROI DELLA MIA GENERAZIONE!" e poi vedi che sono nati nel 1992?

Sarà, ma io dopo aver letto tutto l'entusiasmo per ST come minimo vi voglio vedere IN ADORAZIONE di fronte ai Van Orton, di fronte a Signalnoise, e voglio che ascoltiate tutto il giorno Kavinsky mentre giocate al NES (eccovi accontentati).
Non sono per nulla sarcastico, quelle che ho appena citato sono artisti e cose che mi piacciono davvero tantissimo, e quel piccolo NES me lo compro sicuro.
Ma non mi basta che scriviate sui social "ST da paura!" sul primo account che vi si apre. 
Non mi basta.
Perché cinque anni fa, che non eravatemo così attaccati ai social, nessuno si è sperticato per dire che SUPER 8 "WOW! Ragazzini in BMX! L'ADORO!".
Sì, da bravo vecchio sto dando tutta la colpa al rincitrullimento e l'attenzione flatulenta che abbiamo sui social, la verità è che - passatemi l'azzardo - mi pare la stessa leva cinquestellina del "popolo del web" dove uno dice "CAPOLAVORO" e molti seguono l'andazzo.
Volevate una recensione più buona? Che lodasse la capacità di ST di ritirare fuori quel bambino ormai perduto che c'è dentro di noi? Bambino che proprio come ogni bambino appena scopre una cosa fichissima la deve dire subito a tutti gli amici e quindi (oggi) la va a scrivere sulla sua bacheca di FB? Volevate una mia Spielberg face di fronte a ST? 
Il fatto è che il mio bambino non è mai morto. Io mi stupisco sempre molto. Io mi arrabbio sempre molto. E per questo ST non ha ritirato fuori il mio bambino interiore, gli ha solo fatto pensare "perché diamine ho buttato tutti i miei Exogini, solo per quella volta che trovai DueNani in una bustina da personaggio singolo avrei dovuto tenerli".
Detto tutto questo: vedete ST, è una serie da non perdere.
Anche se alle citazioni inizio a preferire l'eccitazioni per storie nuove.
TIeniamoci pronti ad una bufera di fan art, bella, per carità, non esisterei se non amassi la fan art.

SIAMO SERIAL NOTTE BROCCOL • The Darkness - Wolf Creek

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Che siamo in pieno revival Ottanta non è un segreto per nessuno. Non a caso Notte Horror - ribattezzata Notte Broccol da me medesimo e già rubrica che vanta TOT (un numero a caso tra 0 e 0 milioni) tentativi di imitazione - era una cosa che ci teneva incollati alla TV fino addirittura alle 11! Alle volte (se il TG si dilungava troppo) anche 11.40! E tutto per vedere film di sbudellamenti e fantasmi. Che tempi ragazzi miei.
Comunque, siccome vorrei che si continuasse a parlare ancora un po' di Stranger Things, questo fenomeno (delle ultime e delle prossime 72 ore), scriverò una brevissima considerazione di
The Darkness
Trama: I believe in a thing called Bacon

È il più brutto film horror degli ultimi dieci anni. Che è proprio un'offesa grave.
I cattivi del film sono questi fantasmi indiani 
portati a casa dopo un viaggio nei monti Appalachi.. no non è vero, nel Canyon... ma mi piace sempre scrivere la parola Appalachi.
Insomma quei quattro tizi mascherati non sono i Knife o un altro gruppo di questi che usa le pellicce e i capoccioni di animali, ma fantasmi che ti invadono casa e la cosa più paurosa che fanno è lasciare aperte le porte, fare scuregge (giuro), e toccare la figlia bionda della famiglia
cioè si comportano da uomo medio praticamente.
La colpa di tutto ce l'ha un ragazzino autistico che si è portato dietro dal Canyon dei sassi che evocano 'sti mostri, ma ancora più colpe ce l'ha Kevin Bacon che ha accettato questo film di merda.
Vi giuro non riesco a dire altro, un film senza capo né coda, e se pure l'avesse farebbero cagare entrambe, inzeppato con tutto ciò che di horror esiste (famiglia, fantasmi, manate sui vetri appannati, la scena della vasca, la medium indiana tipo Poltergeist e via dicendo), ma fatto male e un finale, aiutami a dire WTF?!
 Ma forse la vera colpa è del regista che, gira che ti rigira, è anche il regista di Wolf Creek 1 e 2 e anche di
Wolf Creek - The serie
Trama: Stamo affà la koala 

Che è la serie - uscita a sorpresa dalla sconfinata Australia - che continua le storie raccontate in Wolf Creek, che vantava un bellissimo primo episodio e un risibile secondo (già annunciato il terzo), quella serie torture horror con serial killer canguraro (che è il corrispettivo di bovaro in Australia) 
Serial Killer completamente diverso da quelli, tutti intelligentoni e raffinati, a cui siamo abituati. Questo ha un fucile, gli piace ammazzare male la gente
punto. Persona non gradita da una storia vera:
La serie non espande più di tanto la mitologia dei film, si rimane infatti a "pazzo ammazza tutti, sopravvissuta lo cerca per tutta l'Australia, durante il viaggio incontra un po' di buoni un po' di cattivi, e alla fine...",  e riesce a ritrovare la bellezza pura del primo episodio, in cui il terrore non corre sul filo e non si nasconde nei vicoli poco illuminati di New York (l'oscurità non c'entra proprio nulla) ma sfreccia con un pick up arrugginito sulle strade soleggiate della sperduta Australia, dove i biker sono cattivi e gli sciamani aborigeni buoni (e ti insegnano anche a guarire da sola in silhouette controluce come farebbe Pai Mei)
Protagonista stupenda (e brava) Lucy Fry
già incontrata in 11/22/63 e guarda un po' nel film di poche righe e manate in faccia fa (solo un caso?! IO NON CREDO!!!) a cui auguriamo ogni bene tipo non lavorare più per questo regista altalenante (anche se le ha dato l'occasione di avere un solo grado di separazione da Kevin Bacon, cosa per cui lei stessa giuoisce in questa intervista) e magari perdersi di notte vicino casa mia e citofonare proprio a me per chiedere aiuto.
Bellissima la canzone della sigla

Un serial che probabilmente non avrà molta fortuna, ma che vale molto.
Stesso regista, due prodotti agli antipodi. Dunque è lecito chiedersi: può qualcuno fare uno dei più brutti film horror di sempre e una serie tv fichissima ed essere la stessa persona? Vi lascio con questo quesito da incubo.
Buonanotte
Zio Broccolia

♰ Garry Marshall ♰

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♰ Garry Marshall ♰
Happy Pretty Man

CB ANTEPRIMA • Star Trek Beyond

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Star Trek Beyond
Trama: Star Tre

L'avevo detto e l'ho mantenuto



Stupendo, GENIO!, applausi, grazie, prego. Per il resto pochissimo da segnalare.
Non è un brutto film, non annoia praticamente mai, d'altronde Lin (Cin Ciao?), regista action di vari Fast & Furious ma anche di questa cosa qui

l'hanno chiamato apposta, e lui dopo un inizio tutto calmo calmo



ci regala un attacco spaziale veramente fico - e anche se lo sciame di astronavi non è proprio un'idea nuovissima, funziona sempre


con tanto di eliminazione subitanea dall'equazione del film della più grande icona della serie

sì esatto, il tagliapizza volante



e da quel momento non si ferma più. Però non entusiasma, praticamente mai.
Già siamo dalle parti di "episodio allungato di telefilm". 
STBeyond infatti non porta avanti le storie dei singoli personaggi di un solo millimetro, così come li ritroviamo all'inizio, li lasciamo, già ingabbiati nei loro ruoli, proprio come in un telefilm. Un film che bene il suo lavoro, ma che lavoro è quello di mantenere lo status quo?
Neanche una morte eccellente (se non quella reale, porello)
 
Kirk comanda ma c'ha anche le turbe (infatti già prenotato nel prossimo Star Trek, il quarto, quindi Star Quattrk, il ritorno del padre visto nel primo, il che ci fa ben sperare perché ci saranno viaggi nel tempo, e se Kirk fosse il nonno di se stesso?), Spock è il solito insensibile adorabile e Spockioso
 
Simon Pegg oltre a  ha anche scritto la sceneggiatura - fa il solito suo, quello che fa in tutti i franchise (leggi Mission:Impossible) in cui partecipa: l'upgrade del nerd, quello che proprio all'ultimo secondo fa funzionare una cosa tecnologica che serve al vero eroe in azione altrove mettendo insieme due tubi

ma sa anche menare ed è pronto all'azione.
Comunque chissà il piccolo Simon

(Foto vera)
come si sente oggi che partecipa attivamente sia a Star Wars che a Star Trek. Ma gira coi gorilla per difendersi dalle due fazioni di fan? 

Come quei giocatori di calcio che passano da una squadra all'altra della stessa città. 
Basti pensare che il ruolo di jolly (Quello che fa le battute e i siparietti comici) lo hanno riservato a Karl Urban

noto per la sua vis comica, peccato che il più delle volte sia involontaria, tipo qui

Pervenuta l'omosessualità di Sulu (omosessulualità, quindi), infatti già è tutto un arcobaleno a partire dal poster citazionista


Il cattivo di turno è di quelli che non mi piacciono, di quelli accecati dalla rabbia, che quindi fanno più la figura di attaccabrighe che ti danno un pugno a freddo solo perché so incazzati, piuttosto che quei bei cattivi diabolici che pianificano la vendetta (è il terzo cattivo - dopo Erica Banana e Benedetto Cucumberfioridibach - di ST e tutti e tre erano in cerca di vendetta, servirebbe un cattivo diverso) e se la servono freddissima. Sotto chili di prostetico c'è Idris Elba
 
uno di quelli bravi ma forse un po' troppo votato ai soldoni, fa solo blockbuster...
New Entry di rilievo Sofie Boutella
che già aveva rubato la scena a un po' di gente in Kingsman, e lo rifà qui, anche sotto chili di cerone

Certo ultimamente vale la pena trasferirsi nello spazio e scaricare qualche app di appuntamenti e allargare un po' le vedute a tutti i colori dell'universo



Il franchise cinematografico di Star Trek non delude le aspettative di intrattenimento, ma non rischia mai e poi mai di avere qualche profondità di sorta, qualche scena memorabile, qualche personaggio davvero ma davvero indimenticabile, insomma è già involuto a routine.
Di routine anche i soliti ammiccamenti ai fan: sono certo che quella vecchia astronave sia in tutto e per tutto uguale a quella usata nel primo serial e trovano anche il modo di far apparire tutto l'equipaggio originale, che dopo la partecipazione nei primi due dello Spock Originale, ora morto, c'era bisogno di nuove comparsate eccellenti. 
Ve lo dico, prepariamoci alla partecipazione del Kirk e degli altri, nel prossimo ST.


Qualche disegnetto, ma senza troppo entusiasmo
Ah. Ci ho rimediato la penna luminosa dell'Enterprise, la penterprise, quindi
Ci scriverò il mio diario.
Web, penultima frontiera della critica cinematografica. Eccovi le recensioni di ChickenBroccoli durante la sua missione decennale, diretta all'esplorazione di tutti i film brutti, alla ricerca di pellicole decenti e attrici civili, fino ad arrivare a vedere quello che nessuno ha mai visto una seconda volta dopo la prima.

• LAGO FILM FEST XII •

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2012.
Ricevo una telefonata da uno sconosciuto. Penso di ritrovarmi in una leggenda metropolitana e già mi chiudo nell'armadio al pensiero di dover affrontare un pazzo scappato dal manicomio che sta al piano di sopra. Poi mi ricordo che non ho un piano di sopra e mi calmo, poi mi accorgo che quello dall'altra parte del telefono è pazzo davvero: vuole che segua per tre giorni il LAGO FILM FEST.
Accetto, di buon grado ma accetto.
Il risultato è scritto qui, qui, qui e qui.
E questo è solo quello che è arrivato a voi. Io invece vengo investito da quella cosa che si chiama vita (o corto circuito cervellare) e così, senza dire niente a nessuno mi imbarcai cambio tutto. Infatti da quel momento LFF inizia ad usare lo slogan "LAGO TI CAMBIA LA VITA", che io penso sia riferito a me, invece forse è perché si mangia così bene che devi farti due buchi in più alla cinta.
2013.
Non ci vado perché ancora mi sto riprendendo dalla volta prima. Ma lo promuovo.
2014.
Non ci vado perché mi devo preparare per l'anno dopo. Ma lo promuovo, senza rimandarlo a Settembre.
2015.
Qui, da vero Brighella, nota maschera laghese, ne faccio una delle mie: chiamo a raccolta 8 illustratori e faccio il CHICKENBROCCOLI LAGO FILM FEST MAGAZINE, anche detto CBLFFMAG, questo splendore qui:

Bellissimo. Per farmi ripagare lo sforzo di aver fatto lavorare altri mi autoinvito e ci vado non uno, ma due giorni.
2016.
Oggi inizia la nuova edizione del LAGO FILM FEST. La XII.
Io immagino che voi siate già tutti lì, mentre io non potrò esserci. Perché a Nord ci devo andare a Settembre - sì, vi spoilero le cose a pezzi e bocconi - e un po' vi invidio, di quella invidia buona, quella di quando stai davanti al computer durante la pausa pranzo a mangiare uno spiedino di pollo rancido preso dall'alimentari di sotto e vedi la gente sui social che andrà a vedere tutti i cortometraggi bellissimi di quest'anno, che si possono trovare sul catalogo:

Che andrà a vedere Index Zero di Lorenzo Sportiello, amico con cui ho fatto quella che probabilmente è l'intervista più bella mai fatta al mondo, che sta anche nella giuria, che incontrerà i mostruosi mostri della mostra criptozoologica, che vedrà la mostra di più di 60 illustratori che hanno disegnato tutti mostriciattoli - eccone un paio di Oscar Odd Diodoro e Jacopo Rosati:
Che draghi.
Insomma LAGO si conferma sempre il posto giusto dove stare nei giorni in cui lo fanno. Capito che intendo? Che tutto quello che stai facendo tu, quando nel lago di Lago c'è il LagoFF, ti sembra meno interessante, meno divertente, meno
Dura fino al 30 luglio. Mi sa che appena finito lo spiedino parto. Intanto mi studio IL SITO.

CB ANTEPRIMA • La notte del giudizio - Election Year

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La notte del giudizio - Election Year
Trama: Purga Bunga

Forse era logico passare da un onestissimo film home invasion quale fu il primo The Purge, film che aggiungeva alla trama di Funny Games (e tanti altri horror del genere tipo Ils, The Strangers, Secuestratos, You're next) un elemento così interessante come "lo sfogo" (in pratica una notte all'anno tutti i crimini, omicidio compreso, sono giustificati e non perdonati, questo per lasciare che la bestialità e l'istinto omicida innato possa appunto sfogarsi in quella notte e lasciare gli altri 364 giorni liberi da crimini), dicevamo forse era logico passare da quello a una visione più ampia di questa idea, implicazioni, motivazioni, conseguenze. Sì dai era giusto, l'idea era troppo buona (anche se ricordo che qualcuno mi disse che era uguale uguale a qualche manga) per relegarla ad una casa, o a una serie di film home invasion che sarebbero risultati tutti uguali.
Ma certo non mi aspettavo che sarebbe diventata una serie così didascalica, così palesemente (e semplicisticamente) portatrice di messaggi "no violenza", "armi brutte", "dove stiamo andando in questa società se non ci aiutiamo tra di noi", tutti messaggi che per carità, giustissimi eh, ma insomma, se è vero che ogni giorno succede quello che succede, non sarà una serie di film come The Purge a insegnare qualcosa, anche perché ho il netto sospetto che, nonostante il messaggio di pace, quello che rimanga più impressa sia l'idea della notte libera da crimini. Credo ci sia il pericolo concreto che se qualche pazzo indicesse un referendum per farla davvero si avvicinerebbe alla vittoria senza troppe difficoltà...
Tipo che qui vendono le maschere ispirate al film, sottotitolo "dai che il 6 novembre si comincia". A proposito di maschere, se nel primo film c'erano le maschere tipo ometti cattivi
e nel secondo quelle da manichino pazzo
nel terzo i costumisti si sono dati da fare e hanno realizzato dei megacostumi con le icone americane assassine

e via di facile iconografia "America brutta. America cattiva."
E, se nel primo film si raccontava di quello che succedeva a una famiglia di pinguani in casa propria coi cattivi fuori che cercano di entrare, nel secondo, che poi si intitola Anarchia (mettetevi d'accordo sul titolo, perch questa serie almeno a 5, 6 film ci arriva) si raccontava di quello che succedeva nella città a vari pinguani coi cattivi per le strade pronti ad ammazzarli, nel terzo episodio si entra in politica, e trovano spazio una candidata presidentessa sopravvissuta a un assassino che gli ha trucidato la famiglia molti anni prima che vuole quindi abolire la purga (nessun voto dagli stitici), il protagonista del secondo che voleva vendicare il figlio e ora è diventato capo delle guardie del corpo della candidata (il che rende il film una sorta di Guardia del corpo scannato), e altri pinguani di colore, tra afroamericani e messicani, che aiutano i due a sopravvivere, perché se metti una vena politica al tuo film non puoi non metterci tutte le etnie), tutti alle prese con lo scontro politico tra chi la Purga l'ha inventata, un gruppo che somiglia molto alla ex DC

e chi la vuole vedere morta (!).
Il film è meglio del secondo (non posso dire rispetto al primo, perché è proprio tutt'altro tipo di film), soprattutto ha le idee più chiare, il problema è che perde del tutto quel fascino malato degli "assassini per una notte" e poi magari padri di famiglia il resto dell'anno, del tipo che tutto l'anno saluti il tuo vicino quando vai a buttare la spazzatura e poi durante la Purga quello ti suona e ti tortura con un taglierino.
Ecco, si sono persi per strada i sadici pazzi che ballano intorno ai cadaveri e fanno ciao ciao con la manina, giusto qualche sprazzo
questi lo sappiamo sono il genere di pazzi che fanno più paura, nei film, e sono stati invece sostituiti coi criminali di strada, quelli delle gang col mitra in mano,che fanno meno paura, nei film. C'è pura la versione purga delle ragazze di Spring Breakers
Quindi critica alla società un tanto al chilo, politici corrotti cattivi, gang tipo Black Panthers buoni ma con metodi cattivi, candidata buona perché yes she can, guardia del corpo sconfortato dalla cattiveria umana ma forse c'è speranza, afroamericani e messicani buonissimi pronti a sacrificarsi per salvare un Paese che gli ha riservato tanta merda ma anche sogno americano.
Va benissimo per questa fine luglio. 
Come andranno avanti? Estenderanno la Purga a tutto il mondo? Racconteranno la prima notte di Purga? Faranno un mega Purgone? Racconteranno di quella notte in cui la Purga arrivò anche a Roma?

A questo punto ammetto la mia curiosità.

E CHI CHIAMERAI?

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Ghostbusters

Trama: Venimmo, vedemmo...

MEGASIGLA che dobbiamo sentire tutta la settimana!

Allora, la scorsa settimana ho visto in anteprima il reboot di Ghostbusters, quello tutto al femminile, quindi non potevo farmi sfuggire l'occasione di riguardare i due originali dopo tanti tanti anni dall'ultima volta (almeno 7, visto che non sono su TUTTI I FILM) e fare quello che tutti consigliano di non fare in caso di reboot/remake/sequel/spinoff: il confronto.
Col nuovo GB ci vediamo giovedì, e non sarà un bell'appuntamento di quelli che tutto va bene e poi alla fine salite a casa a vedere la collezione di ectoplasmi, anzi, ma intanto non è male - come direbbe Egon - fare tra una considerazione e l'altra quella cosa già riservata ad altri miti dell'epoca (Alien, Robocop) di raccogliere tutto il tuttibile in quanto a illustravisioni bellissime.
Ad ogni modo per scaldare l'ambiente, a quei due tre che non hanno ancora comprato FILM ANTISTRESS DA COLORARE, vorrei dedicare questa poèsia:
Se solo ci penso 
mi fa ancora senso, 
 mi viene anche l’asma... 
HO VISTO UN FANTASMA! 
Ma grazie al film tu già lo sai, 
se ne incontri uno chi chiamerai? 
Loro, i grandi Ghostbusters, 
sui muri di casa c’hai pure i posters. 

Esser acchiappafantasma 
e catturar l'ectoplasma, 
ecco svelato il mio sogno... 
 non chiudersi in bagno! 
C’è Egon Spengler il dottore, 
uno che pensa a tutte l’ore. 
Peter Venkman è Bill Murray, 
più bravo di lui non ne trovèrai. 

Raymond Stantz è il più comico, 
non sembra certo un accademico. 
Infine c’è Winston, lo sanno tutti: 
era l’Eddie Murphy dei brutti. 
Quando il film uscì nelle sale 
fu cotta adolescenziale. 
Ce ne andavamo in giro 
con lo Slimer sotto tiro. 
Vi ricordate la mitica ECTO-1? 
Non la trovi di certo a qualche raduno. 

Io appena presa la mia patente 
volevo con quella farci ogni incidente.
I nostri eroi sono quattro,
e aiutandosi l’un l’altro, 
trovano infine il “dolce” modo
 per fare di Gozer un colabrodo. 
L’ho visto e rivisto su vhs, 
ogni volta con nuovo nerd-interesse. 
E anche il secondo, quello con Vigo, 
lo so a memoria rigo per rigo. 
Essere nati negli anni Ottanta
 di fortuna ne abbiamo avuta tanta: 
avere vissuto di prima mano
 ogni cult movie americano. 

Dice che ora fanno i reboot; 
ma cos’hanno in testa? Moonboot?
 Lasciate i miti lì dove stanno 
a rifarli male fate solo del danno. 
Girate dei film moderni e belli, 
lasciate stare i nostri modelli. 

Vedrete che i ragazzini di oggi
li ameranno poi senza altri appoggi. 
Siamo cresciuti come Guardia di Porta
invece del sangue, melma nell’aorta. 
Se per caso mangiamo marshmallow 
ne facciamo un pupazzo di caramello. 

Ghostbusters fa ridere e anche pensare 
capisci quello che da grande vuoi fare: 
cacciare vecchiette da biblioteche, 
disinfestare case da streghe bacheche. 
Un’altra cosa il film ci insegnò 
una legge che chiunque imparò 
se un Dio ti chiedono di essere qui, 
TU DEVI RISPONDERE: SÌ!
Bella eh? Polli is the new Leopardi.
Questo era un modo come un altro per gridare ai quattro venti la mia ammirazione per uno dei miei veri miti Anni Ottanta, che sembra arrivare proprio a puntino, visto che ora gli 80 vanno di nuovo di moda, dove per "ora" intendo Stranger Thing. Moda che in effetti è scoppiata adesso esattamente come in cui è scoppiata le altre mille volte, ogni 4/5 anni c'è il rimastone Anni Ottanta, facciamoci il callo.

Ghostbusters (un piccolo gradino in meno di Voglia di vincereRitorno al futuro e Labyrinth, ma almeno una scalinta sopra altri miti come Goonies, GremlinsIndiana Jones e La Storia infinita per esempio) è stato un mio mito vero, da vedere, rivedere, ririvedere, posso dire che l'ho visto qualcosa come 20 volte? Lo posso dire.
Mi divertiva tantissimo, amavo gli attori ma ancora di più i personaggi che interpretavano, anche perché non sapevo nulla della loro provenienza SNLivosa, ero in un certo senso "puro" (sta tutta qui la nostra incredibile ricerca di quell'emozione che chiamiamo "nostalgia", è veramente paragonabile a una droga...) e mi vedevo i film senza pensare a nulla, proprio me li godevo al 100%. Non lo faccio da tempo (considerato che sono 7 anni che ogni film che vedo, mentre lo vedo, penso a cosa venire a scrivere qui subito dopo... sì, è un mezzo grido di aiuto.)

Adesso, mettersi a fare la critica cinematografica seria del primo Ghostbusters francamente mi sembra un po' inutile, come sempre quando approccio a film che ha 30 anni di mito nella cultura pop, diventa controproducente dire "bello", "brutto", basta dire "mito".
A proposito dei 30+2 anni dal primo GB ecco le cover illustrate delle edizioni superspeciali fatte da Dan Mumford:
GHOSTBUSTERS2_danmumford3.jpg
Altro omaggio di Dan:
E adesso deliziamoci con una MAREA di cose belle da vedere (e non sono mica finite, domani ce ne vediamo altrettante). Ma prima, il solo e unico, Drew Struzan, basta lui per riportarti al 1986 e a farti chiedere perché non hanno mai usato questo poster come ufficiale e definitivo?
Ok, cominciamo, ci vediamo tra una mezzora











Be', davvero siete ancora qui e non a ririririvedere il primo, solo, vero e unico Ghostbusters? No, non questo (questo è la vera ispirazione):

Saluti da Chicken il chickeniano. A domani con GB 2.

E CHI RICHIAMERAI?

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Ghostbusters 2
Trama: Vigo mortonsen

Si legge sempre che il secondo GB è un film "dimenticabile". Non sono mica tanto d'accordo sa. 
A parte che ad avercene sequel comici così, che non tradiscono più di tanto l'originale (che tanto che era irragiungibile lo sapevano anche loro) e alla fine portano a casa un dignitossisimo divertimento basato su cose già viste. Ok, non lo migliora, e cade un bel po' nel buonismo sul finale ("questa città non è marcia come pensiamo, adesso cantiamo tutti insieme"), ma neanche lo affossa facendoti maledire il fatto che l'abbiano anche solo pensato (tipo che ne so, Senti chi parla 2), e dire che il rischio era altissimo, poteva essere un gigantesco e schifoso mare di quella materia mocciolosa comunemente detta SLIME! Anche se in effetti qui c'è molto più slime di sempre. 
Ma va bene così! Che vogliamo scherzare? Quando parliamo di slime parliamo della della materia stessa di cui sono fatti i sogni:

Quando era bello lo slime. Ne avevamo a litri (o si misura in chili? Era solido o liquido lo slime?), era bellissimo far finta di starnutire e farsi scendere un fiotto di slime dal naso che penzolava lì facendo bella mostra della sua schifosaggine. E poi mica era solo appannaggio dei Ghostbusters, no, litri di slime riempivano i nostri giocattoli, fino a diventare sempre più impolverato e sporco:


Qui la sua storia. 
Ecco. A ben pensarci, se tutti questi coglioni pazzi che si mettono a fare le bombe e le armi a casa si vedessero Ghostbuster e iniziassero a produrre questa favolosa materia color del cappero odiata da tutte le mamme perché ci rovinavamo i divani invece che esplosivo, usando questo sito, vivremmo in un mondo migliore, questo è certo.
Ecco, pure la botta CB per il sociale l'abbiamo data.
Com'è GB 2? Sì, minore del primo, un po' meno ispirato, ammettiamolo.
Vigo Fratello t Tio Vi comm' Viuuulenza I comm' Immondo G comm' Guano O comm' Ora ti spiezzo, qui ritratto in tutta la sua carpazità dai Van Orton

e il suo tirapiedi che parla come Jar Jar Binks (anche se è arrivato 20 anni prima) sono nemici un po' scemi, quasi che fanno meno paura di Slimer. 

Di certo Zuul era più minaccioso. Oltre che più figa.
Forse perché era il 1989 e gli Anni Ottanta stavano per finire, e con loro il mito, ma in pochi definiscono GB 2 un film riuscito e comunque non viene mai annoverato nelle liste dei film mitici di quegli anni (mentre Ritorno al futuro 2, coevo, eccome). Io però ricordo l'emozione quando seppi del sequel, e non da Facebook come ora, anzi dal regista che già mentre gira il primo annuncia il secondo, no, lo seppi forse dall'amichetto vicino di casa che "oh ma lo sai che fanno Gostbaster due!""See vabbé ma te pare che Gostbaster 2? Ma che t'inventi, dai zitto e andiamo avanto che c'è Indiana incastrato nella chiesa!", poi l'attesa del giorno d'uscita, e finalmente andarlo a vedere il PRIMO giorno, con tanto - ricordo benissimo - di megalogo GB dipinto gigante sull'entrata del cinema Embassy, proprio un pannellone gigante dipinto a mano. Negli anni Ottanta eravamo un po' la Bollywood europea, facevamo un sacco di cose strane al cinema, oggi solo qualche cartonato con cui scattare una selfie e dei gadget tipo bicchierone con cannuccia se compri il menù brandizzato del film. Evvabbedai.
Non pensiamoci più e vediamoci un po' di making of di quando gli effetti speciali non erano solo spingere un pulsante sul computer e poi fa tutto lui

Da questo video poi parte un MEGAspeciale in sedici episodi di un matto di GB 2

Mai matto come Ghostheads il documentario che potete vedere su Netflix dedicato a chi ha dedicato anima e core tutta la vita ai Ghostbuster. Questo:

E ora, come ieri più di ieri, centomille illustravisioni belle. Oggi divise per personaggi! Si parte con quella caccola gigante smerdosa di SLIMER!

L'OMINO DI MARSHMALLOW!


E ovviamente ECTO 1!
Comunque non posso proprio esimermi, parlando di Ghostbusters, di citare almeno una volta questo:

Che se vogliamo dirla tutta, nonostante siano loro quelli sempre stati accusati di essere gli acchiappafantasmi tarocchi, in realtà è il contrario, visto che questo cartone è tratto da questo telefilm, che a sua volta - insieme al cartone di Topolino visto ieri - è stata la fonte di ispirazione per GB. 
Domani finalmente passiamo al reboot, con una GRANDE sorpresa in esclusiva. Però posso già dire una cosa? Se invece del reboot avessero fatto il film live action dal Ghostbusters della Filmation, con tanto di Malefix e tutti i suoi scagnozzi dai nomi bellissimi (Fandonia, Vishid, Scuotiossa), sarebbe stato bellissima. Per Grunt c'era già l'attore pronto.

I AIN'T AFRAID NO GIF!

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A distanza di appena un trentennio dal primo e dal secondo, tra poche ore esce il nuovo Ghostbusters, quello delle ragazze e delle polemiche, quello che io ho visto in anteprima per voi.
Ora, sappiamo bene che un'anteprima si paga, ma siccome io, come un vero Ghostbuster, sono in bolletta, mi sono ingegnato per risolvere in altro modo: ho fatto pagare qualcun altro per me.
E chi chiamerai? Ci voleva qualcuno di BRAVISSIMO che fosse appassionato di acchiappafantasmi quanto e più di me. 
Ho chiamato Giulio Castagnaro
Illustratore incredibile (basta vedere il suo sito e il PoPster che fece due anni fa) e amante dei Ghostbusters a livello quasi morboso, mi ha accompagnato all'anteprima. Strano che non avesse un razzo fotonico sulle spalle e i capelli ricoperti di slime.
A sua volta Giulio, per ripagarmi (è tutto un chi paga chi il mondo delle anteprime) dello stupendo tempo passato insieme mangiando pop-corn scontrando le dita nel megabicchierone con quell'imbarazzo della prima volta e bevendo coca cola da una sola cannuccia, ha realizzato questa stupenda gif che dovete cliccare per vedere grande:
Ovviamente dovete condividerla su Facebook (non è difficile, si clicca con tasto destro sull'immagine, si dice "Apri immagine in un'altra finestra", si copia il link, lo si incolla su FB e la gif animata è fatta.) Oppure andate qui e cliccate CONDIVIDI.
Tornate qui alle 13:00 puntuali che esce la recensione del film.
Intanto buon attacco epilettico.
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