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• CLASSE MISTA CB •


2x1 • Uccidete il solato Ryan

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Self/Less
Trama: Less is morte

Ci sta un vecchissimo ricchissimo stronzissimo che sta per tirare le cuoia, allora che fa? Impianta la sua coscienza in un corpo giovane, così può vivere per sempre, di corpo in corpo. Solo che la coscienza di quello precedente non ci sta molto a regalare il suo corpo e quindi i due convivono nello stesso corpo e questo corpo è troppo piccolo per tutti e due e tutto quello che ne consegue uno dei due deve uscire (ma da dove esce una coscienza poi? Cioè devi prendere il guttalax?).
Che I-DE-O-NA!
Peccato che non solo ci sia stata in mille altri film (ivi compreso questo misconosciuto, ma anche in questo stiamo più o meno lì), ma anche quella volta che Martin Mystère si era ritrovato nel cross-over con Nathan Never e non grazie a una macchina del tempo (che lo sappiamo bene che se una cosa è arrivata in un fumetto Bonelli è stata "citata" da qualche parte), ma soprattutto - purtroppo ogni volta mi devo scontrare con la mia certa ignoranza in quanto a letteratura sci-fi d'annata - sono più che sicuro che l'idea risalga almeno agli anni 50. Vuoi che uno come Asimov, che ha scritto storie su cui ancora oggi si basa tutta la fantascienza modiale totale, non abbia pensato a un semplice travaso di coscenza da corpo vecchio a corpo nuovo? Sicuro (potete fare gli espertoni nei commenti, vi do il permesso. C'è sempre qualcosa da imparare da voi.).
Insomma la storia è quanto di più inutile e risaputo si possa immaginare. Ma come diciamo sempre, se poi una cosa me la racconti bene, posso sopportare che non sia proprio originalissima. Vogli dire, c'è qualcosa di davvero originale?
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Comunque. Se il film fosse divertente nessuno avrebbe fatto storie sulla sua mancanza di originalità. Invece il film è una merda insopportabile. 
Si parte dagli attori, dal solito idiota Ryan Reynolds, uno di quelli che più vado avanti e più davvero non riesco a capire come abbia fatto a scoparsi Scarlett Johansson costruirsi una carriera (è uno di quelli che non riesce mai a nascondere la sua idiozia, lo dico da sempre, con quegli occhietti ravvicinati, il mento a punta, ha qualcosa di lombrosiano, solo che invece di viso tipico da criminale ho il viso tipico dello scemo), e si arriva all'ormai onnipresente Ben Kingsley - stranamente non nel ruolo del faraone - uno che probabilmente ha molti nipoti e deve fare molti regali di compleanno e Natale perché non si spiega questo suo stakanovismo, solo nel 2015 me lo sarò ritrovato tra i piedi 5/6 volte (farò il conto quando mi andrà).
La fantascienza del film si limita ad essere del tipo "inceptionesco" (je piacerebbe), quindi niente macchine volanti o alieni, semplicemente c'è un tizio che ha inventato l'impianto di coscienza (una sorta di Cesare Ragazzi, ma invece dei soli bulbi piliferi lui ti rinnova anche tutto il corpo sotto il parrucchino), il resto è uguale alla realtà che viviamo oggi.
Il film si nasconde dietro a delle scene molto action - girate malissimo - e spera che la beltà di Ryan possa distrarre da certi crateri di sceneggiatura che sembra sia caduto un meteorite nella stanza di chi l'ha scritto. Per dirne una basti pensare che la coscienza di Ben, ricordiamo un vecchio figlio di puttana ricco perché spietato con tutto e tutti (lo vediamo a inizio film), uno che pur di non morire è pronto ad ammazzare la gente ed entrare nel corpo di chicchesia, appena scopre che, ma guarda un po', quello che gli hanno dato era il corpo di un tizio con moglie e figlia e non un involucro creato in laboratorio, si rabbonisce in tre secondi (annullando di fatto 70 anni di stronzaggine proprio contro persone e famiglie) e addirittura aiuta la famiglia di quell'altro. Così, in tre secondi netti. 
Ma poi scusa, anche tu vecchio, capisco che stai per morire, ma proprio nel corpo di quell'idiota di Ryan Reynolds vuoi entrare? Ma cavolo con tutti i soldi che c'hai speso sceglitelo meglio!
Me ne stavo lì a pensare a quanta tristezza mi facesse il regista del film, sicuramente un cretino pure lui, preso per sbaglio, tanto per farlo, un mestierante di mezza taccCOSA?! 
Il regista è Tarsem Singh?! Cioè quello ipervisionario pazzesco? Ma che cazzo gli è successo? Si è totalmente rincoglionito? La risposta è sì. È già aveva dato pesanti avvisaglie. Si era salvato in corner con Immortals (storia brutta, ma visioni decente ce n'erano) ma poi aveva dato il peggio di sé in Biancaneve, ricordate la maschera fecale facciale, no?
Self/Less è il peggior esempio di come si possa finire male a Hollywood, e non venitemi a dire che qualcuno gli ha messo i bastoni fra le ruote perché aveva tutte le possibilità, almeno nelle scene di scambio coscienza, almeno quelle!, di fare qualcosa di visivamente accattivante.
Comunque questa roba delle coscienza in menti altrui l'aveva già fatto nel suo film più famoso a livello commerciale (che a rivederlo pensi pure che Inception...) che è:
The Cell
Trama: The Cellulite

Film che ho rivisto subito dopo Selff/Less solo perché mi era venuto in mente. E che mi è ripiaciuto. 
A parte che c'è Palla di Lardo cattivissimo serial killer pazzo che fa un figurone, a parte che c'è Vince Vaugh in un periodo della sua carriera in cui ancora non era relegato ai soli ruoli idioti di oggi, ma, grazie all'impalcatura scenografica e visiva del film, entrambe pazzeschissime, nonostante ormai facciano molto l'effetto "so 2000", addirittura JLo non sembra la solita cagna insopportabile. Certo ritrovarsela così:
Quando noi - e Ben Affleck - siamo stati abituati a conoscerla cosà:
Un bello sforzo di immaginazione è richiesto.
Ah, l'immaginazione, questo folle sentimento che. Che bello quando ci sono i registi con queste fervide visioni, stupefacenti e personalissime. Tarsem era uno di quelli, cosa è successo nella sua triste vita per diventare un parassita di Hollywood che fa film bruttissimi?
Vuoi dirmi che una volta che hai fatto tutte le cose iperimmaginarie poi ti stanchi e vuoi tornare a fare le cose semplici? (Cosa che sembra essere successa anche a Michel Gondry, ne parlavamo pochi giorni fa...)
Per me non è così, o almeno non dovrebbe essere così, che fai, parti da artista visionario e diventi un impiegatuccio del cinema? Il processo creativo deve portare più in là la tua visione, questo mi verrebbe da pensare, spingerti ai limiti. Non mi dire che sei in una posizione in cui non puoi più fare film visionari, che non ci credo.
Poi ok, sul discorso dell'originalità ci possiamo scrivere i trattati. Lo sappiamo benissimo che questo:
è Damien Hirst:
Che questo:
è Lachapelle:
Che questo:
è Floria Sigismondi:
E questo:
e un'autocitazione:

E chissà quanti me ne sono persi. Ma l'importante alla fine è che funzionino. Poi per le beghe legali se la vedono gli avvocati di Tarsem.
Nel rivederlo ho notato come certi costumi 
mi ricordassero molto quelli del Dracula di Bram Stoker. 
Ehy! Era la stessa costumista pazza giapponese. Vedi, sempre a pensar male.
Comunque The Cell film (frase interrotta perché probabilmente mentre scrivevo ho trovato qualcosa di meglio da fare tipo vedere dei video di JLo che shekera il culone. Alle volte va così, parli di un film dicendo cose interessantissime e poi, puf, ti distrai e i lettori si ritrovano le frasi interrotte e tu te ne accorgi solo due giorni dopo rileggendo il post). Succedono queste cose su CB. Ad esempio ho visto questi film settimane fa e nell'inserire le immagini che avevo raccolto allora per fare questo post ho ritrovato questa gif: 
Chissà cosa mi passava per la testa nel momento in cui ho messo anche questa immagine nella cartellina? Forse era una metafora per gli sceneggiatori di Self/Less? Forse è Ryan Reynold che si è finalmente scambiato la coscienza con qualcuno più intelligente di lui? Forse sono io che continuo a vedermi questi film atroci?
L'ultima possibilità mi sembra la più sensata.

Tutti giù sottoterra

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Hidden
Trama: Ansia, l'uomo talpa

Hidden è un piccolo film horror, del tipo "che ansia che c'ho". 
Ci sono tre attori e una manciata di comparse in alcune scene. La trama non è particolarmente originale e anche il finale - che funziona, per inciso - non è proprio imprevedibile. Eppure, come a ribadire la regola di cui parlavamo anche ieri del "non importa se mi racconti una storia un po' risaputa, basta che me la racconti bene", Hidden è una piccola sorpresa.
Ricominciando.
Hidden è un horror, ne ha tutte le caratteristiche: una famiglia (padre, madre, ragazzina) è costretta a vivere in un rifugio sotterraneo, mangiando cibo in scatola, cercando di passare il tempo come può, non pensando al casino che c'è fuori. Scopriamo infatti che 301 giorni prima è scoppiato un virus - non meglio specificato, ma siamo sempre lì, che virus vuoi che scoppi, quello che trasforma tutti in zombi o, come in questo caso, creature con gli occhietti luminosi gialli che ti vogliono ammazzare male - e loro non possono uscire. Tutto è giocato sull'ansia di essere bloccati lì nella penombra. 
I tre attori laggiù se la cavano egregiamente
Il padre è Vampire Eric - che non è mai riuscito a diventare una stella di prim'ordine nonostante il notevole aiuto di fisico, statura e biondaggine, ma che alla fine sta meglio di tutto il resto del cast di True Blood messo insieme - che cerca di mantenere il suo ruolo di pater familias ma poco ci riesce (non riesce neanche a uccidere un topo), anche se sul finale si riprende, si riprende eccome.
Più forte si rivelano la madre (strano ve', in quest'anno dominato da madri coraggio non dovrebbe essere una sorpresa) - un'attrice che ho visto varie volte ma ancora non reputo necessario ricordarne il nome, un mio tipico atteggiamento, ricordiamo che anche gente come Joseph Gordon-Levitt era uno di quelli - e la bambina, una ragazzina di quelle con la faccia già da adulta, il che in questo caso è un plus, rende bene l'alienazione di vivere in un bunker. Certo alle volte è un po' fastidiosa, ma vista la media di questo 2015 (ricordiamo lui, lui e lui), accontentiamoci.
Insomma questi tre vivono sotto terra, costretti lì dalle assassine creature che stanno fuori, creature che non vedremo quasi mai se non per quei loro occhietti vispi. E il regista gioca benissimo le carte dell'attesa, del non svelare il loro aspetto, del farci sudare le mani quando le sentiamo col fiato sul collo.
Il film dura poco, non poteva essere altrimenti visto che è quasi tutto in penombra, claustrofobico e palesemente in difetto di budget, ma, di necessità virtù, merita un plauso per aver svolto bene il proprio compito.
Non svelo il finale, sarebbe da stronzi, anche se sarà impossibile, se siete un attimino smaliziati (o avete visto anche un solo film di Shyemolan), non pensare anche a quella possibilità, tra le tante che penserete, però quando poi vi viene svelata non fate come quelli che dicono subito "ma certo io l'avevo capito dall'inizio!".
Certo quanta gente che ci sta sottoterra:
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Shitman

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Hitman - Agent 47
Trama: Morto che palla

C'è una cosa che suscita in me un misto di pena e fascino, ed è la perseveranza di certi produttori nel fare film di merda nonostante OGNI cosa intorno al quel progetto gridi FALLIMENTO a pieni polmoni per tutto il tempo, dall'idea all'ultimo logo che appare alla fine dei titoli di coda.
Hitman è un videogioco - peraltro fico, uno dei pochi che ho giocato in ogni sua declinazione, persino la versione sniper su iPhone - che ha per protagonista questo pelatone qui:
 
Personaggio figlio degli anni 90 (è un clone, un tizio modificato geneticamente per essere il killer perfetto blablabla e ha pure un codice a barre tatutato sul collo, quanto fa anni 90 avere un codice a barre tatuato? Ehy siamo tutti prodotti della massa fc de paua!), nel videogioco però funziona tantissimo, sta zitto, ammazza, si traveste nei modi più assurdi, deve starsene tutto calmo e buono e arrivare al bersaglio senza farsi scoprire, almeno questo nell'idea originale dei programmatori, che ti mettono nelle condizioni di ammazzare il target senza farti scoprire quatto quatto, non fosse che io dopo la prima missione giocata per bene, mi lascio inevitabilmente prendere la mano e finisco con sparare subito una bomba, così allerto tutti, mi nascondo dietro un angolo e aspetto che arrivino, uno per uno, uccidendoli senza pietà. Non scorderò mai quello stanzino d'hotel pieno di cadaveri che non c'entravano più o meglio ancora una missione ambientata durante un carnevale di New Orleans dove c'erano CENTINAIA di persone e la (mia) missione fu ucciderle tutte. No, non vi sto scrivendo da un manicomio criminale... almeno credo.
Tutto questo gran divertimento non esiste nelle versioni filmiche. Esatto, version-i. Perché, già nel lontano 2007 provarono a fare un film da Hitman, che andò malissimo, era veramente una merda. Lo fecero senza un attore famoso, senza una bella storia, senza una produzione accurata, senza guizzi di regia, niente che potesse dare l'idea a qualcuno che sarebbe davvero andato bene.
A parte il fatto che se vuoi fare un film da un videogioco devi stare attentissimo. Ce ne fosse uno venuto bene, si contano solo fallimenti: Max Payne, Tomb Rider, Resident Evil (tutti), Doom, Silent Hill... E vogliamo parlare di Super Mario Bros? Dài, non parliamone
Quindi la domanda sorge spontanea: che cosa ti ha fatto pensare che un altro film di Hitman, a "soli" 8 anni di distanza, senza un attore famoso (anche se ci sono Zachary Quinto e Ciaran Hinds, che comunque dicono qualcosa solo a me), senza una bella storia, senza una produzione accurata, senza guizzi di regia possa rivelarsi un bel film, o anche solo un successo? Se tenti la carta del reboot, sei tenuto a cambiare qualcosa,  qualcosa di fondamentale, perché se lasci tutto uguale alla volta prima (compresi gli effettacci computerizzati) te la cerchi proprio. Sarebbe come fare un reboot di, chessò, Ultraviolet o Aeon Flux, magari con crossover.
Insomma come è vero che ci sono belle commedie e brutte commedie, bei film romantici e brutti film romantici, bei drammi e brutti drammi, così ci sono bei film d'azione e brutti film d'azione.
Hitman ovviamente apppartiene alla seconda categoria: le scene d'azione sono noiose, il protagonista carismatico solo quando è di spalle
la storia senza capo né coda.
Questo film è un mistero. Perché farlo? Perché? Una sorta di brutto remake di un film già brutto. Senza nessun valore aggiunto. Non è un seguito (ti rispiegano tutta la solfa dei superkiller modificati geneticamente da capo), non è un reboot (nessun cosa diversa rispetto al precedente, come detto), e allora perché? Domande che rimaranno senza risposta perché l'ho visto l'altro ieri e già mi sono scordato metà film.
Fate un film tratto da questo video, poi iniziamo a ragionare:

Sai che di hitman molto più sghici di Hitman ce ne sono almeno 47... no facciamo 7(+1) va:

CB ANTEPRIMA • By the Sea

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By the Sea
Trama: In fondo al mal

Brangelina decidono di risparmiare i soldi del terapista di coppia e fanno un film insieme, pubblicizzandolo al contrario di quello in cui si sono conosciuti. Se quello era "è scoppiato l'amore", questo è "l'amore è scoppiato".
Moglie e marito nella vita vera, regista/attrice lei, attore lui, non deve essere stato facile girare questo film, incentrato proprio su una coppia in crisi, regina e re delle notti newyorkesi, ex-ballerina ora depressa lei, scrittore in crisi lui, Marilyn e Henry, forse?
Insieme da 14 anni (Brangelina è a quota 11), arrivano in un lussuoso hotel della costa francese 
e iniziano a passare le giornate nella rutilante (no) attesa che qualcosa migliori nel loro rapporto ormai ai ferri corti, intanto non si toccano, non si amano, sono sopraffatti da un non-detto grosso come una casa che aleggia sin dai primi sguardi (lo scopriremo, alla fine, ma in realtà lo abbiamo saputo sin dall'inizio) e, soprattutto, non fanno quello che è l'unica cosa che può tenere insieme una coppia
quella cosa che diceva anche la cara Nicole a Tom in Eyes Wide Shout (un altro film che giocò tantissimo, anche nella comunicazione, sulla crisi o presunta crisi della coppia di attori marito e moglie nella vita e nella finzione filmica):
Poi Tom non ha seguito il consiglio, ma questa è un'altra coppia.
Intanto ammazzano il tempo in un amaro far niente. Lei legge e medita il suicidio, forse:
lui beve e medita un nuovo libro, forse:
Quel qualcosa però arriva, ed è una coppia di novelli sposini, ancora carichi di quell'entusiasmo e passione che possono (e devono) avere i novelli sposini. I due si accomodano proprio nella stanza accanto a quella dei Brangelina e, come ovvio che sia, stanno tutto il tempo a fare l'amore, quasi in una perfida dimostrazione di quello che anche la coppia ormai alla deriva era un tempo: belli, giovani, innamorati.
Questo gioco delle due stanze, scrigni di due tempi della coppia, diventa una seduta di psicoterapia voyeristica quando Brangelina scoprono un buco che gli permette di spiare la giovane coppia, nei loro amplessi, nella loro quotidianità vacanzifera, nella loro intimità non solo sessuale:
Le stanze specchio passato emozionate/presente stagnante diventano un vaso comunicabnte di energie, che passano attraverso quel inglory hole: mentre Brangelina si ringalluzziscono grazie a questa novità pruriginosa (che, attenione, non è solo becero sogno di scambismo, Brangelina non sono Riccardo Schicci e Jessica Rizzo), i giovani, di fronte alla conoscenza e all'evidenza di quello che potrebbero, forse, un giorno, diventare anche loro, iniziano a perdere quell'entusiasmo iniziale.
Non è per nulla un film stupido, By the Sea. 
È laccato, è algidissimo, è palesemente "truccato" nell'essere così "meta-filmico", data la coppia di attori coinvolti, avrebbe probabilmente meritato uno sceneggiatore più imprudente, più psicologico, ma, in definitiva, riesce benissimo nel rappresentare due età della coppia, inevitabili entrambi (anche al netto del dramma che vive Angelina nel film), dramma da cui Brad non riesce a scuoterla, non ci riesce proprio, infatti nella scena in cui sarebbe stata necessaria una forsa diciamo "maschia", Brad attore non riesce, e si vede, a recitare la parte del marito prepotente, tratta Angelina come un fruscello delicato, la scuote senza nessuna convinzione:
Questa è la scena più reale tra i due. Rappresentazione cinematografica della loro vita vera.
Angelina non è una grande regista - il suo film precedente, di appena qualche mese fa, era abbastanza brutto - ma qui, visto il tema e il marito sul set, crea un'atmosfera capace di ammaliare, riuscita anche nelle parti più lente (il film soffre di almeno una ventina di minuti inutili, o quantomeno ridondanti).
E poi oh, i due sono proprio l'immagine vivente di quello che definisce "una bella coppia", quindi l'operazione, anche un po' furbetta, riesce: sono belli da guardare e quando il film langue un po', bastano loro a tenerti alta l'attenzione (riuscita peraltro una scena ad alto tasso di sensualità). 
Guardate che belli che sono con lei che aggiusta il cravattino a lui:
Sono belli, sono bravi, sono buoni e quando si sposano fanno queste cose pucciosissime qui. Come non amarli? Non sono la prima e non saranno l'ultima coppia reale che recita insieme, ma di certo sono i più fighi del bigonzo. Eccone altre nel passato, presente, futuro:
Ah. L'amore, questo folle sentimento che parte tutto in quarta poi passano 14 annimesigiorni minuti e ti odi. Evvabbeddai.

2x1 • Romano criminale

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Suburra
Trama: Roma scapoccia

Piove.
Piove sempre sulla Roma di Suburra.
Come se la pioggia, lacrime di Dio, potesse pulire i peccati del mondo. E se non proprio del mondo, almeno quelli dei protagonisti del film, peccati che coprono ogni ventaglio possibile: omicidio, ricatto, prostituzione, tradimento, parlare romanesco che non ci si capisce nulla. Insomma non ce n'è uno che sta a posto con la coscienza, e se non proprio con la coscienza, almeno con gli altri protagonisti.
Suburra è una ragnatela (abbastanza tirata, diciamolo) di collegamenti criminali, politici, (poco) sentimentali, che tutto e tutti stringe nella sua morsa. Una ragnatela dove tutti sono predatori e prede, a fasi alterne, a giorni alterni, a posizioni alterne, dipende se sei più in alto o più in basso bella catena alimentare della malavita o della bellavita o della politica capitolina.
Fino a qui, tutto bene, il problema è l'aggiotaggio.
Sollima ci piace, ci piace dai tempi del Romanzo Criminale televisivo, ci ha fatto parlare tutti napoletano con Gomorra, ma quando arriva nella dimensione cinematografica, qualcosa scricchiola (vedi anche A.C.A.B.).
Suburra sarebbe stato un PERFETTO serial, un seguito ideale (come presumo sia il libro, dello stesso autore) di Romanzo Criminale, in cui conosciamo una vita suburbana contemporanea, ben diversa da quella dei ragazzi di periferia autoelettisi re di Roma negli anni 70: qui è tutto molto più schematizzato e invece di Renato Zero e Anna Oxa suonano gli M83

C'è il grande capo - palesemente dipinto come un sopravvissuto della Banda della Magliana (Carminati?), c'è il politico di estrema destra che si è ripulito ma ha il vizietto della coca e delle minorenni, c'è la famiglia zingara che vuole entrare negli affari che contano (i Casamonica.), c'è il giovane scatenato che non rispetta l'anzianità galeotta, c'è il mezzo uomo che pur di salvare il suo nightclub è pronto a vendere gli amici e il padre, letteralmente.
Ognuno indossa la maschera che deve indossare, tutti si comportano come devono, ma il respiro filmico sta troppo stretto alla storia, che si dipana in episodi troppo spezzetati, uniti conn una colla poco resistenze, le trame si intrecciano con tropper forzature.
Sollima comprime la maestria dimostrata nella dimensione seriale in due ore punteggiate di fatti, fatterelli, fattone e fattacci, ma senza l'amalgama giusta. Nessuna psicologia è approfondita, anzi, le psicologie si basano troppo su quello che Sollima ha già scritto in sue produzioni precedenti, ci sembra di averli già conosciuti i personaggi perché anche troppo simili al Dandi, al Libano, a Ciro... 
Ma un film non può reggersi su quello che è venuto prima - a meno che non sia un dichiarato sequel, e questo non lo è. 
Anche il reparto attoriale è diviso in due fazioni solcate da un vallo gigantesco: da una parte quelli che non devono più dimostrare chi sono, che hanno l'esperienza tale da dipingere con poche espressioni il loto personaggio: bravissimo Germano (la capacità di Germano di passare dal padre di famiglia buono, al ragazzo scapestrato, all'omuncolo triste e penoso come in questo caso ormai ha un che di straordinario, e non lo visto quando fa il poeta gobbo), bravo anche Favino (a cui - scusate il commento riduttivo e sessista - spettano anche certe scene che... sarà pure "il lavoro dell'attore", ma insomma, vorrei sapere come l'ha spiegate alla moglie) e convincente anche Amendola, un po' commendatore un po' boss.
Dall'altra parte invece ci sono gli attori giovani, quelli che sanno di essere per la prima (o seconda) volta sotto le luci dei riflettori, peraltro riflettori particolari, quelli che ti mette addosso Sollima, uno che fa diventare gli attori sconosciuti famosi e ipercitati (successe per Romanzo Criminale, è successo per Gomorra) e che quindi, come dire, se la sentono troppo calda, esagerano, sbiascicano, se 'ncazzano

fanno i duri anche quando non ce n'era bisogno, un po' troppo per credergli. Peggio dei ragazzi le ragazze, in totale over-acting (anche se fighissime)
Suburra sarebbe stato BREAKING NEWS sarà un altro ottimo serial, quella è la dimensione che più di adatta a Sollima, e non è una cosa da considerare riduttiva, anzi. Peccato ci sarà da aspettare due anni. Intanto ci rifaremo con Gomorra 2.
E io, sempre intanto, spinto dall'energia coatta di gente di periferia che si spara, ho finalmente recuperato, dopo anni, quasi 10!, il primo e originale
Romanzo Criminale
Trama: Oh, attori, qui si fa scena para per tutti!

Romanzo Criminale ha tanti meriti e tante colpe. Però forse più meriti. Iniziamo da quelli.
È un bel film. Dal respiro internazionale, che non sfigura di fronte alle produzioni criminali dei film americani, lo dico per davvero. 
Costruisce e delinea i personaggi in maniera esemplare (cosa che non fa Suburra, che li taglia con l'accetta dando troppo per scontato) e mette insieme un megacast di italiani che ha segnato il cinema dei successivi dieci anni. Sono tutti fichi, non ce n'è uno che sfigura, che fa la figura del cane o del fesso. Ci entra di sguincio addirittura Germano, in tre o quattro scene... ora gli darebbero sicuramente un ruolo maggiore.
Ma, a parte l'antipatia che può suscitare questo o quell'attore nostrano, soprattutto per cose venute dopo (vedi, anzi non vedere, 1992 di e soprattutto da Stefano Accorsi), in RC sono tutti perfettamente in ruolo.
Poi, quando è arrivato il suo epigono televisivo, ce li siamo un po' scordati, ora ci ricordiamo più il Dandi in tv che quello di Santamaria, e il Freddo non è Rossi Stuart nei nostri ricordi, ma, come disse "qualcuno", il cinema è il padre, le serie sono le figlie, e, senza nulla togliere a questo o quel linguaggio, quando fai una serie tv hai più tempo di fare le cose per bene, di cesellare i personaggi, di farli entrare nell'immaginario (poi ci sono le eccezioni eclatanti, come il Bufalo, ovviamente migliore cento volte quello della serie che quello del figli di Venditti). 
La distribuzione dei personaggi e delle scene in RC film è davvero esemplare, dovrebbe fare scuola per tutti quelli che vogliono fare i film coi megacast, anche se in effetti non ricordo un altro film con un cast del genere fatto dopo... voi?
I difetti di RC? il peggiore di tutto è il fatto di aver creato la "moda" del revisionismo criminale al cinema e in tv, con tutta una serie di produzioni successive in cui si è iniziati a glorificare la figura dei cattivi sostituendo alle foto segnaletiche le foto dei book degli attori (Vallanzasca. Quell'altro del nord. Ancora peggio quello dello scorso anno), tutti belli i criminali al cinema, un po' meno quelli veri:
Non che non sia pratica antica (Scarface, Scorsese quasi tutto), ma in ItaGlia, dove la qualità non è sempre eccelsa (e sono buono) sono più le volte in cui il risultato è scandaloso che dignitoso.



Pegg di così si muore

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Un'occasione da Dio
Trama: Là, sui Monty ci sta Pegg.

Come quel film con Jim Carrey, ma molto molto molto tantissime volte molto più brutto. E dire che già quello non brillava, e pure il seguito faceva abbastanza pena.
Tralasciando il fatto che, come appena espresso, il film ha la stessa identica idea (e infatti i titolisti italiani lo sottolineano, anche se non c'entra nulla, non sono neanche di origine divina, i poteri del protagonista) di Una settimana da Dio, si può dire una cosa e una soltanto, senza tanti giri di parole, di Un'occasione da Dio: fa schifo al cazzo. Ma proprio schifo schifo schifo tantissime volte schifo.
È per davvero - ma per davvero eh! - uno dei peggiori film dell'anno, probabilmente salirà sul podio, insieme a questo di certo... non ho ancora deciso se lo supera.
Ma sì, ho appena deciso che lo supera per un motivo ben preciso: per la tristezza cosmica (e non comica) di aver fatto partecipare al progetto, anzi di essere praticamente un progetto dei Monty Python. E, non paghi, di aver pure sfruttato gli ultimi fiati di Robin Williams, il povero Robim, che dà la voce a un cane.
Poi dici perché uno s'ammazza.
Allora, ricapitolando, il protagonista è Simon Pegg, che ancora una volta dimostra che da solo proprio non ce la fa. Simon finché è insieme al suo pard ciccione Frost fa cose spettacolari e cornettose (oddio, non tutte...) oppure quando fa da spalla comica in franchise coi miliardi intorno (Mission Impossible, Star Trek) va benissimo, ma da solo non ha proprio la verve necessaria (e poi non so perché ma mi ricorda sempre di più Paolo Bonolis). Già l'avevamo detto che Pegg da solista è peggio che Pegg che in compagnia.
Timido, impacciato, sfigato e sognatore (pacchetto completo di banalità), innamorato della vicina che se lo cagherebbe pure se non fosse troppo timido da non salutarla neanche (infatti lo crede gay). 
Ad un certo punto ci ritroviamo nello spazio dove ci sono quattro esseri spaziali (doppiati dai Monty Python veri originali, ah, e uno dei Monty è anche regista), fatti col computer e pure abbastanza male - uno è identico al Kaiju faccia di pinna di Pacific Rim
'Sti quattro cosi gli mandano, proprio a lui, il potere di fare qualsiasi cosa vuole muovendo la mano, attenzione alle pratiche onanistiche.
Le prime cose che fa, oltre a far parlare il cane, è chiedere un pene enorme e tavere il corpo di un grande uomo. Attenzione che qui si ride:

A. A. A. Intendeva un bel corpo

ma evidente non una buona CGI. Come dimostra anche un altro desiderio, che i vestiti lo vestato da soli:

Bello. Cos'è? Una pubblicità di Odeon TV del 1996?
E poi, altra cosa che chiunque nella sua condizione divina chiederebbe, che la cacca del fido si pulisca da sola: ecco quindi due stronzetti prendere vita computerizzata e andarsi a tuffare nel water
Io mi chiedo i poracci che hanno dovuto animare la scena, me li immagino in pausa pranzo con quelli della Marvel - E tu che hai fatto oggi? - Ma niente ho dovuto fare Hulk che dà un cazzotto a Thor poi arrivano 3942 alieni fotonici. E tu?  - Una merda che cammina. - COME? - UNA MERDA CHE CAMMINA OK?! - Oh, è finita la pausa, scusa ciao eh ci vediamo in giro.
L'unico desiderio sensato, lo realizza nel momento sbagliato e si fa pure scoprire:
robin williams yahoo movies simon pegg kate beckinsale absolutely anything
Oltre alla storia - copiata e banale - è proprio il tipo di comicità che ti fa rimanere basito: non fa ridere mai. Non è neanche una comicità becera, intendiamoci, oltre la cacca maratoneta non ci sono altri scivoloni del genere, ma è proprio la vecchitudine comica che si respira, l'inadeguatezza dei protagonisti, la regia assurda di chi non sa cosa riprendere e neanche come farlo, voglio dire, due minuti di Kate che parla ad una porta chiusa, lei di spalle, è un'inquadratura che va oltre il bizzarro montypythoniano
E il montaggio è da veri dilettanti. E dire che io non sono proprio uno che sta così attento al montaggio, ma se ci sono esempi pazzeschi di montaggio fantastico, ti accorgi anche quando il montaggio è una vera zozzeria.
Un'occasione da dio fa tristezza, ecco. 
Perché pensi ai Monty e ricordi queste cose:

Poi pensi a Williams doppiatore e pensi a questo:

E invece ora cane. Cane antipatico che non fa ridere e gli alzano pure le zampe a forza con dei fili invisibili. Chiamate la protezione animali.
Che peccato, pensare che i Monty si sono così tanto rincoglioniti e Robin è pure morto ti mette troppa malinconia.
Non aiuta la pochezza generale e il permesso di farsi ricoprire di ridicolo che tutti hanno accettato non si sa perché. Un attore non dovrebbe mai e poi mai finire vestito da Carmen Miranda con delle orecchie giganti finte e un gelato in testa. Mai.

Tutto brutto, tutto sconnesso, risate inesistenti, e anzi tristezza: bravi, operazione perfettamente compiuta.
Oltre al fatto che possiamo mettere un film in più negli Awards (un uomo e il suo cane, grande trend del 2015), questo film è buono solo per la pattumiera.
Hanno pure riesumato Kylie Minouge (un'altra che col cinema non va molto d'accordo, ricorderete la sua bellissima apparizione (sarcasmo) in San Andreas.

Sono anche sicuro che a loro sarà sembrata una buona idea, unire i vecchi leoni con la nuova leva della comicità inglese (cose c'entrasse Robin Williams non mi è chiaro, quello probabilmente già stava male, infatti alla fine c'è anche una forzatissima ripresa di lui in sala doppiaggio che fa una certa pena...) invece è stata proprio un'idea del cazzo.

Sherlock Olds

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Mr. Holmes
Trama: Deambulare, Watson

C'erano tutti i presupposti per fare un film bellissimo.
C'era Sherlock, un personaggio che non invecchia mai (!), e che gode anzi di un rinnovato e rinvigorito successo anche tra i più ganzi giovani di oggi, ovviamente grazie alla versione muscolare e un po' coatta della coppia Downey Jr./Law 
e anche di più per quella televisiva con Cumby&Freeman
Un po' meno per Elementary, ma basta che si parli di Sherlock, tutto va bene:
Quindi la strada spianata per una versione vecchia, pensierosa, canuta ma sempre intelligentissima del caro Holmes c'era tutta. Nessuno aveva storto in naso quando era uscita la notizia di questo film, anzi, a sapere che a interpretarlo ci sarebbe stato Gandalf/Magneto Sir Ian McKellen, altro che storcere il naso, si erano alzati i veri gridolini di giubilo.
Lo avevamo pregustato, lui, in versione Maggie Smith maschile, vecchio rompicoglioni (che rompicoglioni Sherlock lo è sempre stato, ad ogni età), in più con tutti gli acciacchi, a guardare i lavori di costruzione e dedurre che gli operai stavano risparmiando sul cemento e lamentarsi di tutto e tutti.
Poi si profilava questa storia di amicizia con un ragazzino, e lo avevamo già immaginato bastone della vecchiaia di Holmes, che avrebbe perso colpi per tutto il tempo, per poi, magari per un nuovo caso in tarda età, riprendere vigore e di indizio in indizio risolverlo, aiutato dal nuovo piccolo Watson.
Niente di tutto questo. Mr. Holmes è un film noiosissimo, lento, impasticciato e ai limiti del comprensibile. Non cattura mai l'attenzione, e dire che non cercavamo scene d'azione o regia supermoderna, non volevamo vedere un altro Sherlock modernizzato, anche se vecchio, magari alle prese con un cellulare touch e il ragazzine che gli insegnava come usarlo. Anzi volevamo un buon vecchio Sherlock classico, con attore super, che avrebbe anzi riportato equilibrio a Baker Street. E invece nulla.
Il film intreccia tre story lines in tre tempi diversi (anche se Sherlock sempre vecchio rimane, diciamo che lo vediamo vecchio, vecchietto e mummia) e nessuna delle tre si rivela machiavellica, degna di un'investigazione geniale, di una scoperta sorprendente, l'intreccio è alquanto inesistente.
La cosa peggiore è non aver regalato alla sceneggiatura quella dose di ironia necessaria al personaggio. Va benissimo presentarcelo un po' rimbambito, schiavo di non si sa che unguento giapponese (Sherlock e le dipendenze, un classico...), triste e solitario dopo la perdita del fidato compare, ma mai avremmo voluto vederlo solo così, senza guizzi, anzi piegato dall'età e da una sceneggiatura troppo ridondante, che sbaglia alcuni tratti distintivi del personaggio: Sherlock che piange? Ma andiamo...
Era difficile sbagliare questo progetto, ci sono riusciti, sembra quasi ci si siano impegnati.
Che peccato. Sarebbe stato l'inizio di un bellissimo nuovo franchise, meno cinetico e "fighetto" dei suoi contemporanei, con un protagonista affascinantissimo. Ma quanto è fico Ian? Ma quanto è un perfetto Sherlock vecchio? Troppo davvero:
Film come questo sono quel classico esempio di pellicole che aspetti tantissimo, perché ti sembrano delle gran trovate, che riescono a sopravvivere addirittura al tentativo di "popolizzarle" per il pubblico italiano (vedi: Sherlock come non lo avete mai visto... Se leggo un'altra volta la formula "[Insert here qualcosa] come non l'avete mai visto" mi ribello.), e poi mentre le vedi tutto l'entusiasmo si spenge piano piano e ti rimane solo nostalgia per quella felicità che avevi provato quando ne avevi sentito parlare. Sono film che qualcuno ti dovrebbe dire di non vedere, per non rovinarvi la festa. Ecco, non vedetelo, immaginatelo come un film fatto benissimo, non solo nell'idea, ma anche nella realizzazione. Un film che però non vedrete mai perché l'unica copia esistente è stata nascosta in una stanza chiusa da dentro. Non ci sono finestre. Nessuno poteva entrare o uscire. Erano le 11:23. Mr. Holmes non era nei paragi e nessuno saprà mai risolvere il caso.
Alcuni altri Sherlock, oltre a quelli già citati:
happy birthday q gene wilder young frankenstein willy wonka and the chocolate factory

Polpo di stato

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No Escape
Trama: Owen fa un casino quest'anno

VI ricordate di quella volte che andai in Thailandia e mentre vedevo un film per poco non mi scoppia una bomba sotto il culo?
Ecco, in No Escape si racconta quello che è successo un anno prima di quell'avvenimento, cioè un colpo di stato militare (correva l'anno 2014), anche se non è mai dichiarata la nazione in cui si svolge il film (ma è quella, è palesemente quella).
Ci sta una famigliola - padre, madre, due figlie piccole - che si è appena trasferita dall'Ameriga per il lavoro di lui, lei sta stressata, le ragazzine peggio.
Scoppia il finimondo, ribelli che sparano, entrano negli hotel e ammazzano tutti e guarda caso vogliono proprio lui, cioè proprio hanno la foto sua (tanto per aumentare il senso di paura), in quanto amerigano impiegato in una società multimiliardaria che con la scusa di portare acqua a tutti avrebbe poi impoverito ancora di più il paese mettendoci le scimmie di mare dentro.
Come ogni persona normale catapultata in una situazione eccezionale, il povero Owen non può far altro che scappare, cercando di ricongiungersi alla famiglia, trovare una vita di fuga e scaraventare le figlie da un palazzo all'altro
Già. C'è questa scena qui (giustamente rinominata da Vulture "most movie GONZO moment"), ed è l'inizio della fine, del film intendo, che tempo altri due minuti (cioè quando Owen scaraventa anche l'altra figlia dal parapetto) diventa di un insulsaggine quasi inspiegabile. 
Quasi, infatti la posso spiegare.
Dove fino a quel momento il film era stato sopportabile, ad un certo punto si spande per la stanza un odore di stronzata galattica che appesta l'aria. -
Anche facendo lo sforzo di acccettare il fatto che hanno scelto come protagonista di un film tragico uno come Owen Wilson, che poveraccio non è più in grado di tenere a bada i fantasmi dei personaggi (fantastici eh!) che si porta dietro, tipo questo:
o questo:
il film non si spinge fino alla deriva supereroistica di un disaster movie, che ne so, tipo San Andreas, quindi anche se Owen non inizia a imbracciare fucili e ammazzare la gente a colpi di karate, facendo battutine sceme, poco ci manca
movie s fight family thriller
Ma cercano di mascherare il tutto con "la disperazione del momento", ci riescono male. Ripensi a Captain Philips e capisci.
Per la deriva supereroistica ci pensa un redivivo e ridicolo Pierce Brosnan, nei panni di un agente segreto inglese sotto copertura. Vi ricorda qualcosa?
Eccolo alla premiere del film coi suoi figli, da destra, Paris, Dylan e Aramis.
Tornando al film. Tutto quello che fanno, Owen e famiglia, diventa stupido in un battito di ciglia, prendono decisioni talmente imbecilli (una su tutte prendere un motorino, mettersi dei cappelli con visiera bassa e passare, quattro sul catorcio e sguardo a terra, in mezzo a centinaio di manifestanti armati) che ad un certo punto ti chiedi se l'idea più stupida sia la tua che continui a vedere il film. Diventano insopportabili, vuoi che finiscano male, inizi a patteggiare coi rivoltosi. 
Particolarmente fastidiose le lamentele imbecilli della moglie, interpretata da Lake Bell, che sarà pure bell, anzi proprio una topa stellare che merita persino una foto gigante tutta sua perché comunque una rosa è una rosa è una rosa è bell
ma rimane un maledetto macinino a pedali in quanto a recitazione, non si sa se è più cagna quando fa la disperata impaurita immobile che dico io fai qualcosa ci stanno sparando addosso da un elicottero! o quando, sul finale, prende pure lei coraggio e diventa salvatrice di figlie, marito, patria, casa, famiglia.
Un film del genere - che potremmo, con uno sforzo di immaginazione, accostare a quel bel The Impossible, che era sempre famiglia impegnata a salvarsi da gigante casino inimmaginabile - pareva interessante perché è sempre interessante vedere la gente normale insieguita dai cattivi e alla fine salvarsi, ma devi prendere una posizione: o mi fai Die Hard e allora trasformi tutto in un filmazzo dove il padre di famiglia si trasforma in Rambo (vedi alla voce Olympus Has Fallen), oppure me lo fai serio, pesantone, anche un po' politicizzato (vedi alla voce Argo).
Per tornare un attimo a Owen, non sto dicendo che sia un attore incapace di ruoli "drammatici", non scordiamoci questo o questo, ma è quando ce lo fanno credere che non riesce proprio. Una cosa è la commedia impegnata, una cosa è lanciare le figlie dal parapetto. 
Per fortuna manca poco ad un film dove lo ritroveremo nel suo profilo migliore:

CB ANTEPRIMA • Loro chi?

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Loro chi?
Trama: Meglio un giorno da Leo che mille da pecora

Io ci credo sempre tanto in Giallini, ci ho sempre creduto, da tempi non sospetti, e ho sempre speso parole di grande ammirazione per lui, sempresempresempre, perché Giallini è veramente un attorone secondo me, molto più che il brav'uomo, come riesce a fare il burino ripulito lui nessuno, il riccastro, il romano dalla battuta ferale immediata e perfetta, quello che vedi arrivare col macchinone e il telefonino di ultima generazione, che parla con non si sa chi di affari e assegni, e poi è protestato, dall'altra parte del telefono c'è la segreteria e non la segretaria e la macchina l'ha presa dall'amico meccanico per un giorno. Infatti nel ruolo del truffaldino con la parlantina convincente e l'asso nella manica sempre pronto, come il personaggio che recita in Loro chi?, è davvero perfetto. Ci crederesti a tutto quello che dice, come ci credono quelli che cadono sotto le sue chiacchiere. Infatti io ci ho sempre creduto in lui. Lo farebbero tutti.
Infatti ci crede tantissimo il personaggio di Edoardo Leo, un aspirante scrittore mesto e sfigato, che si fa fregare in due secondi. Ma che, una volta fregato, e persi il lavoro/ragazza/dignità nel giro di una notte, non ci sta e rintraccia il truffatore, che lo convince, per recuperare il maltolto, a partecipare ad una megatruffa ai danni del precedente datore di lavoro. 
Da qui ai nasi e barba finti in faccia è un attimo.
Leo è balzato agli onori del cinema italiano decente (non quello dei cinepanettoni che per fortuna sembrano avere esaurito il loro ciclo vitale ventennale, anche se qualcuno si ostina a farli e se qualcuno gli ricorda che è fuori tempo partono pure le offese su Twittergrazie a quel Breaking Bad in salsa di pomodoro che era Smetto quando voglio. Poi è arrivato Noi e la Giulia, e io, anche prima di legarci il mio nome in qualche modo grazie al BIG MEAL, ne ero rimasto sorpreso.
Ma Loro Chi? è nettamente un passo indietro sul percorso. Non propriamente un passo falso, perché, a suo modo, ha degli spunti divertenti, ma la regia si rivela ai limiti del televisivo scarso (e non ho nulla contro i registi televisivi, ci sono registi televisivi che mangiano in testa a certi cinematografici, che tradotto vuol dire "Sollima") e delle cadute di stile francamente inutili. 
E per cadute di stile intendo l'inserimento a forza della figa, del tutto inutile all'economia della storia. Ora, che proprio io condanni la presenza di figa in un film è paradossale, soprattutto se si tratta di figa VERA, soprattutto una delle due tizie che, ecco, come dire:
(Ne ho dovute mettere così tante per farvi capire meglio... Sennò non si capiva che intendevo..)
Ma davvero, le due tizie, compari di Giallini, sono due personaggi che nulla aggiungono al film se non quel pepe becero e arrazzone di far vedere le tette sotto magliette bianche bagnate e due tope che si baciano (sì perché sono pure lesbiche, inutilmente, proprio solo per farlo, quest'anno va così, ai limiti dell'offesa se poi pensi che esitono film seri come Freeheld).
Insomma Loro chi? è un film di truffe, di quelli che siamo abituati a vedere, ultimo in ordine di tempo questo, ma c'è un'intera filmografia. Film di pacco, doppiopacco e contropaccotto.
Il problema congenito dei film di truffa è che lo spettatore sa bene che fino alla fine, fino proprio all'ultima scena, tutto potrebbe cambiare, il truffato potrebbe diventare il truffatore, il truffatore il truffato, o il pollo potrebbe trasformarsi in Leo.ne e fregare tutti a sua volta. Lo spettatore lo sa e parte prevenuto, difficile riuscire a sorprenderlo. Stai tutto il tempo a pensare "ma vedrai che Leo è un truffatore. Ma vedrai che Giallini è al soldo del capo dell'azienda. Ma vedrai che le due fighe lasciano i due maschi con un palmo di naso e rubano tutti i soldi." e prima o poi ci becchi. Tanto che negli ultimi anni siamo passati dal semplice cambio di prospettiva di grado uno (truffato che si rivela truffatore) a una sequela di finali uno dietro l'altro, inscatolati uno dentro l'altro, uno che annula l'altro, e siamo arrivati spesso al fatto che spesso ci lasciano pure col dubbio "chi ha fregato chi? Noi non sapevamo come risolverla quindi fate voi trottola!".
Loro chi? non fa differenza, c'è un finale, poi un altro, poi... 
Ed è l'ultimo finale che rovina un po' il giocattolino. Non voglio spoilerare, quindi come d'uso ve lo scriverò in bianco, per leggerlo dovete selezionare col cursore la parte che vedete bianca, insomma lo sapete. Leggetelo se non vi frega nulla del film o se l'avete già visto:
Dunque Leo è uno scrittore fallito. Giusto? Scrive la storia della truffa subìta e va dall'editore a leggerla, sotto minaccia di pistola, giusto? Gliela legge tutta, da cima a fondo, l'editore prima è spaventato poi si appassiona. Giusto? Alla fine Leo si fa dare l'anticipo per la pubblicazione, cede i diritti per 50.000 euro. Aspetta l'editore al parco e fugge coi soldi, lasciando l'editore con il plico che aveva in ufficio, che contiene fogli bianchi. Quindi tutta la storia raccontata è falsa, da cima a fondo. Giusto? L'ha inventata di sana pianta, ha fatto il Keyser Soze per capirci. MA COME HA FATTO? Keyser Soze parlava, non leggeva, e inventare cose parlando è certo più facile che "leggere" un foglio bianco pretendendo che ci sia un libro scritto sopra. E se l'editore gli avesse chiesto di rileggere un passo? Scrivere non è parlare, si sa. Troppo troppo troppo tirata questa ultima sorpresa, questa forzatura solitisospettesca finale rovina il giocattolo (che non era poi così divertente già da prima) definitivamente.
Rieccoci. Avete letto? O avete resistito? Se avete resistito bravi, ma tanto lo so che non avete resistito, perché voi non ci state ad essere truffati, e non ci state al fatto che di truffatore, nel film ne esiste solo uno, non ci si può stare.
Un accenno alla locandina, che se da una parte merita un piccolo plauso per non aver ceduto alla solita formula "personaggi scontornati su fondo bianco con titolone rosso", non brilla certo di originalità:
Comunque, sebbene il film non goda di quella freschezza come fa Noi e la Giulia e neanche di quel cast che aveva Smetto quando voglio, di certo non deluderà chi gli piace andare al cinema tanto "pe' fasse du' risate", che però sta anche diventando un po' un trucco per mettere su un film senza troppo impegno, girato in una settimana, senza pensare troppo manco loro. Non è che adesso solo perché non ci sono parolacce o cacca in faccia come nei film cor Cipolla, allora sono tutti "ottima commedia italiana", capiamoci.

CB ANTEPRIMA • Hunger Games - Il canto della rivolta II

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Hunger Games - Il canto della rivolta II
Trama: La Lawrence s'arrabbia

Oh. Finalmente ci siamo tolti 'sto dente.
Sono anni che ce lo portiamo dietro. Sin dal lontano 2012, quando uscì il primo Hunger Games, che meritò una recensione lunga e dettagliata, che ancora oggi riassume perfettamente il chickenbroccolipensiero rispetto al tutta la saga.
E devo dire che se non ci fossero stati il secondo Huger Games e ancora peggio il terzo Hunger Games (il più noioso e insulso della quadrilogia, perché, alla luce del quarto, davvero dimostra il suo essere un film fatto solo per monetizzare il più possibile), questa serie sarebbe, a conti fatti, nelle mie grazie, non solo per le grazie della protagonista, ma per un motivo e quello soltanto: viva una protagonista che si fa il culo per salvare l'umanità e non pensa solo alle sue paturnie amorose come altre di altri romanzi o film per giovani adulte. Riassumendo in una vignetta della sempre virtuosa Gingehaze:
Non mi dilungherò sui particolari del cosa va e del cosa proprio non va in HG, perché l'ho già fatto tre volte, finirebbero per essere post tutti uguali.
L'unica cosa che si può dire di questo capitolo finale è che finalmente SUCCEDONO COSE! Scontri, guerre, attacchi, botte, cambi di piani, baci, mutanti, bombe, tante cose insomma. E, per fortuna, ci sono anche una sorta di Hunger Games cittadini, con tranelli da evitare, i tranelli sono sempre divertenti e quello del bitume nero è molto bello da vedere
Peccato che ogni cosa che potrebbe - e vorrebbe tanto - essere superaulica, emozionante, fichissima, viene "appiattita" per farla arrivare anche alla più scema delle ragazzine dell'Arkansas, o dello Utah. Non aiutah, non aiutah per niente (la dovevo dire per forza.)
Per dire, due esempi facili e di natura emotiva diversissima: si chiude sia la storia d'amore (ovviamente sceglie Peeto) che la storia di vendetta (con un finale quasi a sorpresa). Ma dopo anni che abbiamo aspettato che Katniss finisse quella cosa di salvare il mondo per finalmente darsi alla pazza gioia del sesso e dell'amore e di Snapchat, ci saremmo minimo aspettati un momento di passione vera, girata a modino, voglio dire, vi ricordate il bridivo di questo no?

Ecco. Lo sapete dopo tre anni di attesa e relativi pericoli scampati e passi fatti vicino alla morte e tradimento e perdita e tutto quanto i due, quando finalmente stanno tranquilli a casa, su un letto, che fanno? Vanno a dormire con la mossa del cucchiaio. Neanche un bacio.
E poi la vendetta, quando finalmente Katniss si ritrova di fronte, facciotta a faccia barbuta, con Snow


hem... no, lui...

(ma non è che John è sopravvissuto e una volta invecchiato... no eh?)
Insomma quando Katniss finalmente può vendicare padre, sorella, tutti, che fa? E che fa? Uno direbbe: lo lascia vivere nella sua miserabile vecchiaia e malattia? Lei non è assassina gratuita... ecco. No. SPOILER: lo lascia massacrare dalla folla. Bella morte pietosa.
Insomma tutto quello che sta intorno a Katniss rimane banale e risaputo: buoni che non sono altro che cattivi mascherati, odi che diventano alleanze, soppressi che diventano rivoltosi, ma bisogna ammettere che l'attenzione che ti cattura JLa e la faccina tonda sono di quelle difficili da evitare. Ha legato il suo nome ad un'eroina che sarà esempio per tutti i film d'avventura da qui a un bel po' di anni. Eccola in posa napoleonica mentre festeggia
C'è da dire che a questo manto da star che la Lawrence ha conquistato in pochissimo e giovanissima, ci contrappone una semplicità e una spontaneità che stupisce e intenerisce
È pure sempre una tipa qualunque del Kentucky. Insomma quando dice che nessuno la invita ad uscire è normale che tutti hanno detto MACHESEISCEMA! Esci con me! Giuro che tengo il telefonino in tasca tutto il tempo.  
Bisogna dire che il femmismo e la femminocentricità (neologismi, li scrive CB nel suo cineblog distopico) della serie è ribadita dal cast dei film - a dispetto di protagonisti maschili più che insulsi (il fratello di Thor è scemo, Peeto è un nano mascellone, quell'altro biondo un cretino, Woody Harrelson sprecato, Philip Seymour.Hoffman triste vederlo appiccicato nelle scene in computer grafica) - si è veramente riempito di belle guaglione (su tutte ovviamente la mia amata Julianne, ma perché non c'è neanche una scena in cui bacia la Lawrence? Julianne bacia tutte..). Ecco lo spiedino di fic tipe protagoniste
Ragazze alla mano come si evince anche da questo accadimento:
Ode ai curatori degli effetti speciali che sono riusciti digitalmente e spendendo milioni di dollari a scena a far sembrare Peeto alto
OH! MA LO SAPETE CHE: 
No dai, è uno scherzo.
Questo uno dei poster alternativi, niente male:
Le illustrazioni le abbiamo viste tutte, appare questa bella mappa da cliccare per vederla bene, opera di Rachel Ignotogsky (che bel nome):
Salutiamo com'è d'uopo la ghirlanda imitatrice (di Jim Carrey forse) con una collezione di smorfie assurde che sul suo visino sono proprio adorabili (non si accettano battute becere, porci!)

FUMETTOLOGICA • Il ragazzo invisibile / Heroes Reborn

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Contro ogni previsione e schivando le macchine,
 torno sulle pagine di FUMETTOLOGICA.
Sono o non sono una colonna (im)portante del sito? Ah, non lo sono?
È un uccello? È un aereo? È un regista? No! È SalvatHeroes.
>> QUI<<

2x1 • Treno ululà, Spagna ululì

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Voi non vi fidate mai quando vi dico una cosa, e invece dovete fidarvi. Quando vi dico che un mostro vecchio stampo inizia a sostituire un altro mostro vecchio stampo, dovete fidarvi.
Parlo ovviamente del fatto che gli uomini lupo sono diventati i nuovi vampiri (non i nuovi zombi, quelli sono un mostro vecchio stampo che deambula da sè).
Lo dimostra la presenza imperante di werewolf, lupi mannari, licantropi di quest'anno. Ecco un esempio, eccone un altro, e un altro ancora.
Per sottolineare la mia ragione e il fatto che dovete fidarvi ecco altri due film, uno dalla gloriosa Inghilterra,
Howl
Trama: Un capotreno mannaro inglese va a Londra

Un film onestone. Solo questo posso dire di questo Howl, che svela tutta l'idea del film già dalla locandina: treno + lupi mannari. Tutto qui.
Proprio come fosse Snakes on a plane in questo caso è Wolfs on a train: una serie di passeggeri (assortiti proprio come potete immaginare: il geek, la zoccoletta, la coppia di anziani, il ciccione, lo sbruffone) rimane bloccata nel bel mezzo della campagna inglese, nebbiosa e brughierosa, tutto intorno il nulla e un branco di licantropi ululanti.
Il primo che ne fa le spese è il guidatore, che funziona anche da inside joke molto divertente, infatti è interpretato da uno dei protagonisti di Dog Soldier, uno dei migliori film di lupi mannari degli anni 2000.
Il resto è un film che va da sè, con le vittime che piano piano se ne vanno 
ne rimangono sempre meno, alcuni si trasformano
mentre la maggior parte dai finestrini, risucchiate come spuntini finger food dagli omoni lupo, che sono  - è sempre importante vedere come sono realizzati i licantropi in un film di licantropi - praticamente dei neandertaliani culturisti pompatissimi con la faccia mostruosa, non proprio lupesca, quasi aliena a dire il vero
Sembrano quasi più i mostroni di quella trilogia fichissima di qualche anno fa, come si chiamava? Aspe' fammi ricordare... Ah sì, Feast. Recuperatela.
E insomma comunque un filmetto piccolo di lupi mannari grossi, cattivi, brutti e coi capelli untissimi, si fa guardare perché è divertente, dura il giusto, e non si prende troppo sul serio.
Ad averceli anche qui i film di lupi mannari, ma anche solo ad averceli i film horror, ma anche solo ad averceli i film.
Sai dove ce li hanno i film, e anche gli horror, e anche i lupi mannari? In Spagna, ma questa volta non si grida al miracolo spagnolo, anzi il film spagnolo di licantropi (datato 2011, ma io l'ho visto solo quest'anno, quindi vale come trend, oh) non èp per niente fico, è una commedia e si intitola
Lobos de Arga
Trama:
Scherzavo. Non parla dei Los Lobos e non parla di bamba, parla di loro:
Che come vedete già fanno capire la pochezza del tutto. Quanto sono brutti? Mascheroni e pelosoni?
Roba da anni 50:

Il resto è tutto un po' così, da quel senso di "vorrei ma non posso", anzi "quisiera pero no puedo": gli attori più che lupi sono dei cani (e c'è anche il cane vero che fa le cose simpatiche, tanto è trend anche quello quest'anno), la struttura narrativa ricorda tantissimo Las Brujas de Zugarramurdi, ma ancora di più quel divertentissimo film zombico inglese con le zombi metrosessuali, che poi fu anche copiato, malissimo, da quell'altro con le vampire lesbiche, sempre inglese, insomma la solita storia del ritorno dalla città di uno che era cresciuto in un paesino (ora scrittore fallito, quest'anno anche di scrittori falliti ne son piene le cineteche, proprio quest'anno (!)) e arriva e trova che le leggende che gli raccontava il nonno da bambino sono vere e c'è davvero il lupo mannaro chiuso nei sotterranei del paese e finisce per scontrarcisi, col suo cane e l'amico ciccione.
È una commedia, ricordiamolo, ma non fa ridere mai, anzi è abbastanza noiosa, non ha il minimo di ritmo che ci si aspetterebbe da un film del genere, per di più iberico. SI fatica tantissimo ad arrivare alla fine. 
Fanno più ridere queste gif di cui non conosco la provenienza ma ora devo assolutamente scoprire qual è
monsterman:    Curse of the Devil (1973) aka Return of the Werewolf aka El retorno de Walpurgis    Attack of the wheelchair WerewolfAnimated gif of Werewolf moonwalking on the road
Se ne volete altre fatevi un giro sul tumblr fatto durante la luna piena

Comunque di uomini lupo non se ne hanno mai abbastanza, evviva i lup mann, di certo meglio che i vampiri o gli ambulanti in tutte le salse. Ne arrivano altri presto qui:

e qui:

e qui:

Invece si sono perse le tracce di un film lupesco in produzione qualche tempo fa che sarebbe stato bello: rocker anni 60 capellone e uomo lupo. Almeno la locandina era promettente:
Vi fidate ora? Ecco allora datemi i numeri delle vostre carte di credito ora. Fidatevi.

CB ANTEPRIMA • Il viaggio di Arlo

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Il viaggio di Arlo
Trama: Arlo Verdone

Premessa: i dinosauri NON si sono estinti 65 milioni di fa, il meteorite ha solo sfiorato la terra e loro hanno avuto tutto il tempo di evolversi fino a diventare agricoltori. Hanno detto no all'estinzione, ma sì a Val Soia.
Ecco Arlo il dìdinosauro.
Arlo il didinosauro (che ricorda molto Semola) è un giovane brontosauro timido, impacciato e molto pauroso. Vive con la famiglia in una valle e coltivano il grano. 
Non sono i Flinstones
the flintstones dinosaur 1994
loro anche senza pollice opponibile costruiscono le case, irrigano il terreno, sbucciano le pannocchie, si muovono in branco
Un giorno Arlo va a inseguire con il padre (che ricorda molto Mufasa, infatti muore) una creatura selvaggia che ruba le pannocchie dalla scorta di famiglia. Arlo torna a casa, il padre no. Qualche giorno dopo Arlo si riperde nello stesso modo di qualche giorno prima. 
Arlo dà la colpa della morte del padre alla creaturina, quindi lo insegue per ucciderlo, che si scoprirà essere un esemplare di uomo non evoluto, selvaggio e ancora animalesco, prenderà il nome di Spot (e ricorda molto Stitcht). Arlo non brilla in intelligenza, gli sceneggiatori non brillano in struttura.
I due si trovano lontani da casa e sono costretti a fare il viaggio del titolo per tornare indietro, anche se ovviamente sarà un andare avanti, perché impareranno a volersi bene e difendersi e ad avere coraggio che ovviamente viene solo se hai paura (cose giuste, ma che ricordano tutti gli altri film Disney degli ultimi 30 anni) ma soprattutto a fare acrobazie circensi
Durante il viaggio i due incontreranno tre pterodattili cattivi (che ricordano molto gli squali di Nemo, uno è il capo gli altri due dei deficienti), quattro velociraptor cattivi (che ricordano molto le iene del Re Leone, uno è intelligente, una è furba, uno è totalmente schizzato), tre T-rex (tre-x, infatti) cowboy buoni (che ricordano molto dei cowboy, ivi compreso Clint Eastwood), e un triceratopo fumato (che ricorda molto il Brucaliffo).
Insomma, con tutto questo ricordare vecchi personaggi Disney, e con una storia - in modalità "on the road" (che sapete non mi è cara per nulla, trovo che sia facile arrivare ad un minutaggio dignitoso a furia di "incontra questo, incontra quello, happy end") Il viaggio di Arlo risulta il più minore dei Pixar minori; e ce ne sono, anche ultimamente.
Quando poi raggiungiamo lo zenith dell'americanismo in un buon quarto d'ora di pura epopea western con tanto di galoppate nella prateria, mito della frontiera, racconti intorno al fuoco, schiocchi di frusta coda, mandrie da riportare sulla giusta via e YAHAAAA gridati forte, Arlo perde completamente la brocca, e dire che l'ultima volta che la Disney si è avvicinata al western non è andata tanto bene.
Quando arrivò la locandina - dopo aver superato il primo pensiero che riassumerei con "ancora dinosauri? Ma basta! Capisco che il finale della mia recensione precedente sul vostro film sui dinosauri precedente vi ha fatto innervosire, e infatti avete raggirato il problemuccio dell'estinzione, ma mi sembra che quest'anno in quanto a dinosauri abbiamo dato." - avevo bollato il film con un "questo è proprio per bambini-ini-ini", e infatti lo è. Ma cosa abbiamo imparato dalla Pixar? Che quando la prima impressione è quella del "un film sui giocattoli?" o "un topo che cucina, bah" o "la Pixar che fa una principessa? naaa", poi escono dei capolavori. Non è questo il caso.
Sai che sempre la maggior parte del tempo? Un test movie per vedere quanto sono diventati bravi a fare l'acqua, gli effetti della natura, le foglie, l'erba, il vento, sempre di più veri, pare fatto con riprese vere e poi sopra montati i didinosauri, il che fa anche pensare a quanto sia giusto arrivare a fare le cose col computer talmente bene da sembrare vere tanto che pensi che forse facevano prima a riprendere e basta. Come quegli illustratori bravvissimi col fotorealistico che dici "sembra una foto!", sì be' allora fai la foto no?
Forse Arlo paga anche caro il fatto di venire subito dopo quel successo di critica e pubblico che è Inside Out (ah! ha superato i maledetti Minions al botteghino, c'è giustizia nel mondo), ma di certo non brillerà di luce propria nei ricordi di noi amanti della Pixar. E non credo godrà di qualche seguito, anche perché se tanto mi dà tanto:
Non fosse altro perché l'unico dinosauro verde degno di essere il dinosauro verde più amato della storia dell'animazione c'è già:
MA NO! Intendevo Rex!
Pixar, dovevi proprio farlo, Arlo? Chi ti ha spinto a farlo? Arlo? Pensi che conti qualcosa fare un altro film di dinosauri? Pensi che conti? Arlo Conti?
dinosaur
Ok. La smetto. Sto tirando la corda, e so che il momento è delicato, so che qui basta un attimo che se a qualcuno della Disney gli salta la schicchera al naso a me salta l'anteprima del film per cui tutti stiamo ancora respirando affannosamente come stretti da una morsa invisibile
Ma che vi devo dire. Arlo non è Inside Out, e secondo me un pochino lo sanno anche loro, che lo fanno uscire un po' di corsa, in questo periodo in cui siamo a metà tra il ricordo adorabile di Gioia e Tristezza e l'attesa del 16 Dicembre.
Dici che me la so giocata, ve'? NO DAI allora a tentativo disperato di rimettervi a posto la schicchera saltata pocanzi posso dire che il corto d'accompagno è veramente carino! Con gli InsuperabilHINDIli
No eh?
E se dico che il nuovo trailer di Zootopia mi ha fatto riderissimissimo! Ah! Ah! AHAHAH!

Ah.
Che forte. Lui è bradipo e quindi va lento e loro aspettano e ahahah madonna troppo forte.

Ok. Allora metto il teaser di il seguito che nessuno volev Alla ricerca di Dory

Eh? Allora con quella cosa di Star Wars? Eh? Io aspetto nel mio salottino l'invito eh, aspetto...aspetto... ecco.. sto aspettando... ancora un po'... cambio posizione che questa sedia è scomoda... attendo.. faccio finta di nulla.. mi si è addormentata la gamba... io sto qui nel mio salottine eh...

IL CAMPANELL...ah no.

Danimarcare il territorio

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When Animal Dreams (Når dyrene drømmer)
Trama: Forza Lupa

Avete visto? E voi che continuate a non fidarvi. Lupi, licantropi, werewolves mannari dapertutto quest'anno. Ciao ciao draculino, cammina un po' più in là zombetto, FranCHI?nstein? Brutti mostriciattoli!
La vera moda del 2015 è la bestia che cresce in noi, metafora di rabbia incontrollabile e natura ancestrale selvaggia che prende il sopravvento (mica ve lo devo spiegare io), delle città che dietro la patina di perfezione sono jungle selvagge. Psicologia Jungliana, infatti.
Dopo i lupi inglesi e spagnoli di l'altro ieri, ecco una lupetta danese e, proprio perché danese, fredda e algida, sommessa. Ci si aspetterebbe che quando finalmente libera la sua parte lupesca, diventi una vera badass, invece, anche da trasformata, soffre un po' della noia che sommerge tutto il film.
Lei è bionda, trista, con una situazione famigliare orenda (padre ai limiti del mutismo - non perché interpretato dal fratello maggiore di quello a cui piace molto il mutismo - e madre catatonica per un non meglio specificato "incidente"), e il fatto che abiti in un posto del genere:
non aiuta l'umore. Che magari può andare bene starci un paio di notti così puoi mettere delle bellissime foto no-filter sul tuo account instagram, ma pensa viverci!!1!undici!!
La ragazza fa una vita da cane bastonato, altro che lupo. 
Fatto sta che scopre anche lei l'amore, e poco dopo anche il sesso. Da qui il termine "allupata". (La dovevo proprio dire, sì.)
ti iniziano a crescere peli dapertutto.

O era il contrario?
Inoltre inizi anche a muoverti come un tarantolato. Di seguito una trasformazione con zero CGI
(Uno che recitava così bene con la schina era Hardy/Bane).
Comunque la licantropia del film è trattata un po' come una malattia, tanto che se non ho capito male il padre sa e fa prendere alla figlia una medicina per bloccare la trasformazione,

ma deve ancora nascere un genitore che può inibire le pulsioni del figlio adolescente, tanto che infatti la ragazza diventa s'inlupisce, anche se all'inizio prende anche lei i primi sintomi come segni di quella depressione e te credo con quella vita.
Insomma una trasformazione ben diversa da questa:
Il film è una sorta di risposta licantropa a quel bellissimo pezzo di cinema mostruoso che fu Lasciami entrare (l'originale, ovviamente): la mostruosità nella plumbea nordeuropa, con la neve che si macchia di sangue, il cui rosso scarlatto fa da contraltare alle pelli bianchissime e i capelli biondissimi. 
Peccato che questa volta l'andamento sia davvero troppo lento (ma non è detto che a voi questa cosa non dispiaccia, anzi... forse sono io abituato male), e sarebbe stata necessaria voluto un'evoluzione (o involuzione, dipende se sei uno di quelli che dicono che "le bestie so' mejo dell'omini." io lo sono ad esempio.) molto più ferale di quella presentata.
Anche la trasformazione finale non è così soddisfacente, sembra più che la ragazza abbia seri problemi di irsutismo, più che la licantropia. 
A proposito di LICANTROPIA, questa ve l'ho mai fatta sentire?

Dov'è un film su questa canzone? Eh? Dov'è? Registi italiani che aspettiamo? Abbiamo fatto un film su Laura non c'è non vedo perché non su questo capolavoro di Pippo.
Comunque a parte gli scherzi (non è che scherzavo tanto, poi...), dopo tutti questi lupi mannari internazionali, nel vedere che ovviamente manca l'itaGlia, mi è venuta una grande idea per un film di lupi mannari. LA volete sentire? Pronti? Guardate che è fortissima. Ok sentite qui.
Ho due parole per voi: Romolo e Remo.
Roma antichissima, anzi prima ancora. Due fratelli licantropi, nati da una madre lupa, lottano per il potere del branco. Uno è per i selvaggi, uno è per il progresso umano. 
Devo ancora studiare un paio di particolari tipo perché due fratelli lupi mannari dovrebbero fondare una città ma ci posso arrivare.
È cosa fatta. Vendo quest'idea al primo che la vuole sviluppare. 
Io mi accontento di apparire nei titoli... di coda.
Oppure ecco un'altra grande idea! Fate un film da questa mania insana dell'internet di fare i canuomini. Fanno riderissimo e voglio ORA tutto un film così:

Last Horror Screamers

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The final girls
Trama: Domenica 17

Tutto mi sembrava un grosso sbaglio, quando ho letto di The Final Girls.
Intanto questo rimpastone degli anni 80 a cui stiamo assistendo ci ha già rotto le palle. Già era vecchio quando qualche mese fa ci siamo messi tutti a condividere Kung Fury, uno sghembo frullatone di rimandi visivi, musicali e tematici - tutti illuminati da neon fortissimi -  ai gloriosi action degli ancora più gloriosi Eighties.
Anche questo si presentava come un omaggio citazionista ai film slasher di quegli anni, con tanto di palese remake di Venerdì 13, ivi compreso il campeggio e il mostrone ammazzatutto con la maschera, lui:
Non che quest'anno ce ne siano state poche, di operazioni del genere, già Scream Queen e Scream sono praticamente la stessa cosa (soprattutto la prima). Ma anche questo, dello scorso anno, era una variazione (musicale) sullo stesso tema. Poi ci sono altri film che non ho visto, come questi che partono proprio dalla stessa idea di The Final Girls:

E queste operazioni nostalgia di solito si rivelano come roba di una tristezza unica.
Ultimo ma non ultimo c'era il fatto che giusto qualche mese fa rabbrividivo di fronte ad un film dal titolo praticamente identico.
Con queste premesse ero già pronto a distruggerlo (se non proprio a non vederlo per nulla), e non sarebbe stato neanche così divertente.
E invece, come spesso accade quando si hanno pochissime aspettative, ecco la sorpresa.
The Final Girls si avvicina pericolosamente alla bomba totale.
Il film racconta una storia che se vogliamo è una sorta di Last Action Hero in salsa di lampone usata per fare il sangue finto, che rifà Venerdì 13 ma con il trucchetto di chi ne sa a pacchi delle regole degli horror come in Scream
Max (una ragazza), rimane orfana di mamma. La mamma era un'attrice, famosa solo per un film, un film horror girato vent'anni fa:

Qualche anno dopo la morte della madre (continuano a riempirci di mamme al cinema, quest'anno!) Max viene coinvolta da alcuni amici in una serata-omaggio a quei film, una maratona per appassionati.
Durante la proiezione qualcuno fa cadere del liquore e qualcun'altro una sigaretta, le due cose non stanno bene insieme e danno vita a quello che immaginate: un bel rogo. Per scappare dall'incendio i cinque amici (Max la vergine, il joker, il fico, la secchiona e la zoccoletta, vi ricorda qualcosa?) tagliano lo schermo e ci entrano dentro e, simINsalabim, si ritrovano nel film. 
Quel che ne consegue è un divertente, brillante e, contro ogni aspettativa, intelligentissimo meta-racconto, in cui vengono utilizzate con sapienza (e senza smarmellare tutto dopo cinque minuti) le tipiche dinamiche del film horror slasher: ci sarà quindi il confronto tra i protagonisti bidimensionali del film, destinati a comportarsi come i loro personaggi (la cretina, l'assetato di sesso, il cretino assetato di sesso)

e quelli "reali", che dal canto loro sanno di essere in un film e ne utilizzeranno i limiti e le regole per sconfiggere il terribile assasino con la maschera ridicola.


La protagonista quindi rincontra la madre morta, ma in versione personaggio scemo del film

Non sono pochi i film che si fanno beffe delle regole dell'horror. Capostipite indimenticabile è il già citato Scream, e  qualche anno fa abbiamo avuto il capolavoro del genere, The Cabin in the Woods (che rimane ineguagliabile e irraggiungibile, anche se The final girls è molto carino), ma non scordiamoci Behind the mask, questo:

un mockumentary su un serial killer mascherato che ne racconta la vita di tutti i giorni, tra allenamente per correre dietro le vittime dando l'impressione di camminare e vari altri trucchetti da villain anni 80, ivi compresi i traumi di essere in fondo un incompreso.
The final girls è divertente, con sorprese e idee inaspettatamente acute, di quelle che vanno oltre all'idea da semplice appassionato che ha voluto fare il film come gli piaceva quando era ragazzino, ma che ha saputo imprimere anche una sua personale firma al film, ammodernizzandolo. Strizzate d'occhio continue e alcuni momenti di perfetta ilarità.
Meta come piovesse, sia horrorifico che cinematografico. Esempi lampanti i loop (non mannari) che non lasciano scappare i ragazzi dalla scena, i ralenti che li costringono a muoversi piano piano avendone coscienza

i flashback, i testi in sovraimpressione con i personaggi che ci interagiscono, 


le voci off che si sentono come fossero trasmesse da un altoparlante, i titoli di coda che appaiono in cielo, nel senso proprio appaiono
il meta fatto bene insomma.
Attrice protagonista Taissa Farmiga, anche lei informichita come la sorella, e a fare la scream queen lei, Malin Akerman svedese che amammo in Watchmen, per poi scoprire che ha dei gusti veramente di merda in fatto di uomini

Purtroppo delle regole che non ho scritto io mi hanno costretto a mettere delle foto sue nude, purtroppo sono le regole. Sorprendente, da vedere.
Un omaggio in stile

2x1 • Il segreto dei suoi Hopkins

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Nel week-end scorso per tutta una serie di eventi che interesserebbero solo un uomo rimasto su un'isola deserta per dieci anni. Facciamo venti. Sono andato a vedere due thrillerazzi, PAGANDO ENTRAMBI, uno remake e l'altro un sequel mancato.
Il primo è:
Il segreto dei suoi occhi
Trama: Occhio per occhi

Come certo sapete questo è uno di quei remake veramente ma veramente inutili. Non mi viene in mente neanche un motivo valido per scusare la sua esistenza, voglio dire, esiste un film, argentino di cinque anni fa, e non è neanche sconosciuto eh, cazzo, ha vinto l'OSCAR!, il premio amerigano più amerigano che c'è, non mi dire che c'era bisogno di rifarlo. Pure il titolo è lo stesso.
Questa mania dei remake a volte raggiunge limiti impensabili. E dire che io non sono contro il remake per partito preso, ci sono remake che mi sono piaciuti (tipo questo, o questo) e a volte va benissimo pure il reboot (vi dico già che nei 10 Chicken Film dell'anno ce ne sono addirittura due. Dài che sapete benissimo di quali parlo...)
Poi ci sono quelle volte che gli americani si rimettono a fare film che hanno avuto anche in america successo e riconoscimento, ma perché?
Io capisco la crisi degli sceneggiatori, non c'è più nulla di nuovo e blablabla, ma cavolo, hai DECENNI di golden age americana di film sconosciuti ai più che puoi bellamente rifare, nessuno ti direbbe niente e secondo me pagheresti pure meno di diritti che tanto mezzo cast è bello che morto, perché andarsi a infossare in un film recentissimo, così che la gente se lo ricorda ed è più che leggittimata a fare il confronto?
Parti sconfitto.E non aiuta il fatto di partire rinunciatario da subito. Un esempio specifico rispetto a questo film? 
Ricorderete di certo il bellissimo piano sequenza dello stadio dell'originale (che ok, ora che esiste un film come Birdman diventa un tantino meno pazzesco), questo:

Ecco. In questo remake riassistiamo alla stessa scena (traslata col baseball, proprio come quando fecero il remake di Febbre a 90°, ma invece del calcio c'era il baseball, infatti era una cagata di cui nessuno si ricorda), e per i primi secondi tutto fila liscio, inquadratura dronica dall'alto che scende sul campo e arriva ai due investigatori (a proposito, uno è Uncle Hank! Sempre mitico.), quindi noi siamo tranquilli che almeno quello lo faranno bene, cavolo, l'America come al solito dimostrerà la sua invidia del (fatto) bene e lo farà ancora meglio, se quello durava cinque minuti questo durerà 10, se quello aveva addirittura un passaggio incomprensibile (quando il tizio salta di sotto dal parapetto, come se la sono passata la camera?!), qui come minimo ce ne saranno quattro di questi passaggi inspiegabili! Diamine, ormai piani sequenza pazzeschi li fanno pure nelle serie tv, sia di detective che di supereroi, bisogna essere ciechi per non vederle. Ecco, niente di più lontano dalla trista realtà: appena arrivati sui due in mezzo ai tifosi, stacco, montaggio, inseguimento tutto normale, campi controcampi e neanche invadono il campo, noioso, un vero piagno sequenza.
Questa cosa la dice lunga sul regista. che si è pigramente adagiato sui tre attori, che ribadiscono quello che dicevo qualche giorno fa sugli cast oscarizzati messi insieme per riempire di scritte le locandine: la premio oscar Julia Roberts, la premio oscar Nicole Kidman, il candidato premio oscar 12 anni schiavo (non pretenderete che mi ricordi il nome). 
Sì peccato che Julia Roberts sia in totale overacting

Nicole Kidman - a dispetto di quanto vogliono farci credere - è sempre ottenebrata dal botox e inizia pericolosamente ad assomigliare a Michael Jackson con la parrucca rossa
e 12 anni schiavo fa solo lavoro di routine.

Remake inutile, non esiste cosa peggiore, perché fosse stato originale, anche se inutile, avrebbe almeno potuto evitare il confronto impietoso con l'originale.
Ah, sì il finale è lo stesso. Quindi per chi ha già visto l'originale doppia noia, visto che era in finalone a sorpresa pazzesca.
L'altro film, che ha sempre a che fare con gli occhi (collegamenti che vede solo CB, li vede solo CB), è un altro thrillerazzo di palese fattura amerigana, non è un remake, ma ha rischiato di essere il seguito di un capolavoro, ha rischiato grosso, per fortuna qualcuno ha avuto una premonizione e l'hanno slegato. 
Premonitions
Trama: Assassinostradamus

Certo, scegliere Hannibal Lecter per fare la parte di un cacciatore di serial killer dell'FBI suona proprio come uno scherzo scemo degli sceneggiatori. Oppure una di quelle cose di loro intorno a troppi boccali di birra vuoti e uno si alza e dice "OH RAGAHASCII! LO SHAPETE CHI SCI VETREI NEL RUUUOLò DEL CASCIATTORE DI SHHERIAL CHILLE? HANNIBAL LECTE!" (alza il boccale e cade verticale con lo sguardo fisso. Gli altri lo imitano. Tra gli altri c'è l'agente di Anthony.
Ora, un film come questo, appena lo vedi che esiste (e dire che non ne sapevi nulla fino al secondo in cui ti hanno propinato il trailer prima del film di sopra, il giorno prima) prevedi - come fossi uno dei protagonisti - una vera cazzatona.
Voglio dire, ancora con il serial killer che prevede il futuro quindi sta sempre un passo avanti ai detective che quindi devono rivolgersi ad uno che prevede il futuro pure lui, o meglio ha il "gift", le visioni, flash più o meno comprensibili che gli svelano passato, presente e futuro della gente che tocca, si insomma c'ha lo shining, è un precog, è mago, guarda mago!
Solo che Anthony dell'FBI ha solo dei flash, mentre l'assassino sa anche a che ora gli altri andranno a fare pipì.
L'investigazione prosegue con i più classici stilemi: l'assassino sempre un passo avanti, l'FBI brancola nel buio, resa dei conti finale con grande dilemma del tipo: fosse che fosse che l'assassino c'ha le sue ragioni? Team assassino! Almeno tutte le spettatrici in sala erano TEam Assassino, visto che è lui, anche se appare totali 5 minuti.

Il film era stato scritto e pensato come seguito di Se7en, rendiamoci conto, con i detective Mills (immagino oramai rinchiuso in un manicomio dopo tutto quello che gli è successo, sapete no, la testa nella scatola...) e il detective Somerset alle prese col paranormale. Sarebbe stato ridicolo. 
Invece pensa un po', uno parte talmente prevenuto rispetto a questo film che, oibò, alla fine si diverte. Poteva essere una buona stagione di Dexter per capirci. È proprio un filmazzo da sabato sera su Italia 1... a quei bei sabati sera su Italia 1. 
Tra i due attori che fanno bene il loro lavoro (Anthony penso che ormai abbia sublimato il concetto di recitazione e vada sul set a dire le battute e basta, cioè tipo come andasse a portare a fare la cacca al cane) c'è un'attricetta bionda misconosciuta che purtroppo rovina tutto: poverina si vede che vive nella triste condizione di confrontarsi con Clarice (anche lei giovane agente dell'FBI). 

Ne esce strisciando, insopportabile.
Ultimo della lista Jeffrey Morgan che purtroppo sembrava destinato a cose migliori e invece al massimo fa quello la cui fine la sai sin dal posizionamento del suo nome sulla cover (giuro. avrò avuto una premoniziome ma ero SICURO che
Attenzione! C'è un'altra cosa che questo film ci dà l'occasione di fare! Rispolverare la mitica rubrica scritta da Cino&Bramieri: LA SAI L'ULTIMA CB? 
Quella in cui vi racconto le barzellette che si sentono nei film! Che risate che ci siamo fatti! Una cosa che manca moltissimo a tutti! Pronti? Attenti che ci si sbellica.
Una donna va dal suo dottore per una visita e il dottore le prescrive testosteroni, ormone maschile. 
Dopo alcuni giorni la donna ha degli strani effetti collaterali e chiama il dottore. 
- "Dottore, gli ormoni che mi ha prescritto mi stanno aiutando molto, ma ho paura me ne abbia dati troppi. Hanno iniziato a crescermi peli in posti nuovi! " 
Il dottore la rassicura: - "La crescita di un po di peli è normale effetto dei testosteroni. Ma dove le sono cresciuti? " 
Donna :"Sulle palle!!!" 
Ve l'avevo detto. E pensate che la racconta Sir Anthony Hopkins. Mica io. Questa va fortissimo quando va a bere il té con la regina.
E insomma, abbiamo riso, ci siamo spaventati, ci siamo ricordati del porno di Colin Farrel, abbiamo pensato che è ora che io faccia la recensione di Lobster, abbiamo rispolverato i Mommy Thriller (anche se non erano proprio Mommy Mommy questi...) e in definitiva abbiamo pagato dei soldi per dei film che non se li meritavano poi molto.
Afonso. Che stronso.

CB ANTEPRIMA • Steve Jobs

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Steve Jobs
Trama: Stay ricchy. Stay stronzish.

A quasi due mesi dall'uscita italiana mi bullo già di aver visto il nuovo film che parla di Steve Jobs. E c'era pure Danny Boyle lui medesimo in un incontro col pubblico e si è rivelato pure un tranquillone, e io che pensavo che fosse uno stronzo inglese con la puzza di Twinings sotto il naso.
Comunque. Un altro film che parla di Steve Jobs. Ce n'era veramente bisogno? Insomma, già questo:

era abbastanza trascurabile (anche se per gli amanti del mito Steve Jobs rappresenta ancora il film più godibile, visto che non si sofferma tanto sulla parte "telenovela con la figlia" ma più sulla creazione del Macinthos e della Apple), quando poi era arrivato quello con Ashton Kutcher, uscito praticamente il giorno dei funerali di Jobs, avevamo considerato chiusa la pratica bio-pic di quello che - sto per dire una cosa per cui qualcuno storcerà il naso - ci ha cambiato la vita (vedremo poi perché.)
Invece ecco che tre tipetti in gamba si mettono insieme e decidono che proprio non si poteva stare senza un altro biopic di Mr. Apple.
I tre tipetti sono: 
Aaron Soorkin alla sceneggiatura. Chi è Sorkin? Ma solo uno che ha scritto due delle sceneggiature più verbose (nei suoi film parlano, poi quando hanno finito chiacchierano, dunque discutono, infine discorrono) e belle degli ultimi anni: The social network e Moneyball, entrambi biopic - il primo il più istante dei bio-pic mai girati - entrambi giocati su picchi di scrittura altissima, ma certo non adatti per gli amanti dell'action. Tanto che la sua scelta non è quella di raccontare in forma lineare la vita di Jobs (inizi nel garage, fondazione Apple, licenziamento da Apple, riassunzione in Apple, cambiamento del mondo, morte), ma bensi raccontare i dietro le quinte, o meglio i minuti prima delle tre più importanti presentazioni (per Jobs e per il mondo) pubbliche dei suoi prodotti, questa del 1984:

questa del 1990

e questa del 1998:
(e qui mi scende la lacrimuccia visto che quello, proprio quello, proprio quello là che stava sul palco, è stato il mio primo Mac. Ciao, quante ne abbiamo passate insieme, il primo internet, quel suono orrendo, le foto che non si caricavano mai, arrivati alle tette avevi già speso 90 mila lire... che bei ricordi...)
Nel film non c'è questa del 2001: 

che io considero ancora più importante, in effetti. PErché quella dell'iPhone no? Be' in effetti no, era la normale conseguenza dell'iPod. Per dire che è più importante l'invenzione della ruota che quella della macchina, ecco.
Quindi quello che il film racconta è di fatto il Jobs sempre pronto a salire su di un palco, con la folla in visibilio e trepidante, e intanto di lui che, nei corridoi e nei camerini dietro le quinte, incontra persone che, nell'ordine, lo assistono, gli chiedono soldi, lo ammirano, lo odiano, (ogni volta gli stessi personaggi, è così che capiamo cosa è cambiato di anno in anno in Jobs e nei suoi conoscenti). 
La scelta è vincente, non serviva proprio fare un biopic didascalico, bastano alcuni splendidi scambi tra Jobs e le persone con cui parla per capire la sua psicologia, i suoi rapporti difficili con il mondo intero, le idee chiare, le accuse e la genialità (alla figlia, quella che per anni si rifiuta di riconoscere come figlia, dice verso la fine del film "metterò tutta la musica che vuoi nella tua tasca", ecco l'iPod).
Danny Boyle alla regia. Uno che non ha bisogno di presentazioni, uno che da anni sta su un'altalena che lo porta ad alternare picchi altissimi o alti (questo, questo e questo) con orrende cagate e visto che l'ultima volta che l'abbiamo incontrato era proprio in questo picco bassissimo qui, per la legge dei grandi numero questo Jobs doveva essere bello (infatti lo è... anche se non tanto per merito suo). Fa più danny che altro. [RISATE REGISTRATE]
Anche la regia di Steve Jobs ricorda da vicino Birdman, ma al netto dei piani sequenza, anche se ce ne sono un po'. 
Purtroppo è al netto anche di una personalità, questo va detto (va netto, quindi). L'unica cosa che fa "molto Boyle" nel film sono delle proiezione che ogni tanto appaiono mentre Jobs blatera, come fossero visualizzazioni del suo pensiero, proiezioni proprio su muri dietro di lui, ovviamente "meta", non sono proiezioni vere (mi sto incartando, lo so), insomma come quando in 127 ore Franco scapocciava e aveva le visioni proiettate sul canyon, invece qui è la Silicon Valley (non è questa, la Silicon Valley, purtroppo). 
Per il resto siamo nella norma di uno che, diciamolo una volta per tutte, è generalmente sopravvalutato, ha vinto l'oscar per uno dei suoi peggiori film. E ricordiamo sempre che Kublick non ha mai vinto un oscar. Boyle sì. Kubrick no. Così, tanto per ricordare che la vita stay ingiustish sempre. Danny la minaccia.
E poi c'è il terzo bravo ragazzetto, Michael Fassbender.

Ci sono due cose che nel suo Steve Jobs fanno proprio a pugni. All'angolo destro la sua bravura, all'angolo sinistro il fatto che Michael NON È e non può in alcun modo essere Steve Jobs, mai. Come l'Essere di Parmenide (questa a Jobs sarebbe piaciuta, lui e la sua mania dei grandi pensatori.. usati come testimonial, ivi compreso Turing e la sua mela)


Lo possono pure vestire uguale (male, ma quanto si vestiva male Jobs? Cristo mille miliardi di milioni e neanche un personal shopper?)

e fargli il taglio di capelli, ma Fassbender è meno Steve Jobs di... chessò... Idris Elba.
Fatto sta che però Michael è anche un bravissimo attore (anche se insomma, dopo Kutcher pure un labrador avrebbe fatto una figura migliore) quindi non è brutto vederlo recitare praticamente mai (no, non fate ancora quelle facce sognanti con gli occhi in aria mentre ripensate a questo). Quindi ok, non sarai Steve, ma sei bravissimo, quindi hai vinto ancora una volta, Michael. Ma non ditemi che gli date l'oscar (o anche solo la candidatura) per questo film che mi sprogrammo il cervello.
A fargli da contorni ci stanno Kate Winslet culona ma sempre molto bella e brava (più di Michael)

Seth Rogen che potrebbe e dico potrebbe finire con una candidatura come il suo amico ancora più ciccione Jonah Hill

E poi c'è Jeff Daniels
90s jim carrey dumb and dumber jeff daniels Lloyd Christmas
ah no, è così
kate winslet michael fassbender seth rogen jeff daniels steve jobs
E insomma, alla fine, questo altro Steve Jobs, lo osanna o lo critica, questo famoso Steve Jobs? Diciamo che la scrittura sopraffina di Soorkin riesce a farci sopportare benissimo la stessa bipolarità che invece era schifosamente resa in quello con Kutcher: Steve Jobs ERA un genio ed era ANCHE uno stronzo patentato.

Poi, è cosa nota che io patteggi palesemente per gli stronzi patentati, soprattutto se questi stronzi patentati ti hanno cambiato davvero il mondo (ah no? Andatelo subito a scrivere sui vostri smartphone touch!!! Correte!!11!!) e, a latere vale la pena ricordare, hanno salvato la Pixar con i loro miliardi di milioni quando sembrava dovesse chiudere.
Insomma, chissenefrega della figlia quando ci ha dato la Pixar! Non rompere figlia!



Insomma, forse mi ripeto, ma viva la faccia ad essere stronzi se poi sei Steve Jobs! E, proprio come dico sempre, lasciamo che quelli che "odio la Apple perché ha sistemi chiusi. perché ti fanno pagare il design. perchè è di moda." scrivino tra loro sui loro stupendi Acer, noi teniamoci stretti nel nostro sogno (secondo me sempre più vicino) di avere i computer tutti touch, tastiere comprese).

Grazie Steve, ti saluto da qui e ti penso adesso che stai trattando gli angeli come delle pezze da piede mentre ti programmano il nuovo iGod.
Comunque scusate, ma se a un certo punto faranno una presentazione Apple chiedendo a Sio di fare il video dietro, avranno vinto. Un presentazione grossa più grossa:
Stay angry, stay grosshish.
Ultima cosa voglio fare un appello piccino picciò (no grosso più grosso) ai potenti mezzi teconologici degli organizzatori dell'anteprima. Premessa: dovete sapere che il grande circo delle anteprima funziona che ti arriva una mail con un link, tu ti iscrivi (e se mandi quel link a qualcuno una spia walmare tron il tagliaerbe gionni deppe nel computer ti becca e TI UCCIDE) e quello ti dice: ok! il tuo nome (e quello di tutti quelli a cui hai passato la mail) è stato registrato. E fine, vai all'anteprima, dici il nome entri vedi il film esci vai a casa dormi.
Alle volte, per i film diciamo più grossi (oddio sto iniziando a parlare come Sio, poi dici che c'ha un milione di views) ti devono rispondere con una mail di conferma. A me, per Steve Jobs, non è arrivata mai. Mi è arrivata una mai.
Allora io sono andato a dire il mio nome (che tutti dovrebbero conoscere a questo punto) e mi hanno detto: no, non c'è. Si metta lì a cuccia, zitto e buono, e se rimane posto forse la facciamo entrare forse.
A quel punto, mi sono messo nell'angolo, e zitto zitto mi sono avvicinato all'entratat, stay quatto, stay vaghish, e insomma sono entrato.
Ma questo sappiatelo mi ha fatto molto male! Stay rosichy stay inbucatish a me non si fa!
Io sono il direttore d'orchestra di Chicken Broccoli! Qui comando io!

Stay Chicky! Stay Broccolish!

Rottura di scatola

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The gift
Trama: Un pacco

Dovrei chiudere la recensione di questo inutile thrillerazzo dicendo giusto tre quattro cose tipo
- copia molto quel tipo di thrillerazzi anni 90 in cui una coppia di coniugi va a vivere in una casa nuova e a un certo punto suonano alla porta ed è un vecchio amico del marito che all'inizio sembra gentile, poi un po' insistente, poi stramboide, poi matto col botto
Un po' come Uno sconosciuto alla porta ma molto molto molto meno pauroso e Mommythrilleresco
- il regista è proprio Joel Edgerton, che recita anche la parte del mattoide, quello fico che sta lavorando tantissimo (lo scroprimmo anni addietro e ce lo siamo ritrovati qui, qui, qui, qui, qui e qui) alla sua prima regia, e ha curato anche la sceneggiatura. Non poteva evitare di fare entrambe e farci magari il seguito di Warrior? Grazie.
- Jason Bateman sta cercando di togliersi di dosso la puzza di tutte le stronzate comiche che ha fatto, e per stronzate intendo proprio stronzate, ma non ce la fa assolutamente.
- Lei dove l'ho vista?
- Mi ha ricordato per certi versi quel film, The Box, del regista di Donnie Darko, che ci fregò tutti per poi rivelarsi un coglione. Che fina ha fatto a proposito? La sua pagina wiki non è aggiornata da due anni... e quando nessuno aggiorna la tua pagina wiki sei morto anche nella realtà.
E insomma siccome non avrei proprio nient'altro da dire, ho deciso, visto che arriva Natale, di regalarvi una serie di gif con pacchi regalo e scatole di vario tipo e genere. 
Sono le famose... gift!
halloween nightmare before christmas jack o lantern jack in the box
Vi è piaciuta la battuta? Ma come? NO!?

CB ANTEPRIMA • The Heart of the Sea

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The Heart of the Sea
Trama: Balen Rodriguez


Com'è questo Moby Dick reloaded? È fico. 
Sarò breve perché ci sono partenze da organizzare, trasferte da fare, Awards da illustrare, poster da stampare, la vita di noi marinai (se è vero come è vero che il web è un mare che infatti si "naviga") è dura. AHOY!
Ronron Howard, quel regista sempre un po' a metà tra blockbusteroni fichissimi e film impegnati (ma sempre americanoni), esplora la storia - a loro dire vera - che ha fatto da ispirazione al Moby Dick, quelle due parole che se messe di seguito, siccome fondamentalmente sono una scimmia ammaestrata, mi fanno ridere SEMPRE.

Il film si difende benissimo perché
- C'è il mare 

- Ci sono le navi di legno (e Master & Commander c'entra molto)

- C'è l'avventura

- C'è l'amicizia virile (ma Magic Mike non c'entra nulla)

- C'è la parentesi di crescita grazie al narratore - che da vecchio è Malocchio Moody e da giovane Spiderman (in pratica Thor e Uomo ragno già sono amici), quattordicenne che sale sulla nave bambino e ne scende Pinocchio (capirete perché), attor giovane già visto in The Impossible, questo se non sta tutto il tempo a mollo non è contento
chris hemsworth tom holland cillian muhy ron howard in the heart of the sea
- C'è un corpulentissimo Thor, capitano di fregata (!); che però non è Akab (qui non c'entra nulla la sfida tra capitano e balena, non c'è la feroce sfida tra i due, e il film ne giova enormemente)

che per l'occasione passa dall'essere un coatto di thorvajanica 

a Casthor Away
Non ci si aspettava per questo film uno dei soliti dimagrimenti esagerati hollywoodiani, invece per tutta la seconda parte del film diventa più che necessario, perché il film diventa una vera e propria epopea di sopravvivenza con tanto di cannibalismo (con scene prese di patta da Gordon Pym, che sembra essere fonte di ispirazione quasi più di Moby Dick per almeno metà film) e attori impegnati in diete pazzesche. Che poi - proprio come nell'altro di Angelina Jolie - mi chiedo sempre: ok i protagonisti, pagati di più e con più minutaggio, dimagriscono per il bene del film, ma ne vale la pena, in fondo sulla locandina c'è il loro faccione e di loro ci ricorderemo. Ma i comprimari? Le comparse? Quelli che si sono dovuti fare la tua stessa dieta e non ne ricavano neanche un nome sui titoli di testa? DIETOLOGIA!!!!11!

Comunque funziona tutto, anche le parti un po' più diluite (solo l'incipit dura 25 minuti), soprattutto perché ci sta BALENA! 
Ma attenzione, questo non è Moby Dick...pffahaha

Questa è una storia "vera", e in quanto tale non ci sono supereroi, scontri di titani, kraken (anche se sarebbe stato cuuuute:

e la balena, per quanto gigantesca e mostruosa sia (e fatta benone), per quanto segnata da mille ferite, per quanto "personaggio"è solo un animale che difende il suo territorio, guardate che cattiva

ah no, eccola
quindi tutto quello che immaginate sia degno di un film uomo v balena, non c'è.
Ci sono "solo" uomini di mare che stanno ANNI a largo, che sostanzialmente lavorano, non uccidono per odio, per vendetta, ma solo perché è quello che devono fare.
Anche lo scontro tra il capitano della nave (un rampollo ricco e inesperto) e il suo primo ufficiale (appunto Thor, esperto lupo di mare) non è la solita solfa tutta battibecchi e vendette interne, alla ricerca del favore della ciurma, non è un nuovo Rush, quindi, ma più lo scontro tra due uomini che si stanno cordialmente (neanche troppo) sulle palle, costretti a stare su una barca - o varie barche, sempre più piccole - per mesi e mesi... già così sarebbe ai limiti, poi aggiungi all'equazione balena e hai fatto.
Il film naviga su lidi sicuri in quanto a spettacolarità (anche se il 3D non è poi così utile, ricordo scene marine di Vita di Pi molto più profonde) e nella scelta degli interpreti: ce ne sono molti, tutti sopra un livello medio (tra cui un sempre più strambo Cillian Murphy). Peraltro ho finalmente capito dove avevo già visto il protagonista fichissimo di Fear the Walking Dead, è TOM MARVOLO RIDDLE (voi sapete chi...) ed è un F-I-C-O!

The Heart of the Sea sorprende proprio per la sua mancanza di spettacolarità romanzesca. Parlavo con alcuni cospettatori, molto più ferrati sull'argomento Melville di me, che ne lodavano appunto l'aver saputo confrontarsi con Moby Dick... ppffahaha

senza fare un'ameriganata in quanto tale. 
Ce l'immaginavamo un po' tutti la scena di Thor che la inseguiva gridando MALEDETTA! immemore di tutti i suoi compagni di traversata cieco e selvaggio come un modello L'Oreal norreno e, nonostante questa scena in un certo senso ci sia, non è come l'avesse girata Michael Bay, il rischio c'era.
Certo, pensare troppe volte a Manster & Commander non fa benissimo all'economia del film. E anche certi rimandi, inevitabili, allo squalo sono di troppo
Poi, che io abbia pensato TUTTO il tempo a un supercrossover con loro
finding nemo emoticon whale dory speaking
forse è solo un problema mio, ma immaginare Thor che ad un certo punto "CCIIAAUUUUUOOO IIOOOO UOOORRAAA TIII IUCCIIIDDDDOOO"...
Comunque, ci sta gente che questo film lo aspettava da centinaia di giorni, disegnando una balena al giorno sul suo tumblr

A questo punto volevo mettervi una supercollection di copertine di edizioni mondiali e bellissime di Moby Dick ma (tralasciando il fatto che fanno TUTTI la cover con la sezione del mare e sopra la barchetta e sotto la balena, ho trovato un logo che riassume la genialità grafica che ogni tanto si può raggiungere

E poi ho rispolverato il mio amore amoroso per Kate Beaton (che è un po' la ScottC. al femminile). Ne riparliamo di lei perché è uno dei più grandi geni viventi (i suoi fumetti letterari sono da inserire nei piani scolastici del mondo). Ecco due suoi Akab love Whale:
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