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CB ANTEPRIMA • The Boy and the Beast

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The Boy and the Beast
Trama: The boy and the best

Questo è davvero l'anno degli animali antropomorfi a cartoni animati.
Dopo Bojack Horseman e Zootropolis, ecco che dal Jappone arriva un intero universo parallelo popolato da animali che fanno cose da uomini, un po' come se i personaggi di Richard Scarry andassero a vivere nella città incantata di Maestro Miyazaki (mi hanno detto che se non metti Maestro prima di Miyazaki arriva la yakuza e ti mozza le dita).
Ci sono i leoni e le pecorelle, ci sono le scimmie e i lupi, ci sta pure il purceddu

Solo non si vedono i due leocorni. O forse nella folla, tra le animazioni un po' ripetute col computer, si intravedono.
Il racconto del film è la tipica storia di formazione a colpi di arti marziali e filosofia orientale di un giovane ragazzo (quasi) orfano che viene "ccaturato" da uno sconosciuto all'incrocio di Shibuya e trascinato dentro un mondo fantastico parallelo al nostro, popolato appunto da bestie, che però "so mejo dell'ommini", dove il combattimento e la magia sono all'ordine del giorno. 

tra i più ammirati di questo mondo fatto di gran lavoratori ci sono i grandi maestri marziali e tra questi Kumatetsu, la Bestia, tipico personaggio pieno di sé, attaccabrighe, carismatico e indolente, però fortissimo nel combattimento, tanto che può aspirare al ruolo di Dio (hai detto poco), uno che si guarda bene dal prendere un apprendista, fino a quando arriva Kyuta (il ragazzino).
In un mix ben riuscito di Karate Kid "ava le mutande piega le mutande" e L'ultimo Buddha il giovane e il maestro, tra un litigio e un battibecco, impareranno ad amarsi, a diventare, a tutti gli effetti, padre e figlio

...anzi di padri Kyuta ne avrà addirittura tre, ci sono infatti la Scimmia e il Porceddu di prima, che sembrano Goku e compagni versione arcobaleno (e arisdinge con le famiglie non convenzionali con tanti papà e amore triplicato. Siamo a 4 quest'anno.)
Il regista del film è davvero uno di quelli che andrebbero chiamati maestri: Mamory Hosoda, colui il quale ci ha regalato un CAPOLAVORO vero, che a malapena è arrivato in Italia (mentre mi raccomando non facciamoci scappare anche i film di Miyazaki di trent'anni fa eh, mi raccomando... o quelli noiosi.): Summer Wars.
NON AVETE MAI VISTO SUMMER WARS? Ennò, e allora di che stiamo parlando? Guarda qui non si tratta di essere appassionati di animazione jappo, qui si tratta di amare il bel cinema. Vedetelo.
The Boy and the Beast, dal canto suo, non raggiunge quello splendore (e devo dire che mi piacque di più anche La ragazza che saltava nel tempo) e la storia nel suo essere canonica (infatti ci sono anche dei cani) non brilla in originalità, ma rimane un film costruito benissimo.
Finale visivamente splendido, anche se forse ci si arriva qualche minuto di troppo (diciamo 14,15?); c'è pure il personaggetto kawaaii inutile ma carino per farci il portachiavi:

Il film è in sala solo oggi e domani - in questa pratica distributiva che continuo ad approvare di portare al cinema film altrimenti destinati all'oblio rendendoli "eventi" da cogliere al volo - voi non fatevelo scappare. Altrimenti divento una bestia

Barbra D'urto

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Parto con mamma
Trama: BMammW

Non so neanche io perché ho visto questo film.
Anzi lo so, mi è capitato davanti alla schermata con tutti i film di Netflix (ebbene sì, io PAGO per vedere i film! Ecchellallero! Mica come certi che stanno lì e vanno solo alle anteprime e magari scaricano pure i film! Gaglioffi!), e siccome me l'ero perso quando uscì, mesi (o erano anni?) fa, ho spinto play annoiato e prima che mi rendessi conto di che film di merda è, era finito. 
Vi dico solo che l'ho iniziato a vedere in lingua originale, ma seguirlo mi richiedeva talmente tanto sforzo ...e stiamo parlando di un film con Seth Rogen, la cosa più complicata da decifrare è la sua risata da bambacione... che dopo una ventina di minuti l'ho messo in italiano.
Ma proprio una visione che più svogliata non si può, proprio come quando tua madre ti chiede di fare qualcosa, qualsiasi cosa, da mettere in ordine la stanzetta quando avevi 10 anni a rifare il letto quando ne avevi 18 a sposarti quando ne avevi 30 ad accompagnarla dal medico quando ne avevi 45 a ritirarle la pensione quando ne avevi 57 a scegliere il loculo quando ne avevi 73. Proprio la svogliatezza. Ora che ci penso forse è un film che parla della svogliatezza di essere figlio. Forse è un capolavoro.
No. Non lo è. È una noia allucinante che fa sembrare addirittura una zozzeria come Nonno Scatenato (li accomuno perché c' la solita storia del giovane che deve fare il viaggio col parente, come In viaggio con la zia e In viaggio con Papà) una roba meglio, almeno lì ti incazzi. Invece qui è tutto talmente soporifero che non hai neanche la forza di tirargli i broccoli addosso (cosa che io spesso faccio contro lo schermo dimenticandomi che è il muro proiettato, ogni volta devo rimbiancare).
Seth Rogen non che sia mai questo grande attore, ne sbaglia tanti almeno quanti ne azzecca, ma proprio antipatico non può stare, certo ha raffinato la sua comicità in un miscuglio di risate da demente e corporalità ingombrante (tranne quando era dimagrito, ma il film faceva schifo lo stesso), e  funziona di più o quando è in coppia col suo amichetto Franco o quando c'è tutta la combriccola. Qui invece fa da spalla a Barbra Streisand che, si vede benissimo, lo frena tutto il tempo.
Sono entrambi mummificati, non fanno ridere mai: Barbra perché non è mai un personaggio interessante. La conosciamo come una signora attempata calma e pacifica, e ci si aspetterebbe una sorpresa durante il film, chessò, che si rivela una pazzerella, una coraggiosa, una maniaca. Niente di tutto questo, solo noia e frasi insulse
barbra streisand the guilt trip joyce brewster
e Seth perché non può fare il solito numero dello strafumato, innamorato, timido, stralunato sempre più spettinato.
Questo video qui è molto più interessante del film:

Il titolo "parto con mamma" mi fa slogare il cervello ogni volta che lo leggo. Parto. Con mamma.
Comunque Seth (partita, incontro. dovevo dirla.) lo ritroviamo qui:

Il primo era carino, e attenzione, dicono che anche questo funzioni.
Questa recensione me l'ha chiesta mia mamma, per questo è così svogliata.

NOTTE BROCCOL • The Boy

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Neanche una settimana dal primo ed ecco già il secondo appuntamento con NOTTE BROCCOL.
Mi piace sempre inventare nuove rubriche perché parto in quarta e ne faccio tantissime all'inizio, poi verso la quinta, sesta puntata mi annoio e tempo di arrivare alla decima mi scordo addirittura che esistono! Fa quasi... PAURA!
Comunque per riassumere per chi di voi l'altra volta dormiva, Notte Broccol non è che una scusa per parlare di film horror, e per rompere la monotonia del post che arriva tutti i giorni alle 9, infatti questi escono a mezzanotte, come i film della serie Notte Horror di Italia 1.
Per questa notte che vede voi coraggiosi intraprendere questo viaggio urlante nel raccapriccio - e che vede invece me dormire della grossa con la bolla al naso, infatti questa roba l'ho scritta alle 14:00 e grazie al magico pulsante "pianificazione" la faccio uscire a mezzanotte" - abbiamo tirato fuori dalle purulente piaghe dei film americani una pellicola ch esce proprio oggi nelle sale italiane, uscita che ci dice due cose: 1) sta arrivando l'estate 2) stiamo messi maluccio.
Ma prima una sigla di una canzone che ci mette di buonumore:
Il film non è la biografia di George (!) e neanche un film gay come suggerisce Tumblr se cerchi "the boy", si chiama:
The Boy
Trama: Boys don't die

Una delle protagoniste di Walking Dead, cosa lì... dai... quella che sta col cinese koreano, riesce a strappare un contratto per un film da protagonista, ovviamente non va oltre l'horror.
L'horror in questione è quanto di più scontato, risaputo, già visto, banale si possa immaginare... eppure, ATTENZIONE, funziona. Sarà che le aspettative erano a zero e le promesse anche meno (si vede lontano un miglio che non volevano fare il filmone della vita), quindi perfetto.
Allora ci sta questa giovane donna che accetta il più strano dei lavori da babysitter: fare da badante a Brahms, che non è un ragazzino problematico, ma un pupazzo di porcellana. Che già averlo in giro per casa, 'sto coso:
metterebbe una certa ansia a chiunque... eppure c'è davvero gente che ama i pupazzi di porcellanaQui la questione è che questi due vecchi avevano un figlio, ora morto in circostanze (che sono le camere rotonde delle case grandissime) misterioooseee uuuu, e siccome sono mezzi pazzi trattano questo pu-pazzo (appunto) come il figlio morto anni prima. Poi dici l'alzheimer.
La ragazza prima gli ride in faccia
poi ride molto meno quando, una volta che i vecchi hanno telato, il pupazzo inizia a muoversi (sempre quando lei non c'è però, non sia mai...), fare rumori strani, fare la lista delle cose che lei deve fare per essere una brava baby sitter

Neanche Cicciobello che fa la cacca aveva bisogno di tutte queste attenzioni. 
Esisteva davvero Cicciobello cagoso:

Vi ho messo la pubblicità perché proprio come in ogni film trasmesso da Italia 1, non ci si può permettere di entrare nel vivo della storia che TAC partono 14 minuti di pubblicità, che poi sparati all'una di notte sono quella sezione micidiale che ti convince ad andare a dormire.
E insomma c'è poco da ridere, la giovane si ritrova sola nella magione e si convince che lo spirito del bambino morto si sia trasferito nel bambolotto. C'è da chiedersi se Brahams è il fratellino di Annabelle, amico di giochi di quello di Piccoli Brividi.
Tra un vicino di casa che la crede pazza e una scena di spavento di routine

il film procede senza infamia e senza lode fino alla risoluzione finale con sorpresa. Sorpresa che peraltro non sorprende nessuno, no di certo quelli che sono un po' avvezzi agli horror.
Perché insomma, se vi dicessi che la possessione non c'entra nulla. Eddai... [si capisce che sto ammiccando con le sopracciglia?)... bambino "morto" anni prima... casa gigantesca... so che potete arrivarci, capisco che è notte e il cervello sta già dormendo da svariate ore, ma mi fido di voi. Esatto, è proprio così. E, sempre più assurdo, è proprio questa differenza rispetto a tutti gli altri bambolotti viventi e cattivi a rendere Brahams diverso e addirittura più potente. 
Il gioco sta nel fregarci sulla nostra stessa abitudine di vedere il pupazzo muovere gli occhi, svegliarsi e aggredire qualcuno. Stiamo lì ad aspettare il momento che ci prendiamo lo spavento... e quel momento non arriva... e questo aumento la tensione.
Il regista sta sfornando un horror all'anno. È partito da quella cagatina videogiocosa di Stay Alive, per poi arrivare alle possessioni di L'altra faccia del diavolo e ai lupi mannari di La metamorfosi del male, insomma uno che in quanto a temi horror ama andare sul sicuro. Adesso aggiunge una bambola assassina (ma non è proprio così) alla lunga lista di bambole assassine già esistenti.
Buona notte pupazzi pazzi, ci vediamo alla prossima Notte Broccol! UA UA UA (risata diabolica in dissolvenza).
Zio Broccolia

• CHICKENBROCCOLI a ITALIANISM •

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Sarà capitato anche a voi di avere un'idea in testa, sentire una specie di orchestra che fa "adesso faccio una cosa creativa perché proprio non resisto a tenermela in testa che la devo realizzare per forZUM ZUM ZUM!".
A me è capitato, svariate volte, since 1999. L'ultima volta che ho avuto un'idea è stato il 27 agosto 2009. E guardato dove sono ora... vabbé.
Domani a Roma si festeggiano tutte le persone che hanno idee e che le realizzano. 
Domani a Roma c'è ITALIANISM!
Allora, per sapere esattamente cos'è voi andate sul sito ufficiale.
Io ve lo riassumo così: entrerete in un hangar GIGANTE (quelle rare occasioni dove vecchi spazi chiusi agli occhi si aprono e non per farci qualche convention di fitness o una festa di 18anni di qualche pischella altolocata) riempito di circa 50 eccellenze selezinate dal meglio della creatività italiana. Si va dagli illustratori ai maker, dai magazine indipendenti ai fotografi, dai collettivi artistici agli artigiani, tutti insieme per un'intera giornata a scambiarsi complimenti (...ma con alcuni anche sguardi truci. E con altre anche sguardi languidi...) e idee. Poi ci sono anche io.
La giornata/serata dura dalle 15:00 alle 3:00. Le 3 di notte! Dovevano proprio organizzare una cosa del genere per tenermi sveglio fino alle 3:00 di notte.
E io che porto? Una grande cosa, grande proprio nel senso di grossa: il RULLO ANTISTRESS DA COLORARE. Che, lo dice la parola stessa, è un rullo di carta largo 5 METRI con 8 illustrazionicinematografiche realizzate da altrettanti illustratori bellissimi e bravissimi. Loro: Osvaldo Casanova • Andrea Chronopoulos • Vanessa Farano • Tram • Matteo Cuccato • Rubens Cantuni • Ale Giorgini • Oscar Odd Diodoro
Ecco un paio d'anteprime:
Ieri Amazon mi ha consegnato 200 pennarelli colorati. Vi bastano?
La cosa bella è che le 8 illustrazioni sono anche contenute nell'attesissimo (oh, dopo il successo del primo posso ben dirlo) FILM CULT ANTISTRESS DA COLORARE 2. Reloaded! Il ritorno! Colpisce ancora! Sempre più pazzo!
Albetto che troverete a ITALIANISM... con DUE COVER DIVERSE!
Capito? Ho fatto la variant, che ora va di moda. Il bello è che ho stampato lo stesso numero di cover rosse e bianche, quindi una è la variant dell'altra! Come? Questo non dovevo dirlo perché toglie il gusto di comprarsi la variant finto-rara? Ah.
Ovviamente ci saranno anche il CB Magazine, gli Award PoPster, e tutte le cose illustrate e cinematografiche per cui avete imparato ad amarmi.
Oltre a tutto questa questa esplosione di teste creative
ci saranno anche delle mostre - una di fotografia di Maurizio di Iorio che fa queste foto Chicken (e quando dico Chicken intendo proprio Chicken) qui:
e una di illustrazione di Federico Babina, di cui già parlammo da queste parti, che fa questi poster cinemarchitettonici fichissimi qui:
Poi ci sono anche dei concertissimi - pure uno di Calcutta, che non è un gruppo di monachelle vestite di bianco che suonano Frere Jaques, ma questo cantante che dice che è bravo e suonerà le canzoni di Cesare Cremonini (!) - e poi un sacco di street art, street food e speriamo anche strett-shirts con dentro ragazze formose.
Ecco il FB dell'evento. CI VEDIAMO DOMANI!

Io Ballard da solo

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High Rise
Trama: Rise bene chi rise ultimo piano

Tradurre Ballard in film deve essere la cosa più difficile del mondo. Ci vuole un regista come Cronenberg, già matto di suo, infatti un film come Crash te lo ricordi per sempre. Oppure uno come Spielberg, che ti appiattisce un po' tutto (anche se devo ammettere che non ho letto il libro) e ti fa un film spielbergoso come L'impero del sole.
Questo High Rise, tratto da Il condominio (che fu anche copiato da un numero di Dylan Dog che adesso non mi ricordo quale ma era proprio uguale uguale. Chissà quanti Dyd mi sono letto da giovincello credendoli grandi idee e poi erano tratti da romanzi che non avevo letto, film che non avevo visto, leggende che non avevo ascoltato), è riuscito a metà: non ha la potenza folle ed evocativa di Cronenberg, quella malattia viscerale, e non è "americano" come Spilbi. È un ibrido, e come tutti gli ibridi ci sono dei pezzi belli, dei pezzi brutti, ma nell'insieme risulta sgraziato e sbilenco.
Ci sta un cast di tuttissimo rispetto, primo fra tutti un redivivo Tom Hiddleston (devo vederlo anche nella serie TV col Dr. House) che c'ha sempre classe da vendere ed è sempre di un fascino più che magnetico. Poi,  a chi interessa, gli si vedono le chiappe
Seguono a ruota Luke Evans, Sienna Miller, Elsabeth - Peggy Olsen - Moss, Jeremy - devo fare il prezzemolino perché ho comprato troppe case la moquette la devo pur pagare in qualche modo - Irons e un corollario di gente tutta all'altezza della situazione, situazione che è molto particolare di suo.
Un gigantesco palazzone cementato e futuribile (ma futuribile per quella che poteva essere l'architettura anni 70 inglese, rivedersi Arancia Meccanica a tal proposito) è il protagonista della storia. 

Dentro il condominio tante famiglie, personaggi, storie, facce, divise per "classi" a seconda dei piani in cui abitano (i piani alti, i pianerottoli, i piani forti), come il Titanic per capirci: quelli di sotto mal sopportano lo strapotere di quelli di sopra, quelli di sopra mal sopportano anche solo la vista di quelli di sotto. Hai presente Downton Abbey? Ecco, ma senza l'aplomb; qui si odiano proprio, si riempiono di mazzate, si violentano, si buttano di sotto, arrivano (forse troppo velocemente, veramente nel giro di mezza scena) allo stato della barbaria.
La natura selvaggia prende il sopravvento e tutti gli inquilini regrediscono all'età quasi medievale, oppure velocizzano i tempi e arrivano direttamente all'apocalisse anarchica: tafferugli, violenze, razzie.. addirittura sembrano perdere l'uso della parola. E si mangiano i cani. E il film diventa anche troppo didascalisco: l'omo è 'na besthia.
Ecco, per una storia del genere ci voleva davvero la visione, o la visionarità, ci voleva un regista capace di tenere salde le redini di questo vortice, mentre, togliendo alcune scene indubbiamente riuscite c'è poco altro. E poi, per le scene riuscite, bisogna dire che il ralenti fa riuscire bene qualsiasi cosa. Ce metti il ralenti, ed è subito scena fica, spingere play per credere:

Non sono un esperto di Ballard (ammetto sempre di essere un pessimo pessimo pessimo lettore) ma qualcosa ho letto (addirittura scrissi una graphic nov.. no era proprio un fumettino.. tratto da Un gioco da bambini, che vi consiglio tantissimo e di cui sì vorrei vedere un film, certo meglio del mio fumettino) e quindi in effetti non so dirvi se il film rispecchia, riflette, riassume, rimescola il libro, so solo che ho provato troppa noietta per dire che è un bel film, ma lo stesso sono arrivato fino alla fine. Oddio, è vero che io, come sapete, appena appare il primo logo della casa di produzione penso "e vabbé mo non è che posso interrompere proprio ora il film! Ora vale la pena che lo finisco!", ma insomma, certe volte arrivo davvero provato alla parola The End. Questa volta l'attenzione c'era, peccato che è pur sempre un Broccolo.
High Rise manca di personalità, anche se la ricerca disperatamente. Manca di tensione, di incubo, di paranoia, la surrealtà. Non basta mettermi la festa a foggia di corte di Francia o Tom che balla con le hostess anche se non c'entra nulla


Non ci balla soltanto

Ripenso a chi ha avuto problemi con gli inquilini dei piani di sopra e penso per esempio al paranoico inquilino del terzo piano di Polansky o ai grotteschi assassini di La comunidad di De La Iglesia o ai cannibali di Jeunet, e Ben Wheathley, che pur ci aveva regalato il paranoiosissimo e maledettissimo Kill List (più un episodio di Abc's of death di quelli che ci erano piaciuti), non ha la profondità psicologica del primo, il ritmo assurdo del secondo e la ferocia bambinesca del terzo. Anche se prova un po' a dimostrare di avere tutte queste cose. Ecco, una cosa che gli riesce è rendere l'algidit... l'algidism... l'algidezz.. l'essere algido dei protagonisti, sembrano spesso mischiarsi con gli arredi, poi distrutta nell'inselvaticaggi... nell'inselvatism... nell'inselvatezz.. nel diventare selvaggi.
C'è anche da dire il pieno inserimento di costumi, parrucche, basette e scenografie nella sci-fi anni Settanta - e neanche del tipo "astronavi e alieni", ma più del tipo fantascienza antropologica, la stessa di Orwell per capirci, non quella di Asimov - rendono il film bisognoso di svecchiamento, come fosse nato già attempato.
La locandina, che è bella, mi ricorda tantissimo, anche troppo, questo video. Ma a proposito di musica ecco che nella colonna sonora appare a sorpresa una cover dei Portishead che non ti aspetti e che ti fa sembrare una canzone che hai sempre associato a quattro tizi vestiti in maniera ridicola, un capolavoro:

(Dice che stanno togliendo tutte le versioni della canzone dal web. Se il video scade, cercatela, è davvero pazzesca.)
A questo punto ci stava bene una Biogragiffia di Hiddleston, però ho trovato questa illustrazioncina che ok, non è il massimo, ma come riassuntino può andare:

2x1 • Crowefunding

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Russel Crowe, che mistero della fede.
Voi forse non ve lo ricordate Russel Crowe nei panni di naziskin in Romper Stomper (anche detto Skinheads), io sì, perché vidi il film senza minimamente sapere chi fosse Russel e, madonna che intepretazione. 
Anticipava di anni roba tipo This Is England (il personaggio di Combo) e American History X. Nonché The Believer.
25 anni e chili dopo oggi Russel Crowe è diventato un attore da oscar (almeno lo era negli anni 2000, in cui lo candidavano anche se starnutiva). Inanellava filmoni tipo L.A. Confidential, Master & Commander, e megaipersuccessi (francamente non la cosa miglioere che ha fatto, certo non da oscar) tipo il Gladiatore di cui abbiamo una diapositiva
Poi si è imbolsito e ha iniziato a sembrare sempre di più Umberto Smaila (ricordate questo film? Ecco.), e non si può dire che sia una certezza di qualità (vi sono piaciuto Noah? L'uomo d'acciaio? STORIA D'INVERNO VI È PIACIUTO?! Ecco.)
E insomma nel bel mezzo di carriera che sembra un inferno ecco che Russel incrocia sulla sua storta via Gabriele Muccino, un altro che in quanto a chili di troppo non scherza. Non è che si sono incontrati in qualche clinica di Los Angeles tipo Seven Pounds in Seven Days? Può essere...
Dall'unione di questi due si rompe una bilancia
esce fuori il filmastro intitolato con particolare gioia per tumblr (NON andate a cercare "fathers and daughters" su Tumblr.):
Padri e Figlie
Trama: Insalata Russel

Gabriele Muccino, che mistero della fede.
Ogni volta che parlo di Muccino (quello grande, non il piccolo, quello non si può certo considerare un regista) mi sento in dovere di premettere che il mio giudizio su Muccino è assolutamente (sto per dire quello che temete) POSITIVO!
A me Muccino non ha mai fatto totalmente schifo - almeno nelle sue uscite italiane. Oddio, magari il seguito di L'ultimo bacio era un tantinello noioso - ma l'ho sempre trovato uno capace di raccontare una parte dell'italianità, o meglio della romanità, che altri tentavano di raccontare ma senza riuscirci, vuoi per troppa puzza sotto il naso, quindi ipercritici, vuoi per troppa noia (vedi un film qualunque con Margherita Buy). Insomma non dico che fossero capolavori, ma è innegabile che per la sua generazione era un regista capace. Poi certo quando dice che Pasolini ha rovinato il cinema italiano capisci che deve cambiare spacciatore, ma atteniamoci ai film, perché la sua vita privata è davvero una sceneggiata che ha raggiungo il punto di non ritorno. Il punto e accapo.
Insomma dopo i film italiani Muccinone è andato in america. Ha fatto un film piacevole con Will Smith, un film noioso con Will Smith, un film MOSTRUOSO con Gerald Butler e ora ci riprova con Russel... ci riesce? No.
Padri e figlie è un film meno pretestuoso di Sette anime e un po' più strutturato di Quello che so sull'amore, ma cade spesso, troppo spesso, diciamo pure sempre, in una retorica da "l'amore ci salverà" che ti viene voglia di rasarti i capelli, farti dei tatuaggi brutti, indossare delle Fred Perry e dire solo
fuck off russell crowe
Il film incastra due piani temporali, piove spesso infatti, in cui la protagonista è una ragazz(in)a. La versione adulta è Amanda Seynfield, ricordiamo l'attrice con gli occhi più grandi di tutta Hollywood, che siccome ha un grande vuoto interiore lo cerca di riempire con dei membri maschili, non su tumbrl, proprio dal vivo, diciamo che fa sesso con chiunque perché non vuole pensare alle sue turbe. Insomma ci starebbe bene un gioco di parole con "pene" ma non lo farò, non sono più il ragazzino di una volta, di Febbraio scorso.
La versione bambina invece è una bionda qualunque, perché in quella sezione l'importante è Russel Crowe, che fa il padre. I due rimangono soli perché la moglie/madre muore e da quel momento il padre deve prendersi cura della piccola. Ci sono due piccoli particolari da tenere a mente: lui è uno scrittore premio pulitzer ed è anche tipo psicotico con crisi epilettiche pure gravi, tipo che non riesce a firmare il suo libro, e quando non riesci a firmare la copia del tuo libro scrivendoci dentro il tuo numero di telefono sei uno scrittore finito.
Seguono tutta una sequela di brutture della vita che segnano la ragazzina ancora di più, che culminano con la bruttura più brutta di tutte. Dai si capisce, basta pensare che ci risparmiano Russel Crowe col cerone da vecchio.
Ma il film sembra venire da anni diversi, da una filmografia americana diversa. Sa di naftalina.
Anche volendo accettare le regole di questo tipo di cinema sentimentale, anche volendo perdonare quel certo populismo un po'"jovanottiano" o "fabiovoleschiano" che Muccino non ha mai nascosto (anzi a me piaceva anche per quello), il film è un vaso che trabocca banalità, troppe da sopportare anche per me che sono naturalmente accondiscendente con Muccino.
Ribadisco, non è inguardabile com'era il precedente, ma manca il ritmo e la convinzione di quando faceva i suoi primi film. Roba che Ecco fatto io lo cito ancora.
Come se Muccino, volente o nolente, non si sentisse mai davvero a suo agio alle prese con questi attoroni o con la produzione americana. O forse è solo entrato nel circuito dei "un regista vale l'altro", visto che questo film non l'ha nè scritto né pensato, l'ha solo girato.
Certo fa sempre specie pensare che proprio lui, specializzatosi nel ritratto dei sentimenti faciloni, nei salotti, nelle coppie, nelle storie di famiglia, poi sia protagonista (quanto involontario non lo so eh...) di una sceneggiata che manco la telenovela piemontese. Che baluba.
Uno che ci fa la figura del megabaluba è Aaron Paul, hai presente? Jesse Pinkman. Qui a suo agissimo sotto l'ascella pezzata di Muccino
L'unica nota "mucciniana" del film è Amanda che fa sballonzolare le tette nella classica scena del protagonista che corre:
E una litigata in stile "mezzogiorno-accorsi" tra Pinkman (vorrei sapere a chi è venuto in mente di farlo doppiare da Giannini Jr, una voce che c'entra zero con Aaron Paul) e la solita Amanda ipertiroidea. Nulla più.
Sentite un po'. Vi ho mai raccontato di quando sono andato in Thailandia? Ah sì? Maddai... Vabbé insomma sull'aereo per la Thailandia ho visto un film (in realtà ho visto più film, come sapete quando salgo su un aereo vedo per prima cosa che film fanno, e rosico tantissimo quando il capitano interrompe il film per dire "STIAMO PRECIPITANDO!", ma come ti permetti! fammi finire almeno il film no!) Insomma uno di questi film era
The Water Diviner
Trama: Versace un po' diviner

...che è l'esordio alla regia proprio di Russel. E che ruolo fa? Il padre. Esatto, ormai è abbonato. Pensa quanto rosicherà quando inizierà a fare il nonno.
Allora questo padre australiano ha due tre figli. Tutti insieme vivono nell'australia di cui abbiamo una diapositiva:

e fanno una vita modigerata scavando pozzi per cercare l'acqua.

Dunque, vediamo se mi ricordo, ho aspettato quasi un anno per recensire questo film devo dire che no ho la memoria molto lucida, ancora devo digerire tutto il pat-thai che mi sono mangiato figurati. Allora ad un certo punto i tre figli vanno in guerra, mi pare, e gli muore pure la moglie. Allora lui promette alla moglie morente che avrebbe ritrovato i figli. E se ne va in Turchia. Ehy vi ho mai raccontato di quando sono andato in Turchia? Ah sì? Vabbè insomma Russell arriva in Turchia e scopre che i figli sono tutti e tre morti.
La sfiga vera.
Allora cerca consolazione tra le braccia di quel pezzo di ragazza che è Oga Kurylenko di cui abbiamo due diapositive ma solo perché ho resistito a non metterle 202

Chiamalo scemo a Russel. La fata turchina proprio.
Ma ecco che forse e dico forse un figlio è ancora vivo. E allora via che si va alla ricerca in tutta l'Anatolia ancora sotto belligeranza a cercare 'sto figliol prodigo. Lo trova? Non lo trova? Si fa aiutare dai tutti i turchi?
Il film, proprio come quello di Muccino, è vittima di una grandissima banalità, nulla stupisce, nulla sorprende, eppure, vuoi perché Russell ha fatto copia/incolla delle dinamiche che ha imparato sui set di Ridley Scott, vuoi perché io stavo in vacanza ed ero più buono, the Water Diviner diventa quasi un film appassionante, poi ecco, magari non ti viene voglia di recensirlo per più di un anno, ma quando lo vedi ti sembra di vedere quei filmazzi anni Novanta con le storie un po' avventurose un po' strappacore che ci piacevano, roba che pare un po' di vedere Balla coi lupi, per dire, come epopea umana, così, proprio per tirare fuori qualcosa. 
Agli australiani è piaciuto tantissimo infatti ha vinto l'Australian Academy, un oscar a forma di Russel Crowe di cui abbiamo una diapositiva

Papà li Turchi!

2x1 • Carlo, Grosso e Albanese

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L'abbiamo fatta grossa
Trama: CarlAntonio e AntoCarlo

Io non lo so se a Napoli citano Troisi tutti i giorni, se a Firenze citano Benigni tutti i giorni, se a Milano citano Boldi tutti i giorni, se a Palermo... a Palermo... Vabbé... io so solo che a Roma almeno una volta al giorno, il romano vero, cita Verdone. Io compreso.
Magari lo facciamo anche solo con un gesto, con una posa, con un braccio alzato e chi non te ce manda, ma Roma è piena di Verdoni, così come Verdone è stato pieno di Roma per tanto tempo.
I suoi film sono diventati vasi comunicanti con la città, gli uni arricchivano l'altra, Verdone faceva un film raccontando la romanità, e Roma adottava i personaggi di Verdone come cittadini onorari. Così per tanti anni. Tutti gli Ottanta, gran parte dei Novanta. Poi sono arrivati i Duemila, e da quel momento la caduta inarrestabile, quella di Verdone e quella di Roma. Anche in questo si vede il filo comunicante, indissolubile.
Roma (giuro che non sto per diventare una succursale di Roma fa schifo, sia mai) diventava ogni giorno un po' più brutta - perché sì, Roma è diventata ogni giorno un po' più brutta, e non è colpa del sindaco di destra o del questore che chiude i locali, non è colpa del centro sociale che non paga le tasse o dell'immigrato che non rispetta la città, non è colpa del cittadino che guarda passa e se ne va e non è colpa del turista che imbratta la colonna antica, è colpa di tutti loro messi insieme. Non si salva nessuno. - così Verdone faceva film sempre un po' più stanchi, ripetitivi, meno geniali, meno divertenti, meno ispirati. La sua musa moriva, e lui con lei.
Lo scorso anno siamo rimasti basiti, ammutoliti, increduli di fronte al patetico (e non sapete quanto dolore nell'usare la parola patetico, ma non ce n'è altra che rende meglio) Sotto una buona stella, un film girato con una pochezza di... tutto (attori, sceneggiatura, scenografia, regia, fotografia) che un video della comunione a Canigattì girato col NOKIA 3310 (!) era Kubrick al confronto, un film che ci aveva fatto veramente mettere una pietra su, sui bei ricordi di quel Verdone incredibile, divertente e amaro, esplosivo e caratterista, tenero e feroce a volte, quel Verdone che è stato per tutti una specie di zio simpaticissimo, un concittadino di cui andare fieri, un grande, un grandissimo. 
Non ho amato Io, loro e Lara, tantomeno quello con Muccino piccolo (un unto dal signore vero, per fortuna decaduto), quello con la Rocca, e quegli altri in cui Verdone voleva solo lavorare con attori giovani che gli piacevano in quel momento (ad esempio non era male Posti in piedi in paradiso, se non ci fosse stato... proprio Verdone), ma un gradino basso come Sotto una buona stella, Verdone non l'aveva mai toccato.
Ora Verdone ritorna al cinema, si porta dietro Albanese, ma, e si vede, si porta dietro soprattutto la voglia di riprendersi dalla batosta precedente. Io avevo scritto peste e corna di quel film, col mio solito fare pacato, ma nessuno, e dico nessuno, ha speso parole accondiscendenti per quella "roba". A Verdone deve essere bruciato.
La sceneggiatura di L'AFG per fortuna è più meglio strutturata, carina anzichenò, una commedia degli equivoci classica in cui una coppia di scemotti scapestrati ma teneri si ritrova ad avere a che fare, per una serie di coincidenze sfortunate e per la loro naturale sfigataggine, con qualcosa più grande di loro. La trama è cosa nota: c'è un investigatore ex-carabieniere che vive con la zia rincoglionita che scrive manoscritti gialli (mai pubblicati ovviamente) cui giusto una barista dà una letta appassionata e a cui lui può sfoggiare un attempato Manuel Fantoni (un'autocitazione carina, a cui possiamo voler bene...) e un attore in disgrazia perché mollato dalla moglie e in bolletta che si incontrano, scontrano, diventano amici, e vivono un'avventura ai limiti della legalità e della farsa. I due, per tutto un giro che non sto a spiegarvi, si titrovano con un milione (darò un milione!) di soldi in mano, milione che ovviamente è di qualcuno di malaffare, che lo rivuole indietro. Seguono equivoci, inseguimenti, gag e tutto il cucuzzaro.
Il ritmo è ben giostrato, Verdone e Albanese hanno una buona alchimia (anche se non sono contrastati, non ci sono, per dire, il precisino e il pecione, il coatto e l'altolocato, quegli estremi funzionano sempre, sono un po' intercambiabili invece) e non si può dire che non scappino risatine accondiscendenti.
Certo, il ricordo dell'innominabile ancora brucia, era letteralmente impossibile fare peggio.
E quindi dai, L'AFG si salva alla menopeggio, con un Verdone caricato e finalmente più deciso su che ruolo avere nel film, per fortuna non il solito Verdone vittima delle donne (intese sia come personaggi che come attrici che lui mette sempre sotto i riflettori, anche quando non se lo meritano) o dei famigliari o dei personaggi macchietta (ricordate l'altro capitombolo del suo ultimo film a episodi) o della vita, ma un Verdone un po' più caustico e "virile", sempre con le sue classiche sferzate da bambacione romano per cui lo abbiamo amato tanto per carità, ma almeno risoluto e dinamico.
Certo se pensi che quest'anno si è gridato al miracolo per un film come Perfetti sconosciuti, che va bene, è stato carino e tutto quanto, ma insomma, il Verdone che sappiamo noi quel film se lo sarebbe mangiato a pranzo a cena e a colazione, e avrebbe chiesto il bis.
Verdone purtroppo è invecchiato come alcuni cantanti che hanno fatto grandi, grandissime canzoni, e che oggi continuano a cantare roba che sembra la copia della copia della copia dei loro successi, cantata da una cover band.
Il problema è che a Verdone non piace più la realtà che lo circonda, non finisce mai di sottolinearlo, è nostalgico (e lo siamo anche noi coi suoi film) ma nel modo sbagliato, non romanticamente nostalgico, piuttosto criticamente nostalgico. Non riesce più a capire la Roma che lo circonda, quindi non riesce più ad amarla, quindi a raccontarla. Sembra che la frase che dice ne La grande Bellezza sia stata veramente profetica, o forse l'ha aggiunta proprio lui in un'improvvisata confessione. "Roma mi ha molto deluso".
Non ci sono mai flashback nei suoi film. Non sono mai e poi mai ambientati in epoche diverse da quelle che vive. Non ci sono guizzi di regia (montaggi alternati, video musicali, guizzi). E se Verdone ci provasse? Provasse a fare un film ambientato in una Roma come piaceva a lui? Quella degli anni Settanta e Ottanta? Chissà cosa verrebbe fuori...
Questo suo ultimo film è carino, non posso dire il contrario, carino, caruccio, tanta 'na brava persona, ma non è Verdone. Il nostro Verdone.
Anche il pernacchione finale, di "totòiana" memoria

sembra essere una chiusa grottesca per un'avventura che ha un sacco di sconfitti, ma non sconfitti tristi tipo commedia all'italiana, quelli per cui ti stracci di lacrime, sconfitti solo perché sfigati, incapaci di avere il guizzo finale che li salva dalla situazione incasinata in cui si sono cacciati.
Ci fosse stato Sergio Benvenuti, in arte Manuel Fantoni, avrebbe trovato il modo di rigirare tutto all'ultimo secondo, chiamando in causa magari finte amicizie altolocate, e uscirne pulito, non vincitore, quello no, ma neanche così tristemente sconfitto.
Verdone! Solo Finocchiaro può riassumere il pensiero mio e di molti altri:

Ah... 
Compagni di scuola

Trama: Ma che capolavoro è Compagni di scuola?

L'ho rivisto qualche mese, e ridevo, pur sapendo OGNI. SINGOLA. BATTUTA.
Vi giuro, faccio impressione anche a me stesso.
Non posso dire molto su Compagni di scuola perché quel molto si trasformerebbe in un trattato, quel trattato in un libro, quel libro in un'enciclopedia.
Compagni di scuola è il capolavoro di Verdone. Sì lo so che l'ho già detto di Borotalco, ma questa volta è diverso. È un capolavoro corale, densissimo, e rivederlo oggi, in cui sono diventato a tutti gli effetti un compagno di scuola (nel senco che entro alle feste e vedo tutti pelati e dico ammazza come ce siamo ridotti), capisco ancora meglio e ancora e ancora la perfezione di ogni sfumatura del film. Di ogni personaggio.
Non mi dilungo, che divento nostalgico, ma mi sembra di ricordare ogni volta che l'ho visto, ogni volta che l'ho citato recitandolo, ogni volta che sono stato Postiglione (e Busirivici!) e Fabris (m'arenno, chi dovresti da esse?), Ciardulli (che ha solo anticipato il discorso di Madonna, di Prinsss) e PÀTATÀaahh, Santolamazza (è ancora lu-ci-di-ssimo!) e tutti gli altri, perchè i compagni di scuola sono tutti noi e gli amici nostri.
Che razza di capolavoro. Da rivedere cento, mille volte, senza stancarsi mai. 
Verdone, ogni volta che rivedo questo film ti perdono tutti i tuoi ultimi vent'anni, non importa, non importa che hai dato il pane ad Asia Argento e Muccinino, a Fiorellino e alla Gerini, importa la grandezza che hai rappresentato per Roma. E ancora rappresenti.
E adesso alziamoci tutti piano applaudendo lentamente e fortissimo a chi ha fatto questo:
Verdone ha da poco aperto una pagina facebook ufficiale dove mette ricordi e aneddoti e foto, alcune bellissime tipo questa in cui Tony Brando e Patata sono in barca con Troisi

Io lo seguo, fatelo anche voi.

♰ Lino Toffolo ♰

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♰ Lino Toffolo ♰
Basta e fagioli

2x1 • Benvenuto deficiente

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Belli di papà
Trama: Regulare veramente!

In realtà potrei (e dovrei) fare finta di nulla. Potrei non dire niente a nessuno e fare finta che non vedo questi film, non ammettere neanche a me stesso che ho usato circa tre ore della mia vita per vedere due film DI MERDA.
Invece l'ho fatto. E ne parlo pure. E che solo io solo io?
Il primo è il remake italiano di un film messicano. Già. Peraltro probabilmente è identico in tutto e per tutto, e visto il cerone di Dieghito anche con l'attore principale non si noterebbero le diffferenze. Anche nella locandina non abbiamo certo brillato in originalità:
Comunque il solo pensiero che addirittura per fare una commedia (ma non eravamo noi quelli della Commedia all'italiana, o comunque della commedia a tutti i costi, costi quel che costi, basta che costa poco?) ci dobbiamo andare a comprare le storie in Messico (con tutto il rispetto) mi viene proprio da espatriare. In Messico logicamente.
Che poi, storione proprio, ci voleva un genio di Tijuana per inventarsi 'sta trama: un ricchissomo imprenditore ha tre figli coglioni. Per far capire loro che la vita è sacrifici li porta a fare la vita agra. Rinsaviranno tutti.
Abatantuono tenta di fare il serio, quantomeno il pacato, non strabuzza gli occhi come al suo solito, non fa l'accento da Attala Sfracello ti Tio, insomma cerca di fare il sobrio, e non dico che non ci riesca. Cristo santo una carriera trentennale, saprà fare qualcosa. Però intorno a lui l'oblio totale.
Una sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti (il padre trascina i figli nel poverissimo Sud con un trucco che si capisce dal primo istante), attori pietosi (c'è anche la scoperta virziniana che tempo due film è già relegata alla parte di figlia di ricchi che si redime), e poi DJ Francesco. 
Fa esplodere la testa il fatto che Fachinetti faccia un tizio fissato con le start-up. Forse ha pensato che era divertente fare un po' di autoironia. Notizia ANSA: no.
Potrei finirla qui. La finisco qui? No, perché a sto punto dovete soffrire anche voi con me che non pago del filmastro precedente ho visto anche
Benvenuto Presidente!
Trama: Benvenuto ciellini

Un altro film italiano di una pochezza e rassegnazione che neanche l'Italia agli ultimi Mondiali (grande metafora calcistica che ci sta sempre bene in questi post nazionalpopolari di film di merda).
Già dal titolo (preso in prestito da altri film in cui tutti dicevano "benvenuto" a Claudio Bisio, altri film di merda, si intende) e la qualità da photoshop disaster della locandina la dicono lunga sulla grande  considerazione che il cinema itaGliano ha del suo pubblico.
Un tizio qualunque viene eletto Presidente della Repubblica. Ovviamente farà un lavoro migliore dei politici corrotti che lo circondano (tipo quel film con Toni Servillo) e si scoperà Kasia Sputnik, di cui ora metto una foto del culo perché siamo italiani e ce piace er culo e perché questi due film sono così mosci che anche il post di oggi è moscio e qualcosa per fare l'alzabandiera alla Repubblica Italiana pur ci vuole!
Poi che lei è polacca non importa. 
Altre cose da dire? Scusate mi sono un attimo distratto...
Niente che insomma adesso il cinema italiano dice che sta rinascendo e attraversando un momento strapositivo. Anche io ho cantato vittoria le porga la chioma Italia creò film come Jeeg Robot o Veloce come il vento, ma il pensiero che ancora ci sono film in cui Bisio si crede attore di caratura col suo modo un po' da guitto che non si è mai scrollato di dosso la sua imitazione di Fo e recita Benni (EBBASTA!) e DJ Francesco diventa qualcuno da mettere su una locandina, direi che c'è ancora tanta tanta strada. Ma la stanno costruendo eh, la stessa ditta del ponte sullo stretto (madonna quanto mi sento degno di un libro di denunzia sociale quando faccio l'impegnato...).
Vabbè comunque in un post dedicato a due film italiani abbiamo messo tutte le cose importanti mi sembra no: i soldi, la fica, la politica, il calcio, l'attore che fa ridere, un po' di critica. Che manca? Ah certo:
Oh, ora sì.
Rivediamoli qui va, certo meglio di questi due film.

NOTTE BROCCOL •

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E insomma dice qualcuno che questa cosa di Notte Broccol funziona perché questo qualcuno si legge ChickenBroccoli PRIMA DI ANDARE A DORMIRE! (Le parole esatte sono state «mi leggo CB prima di andare a dormire al contrario di tutti gli altri che lo leggono in bagno». Grazie. Ora so come si sente un confetto Falqui). 
Insomma non ci avevo mai pensato che si potesse leggere CB come ultima cosa prima di andare a dormire, ti credo che poi c'hai gli incubi! Come avrete certo notato in questi ultimi 6 anni quasi 7 (questo sì che fa paura), io metto la recensione sempre alle 9 di mattina, perché sì, e invece guarda se va a a finire che le metto di sera guarda eh.
Che poi davvero, io non ho mai pensato che esistesse qualcosa da fare di notte se non dormire (con buona pace per tutte le fan nottambule e vampire... le lettrici intendo!), infatti mai studiato di notte, mai lavorato di notte, mai scritto di notte. E invece eccomi qui, mi chiamo ChickenBroccoli e scrivo in modo grezzo, non vado mai a dormire prima delle 8 e 1/2.
Ma cosa c'è di più bello che dormire? Io non lo so. Che matti che siete voi che state svegli a questa ora delle streghe per leggere questo post.
Io vi conciglio il sonno con questa bella ninna nanna qui:

Adattissima da imparare se dovete fare da babysitter a qualcuno. E qui ti volevo, perché anche questa settimana, come la scorsa, nell'horror di NOTTE BROCCOL c'è di mezzo una baby sitter, che si chiama:
Emelie
Trama: Il morboso mondo di Emelie putain

In The Boy la babysitter era buona mentre il ragazzino era strano (non era neanche un ragazzino, in effetti), qui la situazione è completamente ribaltata.
Allora, ci sta una coppia maritomogliosa che deve andare a fare una di quelle cene scassacazzi che fanno a volte le coppie, quelle che devono lasciare i figli a casa per "ritagliarsi un po' di tempo per loro", ma che li fai affare i figli se poi ti vuoi ritagliare il tempo? ENNO BELLO MIO! ADESSO TUTTO IL TEMPO COI FIGLI! ECCHELLALERO!
E insomma questi chiamano la baby sitter, ma la baby sitter solita non può, al loro posto ci va un'altra, lei:

Ovviamente non ci va vestita così, queste sono solo delle foto che ho trovato dell'attrice, che se insomma avessi avuto io una baby sitter così poteva pure essere 'na serial killer sciroccata, chemmefrega! 
Purtroppo non la beccano appena uscita dalla redazione di Esquire, e lei ci va in versione verginella

e all'inizio la dà a bere a tutti (!). 
La coppia se ne va e lei rimane sola con tre ragazzini, uno piccolo, una media, uno in età prepuberale. E da lì cominciano i guai.
Il problema è che le attività e i passatempi proprosti da questa nuova baby sitter non sono dei più regolari al mondo. C'è per esempio sedersi tutti tutti sul divano e vedersi un porno casalingo filmato da mamma e papà. C'è prendere il cricetino di uno dei ragazzini e per gioco metterlo nel rettilario insieme a un serpente che quasi quasi lo stritola, cioè no lo stritola proprio davanti agli sguardi attoniti dei fratellini. C'è fare la pipì con la porta aperta e per giunta chiedere al grandicello di passarle un Tampax (sempre meglio si un confetto Falqui, comunque). C'è stordire tutti con un bibitone e cercare di rapire il più piccolo per farne figlio suo. Tutte cose che non insegnano alla scuola di babysitter parificata.
Emelie non brilla in originalità, ma sa sfruttare benissimo il fastidio che queste scelte di educazione montessoriana malsana messe in pratica dalla babysitter pazza ti mettono in corpo. Sei a disagio anche tu per loro. Non il tipo di disagno che avresti avuto se si fosse presentata a casa così

più quel tipo di disagno che si prova quando hai di fronte una pazza sbullonata.
Certo oh, io di babysitter ne ho avute a bizzeffe (lo scotto da pagare per avere una madre broccola in carriera), ma di una come questa manco l'ombra. A me solo Ninni, la ragazza filippina che ok, faceva un ragù che ancora me lo ricordo (come mai una ragazza filippina sapesse fare un ragù così buono che manco fosse stata bolognese, chi lo sa. Il razzismo galoppa forte negli annunci baby sitter cercasi), ma certo non era proprio uno splendore. Forse ho un video registrato su Italia 1 proprio durante un film Notte Horror (mitica serie italiaunesca passata per tutti gli anni novanta, cui si ispira questo post) che la ritrae, eccolo qui

Tornando a noi. Emelie, nonostante il cast di sconosciuti, il budget più che esiguo e un finale che lascia un po' a desiderare (la classica chiusa da Mommy Thriller, ma almeno con un risveglio finale meno ad effetto e più maledetto) se la cava benone in tutta la gestione di questa tensione che può mettere una cellula borderline alle prese con tre ragazzin di cui sono uno ha il cervello e l'età per capire che questa tanto con la testa non ci sta.
Comunque se c'è una cosa che questo film può insegnare a tutti i genitori è: non voltate le spalle ala baby sitter! Mentre lei le può voltare quando vuole...

Sono quasi certo che Emelie sia la figlia di Rebecca la prima babysitter pazza del famosissimo Mommy Thriller La mano sulla culla è la mano che governa il mondo, o che governante e basta, le motivazioni che scatenano la loro follia sono le stesse identiche.
Ecco una bella sequela di Baby sitter pazzoidi, pazze o pazzerelle:
The Pacifier. .
Buonanotte e buoni confetti Falqui a tutti, funzionano meglio della Valetonina!
Zio Broccolia

Cage sei venuto affà

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Al povero Nic Cage l'abbiamo preso in giro in lungo e in largo. Davvero sono anni, se non decenni, che Cage come uomo e attore serve solo per essere preso per il culo. Mille meme, mille video ridanciani, mille volte scherzato, finanche trasformarlo in principesse Disney.
Oh, quando dico povero intendo proprio povero, poraccio, in bolletta, perché non si spiega altrimenti l'esseresi ridotto a fare certi film. Il suo commercialista deve essere lo stesso di Bruce Willis, un altro che tutto ci saremmo aspettati tranne di ritrovarcelo nel cestone del direct to video.
Insomma quanti anni è che Nic Cage non fa un buon film? Tanti. Se non consideri la parentesi di Kick Ass e di Segnali dal futuro che è un film che piace solo a me (posso capire chi dice che sia una cazzata insopportabile) sono praticamente vent'anni (precisamente da Lord of War) che Cage, gradino, dopo gradino, dopo gradino, dopo gradino (potrei metterne altri ma non mi va) scende sempre di più le scale di quella che potremmo chiamare una carriera dignitosa e finisce in produzioni che ti sembra incredibile possano annoverare il suo nome dentro.
Ma come mai? Cosa spinge un attore ad accettare tutto anche le cagate annunciate? Che vuol dire che ce lo ritroveremo in Sharknado 7? Poco ci manca, poco ci manca. Se pensi che sono già passati cinque anni da quando ridevamo di questo video che rivisto adesso è come avessero viaggiato nel futuro e avessero semplicemente raccontato la realtà odierna:

Insomma siamo arrivati al punto che anche prendere in giro Cage su ChickenBroccoli era diventato noioso, quasi provavo pena per lui. Era troppo facile perculare il film un po' politico con lui photoscioppato male in un male di petrolio
Troppo facile perculare il film fantareligioso con lui photoscioppato male su una pista di atteraggio 
Troppo facile perculare il film mezzo horror con lui photoscioppato male con dietro dei fantasmini (e forse anche ai piedi)
Troppo facile perculare il film con lui vecchio photoscioppato male su uno sfondo di guerra con elicotterino e la tipografia copiata
Troppo facile perculare il film con Anakin Skywalker (un altro che porello...) con lui capellone photoscioppato male sulle battaglie cinesi
Quindi non ho avuto la voglia di girare il dito nella piaga di Cage e quindi per tutta risposta vedo il film con lui e Frodo photoscioppati male davanti a una macchina e delle lucine, che si chiama:
The Trust
Trama: Cage da rapina

Insomma era troppo facile anche per me. Era sparare sul Nic Cage rosso. Si era andati oltre alla presa in giro per le sue capigliature, qui si prendeva in giro l'attore tutto, l'uomo.
Quindi per tanto tanto tempo ho saltato i film di Cage a pie' pari senza pentimento, e da quanto ho visto anche voi non ne avete sentito la mancanza, voglio dire, nessuno mi ha scritto per chiedermi di vedere qualche film con Cage. Ok, in effetti nessuno mi ha scritto proprio, ma qui stiamo parlando di Cage, non di me.
Ho dato una possibilità a The Trust perché non c'è neanche nelle filmografia dei due attori principali, che è? Un film fantasma?
Il film racconta di due ometti entrambi poliziotti che per caso scoprono una sorta di caveau in cui criminali vari ed eventuali tengono i loro risparmi guadagnati in una vita di omicidi e rapine. Decidono quindi di svaligiarlo, il che li mette nella posizione di ladri dei ladri, quindi sicuri di non essere denunciati, al massimo ammazzati dalla mala.
I due sono mossi da motivazioni diverse (tranne ovviamente che dalla paga ridicola): Nic è più della seria "walterwhitiana" di rivalsa dopo una vita ad essere perculato (vedi, anche nei film ormai gli riesce bene), Frodo più per spirito di sfida e noia.
Man mano che il film va avanti tra i due si innesca un rapporto in effetti simile a quello di Mr. White e Jesse Pinkman in Breaking Bad. Quello che sembrava più sfigato (Cage) man mano che il piano avanza diventa sempre più deciso e spietato, l'atro prende maggiore coscienza di quello che stanno facendo e che sta diventando l'altro.
Tutto nella norma (e non all'altezza del paragagone con BB, anche solo per il minutaggio), ma una norma che soddisfa. Nic Cage si rivela addirittura all'altezza di dare al suo personaggio quel misto di sfigataggine e pazzia che ha fatto altre volte la sua carriera (in effetti tranne il costume sembra proprio il personaggi di Kick Ass, baffi compresi), mentre Frodo (un altro che non ci riesce proprio a risalire una china di filmastri intrapresa da un po' di tempo con roba di poco conto tipo questo e questo, si può dire che è più interessante la carriera di Harry Potter, con cui peraltro è interscambiabile,

il che è tutto dire.
Insomma un film di rapina un po' diverso, con Las Vegas (di nuovo, Cage è veramente abbonato a Las Vegas. Ma non se ne doveva annà? Via da Las Vegas via da Las Vegas, sta sempre là, là vegas.) che aiuta a immaginarsi la pochezza in cui vivono e da cui giustamente vogliono scappare, con alcune scene interessanti - pare strano ma gli ultimi 5,6 minuti sono proprio belli e inaspettati. Siamo ovviamente lontani dallo scaffale "film imperdibii", ma certo non nel cestone Direttamente nel Cesso come tutti quelli che abbiamo visto prima.
Comunque se invece voi siente ancora fan di Cage ecco una bella selezione di 100 scene 100 con lui che attoreggia come può:

Il prossimo di Cage è un film con lui photoscioppato male sopra una portaerei, questo:
Che peraltro è la storia raccontata da Quint ne Lo squalo. Viene quasi voglia di vederlo anche se probabilmente la versione di Cage potrebbe essere molto vicina a questa gif:

Il bordello del Nilo

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Gods of Egypt
Trama: AMICI RA RA RA!

Il riferimento principale di God of Egypt è Scontro di Titani (ma non l'originale, magari avessero fatto qualcosa in stop-motion, no, proprio quello nuovo con Schindler e Voldemort coi sandaloni), ma neanche il primo, più il secondo. E insomma, se come riferimento hai quel film di merda, voglio proprio vedere che cosa tiri fuori. A questa cosa sconsiderata di prendere la merda e ricoprirla di spray dorato (belle immagini) pensando che non si senta la puzza, si aggiunge la voglia di fare la cosa più kitsch, ma più eccessiva, caciarona, "egiziana" coatta dell'intero universo.

Non metto in dubbio che i costumisti si siano divertiti un mondo, il nostro senso del gusto un po' meno.
Allora come si fa a fare questa cosa? Si prendono gli Dèi egiziani (Horus, Ra, Anubi) e li si veste da Cavalieri dello Zodiaco d'oro (proprio come gli Dèi di Scontro di Titani)

Lionsgate gerard butler gods of egypt gerardbutler
però prima li si ingigantisce un po', tipo che sono alti almeno due metri e mezzo (con buona pace per l'armonia delle figure, infatti ogni scena che vede condividere lo schermo un Dio e un uomo è ridicola.
Ma la ridicolaggine è, più di una sceneggiatura stupidella e di un comparto attoriale assurdo di cui poi discutiamo un attimo, tutto ciò che riguarda lo stile, lo stile del film: scenografie, costumi (dio santo i costumi) e gli effetti speciali.
A ritroso: gli effetti speciali sono quanto di più spettacolarmente brutto si possa pensare. Non si può dire che non ci abbiano speso dei soldi (soldi ben spesi, bravi):

ma il livello è infimo, teste appiccicate con la UHU su modelli 3D dorati, sfondi di cartapesta allungati col copia/incolla, pirotecnica da sabato nel villaggio, tutti gli effetti sono come una promozione di creme solari indonesiana, il cartellone di un solarium.
Da una parte c'è l'intento palese di esagerare in tutto, in tutto ma proprio tutto, dall'altra l'impossibilità oggettiva di rendere credibili dei tizi che quando sono "normali" sono alti tre metri e quando si incazzano si trasformano in statue tutte cromate, lucenti, che manco i sopramobili della casa più kitsch che possiate immaginare. 
Lionsgate nikolaj coster-waldau gods of egypt horus nikolajcosterwaldau
Ci mancava qualche cristallo swarowsky qua e là, un dipinto di un pagliaccio che piange, un centrino di Burano e un piatto con l'effige del Papa Wojtyla appeso alla parete ed era subito telenovela sudamericana, altro che Egitto.
Che poi a dirla tutto, una tale esagerazione è talmente spinta all'eccesso che quasi quasi può piacere. Perché se vedi tutti gli studi preparatori pare un upgrade videogiocoso ancora più coatto di quello che in fondo in fondo (oggi non lo ammetteremo mai, ma all'epoca ci eravamo tutti gasati) avevamo amato di Stargate:
Com'è gli uscito di fare questo film? È davvero un mistero. Non si può dire che Clash of Titans abbia fatto proseliti. Sarà che l'Egitto sia un tantinello di moda è risaputo (Scott, Notti al Museo, horror, telefilm, pure gli X-Men di cui parleremo tra un paio di giorni), ma sembra una moda abbastanza stupidella, non può attecchire davvero... ditemi che non può attecchire davvero.
Poi inventarsi questo scontro di Dèi è l'operazione più semplicistica, ebbast! Ancora con il Dio con la brama di potere? Ma se è un Dio che brama di potere può avere? Cioè sei già un Dio, cazzo vuoi di più?
Vabbè comunque ci sono degli attori con dei curriculum pure interessanti, ma che quando cedono ai finti blockbuster veramente fanno una figura da scemi che secondo me gli ci vogliono mesi per riprendersi (non fosse che probabilmente neanche li vedono i film che girano questi qui...)
Primo fra tutti Gerald Butler, che si sta pericolosamente avvicinando ai Direct to Video pure lui. Fa dei film che magari non sono ancora roba SyFy, ma poco ci manca. Qui lo ritroviamo nei panni di Leonida con meno barba, ma la stessa attitudine alla coattaggine urlata

C'è di buono che è tornato abbastanza in forma, un po' di esercizio non fa mai male. La sua sola presenza assicura scontri al ralenti anche se sono gli unici del film

Game. Seth. Incontro.
L'altro protagonista della storia è il Lannister biondo, quello che era partito stronzissimo e adesso fa sempre il buono. Capacità attoriali: zero.
 
Il meglio del bigonzo è Geoffrey Rush (premio oscar e superattore in generale) che si lascia coinvolgere probabilmente con la promessa del tipo "sarà Pirati dei Caraibi ma in Egitto! Geniale!" a fare un vecchietto rincoglionito nello spazio 

che quando si incazza però diventa TUT de foco

Insomma uno dei peggiori esempi di blockbuster (che poi, un flop annunciato così non si vedeva da anni) che paradossalmente potrebbe pure divertirvi alla follia, perché stai tutto il tempo a dirti "dài, Dèi, l'hanno fatto di proposito, non può essere altrimenti".
Una cosa molto bella è che, dopo due ore (DUE ORE!) di roba egiziana, proprio negli ultimi minuti, milleni di politeismo fichissimo, perché il politeismo egiziano è fico quando quello greco con tutti quegli animali pazzi a reggere il mondo e a farsi la guerra, viene distrutto da Horus, vincitore e re d'egitto (eh?) che dice "da questo momento per entrare nel Paradiso (eh?) non dovrete più pagare tesori ma buone azioni. Cristianesimo anyone?
A proposito di miracoli, nel film c'è una delle spose di Immortal Joe che insomma, è uscita un po' dal cappello e, lasciatemi dire, una ragazza d'oro veramente:

Bona track:

NOTTE BROCCOL ANTEPRIMA • Somnia

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BU!
Fatto paura eh? Sono il vostro Uomo Verde! Che vive nell'armadio tipo che tu vai a dormire e senti come un odore strano poi ti ricordi che i piedi te li sei lavati allora apri l'armadio e BU ci sono io, Bababrook, aim ior Broccolman dez uot ai em!
Questa cosa della Notte Broccol mi piace, sarà che inizia la bella stagione e gli horror si moltiplicano, e noi tutti ci ricordiamo che i primi horror ce li siamo visti grazie a Italia Uno con la mitica Notte Horror. Roba che ora la cosa più spaventosa che fanno è questa:

Ma non starete mica dormendo? È giunta mezzanotte, si spengono i cellulari, si spegne anche l'insegna di quell'ultimo post su Facebook, e quindi per conciliare il sonno (visto che mi dicono che molti leggono CB sulla tazza del gabinetto preferisco pensare di conciliare il sonno piuttosto che...) è giusto venire qui a leggere una bella recensione di un horror che già dal titolo vorrebbe fare tutto il contrario, infatti si chiama
Somnia
Trama: Morti di sonno

È un horror dal regista di Oculus. Già marchiamo malissimo.
Però il protagonista è il ragazzino di Room, uno che vive quel momento particolarissimo della carriera di bambino attore in cui o diventi superfichissimo o diventi Haley Joel Osment.
Intanto si gode la celebrità e l'accompagnamento perpetuo di Brie Larson. Buttali via.
Non so bene se questo film l'ha girato prima o dopo, certo è che in Room è assai più capace, più si limita a fare il ragazzino tormentato da incubi, o meglio, dal fatto che quello che sogna diventa realtà. Quindi si comincia con le cose carucce tipo farfalline e lucine
Evil is coming.
e si finisce con un mostro che purtroppo per lui sembra uscito dritto dritto da One Piece

non marca benissimo manco questo.
I genitori del ragazzino - a proposito, è adottato, infatti la madre è morta - sono quella fica secca (madonna secca veramente, strano che non si chiama Sahara) di Kate Bosworth, una che a malapena ricordo in Cane di paglia remake, e poi nulla più, anche se qualcos'altro avrà pure fatto. 
Il suo problema è una totale inespressibità, veramente totale, diciamo che senza l'utilizzo di make up, avessero fatto un film su una bambola viva a grandezza donna, lei sarebbe stata perfetta.
Suo marito è Thomas Jane.
Allora, Thomas Jane. Oltre ad essere il protagonista di un mio horror preferito (di quegli horror preferiti che lo sai che non sono i meglio horror della storia, ma non sai perché una volta l'anno li devi rivedere, anzi cavolo è più di un anno che non lo rivedo! Domani The Mist!) è uno che non ha mai fatto niente di veramente clamoroso in carriera. Io so il perché.
Thomas Jane è in realtà Aaron Eckhart. Non sto scherzando.
Vi giuro che per i primi dieci minuti di film mi sono detto "oddio ma questo è Thomas Jane p Aaron Eckhart?" per poi - vi STRAgiuro - decidere che sì, era Aaron Eckhart.
Invece era Thomas Jane.
Secondo me questa cosa devono risolverla, tipo che uno deve ammazzare l'altro, quello che sopravvive si prende tutti i ruoli interscanbiabili.
Ma perché Kaufman ancora non ci ha fatto un film su questa cosa dei Doppleganger hollywoodiani! Sarebbe stupendo! Una serie TV! Prima stagione Jane v Eckhart. Seconda stagione Jeffrey Dean Morgan v Javier Bardem
Terza stagione Elisabeth Banks v Rachel McAdams
 
Quarta stagione Dobby v Keith Richard
Sarebbe favoloso.
Invece favoloso non è che insomma 'sto regazzino dorme e quello che sogna diventa vero. Una storia che a dire il vero è vecchia come l'horror, al momento non mi viene in mente neanche un esempio (che è una cosa stranissima per me) ma lo so che c'è, ci deve essere. Ovviamente escluso Nightmare.
Allora che succede, succede dicevamo che prima si parte coi sogni buoni, poi arriva Il mostro cancro (si chiama proprio così. helloooo. La mamma è morta quando era piccolo. Mi vedete ammiccare con le sopracciglia? Ecco...) e si mangia le persone vere. Quindi ogni volta che lui va in una famiglia nuova la gente inizia a sparire.
Per ovviare al problema il regazzino fa grande uso di Red Bull.
Tutta la parte horror del film funziona nella misura in cui adesso tutti gli horror sono un po' omologati allo stile Oren Peli tipo Insidious. Quindi grandi case, bambini fantasma che non chiudono mai le porte, letti che hanno sempre un sotto misterioso:

e poi è il sopra ovviamente quello che dà lo spavento:

un classico.
Davvero ti fa venire voglia di osannare ancora di più cose tipo It Follows oppure proprio il Babadook, che aveva gli stessi temi (bamboccio spaventato + mostro degli incubi che non lavora alla Monster Inc, ma invece ti ammazza) ma era molto meglio.
Il problema di Somnia però non è tanto la parte horror, che appunto, è banale ma alla fine funziona pure (anche se si potevano sprecare un tantinello di più sul reparto sogni, si vedono sempre e solo 'ste farfalle, e che sto ragazzino sogna sempre farfalle? Non c'avevate i soldi per altri modellini 3D?), il problema è quando si scorda di essere un horror. Tutta la risoluzione finale ad esempio è di un melenso e scontato che sembra di vedere un film di Natale. O una puntata di Greys Anatomy. Quasi insopportabile.
Comunque ultimamente ci stanno facendo conoscere diversi bambini un po' mutanti che fanno cose assurde e i genitori rimangono un po' così, dicendosi "ma non era meglio quando il massimo della sorpresa era un lavoretto fatto in classe per la festa della mamma o un Bravo sul pagellino? Oggigiorno questi sparano laser dagli occhi, fanno scoppiare il mondo, materializzano gli incubi... certo il mestiere del genitore si fa sempre più difficile".
Dormiamoci su. Attente che vi vengo a trovare, mentre dormite... Oh, con questo sono davvero sicuro di avervi tolto il sonno.
Buonanotte insonne... 
Zio Broccolia

CB ANTEPRIMA • Alice Attraverso lo specchio

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Alice attraverso lo specchio
Trama: ...verso lo spacchio

Per avercela con l'Alice di Tim Brutton ci sono tutti i motivi. Tuttissimi.
A parte l'essere stato il maggior incasso assoluto per un film del regista, che avrebbe meritato questo primato (merimato, quindi) per ben altri film belli tipo Edward mani di forbice o Beetlejuice e averlo definitivamente rincoglionito (ha fatto più bei film Tim? La risposta è no. no. no. you don't do good film anymore and you know now tatatutù), quell'Alice lì (peggior film di quell'anno, peggior film tra i film di favole che si moltiplicano ogni anno, sì, peggio ancora di Cappuccetto Rospo) ha avuto la colpa di far rendere conto alla Disney (e altre case di produzione tutte intorno) di avere nelle tasche belli e pronti tutta una serie di film da trascinare dal mondo dei cartoni animati a quello reale. Che poi, con tutto il 3D con cui fanno ormai 'sti film - agevolo diapositiva dove si vede come un vero genio della comicità smodata e pungentissima inglese (ricorderete Little Britain, se non lo ricordate FATELO ORA) è ridotto a fare il pupazzo in calzamaglia verde.
 
Perché ogni volta che un grande comico inglese viene fagocitato da Hollywood poi non fa più ridere? Ricky Gervais, Pegg/Frost... Il paese delle merdaviglie veramente...
Comunque c'erano altri motivi per odiare fortissimo quel primo Alice, oltre al fatto che era oggettivamente un bruttissimo film, ma non li elenco e perché non ho tempo e perché voglio cercare di chiudere la pratica nel breve tempo possibile, che sembra un po' quello che si sono detti anche regista, sceneggiatore e attori (tranne uno).
Il film è il sequel più pigro che si potesse immaginare, il che paradossalmente lo rende meglio del primo, infatti non si può dire che il minutaggio non arrivi a compimento senza un certo ritmo, ma ogni scena, ogni dialogo, ogni espressione, ogni apparizione sono messi lì perché "va bene così": rimettiamo tutti i personaggi del primo, ma non facciamogli dire più di due battute (oddio, detta così non so se è una cosa positiva o negativa), facciamo fare ad Alice delle cose ma mi raccomando puntiamo l'attenzione sul personaggio più irritante di tutti: Gionni Deppe col mascherone e la convinzione che si possa davvero interpretare per vent'anni personaggi borderline senza uscirne completamente rincoglioniti

Convinzione che ha solo lui, a tutti gli altri è lampante il contrario:

Ah, ricordiamo che nel primo c'era anche la Deliranza. Sta roba qui che ancora invade i miei incubi di tanto in tanto:

Incredibile ma vero non v'è traccia di deliranza questa volta. Forse questo era stato troppo anche per Gionni.

Insomma ci sono i personaggi del primo, gli animali pazzi, le regine pazze, tutti pazzi, tutti parlano strano (ma senza una vera ricerca stilistica, ci si limita a mettergli in bocca ogni tanto qualche parola strana) e via che il film è fatto senza poi tanto sforzo, tanto i bambini lo vedranno comunque, i genitori dovranno accompagnarli e le teenager che su instagram non fanno altro che dire "cioè Alice è proprio la mia favola preferita" sono già in fila. Con buona pace per il reverendo Charles Lutwidge Dodgson, al secolo Lewis Carroll, uno che per diletto fotografa bambine in pose un po'"così". È LA STORIA SIGNORI!!!undici!!
Comunque. In un guazzabuglio di viaggi spazio-temporali (avevano già unito Paese e Specchio nel primo, quindi hanno dovuto un po' creare da zero, con tutto il non-rispetto del caso) ritorniamo alle origini del Cappellaio, scopriamo il perché dell'odio tra Regina Bianca e Regina Rossa - che per inciso sono sempre insopportabili come ce le ricordiamo, la prima, Anne Hathaway, sembra Mina (la cantante, non il giornalista, quello c'ha l'accento) che muove le mani tutto il tempo e fa l'eterea


l'altra, l'immancabilmente pessima Helena Bonham Carter, tutta urla e facce da speedata

L'unica - davvero l'unica - nota positiva del film si chiama Sacha Baron Coehen. Sappiamo da anni che Cohen è un attore di primissimo calibro, prima ancora di essere Borat o qualsiasi altra maschera assurda voglia indossare, e anche questa volta si dimostra una spanna su tutti gli altri. Il suo Tempo, una specie di cyborg metà uomo metà ingranaggio



è l'unico che ha qualcosa da dire, che riesce a dirlo bene, e a raggiungere quel minimo di profondità tragica che i personaggi delle favole DEVONO avere, se non ce l'hanno loro, diamine, con tutti i casini che gli succedono! 
Tempo, fossero stati più coraggiosi, sarebbe potuto essere un villain indimenticabile, horrorifico e shakespeariano come certi cattivi di favole del passato (penso alla regina pazza del Fantastico mondo di Oz o al Re della Luna del Barone di Munchausen... vedi, due che perdevano la testa per un nonnulla...)

Sai invece di Freddie Mercury chi dovrebbe interpretare il buon Sacha? Rasputin! Cavolo sarebbe perfetto!
Fanno la loro apparizione il Moriarty televisivo per un totale di 30 secondi che se non sta attento diventa quello mellifluo e sudaticcio sempre. Proprio nel contratto "il mellifluo sudaticcio"

e una citazione vivente di Arcimboldo che ho molto apprezzato

Si può dire che questo secondo Alice sia la sintesi dei peggiori approcci che si possano avere di fronte all'adattamento cinematografico di una fiaba. Io non dico di fare per forza la fiaba horror, capisco che sei la Disney e devi fare i tuoi conti, ma se a poco impegno nella scrittura ci metti pure una qualità più bassa della media in quanto ad effetti speciali e un totale disinteresse ad approfondire qualsivoglia personaggio (sì ok, qualcuno dirà che qui si approfondisce il Cappellaio, la scelta più logica. È molto più interessante il brucaliffo, allora... peraltro doppiato dal compianto Piton a cui è dedicato il film. Che poi nel cast ci siano un sacco di Harry Potteriani (ricordiamo l'unica vera fiaba moderna) mi fa venire la tristezzuola...)
Comunque ragazze vi volevo dire una cosa: BASTA BASTA BASTA mettere la citazione di Kerouac sulla pazzia dappertutto tipo Facebook, Instagram, (soprattutto) Tinder. Sai quella che fa: “Perché per me l’unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano, come favolosi fuochi artificiali color giallo che esplodono come ragni attraverso le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno Oooohhh”
Prima di tutto una cosa è che la scrive Kerouac, un'altra che la leggi sotto le foto di voi che saltate sul bagnasciuga di Ostia, scondo poi perchè, BREAKING NEWS, essere pazzi fa schifo al cazzo.
Tipo secondo voi questa ci stava col cervello quando si faceva questo tatuaggio?
Chiudiamo con una gallery di disegni che hanno composto una mostra, disegni che rispecchiano ampiamente il fandom generale di Alice: gli piace a tutti ma in pochi sanno dire qualcosa di nuovo:
Ah! Oh! La canzone finale l'ha scritta Pink. Ha fatto pure un video. Il video parte benissimo proprio pazzo: ci sta un tizio che si prepara la colazione e sente degli strani rumori venire dall'altra stanza... ci va incuriosito e... AIUTO! CI STA UN PROSCIUTTO APPESO AL SOFFITTO! A Carroll sarebbe piaciuto...

Gwen dije qualcosa tu va...

All'anteprima ci ho rimediato ben DUE REGALI! Un quadernino multisoggetto (và che foto artistica):

e una bellissima maglietta in poliestere stampata con tutto un disegno alicesco. Che dite ci sto bene? Sembro abbastanza pazzo se ci esco?

La Delipanza. Ma anche la Depilanza.

SIAMO SERIAL • Shameless chi legge

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Shameless • Stagione 6
Trama: Li am, i Gallagher

Con Shameless ho sempre avuto questo rapporto altalenante: piaciuto molto la prima stagione, stancato alal fine della seconda per sopraggiunto WTF perenne, abbandonata la tre e ripresa la quattro, ripiaciuta alla quinta.
Ora arriva e passa la sesta stagione, accompagnata da un promo seventies un tantinello tirata, diciamolo:

che sottolinea la domanda: chi può fare a meno dei Gallagher? Io no. Non più. 
Tra le famiglie seriali televisive questa è quella che mi è entrata proprio più in sintonia, prendi per esempio i Crawley, loro:
Con i Crowley non puoi empatizzare più di tanto, per manifesta nobiltà e noia, e infatti ammetto di aver abbandonato Downton Abbey e non avere per niente voglia di recuperare l'ultima stagione (a parte che come vi ho detto e ripetuto che sono almeno due anni che la mia voglia di serie tv è sotto le scarpe, c'entrano ovviamente i White e i Draper. E comunque non lo dico solo io.), mentre con i Gallagher, che se vogliamo sono l'esatto opposto dei Crawley, scotennati, sciroccati, straccioni, pazzoidi, quello che volete, ma  tutta gente che al posto del groviglio di etichette e sentimenti compressi che c'hanno i Crowley hanno un tubo unico, dritto, pulito, quello che pensano dicono, quello che vogliono fanno, quello che hanno amano. Nuovo mantra: Gallagher way of life!
Ora non dico che mi metterò a pisciare addosso alla gente, a fare lo spogliarellista bipolare, a spaccare i parabrezza delle macchine dei miei professori del college, a bere fino a farmi scoppiare il fegato, ad amoreggiare con un criminale sul retro di un deli, ma se bisogna imparare qualcosa dai Gallagher è "non t'aspettare nulla, perché tanto tutto quello che t'aspetti non succederà e tutto quello che non t'aspetti prenderà la forma di un camion pieno di naftalina rinforzato tipo monster truck di Mad Max e ti verrà addosso a tutta velocità. E tu fatti colpire e non rompere i coglioni", ecco più o meno bisognerebbe vivere sempre con questa maglietta indosso
Certo poi io che parlo di personaggi televisivi come fossero persone vere, questo è tutto un altro conto. Diciamo che sono bravi sceneggiatori, fanno bene il loro lavoro di sceneggiatori di film/serie: ti fanno credere che i Gallagher esistono davvero. 
E quindi ti dispiace se la storyline dei questa stagione prende a mazzate Lip (il mio preferito)

sei curiosissimo di sapere come andranno le cose per Carl (che ometto che si è fatto) nel suo nuovo mood rapper bianco
Showtime season 3 shameless fancy carl
adori sempre Debs, vorresti essere Kev e V (che sono tipo la coppia ideale assoluta), non puoi crede che una bellissima storia d'amore debba finire così

solo perché uno dei due attori è diventato una tartaruga ninja
e sei contento che la prima parola di Liam sia stata
Rebloggy (http://rebloggy.com/post/my-gifs-shameless-shameless-us-lip-gallagher-liam-gallagher-shamelessedit-mine/77711745556)Rebloggy (http://rebloggy.com/post/my-gifs-shameless-shameless-us-lip-gallagher-liam-gallagher-shamelessedit-mine/77711745556)
Invece se c'è una di cui non te ne frega assolutamente niente è Fiona, di lei e di tutte le sue ennesime paturnie

Insomma proprio come se una volta all'anno chiami dei vecchi amici e gli dici "dai oh raccontatemi TUTTO quello che è successo, dai".
Che poi per me siano in America e per chi si professa tanto purista (pff) siano in Inghilterra (Shameless UK è alla UNDICESIMA stagione, sempra che quello USA chiuderà con la settima. Come faremo? Ci trasferiremo? Vediamo quando ci colpirà quel monster truck e decidiamo.) fa lo stesso.
Vuole peraltro il caso che io stia rivedendo, per motivi miei troppo difficili da spiegare ma che riassumerei con "NON HAI MAI VISTO SHAMELESS?! VEDIAMOLO! È fico! Ti piace sicuro!", tutte le stagioni e vedendolo come un corpus unico (dove per corpus ovviamente intendo questo:
devo dire che ho sopportato molto di più i WTF imperanti: non è da tutti farti sembrare normali, quasi sacrosante, tutte le assurdità che accadono ai protagonisti.
Io dico solo che vedere e rivedere Shameless è bello perché ti fa pensare più e più volte che non siamo noi a decidere come deve andare la vita perché non viviamo impomatati dentro una magione inglese dove la cosa più emozionante è un granello di naftalina che si poggia sul busto di trisavolo, granello che viene subito spazzato via dalla cameriera.
Forza. Chi mi ha messo la droga dell'impegnone nel caffè stamattina? 
Ah. A proposito di famiglie incasinate e serie TV:. dopo i primi cinque minuti della sesta di Game of Thrones ho formalmente deciso di abbandonarlo. Per ora non sento nessun pentimento, se mai lo sentirò sarete il primo a saperlo.
E comunque ecco un po' di famiglie seriatelevisive di cui avremmo voluto far parte, anche come cugini lontani:
the simpsons photo bart simpson family picture


No. I Cesaroni non li metto neanche pagato.

Mutante ne fa una ne fa tante

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X-Men Apocalisse
Trama: X-Meh

Devo argomentare bene quel Broccolo, perché è un Broccolo che in realtà è molto tendente al Chicken, solo che è e rimane Broccolo, anche se mi piange abbastanza il cuore, visto che io resto legato anem' e core alla saga degli X-Men, perché, a ben vedere, sono i cinecomics che mi sono sempre piaciuti di più, in cinecomics in mutante.
Ne avevo fatto uno studio approfondito anni fa, recensendo X-Men, 2 e 3 e il primo Wolverine in occasione del reboot giovanilistico, poi erano venuti X-Men 2 bis e Wolverine 2, e mi è sempre sembrato sensato sottolineare che l'epoca che viviamo oggi, quella dove ogni mese esce un cinecomics - siamo già a 5 dall'inizio dell'anno - deve molto, se non tutto, a X-Men. Ok, diciamo che X-Men, Spiderman e Dark Knight hanno la colpa o il merito di aver dimostrato che i cinecomics potevano diventare dei successi multimiliardari e dei bei film. Poi la Marvel ne ha fatto routine, ma questo è un altro discorso...
E la mia argomentazione partirà da Quicksilver (anche detto Speedy Gonzales). Lui:
Quicksilver era stata la grande, bellissima, divertentissima e stupefacente sorpresa del film scorso, con quella clamorosa scena che ancora è piantata bene nella nostra memoria:

Quella scena ha dimostrato che Singer è ancora un registone che poteva dire qualcusa di nuovo nel trito mondo dei cinecomics e anche se non è riconosciuto come tale (a me piacquero pure L'allievo e Operazione Valchiria, pensa te...) aveva fatto una pernacchia al relenti al Quicksilver della Marvel (infatti sacrificato in 4-4-8).
La scena ha fatto scuola e infatti ne rifanno una nella scuola per ragazzi dotati di mutante.
Sono passati DIECI anni dai fatti raccontati nel film precedente (anni 70), che a sua volta si distanziava di DIECI anni dai fatti del preceprecedente (anni 60). Quindi ora siamo negli anni 80 e gli X-Men si vestono così:

Tra gli X-Men c'è Quicksilver, figlio di Magneto anche se Magneto non lo sa, superveloce e cazzone quanto basta per adorarlo. Lo avevamo lasciato nello scantinato della madre a giocare a pingpong con se stesso e, dopo DIECI anni, lo ritroviamo lì, stessa pettinatura, stessi vestiti, stesso tutto. Ma come, va così veloce e per DIECI anni sta fermo? Questo buco enorme (ENORME!) di sceneggiatura è davvero deprecabile...
Anche in questo film gli si riserva la scena più fica a livello di messa in scena. Non ve la metto che ve la rovino, al suo posto una promo che la dice lunga su quanto successo ha avuto quella scena lì, tanto che usano Quicksilver per far comprare alla gente le cose (in questo caso una connessione veloce) più del bel viso di Fassbender o delle belle... gote di Jennifer Lawrence:

Purtroppo, sorpresa a dir poco deludente, la figaccine scende vertiginosamente di mille tacche perché la scena (che ok, è girata bene e ha un sottofondo musicale azzeccatissimo) è già la parentesi Quicksilveriana dei film degli X-Men. Per capirci, è già il "Ehy" di Fonzi, lo Yabbadabadoo dei Flinstones, è già la cosa ripetitiva che DEVE esserci perché caratterizza il personaggio, è già la scena che gli sceneggiatori saranno costretti a mettere SEMPRE, alzando sempre più l'asticella dello spettacolo e della durata, e noi già alla fine di questa seconda ci siamo annoiati un po', perché fa le stesse cose (sposta le cose a mezz'aria mentre si beve una coca cola e salva la gente ma la percula contemporaneamente e cose così).
Ecco, il pensiero per la scena di Quicksilver si può applicare a tutto secondo terzo X-Men (!): è ripetitivo. Non è brutto perché brutto (per esempio l'ho preferito di gran lunga a Deadpool che sembrava aver inventato l'acqua calda dello sfondamento della quarta parete, così è se vi parete), e continua ad avere, come tutta la saga X-Men, una sua "geometria" ben precisa, diversa dai Marvel, diversa da DC, ma - attenzione che arriva il punto saliente - è ripetitivo se inserito nell'economia di tutta la saga. Sono SEI film che Xavier dice sempre le stesse cose, che Magneto dice sempre le stesse cose, che Mystica e tutti gli altri dicono e fanno sempre le stesse cose. E, peggio ancora, in questo terzo di seconda trilogia, addirittura le scene sono  le stesse: Xavier non finisce tutte le volte mezzo svenuto e morente perché ha finito quasi tutti i poteri psichici? Erik non sta tutto il film per i fatti suoi perché lo fanno incazzare ma alla fine rinsavisce giusto il tempo di salvare la situazione e non far morire tutti? 
Forse è un andamento da fumetto (che se vedi bene sono telenovelas disegnate), ma ritrovarsi sempre le stesse dinamiche stancherebbe chiunque.
Non aiutano questi elementi:
- Un cattivone apocalittico vestito come quelli che ballano la gabber nelle distoteche di Bratislava

recitato con stoccafissità da Oscar Isaac, probabilmente bloccato dal cerone

 che lo fa sembrare tantissimo un cattivo dei Power Rangers:

- Certe scenografie da mettersi le mani nei capelli e strapparli tutti a Xavier. Quel montarozzo di sabbia finale sembra una duna di Ostia ricostruita in un teatro di posa da avanspettacolo. Ridicolo davvero. Per non parlare della scena ad Auschwitz...
- Olivia Munn (una delle nuove mutante) che io ricordavo così:

e così:

e anche così:

e invece per tutto il tempo sembra un polpettone con la retina da cui straborda la panza.

Sì. Questa gif esiste. Ecco come Olivia ricorda tutto il lubrificante usato per indossare quella tutina viola:


- La ZERO voglia evidentissima che avevano alcuni attori di tornare negli X-panni, probabilmente solo per contratto. Primo fra tutti uno scoglionatissimo Micheal Fassbender che se nel primo era quello che si impegnava di più anche un po' inutilmente adesso emana per tutto il tempo un'impressione di "vabbè so arrivato sul set che devo fa dai famo veloce che c'ho da fare altro). Secondo me possiamo dire addio al suo magnetico Magneto

- La scelta 50/50 del cast per i giovani X-Men: azzeccatissimo Tye Sheridan per Cyclope

di una noia mortale Sansa di Games of Thrones per la Grey. Pervenuti poco e niente Nightcrawler e Tempesta. Angelo inguardabile. Sacrificato Bestia.
Comunque sui personaggi e su queste linee temporali stanno facendo un po' di casino. Ma Jane non l'andavano a prendere Xavier e Erik già vecchi? Ma Nightcrawler non lo trovavano già adulto in una chiesa e non conosceva nessuno? Ma Angelo non era il figlio di un riccone?
- Il poco spazio che hanno un po' tutti, il prezzo da pagare nel mettere in un film qualcosa come venti personaggi.
Aiuta invece questo elemento: 

Sì c'è Wolverinino nostro ed è la scena più fica del film, meglio di quella di Quicksilver.
Insomma un Broccolo questo Apocalisse, anche se controvoglia, perché è sembrato tutto un po' troppo forzato, uscito un po' male, forse avevano preso degli impegni contrattuali troppo stringati, forse ansietta da prestazione, fatto sta che le cose che non convincono sono più di quelle che sì.
100% Soft ha fatto questa cosa bellissima:

Ma lui pochi mesi fa aveva fatto anche quelle per gli Avengers. Che sia il vero anello di congiunzione tra Marvel e Fox invce che il tanto conclamato Spiderman?
Il prossimo X-Men sarà ambientato negli Anni 90. Che canzone useranno per la scena di Quicksilver? Secondo me questa:

Ah io la Munn la ricordavo anche così comunque

NOTTE BROCCOL • Martyrs (2016)

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Buonanotte!
Ma davvero allora è vero che non dormite per venire a leggere Notte Broccol, un appuntamento notturno dove, IO, dormo, e VOI, leggete. Bello. Mi piace. Mi fa fare sogni tranquilli. Sogni già sognati, remake di sogni.
Ah i sogni, io spesso quando sogno cose belle vorrei continuare il sogno di prima allora mi metto a pensare fortissimo a quella cosa, mi fisso proprio, come un chiodo, un chiodo fisso.
Ma comunque di sogni ne parlava il film horror della scorsa settimana, non quello di stanotte, questo parla di donne che raggiungono l'estasi, vedono un signore e raggiungono il culmine celeste con dei brividi sopra e sotto la pelle. 
Non pensate male, io quando succedono queste cose solitamente dormo.
Ecco a voi il remake di un film che si chiamava uguale:
Martyrs
Trama: Martrit

E eccone un altro. Un altro remake di cui nessuno sentiva la mancanza. Quest'anno sembra che ci si debbano proprio impegnare, nel fare remake inutili (su tutti Point Break).
Che poi non mi stanco mai di dirlo, non ho nulla contro il remake (che è un po' come la cover musicale, se ci pensi bene) e addirittura a volta ho voluto bene anche a remake inutili di film belli (esempio La Casa).
Martyrs quello francese non era piaciuto a nessuno, mentre a me, ovviamente, piacque, anzi piacè, alla francese, piascèt.
C'era il gore, c'erano diversi finali uno dopo l'altro, c'erano belle ragazze pazzoidi, c'era che quegli anni l'horror francioso dava un sacco di soddisfazioni e c'era che la cosa del martirio era una questione interessante da trattare, sicuramente più della tortura fine a se stessa (tipo Hostel per capirci), insomma i pazzi torturatori avevano le loro ragione, poi che fossero pazzi è un altro conto. Insomma seconfo me aveva una sua originalità, ad esempio a tutti ma proprio a tutti piascèt Alta Tensione, pure quello fracioso, pure quello con bella ragazza che uccideva, pure quello supersplatter, ma che alla fine della fiera parlava di doppia personalità. Mmmh. Tema nuovissimo proprio la doppia personalità con risoluzione finale a zero sorpresa.
Insomma com'è come non è arriva il remake americano di Martyrs.
E fa cagare.
Ma proprio tanto.
Tutto quello che c'era di buono nel primo (c'era eccome) viene bellamente dimenticato/cambiato/edulcorato probabilmente per renderlo meno indigesto. E allora perché farlo? Allora vai a fare il live action di Masha & Orso e non rompere l'anima celeste a noi che ci piacciono gli horror con le persone spellate vive, no? Masha spellata viva da Orso, ecco un'idea...

E proprio la scena finale è la summa dell'inutilità. Passi (ma anche no) che le due ragazze dell'originale sono palesemente una coppia mentre qui sono "molto amiche" ma manco vivono insieme, che una delle due è PAZZA vera, non solo strana, proprio PAZZA,  mentre qui è traumatizzata sì, ma neanche troppo, che l'altra è la martire sin dall'inizio, che ha sacrificato la sua intera vita dietro i deliri dell'altro, anche se lo capisci solo alla fine mentre qui è una che ci va quasi di controvoglia a salvare l'amica perché in realtà sta al college a fare le feste della sorority, che i pazzi che nell'originale facevano una paura matta mentre qui sono poco più di una setta di annoiati cristiani con la voglia di barbeque, passino tutte queste cose (ma, ripeto, anche no), ma non passa che la scena finale, in nel Martyrs vero veramente una botta
martyrs
ora diventa una roba incisiva come i denti di Masha, poco più di un giochino di luci con un po' di passata di pomodoro e degli occhi bianchi fatti col computer. 

Guarda mi è piaciuto talmente poco che non voglio rubare altri minuti preziosi al vostro sonno che potrebbe essere pieno di sogni broccoli che fanno raggiungere l'estasi

Zio Broccolia

CB ANTEPRIMA • Warcraft

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Warcraft - L'inizio
Trama: Ascia e Orco
Mai giocato neanche un minuto di Warcraft. Mai giocato neanche un secondo al gioco di carte di Warcraft. Mai giocato neanche un decimo di secondo al gioco di ruolo di Warcraft. Mai neanche pensato di colorare col pennellino a 1 pelo di martora le statuine di Warcraft. Insomma ho pure riso tantissimo di questa puntanta di South Park (una delle poche che ho visto complete peraltro, mai entrato nelle mie corde, South Park)


ma non ne capivo la base, appunto, che erano appunto quel gioco immersivo chiamato Warcraft, che tanti fan ha in giro per il mondo.
Non che la cosa mi abbia destato tanta preoccupazione al momento di accettare l'invito all'anteprima, perché diciamolo, è mai stato un problema conoscere alla perfezione il riferimento di un film per farsene un'opinione? Ma quando mai! Altrimenti non avrei potuto recensire film sulla medicina, sullo sport, sulla guerra, sulle ragazze.
Io l'ho preso solo come un film fantasy, perché questo è, anzi è proprio il film più classicamente fantasy dai tempi di Signore degli Anelli.
Ci sono gli esseri umani e gli orchetti, il mago buono, quello cattivo, il nano l'elfo ed il gigante, non manca più nessuno, solo non si vedono i quattro hobbit.

Sai i personaggi di Dangeuouòn (come si scrive?) & Dragons? Proprio tutti loro. Ah, quello si che era un cartone:

E insomma Warcraft è (o dovrebbe essere) proprio un sogno bagnato per gli amanti del fantasy puro, quello col guerriero umano con lo spadone (!) gigante che brandisce come pesasse due grammi, l'armatura lucente e lo sguardo ancora più lucente che cavalca un ippogrifo


quello con orco incazzoso dai denti di fuori 

che cavalca dei canidi

da qui l'espressione "ORCO CANE!"
Quello col mago che muove le mani e gli escono i raggi laser alchemici e runici

Insomma il Fantasy, proprio quello che mi è sempre andato un po' indigesto se non in salsa harrypotteriana. Se poi state qui a farmi il pelo e mi venite a dire che Labyrinth e La storia infinita erano fantasy a tutti gli effetti io vi dirò: lo so. Lo. So. Ma ora non è il caso di mettere in mezzo la nostalgia.

(Ogni riferimento a figli di David Bowie che sono diventati registi con un esordio pazzesco e lunatico e un film medio e ripetitivo e poi si incastrano in un filmone fantasy tutto fatto col computer non è puramente casuale.)
Comunque, libero da ogni passione sfegata dal fantasy, ho vissuto Warcraft come un film d'animazione con orchi... insomma una cosa poco lontana da questa:

Il film infatti è TUTTO fatto in CGI e solo per caso fa vedere tre/quattro attori in carne e ossa in qualche scena, peraltro tutti dimenticabili.
Poi per carità, la computer grafica è fatta un gran benone (molto meglio di roba vista ultimamente tipo Alice o gli X-Men per esempio), questo è vero, ma non basta, perché la storia, che pretendeva eroismi, epicità, grandi discorsi motivazionali e una regia all'altezza, sprofonda spesso nel non-sense puro, ma non l'accettabile non-sense magico/fantasy tipo "sto costruendo un golem" più qualcosa come "vieni qui dentro questa sfera di energia che ci teletrasportiamo davanti al re senza che ci sia un qualche ostacolo magico che ce lo impedisce quindi tutti i maghi possono teletrasportarsi davanti al re e ucciderlo.

Già. 
Ecco cosa c'è di problematico nel fantasy, che visto che in teoria puoi fare quello che ti pare, allora devi darti delle regole più ferree del dovuto, dovresti avere un approccio neorealista e verista ma parlare di maghi e draghi. 

Game of Thrones l'ha fatto per buona parte della sua durata (fino a diventare la telenovelas fatta per i meme che è ora) e questo ci era piaciuto molto. Invece Warcraft azzera ogni epicità e oltre a vedere una cosa più simile a Avatar (dove invece del blu il colore è il verde)
Comunque dicevamo gli attori. Nessuno è all'altezza (se pensi al cast iperazzeccato della trilogia di Jackson), ma sul Mago interpretato da Ben Foster ci si potrebbe aprire un capitolo a parte, capitolo in cui le parole ricorrenti sarebbero "insulsaggine", "ridicolo" e "maccosa". Chi ha avuto l'idea di scegliere lui come mago superforte? Pare un coatto al Burning Man. Terribile davvero.
Warcraft film è l'esempio lampante di che guaio succede quando da una parte ti preoccupi troppo dei fan, questi tizi qui fotografati all'anteprima americana

che devi accontentare perché altrimenti verranno sotto casa tua per anni a lanciarti degli incantesimi (il problema non sarebbero gli incantesimi ovviamente, ma il fastidio di trovarsi sotto casa gente vestita così, vallo a spiegare ai vicini), ma devi anche fare i conti con un film che i soldi li deve prendere anche e soprattutto dalla "ggente", da quelli che Warcraft non sanno neanche cos'è, quelli come me, e probabilmente come te che stai leggendo, le persone normali diciamo.

Quindi per dare un colpo al cerchio e una alla moglie ubriaca, finisce che il film non è né carne né pesce, anzi è tipo MacDonald, non brutto, ma la personalità è un'altra cosa.
(Cosa diamine sono queste gif non ne ho idea ma era troppo allettante metterle.)
Una cosa che funziona del film sono le (continue) visioni aerei delle orde di orchi che ricordano appunto il campo da gioco di ruolo visto dall'alto dei giocatori

un po' quello che succedeva in certe scene di Battleship
Certo, non avendoci mai giocato, mi dà pochissima emozione. Lo vedo, lo capisco, non mi appassiona, che dite dovrei iniziare a giocarci? Dice che gli effetti si vedono prestissimo:


Ma questa espansione esiste? Come si chiama? P'orc Hub?

(Amici. Io vorrei sempre dire: film sugli Exogini. Fatelo. Eddai.)

• FILM CULT ANTISTRESS DA COLORARE 2 •

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PEPPEREPÈ!
Sapete già che quando inizio un post con lo squillo di trombetta c'è da mettere mano al portafoglio.
Ma questa volta è per una giusta causa. Sì lo so che dico così tutte le volte, ma non erano giuste anche tutte le altre cause? Questa non era giusta? Questa? E questa non era una cosa importante?
Allora, dopo il successo del primo Film Cult Antistress da Colorare, che vedeva riunite 8 illustrazioni del prode Ale Giorgini e 8 recensioni del sottoscritto, ho deciso che col secondo numero (che si chiama 2! Ma potete anche chiamarlo Il ritorno! Reloaded! Colpisce ancora! Sempre più pazzo!) avrei fatto fessi proposto 8 artisti tutti nuovi.
FILM CULT ANTISTRESS DA COLORARE 2, lo dice la parola stessa: 8 ma che dico 8, 7+1 ARTISTI TUTTI NUOVI (il +1 è sempre Ale Giorgini che comunque che non ce lo metti in un coloring? Eh.) per 8 ma che dico 8, 7+1 FILM CULT (il +1 è un telefilm così non mi dite "eh ma questo non è un film, è un telefilm) DA COLORARE.
Queste sono le due cover:
Esatto. Ho fatto la VARIANT! Dice che ora va di moda stampare una versione dello stesso albo ma con una tiratura copertinata in maniera diversa, meno copie, quindi più rare, quindi la gente se le compra per collezionismo! PRESTO! ACQUISTA FILM ANTISTRESS DA COLORARE 2 VARIANT.
Qual è la variant? Ah boh. Mi sa che mi sono perso qualche passaggio importante di questa cosa della variant perché ne ho stampate lo stesso numero di copie. Quindi decidete voi qual è la variant e quale la cometuttlealtr. Insomma bianca o rossa, sempre belle sono.
Ecco i 7+1 nomi coinvolti in FILM CULT ANTISTRESS DA COLORARE 2 (voglio la ola per ogni nome e che clicchiate sulle immagini per vederle grandi):
OSCAR ODD DIODORO
con TEMPI MODERNI
MATTEO CUCCATO 
in 1997: FUGA DA NEW YORK
VANESSA FARANO 
in ALIENS - SCONTRO FINALE
OSVALDO CASANOVA 
in HOLLYWOOD PARTY
TRAM 
in L'ARMATA DELLE TENEBRE
RUBENS CANTUNI
in GROSSO GUAIO A CHINATOWN
ANDREA CHRONOPOULOS 
in RAMBO (+ la cover)
ALE GIORGINI 
in BATMAN '66 (il serial)
Ed ecco finalmente il pulsante PayPal da spingere senza timore per comprare FILM CULT ANTISTRESS DA COLORARE 2. Costa 8 euro + spedizioni. Specificate che colore di cover volete.

Ah. Vi ho fatto vedere tutti i poster - contravvenendo alla regola della pubblicità che dice che non si deve mostrare tutto per creare curiosità - per un motivo ben preciso. Potete comprarli anche singolarmente in dimensione poster! Esatto. Potete avere i vostri POSTER ANTISTRESS DA COLORARE. Vi faccio vedere l'effetto con questo bel fotomontaggio iStock:

Non è fantastico? Lo è.
I poster sono grandi 42cm x 60cm e costano 20 euro. Per acquistarli dovete mandarmi una mail
Per dimostrarvi che colorare poster in grande dimensione è una ficata vi faccio vedere un po' di foto di ITALIANISM, la serata dove ho portato il RULLO ANTISTRESS DA COLORARE, quello che non tarderei a definire "il fallimento dei vostri terapisti è il successo dei film antistress da colorare":
Siamo finiti pure sul giornale, no dico.
Se poi volete  comprare TUTTO fate prima a scrivermi una mail e vediamo di fare uno sconto comitiva.
BUON CINEMA ANTISTRESS!

STORIA VERA • Eddie The Eagle

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Eddie The Eagle
Trama: Forrest Jump

Grazie, grazie, lo so, "Forrest Jump"è un gioco di parole fortissimo.
Certo questa scena:
e questa canzone sul finale:

hanno aiutato, visto che il film parla di uno un po' toccatello che vuole a tutti i costi andare alle Olimpiadi, non importa in che disciplina, fino a che trova quella più assurda per lui, roba che non c'era un atleta inglese in quella disciplina da 70 anni: no, non è l'utilizzo del bidè (!), ma il salto con gli sci:

sai tipo quando quei quattro Giamaicani hanno fatto la squadra di Bob:
Complex cool runnings movie jamaica winter olympics
In effetti il tipo non è mai definitivo scemo in senso stretto, ma insomma, quella pazzia di cui tanto si parla nel film non è fatta solo di incoscienza, forza di volontà, coraggio, c'è proprio una componente di "forrestgumpitudine", del tipo "se ti butti a capofitto nelle imprese vedrai che ci riuscirai anche se nessuno crede in te"... anche se alle volte il confine con la scemenza è un veramente labile.
Eddie the Eagle è la storia vera di lui:
ecco, diciamo che anche la faccia tanto sveglia non è.
Fatto sta che insomma questo l'ha fatto davvero quel salto di 90 metri con gli sci, roba che io sullo snowboard vedo un motarozzo mi fermo a guardare tutta la mia vita che mi passa davanti (in pratica ci sono io di spalle con davanti lo schermo e sullo schermo tutti i film che ho visto che passano velocissimi, io sempre immobile di spalle).
Per avvalorare la STORIA VERA rubo ricorro al solito sito che fa vedere come la realtà spesso supera la fantasia degli sceneggiatori, ma questa volta no, visto che la figura dell'allenatore è del tutto inventata, e vi linko la pagina perché quello sì che è un sito che parla di film STORIA VERA come si deve, approfondendo. Non come me che al massimo mi concentro sui giochi di parole.
Certo se ci fossero le Olimpiadi dei giochi di parole io mi piazzerei minimo sul podio. Sarebbe una vittoria limpida, un terso posto.
Il regista del film è un attore inglese conosciuto ai più come uno di Lock&Stock, che poi si è dato alla regia con questo film, che era un film molto "this is England". Infatti in Eddie The Eagle la parte inglese funziona molto bene: piccolo ragazzino della periferia fa grandi sogni internazionali. La mamma crede nel suo pulcino, il padre lo vorrebbe al cantiere e altro che salto dell'aquila, avrebbe voluto fare quello della quaglia.

Eddie non si dà per vinto mai e arriva, anche grazie ai consigli di un allenatore ex promessa dei salti ora ubriacone (mi ricorda qualcosa e qualcos'altro... che sia l'anno degli allenatori ex promesse ora ottenebrati da droghe e alcol?) a fare il salto della vita (o della morte).
Tutto a posto in ogni comparto: c'è il training video tra il serio e il faceto

c'è il momento si sconforto totale, c'è la squadra di svedesi stronzi e il megacampione zen che ammira questo giovane ragazzo ai suoi primi salti, c'è la rivalsa, c'è il padre che ha tarpato le ali per tutto il tempo all'aquilotto che alla fine dice "SONO FIERO DI TE". Ecco, Eddie the Eagle te lo vedi proprio bene, nessuna sorpresa ok, ma neanche nessuna delusione,  e pure Wolverine in versione allenatore va benissimo (non che fosse la prima volta per lui, ma quella volta era un robot), anche se in effetti sembra proprio di vedere Wolverine che si dà ai salti con gli sci
20th Century Fox Home Entertainment hugh jackman eddie the eagle ski jumping
ricordiamoci sempre che quell'uomo è stato candidato a un oscar e comunque a 50 anni sta così:
Io invece a 37mi sento un uccello che prende la rincorsa per fare un lungo salto, più o meno così:

Per Hugh c'è anche il tempo di una scena del tipo Harry ti presento Sally da Katz:


Sempre meglio dei coglioni sul collo, Hugh, sempre meglio dei coglioni sul collo.
Protagonista destinato a una carriera interessante il regazzetto (bravo, devo dire, bravo) di Kingsman (peraltro questo film è fatto praticamente dalla stessa cricca, e si vede, visto il tono sostanzialmente "cazzone" che hanno applicato a questa storia che poteva avere risvoltini più drammatici), che fa faville su Tumblr:

Comparsate più che eccellenti di Christopher Walken - anche se ormai Walker fa comparsate dapertutto:


e Lumacorno, ooh, Lumacorno...
Comunque sempre bello quando a Hollywood dal cappello ti tirano fuori STORIE VERE di cui tu non conoscevi l'esistenza. Bello anche per i protagonisti che magari grazie al film riescono ad avere una seconda occasione. Ecco come Eddie the Eagle sta sfruttando i suoi secondi 15 minuti di celebrità:

Comunque non voglio essere cattivo, perché mi ci voleva proprio un film così, di quelli che ti fanno pigliare bene il sabato pomeriggio anche quando sei mogio, tanto che ti viene voglia di prendere degli sci salire fino in cima alla Panoramica (chi è di Roma può capire) e via andare giù a perdifiato gridando il famoso motto lecoubertiano: "Nella vita l'importante non è vincere ma vendere più FILM ANTISTRESS DA COLORARE 2!" (Mi ha detto Christopher Walken che per il 3 mi fa la pubblicità.)
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