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Channel: Chickenbroccoli
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SIAMO SERIAL • Horror vaghi

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Se è vero che le serie tv sono morte (e lo sono), continuano a spuntare serie non-morte, zombesche, horror, di paura (ma non sempre da paura) come fossero funghi, marci.
Che si debba tutto a The Walking Dead è cosa nota, il suo successo ha portato i produttori a dire "oh, fosse che fosse (intendo proprio le buche per le barre) l'horror ci fa fare i soldi, e magari gli horror tratti da fumetti ce ne fanno fare ancora di più, dài, facciamone tantissime." Chi l'avrebbe mai detto, eh?
Ed ecco che nel giro di un paio d'anni ci sono quasi pià serie horror che comedy; ne abbiamo parlato qui, qui e pure qui. Oggi parliamo di tre di queste serie horror, di cui due nuove nuove, ricominciando da dove ci eravamo rimasti, ma anche da dove tutto è partito, cioè dai morti viventi.
Fear the Walking Dead - Season 2
Trama: Death Boat

È ricomiciato qualche settimana fa, giusto il tempo che nella serie madre (che ormai guardo con lo stesso entusiasmo con cui mi lavo i denti la mattina, è una cosa che fai perché, boh la devi fare) apparisse Negan, personaggione nei fumetti, davvero, atteso per TUUuUUTTA la serie, e poi cinque minuti di discorsetto e mega cliffhanger.
Devo ammettere che Javier Bardem Jeffrey Dean Morgan sa il fatto suo, potrebbe diventare un motivo di forte interesse, quasi più del Governatore, speriamo lo facciano pazzo e carismatico come nei fumetti... 
Sì. Leggo i fumetti di Walking Dead, che vi ho già detto che sono CENTO volte più (violenti, sorprendenti, interessanti) fichi del serial. Ammetto che l'aver iniziato a leggere i fumetti di WD mi ha ri-incastrato di nuovo nella serie, perché ora mi va di vedere come risolvono alcune situazioni che nel fumetto si risolvono più o meno sempre con "ti stacco la testa a mozzichi". Non parlando poi la quantità di morti ammazzati male dei comics contro il toto-nero del serial (avete notato che appena appare un personaggio di colore nuovo entro un paio di episodi ne muore un altro, sempre di colore ovviamente, l'avete notato? Ah, notatelo. Annotatelo.)
Oh comunque, tanto per spoilerare, nel fumetto Negan con la mazza ci ammazza il cinese koreano, qui sembra che a lasciarci le penne sarà Daryl perché non ha firmato il contratto.
Comunque, dicevamo, non si fa in tempo a finire i Walking Dead che comincia il suo spin-off, quest'anno preceduto da una webserie del genere "zombie on a plane" (non una cosa nuova, se ricordi questo e questo):

Che si ricollega al serial per via di un personaggio. Queste cose continuano a piacermi anche se ormai sono vecchie come il cucco.
Ora, che FtWD mi piaccia più della sua serie madre l'ho già detto, e lo confermo con queste prime 7 puntate della seconda serie.
Il problema è che mi sembra si stiano già incastrando e castrando nell'andamento solito di WD: gruppetto che arriva in cittadella/roccaforte/posto X, dove sembra si sia riusciti a ricreare una microsocietà; appena arrivano sembrano tutti a posto, tempo un episodio si scopre che il leader è un pazzo, che tengono nascosti i cadaveri dei famigliari in cantina, che bisogna scappare via. Quante volte l'abbiamo visto? Troppe per non risultare ripetitivo, anche se questa volta è in salsa messicana (il famoso guacamorte, quindi).
Sarà che mi interessano più i personaggi c'è il piccolo Voldemort che è sempre bravo e naturalmente fico
c'è il padre che ora se la deve vedere col figlio sbroccato che ha pure una sua fandom di sbroccati peggio (probabilmente sbroccate) che lo difende sul web (stiamo messi male amisci)
c'è il nero gay che parifica le quote arcobaleno e nonostante siamo nel 2016 e i personaggi gay non dovrebbero essere più delle novità e blablabal, comunque è una novità, oh.
Anche l'ambientazione nautica è divertente. Insomma FtWD è meglio dell'originale, oppure semplicemente ancora non ha fatto in tempo a scassarci i maroni del tutto.
Il fumetto da cui è tratto WD, lo sapete, è scritto da questo orsacchiottone qui

(quello a destra) che si chiama Robert Kirkman, uno che grazie al successo di WD adesso ogni cosa che scrive diventa prodotto televisivo, anche gli appunti sui post-it. Appunto:
Outcast (S01E01)
Trama: L'esercentista

Che è il serial fatto in tempo di record tratto dal nuovo fumetto di Kirkman, che parla di esorcismi, demoni, possessioni e dita mangiate, non tipo unghie o pellicine sgranocchiate per l'ansia, proprio interi polpastrelli strappati via a morsi
Il fumetto l'avevo letto (perché il primo numero costava 1 euro) e la risposta alla domanda se mi era piaciuto o meno (che immagino tutti vi stiate facendo in questo momento) è nel non aver comprato il secondo (o forse perché costava più di un euro).
Comunque la Saldapress non sapeva che non lo avevo comprato e mi ha invitato lo stesso al megaseratone di presentazione del serial, che si è svolto - ormai un mese fa, io sto sempre sul pezzo - nello stesso posto dell'anteprima di Spectre, praticamente a due passi dal cupolone di San Pietro, gran bella scelta per un serial sulle possessioni demoniache (non sto scherzando); il fatto poi che la serie sia ambientata in una cittadella chiamata Rome aggiunge quel quid alla cose fatte bene.
La serata è stata divertente, soprattutto perché, tra gente appassionata di serial e gente appassionata di fumetti, e gente appassionata di entrambe, si muoveva anche tutto uno stuolo di attorucoli e attricette della favolosa scena del cinema itaGliano che palesemente non gli fregava niente né dei serial né dei fumetti, l'unica cosa che gli fregava era fare la foto sul tappeto rosso.
È stato divertente vedere questo mischione tra nerdoni e tipette intacchettate, pareva veramente una puntata de La pupa e il secchione live. Ecco tre scatti miei medesimi dell'allestimento tipo party che ci è stato riservato all'entrata, con tanto di drink fumogeno di cui io ho assaggiato solo il fumo visto che sono astemio
E c'è stata pure l'apparizione demoniaca!
AGH! SATANASSO ESCI DAL QUEL CORPO! FATTI STRADA NEL SILICONE!
Io ho provato a passare dodici, tredici volte sul red carpet ma nessuno si è reso conto che razza di celebrità stesse passando e non hanno scattato... stolti.
Comunque, tra vallette, soubrette e alcune tett (la scollatura è d'ordinanza alle anteprime), l'idea che mi sono fatto del primo episodio è: ci siamo, ma non fate l'errore di Walking Dead.
"Ci siamo" perché le scene di possessione e esorcismo sono ben fatte, inquietano e la scelta di mostrare un ragazzino che fa cose pazze tipo mangiarsi un dito e poi il dolce procacciarselo a testate
e che va preso a ceffoni fino a che non sputa il rospo-demone ci riporta dritti dritti all'origine (e caposaldo) delle possessioni cinematografiche, quell'Esorcista che non smetterò ai di dire che fa più paura di tutte le serie scritte da Kirkman messe insieme.
Mentre l'avvertimento "non fate l'errore di Walking Dead"è per quando ci si perde in lunghi lunghissimi minuti in cui non fate parlare parlare parlare i protagonisti che dopo un po' non se ne può veramente più. Non posso stare tutto il tempo a pensare "ma quella è l'attricetta che sta in Romanzo Criminale? Mazza che te... ma quando arriva il prossimo esorcismo?"
Ecco, il problema di Kirkman è che sta fissato con questa pseudo-profondità che devono avere per forza tutti i suoi personaggi. Ok, mettiamo anche che ce l'abbiano, ma perché non farmela scoprire pian piano, e non sbattermela addosso ogni scena con loro che parlano tutti gravi, tutti pesantoni, tutti mezzo silenzio tragico mezzo "se solo sapessi che cazzo m'è successo a me", fammelo vedere quello che gli è successo, non raccontarmelo a parole, che diventa noioso.
In questo errore sembra - almeno dalle prime due puntate - non cadere un altro serial, tratto da un altro fumetto (ormai è ufficiale: scrivete al più presto un fumetto, ve ne faranno subito un serial tv):
Preacher (S01E01/02)
Trama: Maniac Street Preacher

Preacher non l'ho mai letto, ma immagino avrei dovuto, visto che da quanto so è seminale ben di più di WD.
Seminale o non seminale, letto o non letto, sèminale o non a letto, il primo episodio di Preacher è pieno zeppo di cose fiche, non nuove, ma fiche.
Intanto tutto il tono è stracazzone (deve essere perché tra i produttori e registi c'è Seth Rogen), che è un tono che marca sempre bene se paragonati ai serial precedenti fatti di mille pippe parlate e spiegoni molto pesanti e poco pensati. 
Qui si parte da questo:

Si passa da questo
e si arriva a uno che al posto della faccia ha un culo, letteralmente:
Capite da voi che anche quando fanno un po' più i seri si fa una certa fatica a prenderli sul serio. Troppo serie le fate 'ste serie.
Di preacher sono fiche le geolocallizzazioni un po' film sci-fi anni 60 un po' Guida Galattica per Autostoppisti:
ma anche un po' pulp tarantiniano
e in generale tutta la regia ha un sacco di trovate e soluzioni movimentate, guardare le scene di combattimento per credere.
E poi sono fichi i tre protagonisti tre, oltre a Dominic Cooper con la sua recitazione un po' scazzata 

e lei che si chiama Negga di cognome e a me non riesce a non far sorridere
su tutti spicca uno che ha sempre rubato la scena a tutti non appena appariva, fossero quelli rimasugli di Misfits originali o inglesi delle periferie, è Joseph Gilgun, fa un vampiro pazzo e quando c'è lui sullo schermo tutto il resto sparisce
Lo continueremo a vedere solo per il suo Cassidy, ammettiamolo.
Comunque, la cornucopia di fumetti da serializzare (non dimentichiamo che già ne hanno fatte a bizzeffe, tutte più o meno evitabili, oltre a quelli Marvel di Netflix ci sono quelli DC per ragazzine della Fox, e tutte le varie ed eventuali tipo I Zombie, Powers, Constantine, Lucifer) è ormai una cloaca dove finisce di tutto. Ecco 65 serie (SESSANTACINQUE) tratte da fumetti in corso o in lavorazione. 65.
E ancora c'è qualcuno che si ostina a dire che le serie tv, in quanto tali, non sono morte? Io direi che sono belle che putrefatte.
PS. In questo post doveva trovare post (!) anche la serie tv di Damien, la trama sarebbe stata "E che diamin, Damien", ma poi non ho fatto in tempo a vedere la prima puntata che l'hanno cancellata. Amen.

Le pillole van giù

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Sempre meglio che lavorare
Trama: Il bott dei Pills

Io non lo so se a Torino ci sono i "bangla", se a Napoli si dice "zio" alla fine di ogni frase (non mi pare di averlo mai sentito in Gomorra), non lo so se a Bologna sanno cosa sono "torbella" o "sanba". Mi chiedo quindi se i The Pills e il loro produttore si sono studiati la situazione, prima di fare un film così smaccatamente romano.
Ma attenzione, zio, non "romano" nel senso di Verdone che poi alla fine diventa Roma tutta e in tutta Italia capiscono le sue maschere, è "romano" nel senso che si rivolge ai soli trentenni di solo una certa Roma, quella un pochetto hipster, un pochetto postuniversitaria, un pochetto vivo da solo, un pochetto Pigneto ma anche Monti ma anche Tuscolano, un pochetto vespino e carsharing, un pochetto le pischelle ma anche la ragazza mia. Non c'è da stupirsi che il film sia stato una meteora (516.000 euro non è un grande incasso).
I The Pills sono un trio di giovani romani che si è messo a fare dei video nel posto giusto (youtube) al momento giusto (l'esplosione dei pulsanti share su facebook) con gli argomenti giusti (non essere più "pischelli", i rimorchi su internet, l'ansietta) con ogni tanto le ospitate giuste tipo i ribaltoni di personaggi, sai tipo che ti ritrovi Gianni Morandi che fa il pornostar o Iva Zanicchi che canta Britney Spears; niente che non si fosse già visto ma certo Magalli che fa linguetta
o tre attori di cinema che "si abbassano" a fare uno sketch da web serie:
sono trovate intelligenti. Poi hanno iniziato a monetizzare facendo video promozionali per i parchi giochi e non so cos'altro.
E su tutto questo tantissimo di cappello, niente da dire (anche perché siamo nell'epoca in cui se dici "non mi piace" automaticamente ti rispondono "stai a rosicà"), ma il passaggio da un video di tre minuti - e ce ne sono di divertenti, eccome:

al grande schermo non è mai facile. Già non è facile quello dalla TV al Cinema, pensa quello da YouTube al Cinema (anche se a dire il vero leggo che in TV ci sono passati).

Il fatto è che la vita reale non è la quantità di volte che si ripete la parola "geni" nei commenti sotto i loro video, I Pills sono figli della facilità con cui si dice "genio" a tutti quelli che riescono in un modo o nell'altro a intercettare un pensiero comune. Zerocalcare - stessa romanità, stessa "cazzaraggine seriosa", stesso gusto per la nostalgia dei "bei tempi da pischelletti coi cartoni animati DAITANDAITANARRIVAILGRANNEMICSPACCA" - è l'esempio più alto. E infatti si sono pure incontrati:

Allora ogni volta c'è da chiedersi cos'hanno di tanto speciale quelli che riescono a fare successo semplicemente mettendosi a un tavolo a dire cazzate. Quello che hanno di speciale, sembra scontato ma non lo è, è averlo fatto.
Si sono messi a un tavolo, si sono ripresi mentre cazzeggiavano, l'hanno messo su YouTube, gli è andata bene, hanno continuato. E hanno fatto giustamente quello che avremmo fatto tutti, continuato, che fai, ti va bene una cosa ti fermi? No che non ti fermi. E non che non ti fermi non ti fermi no che non ti fermi. Perché se ti dice culo, tu il culo lo cavalchi, come una bomba nucleare Peter Sellers.
Allora eccoli tentare la carta del cinema, però forse era troppo presto (infatti i The Jackal, che personalmente mi fanno ridere di più, sarà che ora sto in fissa con Napoli e dintorni, se ne tengono ancora lontani), perché il film, nonostante faccia ridere in alcune occasioni azzeccatissime (l'allenamento bangla con la comparsata chissà quanto è costata di Gus Fringe, la parentesi mucciniana, il lavoro afrodisiaco), si perde in citazioni cinematografiche ormai trite e ritrite (abbiamo davvero ancora voglia di vedere una citazione cinematografica da Tarantino?) e in una trama troppo spezzettata, quasi insulsa. Che poi una trama ci sarebbe pure, ma appunto è tiratissima e a ben vedere interessa solo un personaggio, Luca, quello alto, e che copre si e no mezzora di film (e il film è quasi un mediometraggio, 1ora e 18minuti bloopers finali compresi). Il resto sono sketch che rimangono quello che sono, sketch, sketch di ridere, ok (il padre social, l'okkupazione), ma ai fini della trama?
La cosa peggiore è che i tre amici non si amalgamano quasi mai, le uniche parti in cui sono davvero un trio è quando sono seduti al tavolo e un po' sul finale, mentre invece si sarebbe dovuto pensare a una storia capace di coinvolgerli tutti e tre uniti per un fine comune. Aldo, Giovanni e Giacomo l'avevano fatto col loro esordio e una gamba.
Insomma, capisco la filosofia del "sempre meglio che lavorare", ma se il "sempre meglio"è fare film tirati via, allora "andate a lavorare". Con la scusa di non lavorare sei riuscito a trasformare il tuo cazzeggio in lavoro, bella pettè zio, ma visto che ormai è lavoro, ti devi impegnare.
Quindi il Broccolo ci sta, perché il media cinema è stato preso con una certa supponenza. E qui ci ritrovo un po' quella tipica romanità del "famolo zio, che ce frega", bisognava insistere sulla scrittura, perché regia, personaggi (l'esaltato, il nerd e il depresso) ci sono e comunque alla fine pure forza roma - passatemi una botta di campanilismo, zii. Ma da qui a dire che il concetto di cicorietta è "GENIO" ce ne passa.
Comunque a farmi decidere definitivamente per il Broccolo sono state le voci (uguali e diverse) di Contessa e Calcutta e i loro testi intrisi di luoghi comuni ricoperti da genialate dialettiche del tipo "la filosofia della busta della spesa che è un po' come l'amore c'è chi mette le cose pesanti sotto e quelle leggere sopra e chi il contrario ma poi ti trovi lo stracchino schiacciato":

È la dura lotta tra l'intellettuale che fa finta di essere low profile e l'ignorante che odia quello che non capisce. Io probabilmente sono il secondo, ma mi credo il primo. Sempre meglio del contrario.
E ovviamente il fatto che se sento ancora qualcuno chiamare "zio" qualcun'altro lo sparo. Proprio che lo sparo dal cannone del Gianicolo.
L'ultimo video dei Pills è sull'ansietta come sport più completoCi sta pure la scheda esercizi:

Fa ridere, ma a me fanno più ridere i Jackal

Rutt'n'rolla

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Grimbsy - Attenti a quell'altro
Trama: Sacha Sboron Cohen

Che Sacha Baron Cohen sia un mezzo genio (se non un genio totale) l'ha già dimostrato ampiamente. Ha creato personaggi borderline con cui ha sfottuto tutto e tutti, dai dittatori arabi ai gay e anti-gay, dai DJ ridicoli a tutto l'Est europeo, con quest'ultimo infatti ha vinto anche un Golden Globe. Fa sempre il coglione esagerato, ma in realtà ha un'intelligenza sopraffina, è palese.
E ha dimostrato che è anche un grande attore, magari sempre molto truccato ed esagerato (Sweeny Todd, Hugo Cabret, Les Miserables, Ricky Bobby e ultimamente l'unico che ci fa una bella figura nel seguito di Alice), ma davvero sa il fatto suo.
I suoi film magari non sono il massimo della comicità intellettuale, anzi tutto il contrario, ma funzionano tutti, tranne questo.
Eppure l'idea non era malvagia: unire il mondo delle spie, agenti segreti, 007 che tanto di moda sono tornate negli ultimi paio d'anni (qui la lista completa degli spioni in giro per il mondo, pensavano di essere sotto copertura, invece io ho fatto la lista) e quello dei cockney hooligans "fukin' wat" delle periferie inglesi in piena epoca Tatcher (quelli di This Is England, ma cento volte più idioti, per capirci) e farli incotrare/scontrare creando una caciara assoluta.

Il cast anche funziava: a Sacha il solito personaggio fuori ogni schema, un'occasione per sfoggiare un accento inglesissimo e dei basettoni alla Noel Gallagher, un vestiario da "firm" e dei modi da coatto, contrapposto a Mark Strong, di nome e di fatto, uno che come sapete mi piace sempre tantissimo (e che comunque continua a ricordarmi mio padre non idea del perché, manco è pelato mio padre... almeno credo, l'avessi visto negli ultimi dieci anni. Ma questo non c'entra nulla con Sacha Baron Cohen né con Mark Strong), che fa la spia serissima, iperallenata/barra/accessoriata/barra/militarizzata... insomma un vero badass. Lui mi piace e penso sempre dovrebbe essere molto più considerato da Hollywood. Lo penso sempre, tranne dopo aver visto questo film.
I due sono fratelli e sono costretti per tutta una serie di eventi a stare insieme - nello specifico due eventi: Sacha vuole ritrovare il fratello sparito. Lo trova senza spiegazioni. Lo segue nelle avventure di spionaggio. Fine. - quindi, si sarebbe detto, una classica situazione buddy cop o per dirla meglio tipo "strana coppia", funziona sempre, tranne questa volta.
Insomma, questo Grimbsy, che si distanzia da altri suoi personaggi solo per la parlata inglese, per il resto è il solito coglione che ama le donne, si ritrova incosciente in situazioni più grandi di lui e con la stessa incoscienza le risolve, e fa e dice roba ai limiti del ritardo, non funziona bene, non gira, diventa, duole dirlo, esagerato.
Eppure l'esagerazione a Sacha Baron Cohen la si è perdonata tantissime volta, perché è la sua cifra stilistica ed era innegabilmente inserita in contesti perfetti, che accoglievano l'esagerazione come un elemento che faceva esplodere le fondamenta del contesto (l'etichetta, la musica, l'omosessualità, la geopolitica).
Questa volta non c'è contesto da distruggere (quale? il mondo delle spie? E chi lo conosce?) e quindi ogni esagerazione diventa gratuita.
Quindi finché certe risate le fai e anche se ti senti un po' colpevole a farle (la scena del cartonato) le fai lo stesso:





Ma poi ecco partire la versione "cinepanettone" di Cohen.
Si comincia con un petardo nel culo, una cosa quasi sopportabile se non fosse degna di un Massimo Boldi d'antan

Ma bastano pochi minuti ed ecco che raggiungiamo già lo zenith dello schifo paradossale che ti chiedi com'è possibile che Mark Strong, uno con quella faccia seria, abbia accettato di girare certe scene. Come quella in cui il suo scroto finisce in bocca al fratello:

Questo è già più degno di un Best of Er Cipolla.
Coehn è stato da Kimmel e hanno fatto questa prova di "reaction" del pubblico qui:

Ora forse vi rovino il film (ma più probabilmente vi salvo) e vi spiego cosa desta quelle risate isteriche e indignate nell'intelligentissimo cervello americano.
I due fratelli sono in fuga da dei terroristi cattivi. In Africa. Memori della cosa più schifosa mai fatta da Jim Carrey:

si nascondono qui:

Esatto. Ma ecco che succede questo:

Il seguito è quasi indescrivibile. E siccome mal comune mezzo gaudio ora vi metto anche delle diapositive e che devo soffrire solo io?



Capito come? Già. L'hanno pensato, scritto, sceneggiato, diretto e montato davvero. E dura pure cinque minuti buoni. Neanche A serbian film. Neanche Human Centipede. Neanche Natale sul Nilo. Forse sarà il caso di inizare a chiamarlo Mark Stronz.
Dunque capirete che ogni cosa che riesce nel film - c'è un buon ritmo, anche se è vero che dura 80 minuti, fallo pure lento non lo so - viene subito annullata da una disperata ricerca della risata grossolana, perdipiù ingiustificata, la peggiore che può esistere. Se l'oltraggio non è rivolto a qualcuno che nella sua ostentata grandezza si rivela in realtà un coglione, allora che oltraggio è? In questo funzionava molto Il Dittatore (praticamente un remake del Grande Dittatore di Chaplin, di fatto) o anche, chessò, The Interview.
La forza sovversiva del cattivo gusto funziona se è giocata con intelligenza estrema, è doppiamente difficile far ridere con intelligenza facendo cose imbecilli. Sacha ci era sempre riuscito, tranne questa volta.
La regola che Cohen si è dato per creare i suoi personaggi e i suoi film:

questa volta non ha quel contorno che la giustifica. Davvero sembra solo di vedere uno squallido cinepanettone brutto con attori inglesi che fanno cose ai limiti della denuncia, o del vomito.
Il finale non è da meno:

Sì, sono razzi quelli lì.
Solo in una cosa sarebbe bello che Cohen ci avesse azzeccato:

La presenza abbastanza trasparente di Penelope Cruz, che segue quella in Zoolander 2, mi fa pensare che la ragazza è meglio che non faccia più commedie. Certo gioca facile a fare la bella del film se le altre sono Rebel Wilson 

e la cicciona di Precious.
L'ultima domanda è: come l'ha presa Harry Potter?

NOTTE BROCCOL • The Other Side of the Door

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Ma non vi sembra pazzesco! È partita una nuova rubrica su CB e non si è esaurita in un paio di appuntamenti! A me la cosa fa quasi paura. 
Sicuramente più paura di quanta me ne ha messa questo horror americano ma con un retrogusto di curry e vacche sacre.
Certo, sempre meglio di quell'horror assurdo di bollywood che vidi anni fa e da cui non mi sono ancora ripreso, ma anche qui non è che si scherza in quanto a "mama chaldon".
The Other Side of the Door
Trama: The other side of tandoori

La madre più sfigata di tutto il cinema - nonché la più antipatica - colpisce ancora.
È stata la madre odiosa di un ragazzino odioso in alcune serie di Walking Dead, poi la madre odiosa per poco trascinata via da un tifone in quel film (di) disastri e Telecamerina Into the storm (ok, in effetti non ricordo se era una mader, ma rompicoglioni lo era di certo).  Ora se ne è andata nella lontana India, ma le cose non vanno meglio.
Lei è madre e moglie di padre di una ragazzina piccola, ma si capisce che qualcosa non va. E che cosa vuoi che non vada in una coppia da film horror? Gli è morto un ragazzino. Ovvio. È già la terza coppia (dopo questi e questi) a cui è morto un ragazzino in questa rubrica, minimo la ventesima in tutto CB, minimo la milionesima in tutta la storia del Cinema horror.
Qual era quel film che diceva che non esiste una parola che definisca i genitori a cui muore un ragazzino perché è troppo contro natura? Vabbé non divaghiamo...
Insomma la coppia ha le solite paturnie di questo tipo di film: deve pensare alla ragazzina viva ma in realtà sta marcendo dentro per colpa di quello morto, a marcire sono tre quindi.
Soprattutto la madre - nel film scopriremo anche perché e quando lo scopriremo diremo in coro E TE CREDO! 

TROPPO BENE JE STAI! - che infatti ad un certo punto dà retta alla cameriera indiana (vi ho già detto che tutto il film è ambientato in India, sai per dare quel non so che di esotico. O forse perché hanno fatto un accordo con bollywood e devono girare un tot di film l'anno lì. Ricordi quando parlammo proprio del fenomeno "film indiano dell'anno"? Ecco.) che le dice che se va in un dato tempio e fa delle date cose potrà parlare MA SOLO PARLARE col figlio attraverso una porta MA GUAI AD APRIRE LA PORTA.
Eccerto. Bel consiglio demmerda. Tu dici a una madre che ha perso il figlio di andare a parlare col figlio perso attraverso una porta - porta che si può aprire ovviaemente, bravi, non mettete il lucchetto alla porta per l'inferno - e pretendi davvero che quella non la apra? Infatti la prima cosa che la madre fa appena il figlio dice "oh ma', che mi dai due scellini che mi devo comprare una vacca sacra per la merenda a scuola?"

è aprire la dannata porta. Orfeo e Euridice anyone?! Marcellino Pane e Vino non ti ha insegnato proprio niente a te eh? Che non lo sai che appena a qualcuno gli dici di NON fare una cosa quello la prima cosa che fa e FARLA? Volete una riprova? Eccola:
NON COMPRATE UN FILM CULT ANTISTRESS DA COLORARE 2!
Visto, sto già contando le rupie.
Insomma la tipa apre e sebbene all'inizio sembra non succedere niente, arrivata a casa ecco apparire fenomeno paranormalo. È paranormalo per forza, un ragazzino che mette comoda la madre sulla sedia come un vero damerino non si è proprio mai visto:

SE non ne Il Piccolo Lord, ovviamente. Certo lo dovrebbero fare un horror con lo spirito del piccolo lord Fauntleroy che diventa uno stronzo e ammazza tutti, prima di tutti il nonno. Ma non divaghiamo.
Insomma da quel momento c'è tutto il compendione di horror a cui siamo stra-abituati e che sta diventando davvero pleonastico: ragazzino con bocca spalancata nera gigante e occhi spiritati, che appare all'improvviso, gente morta ammazzata male, stanze che si incasinano e riassettano da sole, marito che ovviamente non crede a una parola di quello che gli dice la moglie e infatti alla fine si prende un sacco di botte e se le merita tutte, e si arriva anche a dei mezzi rip-off di roba vista in The Grudge e altri film di possesione scrausi di cui ora neanche ricordo più i titoli per quando li confondo

Unico dato un po' nuova è che, vista l'ambientazione, i demoni, anzi il demone in questione è un po' diverso dal solito. Infatti, sebbene ricordi un po'Mama e altri cattivoni che si muovono tutti a scatti quando ti si avvicinano per farti paura, questo demone qui con tante braccia non è altro che la Dea Kālī, non a caso dea materna ma cattiva

Questa cosa della mamma poteva essere mille volte meglio, altro che ci provano a farla sembrare una cosa profonda
non sa manco lei quello che sta dicendo, questo non è altro che un horror alla "Peli/Wan", ma con l'unica differenza che invece degli americani ad apparirti alle spalle facendo prendere i colpi ci sta Devendra Banhart

Un paio di poster illustratori, migliori dei film (e non sono neanche sto granché)
Sai il vero peccato qual è? Che il regista tanti anni fa (che paura leggere le cose scritte 5 anni fa vero?) ci aveva stupito tantissimo con un film che a questo punto vi consiglio di recuperare dieci volte tanto rispetto a questo, F (si chiamava proprio F, come fanculo i film horror brutti).
Quando ho letto la prima volta il titolo per un attimo ho pensato che fosse un documentario sul culo di Jim Morrison

The other side of the Doors. 
E con questo direi di non aprire più questa porta, capirei se decideste di non aprire più neanche questo sito*. 
Zio Broccolia
*non è vero. 

SIAMO SERIAL • Uomini che a mano le donne

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Man seeking Woman - Stagione 2
Trama: Meh seeking womeh

La prima serie era stata una ventata di aria fresca nel panorama delle serie tv comedy (sì lo so, non ne vedo manco una di comedy come faccio a giudicare se una è meglio di altre? Madonna come state sempre a spaccare il capello nel pagliaio del cammello nel lago).
Era grottesco, era divertente, era fantasioso, era veloce, era un godibilissimo mix di nerdaggine, situazioni paradossali, fantasia ben applicata, personaggi azzeccati.
Tempo la seconda serie e tutto sa già di ripetitivo e stantio. E dire peraltro che una puntata dura 20 minuti x 10 episodi = 200 minuti che è come dire 4 episodi di una serie normale, anche comedy che sia, fai conto Shameless (l’unica definibile comedy anche se per metà, visto che è una dramedy) è composta da 12 episodi x 50 minuti = 600 minuti e regge benissimo sempre.
Ora, il problema di questa seconda serie non è l’approccio, che è lo stesso che ci era piaciuto nella prima, ma proprio la troppa ripetitività dell’esecuzione. Si sarebbe dovuto, visto che le cartucce più divertenti te l'eri sparate e non avresti più potuto contare sull'effetto sorpresa, alzare un tantinello il tiro.
Ok, rimane divertente vedere le avventure assurde si Josh, tipo scoprire che il fidanzato della ragazza che gli piace è Gesù
parlare col suo preservativo (che comunque è come quando nella prima stagione parla con la propria mano stanca di masturbarlo), ricevere una visita da due alti ufficiali dell’esercito che ti avvertono che al tuo amico è capitata la più atroce delle disgrazie: si è fidanzato
o clonare la tipa che non te gliela dà.
Tutte queste cose rimangono simpatiche, ma se nella prima serie stupivano perché trasformavano in realtà quelle fantasie in cui anche noi trasformiamo le situazioni che viviamo - tipo affrontare un messaggino su Whatsapp come fosse una crisi politica o avere una cotta per Babbo Natale
 - ora tutto diventa solo la stessa identica idea ripetuta e non stupisce più. 
Per esempio l'idea del sex toy a forma di uomo con tanto di istruzioni stile IKEA non è nuova per nulla
Aaron Hammond as Kyle the Sex Doll, from Season 2 Episode 2 (Feather) of FXX series Man Seeking Woman (animated gif)
Adesso che ci penso ricordo che già dalle ultime puntate della scorsa stagione avevo pensato che il meccanismo iniziava a dare segni di ruggine, in questa l’impressione è totalmente confermata.
Poi oh, un bingwatching di tutta la serie si fa in un pomeriggio domenicale sonnacchioso, roba che inizi alle 4 alle 7 hai già finito hai pure il tempo di un sonnellino e di un altro film, quindi non sarò io dal vietarvi di farlo, perché comunque un po’ di risate te le fai, ma insomma, direi che possono finirla qui.
Le promo tinderesche erano carine:

STORIA VERA • The 33

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The 33

Trama: Io speriamo che me la cava

Trentatrè trivellatori entrarono tutti e trentatrè trotterellando in una cava e quella venne giù. Fine della filastrocca.

Ah no aspetta, si sono salvati tutti e trentatrè! Miracolo delle andale andale! Lo so, sto affà un casino col SudAmerica, che vuoi che sia.
Madonna quando succedono queste STORIE VERE bisogna per forza farci un film, infatti è strano che abbiano aspettato addirittura 6 anni e non sei mesi, o non l'abbiano fatto proprio DURANTE l'attesa di portare fuori i minatori.
Allora la STORIA VERA è questa: 33 minatori cileni vanno a lavorare nelle profondità, le la Terra si sente usata solo per i suoi buchi e per punizione fa crollare tutto. A quel punto quelli rimangono chiusi nell'autolavaggio sotto, a millemila metri di profondità. Ci rimasero per DUE mesi, e per i primi 20 non sapevano neanche che li stavano cercando, fino a quando una trivella gli ha bucato il soffitto e ha iniziato a mandare giù viveri

e telecamerine e altri beni di varia necessità tipo giornaletti porno.
Alla fine, dopo mille tentativi, li hanno tirati fuori con una supposta metallica astrospaziale. Altro che Grande Fratello.
Ecco qualche schemino degno di Focus da cliccare per capire meglio
(lui che è stupendo)
Queste storie di sopravvivenza sono sempre belle da raccontare, hanno una carica drammaturgica gigante, non ha bisogno di additivi filmici complicati o chissà cosa. Volente o nolente ti appassioni, anche se questo film, diciamoci la verità, si distanzia pochissimo da una produzione degna del sabato pomeriggio di Rete 4.
In effetti non so se il sabato pomeriggio su Rete 4 fanno ancora quei film che mi vedevo io, film televisivi che raccontavano storie strappacore di madri che perdevano le figlie rapite dai padri fondamentalisti e allora queste madri andavano fino in capo al mondo a recuperarle. Sto parlando di un film vero che esiste ma che non ricordo con chi era. Dai qual era?! Oppure quella storia di una ragazzina caduta in un pozzo e tutte le trovate per recuperarla e alla fine grande gioia di vederla tirare fuori (anche questo esiste davvero ma non ricordo il titolo. Non era un film su Alfredino, quella purtroppo non è una storia finita bene.)
Insomma questo The 33 ha una regia pessima, si concentra sui personaggi sbagliati (quello scritto meglio è il giovane politico che fa di tutto per far continuare i tentativi di salvataggio), ha un cast di recupero su cui spicca un Antonio Banderas in preda a delle crisi di pianto continue, una Juliette Binoche che secondo me gliel'hanno venduta come una vacanza in un Valtur chileno e poi si è ritrovata sul set e altri vari ed eventuali di poco conto, e per gran parte del tempo sembra proprio un prodotto televisivo sudamericano (con la loro carica di donne ciccione che piangono e duri uomini d'affari), però racconta una di quelle storie a cui non è possibile rimanere indifferenti, quindi finisce che ti piace, se non ti emozioni neanche un po' sei l'Uomo Talpa, che vuoi vederli tirare fuori, che vuoi tirare un sospiro di sollievo anche tu.

Certo una volta risaliti avevano un lavoro assicurato:

Ci sto scherzando sopra perché sotto sotto questi sono sopravvissuti tutti e 33 e quindi va bene così. Vedimoci un doc della RAI Radio Televisione Italiana

Insomma ricapitolando, il film a livello strettamente cinematografico è un po' una monnezza, ma la storia ti piglia ed è molto di più di quello che fanno moltre altre pellicole. 
Certo questo salvataggio non ha niente a che vedere con quello dei sopravvissuti delle Ande (da lì quel film che io amo tantissimo Alive) o quello della Endurance di Shakelton (anche qui film da rifare subito, per ora c'è solo quello televisivo con Kenneth Branagh).
Ah, mi sono ricordato, il film della madre coraggio era Mai senza mia figlia e quello della ragazzina nel pozzo era questo:

RaiDue? Ma come?! Non lo facevano fisso su Rete4?

CB ANTEPRIMA • Angry Birds - Il film

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Angry Birds

Trama: Uccelli di Rovio*

Hanno fatto un film da un gioco in cui metti un uccello a forma di palla su una fionda e lo lanci contro delle costruzioni con sopra dei maiali verdi. Non deve essere stato facilissimo trovare una storia valida da raccontare per farne un film intero, eppure, allo stesso tempo, deve essere venuto facilissimo. Succede così, soprattutto nelle opere di fantasia, che a volte crei dei personaggi e quelli prendono vita da soli. Si adattano a delle storie classiche (è come quando vedi che i personaggi di un mondo si adattano benissimo anche a un altro, si chiamano mash up, e che tutti si adattano perfettamente a Guerre Stellari, si chiama archetipo).

Scommetto che quando hanno disegnato i primi uccelli arrabbiati 
non avevano pensato neanche ai nomi, e certamente non avevano pensato che sarebbero diventati così famosi.
Si può dire che Angry Birds sia il gioco/app più famoso di sempre? Candy Crush è più famoso? Be' di certo AB è quello che ha avuto più vita fuori dal rettangolo smart del telefono (e anche dentro ha avuto mille versioni, da quella di Rio a quella di Star Wars), e via centinania di gadget, fumetti - in cui i caratteri dei vari uccelli si sono delineati - e ora il film (che comunque, dice, arriva in ritardo rispetto ai piani e sembra che la cosa stia creando non pochi problemi).
AB è di certo il primo film tratto da una App. C'è da pensarci a questa cosa. Non più di tanto in effetti, ma insomma, mi sembra un possibile apripista infinito, della serie che dopo libri, STORIE VERE, videogiochi, fumetti, serie di giocatolli, giochi da tavolo, ora possono fare film anche dalle app. Non voglio sapere come sarà il film di Tinder.
Il film è movimentato, caruccio, simpatico e frizzante, certo, è dedito più allo slapstick (scenette di ridere di uccelli che cascano come ci fosse una buccia di banana a ogni angolo)

e alle urla che divertono i bambini più che all'approfondimento psicologico (quello che amiamo tanto di una certa Pixar), ma di certo è spanne sopra a film di simile target come L'era glaciale o Madagascar, e, prendendo un concorrente diretto in quanto a uccellitudine, a Rio.
Il protagonista di AB è un uccello incazzato (NO! Non farò battute sugli uccelli incazzati! Non cederò!), Red, un orfano (e come te sbaj) che sta sempre nervoso e usa il sarcasmo per mascherare la sua malinconia.

Costretto a frequentare un corso di gestione della rabbia incontra nuovi amici, tra cui un uccello velocissimo (!) 

che peraltro è dichiaramente gay (e dopo il ghepardo ciccione di Zootropolis sono già due i personaggi dichiaratamente gay in film d'animazione, quello che dovrebbe sembrare naturale, è ancora una cosa da sottolineare e ammirare)
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e che praticamente è Quicksilver degli X-Men, con tanto di inevitabile citazione della famosa scena del ralenti. 
E l'uccello grasso che esplode (ho promesso... siete voi i maliziosi...)
I tre formano il tipico trio "pippo-pertica-palla", cioè c'è il leader che è quello diciamo "normale", poi c'è il matterello joker e poi il cicciodolce e tenero. Inevitabile che l'alchimia tra i tre funzioni benissimo, anche qui siamo dalle parte dell'archetipo puro. Oppure possiamo parlare di brand, che quanto bravi sono stati a monetizzare il successo è da applauso. 
Angry Birds è un logo, o tutti gli altri loghi sono Angry Birds:



Funzionano anche i villain, quei maiali verdi che amano le uova e lo steampunk, con una fisica identica a quella dei Flubber 

ma con la faccia da porco

A volte si lasciano andare a scenette degne dei Minions, ma sono divertenti nella loro ciccionaggine sfacciata.
Il tutto si svolge su un'isola la cui architettura caraibica ricorda quasi Monkey Island contrapposta all'isola dei maiali che invece sembra una cittadina fantasy col castello in alto e tutto il borgo sotto costruito su palafitte adattissime ad essere distrutte con effetto domino.
Insomma la dinamica del gioco (fiondare gli uccelli contro le cose per farsi strada) è rispettata benissimo, è tutto un lanciare e vedere carambolare

Sembra quasi che questa cosa di trarre film da videogiochi funzioni al meglio proprio quando riproduce la dinamica di gioco (come la battaglia navale in Battleship e le orde di orchi nel brutto Warcraft di pochi giorni fa).
Volano gli uccelli volano, direbbe quello, non fosse che nel film la questione è proprio che questi uccelli non volano, e devono usare altri metodi per le loro ascese velocissime, i voli imprevebili e le discese in picchiata.
Quindi promosso questo AB, anche se non me l'aspettavo. 
Certo, fa praticamente tutto leva sulla simpatia cinetica dei protagonisti, ma non è quella la loro caratteristica principale? Sono nati per quello, per essere palle volanti con facce di uccelli buffi. Certo poi cedono anche all'inserimento di qualche batuffolo tanto per sfruttare l'effetti puccioso

e la storia verso metà fatica a procedere, con dei raccordi un po' faragginosi, inoltre si conclude in maniera abbastanza confusionaria (escludendo l'immancabile canzone finale, ormai pratica odiosa di tutti i film animati), ma, accentando che non è la Pixar migliore (c'è anche una Pixar peggiore, se ti ricordi di Arlo), il risultato finale è molto meglio di altri film che si giocavano la carta della simpatia del personaggio, fallendo miseramente.
Certo il fenomeno AB è davvero stupefacente. Dalla Finlandia con furore, e via che nel giro di soli 5 anni siamo passati da una delle milioni di App che escono tutti i giorni sull'Apple Store al film più costoso della storia di Finlandia (fai conto che quello più costoso prima di AB era questo, con 8 milioni di dollari. AB ne è costati 100 e qualcosa come 200 di promozione. C'è sì da incazzarsi sì se va male

Il doppiaggio italiano è parimenti divertente e fastidioso. Maccio Capatonda fa un lavorone

Davvero, sembra un doppiatore navigato, al pari dell'ormai riconoscibilissimo Pannofino. Dall'altra parte c'è Alessandro Cattelan, lui si impegna come può e non è fastidioso come Volo in Kung Fu Panda, ma la sua milanesità non riesce a sparire mai del tutto e il suo Chuck vola un po' troppo spesso dalle parti del bauscia. Però dai, alla fine ok.
Comunque forse la mia benevolenza per il film è anche merito dell'organizzazione dell'anteprima, una sola parola: 'na bomba! Il respiro è stato finalmente un roba internazionale. C'erano i pupazzoni per i bambini
c'era il pallone morbidone da far rimbalzare in sala
(Anche se mi sono chiesto perché non avesse le fattezze di Red, sarebbe stato perfetto)
c'erano i gadgets

A sto punto potevano offrirci la cena:
E insomma si dia il via ai film tratti da giochi e app. Posso farvi un nome? Peggle.
Ci avete mai giocato a Peggle? È bellissimo. È una sorta di pachinko ma con missioni, personaggi, lucine. Non i hanno pagato per promuoverlo, ma io sono un vero campione. Il film lo vedrei tantissimo.
Ed ora per l'Angolo del Campanilismo ecco qualche schizzo bellissimo di Francesca Natale, character designer italiana, anzi romana, che ha trasformato cerchi e triangoli in uccelli con ali, zampe e ciccia. Bravona




Comunque tornando ai carachter che crei per un motivo e poi ti si trasformano in tutt'altro, prendono "vita", diventano personaggi, voglio solo ricordarvi questo:

Dài, quando lo facciamo il film di Chicken Broccoli?

*Lo so che "Uccelli di Rovio"è una cosa troppo perfetta per non essere già stata detta. Ma a me piace pensare che l'ho invatata io. 

SIAMO SERIAL • Go Go Go Gomorra

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GOMORRA - Stagione 2
Trama: Napoli mille dolori

Uèuè. È finita la seconda serie di Gomorra e alla fine della fiera, guarda un po', è bella. Non come la prima, ma lo è.
Il gap è sempre e solo l'aspettativa, ma se vai a rivedere e ripensare le puntate della prima stagione non erano così diverse da questa, il fatto è che allora arrivarono i Jackal e i meme di Facebook
e il pop, quello che per due tre mesi ci ha fatto parlare napoletano e volerle anche andarle a vedere queste vele di Scampia, non fosse che avrebbero fiutato il terrore lontano un miglio e ci avrebbero sparato malissimo appena usciti dal casello dell'A1, e comunque i ricordi si offuscano e le serie passate ci sembrano sempre più belle.
L'attesa per Gomorra 2 era febbrile, e quando finalmente è arrivata, la delusione è stata tanta, sopratuttto per le prime due puntate LENTE, LENTE, LENTE. Davvero, non so se ve le ricordate (che qui ci scordiamo tutto in un secondo) ma i primi due episodi di Gomorra 2 sono stati micidiali. Il secondo in particolare, quasi muto, sì ok, ha dato a molti l'occasione di fare i critici dotti che la difendevano per i "colori lividi", l'internazionalità, le "scelte non facili", ma io me la ricordo quella sera, la bolla al naso che mi è venuta. Mi sono risvegliato solo quando è scoppiata.
Poi la serie è andata avanti, è cresciuta e si è ristabilità sul piano di quel prodotto di gran qualità che è, ha presentatno nuovi personaggi borderline
ha raccontato nuove microstorie da una, due puntate, e soprattutto ci ha dato consigli di arredamento con unici interiors la cui parola d'ordine è "sobrietà"
La stessa di alcune uscite pubbliche (e pubiche) di qualche attrice sul red carpet. 

Si chiama come? Denise Capezz...a. Credevate eh? 
Insomma, la serie regge. Vale la pena guardarla. Anche se non ti viene più voglia di parlare come un criminale di Secondigliano.
Ma non voglio parlare troppo della serie, che è un prodotto italiano coi controcazzi, e quindi grandi evviva a tutti quanti. Voglio parlare degli spoiler.
Durante tutta la stagione è stato un dribblare questo e quel commento, nei giorni successivi alla messa in onda, su chi era morto, chi era vivo, chi aveva ammazzato chi (comprese minacce vere a personaggi finti. Che bellezza.), chi era sopravvissuto e via dicendo.
Sottolineando che comunque chi fa spoiler difficilmente lo fa in maniera distratta, è come una pratica di fastidio sistematico che non si sa proprio quale gusto debba dare (sì, l'hai visto prima di me e mi hai rovinato la sorpresa, e quindi? e allora io da domani vado in giro con questa

Come la mettiamo? E  comunque chi fa spoiler merita è un
Vabbè comunque quello che mi sembra è che si stia giocando sullo spoiler un po' troppo, sulla sorpresa ad effetto sempre e comunque, e se una pecca vogliamo trovarla in questo Gomorra 2 è che le uniche sorprese (ampiamente spoilerabili e spoilerate) sono i morti.
Esattamente com'è Game of Thrones, anche Gomorra è diventato un bollettino necrologico, nessuno è al sicuro, nessun personaggio è indispensabile, hanno tutti un mirino in fronte. Questo rende la serie viva (il famoso paradosso delle morti che tengono una serie viva), ma dopo un po' diventa ripetitivo, e anzi, se so che prima o poi muore, finisce che mi affeziono anche meno al personaggio. Non vorrei fare paragoni azzardati, ma come quei film di guerra che dicono che in battaglia alla fine ti "abitui" alla morte, così se cominci ad ammazzarmi tutti, finisce che non mi interesserà più nessuno.
Propongo un finale di Gomorra con la terza serie (tanto poi arriva la serie di Suburra, quindi la nostra siringata di criminalità dialettale è assicurata), in cui, ovviamente, devono morire sia... che... Chi? Non posso dirlo altrimenti:
A proposito ti criminali in TV, è uscito il teaser di Narcos 2, dopo la prima fantastica serie,

accompagnato dalla promo spoilerosa più geniale di sempre:

NOTTE BROCCOL • The VVitch

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Addirittura una settimana senza una Notte Broccol, ma che scherziamo? Tanto che questa sarà una settimanella parzialmente dedicata all'horror, forse anche senza parzialmente. Sarà che l'horror è si quel genere nato per farti sentire a disagno, farti fare gli incubi, farti fronteggiare le tue paure, ma per certi versi è anche un porto sicuro. Perché ti fa sopportare meglio i brutti film. Sarà un po' di razzismo di genere, ma quando vedi un horror brutto non ti incazzi più di tanto, perché dici "vabbè era un horror", invece se vedi una commedia brutta o un film action brutto o peggio di tutti i dramma brutto, ti arrabbi perché ci hai dovuto mettere più cervello.
Però quando becchi l'horror bello, proprio perché forse eri partito con aspettative da horror, finisce che rimani un po' intontito, capisci perché l'horror, quando è fatto bene, ti tocca corde che nessun altro genere riesce a toccarti.
Un horror fatto bene è:
The VVitch
Trama: The beeeeeeehhhh witch project

Sì, proprio con le due vv per fare la w.
Fa tutto parte del progetto dietro il film, un film fatto con un metodo diverso, o meglio, un metodo inusuale per l'epoca.
Ricordate quel tale, come si chiamava, Stanley Kubrick, che una volta decise di fare un film di 3 ore senza nessuna illuminazione artificiale: c'era una scena illuminata solo da candele? Cazzi del fotografo, solo candele ci sarebbero state. E ultimamente, c'è chi prende gli oscar come fossero bruscoli facendo film con la sola luce del sole che se ne va.
Ma non ti aspetti una cosa del genere da un film di genere, dal budget evidentemente risicato. E ti stupisci, ti stupisci che non sia una scelta hipster, anche se il regista lo è:
in realtà sto tipo si è messo a studiare tutte le usanze dell'epoca e ha deciso di fare il film usando il linguaggio dell'epoca (infatti ci sono delle cose incomprensibili), ha fatto fare i costumi come si facevano all'epoca, cucendoli a mano, e ha deciso di usare zero computer graphic, al massimo qualche trucco e molta molta molta atmosfera.
The VVitch è un tutto giocato sull'atmosfera, opprimente e misteriosa, in cui serpeggiano follie e dubbi, accuse, superstizioni e violenze, psicologiche e non. L'ambientazione è quel New England del 17esimo secolo che con le streghe ci andava proprio a nozze (in tutti i sensi), sai, Salem e le coroncine bianche in testa.
Una famiglia puritana viene esiliata dal villaggio d'origine perché la figlia maggiore ha dato alla luce un pupo frutto del peccato, una volta sistematisi in una casa vicino ad un bosco, la creatura sparisce misteriosamente:
A quel punto inizia a sospirare nel vento la parola strega, e ogni membro della famiglia reagisce a modo suo. Chi impazzisce, chi taglia la legna, chi fa sabba demoniaci.
La strega esiste? O no? Non è quello che ci chiediamo tutti?
Nel bosco c'è una grotta
pare debba uscirne lei
e invece ne esce Cappuccetto Porno
Ma è solo un aspetto del male, la bellezza del film risiede nel farci vivere una storia senza sensazionalismi - bisogna ammettere che alcuni passaggi rasentano l'appesantimento estremo -  giocata con luci, parole, sguardi, scene che sembrano dipinte
senza mai cedere ai meccanismi horror degli ultimi anni, quelli coi bambinetti morti che appaiono in secondo piano e col sonoro alzato a tradimento per farti prendere il colpo nel momento di tensione. The VVitch è tutto un altro tipo di horror, di quelli belli.
L'accuratezza storica un po' autistica e ossessiva regala al film quel senso di documentarismo fantastico che pare un diario dell'epoca messo su grande schermo, una fiaba paurosa messa in scena perfettamente.
E poi c'è Black Philipp, il caprone.
Che incredibile carica terrorifica c'ha, un caprone messo a fare le cose che fa un caprone
se oltre a farmi vedere le sue acrobazie capronesche mi fai venire il dubbio - che poi diventa certezza - che altri non è che il Demonio, quel Demonio che ti fa la domanda della vita, la più difficile: 
A cui tutti, ammettiamolo, risponderemmo sì, costi quel che costi.
Protagonista bella, strana e bella, presumibilmente destinata a cose altrettanto strane e belle
Illustracose da vvedere:
E pure i meme di Black Phillip diventano perfetti
Eggers, il regista hipster di cui sopra, sta per fare il remake del Nosferatu di Murnau. Se rispetta le aspettative (rispettativa, quindi) sarà un remake di quelli giusti.
Anche se le streghe andavano di moda tre anni fa, quest'anno ancora se ne vedono un bel po', alcune brutte, altre belle, come in questo VVitch. Eccone un po' per rinfrescare la memoria:
movie horror witch dario argento suspiria
tv show gifs

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Merito proprio il premio strega.
Zio Broccolia

Mezze tacche

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Cell
Trama: Il cell è sempre più brut

Forse avrei dovuto mettere anche questo film in una Notte Broccol, ma è talmente brutto da non raggiungere neanche il grado di film horror.
Ci sono così tante cose che non funzionano in questo cellulare che pare uno Startack spezzato in due.
Facendo un passo indietro: il film è l'ennesimo film tratto da un romanzo di Stephen King (che ho letto, è già il secondo quest'anno), che peraltro aveva una bellissima cover originale di Tomer Hanuka
quindi posso fare un confronto diretto, e se già il libro non era indimenticabile - praticamente un viaggetto del Maestro del brivido dalle parti di zombi e virulenti senza molta infamia ma senza neanche troppa lode, diciamo un libro di routine - il film ne accentua le magagne, e anche se la sceneggiatura è stata rimaeneggiata dallo stesso King, diventa una roba incomprensibile, noiosa, sbagliata sotto ogni punto di vista.
La storia è che a un certo punto qualcuno manda un messaggio a tutti i cellulari del mondo e tutti impazziscono, probabilmente questo:

diventano matti come ne La città sarà distrutta all'alba o Rabid ma con i modi poco eleganti e molto aggressivi dei virulenti di 28 giorni dopo, unica cosa diversa è che si muovono in branco, come i brontosauri

uniti da una roba simile alla telepatia, o, come la spiega King, tipo stormo di uccelli, che sono migliaia vicinissimi ma non si scontrano mai, solo che gli stormi al massimo di riempiono la macchina di liquame, questi invece ti fanno a pezzi.
Detta così pare pure interessante, ma sappiamo bene che ogni cosa, se "detta così", può essere la più grande ficata del mondo. Non è questo il caso.
Tralasciando la stronzaggine del messaggio "telefonino brutto! telefonino cattivo! siamo tutti attaccati al cellulare! Presto diciamo che non è giusto stare sempre attaccati al cellulare e su Facebook! Presto diciamolo a tutti, su Facebook! Presto!", l'impatto nella storia dell'epidemia condotta tramite onde invisibili finisce lì, per il resto è un film di zombi. Brutto.
Qui c'è John Cusack protagonista, lui che è riuscito già a metà anno e con due soli film, ad essere il peggior attore dell'anno, ecco la sua espressione per tutto il film:
che io non so se si è rifatto male (ho la convinzione che si sia botulinato), ma è veramente insostenibile. Tipo insostenibile così:
 
Ad accompagnarlo il Samuel L. Jackson versione "faccio tutti i film che mi offrono" - sapete che esistono due Samuel L. Jackson, quello bravissimo feticcio di Tarantino e quello che "faccio tutti i film che mi offono perché sì", no? In questo c'è il secondo.
Che poi voglio dire, ma cazzo, sono anni in cui fare un film di zombi è alla portata veramente di tutti, siamo talmente pieni di zombi che basta prendere un po' di qua e un po' dillà per mettere in piedi una cosa decente, quantomeno sopportabile, invece Cell spreca il suo stormo-zombesco facendolo vedere poco e male (che forse è anche meglio a 'sto punto), rende protagonisti due tizi che non hanno niente da dirsi e niente da dire, e impacchetta tutto con un finale ai limiti del meritato linciaggio. CAZZO VUOL DIRE QUEL FINALE? Ma non parlo di una roba tipo "trottola" eh, parlo di una cosa che non sanno neanche loro perché finisce così, pare un errore di montaggio che avevano due finali diversi e per sbaglio sono finiti nel montaggio finale tutti e due.
L'unica cosa che mi ha fatto ridere sono io che penso "ah allora ce l'avevano campo" quando c'è la scena in cui bruciano tutti nel campo di football.
Certo sarebbe bello fare una mega Mission con TUTTI i film tratti da Stephen King, ci stiamo fino al 2018; qui ne sono già passati alcuni, riassunti qui, ma sarebbe divertente andarsi a recuperare anche le più cagatissime di tutti, e ce ne sono, qualcuno ricorda 1408, c'erano John Cusack e Samuel L. Jackson! Ah ma allora lo fate di proposito! È tutto un pensiero diabolico di King!
Per quanto riguarda Cell, invece, fissate intensamente per 90 minuti questa foto
vi darà molti più spunti, emozioni e soprattutto vi farà più paura di Cell.
Oppure guardatevi il film e diventate così pure voi:

Il giogo del telefono

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Desconoscido - Resa dei conti
Trama: 50 sopracciglia orarie

È capitato un po' a tutti di essere chiamati al telefono da uno sconosciuto che vuole qualcosa da te e se non l'ascolti finisce che ti fa esplodere la macchina in cui sei seduto come in questo film spagnolo questa volta, o ti ammazza il figlio come quella volta a Gionni Deppe, o ti fa cadere  l'aereo come quella volta a Liam Nason, o ti spara mentre tu sei in una cabina telefonica come quella volta a Colin Farrell, o ti viene ad ammazzare con una maschera in faccia come quella volta a Drew Barrymore, o ti dice che morirai in sette giorni come quella volta a Naomi Watts, o ti dice di fare cose sempre più cattive e se le fai ti paga come quella volta a un attore sconosciuto, o ti dice di salire su un autobus e non scendere mai sotto le 50 miglia orarie come quella volta a Keanu Reeves o ti vuole per forza elencare tutte le offerte di una stracazzo di telefonia mobile quando tu sei già felice e contento con l'operatore che hai come a me ogni settimana che lì sì che ti viene voglia di farli esplodere. Insomma ste linee telefoniche sono un gran casino.
Comunque tornando alla telefonata ricattatoria del film in questione: qui c'è un tizio stronzissimo che lavora in banca che per vivere nella bella casa col macchinone parcheggiato in giardino vende titoli fallimentari ai suoi clienti sapendo di mentire, un figlio di troia, de puta madre proprio. Un giorno prende la macchina per accompagnare i figli a scuola, gli squilla il telefono e dall'altra parte c'è uno sconosciuto che gli fa: "ridammi i miei soldi o ti faccio esplodere a te e ai tuoi ragazzini". Conciso, puntuale, severo, giusto.
A quel punto il tipo non può far altro che continuare a guidare e intanto chiamare tutti i clienti e convincerli a comprare delle azioni fasulle e.. be' non ci ho capito poi molto... comunque a recuperare i soldi. Come finirà? E indovina!
Il film parte bene, ma piano piano si affloscia nell'inutilità, nella banalità, nella terza marcia, quella che ti fa andare avanti ma che noia. Il finale rassicurante poi è un vero pugno nello stomaco, perché se per gran parte del film sei stato lì a pensare tra te e te "apperò vedi alla fine gli spagnoli li continuano a fare i film di genere, in questo caso un thrillerazzo dalla location inusuale per i film europei che mischia Locke, il protagonista sta tutto il tempo col culo sul sedile dell'auto, a Die Hard 3 quando giocano a Simon Dice, e ci sono anche un po' di giochi di regia interessanti, che se riesci a  non appesantirmi la visione di 90 minuti di uno in macchina che parla al telefono devi essere quantomeno sveglio", quando poi arriva il finale ti cascano proprio le braccia, seguite a stretto giro dalle palle. Pare proprio che sia arrivato sul set un regista italiano qualunque e abbia detto "nonono abbelli! Mo se deve fa il finale rassicurante in cui il tipo dopo 20 anni di merda tirata addosso alla gente capisce tutto in un secondo e si redime! E mi raccomando non fate che il cattino la fa liscia o che i ragazzini non si salvano che poi chi le sente le casalinghe di Voghera, quelle si attaccano al telefono ci intasano tutte le linee"

A proposito di telefonate al cinema

Il protagonista è quello spagnolo che ogni film spagnolo che vedi c'è lui (ti ricordi questo e questo?), secondo me Favino fa un po' lo stesso effetto agli spagnoli. Si chiama Luis Tosar, un cognome che più che un cognome è un consiglio rivolto a quei cespugli che c'ha sopra gli occhi, non per dire eh:

NOTTE BROCCOL ANTEPRIMA • The Conjuring 2 - Il caso Enfield

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Due Notti Broccol in una settimana? Si vede proprio che l'estate avanza inesorabile. La programmazione langue e l'unico rimedio per avere un po' di spettatori lettori e buttarsi sull'horror.
Succede anche in sala, visto che mi hanno invitato all'anteprima di:
The Conjuring - Il caso Enfield
Trama: Solo un caso? IO NON CREDO!!!!1!

Anche se non si vede, è il seguito di The Conjuring, che in Italia è uscito come La convocazione, ma chiamarlo La convocazione 2 creava non so che scompenso, come quando uscì Taken 2 quando il primo l'avevano intitolato Io vi troverò. Evvabbé, chi ancora si chiedono che vita stramba, piena di decisioni assurde, vivono i titolisti italiani è rimasto al 2003.
Allora, il primo Con...vocating era un film horror non proprio capolavoro molto, anche troppo, simile a tante altre pellicole, soprattutto Insidious, uscito pochi mesi prima, con cui condivideva uno stesso attore, e pure lo stesso regista. Insomma non era malaccio, ma francamente farei fatica a riraccontarvi la trama. Ricordo solo che da quel film uscì fuori un patetico spin-off dedicato ad Annabelle, la bambola posseduta.
Ora arriva il seguito, stessa coppia di medium - dicono loro realmente esistiti - che investiga su un caso di fantasmi a casa. Un caso a caso in casa. Insomma è subito franchise, fatta una coppia di medium fatti tutti i seguiti finché faranno soldi al botteghino.
La scusa che questi due erano veri dà la possibilità agli sceneggiatori di immergerli in storie di fantasmi e possessioni realmente esistite, così possono scrivere UNA STORIA VERA, anche se nella realtà i due e il caso in questione non si sono neanche sfiorati.
Ad esempio il film inizia con una capatina ad Amityville e poi si sposta in inghilterra, dove è successa questa cosa qui (vedetelo, possibilmente con dell'Imodium a portata di mano):


che fa PAURISSIMA senza bisogno di effetti speciali, zompi sulla sedie e suore brutte.
Ecco, il fatto è questo: c'è questa storia vera, la possessione di Enfield - che i più ricordarelli di voi ricorderelleranno in quella miniserie inglese di esattamente un anno fa (e quando dico esattamente intendo ESATTAMENTE, 22 giugno, se vi dico che è una casualità vi spaventate? Io sì. Manco gli spiriti più spiritosi avrebbero pensato a tanto), che non era male - che da sola è abbastanza inquietante, ma siccome si parla di Wan, di gente che ha bisogno per forza di metterci il fantasmone, alla storia vera vengono aggiunti fantasmi a caso, un po' in CGI (c'è sto Omino Storto che sembra della stessa famiglia del Babadook e di Somnia, proprio uscito da One Piece sembra), un po' di make-up, ma che c'entrano?
Se li portano dietro, tipo bagaglio a mano, i due medium, oppure stanno già lì? Questa cosa è troppo fumosa.
Comunque tra l'Omino storto e il vecchio (sì c'è un vecchio) quella che fa più paura è la Nun, lei:

che è anche un po' Samara cresciuta. Del tipo che ti entra nei sogni e ti fa fare questi quadri:
e poi ne esce fuori da dietro

a parte che se fai un quadro del genere l'unica cosa che ti salverebbe dall'essere internato è essere Marylin Manson, ma comunque funziona, a me almeno ha fatto prendere due tre colpetti.
Poi... make-up... è solo l'attrice senza fard:

La casa a Enfield è di nuovo ricostruita sin nei minimi particolari, poster compresi, e chi ha vissuto all'epoca tutto il caso (divenne molto famoso) deve aver fatto un bel salto nel passato. Certo avrei preferito un film sul caso meno inquinato dalla moda attuale delle infestazioni di caratteriste truccate pesanti.

Tralasciamo tutta la parte "io ti salverò" con cui è condita la relazione dei due medium ,che è la cosa meno interessante, e secondo me lo sanno anche loro, a volte sembrano due comparse, il resto è un compendio di scene da tipico film horror dell'ultimo decennio, ma anche di sempre, se pensi alla scena dello specchio:
Quindi spaventoni, musica fina fina che poi fa SBAM, angoli bui e croci rivoltate. 

A proposito di croci rivoltate. A parte che sappiamo benissimo che NON bisogna mettere le croci nelle stanze delle possedute! Ma che ve lo devo dire io?! Che non lo sapete che poi le possedute si fanno possedere dalle suddette croci? Vi si deve dire tutto.
Comunque, la stanza piena di croci è stata il luogo preposto per la solita candid camera paurosa a danno di ignare governanti (sarà vero? Io quando vedo questi video penso sempre "ma se questa aveva il cuore debole? Se moriva d'infarto? Poi vedi come ridi?") 

Si vede comunque che i brasileri hanno le coronarie fortissime perché glieli fanno di continuo 'sti scherzi, per ogni film horror che esce (da The Boy:

a Poltergeist



BREAKING NIUS! Proprio il giorno in cui prevedevo l'infartata di qualche vittima del film o della candid camera, succedere davvero, leggi qui. Certo. È proprio successo. Nelle teste dei direttori del marketing.
C'è però da dire una cosa: Wan è un bravo regista. Non si può negare. Quindi alcune scene l'attenzione la catturano e la tensione la danno, quindi diventa l'attensione.
Insomma The Conjuring è già una serie che potrà tranquillamente arrivare al 6 al 7 all'8. Finiranno per parlare di fantasmi italiani? Azzurrina sarebbe perfetta. Per ora questo secondo capitolo non ha ancora il valore di una candid camera, come altri film del genere degli ultimi anni, ma io starei attento, fossi in loro la finirei qui.
Ah no, stanno già facendo uno spin-off sulla suora brutta del quadro, sarà patetico come Annabelle, annamoben.

Buonanotte
Zio Broccolia

La costipazione

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Conspiracy - La cospirazione
Trama: Cospirazione bocca a bocca

Non ho nulla contro i thrillerazzi anni 90 con le cospirazioni, i poteri forti che prima affascinano ma poi schiacciano l'imberbe ometto in carriera che all'inizio vuole diventare qualcuno ad ogni costo ma poi finisce immischiato in una storia più grande di lui, quelli tipo Il Socio, Il rapporto Pelican, L'uomo della pioggia, Per leggittima accusa, Presunto innocente, Prova schiacciante e tutti questi titoli un po' uguali tra loro. 
Quei bei thrilleroni che ti tenevano sulle spine ma poi alla fine tutto si risolveva, oppure c'era il doppio finale a sorpresa dove la storia si risolveva ma poi capivi che magari era solo per un periodo, o che il cattivo aveva fatto cose molto più gravi, o che i buoni non erano poi così buoni. 
Ce li portiamo avanti ancora oggi, questo tipo di thrillerazzi, solo che ora non li sanno più fare. Fanno tutti schifo. Talmente schifo che non ti rimangono manco in memoria e non puoi fare una di quelle liste che ti hanno reso famoso.
Il problema principale è che gli attori di oggi non hanno il minimo spessore, finché li riempi di effetti speciali o azione adrenalinica se la cavano pure, sono tutte distrazioni, ma quando devono mettere su un film con una parvenza di recitazione, apriti cielo.
Infatti poi film come questo li infarciscono di attori col nome altisonante, peccato che in questo caso ci sia Anthony Hopkins che sono anni, se non decenni, che non fa un film dove si impegna, ormai la sua recitazione è automatica che quasi dà fastidio, è sempre uguale, non c'è nessunissima differenza in qualunque film che fa, lo vedi in questo film e sembra lo stesso personaggio di questo o questo. Fastidioso. Poi c'è Al Pacino al solito fa il mezzo pazzo. Ancora più fastidioso. Amara consolazione è che ancora non sono scesi ai livelli di Robert De Nigro.
C'è veramente poco da dire, è un film inutile, raffazzonato, non si capisce nulla, che è la cosa più brutta che può succedere in un thriller. 
Come dicevamo qualche giorno fa finché vedi un horror brutto ti senti pure di perdonarlo, tanto "è un horror", ma se vedi un thriller in cui non si capisce nulla, ti incazzi.
Quasi tutte le scene sono viste e riviste, e sono pure fatte male (voglio dire, se sono viste e riviste, abbia la buona creanza di farle bene...) 
Ah, c'è un killer orientale in fin di vita la cui favolosa tecnica di omicidio è lanciarsi in moto a tutta velocità contro la vittima e allungare il braccio. Più e più volte. 
La presenza dei denti di lei (ricordasi il nome...)

e del fisico di lei (ricordarsi il nome...)

non salva il film dalla definizione di "perdita di tempo", per noi, per loro, per tutti.
Il finale IDENTICO a Presunto Innocenteè la quadratura forzata del cerchio e la botte.

Il mago nel pagliaio

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Now You See Me 2

Trama: Now You Pee Me

Mi ricordo che il primo Now You See Me aveva sorpreso un po' tutti, me che m'aspettavo una cagata e invece mi ero divertito, gli attori che si aspettavano un film di routine tanto per pagarsi le vacanze estive e invece si sono ritrovati a fare un seguito, i produttori che si aspettavano un incazzo più che un incasso e invece avevano fatto incredibilmente dei dollaroni.
Sarà che l'idea di fare una sorta di Ocean's 11 4 in salsa The Prestige, fondendo il mondo della magia, per antonomasia antitecnologico (hai mai visto telefonini in Harry Potter?), e, appunto, la tecnologia, aveva fatto centro. Poi oh, niente di trascendentale, ma il cast funzionava, l'inghippo era carino, e i maghi ci piacciono sempre e comunque, fossero pesantoni come nel film di Nolan o idioti come Carrel/Buscemi/Carrey. A chi non piacciono i maghi? Ma a ghi?
Ecco quindi che tornano i 4 cavalieri perstigiperestingiprestringititta maghi e ladri Robin Hood insieme


(lo vedi quanto si atteggiano a Ocean's)
preceduti da ottimi character poster illustrati che richiamano i poster della golden age
E giochini tipo questo (gira lo schermo, sia che stai leggendo da iPhone che da un computer più vecchiotto)
E tornano con lo stesso mix di trucchi magici un po' analogici (la sana classica illusione, il prestigio, come diceva quello) aiutati dalla tecnologia. 
Tra i protagonisti fuori Isla Fischer (ho scoperto come si chiama solo da poco, da quando ho scoperto che è la moglie di Sacha Baron Coehn e da quando fa queste cose sul suo Instagram)
dentro quella bella ragazza di Lizzy Kaplan, una che forse si perde troppo dietro allo sforzo di fare la simpaticona.
Rimangono in scena un sempre più fastidioso Jesse ZuckerEisenberg (ormai la sua recitazione isterichetta con le smorfiette - anche dopo il suo Lex Luthor e quell'altra noia su Foster Wallace - dà l'orticaria), un Woody Harrelson che tanto che volete che gliene freghi, è pronto anche a mettersi una parrucca riccia e fare il personaggio mezzo checca in barba al politically correct, un monoespressivo fratello piccolo di James Franco, e un sempre adorabile Mark Ruffalo. 
Parentesi Mark Ruffallo, ma come si fa a non voler bene a Mark Ruffalo? Ma dai uno che fa cose del genere lo ami no matter what
E poi porello si è anche sentito male girando la scena in cui si sentiva male


Mark Ruffalo è proprio un animaletto da compagnia da volere a casa, anche il nome è perfetto. Voglio un Ruffalo tutto mio!
Anche i due vecchiardi della serie tornano nella loro solita recitazione pilota automatico, Morgan Freeman e Michael Caine (un altro che di maghi non ne ha mai abbastanza), ma a loro lo perdoniamo, non come a Hopkins o DeNigro.

Tornando al film, questo secondo capitolo funziona molto meno del precedente. Ci sono due ordini di motivi, il primo è l'aver esagerato ancora di più con la pianificazione assurda del trucco. Già nel primo avevamo accusato la troppa complicanza del piano architettato, uno di quei piani che, ok sei un genio del crimine e della magia, ma non è che puoi pianificare in che direzione volerà una colomba o il millimetro esatto in cui attererà una moto dopo un capitombolo di cento metri, ok la sospensione dell'incredulità, ma se invece provassi a non farmela sospendere? Mi stupiresti molto di più, ricordati che sempre come diceva quello, io che vengo a vedere un mago VOGLIO che sia vera magia, quindi sono predisposto a crederti, voglio essere ingannato, non c'è bisogno che mi fai una cosa così incredibile da farmi dire "vabbé, ma ti pare". Voglio che sia incredibile, ma quando poi me la spieghi diventi credibilissima, da qui l'applauso.
Il secondo ordine è l'eccessivo spiegazionismo: parlano parlano parlano, parlano troppo, sembrano me. Spiegano tutti i trucchi e si perdono molto in chiacchiere, anche il cattivo (Harry Potter) non mette mai paura perché parla troppo, fa il gigione. Infatti la scena che funziona di più è quella quasi muta nel caveau col passaggio di carta volante

una specialità che sembra abbiano imparato davvero

mentre il vero mago in questione sembra abbia ancora delle difficoltà.

A parte le battute, posso anche dire che vedere Harry Potter ormai vecchio e con gli occhi spiritati coinvolto in un film di maghi... DI MAGHI! Capito?!... mi ha fatto esplodere il cervello (ma era solo un trucco). Mi sarebbe piaciuto tantissimo un continuo rimando metafilmico con lui che ad un certo punto si gira e fa AVADA KEDAVRA! Non sono il solo:
People keep getting Daniel Radcliffe confused with Harry Potter in interviews.
People keep getting Daniel Radcliffe confused with Harry Potter in interviews.
People keep getting Daniel Radcliffe confused with Harry Potter in interviews.
(lo so che questa cosa l'ha fatta ad esempio DeNigro che in quel film va a vedere Quei Bravi Ragazzi, ma quello è DeNigro che si denigra, qui stiamo parlando di uno che il prossimo film fa il cadavere che scoreggia, in una sorta di bizzarro reboot di Weekend con il morto, che, diciamocela tutta, dal trailer potrebbe anche essere il miglior film del 2016:

Comunque questa cosa di Radcliffe coinvolto di nuovo in un film di maghi ha subito acceso le menti deboli dei complottisti di Hogwarts:
Solo un caso? Io non cedo!
Il regista è cinese, anzi no è americano ma il cognome, Chu, parla chiaro, è palesemente un parente di Fuman (scusate) e gran parte del film è girato a Macau, la Las Vegas cinese (l'ho appena inventato, è piena di lucine), e non se la cava molto bene, tranne un paio di scene riuscite visivamente - il cavò e la pioggia matrixiana:

il resto è ampiamente al di sotto delle aspettative (che si erano un po' alzate dopo la mezza sorpresa del primo episodio). 
Il fatto è che adesso è d'obbligo fare dei film con la parte in Cina, visto che è il mercato su cui si punta per far continuare a vivere Hollywood (lo sapete cos'è successo con Warcraft, vero? È successa questa cosa incredibile.).
Già confermato il terzo capitolo. Eccitati? Mark, incredibilmente, sì:

A parte i poster orientali che sono interessanti:
facciamo una bella gallery di vecchi poster maggichi d'antan, sperando vivamente che facciano questo benedetto film BELLO su Harry Houdini con protagonista proprio Ruffalo, sarebbe più che perfetto (sì lo so che c'è la serie con Conan Doyle investigatori, ma lo sapete cosa penso delle serie ormai, sono un trucco svelato. Però prometto che la vedrò, anche solo per amor di mago).

♰ Bud Spencer ♰

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♰ Bud Spencer ♰
Bud was here.


CB ANTEPRIMA • Alla ricerca di Dory

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Alla ricerca di Dory
Trama: Dory's day

Per tutti dei giri pazzeschi (oddio, non così pazzeschi, semplicemente stavo a Taormina al momento giusto per puro caso) ho visto l'anteprima di In cerca di Dory in questa cornice qui:
Posso dire senza paura di smentita che è stato il cinema più bello in cui ho mai visto un film. Secondo me supera tutti questi (oddio forse quello con la piscina...).
Comunque, cosa c'è di più bello di andare a fare un weekend finalmente libero da recensioni e film brutti e ritrovarsi un'anteprima pazzesca come un film Pixar? Forse di meglio c'è Richard Gere.
Esatto, c'era proprio Riccardo Ghiro (ed è subito personaggio Disney) che faceva il padrino della manifestazione, eccolo in un'incredibile paparazzata del sottoscritto
lo vedete? Lo indico col dito. Quel capoccione canuto. Richard il Bianco. Non lo vedete? Solo lo stolto guarda il dito che indica il Gere.
Prima dell'attesa proiezione di Dory però ci siamo sorbiti 40 minuti di "gala" di inaugurazione.
Ora, figurarsi se io mi tiro indietro a del buon vecchio gossip, quando vado al Festival der Firme de Roma è la parte più divertente, ma devo dire che questa volta ci sono stati degli highlights che hanno superato qualunque assurdità mai vista prima. Ecco la mia top 3:
- Bianca Balti che sale sul palco e - visto che il filo rosso della serata era "Gli invisibili", sì insomma i senzatetto, una scusa per promuovere l'ultimo film di Gere, che si intitola, pensa, Invisibili - dice che lei sente molto il problema dei senza tetto perché anche lei ha paura di rimanere senza casa. Ripeto: ha paura di rimanere senza casa. Paura da cui si rilassa con dello shopping;
- il sindaco di Taormina che dice, testualmente: "Grazia a chi ha costruito questo schermo altrimenti questo posto è solo un teatro di pietra". Ripeto: un teatro di pietra.;
- Monica Guerritore che ci prova palesemente con Alessandro Borghi davanti a tutti.
Però sapete che c'è, una cornice del genere mi avrebbe fatto perdonare anche il pensiero fisso che il cinema in ItaGlia difficilmente diventerà una cosa realmente cool, finché è in mano a gente che sul palco invita politici e modelle decerebrate per accontentare i giornalisti e le signore accanto a te che riprendono TUTTI e 40 i minuti col telefonino.
Ma non siamo qui per parlare di cinema seriamente (scusate se a volte l'ho fatto...), siamo qui per parlare di Dory!
Che è uno di quei film che la Pixar fa per monetizzare (e gli riesce, il film è già record), come quando fa i seguiti di Cars.
Ora, dopo un capolavoro come Inside Out e un passo falso come Il viaggio di Arlo, lo studio che ha cambiato il modo di vivere il cinema d'animazione (vi piacciono le mie frasi fatte? Lo so che vi piacciono... sempre meglio di quelle di Bianca Balti), va sul sicuro e riapre gli acquari di Alla ricerca di Nemo, uno dei suoi film di maggior successo, ma anche, quando l'ho rivisto, uno di quelli più "sempliciotti", in senso tutto sommato buono, ma vuoi mettere con Toy Story? Vuoi mettere con Ratatouille? Vuoi mettere con Wall... ah non con quello lo metti visto che ancora peggio in quanto a sempliciotteria.quali
L'andamento è lo stesso: un road movie, anzi uno swim movie, con un personaggio (o un gruppo di personaggi) che va da punto A a punto Z e in tutti i punti che passano dalla A alla Z incontra Balene, Carpe, Delfini, Elefanti marini, Fusilli di mare, Gazze, pesci Hawaaiani, Ippocampi, Lucci, Mante, Narvali, Orate, Palombi, qualche pesce con la Q esisterà pure, Ricci, Squali, Tartarughe, Uova di mare e Vongole. 
In questo seguito le strade correnti si dividono, Dory cerca i genitori, Marlin e Nemo cercano Dory, e raddoppiano i personaggi incontrati, alcuni per qualche secondo, tanto per fare la gag, altri diventano nuovi compagni di avventura.
C'è la balena, il beluga e, su tutti il più divertente, il polipo Frank, di certo quello meglio caratterizzato e con il maggior spessore, quello che davvero è degno di essere ricordato come un personaggio Pixar dei più belli
gli altri sono più o meno tutti comic relief. Non ci sono veri villain, mai.
Ecco, forse la natura leggermente forzata di comicità del film diventa un limite. Certo, il ritmo è talmente alto per tutto il tempo che non si fa in tempo a ragionare un attimo sulla facilità di questo o quel personaggio, che si è già scaraventati nella vasca successiva, nella rocambolesca scena di fuga successiva, nell'incontro con il personaggio successivo.
Tutto bene se si accetta il film come un buon seguito (di certo meglio di Cars 2 o Monster University), ma non chiamiamolo capolavoro. I capolavori Pixar sono altri.
Sarà che poi ho difficoltà a fami piacere la protagonista assoluta, Dory, che continuo a trovare una pescia un po' innervosente (Marlin e Nemo sono poco più che comparse, e Marlin è diventato davvero fastidioso con tutta la sua ansia); certo molti l'adorano proprio per quel suo misto di intraprendenza incosciente e ottimismo indistruttibile, quindi mi prendo la responsabilità del fatto che a me non piace proprio il personaggio, e la sua sindrome da memento non mi diverte, almeno non alla 40esima cosa che si dimentica
a un certo punto inizia a diventare veramente troppo, dà vita sempre allo stesso sketch.
- Dory dobbiamo trovare X
- Ma certo andiamo.... chi dovevamo trovare?
Anche il lato "lacrimuccia" del film, per cui sappiamo la Pixar essere la vera esperta, è riservata la scelta più facile: Dory piccola con gli occhioni che "perde" i genitori
Ma la qualità di altre idee e della realizzazione è così alta e affinata, che non puoi proprio dire che Alla ricerca di Dory sia brutto, anzi, per alcuni sarà un "must sea movie" (cit.).
Tecnicamente ormai la Pixar si supera ogni volta e ha il gigantesco merito di non sedersi sugli allori, guardate come hanno fatto il polipo

ma in quanto a sceneggiature inizia a diventare un po' troppo rassicuramente. DAvvero sono finite le idee anche a loro, come in tutta Hollywood? No perché il futuro della Pixar non è mlto roseo (quattro film da qui al 2019, di cui tre sequel)
Quello del cinema d'animazione mi pare ancora meno:


Arriverà Moana Oceania, ma chissà...

Il corto animato allegato a Dory, Piper, è molto carino, palesemente una scusa per studiare come si fa il mare fatto al computer (incredibile sempre di più quello che riescono a fare con gli elementi naturali, sono fatti al computer e sembrano più naturali di quelli che vedi con gli occhi tuoi)
Comunque, tra tutti i personaggi che si vedono nel film, non lasciatevi ingannare dalla risata facile del balenese 
o dalla pucciosità delle lontre (ormai ci giocano sul fatto che fanno i personaggio pucciosi di proposito... lo fanno ma poi il peluche lo producono comunque. La furbizia.)
e innamoratevi anche voi di questi due pazzi scriteriati e sovversivi, dei veri corti circuito viventi in un mondo di tanto amore e LOLlosità:
che meritano uno spin off tutto loronon sono il solo a volerlo:
Voglio crederci.

NOTTE BROCCOL • Friend Request

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Oh. Ho sonno. Incredibile ma vero mi avete costretto a mettere tutti gli horror di notte, e alla fine anche io devo rimanere sveglio per far uscire in tempo il post. Ed è subito maledizione da film horror! NOTTE BROCCOL! La storia dell'uomo (bello) che doveva scrivere le recensioni entro mezzanotte altrimenti... altrimenti... e altrimenti niente, se sentiva in colpa non se sa perché. A parte questo credo che mi addormernterò mentre scrivo... proprio come si faceva durante il blocco di pubblicità notturno prima di Notte Horror, la mitica serata di Italiaaa Unooo degli anni Novanta, intendo proprio il blocco di pubblicità subito precedente al film, roba che eri arrivato ino a lì cacchio e niente, morto stecchito con la bolla al naso sul divano all'ultimo metro. 
Comunque non ci metterò più di 15 minuti a scrivere la recensione di 
Friend Request
Trama: Strega in bacheca

...perché casco dal sonno.
Friend request è praticamente una storia di grande attualità internettiana odierna.
Inizia con una giovane ragazza pinguana molto popolare che riceve una richiesta d'amicizia su Facebook e all'inizio è un po' tutto un chattare carini, senza stress, si ride si scherza ci si mandano le gif
Poi diventa più interessante magari uno dei due fa un passetto più lungo della gambetta e si potrebbe anche trattare di una cosa più interesante del semplice passatempo del tipo prima avevi la mia curiosità ora hai la mia attenzione
Poi però succede che quello che all'inizio sembrava un innoquo chiacchiericcio si trasforma in una roba più stramba, quasi inquietante
E ALLA FINE TE MANNA LA FOTO DER CAZZO SENZA CHE GLIEL'HAI CHIESTA!
No dai.
Stavo scherzando. 
Il film parla di tutt'altro, o meglio non ci sono foto di peni, solo foto di pene e paturnie di una poveraccia senza amici, una sorta cosplayer di Lisbeth Salander
(Ma davvero ancora vanno in giro a fare personaggi del genere?) che però - ahiahiahi - si scopre essere una strega! BOOO! 
Questa strega prima ti chiede l'amicizia su Facebook, poi ti stalkera peggio di ChickenBroccoli quando gli scrivi una domanda su questo o quel film, e lui ti risponde chiedendoti quanto porti di reggiseno, e poi, quando finalmente ti decidi a toglierle l'amicizia, inizia ad ammazzare tutti i tuoi amici e a mettere i video delle loro morti sulla tua bacheca cos' a loro volta tutti i tuoi amici ti prendono per pazza maniaca e ti tolgono l'amicizia. 
Vabbè comunque se penso a certa gente su Facebook rimane un film di micidiale attualità, no perché voi non ammazzereste male chi scrive GENIO! sotto ogni cosa, chi continua a mettere le frasi di Osho o dei cartoni animati che parlano romanaccio, chi dice ai quattro venti "facebook non è la vita vera", chi mette solo gif con frasi motivazionali... e tutto il resto. Ma sopratutto chi appena ha visto un film deve subito fare la sua critica. CHI TE L'HA CHIESTA! Lisbeth aiutaci tu, anzi no che l'altra volta hai fatto incazzare tutti, se rileggo i commenti ancora rabbrividisco.
Ora, mai  e poi mai avrei creduto di poter dare un Chicken a questo film, un palese prodottino horror dei più infimi che sfrutta la paura del social, degli stalker, di INTERNET BRUTTO!11! FACEBOOK MALE!! Presto! Diciamo a tutti che Facebook è il male! Come possiamo raggiungere molte persone per dirlo? Ma certo! Su FACEBOOK! E via dicendo così che ormai c'è tutto un genere... Non so se ricordate Unfriended, praticamente pare un horror da universo condiviso.
Fatto sta, sarà la stanchezza, sarà che l'ho visto in SEI sessioni diverse (vuol dire che l'ho messo sempre mentre stavo per dormire e ogni volta che lo ricominciavo guardavo un pezzo che solo dopo 10 minuti mi accorgevo di aver già visto, un po' come succede coi libri che leggi prima di addormentarti.. e quindi il film per me è durato come metà Decalogo di Kieslowski), ma insomma, mi ha divertito. Non è meno peggio di tanti horror che fanno il loro sporco lavoro di essere tanto idioti da non farti sciogliere ancora di più il cervello che è già sulla graticola atmosferica.
Insomma è luglio, ci sta FACEBOOK CATTIVO! ZUCKERBERG DIAVOLO! C'è una protagonista bonissima (la stessa di Fear the Walking Dead, c'è la strega Lisbeth Salander che pare uscita da uno SCary Movie, che volete di più da un horror estivo?
Parliamone su:

CB ANTEPRIMA • Cattivi Vicini 2

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Cattivi Vicini 2
Trama: Zac!

Ci sono tutti gli ingredienti del primo, e visto che il primo era stato una divertente sorpresa, posso tranquillamente dire che anche questo seguito mi ha fatto ridere, certo, come un imbecille, ma quanto è bello ridere come un imbecille, ridere e contemporaneamente pensare "che cazzo sto ridendo? Davvero mi fa ridere questa idiozia? Io non dovrei ridere, dovrei essere indignato per come sta andando la commedia americana, tutta persa in gag una di seguito all'altra ma poi le storie sono esili come i garretti di un asinello morente!" e nello stesso tempo autoassolversi perché non c'è sempre un motivo alto e intelligente e brillante per ridere, ma si può ridere anche di un'idiozia, perché sai che c'è? Finché mi viene venduta per quella che è, una stronzata, con onestà io me la comprerò, e riderò, e diro di andarlo a vedere senza fare tanto quelli con la puzza sotto il naso che ridono solo se c'è di mezzo Woody Allen.
E poi mi viene venduta da Seth Rogen, uno che quando sta in palla a me venderebbe qualsiasi cosa (quando non ci sta in palla invece fa schifo, e anche quando sta in palla ma non è sorretto dal film intorno anche non è proprio il massimo), uno che nonostante l'evidente imbecillità del suo personaggio riesce addirittura a farti pensare - incredibile - "ma lo sai che vorrei essere anche un po' Seth Rogen, ciccione, innamorato e pronto a difendere la sua famiglia contro tutti e soprattutto tutte e tette e andare pure in giro così:
Oddio, non che abbia la panza di Seth Rogen, intendiamoci. Ma anche se non ce l'ho non ci andrei in giro così. Certo non andrei in giro neanche con il corpo da Big Jim di Zack Efron
(ho sentito qualcuno bofonchiare "la volpe e l'uva" o sbaglio?). Certo pure Zac, da idolo delle ragazzine a una sequela di commedie imbecilli, e la maggior parte le sbaglia, non so se ricordate dove l'abbiamo visto l'ultima volta, volevate dimenticarlo eh? E la prossima non promette certo bene:

Insomma, la trama di Cattivi vicini 2  è una ripetizione pedissequa di quella del primo, con la differenza che invece della fraternity ora c'è la sorority, (che sappiamo essere molto protagonista in un certo cinema, non dimentichiamo La coniglietta di casa o Scream Queens)

(infatti potevate intitolarlo Cattive vicine, no?) 
Sorority apitanata da Clohe Moretz e le cui armi a disposizione sono l'attacco sexy di autolavaggio e il lancio di assorbenti contro le finestre... usati ovviamente.
Ew

direte voi, e non sarò io a smentirvi, ci sono più cose inutilmente gross...olane del primo (compreso il sacco scrotale di Zac in ballonzolante vista), ma altrettante divertenti e idiote che sì, ci vuole proprio in questo periodo dell'anno.
A proposito di sorority, teenager e Ew, lo so che è vecchio ma questi sketch li avete mai visti?

Quanto si divertono. Secondo me fanno i film solo per poi fare i coglioni in giro per i programmi televisivi. Dimostrazione definitiva di questa teoria?

Comunque, un seguito promosso, nonostante un sequel di questi tempi non andrebbe mai promosso, visto che ormai stanno producendo solo quelli... ragazzi la situazione è preoccupante davvero. Vorrei fare il conto di quanti sequel e reboot ho già visto nel 2016, ma ora non mi va ora

so solo che sono tanti, tantissimi, quasi tutti, diamine.
Comunque una cosa più importante della quantità di sequel è la presenza di lei nel film:


che abbiamo già visto in DOPE e che, ok, non so se sono passabile di arresto nel mettere queste foto ma è di certo una da tenere d'occhio, anche tutti e due.

CB ANTEPRIMA • Il piano di Maggie

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Il piano di Maggie

Trama: Greta sgorbio

Ho visto il piano di Maggie qualche settimana fa in anteprima, poi me lo sono mezzo scordato e ho fatto tardi, infatti è uscito ieri e non è un'anteprima manco per nulla.
Ma tanto ci sarebbe comunque stato pochissimo da dire. 
Ci sta la solita Greta Gerwig che ormai è la baronetta di tutte le 30enni sfigate coi vestiti di flanellona che non mettono le tette in mostra perché loro leggono libri e mangiano bio mica hanno tempo di farsi le selfie sozzette su Instagram per richiamare l'attenzione del merlo maschio, loro. Quelle un po' goffe, un po' lunatiche, sono così dolcemente complicate, sempre più emozionate, delicate, ma potrai trovarle ancora lì, su Tinder.
Quindi tutte quelle mossette e tic isterichetti da ragazza dai principi sani e ecosolidali, ma anche coi bisogni di ogni donna, coi cappellini di lana in una New York iper-woodyalleniana (si vedono solo le scalette che ti portano nei microappartamenti di Brooklyn e ogni volta parte la musichetta alla Woody, sai quella che fa "peppeppee peepè perperpppeeeè" piano piano).
Greta è diventata davvero odiosa. Capisco che sia facile riconoscercisi, insomma, le ragazze di tutti i giorni, quelle vere e sane, sono più Greta 
che Kim
si mettono le calze colorate e quando tornano a casa subito dentro tute comodissime, sono più timide che zoccole, fanno lavori meno interessanti che essere mogli esibizioniste di rapper, eccetera.
E fino a qui, ci sta pure un "ognuno è come cazzo gli pare".
Ma, forse esagero, ormai Greta mi pare un personaggio costruito tanto e quanto una Kim qualunque, uguale e contraria, comunque per un "pubblico",  quello che odia Kim e ama Greta. 
La conoscemmo in quel film con Ben Stiller (Greenberg), e mi sembra non si sia mossa di un centimetro, film indipendente del marito che non ho visto dopo film indipendente dove balla che non ho visto. È una che ha ottimizzato tutte quelle che sono le sue particolarità (cioè non avere particolarità) e l'ha esaltate all'ennesima potenza; basta vedere la sequela di faccette, faccine, facciotte che ci rifila in questo film. Il problema è che la naturalezza si è andata a farsi benedire.
Oppure sono solo impermeabile all'agricoltura a Km0.
La trama è da commedia dei sentimenti tipica: lei ama lui (un mai così coglione Ethan Hawke, che come fa bene lui il fesso, pochi altri), ma lui sta con l'altra (l'unico sole del film, una divertita - più che divertente - Julianne Moore con accento nordeuropeo e cuore di ghiaccio), ma lei conquista lui che lascia l'altra
ma poi lei non ama più lui allora studia un piano con l'altra per cui lui possa tornare con l'altra e liberarsene. Tutto questo in un putiferio di golfini lisi e dai colori impossibili di lei vs vestiti di designer costosissimi dell'altra, case arredate al mercatino di lei vs case di design con arte contemporanea dell'altra, discorsi iperpsicologici semplici di lei vs discorsi iperpsicologici complicati dell'altra, in un tripudio di luoghi comuni.
Se al posto di Greta ci fosse stata una Julia Roberts qualunque, o una Renee Zellweger qualunque o una Meg Ryan qualunque si sarebbe chiamato Se mi sposi ti lascio o cose del genere e via.
Un film che tira dritto, ma senza arte né parte, lo segui perché è pacato e la scrittura è sopra la media delle commedie attuali (dove la media attuale delle commedie sono scroti al vento e scene di scatologia varia), ma non per questo può essere perdonato per una banalità imperante.
E poi comunque sempre viva viva viva la sofisticatezza di Julianne (quanto mi piace ancora... nonostante tutto quello che c'è stato tra noi...)
che la frikkettonaggine intellettualoide di Greta

♰ Michael Cimino ♰

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