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Channel: Chickenbroccoli
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Branco nel buio

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The Wolfpack
Trama: Pulp Non-Fiction

Ci sono i film. C'è il Cinema. Ci sono le persone. Ci sono le storie.
A volte tutte queste cose si mischiano e diventano documentari. Un documentario racconta una vita o un fatto, quindi l'unica invasione che la finzione fa nel reale è la documentazione filmica, il montaggio del materiale girato. Un documentario cerca riprese quanto più "celate" possibile di alcune storie che, vuoi perché sono più incredibili della realtà stessa,  vuoi perché sono fatti storici o di cronaca, meritano di essere raccontate in un film.
Ci sono però delle volte in cui film, cinema, vite, persone, storie, cronaca diventano un tutt'uno carico di una potenza comunicativa unica, come uniche sono alcune occasioni e alcuni incontri. Tutto questo dà vita a documentari unici, come questo.
Basta scrivere la storia in poche righe per accendere la curiosità di chiunque: 

questi sei fratelli hanno vissuto chiusi in casa, in un appartamento di New York, per tutta la loro vita. Asserragliati nelle poche stanze da genitori troppo apprensivi e palesemente turbati mentalmente - se non proprio paranoici, direi pazzi - i sei (i cui nomi sono antiche divinità induiste: Krisna, Jagadesh, Visnu, la sorellina più piccola, Govinda, Bhagavan, Mukunda, Narayana) non sono mai usciti e tutto quello che sanno l'hanno imparato dai film.
Ma non si limitano a vederli, i film, i sei infatti li imparano a memoria e, costruendosi dei costumi montando scatole di cereali e ritagliando tapettini da yoga, ne riproducono intere sequenze. Tra i loro film preferiti Pulp Fiction e Le Iene (il loro preferito in assoluto, perché permette a ognuno di avere un ruolo importante)

The Dark Knight
Ma anche classici come Quarto potere e Via col vento.
I sei stilano classifiche

riscrivono le battute, le citano, ridisegnano le locandine

vedono film a ripetizione...
Oltre a ricordarmi "qualcuno", diventano in pochissimi minuti persone di cui vuoi sapere tutto.
Questo è un documentario speciale. Di quelli che capitano raramente perché non raccontano storie già balzate agli onori della cronaca (mi viene in mente quel Man on Wire, che pur essendo splendido, poteva contare su chili di materiale e ore di materiale video), qui siamo dalle parti del colpo di fortuna, fortuna che devi saper cogliere se sei un documentarista (come Catfish, per esempio): la regista notò i sei in metropolitana, tutti vestiti uguali, con gli occhiali neri, sembravano proprio Mr. White, Mr. Pink, Mr. Orange e soci. 

Li ha conosciuti e ha scoperto la loro incredibile (e penosissima) storia.
Già, perché non c'è nessuna vena goliardica nel loro ricreare i film, non c'è divertimento nel vederli preparare costumi, pistole finte e scenografie, le uniche sensazioni sono pena, compassione, commozione. E rabbia quando appaiono il padre e la madre, artefici consenzienti di sei menti spezzate, sei ragazzi interrotti, che non conoscono un'infanzia, che hanno palesemente maturato derive sociopatiche e ossessive (sperando solo per i film). Il mondo fuori è cattivo, ci sono omicidi e aggressioni, meglio stare sempre in casa, la società va combattuta. Questo il credo del padre

la cui unica "legacy"è la passione per il cinema. 
La storia di Wolfpack - il branco - è la dimostrazione che dove l'uomo può distruggere, il cinema (inteso come la fantasia, l'immaginazione) può costruire. Quello che i genitori hanno devastato, il cinema ha salvato.
The Wolfpack è un film che, attraverso la storia di sei spettatori poco comuni, fa il punto su un tema fondamentale quando si tratta di cinema, sottolinea in maniera profondissima la responsabilità che hanno i registi, che ha il cinema.
Immagino Quentin Tarantino o Christopher Nolan vedere questo film e entrare in un abisso mentale pensando che la loro opera di creatività è entrata così prepotentemente nella formazione deviata di questa famiglia. Forse esagero e ovviamente nessun regista può lavorare pensando che da qualche parte del mondo ci sono sei bambini che crescono dentro un appartamento/prigione e non possono fare altro se non guardare film.
Ancora più speciale The Wolfpack è reso dalla grande quantità di filmati d'archivio che ci raccontano stralci di vita passata, quando i sei erano poco più che bambini, ripresi dal padre e dalla madre borderline.
Per fortuna - proprio come in Kinodontas - film che adesso assume un aspetto tutto nuovo - lo spirito delle persone non nasce dall'educazione che ricevono, e le aspirazioni, i sogni, la voglia di vita non la puoi spezzare mai. Esempio lampante è Mukunda, che già anni prima delle riprese, quando aveva 15 anni, scappò per le strade... peccato che lo fece vestito da Mike Myers.
Amano gli horror, i ragazzi:
L'arresto e l'internamento per alcuni giorni in un ospedale psichiatrico furono le consequenze. Viene da chiedersi come funzionano i servizi sociali americani...
Tornando alle responsabilità del cinema. Anche la regista di responsabilità ne ha molte, la più grande ovviamente è quella di aver realizzato un sogno dei sei ragazzi, essere finiti in un film e poter continuare a intepretare, questa volta da protagonisti, i loro film preferiti

ma certo c'è anche da considerare che, una volta scoperta questa verità sicuramente stramboide e deprecabile (la sorellina Visnu è ritardata, il padre alcolizzato, la madre palesemente sciroccata, i ragazzi subiscono una repressione psicologica conclamata, e, nei meandri di alcuni sguardi e scene, anche se la cosa non è mai esplicitata, viene da chiedersi come questi adolescenti hanno vissuto le loro naturali pulsioni sessuali) la regista abbia, come dire, messo da parte il suo lato umano a favore di quello di filmaker che, fiutata una storia pazzesca, ha preferito non fare nulla se non riprendere i fratelli. Qui una sua chiacchierata interessante.
Certo, col senno di poi ha fatto più bene che male per questi fratelli, è stata a tutti gli effetti l'elemento esterno che ha scardinato quella routine folle, che ha convinto alcuni dei fratelli a liberarsi da quella subitanza psicologica e domestica, intanto tagliandosi quei capelli lunghissimi (i capelli sono sempre un simbolo di ribellione); ma se il progetto non fosse andato in porto? Se ad un certo punto fosse finito tutto senza diventare davvero un film? Domande senza risposta, ok, quindi inutile farsele.
L'unica risposta che dà il film è che il cinema è  
Uno dei film dell'anno. 
Per chi ha già visto il documentario ecco una sorta di "che fine hanno fatto"

e una foto che da sola basta per ricordarci il motivo fondamentale per cui demandiamo al Cinema una così grande parte della nostra vita, della nostra attenzione, del nostro amore.

Un'immagine che testimonia, ancora una volta, il motivo per cui il Cinema, anche se tu non lo sai finché non vedi un documentario che te lo racconta, cambia la vita di alcune persone, e forse ha cambiato anche la tua.
La mia di certo.

L'invidia del pixel

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Pixels
Trama: Game Over

Come già sapete (se siete stati attenti, ve l'avrò messo almento tre volte in giro negli ultimi 3 anni), esiste questo corto STUPENDO qui:


L'ha fatto anni fa un francese. Bràvo.
Ovviamente una cosa bella non può passare inosservata e ovviamente non può prima o poi essere rovinata da un gruppo di americani idioti capitanati da Adam Sandler.
Lo stesso Adam Sandler che non ne fa una buona da anni e che, ormai ho veramente deciso, è uno delle più grandi piaghe del cinema moderno, altro che salvatore della comicità un po' assurda e diversa; un tempo mi piaceva, lo ammetto... ma ora non lo sopporto davvero più. È compiaciuto nella sua totale fissità, inoltre gli si sta allungando la faccia in maniera preoccupante, no così per dire.
Ma aspetta. Perché prima di parlare (pochissimo ma almeno malissimo) di Pixels, è doveroso citare questa puntata di Futurama
che è importantissima da tenere a mente visto che è del 2002 (il corto è del 2010), e quindi viva sempre Futurama, che appunto, continua a prevedere il futuro anche se è morta e sepolta, purtroppo.
Comunque, oltre a Futurama e a Pixels il corto, per trovare le basi del perché hanno fatto questo film vanno certamente citati Scott Pilgrim, King of Kong, Indie Game e Ralph Spaccatutto (e un pochino Tron Legacy, ma in minor misura per colpa di Olivia Wilde che distraeva dallo sparatutto), tutti film che  negli ultimi anni hanno riportato in auge il mondo videoludico, ma non tipo quando fanno un film da un videogioco, quello non c'entra nulla, no, qui si tratta di usare come protagonisti i personaggi dei videogiochi ma in avventure che coinvolgono anche un mondo esterno al loro, ma indissolubile, quello dei nerd che ci hanno passato l'infanzia, a smanettare sugli arcade, tipo me per capirci.
Già in un'occasione ho fatto la lista delle consolle e portatili passati tra le mie mani, e tenuto conto che non ho mai avuto una PS1 (quindi mi sono perso tipo il passo fondamentale dell'industria videoludica moderna) posso dire di riconoscermi abbastanza in questi sfigati che sanno i nomi dei personaggi dei videogiochi e che hanno finito Monkey Island. Tre volte. A proposito: Pirati dei Caraibi NON È il film di Monkey Island. No, era tanto per ribadire una cosa importante nella vita.
Per fortuna poi - credo proprio perché non avevo la PS1 - mi sono un po' affrancato da questo fatto di stare ore ore ore ore ore a giocare ai videogiochi, ore che interrompevo solo per leggere dei fumetti o vedere dei film che parlavano di fumetti o di videogiochi, film tipo questi:


e mi sono un pochino allontanato dal mondo nerd. Allontanamento aiutato anche dalla scoperta incredibile che c'era un sesso diverso dal mio e che giocare benissimo a Caveman Ugh.limpics poteva essere utile anche in altre occasioni (avete capito questa battuta? benvenuti nei nerd).
Insomma per tanti anni non ho videogiocato e non sono stato nerd. Poi ho fondato ChickenBroccoli e ci sono tornato da campione, nel mondo nerd. Ora ho una PS4.
Comunque, bando alle ciancie, Pixels è una merda quasi inguardabile, e lo è esattamente per i motivi che potete immaginare: Adam Sandler. Già, era al plurale, ma lui è la causa di tutti i mali, infatti ha scritto anche un po' di sceneggiatura, una cornucopia di situazioni imbarazzanti per lui e per gli altri e soprattutto per Serena Williams (già).
Il film è Ghostbusters, con gli alieni che arrivano a forma di vecchi videogiochi a trasformare tutto in quadratoni e quadrettini
e i più insospettabili (nerd campioni di videogiochi) chiamati a fermarli. 
Che poi non ci sarebbe nulla di male, è pur sempre un film da cassetta, non volevamo Tarkovskij, ma neanche questa paccottiglia di cose inutili. Pixels infatti perde quasi tutto il suo minutaggio (manco breve) nei siparietti insopportabili di Adam e compagnia brutta (si è portato dietro il ciccione, per fortuna non tutti gli altri... quelli arrivano domani).
Una quantità di occasioni sprecate da far rabbirividire anche chi con i videogiochi non ha mai giocato, almeno in Ralph Spaccatutto, prima che diventasse un remake della scena di Frankenstein Jr con la bambina, c'erano scene molto divertenti che rispettavano anche le psicologie dei personaggi dei videogiochi. Qui, il nulla, solo una scenetta col cane di Duck Hunt e con quel rompicazzo di Q-Bert (peraltro già sfruttato proprio in Ralph...).
E tutto perché Adam non poteva limitarsi a darci solo videogiochi e inside joke e nerd game e un po' di sana avventura con effetti speciali fichi (quelli sono fichi per davvero), no, lui doveva fare un film "alla Adam Sandler", quelli con quella comicità tutta pause e lui che fa la faccia da cane bastonato sempre più lunga e battibecca con la bella di turno (Michelle - naso di maiale - Monaghan) ma tanto alla fine la rimorchia. Sai che bello.

Un cast sbagliato in quasi la sua totalità (che peraltro spreca senza rispetto due personcine a modo come Brian Cox e Sean Bean); si salva in corner solo il povero Peter Dirklarge, con il personaggio del bulletto nano piccolo corpo gigantesco ego

che però se ti ci fermi un attimo a ragionare è anche un po' offensivo nei confronti dei nani, regista invisibile come certi mattoncini segreti di Mario (che poi è Chris Columbus, quello di Mamma ho perso l'aereo e i primi Harry Potter) uno che dovrebbe saperci fare con un certo tipo di età (9/13), qui asseragliato tra le pose da tranquillone di Adam e quelle da cioccione odioso dell'amico suo, e storia ai minimi storici.
Odio Adam Sandler.

I film di videogiochi li deve fare chi coi videogiochi ci è cresciuto davvero, chi ne ha capito l'importanza, e ne rispetta la profondità. Date tutto in mano a Edward Wright e non se ne parli più.
Per riprenderci da questa visione ignobile, prima di tutto vi metto quello che secondo me è la più divertente interazione uomo-videogioco della storia dell'interazione uomo-videogioco:

E poi alcune cose belle che vanno da fotografie coi personaggi pixelosi in panorami reali (anche queste un po' anticipatorie di alcune scene del film...) 

A una pixel art (lo sappiamo tutti quanto è bella la pixel art, ve lo devo ricordare?) che però non è semplice riproduzione di personaggi in forma di pixel (se volete questo potete anche costruirli da voi, io questa estate me ne sono comprati CENTO), qui si tratta di sognare videogiochi alla Monkey Island ma con i nostri film preferiti; li ha fatti Gustavo Viselner (tutti cliccabili eh):
A schermate "press to start" di videogiochi horror che purtroppo non esistono:
E infine, a vecchi Game & Watch ma cinematografici (anche questi li puoi giocare online, tanto che oggi non abbiamo perso abbastanza tempo):
Ciao. Io vado a giocare a Pacman per sempre. Vedi mai che un giorno possa tornarmi utile in altri frangenti. Nessuno ci avrebbe creduto con Caveman Ugh-limpics, e invece...

2x1 ANTEPRIMA • Hotel Transylvania 2 - Ritorno al Marigold Hotel

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Hotel Transylvania 2

Trama: Stupido stupido hotel

Che Tartakovskij sia un genio è indubbio. Uno che ha inventato queste cose qui:

lo è per forza e nessuno sta dicendo il contrario.
Per questo il suo lavoro sul franchise Hotel Transylvania è davvero inspiegabile, quasi imperdonabile. Capisco i soldi, ma perché rovinarsi per andare appresso a un idiota?
Il problema è riconducibile ad Adam Sandler - da ieri ho deciso che tutti i problemi del mondo sono riconducibili ad Adam Sandler, compresa la fame nel mondo e le Miss Italia deficienti - che come un Re Mida Bizzarro trasforma in merda qualsiasi cosa.
Il primo HT mi aveva depresso, sensazione acuita dalla sapere che esiste quel CAPOLAVORO di Mad Monsters Party (rivedetevi questo , vi prego!), che è un film in stop motion degli anni 70 stupendo, di cui HT è praticamente un remake non dichiarato.
Ora senza che nessuno ne sentisse il bisogno arriva il seguito. Ma perché questi sequel? Sì ok, aveva fatto un po' di soldi, ma basta. Qualcuno sente il bisogno di vedere il seguito di Gnomeo e Juliet? Di Planet 51? Di Igor? Di Turbo? Di 5 Leggende? (potrei continuare). Ecco.
La sceneggiatura di HT2 è tra le più flebili che memoria ricordi, una storiella, quasi uno sketch, che se fosse stato in mano alla Pixar si sarebbe esaurito nei primi 7 minuti, per poi trasformarsi in tutt'altro, probabilmente un capolavoro (ecco, ho anche deciso che per ogni idea che altri studios rovinano, meritano di essere odiati per averle soffiate alla Pixar: vi immaginate un film coi mostri fatto dalla Pixar? Pensate che bello poteva essere. Ora ovviamente non lo faranno mai perché c'è questa cagata di HT.), invece qui viene diluita per 100 minuti e ti mette un certo tedio.
Si tratta del solito "upgrade con figli" (vedi Shrek, vedi tutti gli altri seguiti dove nascono i figli per allungare il brodo, non vedi Incredibili che ci partivano già dall'inizio, coi figli), il più banale che si possa immaginare: il figlio mezzosangue mostro-uomo (anche se sarebbe meglio dire mostro-idiota) che forse non è un vampiro, forse lo è, quindi nonno Dracula lo porta in giro per mostruosità insieme agli amici mostri per fargli uscire le zanne mentre i genitori sono in America a vedere come ci si vive. Ci riuscirà? Non ci riuscirà? È un vampiro? Non è un vampiro? CHISSENEFREGA!
Sempre alla ricerca del personaggio puccioso e di quello comico per forza (e qui di comici per forza ce ne sono... tutti), senza mai pensare che non bastano da soli, non bastano.
La comicità di HT (tranne tre o quattro rarissimi sketch decenti, e tranne il Blob, il personaggio più riuscito) è tutta giocata sulla fisicità dei protagonisti (siamo sempre dalle parti Minions, la comicità più facile che esiste, la scorciatoia), e comunque non fa neanche troppo ridere: Dracula che balla la break dance, Wolfman che si comporta come un cane

Mummia che si incricca mentre lancia una maledizione, la ripetizione per ben tre volte della battuta "sono troppo vecchio per queste cose", already done, already saw.
Poi magari l'ambientazione dell'hotel è anche carina (infatti se ne vanno dopo un quarto d'ora, bravi), ma insomma, alla battuta - "C'è il bluetooth qui?" - entra in scena un mostro blu a forma di dente, ecco, cascano le braccia, anche senza essere zombi.
Chiude il pacchetto l'arrivo di bisnonno vampiro (doppiato in italiano da un Paolo Villaggio in pieno enfisema polmonare):

Vi ricordate quella puntata dei Simpson dove per rinvigorire la serie aggiungevano un personaggi ai Simpson? Il cane? Ecco. Proprio come in Shrek o l'Era Glaciale, tempo che arrivano al terzo HT e ci saranno talmente tanti personaggi da gestire che basterà fargli dire una battuta per uno e potranno arrivare ai 90 minuti canonici.
Tanto poi almeno 10 se ne vanno con l'immancabile e insopportabile balletto finale:

Andate a vedere o rivedere Inside Out, che è ancora al cinema.
Le uniceh cose buone di HT succedono "fuori" dal film: una è che il regista ha abbandonato il carrozzone e non farà il terzo (e ha abbandonato anche quello di Popeye, per fortuna); la seconda è il libro di studi preparatori:






Guardate che belli. In questi disegni c'è la fantasia, il gesto, l'Arte dell'animazione, tutte cose perse nel film che  invece è solo schiavo delle case di produzione e distribuzione che stanno col fiato sul collo alla gente e dicono Più ridere! Più Minions! Più balletti finali! Maledetti.
Oh. Visto che di sequel di film che parlano di hotel gestiti da mostruose cariatidi si sta parlando, approfitto per rispolverare una visione fatta in aereo mille settimane fa
Ritorno al Marigold Hotel
Trama: MaiOld Hotel

Di cui mi ricordo poco, parla di vecchi, di vecchi rincoglioniti che non si ricordano le cose, ma tu pensa, gente che magari vede un film e dopo un mese appena ne ha un ricordo offuscato e nebbioso, sbaglia i nomi e non saprebbe dire neanche come finisce, ma tu guarda. Per fortuna io prima di una settimana non ci entro nella terza età e mi ricordo tutto. Anche se sarebbe stato meglio il contrario: quello che avevo piacevolmente accolto come un filmetto perfetto per l'arena - il primo Marigold Hotel - è diventato un insipida minestra riscaldata. Si è persa la leggerezza dei vecchini in vacanza e si è cercato di fare una roba un pochino più impegnata, con risultati pessimi.
Tutti i personaggi sono la copia di loro stessi: Maggie Smith scontrosa sarcastica ma alla fine con un buon cuore
Judi Dench calma e riflessiva, Bill Nighy timido represso e via dicendo di dentiera in dentiera.
Io ho grande rispetto per i vecchini (in fondo sono miei simili, non all'anagrafe ma sicuramente nel quotidiano: sempre gli stessi orari, sempre le stesse abitudini, gridare contro i giovani, non capirci un tubo delle nuove tecnologie), ma in questo film non vedi l'ora che tirino tutti le cuoia 'ste vecchie galline mummie incartapecorite rincojonite.
E anche qui grande finalone tutti contenti con annessa insopportabile (e molto meno dinamica) scena di balletto:
È terribile! È come quando vedi i tuoi genitori fare qualcosa di "giovane" tipo appunto ballare! È una scena orrenda! Richard Gere che fa il gesto della chitarra! (A parte che se fossi stato Gere l'inserimento  nel cast io l'avrei vissuto come offensivo: ma sarai vecchio te!).
Il Transylvania e il Marigold sono alberghi a   . Vogliamo farci scappare l'occasione di mettere qualche bell'albergo cinematografico a      ? No vero?

SIAMO SERIAL • Serie in screaming

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Che ormai l'horror nelle serie tv sia sdoganato è cosa risaputa. Quante volte dobbiamo ripeterlo? Una? Due? Facciamo 3 va. Iniziamo con il pilot della serie che (insieme a Walking Dead, se solo facesse paura...) ha introdotto il genere:
American Horror Story Hotel - Pilot
Trama: Lady Caca

Ci risiamo. Si comincia con poster bellissimi
con dei teaser pazzeschi

una sigla davvero pazzesca (più del solito)

e un pilot in cui funziona TUTTO (ma proprio tutto! Persino quel mostro assurdo di Lady Gaga, che è il più grande esempio di "scegli bene il tuo visagista e anche se sei orrenda potrai sembrare una strafiga).
Ma ormai lo sappiamo, in AHS ci mettono tre puntate a mandare tutto in vacca. La prima serie aveva retto interamente. Quando nella seconda erano arrivati gli alieni avevamo iniziato a capire l'andazzo. Nella terza l'interesse era durato sì e no tre puntate. Lo scorso anno, con quel popò di materiale circense, qualcosa di buono l'avevano imbroccato. Quanto ci metteranno a rovinare quanto di buono fatto in questo pilot? Cazzatissime in 3.. 2...
L'ambientazione della serie è un hotel (evvai con il trend in solo due giorni, dopo i due hotel di ieri), e scattano subito le citazioni, per nulla nascoste, a Shining
Per il resto il pilot ci ha presentato un po' di personaggi. Questa volta Clohe Sevigny fa la madre di famiglia (sono pronto a scommettere che A) non esiste B) se esiste, impazzisce), Kathy Bates come al solito cattura tutta l'attenzione, hanno ripescato Wes Bentley (quello delle buste volanti) ed è veramente pessimo
Il dato più importante è che manca Jessica Lange, colei che ha portato la serie a grandissimi livelli di recitazione, ma che, in effetti, stava anche diventando un po' ripetitiva. Dice che comunque farà un cameo.
Al suo posto, come ci hanno BOMBARDATO per mesi, ci hanno messo Lady Gaga. Ora, ammettendo che la potenza comunicativa d(ell'ufficio stampa d)i Lady Gaga è imponante e innegabile, possibile che questa sia il catalizzatore totale della serie? Se fossi uno qualunque degli altri attori mi incazzerei. Oppure boh, non me ne fregherebbe niente perché se fossi un attore hollywoodiano andare sul set sarebbe proprio come andare in ufficio (paura eh?). CErto magari vedere Kathy Bates fare queste cose non sarebbe molto catalizzante


Ma trattandosi di quella che andava in giro con gli straccetti alla rucola crudi addosso non i pare così sconvolgente.
Lo continuerò a vedere perché che fai, non te lo vedi AHS? Anche solo per aspettare la Lange.
A proposito del creatore della serie, quel matto Ryan Murphy che ci ha regalato anche quello zenith di "ma che ca..." che era Nip/Tuck (un gran peccato non ci fosse ChickenBroccoli quando vedevo N/T, sai che recensioni...) e Glee (mai visto un episodio), ecco che se ne esce con un nuovo serial horror:
Scream Queens
Trama: Ice Cream

Vi ricordate la terza serie di AHS? C'erano le streghe, la sorority, le compagne di college  (in quel caso streghe) una odiosa, una timida, una mezza scema e via dicendo. Ecco, sembra che Murphy abbia preso alcune di quelle scene lì e ne abbia fatto un'intera serie. A sottolinearlo c'è anche Emma Roberts (che con Liv Tyler è uno di quei misteri della genetica femminile per cui da padri orrendi nascono figlie tope) 
Quando inizi Scream Queens sei un po' disorientato: lo stanno facendo di proposito o sono totalmente idioti per davvero, ad aver scritto una roba del genere? Cioè, lo hanno veramente pensato così esagerato, buffonesco, ridicolo, stereotipato, incoerente oppure gli è venuto malissimo?
Sei tentatissimo di smettere dopo la prima puntata, anzi a metà della prima puntata, poi però questo mix di stupidaggini da college movie e momenti splatter da horror anni 80 ti ipnotizza, perché sì, l'hanno fatto di proposito, e l'hanno fatto bene, cioè male, cioè male fatto bene, non male fatto male.
I personaggi fanno e dicono cose che non stanno nè in cielo nè in terra, e anche i buoni, quelli che perlomeno dovrebbere avere del sale in zucca sono dei totali ebeti.
C'è di mezzo un assassino mascherato (ovviamente), come la mascotte della squadra di football della scuola, un Diavolo Rosso

che inizia a fare fuori una queen dopo l'altra.
Per darvi l'idea dell'andazzo: il Diavolo rosso sta per uccidere una. Le scrive su whatsapp (non parla), quella, con il Diavolo a un metro, gli risponde su whatsapp "No! Non uccidermi!" Lui l'accoltella. Lei, sempre su whatsapp: AAAAHHHH!

Tutto così. È un genere. Ed è fatto bene, cioè male, cioè male bene... vabbé avete capito.
Madrina dell'operazione la queen delle scream queens, Jamie Lee Curtis. Certo sono lontani i tempi in cui faceva quelle cose ad Arnie, però la sua figura la fa sempre.
Una serie assurda, che potrebbe farvi schifo, ma che se presa dal verso giusto (cioè quello sbagliato) può regalare più divertimento di molte altre.
Un'altra cosa assurda è che pochi giorni prima dell'inizio di Scream Queen finisse invece un'altra serie dalle tematiche praticamente identiche, e pure mezzo titolo
Scream - Season 1
Trama: Screamare le amicizie

Che - sì avete indovinato - un'altra serie tratta da un film (e che film!): Scream.
Mi sono approcciato alla serie con tutta la supponenza e spensieratezza e l'assenza di pretese del caso: MTV, attori sconosciuti, serie da film che ne hanno fatta una giusta per sbaglio, MTV, agosto.
E infatti ecco la sorpresa: anche Scream funziona tantissimo. Anzi, è proprio perfetta. Incredibilmente azzeccata proprio per il suo essere assolutamente teen, mtvizzata, con attori cani ma fichi

L'esempio lampante sono i testi in sovraimpressione: ogni canzone che passa viene promossa sullo schermo, tipo "You listening Xxxx XXx. Download on Mtv.com!", questo sfonda il velo di finzione e ci rende tutti un po' teenager, i protagonisti del serial sono gli stessi che lo guarderebbero.
Addirittura nel poster ufficiale non hanno resistito e hanno messo l'#ashtag
Ovviamente anche qui i social diventano protagonisti e l'assassino oltre a telefonare manda anche mille messaggini stalkerosi

Infatti stanno TUTTO il tempo a fare esempi di serie e film attualissimi: citano Dexter, Walking Dead... si vestono da Pulp FIction

ci manca poco che citano lo stesso Scream.. cosa che ovviamente fanno in maniera "meta":
Insomma quello che non era più riuscito al buon Wes (morto proprio tra la penultima e l'ultima puntata, meta morte!) con il suo franchise (che sovvertì ben prima di The Cabin in the woods le regole dell'horror) riesce ora alla serie.
Che comunque non risparmia la sua dose di sangue:



Il nuovo Ghostface è interessante


Non vi dico chi è. Ma continuo a pensare che se volessero fare una cosa giustissima per tutta la mitologia di Scream sarebbe far diventare Sidney l'assassina.
Oppure far tornare in qualche modo Drew Barrymore.. tanto che sta affà Drew Barrymore? 
Chiudiamo con quella che è stata un'altra bella sorpresa:
Fear the Walking Dead - Season 1
Trama: The Working Dead

Figurati, partivo che ancora non mi ero ripreso dalla NOIA di tutte quelle chiacchiere che si sentono nella serie regolare... non ci speravo proprio. 
Inoltre continuare a leggere il fumetto - che è la cosa migliore che possiate fare nei contronti di TWD - mi aveva totalmente allontanato dalla serie.
E invece FTWD è fichissimo. Inanzitutto racconta dello scoppio dell'epidemia, quindi all'inizio sono tutti sani come pesci, e assistiamo quindi alle scene che ci piacciono di più: primi avvistamenti zombi, gente che non sa e che saluta il vicino di casa (già zombi) e quello non risponde e allora "mazza che maleducato! almeno un saluto!", folla impazzita, caos, persone che sono uno al capo opposto della città rispetto all'altro e partono insieme per rincontrarsi e si incontrano casulamente in piazza. Roba così.

Bisongna dire che la prima puntata è davvero una bomba, e che poi pian piano peggiora (non troppo, non ai livelli della serie madre, forse non ne ha avuto il tempo, solo 6 puntate) ma ha dalla sua una qualità totalmente sconosciuta a Walking Dead: un cast perfetto.
Davvero, non c'è nessuno e ripeto nessuno che sia fuoriposto, o odioso, anzi, se il ragazzetto protagonista è veramente un fico e speriamo abbia una carriera pazzesca

(Ha quel tipo di recitazione naturale che è proprio di pochissimi, di quelli che forse sono diventati attori un po' per caso...), si riesce a fare il tifo anche per tutti gli altri della famigliola, io personalmente in particolare la sorella

Anzi tutti tranne quella che infatti muore alla fine.

Insomma l'unica cosa che mi ha turbato molto guardando Fear the Waking Dead è il pensiero che - visto che è ambientato in epoca precedente rispetto all'altra - VUOL DIRE CHE TUTTI QUELLI CHE SONO MORTI NELLA SERIE REGOLARE SONO ANCORA VIVI!!! 

DIO SANTO! AIUTO!

Piccola peste

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Cooties
Trama: Bazombini della III Z

Cooties è l'ennesima declinazione della moda horror del momento: gli zombi.
Da quando The Walking Dead gli è scoppiato in mano e tutti si sono riscoperti esperti (riscosperti, quindi) grandi conoscitori di non-morti (camminatori, deambulanti, corpi, bianchi, loro, infetti... ormai li chiamano con tutti i nomi possibili) abbiamo visto ogni possibile declinazione zombesca. Dai balli di fine anno ai campi di calcioOvviamente la commedia è quella più visitata subito dopo l'horror puro. Alcune volte il giochino è riuscito, altre meno, altre volte per niente.
Questo Cooties (letteralmente è pidocchio, ma anche un gioco da bambini tipo acchiapparella) sta nel mezzo tra il riuscito meno e il per niente.
Questa volta gli zombi sono bambini, solo i bambini, che si prendono 'sta malattia dai chicken mcnuggets che gli danno a scuola (infatti il film inizia bene, dal pollo malato al bocconcino infetto
alla bocca del bambino che poco dopo sta così:
Movie School animated GIF
Forse il regista è stato in una mensa scolastica italiana, probabile. Io me la ricordo bene la mensa delle medie, mangiavo solo il mercoledì, quando c'era la cotoletta alla milanese straunta ma almeno commestibile.
Protagonista è quell'hobbit di Elija Wood, che per quanto si sforzi di affrancarsi dal suo ruolo tolkeniano con ruoli stramboidi tipo questo e questo, proprio non ce la fa, ogni volta che appare uno pensa a Frodo e tutti fanno di tutto per ricordarglielo
(Insieme alla battuta di Sean Bean che cita se stesso in Sopravvissuto siamo a due meta-signorideglianellici rimandi in una settimana. State messi bene.)
Quindi Elija supplente sfigato arriva in una scuola, primo giorno e già si innamora di una sua vecchia compagna di classe, anche lei prof. Fa amicizia con altri prof sfigati e si scontra con quello di ginnastica, lo sfigato bellimbusto e deficiente di turno.
La solita solfa, nessunissimo impegno nella caratterizzazione dei personaggi.
Poi arriva l'outbreak bambinesco, e per qualche minuto il ritmo si rialza, soprattutto perché gli attori bambini devono essersi divertiti da morire a fare gli zombi e giocare con tutti i trucchi FX sul set tra gambe mozze e cervelli ricoperti di sciroppo.
Cooties animated GIF
Da quel momento il film diventa un casino, una ripetizione di scene viste mille volte (lo sfigato che diventa eroe, lo scemo che però sa tutto di zombi, il bidello giapponese che si scopre campione di arti marziali, l'autista strafatto che pensa sia tutta colpa dell'erba che si fuma, il bullo che si redime e anzi si sacrifica:
Qualcosa di vicinissimo a quel film con le api giganti di qualche tempo fa, ma soprattutto una sorta di omaggio ai film Troma ma senza quella grana grossa e casereccia della Troma

A parte che poi Elijah aveva già avuto a che fare con un bambino cattivissimo in tempi non sospetti, il più cattivo di tutti!

Tutto troppo risaputo per essere interessante, al di là degli zombi bambini (che poi non che non ne abiamo visti di bazombini, dalla bambina del primo Dawn of the dead  al neonato del remake di Dawn of the dead
a quello di 28 giorni dopo, alla marea di regazzombine di Waling Dead (vi ricordate la maledetta Sophia?)
Freschissimo di bara è il teaser della prossima commedia zombesca in merletti e brandelli

Di bambini horror abbiamo già discernito, tante volte, ma tante tante tantetantetante tante tante eh, l'asilo nido horror di ridere l'abbiamo visto, ma perché non mettere una bella collezione di gif di bambocci perfidi? Dài mettiamola, è lunedi mattina, che lunedi mattina sarebbe senza il computer impallato per colpa mia?
Carina le infografiche per salvarsi dall'apocalisse bazombinesca:
Cooties animated GIF
E un paio di poster alternativi molto meglio di quello usato alla fine:

Cagne Reeves

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Knock Knock
Trama: - Toc Toc. - Chi è? - Due merle che fan meh...

Che di Eli Roth non ci si debba fidare è chiaro da anni e anni. Protégé senza senso di quel matto di Tarantino che mo' non è che se uno è Tarantino ogni cosa che fa bisogna gridare al miracolo. Soprattutto il suo fiuto per il talento registico altrui non è poi così sopraffino. Capisco aver traghettato Rodriguez in America (ma quello era già forte in Messico per conto suo) ma il fatto che abbia dato da mangiare a Roth proprio non si capisce. Stiamo pur sempre parlando di uno che nutre una passione smodata per i film di Lino Banfi.
Che poi non è neanche questo il problema, il problema di Roth è che è, molto semplicemente, un pessimo regista. Punto.
In un momento in un cui in Italia arriva con un ritardo di giusto due anni Green Inferno (ma come è arrivato mi sa che è già andato via... senza dimenticare quell'altra immondizia in cui faceva l'attore) lui già aveva fatto questo altro film che ha solo tre componenti di interesse: Keanu Reeves e due tope.
Ora, del perché Keanu si sia lasciato convincere a girare questo filmetto è chiaro anche ai ciechi:
queste
(cosa cerchi? Dai che lo troviamo... La tetta nasconde ma non ruba...)
Ecco. Chi non l'avrebbe accettato? Manco Margioglio l'avrebbe rifiutato.
La cosa brutta - nascosta dal manto finto-femminista del film - è che probabilmente soo due che Eli si voleva trombare e quindi le ha chiamate a fare il primo film che gli veniva in mente.
Peccato che esaurita la quota topesca - in una scenetta a tre che sembra un po' essere il trend sessuale dell'anno 



scenetta abbastanza calda ma nulla a che vedere con i 200° raggiunti da Micheal Fassbender con quelle due quella volta.
Fatto il fattibile Keanu si risveglia da solo e scopre che le due tope sono, oltre che tope, anche due pazze che vanno in giro a scopare persone per poi fargliela prendere malissimo con cose tipo "adesso lo diciamo a tua moglie", "adesso mi metto i vestitini (tutti) di tua figlia", "adesso metto il video di noi che trombiamo sul tuo Facebook", "adesso te la facciamo vedere noi, cioè nell'altro senso, brutto vile maschio dove vai".
La cosa brutta del film è che è veramente all'acqua di rose. Cioè questa gran vendetta che dovrebbe arrivare, non arriva. 
Voglio dire, sei Eli Roth, uno che è diventato famoso (oltre grazie a San Quentino) per fare cose così (apri i link solo se hai fatto colazione tre giorni fa), e poi che fai? Ti limiti a farmi vedere due tizie in accappatoio (che ok, è sempre un bel guardare) che fanno casino in cucina

(che in effetti a me farebbe andare ai matti. Ho interrotto intere storie amorose per il casino lasciato in cucina. Una vera tortura.) o che disegnano piselli sui muri della casa di design (e sono tre quest'anno, case belle teatro di atrocità e macchinazioni) di Keanu e gli fanno ascoltare la musica alta?

E che vendetta è? Minimo io volevo Keanu seduto su una sedie triste e solitario che capiva il grande errore che ha fatto. Come? Già fatto?
Il messaggio del film è "attento a chi usi come custodia del pene perché poi potrebbe rivelarsi una sciroccata che ti lega alla sedia e ti fa cose cattivissime". A parte che, hey, non succede tutte le volte? Ma a parte questo è un home invasion movie troppo debole per essere ricordato. Belli i tempi di quelle home invasion tipo Funny Games, The strangersMartyrs, Secuestrados, You're next,  The Perfect Host. Qui siamo più dalle parti di quella volta che hanno invaso casa dei coniugi Nics
Comunque a me quando bussano alla porta non sono mai tizie del genere, ma sempre le vecchie che chiedono di riavere indietro le mutandone stese che gli sono cadute sul mio terrazzo, che dite faccio bene a non farle entrare?
E poi comunque mi dovete anche spiegare dove sta di preciso l'errore deprecabile di Keanu. Voglio dire, lo sapete bene che in ogni coppia c'è la clausola non scritta che sancisce che "se tu parti per il weekend coi figli e io rimango solo a casa e mi citofonano due fiche del genere e io resisto una mezzora e poi però me le trovo in bagno che si fanno la doccia insieme e ci finisco a letto allora non è tradimento". E vale anche all'incontrario, se parto io e a te citofonano due maschi tipo Channing Tatum e Fassbender, non è tradimento. Ovviamente.
Clausole non scritte che tutti firmano senza saperlo al Sì (o anche solo al "ti vuoi mettere con me".). Infatti il prete o il sindaco dovrebbe proprio dire "Giuri di non incazzarti se la sposa parte per il weekend coi figli e lo sposo rimane solo a casa e gli citofonano due fiche del genere e lui resiste una mezzora e poi però se le trova in bagno che si fanno la doccia insieme e ci finisce a letto dica lo giuro".
Film inutile come quasi tutta la filmografia di Roth. Ci ha proprio Roth i coglioni. È ora che qualcuno gli tolga la cinepresa di mano, confonde troppo spesso l'obiettivo col tuo cazzo.
L'unica cosa degna di nota (oltre alle tope) è la locandina - un tantinello sessita pure questa - alternativa:

CB ANTEPRIMA • Maze Runner - La fuga

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Maze Runner - La fuga
Trama: The Meh Runner

Sono andato all'anteprima di Maze Runner, serie young adult distopica che ha avuto il culo di essere prodotto solo perché Hunger Gamesè il nuovo Twilight e quindi c'è un pubblico di ragazzi(ne) urlanti pronte a spendere le proprie paghette mensili per libri, gadget e biglietti del cinema per vedere questi ragazzi andare contro i poteri forti, tralasciando (almeno fino all'ultima scena del terzo film della trilogia) l'amore.
Sia chiaro, ho già detto e ripetuto che sarà sempre molto meglio avere eroine virtuose, capaci di imporre la proprio forza d'animo piuttosto che stare giornate buttate sul letto a piangere perché un vampiro biondo e melenso le ha lasciate dicendo "Non sei tu, sono io. Ti amo troppo. Io non ti merito." e altre frasi del genere che oh, ancora ci cascano?
E infatti non ci devono cascare più! Siate tutte Katniss e scoccate frecce (e fracciatine) contro questi uomini deficienti che siedono su troni di spigole.
The Maze Runner (al contrario di Hunger Games e di Divergent) ha un protagonista maschile, il che lo rende meno interessante, ma aveva - almeno il primo - un'ambientazione che mi aveva più che incuriosito: un gruppo di ragazzi chiusi in una vallata, al centro di un gigantesco labirinto mortale. Una sorta di Lost ma per pischelli.
Alla fine del primo (che avevo recensito bene, se non ricordo male) alcuni di questi tizi riuscivano a scappare, per scoprire che fuori c'era stata un'epidemia che ha decimato l'umanità e che il labirinto era una sorta di scuola di sopravvivenza chi ne usciva era fico e poteva servire agli adulti (divisi in sole 4 categorie: cattivi, buoni, cattivi che a un certo punto si redimono e buoni che invece sono spie cattive) per salvare la Terra annientata.
Ecco, il secondo inizia dove finiva il primo, e essere usciti dal labirinto rovina tutto in un secondo.
Il secondo MR è una sorta di zombi movie (ci sono proprio gli infetti. ebbasta!), in un'ambientazione alla Mad Max, ma ricorda più i film di Resident Evil, qualche metropoli distrutta e ricoperta di sabbia ogni tanto e hai fatto
che perde ogni mordente e ci racconta di questo gruppo di ragazzi che non fa altro che scappare da minacce sempre diverse (soldati cattivi, infetti cattivi, attacchi di cacarella) e avere tutta una serie di paturnie tipiche dell'età (peli ascellari, doppiepunte, puzza di piedi).
Ora. Il film mi è piaciuto pochissimo, soffre dello stesso male degli altri episodi 2 di questo genere (soprattutto di HG): diventa troppa roba da gestire e viene quindi gestita malissimo, montaggio assurdo, storia che arranca, personaggi con una quota di battute prevista dalla legge delle ragazzine che magari nell'anno di passaggio dal primo al secondo si sono innamorate di un comprimario e non del protagonista (ci sono sempre quelle che si innamorano del "Ringo" della situazione e non di John, o di Paul.). Tipo questi sono due dei "Ringo":
i-fuckworldus.tumblr.com
Insomma diventa lampante il lato "prodotto", la vendibilità diventa la cosa più importante, a scapito del film (che comunque non è che si partiva da un capolavoro...).
E poi gli adulti, quando arrivano, in queste storie young adult, sono tutti maledettamente uguali, scontati, perché chi vuoi che rappresentino gli adulti nelle storie young adult? Ma i genitori! Chiaro! E quindi ecco quello severo e inflessibile, quello crudele ai limiti del criminale nazista, ma anche quella materna, quello coraggioso, quello burbero ma buono... insomma da un lato i figli che cercano la propria libertà dall'altro i genitori che la costringono nella morsa dei loro "so io cosa è meglio per te". Questa è un po' l'idea che hanno i figli della loro situazione:
E i figli che fanno? Rompono gli schemi. In questo caso gli schermi...
e a noi le palle con tutte le loro paturnie.
Questo gap tra genitori e figli è la forza motrice delle vendite astronomiche che fanno gli young adult (che fine analista, CB, perché non mi do alla scrittura di young adult?) io l'ho sentito tantissimo durante l'anteprima, questo gap. Ed è tutta colpa dei My Dreams.
E chi sono i My Dreams? È esattamente la stessa domanda che mi sono fatto quando, a cinema pieno di ragazzine un po' (troppo) emozionate (tanto che per molti minuti ho pensato perché c'ero io seduto in sala, mi pareva logico...), sono entrati 'sti quattro attrezzi qui:
Che sono - l'ho scoperto solo cercandoli, molto peraltro, sul gughel - un gruppo musicale. Hanno fatto una canzone una, peraltro una cover di un'altra canzone uscita... un mese fa!

Poi non erano passati di moda i  Blink 182 e i Sum 41? E poi quanta insicurezza e furbizia (fallimentare) rivela fare una cover di una canzone di due mesi fa che già ha fatto in tempo a stancarci?
E poi fanno questi video molto "youtubers", con tutte le cose tipiche dei video da youtubers: fondi orrendi, parole smangiucchiate, risate inutili, frasi sconnesse, momenti di imbarazzo involontario:


Mi sembrano pure un po' sfigatelli, massimo 45.000 views (cristo. 45.000 views sono poche, rendemose conto, i se arrivo a 1000 lettori in un giorno stappo lo champagne) e l'ultimo video caricato 5 mesi fa.
Ora, a parte che quella maschera di gallo ha il © e state attenti che se mi gira il chiccherone vi faccio mandare una lettera dal mio portiere, ma insomma, mi pare che stiamo un po' raschiando il fondo di queste ragazze barilotte che si innamorano del primo pischello con i capelli tagliati da un monco. E quando lo vedono lo corrono ad abbracciare
ecco. Questa cosa dell'abbraccio mi ha sconvolto. Proprio come rito, ciao - autografo - abbraccio, non si scappa. Io non li toccherei neanche con il bastoncino di Arale
Però mi sono anche detto "anteprima di young adult che vai, usanze che trovi", quindi ho aperto anche io le braccia in attesa di tutti gli abbracci, ed ecco che subito arriva la prima ragazza e "scusa gli occhialetti 3D me li devi restituire eh, non fare il furbo cibbì che sennò chiamo il regazzo mio che fa kik bossing te accartoccia".
A parte tutto, io la faccio facile a criticare i MyDreams, ma devo ammettere che le mie sono solo le parole di un vecchio livoroso che non capisce le nuove generazioni e alza il pugno al cielo dicendo "non ci sono più i bei cantieri di una volta!".
Proprio come il successo degli YouTubers (che continuo a non spiegarmi per davvero), per me è un mistero anche il fatto che Maze Runner sia riuscito a emozionare queste ragazzine che, accanto a me, urlettavano quando Thomas, il protagonista, riesce a scappare da qualche minaccia o si emozionavano davvero quando lui fa il discorso motivazionale letto forse un minuto prima su un Bacio Perugina, tutte emozioni che invece a me mi hanno attraversato come ectoplasmi. Ecco, in certi momenti mi sono proprio detto "oh. c'avete ragione voi. sono io che non l'ho capito. evviva gli youtubers. io men torno a guardare quei bei lavori che stanno facendo alla fermata della Metro C, che a me emozionano più di Maze Runner".
Insomma Maze Runner evidentemente è fatto bene, ma per me rimane un Broccolo, che vi devo dire, non sono young, forse non sono manco adult, sarò più adatto per i racconti dedicati alla fascia old mummy.
Ma forse perché io avevo letto male la locandina e mi aspettavo tutt'altro film:

CB ANTEPRIMA • Lo stagista inaspettato

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Lo stagista inaspettato
Trama: The infern (sapete, il titolo originale è The Intern. ah. ah. E ridete su, che tanto è l'unica occasione che vi dà questo film di ridere.)

Ho perdonato la grande tristezza che fa vedere Robert De Nigro cancellare anche l'unica cosa buona che ha fatto ultimamente (questa) per tornare ad essere il De Nigro peggiore degli ultimi (15?) anni.
Ho perdonato che dovesse interpretare un vecchino alla UP, vedovo ma con ancora la voglia di non lasciarsi andare e che quindi si butta in quest'avventura dello stage per anziani in un'azienda startapposa di vendita di vestiti online.
Ho perdonato quindi che dovesse fare da nonnino buono e comprensivo per una Anne Hattaway di nuovo incastrata in un ruolo da neo-Audrey-neo-Diane-neosestessa
tutta elegantina perfettina con le sue debolezze ma anche giovane donna che sa cosa vuole
ma che comunque va a fare i pacchetti di spedizioni di persona perché lei non è una che si è montata la testa
ma anche madre e moglie di oggi.
Ho perdonato che il meccanismo è più trito della carne macinata per hamburger.
Ho perdonato tutto questo. 
Per circa mezzora.
Vi giuro, continuavo a ripetermi "Vabbé ma che t'aspettavi. Poi alla fine la grande tradizione della commediola americana. Nora Ephron. Dài, lo sapevi."
E invece a partire dal minuto 31 iniziava a salire l'odio.
L'odio per l'inconsistenza della trama. Per la lunghezza del film. Per le scene inutili. Per i meccanismi che vanno oltre a quelli classici che puoi anche sopportare in una commedia, anzi, oserei dire che se dovessero mancare sarebbe una commedia non riuscita. Voglio dire, Love Actually era perfetto nel suo ripetere cose da commedia stra-risapute, no?
E poi, peggio ancora di Bob De Nigro, che comunque le speranze ce l'ha fatte perdere da anni (non per dire ma voi vi siete sicuramente scordati questo, questo, questo, questo, questo, questo, questo, questo e peggio ancora questo. bello quando inizio con la lista di "questo" e mi ricordo di mettere i link eh?), con la sua voglia di accettare la qualunque e sempre di più nella deriva commediografa che ha preso (è tutta colpa di Ben Stiller, non lo perdonerò mai), la verità è che si è rotto il giocattolino Anne Hattaway.
A parte il fatto che il film era stato scritto per Micheal Caine e Tina Frey (?), poi sostituita con Reese Whinterspoon, poi sostituita con Anne, ma ecco, il fatto di continuare a venderci Anne come la più elegante del quartiere, con le sue gonnelline e le biciclettine in giro per l'ufficio open space
e i cappellini e le camicette e le scarpe sempre pandan e la giacchetta da uomo e insomma anche basta perché ormai è costruita come una torta di quelle da cake design che poi assaggi e sanno di plastica. Meglio una bella sbriciolona oh!
La colpa è anche di una sceneggiatura insopportabile. Anne a un certo punto dice, testuali: "Siamo la generazione di ragazze a cui hanno detto che ce la potevano fare da sole. Insomma, siamo la generazione di Oprah."
Di fronte a questa affermazione non riesco a non mettere questa faccina:

O_O

E poi, come se Oprah fosse la suffraggetta dell'emancipazione femminile, questo discorso si frantuma contro a un finale incredibile dove Anne, che si è fatta carico dell'economia famigliare grazie alla fondazione di questa società che va benissimo e fa i dollaroni, SI PRENDE LA COLPA delle corna che le fa il marito! Perché "ho lavorato troppo e lui non si è potuto sentire uomo. è colpa mia. devo rallentare. vendere la società.". MA SCHERZIAMO?! A parte il fatto che tietti la società e la figlia e dai un calcio in culo a quel torsolo di marito che ti sei scelta. Ma poi, cristo santo, hai l'occasione unica di avere De Niro come stagista e non impari a farti strada nel lavoro facendoti raccontare aneddoti formativi da lui?
Quando poi a un certo punto si paventa l'idea che Bob e Anne possano finire a letto si passa dall'odio allo spavento, ma per fortuna non succede.
Bob rimane la figura nonnica di riferimento per Anne e uno aiuterà l'altro a vivere una vita più felice. Oh, ma tutto questo meccaniscmo che potrebbe essere sopportabile altrove, viene invece sciorinato in una marea di scene ridicole, di personaggi sbagliati (tutti i colleghi di lei, dal solito assistente gay
ai geek in ufficio che prima diffidano del vecchietto 
poi ne copiano il gusto elegante e vintage e diventano tutti amiconi) e con Bob che trova l'amore (una orrida e botulinica Rene Russo) e Anne che ritrova il calore famigliare anche se deve alzare gli stipiti delle porte.
Un'idiozia, che peraltro butta nel cesso l'occasione di meta film più ghiotta che c'era e cioè quella di dipingere Anne come una sorta di novella Miranda
facendola essere una vera stronza, quasi a vendetta di quella volta che aveva dovuto trovare le copie pirata di Harry Potter. Per inciso, Il diavolo veste prada era una commedia perfetta.
L'odio diventava istinto omicida nel vedere i set tutti perfetti che si capisce lontano un miglio che sono un gigantesco product placement di qualche casa di arredamenti shabby chic post industrial e tutte quelle cose che vanno di moda adesso
Ridateci QUESTO De Niro:
QUESTO De Niro:
QUESTO DE NIRO!:
Mi accontenterei anche di questo De Niro:
Basta che la smettete di fare nonno De Nigro, in film in cui il massimo del pugno che fa è per fare forza a quell'ameba di Anne. 
O la prossima volta ammazzo qualcuno. CB. Lo stragista inaspettato.

CHICKENBROCCOLI & MARGHERITA alla FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2015 • Giorno 1

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PEPPEREPÈÈ PEREPPEREPREPPEREPEE PE PEE PEEE TATATAAA TTATAAA PEREPEPEEEE!!!! 
Si capiva che era la sigla della 20th Century Fox? La volevo mettere vera ma poi per evitare problemi di © ho deciso di cantarla. Guardate che se provate tipo Karaoke funziona.
Ma bando alle ciance che qui noi si lavora! Si vedono film! Ci si sveglia alle 8 di mattina di domenica per andare a vedere i film con Wolverine vestito da Amadeus (giuro, ne parliamo domani)! Mica perdiamo tempo, noi.
"Noi" chi? MA NOI! CHICKENBROCCOLI (quello verde) e MARGHERITA (quella rosa)!
Esatto, dopo che lo scorso anno sono riuscito a collaborare con la bellissima dai ci mettiamo insieme guarda che io ti coinvolgo solo per quello bravissima illustratrice Margherita Barrera (io faccio lo scemo, ma lei è braverrima davvero, guardare il suo sito per credere. Poi è anche molto paziente perché sopporta le mie derive assataniche.), ci sono ririuscito anche quest'anno! E dire che lei intanto aveva cambiato telefono, indirizzo e pure nome. Ma come faccio? Ma quanto sono forti le droghe che metto nei succhi di frutta, la famosa droga del sì. Solo che io, invece di approfittare delle giovani malcapitate, chiedo di realizzare recensioni illustrate e gif animate (questa era di cattivo gusto ve'?). 
Allora, come lo scorso anno ci alterneremo a fare le recensioni, io scrivo, lei disegna e scrive (sottolineando la superiorità femminile di saper fare più cose alla volta). A volte magari ci accavalliamo sugli stessi, accavalliamoci spesso dai. Ok. La smetto di fare il Broccolo. Serietà! 
Certo non è facile restare seri quando si sta al FDCDIR, con la marea di cazzate che si sentono durante le file - ecco una promessa che posso fare è quella che NON mi lamenterò delle file, ci ho fatto il callo, sotto entrambi i talloni, a furia di stare fermo ad aspettare che mi facciano entrare.
SI RICOMINCIA! Entusiasmo e molte parole scritte in MAIUSCOLO per sottolineare L'ENTUSIASMO! LE EMOZIONI! COME QUELLE DI INSIDE OUT! A proposito lo sapete che al Fest fanno una megaretrospettiva Pixar? Vuole io caso che io li abbia visti tutti, ma Margherita non aveva visto proprio l'ultimo, e quindi appena uscita ha fatto subito la sua recensione usando il fiume di lacrime per umidicciare il pennino!
E insomma ecco arrivata la tantoattesa settimana del FESTIVAL DEL CINEMA DI ROMA 2015, pronti sulle linee di partenza per un'edizione che prevede la presenza del Pippa! Che prevede presentazioni di libri assurdi! Che prevede supereroi italiani! E che prevede, proprio come ormai una tassa, il fatto che io mi debba struggere il cuore per Julianne Moore. Ma mica per questa sua deriva tragica di fare sempre parti in cui fa una brutta fine e noi piangiamo come fontanelle all'angolo della strada, no, soprattutto per il fatto che da quella volta che stemmo... stettimo... stesei... (scusate quando parlo di Julie mi torna sempre un groppo in gola) insomma quella volta che eravamo a due passi e ci innamorammo e da lì partì tutta quella nostra storia di cui parlò anche il più importante sito cinematografico del mondo... ma di questo avremo occasione di parlare in futuro, se mi andrà, se avrò la forza, o se mi intervista Cate Blanchett. Come in:
Truth
Trama: Tutta la donna del presidente

Sì. Perché? Non mi può intervistare Cate Blanchett a me? Che c'è di strano? In fondo in Truth è una giornalista che sta sempre sul pezzo, una che non molla, una di quelle d'assalto che se vede la preda non la lascia finché non ha lo scoop! Cate! Facciamo uno scoop! Scoopiamo! 
Dieci minuti e già sono passabile di due denunce per molestie. Se entro la settimana arrivo a 20 vinco una batteria di pentole 18:10 col cambio Shimano.
Il mio festival comincia subito con una storia vera, di giornalismo contemporaneo, roba successa durante le penultime elezioni americane, o erano le terzultime? Insomma ci stava di mezzo Bush figlio, e un mezzo scandalo forse montato ad arte da qualcuno che voleva non farlo rieleggere, qualcuno che ovviamente aveva tutta la ragione di farlo, forse erano due scimmie, perché insomma, anche le scimmie sanno che Bush figlio fu veramente uno dei peggiori presidenti degli Stati Unti d'America di sempre. 
Certo pure il padre...
Forse la Gola Profonda, anzi la Pappagorgia Profonda, era Michael Moore.
Insomma chi fosse la Gola Profonda che fornì questi documenti (fotocopiati) a questa giornalista non è dato sapere, fatto sta che la tipa, con il bene placido della CBS montò questo mega caso pazzesco sul fatto che Bushino era entrato all'accademia aeronautica grazie a delle raccomandazioni e non ne aveva frequentato un singolo giorno (almeno questo è quello che ho capito io, bisogna dire che il film è molto tecnico e con tutta quella trafila di nomi e regole e soprattutto sottotioli che si leggevano male non c'ho capito molto delle trame più oscure), che stava per mettere a repentaglio la seconda elezione di Bushino e che poi si rivelò una bufala, o quantomeno oppugnabile in mille modi, tanto che la CBS fu costretta a fare diieettrooooo frònt! Avanti aaarsch! verso la gogna mediatica. 
A farne le spese è Cate, che si becca l'accusa di essere una comunista liberale femminista animalista vegana crudista pomodorista nuvolista e tutte queste cose che in America ci vanno in un brodo di giuggiole come se fossero importanti per svolgere un lavoro seriamente.
Certo. Bisogna dire che montare un caso pazzesco su dei fogli fotocopiati, giornalismo da sarto proprio, ma diamo il beneficio del dubbio alla giornalista perché comunque 20 anni di carriera e pezzi famosi come quello delle torture di Abu Grahib (ricordate, quella roba atroce dei prigionieri con i fili elettrici attaccati ai testicoli e i cani attaccati alla faccia).
Il fatto che a fare da mentore/padre a Cate ci sia Robert Redford (che ormai è tipo incartapecorito, porello) lo rende una sorta di remake/sequel/omaggio al mitico Tutti gli uomini del presidente, ma quelli erano altri tempi, altri registi, altri scandali (mi sia consetito dire) e soprattutto altri Roberts Redfords. Eccolo che parla con il suo se stesso giovane
Poi il fatto che Robert faccia questoè la solita magia del cinema che rende tutti più belli. Tipo:

Non vedo l'ora che facciano un film su di me. Sfido a trovarlo, uno più bello.
Il film ciononostante ti prende, come dire,  il film 'c'è", anche se non rimarrà negli annali del film giornalistico (per dire che mi ricordo molto meglio Cronisti d'assalto, che questo, e l'ho visto tre giorni fa). 
Cate Blanchett è come al solito stratosferica, bellissima e bravissima. È forse la migliore attrice vivente? Rendiamole gloria in una serie di gif dal film senza motivo apparente



Possibile, probabile, sì.
Il suo discorso finale è avvolgente ed entusiasmante, quasi l'equivalente di un discorso motivazionale da battaglia, anche se si parla di vita professionale (magari poi sono io che penso che il lavoro sia una guerra e quindi le sue parole le ho vissute di più), ma c'è il problema della storia, lo scandalo non mi sembra la peggiore delle sue malefatte, il servizio giornalistico non mi è sembrato così importante, così lampanti le oppressioni o i soprusi subìti dai giornalisti, così grandi le verità venute a galla (Bush, il figlio del presidente, era raccomandato. Ma va.)
E poi la tanto professata e difesa ragione del lavoro dei giornalisti - gli eroi del film quelli per cui si dovrebbe patteggiare fortissimo - non è poi così evidente: voglio dire, e se davvero avessero peccato di un'imperdonabile ingenuità ad essersi fidati di un perfetto sconosciuto che aveva costruito i documenti a regola d'arte per fare lo scoop? Se avessero pensato un minuto in più prima di dare in pasto al mondo dei fogli fatti con una Xerox?
C'è da dire che se come squadra giornalistica prendi Dennis Quaid (e i suoi amici anonimi alcolisti), Topher Grace (uno che era più pippa di Peter Parker) e Elisabeth Moss (che a quanto ricordo è una copywriter, non una giornalista), questa è la fine che fai.
Certo la vita di noi giornalisti. È dura. Sempre in cerca della notizia, dello scoop, trovare uno scoop nella vita, che fatica, scoopare. Ci devo pensare, ho in testa un'idea che mi può aiutare a trovare una scoopabile.
Ok, lasciamo stare per un attimo questa cosa dello scoop, che può solo portare a delle denunzie, e passiamo a un film bello, serio, un film con Brie Larson, l'unica degna di sostituire nel mio cuore Julianne.
Room
Trama: Camera Mam

E qui si comincia a ragionare. 
A ragionare di quanto la vita a volte sia proprio infame. 
Sia chiaro, quella di Room non è una storia vera, anche se invece lo è, o almeno lo è stata tutte le volte che sono diventate cronaca, come il caso di Natasha Kampusch, e altre cento atroci volte, e magari, se ragioni, se pensi, se ti fermi un attimo dallo scrivere cazzate tutto il giorno, lo sono anche in questo preciso momento. 
In questo preciso momento, forse, anzi sicuro, in un tugurio umido e buio c'è una ragazza rapita chissà da quanto tempo, nascosta agli occhi del mondo dal suo aguzzino.
Se ti fermi a pensare a una cosa del genere impazzisci.
Di questo parla Room, e lo fa con un passo che  europeo, più che americano; il regista è quello di Frank, irlandese, e questa volta è meno hipster e molto più convincente.
Per un'intera ora non vediamo altro che una stanza, una madre emaciata, un bambino con i capelli lunghissimi. Non escono mai. Mai. Sembra quasi che questa madre sia pazza. Ha rinchiuso lei quel bambino lì dentro? È un hikikomori schizofrenica? O addirittura fuori c'è l'Apocalisse e lei tiene il figlio lì dentro per salvarlo?
Ma poi capiamo, la verità è un'altra, ed è di quelle che fanno male alla pancia.
La ragazza è stata rapita anni prima, chiusa lì dentro. Poi messa incinta dal suo rapitore, che ora tiene segregati ragazza e figlio, li costringe a quella vita sconvolgente. L'unico mezzo che la ragazza ha per tentare di salvaguardare la salute mentale del figlio è quello di inventare una realtà delusionale, alternativa, in cui il mondo è tutto lì, nella Stanza (che assume infatti un nome proprio, Stanza, così come ci sono Lucernaio, Sedia, Gabinetto).
Il film però è diviso in due parti, assolutamente perfette nel minutaggio (1 ora e 1 ora, 1 dentro, 1 ora fuori). 
La prima ora è una terribile iniezione di claustrofobia, che poteva diventare di una noia mortale se la regia e i due attori non fossero stati all'altezza.
Poi arriva la scena della fuga (scusate, vi ho spoilerato, ma lo fa anche la bella locandina, avete notato quell'angolo di muro vero?) ed così assolutamente emozionate, così come lo sono le interpretazioni dei due protagonisti, che se non vi sudano le mani e lacrimano gli occhi non siete umani.
Che io ami Brie Larson non è un segreto, lo dico da anni e anni e anni e anni e anni, e che la ami anche il cinema indipendente pure. Ancora non è stata notata come grande attrice, fagocitata dalla quasi coetanea Jennifer Lawrence (pure durante il Fappening nessuno ha notato Brie, nessuno tranne me, vai prendi le pratiche per la quinta denuncia), forse perché non ha mai fatto un film di supereroi o uno young adult (anche se Scott Pilgrim meriterebbe di essere il più esemplare dei film per adolescenti), ma qui davvero è proprio brava. Posso ripetere la banalissima parola "brava" altre tre volte? Brava. Brava. Brava. Brava. Sì la quarta mi è scappata.
La quantità di mamme coraggiose al cinema di quest'anno è pari solo alla quantità di ragazzini. Gli Awards saranno molto materni.
Un film da vedere, che probabilmente regalerà qualche premio a Brie e perché no anche al ragazzino (per fortuna non irritante come la media dei ragazzini che abbiamo visto quest'anno), bambino selvaggio suo malgrado, il cui destino è segnato da un concepimento sconvolgente, ma il cui spirito teso alla curiosità, alla vita e alla fantasia lo salverà (salvando anche la madre, non solo in senso emoziale) da quell'infanzia impensabile.
Brie sei la mia attrice preferita. Infatti ti ho scritto su Twitter. Non mi hai risposto, hai fatto bene, che sennò partiva la sesta denuncia. Perché non sei venuta a Roma? (Ecco, ho già notato che in questa edizione non ci sono molti ospiti internazionali, non quelli che interessano a me, perlomeno) 
Prima o poi ci incontreremo, tu non ingrassare troppo però, non mangiare troppo brie. 
Brie Lardon. 
Per punirmi dalla battuta appena fatta accetto di essere rinchiuso in una stanza per tantissimo tempo come questi altri qui:
Detto questo passo la parola alla cara (nel senso di carina, non nel senso economico visto che ovviamente fa tutto per la gloria, la mia peraltro) Margherita, col suo secondo film, che io mi sono riufiutato di vedere categoricamente per allergia a queste hipsterate americane che mmi hanno rotto.
A domani!

CHICKENBROCCOLI & MARGHERITA alla FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2015 • Giorno 2

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Fatece largo che passamo noi, i cineblogger de' sta Festa del Cinema de Roma bella! Ma che ce frega ma che c'emporta se Monda al Premio jà detto basta mapperò.
Ah, Roma, questa folle festa del cinema che. Secondo giorno e già siamo nel pieno di un rutilante "tu che ti sei vista", "tu questo l'hai visto?", "io questo lo vedo domani, questo lo vedo oggi, questo lo vedo ieri, questo non lo vedo", insomma la parte più divertente è sempre scarabocchiare il programma facendosi tutte delle equazioni per vedere più film possibile. Poi arriva il momento di vederli, i film, e la pigrizia prende il sopravvento. La pigrizia e il fatto che comunque lavori in ufficio, mica sei come quegli scaldasedia dei critici che vanno al cinema alle 10 di mattina!
Per fortuna c'è la domenica e per onorare il nostro Dio (Cinema) siamo andati alle 8 di mattina a vedere donne pomiciare. Che faticaccia.
Freeheld

Trama: Lesbo kick


Che la bella Julianne sia un po' la madrina putativa MA COME TI PERMETTI PUTATIVA LO DICI A TUA SORELLA SVERGOGNATO del festival di Roma è un dato di fatto. Dieci edizioni l'hanno vista protagonista almeno 4 (o magari sono io che la vedo anche quando non c'è). Certo tutti ricordiamo quella volta che venne in carne, ossa e lentiggini e successe quella cosa matta di quel folle che pur di attirare la sua attenzione ci costruì tutto un cineblog intorno. Sono un po' quei mitomani che quando sono nel giardino fuori casa tutto bene, salutano i vicino e fanno la carezza al cane, poi entrano a casa e nella stanza da letto hanno una parete con tutte attaccate le foto della loro amata ma tipo con gli occhi graffiati delle candele accese e la propria testa montata su tutte le persone che appaiono nelle foto accanto al loro desiderio.
Vi ricordate quella volta? Rimase famosa. Un po' come quello che durante Sanremo si voleva buttare di sotto ma Pippo magnanimo eroe lo salvò dal suicidio. O quell'altra che uno ha tirato in faccia a Berlusconi il Duomo di Milano. Sono quelle volte che uno diventa famoso per dei meriti molto importanti.
Insomma Julianne fa la doppietta e, dopo aver partecipato lo scorso anno con quel film... dai quello... com'era? C'era una con una malattia... una malattia che non ricordo... probabilmente una malattia che non esiste visto che non me la ricordo... e insomma io quel film l'avevo visto e non è che mi era piaciuto assai che. Infatti in un momento di possessione dello spirito di Nostradamus avevo con piglio sicuro sancito che:
Ah. Come lo prevedo io il futuro, manco la Zingara di Rai Uno.
Julianne è tornata comunque ad essere brava. Ci sono stati anni di oscurantismo, forse il rosso non andava di moda, fatto sta che solo ultimamente (anche con Maps of the Stars, nonostante fosse un filmaccio) Julianne è tornata veramente brava. E lo è anche questa volta.
Che Julianne non abbia mai fatto problemi a recitare la parte di un'omosessuale (fosse per delle singole scene, o interi film, fosse per dei thrillerazzi senza capo né coda, o per filmoni storici ) non è un segreto


ma non era mai stata così coinvolgente e convincente.
Ora, io non voglio ridurre tutto al solito maschio che si riscalda quando vede due donne baciarsi per carità, il tema è importante eccome, ma certo a Ellen Page le è andata anche bene, fai outing e la prima parte che ti capita è fare la moglie di Julianne Moore, mica male. 


Sì sì lo so CB maschilista ignorante buzzurro vatti a seppellire ok vado.
Il ruolo e la storia sono quanto di più classico ci si possa aspettare da un film di denunzia sociale: donna forte. poliziotta. gay. malata terminale. innamorata. lotta contro la politica. vittoria. morte.
Lo stile è esattamente quello di una certa nuova hollywood, che strizza moltissimo l'occhio ai film da sundance, quelli più intimi, che si mette lì con la sua cinepresa un po' di profilo e tenta di rendere tutto molto naturale, nessun virtuosismo, nessun montaggio chissà quanto frastagliato, nessun effetto, nessuna musica aulica.
Insomma, a hollywood non si muore più inquadrati dall'alto con la luce rossa in posizione crocifissa cantando Maria Callas

Si muore come si muore davvero quando ti viene quella cazzo di malattia. Attaccati a un tubo per respirare, pelati, scheletrici e in testa ancora tutte le cose da dire, da fare, piena di tutta la vita che avresti dovuto ancora vivere.

E infatti piangi, piangi perché l'ingiustizia sociale subita dalla coppia sconfina con quella inferta dalla vita stessa. Life is unfair, la vita è ingiusta, lo ripetono più volte nel film (o forse lo dicono una volta sola ma è il sottotesto su cui si basa tutta la sceneggiatura): è ingiusta perché per fare carriera Julianne è costretta a nascondere la sua omosessualità (così come un altro collega, uomo. E la storia si svolge in America nel 2007, non in Corea del Nord nel 1700), è ingiusta perché un amore sano nato tra due donne deve subire le risatine delle persone ignoranti, deve essere nascosto al mondo, e diventa ancora più ingiusta perché poi arriva la malattia, e non basta quella a piegare gli animi, ci si mettono anche le leggi provvidenziali inique e assurde (una coppia di fatto non godeva del piano pensionistico "regolare", ovvero quando Laurel/Julianne morirà, Stacie/Ellen non potrà prendere la sua pensione come qualsiasi altra moglie di poliziotto) e da quel momento inizia un'altra guerra, una guerra che forse Julianne può ancora vincere, quella contro la politica, perché quella con la malattia è persa i partenza.
Se vogliamo muovere una critica strettamente cinematografica, al netto delle considerazioni sul fatto che una storia del genere merita di essere raccontata in ogni caso, perché non è possibile pensare che in una società che si professa liberale e in un mondo in cui l'uguaglianza è professata da chiunque, possiamo dire che Freeheld è un film che si impegna poco (proprio come non si impegnava Still Alice), si muove su territori sicuri, su riflessioni e meccanismi facili, lascia che a fare la storia sia quella semplicità di vita di coppia 

la casa, il cane, le passeggiate, le partite di baseball, di qualsiasi coppia, e lo scontro con leggi e cavilli che quella coppia la negano.
Julianne e Ellen (Juliellen?) sono brave, la prima come sa essere brava lei (e splendida con quei capelli da Charlie's Angel), nella sua versione senza eccessi, l'altra diventando un vero "butcher", mascolina, sempre dentro vestiti oversize (anche se Julianne è più brava).
Gli uomini del film, che forse sono quelli peggio scritti (ma anche vittime di un minutaggio ridotto, e quindi era ovviamente inevitabile che non si parli di loro) possono però diventare fondamentali per uno spettatore un po' più pigro, diventano vari esempi di come la storia della coppia venga vissuta: dal collega di Julianne che una volta scoperta l'omosessualità del partner e del calvario che sta per affrontare diventa portavoce nella stazione di polizia della battaglia della collega e riesce a convincerli che quella battaglia è giusta al collega anche lui gay che però lo nasconde a quello becero che però poi si impietosisce e le regala addirittura cinque giorni di ferie ; poi c'è Steve Carrell - bella la sua deriva in film seri, farà carriera il ragazzo - ebreo gay che lotta per i diritti civili e diventa portavoce della battaglia organizzando sit in e manifestazioni. Un corollario che però non ha molto mordente.
Lo sai chi invece ha mordente? Santamaria - almeno sembra, io non sono riuscito a vederlo ma mi sembra quello che ha entusiasmato più di tutti:

E invece Margherita mi fa rosicare che non l'ho visto. Oh.
Andiamo oltre, e dopo lesbiche e supereroi coatti, passiamo alle fiabe. Fiabe delle buonebotte.
Pan

Trama: Pan di Spugna


Che è un film orrendo. 
Tralasciando la buffonata dei ginnasti brasiliani che ballavano la capoeira sul tappeto rosso cercando di distrarci dal fatto che Hugh Jackman si è guardato bene dal venire a presentare il film, concentriamoci sul film. 
Fa schifo.
Fine della concentrazione.
Volete qualche informazione della sua schifaggine?
Ma intanto basterebbe parlare solo e soltanto di Hugh Jackman e di quanto è ridicolo nella parte del pirata cattivo, attore in piena crisi GionniDeppesca, tutto faccia crudele ridicola, vestiti da AmadeusAmadeus Ah Ah Amadeus 
e pelata d'ordinanza (che però copre con una ridicola parrucca casco (parrucasco)
Oppure si potrebbe raccontare di quelle due volte - DUE! Solo due e poi basta! - che cominiciano a cantare canzoni moderne. Esatto. Smell Like Teen Spirits dei Nirvana e Hey Ho Let's Go! dei Ramones, proprio come Mouline Rouge. Rendemose conto. Kurt e Joey stanno ballando la tarantella nella tomba per quanto si rivoltano. Ma poi peggio mi sento sul fatto che c'è solo due volte e poi mai più. Che se vuoi prendere questa linea - un protomusical con canzoni moderne - fai pure, a tuo rischio e pericolo, ma fallo bene, no che lanci il ritornello e poi ritrai la mano.
La prima mezzora del film è quasi digeribile (escluso il fatto che è Harry Potter, come fa notare questo sconosciuto di internet:
An orphaned boy is braught to a magical land he didn’t know about and discovers his powers, that he must then control, and is told that he is “the chosen one” and told a prophecy of how his life lead to a fall of a dark monarch who now intends to kill him before the prophecy is fulfilled and after some denial he assumes his role, determined to avenge his parents and take down the evil figure, stopping him from gaining power and that would lead to the destruction of the magical world, and he does this by remembering happy times in his past and learning to trust certain people. Also his male and female co-parts end up in some stupid hollywood heteromance even though the girl is a genius that would never settle for the guy.
Ma poi tutto si perde in un mare di noia (quel tipo di noia che ti fa sbadigliare) tra un Capitan Uncino giovane, che pare Indiana Jones
ha ancora tutte le mani ed è amico e quasi mentore di Peter (il film è un prequel, e contemporaneamente un triste tentativo di creare un franchise, che non avverrà mai, visto il flop clamoroso che ha fatto. Ci sono tutte quelle cose che lasciano la storia aperta - come ha perso la mano Uncino? Come è nato l'odio per i coccodrilli? Perché Trilly diventa l'unica fatina? Chi se ne frega di tutto questo?).
Il resto è tutto tristissimo e noiosissimo da sbadigli, tra una Giglio Tigrato che pare vestita da Bjork dopo un viaggio sulle Ande
delle fatine che perdono del tutto quella certa carica sensuale che ben sappiamo e diventano solo lucciole (!)
effetti speciali d'ordinanza computerizzata (fammi male pure quelli, non lo so)
scene che sembrano riprese con lo GOPRO delll'holi fest che se vedo un'altra di voi ragazze che mette una foto del profilo facebook con lei che soffia la polvere colorata verso la macchina fotografica faccio un macello
e l'ennesimo ragazzino odioso: Peter, che vola due volte per sbaglio perché ehy peter credi in te puoi volare. ma cazzo, dopo la prima volta che voli io sai che aeroplanate che mi facevo tutto il tempo? Lui invece plana solo, sta sempre per terra
Il ragazzino scelto è tra il belloccio e l'inutile, mi pare più vittima degli eventi e della Ralph Lauren che un vero attore. Quanto fastidio può dare trovare OGNI sua foto con il logo del brand più grande di lui?
Se c'è una cosa che mette tristezza sono i modelli bambini. Altro che sindrome di Peter Pan. Peter Pen.
L'unica nota degna di attenzione si chiama Cara Delevingne, modella di Victoria Secret (proprio una roba per bambini)

usata per fare le sirene, tutte le sirene (come i gemelli di Social Newtork)
Bona è bona. Anche se io le sirene le preferivo così:

Ma poi non c'era stato un altro Peter Pan poco tempo fa (no, era il 2003, come passa il tempo quando ci si diverte) e nessuno era andato a vedere neanche quello?
Comunque ragazzi, sono mesi che ve lo dico, questa cosa delle fiabe vi ha preso troppo la mano. BASTA! Io non lo voglio vedere il live action del Libro della Giungla:

Non li voglio vedere la Bella e la Bestia, e Jafar, e Mulan in carne e ossa e non voglio proprio vedere il film sul passato di Crudelia Demon.
Tic Toc Tic Toc questa cosa dei film da fiabe sta messa peggio dei cinecomics, finiranno tutti in pasto ai coccodrilli

La flautolenza di Pan.
Margherita raccontaci tu di un gruppo di ragazzi molto più puri, interessanti e fantasiosi di quelli dell'Isola che non c'è. I frateli Angulo:

Concordo. Anche sul cognome che mi ha fatto ridere tutto il tempo.
Sentite. C'è un'ultima cosa che devo dirvi. La verità è che quest'anno i post sulla Festa del Cinema di Roma hanno uno sponsor. E insomma questo sponsor mi ha costretto a fare uno spazio pubblicitario. Ma è cultura eh! Proprio altissimi livelli! Addirittura UN LIBRO! "Libro"... cosa essere tu.
È questo qui:
Quante volte la scena di un film riesce a raccontare un nostro stato d’animo? E in quante occasioni una citazione detta al momento giusto risolve o ridimensiona quei grandi e piccoli dilemmi quotidiani che ci perseguitano? Keep Calm e guarda un film è il primo libro dedicato alla Settima Arte che, di recensione in recensione, diventa un agile manuale di cine-terapia.  Per superare lo stress da ufficio o una crisi di coppia, affrontare l’attesa del principe azzurro o vincere una fobia che ti paralizza: qualunque sia la situazione da fronteggiare qui troverete il rimedio giusto! 101 pellicole scelte tra famosi capolavori, cult di ogni epoca e chicche da cinefili che ci ricordano che ogni problema può avere un lieto fine. Dopotutto… domani è un altro giorno!


Insomma devo dirvelo, c'è il fatto che questa sedicente (e seducente) "Federica Lippi" altri non è che ALABAMA! Ha scritto un libro! DI CINEMA! Ecco perché non fa un Tofu & Broccoli da anni. Brava eh, Alabrava. Uno fa di tutto per farli sfondare e poi quelli scrivono i librie e non ti coinvolgono neanche.
L'altro autore non so proprio chi sia ma con un nome così ridicolo deve essere per forza un nome inventato.
E stasera... STASERA! (Il contratto di sponsor prevede che io finga entusiamo) fanno pure l'evento di presentazione, proprio alla Festa del Cinema! CHE. BELLO. CHE. BELLISSIMO. Io ci passo, mi porto i campanacci tipo Corrida di Corrado. Passateci anche voi, più si è più si fischia forte.

CHICKENBROCCOLI & MARGHERITA alla FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2015 • Giorno 3

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A questo punto ci doveva essere tutta una cosa bellissima pazzesca ma siccome non c'è e forse non ci sarà mai perché, ehy, non puoi sempre avere quello che vuoi, passiamo subito alla prima recensione di Margherita. Questa qui:
 
Devo dire che il rosa le dona, alla Margherita.
Io intanto me ne andavo a vedere il più americano dei film americani presentati. Strano che Monda non abbia fatto una selezione del tipo FESTE DEL CINEMA AMERICANO DI ROMA 2015. Per inciso non avrei avuto nulla in contrario, figurati, anzi l'ho appena incontrato e gli volevo proprio proporre (propriorre quindi) di togliere, così, in un colpo solo, tutti i film non americani dal fest. Era un'idea. Un'idea folle, ma molto poetica, come quella raccontata in:
The Walk
Trama: Io speriamo che me la cavo

C'è un documentario di qualche anno fa (2009), si chiama Man on Wire e racconta la più incredibile delle imprese: tendere un cavo da una Torre Gemella all'altra e poi camminarci sopra. Bisogna essere un funambolo per tentare una cosa simile, e anche totalmente fuori di testa. Lo fece Philippe Petit. Ma non lo fece solo nella finzione filmica


Lo fece davvero veramente.

Ora Il Pippa (riassumendo "il Pippa" per chi non avesse letto CB negli ultimi sei anni, trattonsi di Robert Zemeckis, lui in tutta la sua intelligenza 3D:
che ok, ha fatto dei film BELLISSIMI e seminali che oggi solo osannati (intendo proprio oggi oggi 21 ottobre 2015:

ma ammettiamolo, è sempre stato l'ultimo della combriccola generazionale di filmografi fondamentali per noi ragazzini degli anni 70/80: Spilbi, Lucas e poi il Pippa, lui, che a un certo punto ha deciso che il futuro del cinema era la motion graphic e per dieci anni ha fatto film ORRENDI solo con quella tecnica (ricordiamo, purtroppo, Polar Express, Christmas Carol, BEOWULF! VE LO SIETE SCORDATI BEOWULF!)
Passata la parentesi motion graphic (gli hanno proprio chiuso gli uffici alla fine, troppe spese per le palline da ping pong da mettere addosso agli attori) è tornato ai film in cane e ossa, ma senza dimenticare gli effettoni speciali. 
Infatti tutto The Walk l'hanno girato così:



Ma poi perché non hanno usato le Tor... ah. già.
Ecco. La cosa che rende molto minore la carica emotiva di The Walk rispetto a quella che trascinava Man on wire (e non solo per la finzione cinematografica vs realtà documentaristica, visto che nel doc (EHY DOC!) c'erano anche inserti recitati) è che in questo le torri sono troppo importanti.

Voi direte eggrazziearca, questo ha fatto questa passeggiata in cielo tra due grattacieli ci mancherebbe che non erano importanti. Ma è la solita pecca americana di carica di simbolici spiegoni anche quei simboli a cui non serve nessunissima spiegazione.
Vedi le due torri e sai, ricordi, hai perfettamente in testa quello che è successo, e attenzione, non perché negli ultimi 15 hai rivisto la scena mille volte, no, ricordi esattamente il momento in cui lo stavi guardando la prima volta.
Non c'è bisogno di aggiungere altro. Basta la loro presenza a caricare ogni inquadratura dove appaiono di un'energia potentissima.
Zemeckis invece indugia, indugia tantissimo: ci sono biglietti con l'accesso esclusivo alla terrazza panoramica che recano la dicitura "per sempre" e ovviamente quel "per sempre" non è sempre mai, ci sono inquadrature che corrono sulle lamiere in lungo e largo, ci sono, nella scena finale, quella della traversata, tutte le vertigini (anche quelle dei capelli assurdi di Gordon Levitt)

 che solo gli effetti speciali (o se all'epoca fossero esistiti dei droni) possono regalare 

C'è il 3D, che serve (come già era servito in film come Avatar e Vita di Pi) non solo a lanciarti la roba addosso. Non solo:
 
Ma ci sono anche tante cose che proprio non vanno. 
Non è solo il rimarcare la tragedia del 9/11 con patriottica melensaggine a rendere il film una brutta copia del suo predecessore (che non indugiava mai nel pietismo da torri gemelle), ma dà fastidio anche tutto l'impianto da commedia (quasi) degli equivoci, dove si cerca di far ridere molto (con personaggi ai limiti della macchietta, dall'onnipresente Ben Kingsley con l'accento strano - questa cosa degli accenti gli sta prendendo la mano, anche Gordon recita in frenchinglish - agli amici strafattoni al mefistofelico basista), e una colonna sonora che alterna come fosse suonata da un pessimo deejay musichette alla Henry Mancini a temi che sembrano usciti da Forrest Gump.
The Walk non mancherà di emozionare (vi piace quando uso queste forme da critico che non si impegna? Disimpegno, lo fa CB quando ha dormito tre ore.) chi di Petit non aveva mai sentito parlare, ma rimane sospeso (!) tra una commedia senza verve e un biopic che vive troppo all'ombra del suo regista, ormai senza più mordente.
Invece un pochetto di mordente ce l'ha questa pischella francese che si chiama Charlotte LeBon.

Si chiama proprio così.
Ah. Ho visto - per sbaglio - anche un film francese. Si chiama
Les Rois Du Monde
Trama: Cantona-ta

ED È UNA MERDA! Anzi sè en mérd!
Vorrei fare una delle mie recensioni in francese che è l'unica lingua che mi permette di raccontare quanto fa schifo il cinema francese quando fa schifo.
Ma non ho tempo. Preferisco vivere.
Dico solo che nel film ci sta Eric Cantonà che fa il buono. La vittima. Eric Cantonà. Lui:

Se non avete capito vi metto una diapositiva.
Questi sono i film che rovinano i festival, fatevelo dire. Ci sono film che non trovano la distribuzione semplicemente perché NON SE LA MERITANO!
Torniamo a Margherita che oggi aveva delle cartucce molto più potenti delle mie.


La stanchezza inizia a farsi sentire, vi avverto. Se la prossima recensione è fatta solo di zzzz e scarabocchi non dite che non potevate aspettarvelo.
Ma tanto domani vi beccate l'anteprima di Del Toro, quindi.

CB ANTEPRIMA • Crimson Peak

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Crimson Peak
Trama: Mia la prima moglie

Ho pochissimo tempo e mi piace tantissimo dirlo.
Quindi ora vi beccate questa pausa dalla Festa del Cinema di Roma perché è finito l'embargo di Crimson Peak, l'ultimo film di Guillermo del Toro che sta lavorando a tutti questi suoi progetti molto personali (The Strain) e i cattivoni di hollywood gli fanno i dispetti e non gli fanno fare Hellboy 3 e Pacific Rim 2 e allora lui risponde con un horrorazzo che cita a pieni polmoni di tata pazza c'è sorella pazza, ma bona come il pane, Jessica Chastain che io pure se era pazza me la sposavo uguale e potevamo stare tutti noi quattro, io, Jessica, Mia ma tua e Loki a giocare tutto il tempo a scopone
col morto
Il film sta facendo un po' schifo alla critica e piacendo molto alle ragazze che vogliono vedere le terga di Tom Hiddleston e fanno i risolini e disegnini 
A me il film è piaciuto pappapero, molto di più per una stupenda fotografia (tutta blu e arancio, TUTTA) e degli effetti speciali computerizzati ma che sanno di gelatine, plasma finto e cartapesta.
Del Toro ha gusto da vendere, da sempre, e queste ambientazioni gotiche sono il suo campo di battaglia preferito.
Poi la storia ha dei buchi enormi ma io non ho paura e voglio innamorarmi anche di quelli.
I quattro attori coinvolti si dividono così: i biondi sono da dimenticare, il moro e la roscia sono splendidi. Tanto che vorresti che il film fosse solo la vita di loro due in quella casa sperduta con lui tutto elegante Conte.nto di succhiare argilla rossa dal terreno e lei pazza e bellissima che gli fa le cosacce.
C'è una cosa che però, a corollario del film, mi viene da chiedere: a che punto sta la causa che vede tra le fila degli imputati il creatore di queste STUPENDE locandine
e il fotografo Laurent Croisier? No perché vi eravate resi conto che sono ESATTAMENTE la riproduzione della serie Bete De Mode:
Vorrei saperlo perché se davvero le hanno copiate il già esiguo conto in banca del povero Guglia lo vedo male male, ma male proprio.
Magari poi si scopre che le ha scattate proprio lo stesso fotografo, ma non ho neanche il tempo di andare a controllare, magari faccio uno scoop grafico e poi mi dicono "guarda che infatti li ha fatti lo stesso". Andate a controllare voi e mi dite? Fatemi sto favore jà.
Io se fossi in voi Crimson Peak lo andrei a vedere a cuor leggero, senza aspettarsi un film horror di paura da incubi, più un tenero omaggio a un certo cinema horror che puntava più sull'atmosfera che sulle sorprese finali (quello dei mille Dracula, Frankenstein, Wolfman), girato da uno che in ogni cosa che fa si vede proprio che ci mette cuore.
Al Guglia gli si vuole bene a prescindere, fosse solo per i problemi di peso.
Un paio di altri disegnetti carini.

CHICKENBROCCOLI & MARGHERITA alla FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2015 • Giorno 4

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C'è un fenomeno che mi ipnotizza sempre, alla Festa del Cinema di Roma. Non sono i buttafuori che si credono Vin Diesel che recita in Splinter Cell, non sono i panini rancidi che per comprarli devi accendere un mutuo (c'è da dire che ti rimangono sullo stomaco per due giorni, quindi forse vale anche la pena), non sono queste cose ma è: rimorchiare in fila.
Non che mi sia mai successo, ovvio, io penso ai film e solo ai film! Ma quando ti ritrovi in fila inizi a vedere che tutto quello scambio di opinioni sui film si trasforma presto in uno scambio di biglietti da visita, mail e telefoni con la malcelata speranza che si trasformi in uno scambio di fluidi corporei al più presto, anche in sala se possibile, soprattutto se il film è noioso.
Quest'anno ad esempio ho avuto un vero colpo di fulmine, mi sono innamorato di Crudelia DeMon! Eccola!
Ah. Non è Crudelia DeMon? Giusto giusto! Scusate, non l'avevo riconosciuta, è il Fantasma dell'Opera. No? COSA!? È la proprietaria di CIAK!? Annamo bene...
Come va proprio "annamo bene" il cinema itaGliano. Che ormai stiamo raschiando il fondo del barile si capisce sin dalla tristissima (e stracopiata) locandina di:
Dobbiamo parlare
Trama: Parlamm' n'se capimm'

Il cinema itaGliano è in piena crisi economica. Ma non si dà per vinto, il cinema itaGliano, e si ostina a fare film. Ma non avendo soldi le deve pensare tutte per fare film a basso costo.
Così il cinema itaGliano ha deciso di fare solo remake di Carnage.
4 attori + una casa possibilmente molto bella (di proprietà probabilmente di qualcuno che è in crisi economica pure lui e quindi affitta la casa al cinema itaGliano il tempo delle riprese andando a dormire nella sua altra casa al mare o in barca) + chiacchiere infinite.
Dite che non è così? Forse perché vi siete già scordati (beati voi) de I nostri ragazzi e de Il nome del figlio: stessa. identica. cosa.
Si comincia con 4 chiacchiere superficiali, con le coppie contrapposte in 2 incasinati che si odiano vs 2 perfettini che si amano e si finisce che gli incasinati sono meglio perché i perfettini si odiano uguale ma non se lo dicono e tempo la fine del film le parti si sono invertite.
Tutto già visto, tutto già scritto.
"E se anche fosse?" direte voi... ma certo! Se anche fosse scritto benissimo sarebbe bello uguale! Peccato che qui ci sta Sergio Rubini (uno dei più egocentrici finti timidi che la storia ricordi) che scrive, dirige e interpreta credendosi Woody Allen (soprattutto l'interpretazione, da denuncia) e tutto è una tiritera banalissima e didascalica sulla destra vs sinistra, su vegetariani vs carnivori, su amore vs sesso, su intellettuali vs professionisti arricchiti, su uomo vs donna. 
Si salva solo Fabrizio Bentivoglio, e per le sue grandissime doti di attore, forse l'unico italiano capace di passare con egual bravura in mille registri diversi, dal surreale di Sorrentino al comico-umano di Virzì) e perché effettivamente appena apre bocca fa ridere (a ennesima dimostrazione che la destra facilona e verace fa ridere sempre).
Entrambe le attrici sarebbero da sbattere al muro, in particolare la Ragonese cane bastonato, pare stia a un saggio del corso di recitazione di quartiere.
Parlare, parlare, parlare... ma guarda che se tu decidi di farmi un film tutto parlato, perché magari pensi che sia anche più facile, ah quanto sbagli: devi saper scrivere dieci volte meglio, non hai niente intorno che ti possa aiutare. 
Avrebbero dovuto pensarci, quantomeno parlarne, anche gli sceneggiatori di 
The End of the Tour
Trama: Infinite rest

Il film racconta di un giornalista di Rolling Stone (Jesse Eisenberg che fa il Jesse Eisenberg, ma non si è stancato di guardare se stesso seduto a un computer?) che va a fare un'intervista a David Foster Wallace (Jason Segel, esatto, quel Jason Segel

che fa Wallace, anche bene devo ammettere:
Che dite lo straccio in testa può tornare di moda?
E insomma per tutto il film il giornalista chiede, Wallace risponde. 
Poi i due iniziano a parlare, ma mentre uno discerne, l'altro chiacchiera. 
Finalmente inizia la discussione, che diventa subito analisi dialettica. 
Ad un certo punto il primo fa "Oh. Posso dire una cosa?" e l'altro risponde "No. Non vedi che sto sparlando di una cosa". 
Poi iniziano a comunicare, affermando discorsi e proclamando grandi verità. 
Sussurrano a volte, gridano altre, sempre usando l'arte del verbo. 
Finite le cose da dire, iniziano poi quelle da analizzare. 
A quel punto succede l'inverosimile, i due stanno in silenzio

ma giusto il tempo di preparare la nuova conversazione. 
Insomma, una grandissima rottura di palle. Intendiamoci, sempre legandoci al discorso di prima, non è che un film molto parlato mi sconvolga, anzi, ma se decidi di percorrere quella via impervia (che ha anche un senso, trattandosi di una storia vera di uno che ha scritto un libro di 8 milioni di pagine), ma sai quanto ti devi sforzare per tenermi alta l'attenzione? Ma tanto!
Non puoi farmi tutto regionamenti sui minimi sistemi, tristezza, depressione, neve, qualcosa di interessante me lo devi anche dire, almeno una cosa, una!
Dite che non aver letto neanche una singola pagina mai scritta da Wallace non aiuta a capire se il film è nelle sue corde? Possibile, io so solo che durante la proiezione quelli seduti in platea si sono lamentati perché le palle di quelli seduti in galleria gli sono cadute in testa.

Oggi chiudiamo - si oggi si chiude senza una rece di Margherita, non fatevi domande, chiudere un occhio, chiudere anche l'altro e fate finta che c'era - con un film piccino picciò, girato da un regista che (a questo punto forse è meglio usare il passato) è stato uno dei più geniali e inventivi registi contemporanei, quel Michel Gondry che ha fatto della fantasia il suo marchio di fabbrica (avete presente Michel Gondry no? Ne parlammo tantissimo qui e qui). Il suo ultimo film - mi sono perso quello prima, sarà che c'è Amelie e parla d'amore, come sapete non sono due temi a me molto cari - si intitola:
Microbe e Gasoile
Trama: œuf à la coque

Che è un film molto carino, molto delicato, con due bambini attori bravissimi, forti di quella naturalezza di bambini che non recitano, piuttosto dicono le cose come le direbbero al compagno di banco, e racconta una storia di amicizia tra le più classiche (infatti il rimando a Ovosodo non è casuale): Microbe è un quattordicenne timido e delicato, bassetto (da qui "microbo"), che tiene i capelli lunghi per affermare la propria identità, ma per questo viene spesso scambiato per una ragazzina, disegna con personalità da artista

vive in una famiglia normalmente matta (come lo sono tutte le famiglie): la madre (di nuovo Amelie, che sta invecchiando pure lei) è un po' isterica, il padre un po' assente, i fratelli diversissimi da lui (appassionato di calcio uno, punk l'altro). Un giorno in classe arriva Gasoile, chiamato così perché puzza sempre di benzina, visto che ogni mattina prima di andare a scuola aiuta il padre ad aggiustare moto. È uno di quelli che però se ne frega di quello che pensano gli altri, un libero pensatore, di quelli che ammiri e vorresti essere come loro, anche se dietro quella rivoluzionaria indipendenza nascondono anche loro una famiglia problematica.
I due stringono un'amicizia viscerale e si lanciano in un folle progetto, costruire una casa su 4 ruote e andare in giro per la Francia.
Lo fanno e partono.


Da quel momento - come ogni film on the road su la route che si rispetti - i due faranno diversi incontri e consolideranno ancora di più la loro amicizia e personalità.
Carino, come detto, proprio delicato e rispettoso per quell'età difficilissima (la prepubertà, vi ricordate il pulsante di Inside Out, no?), ma primo di quella cifra stilistica gondryana che ci si aspetterebbe.
Ok, è anche vero che magari, dopo vent'anni di follie visive, di video capolavori (e di film anche un po' deludenti, secondo me Gondry non si è più ripreso da quella volta che fece quel film orribile), ti può anche prendere bene fare un film piccino picciò senza effetti speciali, ma anche un pochino di giochi di regia in più non sarebbero guastati.
Di certo, per accomunarlo con un altro film di un regista francese molto fantasioso che parla di un ragazzino che piglia, prende e parte di nascosto dai genitori, è meglio di Spivet, anche perché i ragazzini sono davvero bravi.
Microbe Et Gasoil Michel Gondry animated GIF
A domani con il penultimo episodio dello specialone anche troppo lungo dedicato alla Festa del Cinema di Roma che ormai è già finita e nessuno si ricorda più che è esistita.

CHICKENBROCCOLI & MARGHERITA alla FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2015 • Giorno 5

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Siamo giunti alla penultima puntata dello specialone CB + Margherita (sì lo so, lo so, sono due giorni che è sparita non sto qui a dirvi perché, ma ritorna... si è persa nei corridoi dell'auditorium e... )della Festa del Cinema di Roma. Conclusioni su questa edizione? Prima di tutto che non ho avuto MAI problemi di fila, e non è perché con la fila ci so fare, ma proprio perché non ce n'era, di fila. Questo mi ha fatto pensare che la selezione di film non fosse poi così increbile, voglio dire, se guardi bene l'unico "filmone" in calendario (per "filmone" intendo film nazionalpopolare che potesse attirare anche persone lontanissime dal festival e non la solita orda di giornalisti web, o superespertoni) era The Walk. Pensare che gli scorsi anni abbiamo fatto file chilometriche per Hunger Games e Gone Girl (che manco entrai, peraltro... ma dimme te. Mo mi metto a protestare. Non protestai allora, mi ci metto adesso! MI CHIAMI IL DIRETTORE! Non è più quello di l'altr'anno? E chi è? Monda? Ah, Monda il mondano? Monda il giramondo? Gira il Monda gira nella sala senza fine con gli attori appena nati con gli attori già finiti. 
Secondo me ha fatto comunque un buon lavoro, certo il -33% di incassi non può essere visto come un buon lavoro, almeno una stronzata per ragazzine doveva metterla, il fatto èche i red carpet sono stati poco interessanti. Non c'era Julianne Moore. Che red carpet è?
Io comunque sono d'accordissimo nell'aver tolto - dallo scorso anno in effetti - il premio del miglior film, perché insomma, vincevano sempre film ridicoliQualcuno se ne ricorda anche uno solo? Giusto Juno ma non perché ha vinto Roma.
Ma chi avrebbe vinto quest'anno? Per la mia personale visione direi Room. Miglior attrice Brie Larson! Ritira il premio Brie Larson! Consegna il premio ChickenBroccoli nella sua room da letto! Ah no aspetta c'è un incredibile ex-equo! Altra miglior attrice  Astrid Berges-Frisbey (che io l'avevo già detto a inizio anno comunque, che era pure brava oltre che innegabilmente... così:
Consegna il premio ChickenBroccoli nella room di cui sopra.
Lei, insieme a Elio Germano (che culo certe volte fare l'attore...), è la protagonista di
Alaska
Trama: Germano e francese

Un film italiano con il gusto internazionale, non solo per gli attori e le ambientazioni (c'è un bel po' di quota francese, sia nel cast che nell'ambietazione), ma perché, contrariamente a qualche tutti i film itaGliani, SUCCEDONO COSE!
Anzi, in effetti, succedono anche TROPPE cose. A parte che mi dovete dire da quando il fatto che succedano cose, in un film, soprattutto itaGliano, è un male, ma capisco che certi accadimenti siano un tantinello esagerati.
Questa coppia di disperati - che si conosce e si innamora in un albergo francese, lui cameriere lei modella in erba - vive una vita che ne basterebbe la metà per considerarla piena. 
Carcere, botte, ricchezza, povertà, amicizia virile, truffe, criminalità, risse, sparatorie, litigi, incidenti, riabilitazioni, allontanamenti, riavvicinamenti. Gli anni passano di fronte allo spettatore, di scena in scena capiamo che ne sono passati (di giorni, mesi, anni) ma tra i due rimane una cosa e una soltanto: l'Amore. 
Il fillm è carico, lanciato a cento all'ora verso tante direzioni, e alcune in effetti si risolvono con un nulla di fatto (l'apparizione di Ciro di Gomorra è inutile, il finale che chiude un cerchio forse troppo assurdo) ma il gusto per l'esagerazione conclamato ti fa sopportare anche le volte che "se vabbè mo pure questo je deve succede a 'sti due!"
Non nasconde, il film, la sua visione esagitata del sentimento, fortissimo, che c'è per una vita intera tra i due. È un film tragico ma non melenso, il loro amore è rabbioso e potente, di quelli che ti fanno venire voglia di viverli anche a te, disperati e assoluti, che restano anche se tutto intorno c'è tabula rasa, e pi la vita li mette di fronte a tragedie e drammi, più il loro amore si rafforza, proprio perché è l'unica cosa bella e sincera che provano.
Poi Germano è bravo, la Frisbey anche, ti fa quasi scordare quanto è bella (quasi)
e le due ore e passa di film non si fanno mai sentire.
C'è della didascalia, ci sono dei personaggi bidimensionali, ci sono dinamiche un po' meccaniche, ma il film funziona, anche tenuto conto che tanto comunque l'amore non esiste, e ne è una riprova tutta la storia assurda del film.
Esci dalla sala e ti chiedi se è davvero così. Solo nella disperazione dell'anima può nascere il vero amore? L'amore è vero solo quando è l'unica salvezza? Bisogna esagerare il sentimento per non ammettere che la propria vita è una merda assoluta? 
Farsi domande, intanto mangiarsi una piadina però, che tra un film e l'altro non c'è mai il tempo di mangiare per bene (questa è la mia risposta a tutte le domande sull'amore vero).
Invece ho visto un film strano. Sperimentale che parla di un esperimento sperimentato negli sperimentali anni 60. Si intitola
Experimenter
Trama: Esperimento nell'errore

Che parla di questo esperimento qui:
Il soggetto viene invitato in una stanza. Conosce un altro tipo che viene chiuso in un'altra stanza e collegato ad un cavo elettrico. Gli viene ordinato, da un medico molto formale e impassibile, di fare una serie di domande al soggetto (quello elettrificato), in caso di risposta sbagliata, dovrà dargli una scossa elettrica. 
Nyff New York Film Festival animated GIF
Un interfono gli farà sentire la reazione del fulminato. Si comincia con una piccola scossa, più sono le risposte sbagliate, più la scossa sarà forte. Man mano che va avanti il test, il microfono farà sentire che il soggetto elettrificato griderà sempre più forte, fino a zittirsi completamente.
Tutti, nessuno escluso dei 700 candidati torturatori, ha smesso di elettrificare l'altro, anche quando quello non rispondeva più, poteva essere morto, e loro continuavano, e questo solo perché gli veniva ordinato in maniera perentoria.
Dall'esperimento al pensiero a tutti quei soldati nazisti che si difesero ai processi dicendo "eseguivo degli ordini" il passo è breve.
L'esperimento divenne famoso - almeno nella comunità psichiatrice - e questo film racconta la vita del suo inventore, peccato che sia una vita di una noia quasi mortale.
L'andamento del film non aiuta, un po' sospeso, un po' onirico (ad un certo punto in un corridoio dell'università arriva un elefante. Così, di punto in bianco.) e il fare algidissimo del protagonista (il bravo Sasgaard), non fanno mai appassionare davvero al niente di quello che vediamo.
Una cosa bella c'è, che però viene fatta troppo poco, e cioè far sperimentare allo spettatore i test di cui si parla, infatti certe volte la pellicola diventa in tutto e per tutto uno di quei video formativi con la grana d'altri tempi, e il dottore si rivolge direttamente allo spettatore, guardando in macchina (come, per dire, Kevin Spacey in House of Cards)
Experimenter Nyff animated GIF
Ma il regista (uno che ha lavorato anche con Lynch) non riesce mai a rendere interessante la trama, l'esperimento (tipo sì ok fai l'esperimento, e quindi? Tutti elettrificherebbero chiunque, tutti sono delle merde. E dov'è la novità?).
Nel film una rediviva (e ringiovanita? Avrà rubato in qualche supermercato delle creme potentissime) Winona Ryder.
Siamo quasi alla fine. Domani si chiude con un film superatteso (forse il più atteso dell'edizione, doppiamente atteso diciamo). Quale sarà?

CHICKENBROCCOLI & MARGHERITA alla FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2015 • Giorno 6

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E chiudiamo questa settimana di scorpacciata cinematografica e illustrata con un film che attendevo tantissimo, lo attendevo doppiamente perché amo Tom Hardy e pensare di avere DUE Tom Hardy era un pensiero bellissimo.
Legend
Trama: Tom Tom

Il film è un gangster movie che racconta le gesta criminali dei gemelli Krey, che comandarono la malavita londinese nei 50 e 60, questi due tipetti raccomandabili qui:
Che diventano, entrambi, Tom Hardy:
Capito che bello (in apparenza)? Non uno (che già riempie lo schermo benissimo da solo) ma DUE Tom Hardy, infatti lui recita entrambi i gemelli, con quella pratica registica dello stesso attore che noi pensiamo essere stata inaugurata in The Social Network ma che in realtà è © Renato Pozzetto:

A parte Renato & Renato ce ne sono mille di film con gemelli/fratelli/sosia, alcuni risalgono agli anni 30. Vedi anche questa illustrazione di Mr.Whaite, anche se non è proprio aggiornata
Lo scorso anno è stato anche tema di Awards, con mille film sul doppio
La psicologia dei due è spicciola: criminali cattivissimi entrambi, solo che uno è ligio all'attività, l'altro un pazzo totale. Tom è capace a fare quello bravo quasi dolce, ma è in totale overacting quando fa il matto, con il labbro inferiore perennemente abbassato, scatti da pazzo, e secondo me si è messo anche un po' di ovatta in bocca alla maniera del Padrino
Peraltro oltre ad essere omozigota è anche omosessuale, il che dà il via a scene anche un po' fuori contesto.
Bello è bello, sempre, e sentirlo strascicare l'accento nella sua Londra (piuttosto che in un bassifondo americano che gli si addice molto meno) rimane piacevole, ma il film che gli sta intorno è troppo debole, risaputo, scialbo.
Il film di criminali - lo sappiamo - hanno sempre un po' le stesse dinamiche: ascese, cadute, vendette, amori famigliari per madri e mogli che mal si sposano con le spietatezze varie perpetrate sul "posto di lavoro". Non che la cosa ci dispiaccia (vale sempre la pena ricordare e rivedere Quei Bravi Ragazzi), ma devi saper cambiare un po' le carte in tavola, catturare la mia attenzione, non basta il trucchetto del doppio attore, che peraltro funziona molto male, così come qualche giorno settimana non bastà Gionni Deppe invecchiato.
Certo l'importante è che ci sia la scena dei contasoldi elettrico, o quella della sacca piena di bigliettoni svuotata
Se c'è una cosa che mi aspettavo da Legend, rispetto a un film con Renato Pozzetto, o Bud Spencer e Terence Hill 

o Dave presidente per un giorno, era un'interazione fluida tra i due, grazie a dei supereffetti speciali degli del 2015 e non del 1985. Invece per la maggior parte del tempo vediamo i due in scene separate, e quando stanno insieme è un costante campo e controcampo in cui vediamo Tom e il capoccione della sua controfigura (che sappiamo tutti chi è dopo questo accadimento tragicamente comico qui.)
E anche quando i due appaiono entrambi "di faccia"è sempre col trucchetto di tenerli distanti uno dall'altro nell'inquadratura, quindi basta che dividi la ripresa con After Effect e hai fatto. Ormai un trucco del genere lo fai anche con l'iPhone.
L'unica scena in cui i due, anzi lui e lui, interagiscono meglio, quella di lotta
è comunque troppo poco. Du' Tom is pegg' che uan.
Peccato perché Hardy - uno dei migliori in circolazione, per me meglio anche di Fassbender - quest'anno non ha imbroccato filmoni, questo e questo sono già dimenticati. Certo, aver fatto il miglior film dell'anno tiene il suo posticino nel cuore di tutti al calduccio.
Immagino che oltre alle sue doti attoriali comunque a voi interessi anche altro del bel Tom, almeno a una parte di voi (la parte con gusti per il bello, la stessa che infatti viene a leggere questo sito ogni giorno), quindi, come è uso consolidato, per mantenere la vostra attenzione alta ecco qualche foto di Tom con dei cani che so che vi piacciono questi tipi rudi ma dolci, rudolci:
Per i maschi c'è anche Emily Browling, purtroppo non doppia. Si sta un po' stranendo la ragazza, ma è sempre quel misto lolita-donna abbastanza irresistibile
Fine dei giochi! Fine dello specialone Festa del Cinema di Roma con quasi una settimana di ritardo! E Margherita peraltro riapparirà chissà quando (queste ragazze... ma quanto le si vuole bene lo stesso).
Ma andiamo avanti! Sorridiamo e salutiamo tutti come fossero ancora qui a leggere.
CIAO FESTA DEL CINEMA! Ci vediamo il prossimo anno!
CIAO LUCCA COMICS & GAMES con cosplayer di Tom Hardy! Ci vediamo domani! 
CIAO MARGHERITA! Ci vediamo stasera?

CHICKENBROCCOLI a LUCCA COMICS & GAMES 2015

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Ragazzuoli, alla fine è successo: ChickenBroccoli sarà a Lucca Comics & Games 2015! Ma non in giro a importunare le cosplayer tipo lei (almeno non solo):
Cosplay crossovers. .
Sarò lì vendere! MILLE KILIM! SVUOTO TUTTO PER RINNOVO LOCALI! È FANTASTICO AMICHE!!!
Dividerò lo stand - stando stretti stretti come fossimo tutti nudi in un igloo - con la prode Il Pistrice e le sue stupende produzioni SQUAMosE!
Roba poppissima, cinematografica, musicale e sensuale! Poster! Magazine! Illustrazioni! Ma che volete di più! (Lo so che dicono tutti così, ma davvero ci sarà da perdere la testa e un patrimonio quest'anno alla Self Area...).
Io personalmente, oltre al mag e i poster, lancerò - da domani, venerdì - la grande novità di questa edizione, la cosa che creerà più file di quelle di Zerocalcare e curerà tutti dallo stress! 
Ecco a voi FILM CULT ANTISTRESS DA COLORARE
Un bellissimo albetto con 8 film disegnati da ALE GIORGINI tutti da ri-colorare! Da Pulp Fiction a Scuola di Mostri, da Nightmare Before Christmas al serial tv più bello di sempre: Breaking Bad. Per ogni film da colorare la mia recensione! La cosa bella è che insieme all'albetto ci sono pure le matite!
Al momento in effetti sono ancora a Roma - arrivo stasera - ma già trovate il ChickenBroccoli Magazine in vendita, esattamente qui: SELF AREA - S. Romano - SA 12
Non si scappa! Vi aspetto a LUCCA! Sono quello alla fine della fila di 200.000 cosplayer bone persone. 

The Vati can tapes

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The Vatican Tapes

Trama: Ma Vattican affanculo va

C'è solo una cosa peggiore di film horror Telecamerina, e sono i Finti Telecamerina.
Allora Telecamerina, dai cristo (!) ancora ve lo devo dire? Sono i found footage. Roba che se cerchi "telecamerina" nel pulsante qui accanto, dai quello dove con un doppio carpiato di fantasia diabolica ho scritto CERCA, ti esce fuori tutta quella miriade di film che fanno facendo finta che sono telecamere ritrovate in un luogo di delitto/possessione/violenza/rapimento alieno/indigestione/corsa campestre/sesso tantrico col figlio di Al Bano e via dicendo. Tutti film che come diceva mio nonno: "poco pagare, poco avere", che ok forse non è sempre vero (ad esempio vi ricordo che voi mi leggete GRATIS!!! E avete IL MIGLIOR CINEBLOG DEL MONDO nonostante poi vi scordiate di candidarlo ai premi ma vabbè non ne farò una stragedia. Certo pure voi...), insomma tralasciando nonno e la mia rabbia repressa dicevamo, tutti film che costano un occhio della testa, ma della testa di un Cicciobello made in China ovviamente. Succede che  alle volte (troppo spesso si direbbe) guadagnano gli stramiliardi. E allora è ovvio che questi li continuano a fare, anche io la continuerei a fare una cosa che mi costa 10 e mi fa guadagnare 1.000.000, chi non la farebbe? Invece sto qui, a fare una cosa che mi costa tempo e spremitura di meningi e mi guadagnare i vostri commenti. Devo aver sbagliato qualcosa.
Insomma ci sono questi Telecamerina, che sono talmente tanti da essere un vero e proprio genere; non mi va di linkarveli tutti che sono davvero troppi, ripeto, fate quella cosa di CERCA vedete che funziona. E poi c' un sottogenere, i finti telecamerina, cioè qui film che hanno un budget decente, da film pseudo-vero, che si possono permettere quindi delle cineprese mezze professionali e addirittura un direttore della scenografia e guarda un po' finanche un montaggio! E addirittura un attore riconoscibile; in questo caso a fare il prete ci sta Micheal Pena, (quanto sta lavorando questo messicano? MA lo pagano? Non è che fanno come McDonald's che li pagano in chicken mcnuggets eh?) 

MA! Cosa scelgono di fare? Di fare finta di essere comunque Telecamerina. 
Quindi ci sono le riprese fatte più o meno bene (ovviamente fanno schifo pure quelle, ma non nel senso di traballanti e sfocate, più nel senso che i registi sono dei cani), e poi un sacco di inserti di riprese finte telecamere

con in sovraimpressione il loghetto della batteria, quello della data, quello del minutaggio. 

Ad esempio quello dell'uragano era fatto così, soldi ma ugualmente telecamerina, non era un horror, ma faceva paura per la bruttezza.
Perché lo fanno? Forse perché adesso gli horror sono più quelli a Telecamerina che quelli normali e allora la gente pensa che i veri horror sono solo quelli Telecamerina? Questo è male, ed è tutta colpa di Oren Peli (peli superflui che per fortuna hanno pagato per aver rovinato la percezione dell'horror contemporaneo), col suo Paranormal Activity. 
The Vatican Tapes parla dell'ennesima possessione, prima scambiata per malattia mentale poi no, poi diavolo in corpo e sono cazzi vostri.
L'attrice che la interpreta si impegna quanto può

ma ovviamente sappiamo bene chi è la più brava indemoniata della storia del cinema: Linda Blair in Riposseduta:

No scusate volevo dire L'esorcista
Poi c'è anche la sorella di Dexter ne L'esorcismo di Emily Rose che si impegnò molto.
Comunque ora non voglio dire eh, ma se poi le donne vengono possedute da questi diavoli (che si sa che in quanto a fantasie sessuali stanno avanti) è anche perché sono così contorsioniste. Ricordate il Conte Mascetti no?
Unico dato leggermentissimamente distintivo dalla pletora di altri filmacci del genere è che il male alla fine vince facendo del bene, cioè facendo i miracoli, ovviamente per assicurarsi il favore della gente e poi al momento buono TAC, apocalisse. Insomma 90 minuti per arrivare ai 5 minuti finali che invece sarebbero stati materia di film ben più interessante.
La verità è che se questi film Telecamerina o Finta Telecamerina continuano a imperversare è colpa anche mia che OGNI volta mi dico NO! RESISTI! VADE RETRO TELECAMERINA! LASCIA QUESTO TORRENT! ma alla fine cedo alla tentazione e me li vedo. Tutti. Il diavolo fa le telecamerina ma non gli scoperti.
A proposito di possessioni, che ve lo devo dire io che è tutta una metafora dell'orgasmo femminile?

Infatti la figura più di merda del film ce la fa il fidanzato di lei. Che spreca alcune doti lampanti che la ragazza acquisisce una volta posseduta e che fa in tutti i modi per farglieli notare

ma lui niente. Infatti la paga cara. Attenti fidanzati, impegnatevi, sennò sono cazzi vostri, in qualche modo queste possedute poi si dovranno pur sfogare

Scuola guida di polizia

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Cop Car
Trama: La brum del cop ha un mmm nel bagagliaio

Succede molto raramente di trovare film così, e quando succede è una manna, è una sorta di confetto dolcissimo in una vita - quella del matto che si vede tutti i film - molto amara.
Cop Car è un film che ha una delle qualità più rare di una mosca bianca, è un film che non ha bisogno di nulla se non della storia che racconta. E questo è il cinema che ci piace.
Niente fronzoli, vietati gli spiegoni, all'osso le premesse, inutile sprecare tempo raccontando quello che lo spettatore può benissimo immaginare da solo.
Due ragazzini che stanno perdendo il loro tempo (anche se il tempo perso da ragazzini è tempo guadagnato per quando poi diventi adulto) nelle infinite e solitarie campagne americane 

trovano una macchina della polizia abbandonata.
Diventano subito due ladri, poi due poliziotti, poi due spie in fuga e di nuovo due sbirri all'inseguimento, tutto nella loro fervida immaginazione, a tre metri dall'automobile, che è comunque troppo invitante per non provare almeno ad aprirla.
Si avvicinano piano alla macchina, come fosse una pericolosa belva addormentata, un drago mangiabambini, un robot assassino. Pian piano prendono coraggio e ci entrano, trovano le chiavi sopra il parasole e, ovviamente, fanno quello che qualsiasi bambino con una sana educazione e un minimo di raziocinio farebbe. La rubano.
Partono all'inseguimento di chissà chi sulla statale a rettililineo e in quel momento il mondo è loro, loro e della loro macchina della polizia a sirene spiegate. Intorno il vuoto.
Cop Car Kevin Bacon animated GIF
I due però non sanno che la macchina ha due gradi di separazione con Kevin Bacon. Che è anche lo sceriffo criminale della cittadina (ma i suoi malaffari non li conosciamo. Ci basta fare la sua conoscenza mentre seppellisce un cadavere preso dal bagagliaio di un'altra macchina della polizia. Non basta questo a raccontarci quanto può essere bastardo questo sceriffo?)
Mentre i due ragazzini continuano la loro corsa poliziottesca, Kevin scopre il furto, e subito capisce che una pioggia di merda sta per piovergli addosso. Ma non sa che i ladri sono due ragazzini di 10 anni, che intanto hanno trovato una bella sorpresa nel loro di bagagliaio: un tizio ricoperto di sangue, che gli giura che lui lì è la vittima, il buono, quello dalla parte giusta, e li convince a slegarlo per poi...
Non continuo perché davvero, Cop Car è uno di quei casi che se la storia non la racconta il film, per quale motivo dovrei farlo io? 
La definizione dei ragazzini è a dir poco perfetta, scordatevi gli odiosi ragazzini saccenti o pazzi o bipolari che ci siamo dovuti sorbire quest'anno, quelli di Cop Car sono proprio due decenni perfetti, fanno cose che solo un bambino farebbe, senza pensare alle conseguenze (certo, bravo, maneggia quel fucile automatico come fosse un giocattolo, guarda pure dritto nella canna per vedere perché non spara, se è bloccato da qualcosa, magari da un exogino, accomodati pure, a me intanto sudano le mani e se fossi tuo padre appena torni a casa ti do il resto). 
E poi c'è Kevin Bacon, che è assolutamente in stato di grazia, con quella sua faccia assurda

da una parte criminale di ghiaccio, agli occhi di bambini e spettatori supercattivo e potente, ma poi, man mano che il film accellera, si rivela non così in alto nella piramide criminale, anzi, l'ansia sudata che trasmette nella ricerca della macchina maltolta dai piccoli criminali, è davvero tangibile, perfetta, il sudore sfrigola come bacon sul fuoco 

Muscolare ma un po' tisico, crudele ma spaventato, risoluto ma succube degli eventi, lo sceriffo di Bacon è un personaggione. Insomma, chi non ama Bacon?

Merce rara, Cop Car, un film che sa di anni 70, sa di ispirazione, paragonabile - passatemi l'entusiasmo - al tarantiniano Le iene, girato con due lire e 5 attori (di cui 2 non fanno 19 anni in coppia) ed è per davvero uno dei film dell'anno.
Ovviamente l'accenno di prima ai gradi di separazione con Bacon non è casuale, visto che immagino conosciate anche voi lo splendido (e ormai vecchiotto) sito The Oracle of Bacon, la cui teoria è che qualsiasi persona al mondo ha sei gradi di separazione con Kevin Bacon:
Provate anche voi. Funziona con tutti. Dal più infimo e assurdo dei collegamenti:
A quello più alto: 
Qualche altra rocambolesca copcar cinematografica. 

Chi mi dimentico?

Everest in peace

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Everest
Trama: Everestate a casa vostra!

Non scorderò mai la battuta che Luttazzi scrisse in occasione dell'ennesima tragedia di scalatori morti su una montagna altissima che faceva - più o meno, ovviamente l'ho scordata - "Il K2 si scrolla di dosso altri tre rompicoglioni".
C'è del sarcasmo macrabro e nerissimo, ma riassume bene anche il mio pensiero quando leggo di questi tizi che vestiti come Kenny di South Park
Everest Everest 2015 animated GIF
partono e arrivano sulle vette del mondo. Per fare che?
Altra famosa citazione è la risposta che non so quale scalatore diede alla domanda "perché vuole andare sulla cima dell'Everest?""Perché è lì."
ECCERTO! Anche la gola del vulcano più incandescente del mondo "è lì", anche la gabbia dei leoni affamati "è lì", anche il centro del deserto del Sahara "è lì", anche la stanza col plutonio impoverito in una centrale nucleare "è lì", dai, facciamo una gita organizzata in tutti questi luoghi ameni.
A parte tutto, c'è una parte di me che capisce la voglia di spingere i limiti umani al massimo, di provare se stessi, di andare dove nessuno (o pochissimi altri) è mai andato, di guardare il mondo dall'alto, il più alto possibile, d'altronde sono sei anni e mezzo che faccio questo sito, e lo faccio solo perché voi "siete lì"; ma per fortuna ho anche l'altra parte che dice "MA CHE SEI SCEMO!?"
Everest non è Cliffhanger (o Vertical Horizont o tutti gli altri film action di scalate), insomma non è un film sensazionalistico sulle scalate con gente appesa tutto il tempo a cordoncini che si stanno per rompere (o almeno non solo, visto che in effetti queste cose ci sono), ma ha invece un approccio più "umano", il che si traduce in 3/4 di film di chiacchiere e alla fine uno che fa questa cosa emozionantissima:
I veri protagonisti del film non sono quelli che hanno assoldato per chiamare un po' di pubblico (Jake Gyllheènhalaahhl e Keira Scucchia Orrenda Knightley, che appaiono per un totale di dieci minuti, unendo il minutaggio dei due), ma piuttosto Clarke e Brolin.
A proposito degli attori volevo aprire una piccola parentesi - ahia! - su questa storia dei cast. Ora, avete notato che stiamo vivendo quello stallo generazionale per cui TUTTI sono stati candidati agli oscar?! Fateci caso... ci sono film in cui TUTTI sono stati candidati... o hanno vinto. Prendendo Everest:
Con il candidato all'oscar James Brolin
Con il candidato all'oscar Jake Gyllhennahhal
Con il candidato all'oscar John Hawkes
Con la candidata all'oscar Keira Knightley
Con la candidata all'oscar Emily Watson
e non voglio mettere anche i Golden Globe che finiamo domani.
Altro esempio recente? Freeheld (Julianne Moore, Ellen Page, Michael Shannon, Steve Carrell) e se ci fate attenzione sono tantissimi i film che vantano cast pluricandidati. 
Secondo me è, appunto, una questione generazionale. Tralasciando i vecchiardi (gli over 60 intendo, che hanno avuto trentanni di carriera per imbroccare almeno un film da candidatura) e i giovinastri (che tanto c'è solo Jennifer Lawrence), ci sono tutti questi attori con ormai una 15ina di anni di carriera alle spalle che prima o dopo si sono beccati la candidatura, che insomma 20 attori all'anno li devi candidare, e finisce tutto in una stagnante ripetizione della formula "Con il candidato all'oscar Pinco Pallo (che bravo Pinco Pallo in quel film...).
Vi è piaciuta questa parentesi? Interessante ve'? E lo so, quando mi ci metto sbaraglio ogni concorrenza d'inutilità. Evvabbeddai, per farmi perdonare di aver pensato troppo vi metto anche io la quota di Jake in alta quota, così vi distraete (in versione faccia da schiaffoni barbuta è un bel figliolo, innegabile):


Ma torniamo alle cime sull'Everest, intendo proprio agli scalatori, delle belle cime, che salgono, mettono la bandierina e poi? Bene che ti va perdi il naso e le mani... neanche puoi applaudire la tua stessa scemenza.
Il film, dicevo, è un po' documentaristico, un po' noiosetto, e, nonostante molte scene siamo anche belle (evviva i droni), quando poi si tratta di far recitare le persone si vede talmente tanto che sono in schermo verde che... eh? Ah, non sono in schermo verde? C'è anche il video che lo dimostra?

Ok mi sono sbagliato. Ma sembrano proprio su schermo verde, peggio ancora. Bravi, siete andati sul monte Amiata a girarlo, ma secondo me in alcune scene non me la raccontate giusta. Sbaglierò...

Ad ogni modo il film non ti piglia, non ti fa sudare freddo (ah. ah.) come dovrebbe, non patteggi mai veramente con questi tizi perché, ammettiamolo, la maggior parte del tempo pensi alla battuta di Luttazzi e al fatto che vai sull'Everest per delle motivazioni troppo sceme per poi farmi impietosire quando everesti lì assiderato.
Comunque la cosa più macabra di tutte non è il film ma il fatto che molti morti sull'Everest (e non sono manco pochi) SONO ANCORA lì! Cioè capito, non hanno mai portato via i cadaveri, anche da 40 anni! Tutti congelati e alcune volte, se tirano certi venti o che ne so, si vedono, ti sorridono i mortiiii. 
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Non è terrorizzante? Non è un motivo in più per starsene a casa propria e al massimo vedersi un documentario che ormai ne fanno di interessantissimi eh, non credere:


Comunque internet aveva già dato l'idea per un cross over interessantissimo che avrebbe salvato entrambi i film:

Per quanto riguarda i personaggi che sono rimasti sotto la neve un po' troppo, ci ha invece pensato Dan Hipp:

CB ANTEPRIMA • Spectre

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Spectre
Trama: A-Spectre e spara

Ve lo devo dire, andare a quest'anteprima è stato più rocambolesco del film stesso.
"Qualcuno" (diciamo un'eminenza grigia) 

mi fa "Oh, ho due biglietti per l'anteprima di Spectre, che faccio lascio?".
E io: eccertochemellochiedi ESCILO! Esci l'invito dammelo ora! Ilmiooinvitoo (Gollum style).
Passano i giorni e di questo invito non v'è traccia. Non posso permettermi di chiedere cose tipo CAZZO DAMMI ST'INVITO O TI FACCIO ESPLODERE LA MACCHINA e quindi mi limito a bofonchiare qualcosa come mahsduinvitwjel00settsnksn.
Niente. Non so quando. Non so dove. So solo che c'è. E che io non ho il biglietto.
Poi qualcun altro mi dice la data di questa anteprima. Venerdì 30! MA NO! Io venerdì 30 sono a LUCCA! Evvabbèmeglio, almeno non rosico. Quindi a quello che mi aveva parlato dell'invito all'inizio dico "oh niente non mi serve il tuo invito pulcioso, non me ne faccio niente, tiettelo, ptù ptù, mi ci accendo una sigaretta col tuo invito".
Poi ecco la scoperta, si stava parlando di DUE anteprime diverse: una, la prima, quella del biglietto dell'eminenza grigia, il martedì e l'altra, per i giornalisti, il venerdi.
Le carte in tavola cambiano! L'emozione è troppa! Ritorno con la coda tra le gambe dal primo e dico "Be' sai ripensandoci, quell'invito, ma così, se capita, se non è di troppo disturbo..."
A quel punto - impietosito - mi assicura che l'invito c'è. Ma io non lo vedo (e non lo vedrò fino al momento di entrare, anche se l'avevo cercato dapertutto, nei calzini di Daniel Craig e nel reggipetto di Monica Bellucci), e quindi aspetto che mi si mandi l'indirizzo, l'orario, qualche dannata informazione in più.
Arriva la sera dell'anteprima. L'indirizzo invece non arriva per niente.
A quel punto mi decido, parto un'ora prima da casa e vado al solito cinema dove fanno tutte le anteprime quelle glamour, quelle con gli attori che si degnano di presenziare pagati, quelle coi gadget; che altro cinema vuoi che sia, sarà quello per forza. 
Arrivo.
Il vuoto. 
Non c'era così tanto vuoto in quella piazza di Roma da quando Cesare ci passò per la prima volta con la biga.
MA DOVE SONO TUTTI! Dov'è la gente? È un segreto? La gente segreto!
A quel punto prendo coraggio e scrivo un SMS all'eminenza grigia "ma per caso l'anteprima la fanno al cinema XY?"
In risposta ricevo una foto, con l'indirizzo. 
(Ah. Mi sono scordato di dire che pioveva, e ci sono poche cose che offuscano il mio raziocinio, e la vista, della rabbi da pioggia.)
Leggo, già sulla vespa con la pioggia in faccia, l'indirizzo, e la prima parola è "Auditorium". Non arrivo alla -um che già sfreccio per le strade alla volta dell'Auditorium di Roma, dai quello che è stato casa mia per una settimana poco fa, niente di più facile.
Arrivo.
Il vuoto. 
Qui c'era proprio Pirro e tutte le legioni che ancora aspettavano il discorso motivazionale per partire alla ventura delle Guerre Puniche.
A quel punto - mentre nella testa serpeggia come la sensazione di averlo preso nel essere stato gabbato - leggo bene e AAAhhhh Auditorium sì, ma della conciliazione... Aaaah... quello del Papa, quello di San Pietro... AAhhh (gli "aaah" sono un misto di urla scimmiesche e sospiri di sollievo). 
James Bond Spectre animated GIF
Proprio come fossi Bond a cavallo di una Vespa 50, finalmente arriva dove dovevo arrivare, qui:

E incredibilmete prendo pure il biglietto, supercartotecnico dorato spessorato lucidato martellato impomatato fustellato

ed entro.
Dentro. La masnata di gente tra cui megavips tipo addirittura Favino e Santamaria. Madonna che anteprimona.
Mi accuccio nel mio posticino in questa sala immensa e attendo che gli attori, intanto arrivati con le loro limousine, facciano la loro comparsata. Eccola qui, la comparsata, in tutti i suoi estenuanti 4 minuti, l'ho ripresa solo per voi con la mia telecamerina segretissima. E siccome volevo aggiungere addirittura un effettone speciale al tutto, ve l'ho fatta in 3D! Capite? Sembra proprio di stare lì!
Finita la tiritera romanocentrica, finalmente inizia il film.
E mi annoio. Ora, sicuramente l'avventura vissuta per arrivarci era stata talmente adrenalinica da far sfigurare persino gli inseguimenti e le esplosioni. Questo è certo. Ma se in un film di 007 la maggior parte del tempo la passi a guardare l'orologio...
Lasciatemi spiegare: il Chicken, Bond, se lo piglia lo stesso, non puoi mettere Broccolo a Bond, è vietato, perché ovviamente con un tale spiego di mezzi, di attoroni, di regia (Sam Mendes non è mica l'ultimo dei Michael Bay) di cose buone ce ne sono eccome, ma non posso dire che Spectre mi sia piaciuto tanto.
Sono sicuramente viziato dal fatto che Bond - già lo dicevo la scorsa volta - non mi ha mai appassionato troppo, proprio come personaggio. Voi direte "ma come? Il superagente segreto per antonomasia, Martini, donne, macchine, mega-gadget che manco l'ispettore omonimo

come fa a non piacerti?
Intendiamoci, mi piace, però senza esaltazione. Forse il suo essere sempre algido, sempre superperfetto, non mi fa mai davvero temere per la sua vita, non mi fa mai sospendere l'incredulità e credere (pur sapendo che non succederà, sennò i seguiti come fanno a farli?) che un laser possa davvero tagliarlo in due, o la mano cedere nel momento in cui è appeso a duecento metri da terra o, peggio ancora, una donna non spogliarsi dopo dieci minuti che l'ha conosciuta.
Bond è un so-tutto-io, so' il più figo del mondo e se devi venire all'anteprima ti faccio pure fare il giro di Roma sotto la pioggia se mi va.
Le cose fighe di Spectre, oltre alla sedouxente Lea Sedoux che magna in testa a Monicona in ogni scena (che poi lei aveva già preso a pedate Ethan Hunt... c'è del marcio nei servizi segreti internazionali!)

Leaseydouxedit Lea Seydoux animated GIF
Poi c'è Christoph Waltz  - e dal vivo è ancora più fico che nei film - che fa il cattivissimo degno dei cattivi entrati nella storia, con quel misto di burletta e pazzia che l'ha reso famoso e gli ha fatto vincere gli oscar.
Lea Seydoux Christoph Waltz animated GIF
Poi c'è Daniel, il miglior Bond dai tempi di quel Connery che rimane sì incontrastato 007, ma anche perché gli altri che gli avevano messo dopo erano proprio buffoni (Dalton? Brosnan? Ma va...), che conferma anche questa volta quel misto di eleganza inglese e faccia da galera rumena irresistibile, e dal vivo è assurdamente possente
Spectre James Bond animated GIF
Poi c'è un piano sequenza iniziale bellissimo, girato durante il giorno dei morti in Messico
Spectre Clarkkents animated GIF
e ci sono gli inseguimenti a Roma 
James Bond Spectre animated GIF
Spectre James Bond animated GIF
e FINALMENTE È ROMA! Quella vera, no i set ridicoli che ci hanno rifilato in Spy o Operazione UNCLE - ma alla fine tutto mi risulta troppo freddo, proprio a livello epidermico.
Sarò io. Che continua a piacermi di più sia la serie Mission Impossible che quella di Bourne (grande felicità nel sapere del ritorno di MATTDAMON!!)
Ah. La Bellucci c'è si e no due minuti e, nonostante invecchiando mi paia più affascinante
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recita sempre come una cagna maledetta.
Un paio di poster attendendo il prossimo Bond, ma non il film, proprio l'attore, infatti sembra che questa sia l'ultima per Craig. Che ci scherza su

Just because I'm crazy doesn't mean I'm wrong

Chi sarà il prossimo Bond? Un consiglio? Eccolo:
Altri 17 consigli QUI, mi hanno convinti praticamente tutti.
E insomma l'anteprima finisce. Tutta la Roma parruccona, incravattata e rifatta (c'era gente che manco ne La Grande Bellezza) andata lì solo perché serata di "gala" - e sicuramente senza le avventure funanboliche del sottoscritto per entrare - già scalpitava dopo un'ora e mezza di film (e il film dura più di due), appena scatta l'ultima scena partono i centometristi, tutti si accalcano per andarsene, io rimango lì, perplesso. È questo quello a cui ci siamo ridotti? Invitare gente che del film non gliene può fregà di meno? 
Mentre penso a queste cose importantissime mi porgono una misteriosa busta nera, sopra una scritta... GI. Le. TTe. CHI? Giletti?! C'era pure lui? Eminenza bildenberg Giletti! Ah no, è un gadget. La busta nera contiene questo:

che contiene questo:

Bello sì. Peccato che a me... NON SERVE A NULLA! HO LA BARBA che meno male che i cattivi di questo film non erano quelli dell'ISIS che mi sparavano via.
Illustraposter:
Certo che Lea poteva venire eh... La sora Lea.
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