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Channel: Chickenbroccoli
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Washington DC

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The Equalizer
Trama: Si aprano le Denzel

Il Natale è alle spalle.
È stato un perioso di gaudio e felicità. Di regali e pandori. Possiamo ben dire che siamo stati tutti più buoni.
Tutti tranne uno.
Il mondo.
Il mondo è rimasto cattivo. E non sono servite tutte le mazzate che ha preso da Liam Naason poche settimane fa, lui continua ad essere cattivo.
E nelle pieghe e piaghe della sua infamità, la cattiveria del mondo si allarga a macchia d'olio anche tra le razze delle persone più buone, anche nella comunità nera.
Per fortuna però, se Liam Naason è l'eroe bianco dell'umanità, adesso può contare sull'aiuto di un eroe nero, ora esistono i Ringo Boys della bontà!

Costui, questo giustiziere d'ebano, difensore degli oppressi e dei disperati è Denzel Washington!
Lo so, non ci potevi credere che era proprio lui, l'attore afroamericano più oscarizzato di sempre, colui che ha sempre qulla faccia un po' imbolsita e il culo flaccido, ma è così.
Denzel è la quota nera della giustizia sommaria, è l'uomo qualunque che quando vuole ti fa due colpi di karate e tu, cattivissimo scagnozzo della mafia russa, sei morto male prima ancora di riuscire a dire "Dasvidania Tovari...AH!"
In questo film Denzel è un ometto cheto cheto, lavora in una specie di grande magazzino di attrezzi per edilizia e fai-da-te, e nessuno sa cosa faceva prima quel buon signore che aiuta tutti, è sempre calmo, anche quando il cliente non sa che punta comprare per il suo trapano nuovo, aiuta i ciccioni a diventare guardie giurate (giuri di non mangiare mai più dica lo giuro) e insomma adotta il benemerito profilo basso.
Non fosse che il nostro Denzel è un ex agente segreto che ha un potere specialissimo (almeno nella fiction cinematografica, si tratta di regia, non è che lui ha davvero i poteri...): quando arriva nella stanza del pericolo il tempo si ferma e lui con sguardo denzelesco nota tutti i particolari della stanza, li elabora, trova il modo di fare fuori tutti in mezzo secondo, il tempo si ferma, il processore mentale avvia il programma "ammazza tutti" e bum, la scena "scatta" e lui fa fuori tutti. Proprio lo stesso potere di Gordon-Levitt in quel film con le bici, solo che che Denzel lo usa per prendere a sganassoni i cattivi del Mondo, e cronometra pure per migliorarsi sempre.
La differenza tra Liam e Denzel è che se il primo i guai un pochino se li va a cercare e alla fine quando dall'alto dei suoi due metri inizia a riempire di lividi i cattivi un pochetto ci gode anche, il secondo proprio si vede che vorrebbe solo starsene tranquillo col suo libro in mano (probabilmente La capanna dello zio Tom)
Proprio nel grande magazzino si svolge tutta la scena finale, con grande utilizzo di armi di fortuna, ma non per questo meno micidiali, come sparachiodi e sacchi di sughero. Che però viene da chidersi, se è vero che volevi una vita senza più violenza e cattiveria nel mondo, perché non sei andato a lavorare in una toletta per cani? Casomai ai cattivi di turno nella scena finale gli lanciavi addosso un chiuaua. Ecco comunque una lista di oggetti usati per l'impresa di pulizia anticattivi di Denzel.
Invece lui piuttosto che schiacciare le pulci dei cani preferisce eliminare i parassiti che infestano il mondo e aiutare le dolci prostitute interpretate da Chloe Moretz


che questa volta invece di essere lei a spaccare culi, subisce un po' il contrappasso dantesco e sono i russi che lo spaccano a lei. Ma per fortuna poi torna la ragazza acqua e sapone che piace di più al mondo dei buoni.
Comunque te lo saresti mai creduto che lei
sarebbe diventata lei?

Denzel è uno che cammina e anche se le cose gli esplodono dietro a lui non gli si muove un capello (!)

Non si scompone e rimane tutto di un pezzo e rimane sempre con la sua faccia imperturbabile anche quando ammazza con delle mosse finali degne di Mortal Kombact

Forse l'unico appunto che si può fare alla modalità di giustizia sociale omicida di Denzel è di essere un pochino democristiano, nel senso che se è vero come è vero che il passato gli ha riservato tanto dolore e il suo unico desiderio è quello di vivere la tranquilla vita americana di comprare un cartone di latte e il giornale al diner sotto casa, non è giusto che lui sprechi le sue abilità da commando e non elimini tutto il giorno le persone cattive che minano la bontà del mondo. In questo Liam è più coerente.
Ma Denzel può sempre recuperare. Tanto ormai è un eroe action. E funziona di più come eroe action che come attore normale. E come uccide lui i cattivissimi russi tutti tatuati e spietati (e soprattutto banali, ancora a fare i cattivi quando sei russo e tatuato?




Che poi il film non è male per niente, nonostante la banalità del plot e del cattivo di turno.
Non vedo l'ora che questa moda di far fare gli action ai cinquantenni - che peraltro riescono molto meglio dei giovani palestrati, fatta esclusione per i Botaxebles ovviamente - faccia pensare ad un grande universo cattivo e condiviso dove Liam e Denzel prendano a doppie botte gli empi e i villani, tutto in una lunga sequenza orizzontale come Double Dragon:

Chiudere l'anno con misoginia, violenza etnica, razzismo e accuse di pedofilia, grandi mosse di CB. Sono forse uno di quei bruti che Liam e Denzel dovrebbero spulciare?

Distraiamoci con questo illustraposter va:

2x1 • Post Coitum

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Ci sono due pellicole che ho visto tempo fa che si sono avvicendate nel non produrne la recensione per motivazioni del tutto avulse dalla loro intrinseca qualità. Ma come parlo? Non m'annava de farli e mo' me servono per fare quella categoria dei CHICKEN BROCCOLI AWARDS di domani sera e ne devo parlare per forza prima che arrivi il 2015.
Evvabbéddai.
Strano poi che non ne ho parlato prima visto che trattano entrambi quella cosa che ci sta rovinando tutto il gusto di fare all'amore con le ragazze e i ragazzi: i ristoranti cinesi il sesso virtuale. Il primo è:
Sex Tape
Trama: Tra moglie e marito non mettere il sito

Cameron Diaz riesce con questo culetto mostrato fuori tempo massimo 
(ve l'ho già detto che questo è l'anno dei culetti mostrati fuori tempo massimo per pura disperazione professionale? Kate. Nicole. Ora Cameron.), e con tutto il film che gli sta intorno, a sbaragliare ogni tipo di concorrenza e a vincere a mutande mani basse il premio di peggior attrice dell'anno (sì, è un'anteprima dei CB AWARDS).
Cameron è sempre stata miezz' miezz', definita chissà da chi una gran fica (io l'ho sempre trovata pericolosamente vicina alla bruttezza da troll), ma al tempo stesso quella "supersimpatica" pazzerella troppo forte mi fa troppo ridere, fica ma ridere. Ha attraversato momenti di grande celebrità (l'esordio con The Mask, le Charlie's Angels... poi? Oddio... ah sì Tutti pazzi per Mary...) e qualche tentativo nella recitazione quella vera (su tutti Gangs of New York... poi? Boh... non me ne vengono in mente altri... ah sì forse Vanilla Sky? Forse no...), ma senza mai entrare nel vero mito. Poi, anno dopo anno, non si sa come, è diventata una quarantenne disperata, ancora persa tra commediole di nessun gusto (il vincitore del Broccolo Film dello scorso anno lo conferma) che fa di tutto, oggi, per mettere in mostra i risultati della palestra e la sua inutilità (insieme a Jennifer Aniston se la battono proprio).
Ed eccoci arrivati al 2014. Anno in cui ci ritroviamo Cameron in due ruoli, entrambi dall'alto tasso erotico, entrambi di una bruttezza e un imbarazzo rari. In uno è una coguar ai limiti del ridicolo, in uno una milf a cui piace l'obiettivo (!).
In The Counselor Cameron scopa una Lamborghini.
In Sex Tape Cameron scopa un inutile Jason Segel (mai cognome fu più...), e si riprende con l'iPad
e il video finisce in rete. Fa ridere questa cosa? Insomma, niente che ci possa stupire dopo che abbiamo visto i video popporni di gente famosa, che nel riprendersi mentre scopava ha fatto anche cose ridicole tipo addormentarsi
Imitare Buffalo BIll
Fumare un tampax
Imitare American History X
In Sex Tape c'è anche Rob Lowe, che ricorderete per video sessuali interessantissimi come "mi faccio una sega":
La commedia nasce vecchia per sua stessa ammissione, dai, sul serio, ancora che facciamo film su questa cosa dei filmati sexuali finiti in rete? Ma qualcuno è davvero interessato? No dico, basta aprire il reparto foto dei telefonini di CHIUNQUE per trovare qualsiasi cosa. Poi dici che meme del genere non servono:
E allora sai che divertimento nel vedere le acrobazie erotiche di questa coppia di sfigati e le conseguenti peripezie nel tentare di recuperare il video ormai diventato virale. Nessun divertimento. Mai. Non fa ridere MAI. Mai nel senso di MAI. È il peggior film commedia dell'anno, ma anche di tanto tempo addietro, roba che le cose con Jason Bateman o Jennifer Aniston sono stupefacentemente divertenti. Se non fosse che parliamo di sesso e fa un po' schifo come associazione, Sex Tape è la COMMERDIA più schifosa dell'anno.
Ci rivediamo con Sex Tape, domani sera per la precisione. Cosa succede domani sera?! CI SONO I CHICKEN BROCCOLI AWARDS! E saranno la BOMBA dell'anno, altro che fuochi d'artificio. Quindi domani alle 23:59 tutti davanti ai computer con le finestre aperte. Come Frodo e Sasha in:
Open Windows
Trama: Mac OSé 
Invece qui qualcosa di più da dire c'è.
Almeno tre elementi di questo film valevano una certa attesa.
Il regista - Nacho Vigalondo è quello di Crono Crimenes, uno dei migliori temporal thriller (no, non thriller che si svolgono durante un temporale, ma che si dipanano in archi temporali assurdi, tra viaggi e paradossi, ne abbiamo avuto un esempio esagerato proprio lo scorso mese), un regista spagnolo che avevamo scommesso avrebbe fatto una carriera superlativa. E invece no. Almeno non come lo speravamo.
Il protagonista - Che è Frodo, uno che, al pari di Harry Potter, deve faticare non poco a scrollarsi di dosso i peli da hobbit, e quindi fa scelte sempre molto laterali. Fa il Maniac, fa dei film spagnoli brutti in cui ha a che fare con altri maniaci che lo costringono a fare cose "altrimenti lui muore". 
Ecco questa cosa di uno che arriva e lo costringe a fare cose succede anche in questo film, ripetita non iuvant ma questa volta fa una specie di nerd segaiolo grande fan di un'attrice, attrice che viene rapita davanti ai suoi occhi e lui deve salvare con la sola imposizione della tastiera. Attrice che poi è...
Sasha Grey - Ora, Sasha la si conosce soprattutto perché è una pornostar di larghe vedute (!)... no, non trasformiamo questo post in una sequela di battuttacce sul fatto che fosse (e credo sia tuttora) una celebre pornostar, dai. Per larghe vedute intendo che è una di quelle che non ha mai nascosto la sua dedizione al lavoro e che è riuscita (se poi bene o male, non voglio discuterne) ad affrancarsi e a invadere anche altri campi culturali (!) tipo il cinema più alto (ha lavorato con Soderberg. In effetti chi non ha lavorato con Soderbergh...), la letteratura, la televisione. 
Una pornostar femminista, riassumendo. Della serie Scopare è bello, mi piace, perché non dovrei farne un lavoro?
L'unione di questi tre elementi che potevano creare un buon mix eterogeneo (il bravo regista, la star in cerca di riscatto, la pornostar che tenta di fare l'attrice) si scontra contro l'idea di base del film, che sicuramente poteva sembrare interessante per un cortometraggio, ma per 90 minuti diventa insopportabile.
Per tutto il film siamo davanti ad uno schermo di un computer. Le "windows" del titolo sono proprio le finestre del computer, aperte ognuno su siti, webcam, chat, che insieme creano la storia del film (una storia un po' balenga a dire il vero, un rapimento, un salvataggio da remoto, una roba che probabilmente in mano agli sceneggiatori di Black Mirror sarebbe stata sfruttata meglio, e in minor tempo). Il film è tutto così, con le finestre che si aprono, chiudono, volano da una parte all'altra.
Questa idea, ripeto, annoia subitissimo, crea una confusione inaudita e se proprio vogliamo dirla tutta, non è manco così nuova.
Un film spracato, un trampolino di lancio per Sasha sprecato, un protagonista sprecato. Nacho, torna all'ovile dei tuoi film spagnoli, secondo me fai meglio.
C'è una sola cosa e una soltanto che mi pare interessante - nella misura in cui è una roba da nerd segaiolo - del film. Open Windows inizia con uno stralcio del film horror recitato da Sasha Grey, cioè dal suo personaggio, quello che tanto ama Elijah Frodo. Il film (l'unica parte non tipo schermo di computer) è praticamente una sorta di trailer dello stralcio che Vigalondo ha girato per V/H/S Viral, ci sono quindi le creature dagli occhi luminosi che attentano alla vita della bella.
Be' molto interessante no? Ve l'avevo detto che era una roba da nerd segaiolo.
Comunque anche se non c'entra un cazzo (!) a me tutta quella storia del Fappening che è durato il tempo di un comunicato stampa di indignazione non mi sta bene. Secondo me si è parlato troppo della facial d'angelo di Jennifer Lawrence e troppo poco di quanto sia lampante che i tempi di internet ci stiano viziando malissimo.
Scusa eh, Paris Hilton ha fatto qualche video e se n'è parlato per anni, lei è riuscita a diventare una sorta di star (poi lascia stare "star" per chi...) solo facendo dei pompini alieni o in bianco e nero e altre genialate tipo questa:
Capito, per mettersi a favore di camera sbaglia posizione. La faccia di lui è geniale.
...mentre del fatto che centinaia di attrici siano state hackerate e messe davanti agli occhi suini di tutti i ragazzini del mondo (ok. anche i miei.) ce ne siamo scordati dopo una settimana, ma che dico, anche dopo tre giorni.
Non voglio dire che bisogna gridare allo scandalo, perché ognuno fa il cazzo che gli pare (!) e anzi, ma che ben venga (!!!) sapere che si divertono (ma quello sulla faccia di Jennifer è Chris Martin? Io vedo gossip ovunque.) e che alla fine non stanno sempre a pensare a oscar e trucchi, ma anche a del buon sesso ristoratore, solo che quello che mi ha colpito è stata la velocità con cui tutta la cosa sia passata nel "non sa. non risponde."... L'oblio. Proprio intendo come velocità di fruizione del presunto "scandalo".
Comunque Jennifer ha reagito troppo seriamente, da lei mi sarei aspettato una risposta tipo questa:
funny animated GIF
e che in effetti più a una cosa dai importanza più quella ne assume per osmosi, rimane il fatto che boh. Troppo veloce. Troppo. Guardando nel mio giardinetto mi chiedo se leggete i miei post così velocemente come vi siete scordati del fappening.
Ecco il trailer del nuovo film Disney:

Ehy! Ma sai che c'è? Ma che ce ne frega! 
DOMANI SERA CI SONO I CHICKEN BROCCOLI AWARDS! 
Tutto il resto non cunt.

SIAMO SERIAL • The Final Season

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È il penultimo post dell'anno. 
E come la volta scorsa ho deciso di fare un punto serio sulle Serie Tv del 2014.
Amici, vi devo dire una cosa. E cercherò di essere il più delicato possibile.
Le serie tv sono morte.
E se non sono morte sono in un coma molto ma molto profondo.
E vi assicuro, sono stato delicato.
Qualcuno una volta ha detto che per le serie TV c'è un pre-Lost e un post-Lost. E poi un pre-Breaking Bad e un post-Breaking Bad, e che non la vedeva tanto bene per le serie TV.
Quel qualcuno ero io e siccome stavo in galatticovisione mi sono dovuto contenere che c'erano i bambini e le casalinghe di Vigenvano in ascolto era fascia protetta. La verità è che la situazione è una merda totale. Stiamo alla frutta, ma che dico, stiamo all'ammazzacaffè. 
Facciamo un attimo il punto e rispondiamo a questa semplice domanda: qual è stata la migliore serie TV dell'anno?
Alcuni risponderanno True Detective. Io - nella misura in cui sto stilando i CB AWARDS per stanotte - rispondo Fargo, ma siamo, in entrambi i casi, LONTANISSIMI dalla qualità raggiunta da quella benedetta e maledetta al tempo stesso serie chiamata Breaking - fottuto capolavoro biatch - Bad.
Dai oh, dai, non mi venite a dire che True Detective adesso è la serie capolavoro di sempre che veramente non scherziamo eh! Sì ok Matthew McConaughey, ok le tette della Daddario, ma signori miei, la storia era giusto un passo più in là di un Mommy Thriller e comunque niente che non abbiamo visto ne Il silenzio degli innocenti e film con Asheley Judd. Non venite a dirmi che poi tutti quegli ammazzamenti non fosseroo già stati meglio congeniati in Hannibal giusto l'anno scorso, e andiamo.
Poi Fargo; per carità me la sono gustata e ho apprezzato enormemente (più di tutti i film dei Coen messi insieme, per me da sempre e per sempre sopravvalutati) andamento e recitazioni, ma anche qui, nulla di veramente nuovo sotto il sole la neve.
Ma cosa è successo? Io sono convinto che la saturazione e la fiducia ormai quasi certa riposta nelle produzioni più varie abbia ormai dato un via libera dissociato, dove la qualità è spesso scambiata con la voglia di fare la serie solo per farla, perché sanno che tra battage pubblicitario, scaricaggio web, mille repliche, fandom e tumblr diventa molto probabile che anche serie palesemente scarse possano godere di abbastanza spettatori da superare diverse stagioni, facendo andare avanti il carrozzone della TV generalista...
Forse sto campando in aria discorsi, forse sto straparlando, fatto sta che non v'è serie TV del 2014 che sia stata memorabile, che abbia davvero stupito, e anche le varie conferme sono state stanche, noiose, quando non definitivamente orrende. 
La prima parte della lista che segue non è quindi la liste delle serie che ho visto, ma quella delle serie che ho abbandonato (vi metto anche la puntata da cui non le ho più viste così potete dirmi "MA POI CRESCE! CRESCE PROPRIO DALLA PUNTATA DOPO DI QUELLA CHE HA SMESSO!"), e non sono poche, vuoi perché non ho più tempo (DEVO VEDERE FILM! Altroché!), vuoi perché ok la bulimia e ok il guilty pleasure, ma è arrivata l'ora di guarda in faccia la realtà: le serie TV stanno tirando le cuoia. Non metterò neanche i Chicken Broccoli voti perché il fatto di averle abbandonate parla da solo, di contro non avendole finite non mi sento di dare un giudizio completo. Insomma tiro il broccolo e ritiro la zampa.
The Affair
Trama: The affair si ingrossa

Puntatus interruptus: metà della quinta. Come? Inizia a crescere dalla metà della quinta?
Una storia di corna.
Lui sposato padre modello scrittore mezzo fallito parte con moglie e figli per le vacanze. Arriva e subito inizia a broccolare come un pazzo la cameriera figa del diner. Lei ci sta nella maniera che tutti gli uomini sognano: docce all'aperto, gonnelline che lasciano intravedere mutandine, boccuccia a papera e battutine con doppi sensi unici.
FIniscono a scopare come i ricci anche se lei è la moglie di Pecey di Dawson Creek cornuto ma non mazziato credo
Ma ecco che a metà puntata tutto ricomincia! FICO! ...uno si dice: la storia fa rewind e capiamo che fino a quel momento avevamo assistito alla storia secondo il punto di vista di lui, come l'avesse raccontata all'amico al bar (cosa che in effetti è, ma non è l'amico e non è al bar, sono più investigatori dentro una sala di interrogatorio, e scatta subito il "oh uguale a True Detective! Che sarà successo?"), e quindi la seconda parte della puntata è il punto di vista di lei, ovviamente molto diverso, dove lei non è per niente la flirtatrice folle della parte precedente e dove lui anzi è un quasi stalker.
Tutto questo è buono, ma per quante puntate potrà reggere? Per me dopo quattro già mi ero annoiato di rivedere le stesse cose, per quanto raccontate diversamente. Certo poi c'è un mistero, loro sono entrambi, lui e lei, sotto interrogatorio e puntata dopo puntata si capisce che c'è qualche omicidio o crimine o quel che è, ma la noia ha preso il sopravvento troppo presto. E dire che c'erano anche cose del genere che insomma, l'asticella te la alzano (!)
Ma nonostante questo passo. Anche se la canzone di Fiona Apple per la sigla è bella e strana e sensuale come è lei (quanto amavo Fiona Apple lo so solo io):
La riprenderò? Forse... no, siamo onesti, probabilmente no.
The Knick
Trama: Dottor Corte

Puntatus interruptus: Terza. Come? Inizia a crescere dalla quarta?
Che è a tutti gli effetti un medical: ci stanno dottori, infermieri, pazienti, altri dottori, ma tutto nella NY dei primi del 900, quando la siensa medica era agli arbori e più che altro aprivano le panze, ci ficcavano dentro le mani e vediamo un po' che succede, tipo terapeuti filippini diciamo.
Il protagonista è il sempre bel tomo Clive Owen e alla produzione/regia di sta Steven Soderbergh (che non è sempre sinonimo di qualità, comunque).
La serie inizia bene, per carità, Clive è sempre un bel guardare, soprattutto quando fa il fascinoso maledetto e geniale (ha mai fatto il fascinoso maledetto e geniale? 

Ora che ci penso mi sa di no, ma è bello lo stesso...) e l'ambientazione è perlomeno lurida al punto da non far sembrare tutto l'ennesimo Grey's Anatomy (tantomeno l'inarrivabile, inimitabile, indimenticabile E.R.)
Solo che poi iniziano a menarmela col razzismo - arriva un dottore bravissimo ma AIUTO! È NERO! e da quel momento alla battuta "il principe cerca doglie"è stato un attimo
Non avrei voluto interromperla, giuro, ma poi è successo. Neanche il fatto che allo scorso Festival der Firme de Roma abbiano fatto l'intera serie in blocchi da tre puntate a volta e su grande schermo mi ha convinto a vederla.
La riprenderò: Ma certo! ...che no.
Hysteria
Trama: Boh.

Bah.
Dai non vedetelo come io non ne parlo che facciamo prima va.
Poi c'è la serie Marvel che avevamo iniziato lo scorso anno e che per puro masochismo abbiamo ripreso anche questo e...
Agents of S.H.I.E.L.D. - Season 2
Trama: Agents of S.H.I.T.


...e fa schifo. Cioè ancora più schifo. È diventata inguardabile, e dire che io mi vergognavo non poco di aver visto tutta la prima serie (sempre per quella mia convinzione mista a speranza che ci avrebbero messo in mezzo cose che poi mi sarei ritrovato nei film invece manco per la mazza di Thor che ci sono cose dei film, c'è solo zozzeria, effettacci per nulla speciali e personaggi uno più odioso dell'altro. C'è stata anche la puntata con la presentazione dell'altra serie tv targata Marvel, quella sull'agente Carter, che era nel primo Cap America, lei:

e di cui nessuno, ma davvero nessuno, sentiva la mancanza. Poi una serie che si autodefinisce un evento e come tagline usa "Certe volte il miglior uomo per affrontare una missione è una donna"... la casa delle Idee proprio. Idee di altri.
Forse la Marvel sta un tantinello esagerando, già il fatto di aver pianificato 5 anni di film è alquanto inquientante, voler conquistare anche il palinsesto e - almeno questo è quello che penso - voler arrivare ad aprire un canale tv interamente Marvel (cosa che tra repliche di film, cartoni, possibili programmi di approfondimento e telefilm potrebbero già fondare) diventa troppo anche per loro. Capisco che devi per forza rompere le palle alla DC (che comunque ce la mette tutta a fare roba brutta, se tutti i telefilm che fa sono sempre per ragazzini mezzi scemi, vedi Flash, basta il trailer per farti rispuntare i brufoli di quando avevi 14 anni), ma certe cose sono troppo fatte male per essere perdonate. AotS è tra queste.
Intanto, dopo essere morta alla seconda stagione e poi resuscitata alla terza e poi essere rimorta ma poi di nuovo resuscitata da Netflix per una quarta stagione, muore definitivamente:
The Killing - Season 4
Trama: Killing TV Softly

E pensa (l'ho vista tutta, sono solo 6 episodi) è la stagione che ho apprezzato di più (sarà per la sua brevità?) perché finalmente sia Linden che Holder avevano trovato la loro perfetta dimensione come personaggi (e come attori) e anche il loro rapporto pazzerella/drogato ripulito era riuscito nel difficile equilibrio della coppia di poliziotti che ce ne sono mille di coppie di poliziotti di mille tipi e questa era arrivata al punto che erano un tutt'uno.

Ecco The Killing è la classic serie che ha vissuto una vita al contrario e la sua chiusura è figlia dei tempi in cui viviamo, in cui una serie deve per forza essere bomba da subito. Invece Le prime due stagioni ci avevano ampiamente rotto le palle, proprio perché l'avevano presentato così tanto come il "nuovo Twin Peaks" che poi due anni per scoprire un assassino (che peraltro era il più imbecille di tutti) ce l'aveva fatto un po' odiare. Invece arrivati alla terza, e ora alla quarta, la dimensione era perfetta: un caso misterioso all'anno, coppia di detective per cui patteggiare fortemente (molto più sfaccettati dei tanto blasonati Rust/Cole, fatemelo dire) e un piacevolissimo andamento di sospetti e colpevoli sempre ben congeniato.
Mi dispiace molto che sia finita qui. 
Anche con le Serie TV, ci siamo voluti bene in fondo.
Come dite? Dite che come al solito sono catastrofico? Ma l'avete visto bene quest'anno? Ecco riguardatevelo, che fa male.
Magari avete ragione voi, magari è un naturale passaggio, dopo tante cose belle (è vero sono stati anni di cose belle, e tante, e tanto belle) c'è sempre quel periodo di stanca.
Ma se guardi al futuro è peggio che se guardi al passato. Il futuro com'è? Presto arriva Saul:

Siamo felici? Ne sentivamo il bisogno? No davvero, rispondiamo col cuore in mano a questa domanda: vogliamo davvero vedere le avventure di un personaggio che, inserito in una cornice di perfezione aveva la sua perfetta funzionalità, ma che forse, al comando di una serie tutta sua, ci farà solo l'effetto di un metadone, effetto tristemente noto come "non vale un centesimo della droga originale". Sarà meth celestina chiara chiara, pura al 2%.
E poi? Il futuro prossimo? Solo titoli che ti viene lo sconforto, derivativi (12 Monkeys, Truman Show, Scream, The Mist (ok, questo evviva almeno per me), Sin City), mille da fumetti (Daredevil, Preacher, iZombie, Scalped, Hourman. Chi? Boh) e insomma monnezza.
Poi ricominceranno serie che già conosciamo: American Horror Story è diventato una delle peggiori serie in circolazione, nessuno vuole o aspetta una sesta serie, anche la dovessero ambientare nello spazio, anche da quando abbiamo scoperto che tutte le storie sono collegate; Walking Dead - a cui si affiancherà uno spin off - avanza errabondo senza meta, lo continuiamo a vedere perché - citando un amico del Chicken Broccoli Magazine - "le robe di zombi si vedono e basta"; GoT anche passa più per noioso che altro, poi da quando ho saputo che per tutta la prossima stagione non potrò godermi dei monologhi di Hodor non lo aspetto più con lo stesso entusiasmo
E poi tutti gli altri satelliti riempitivi: Hannibal, The Strain, 
Accettiamo almeno in questo splendente ultimo dell'anno la verità che molti ancora si ostinano a negare: le serie Tv sono morte.
Ovviamente fino alla prossimo capolavoro inaspettato che, per fortuna, mi smentirà. Per ingannare l'attesa vediamoci i video di quei matti che fanno partire TUTTE le sigle dei serial TV insieme. Psichedelia allo stato puro:

Qui altra follia.

• CHICKEN BROCCOLI AWARDS 2014 •

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E alla fine è successo.
ChickenBroccoli è diventato quella cosa seria che io "Mai nella vita farò diventare ChickenBroccoli una cosa seria! Cascasse il mondo sarà SEMPRE un giochino che posso rompere quando voglio, trattare male quando voglio, dimenticare quando voglio! Ah, non mi faccio fregare questa volta! Questa volta è una roba che guarda, proprio se mi ricordo e se mi va".
E poi arrivava luglio e con lui arrivava quella netta sensazione di "facciamo un magazine di carta", perché a stare sul web si perde quella cosa di poter dire, allungando la mano, "che morbidezza""tieni, ho fatto questo", che è poi il motivo per cui ho sempre fatto le cose (esatto, facevo altre cose prima di fare CB, ci potevi credere? Io no.)
Ed eccoci qui. Dopo gli Awards un po' disadorni del 2009, quelli statici del 2010, quelli sguardlinghi del 2011, quelli ipergiffati del 2012, quelli alfabetici del 2013, arrivano - e sapevamo già che sarebbero stati così, dai lo sapevamo - quelli illustrati del 2014.
Ma non sono solo illustrati, sono davvero i più speciali CB AWARDS che siano mai usciti, perché per una volta non sono la solitaria elucubrazione di un pazzo che per sua stessa ammissione "vede tanti film... vede tutti i film... vede. troppi. film.", ma sono anche il frutto (per nulla proibito) della fatica di DIECI grandi dell'illustrazione italiana.
Prima di tutto, quest'anno, le categorie che da sempre caratterizzano i CB AWARDS sono presentate in una favolosa ILLUSTRORAMA, infatti sono tutte illustrate da Magherita Barrera, colei la quale le darei tutte le password della mia vita telematica per quanto è brava e per quanto bene ha già fatto a ChickenBroccoli durante er Festival dei Firme de Roma (Ricordate? Una, due, tre, quattro, cinque volte ricordate.).
Margherita ha realizzato quindi tutte le stupende illustragif che presentano gli Awards! Non sprizzate giuoia da tutti i pori anche voi? Io sì. Tenete, mi avanzano dei salviettini umidificati.
Ma non è finita qui, perché la vera sorpresa arriva alla fine di questo post, ed è una richiesta di soldi un nuovo progetto illustrato di quelli che vi faranno brillare gli occhi. Vai di strillo:
CB & 10 grandi dell'Illustrazione 
italiana contemporanea 
presentano 10 miniposter, 
dedicati ai 10 CHICKEN MOVIE del 2014! 
E la cosa bella è che voi potete ACQUISTARLI! Mi raccomando seguite BENE le istruzioni, sennò impazzisco, voi li ordinate e io li spedisco a casa vostra entro Gennaio... ok, facciamo entroFebbraio in deliziosi rotolini arrotolati.
ENNÒ! FERMI! Mo' non è che andate subito a vedere CHI sono i 10 illustratori e quali sono i 10 CHICKEN FILM 2014 (e quanto costano i poster), adesso vi ciucciate tutti tutti i CB AWARDS uno per uno! SI VADA A INCOMINCIARE! Intanto coi mejo poster dell'anno! 
Sessuomani, garzoncelli, aliene, re dei mostri, cameramen schizzoidi, roboto ciccioni, ladre di polli e pollastrelle ladre, tutti in bella mostra sui cartelloni. Ovviamente valgono solo i poster ufficiali, che di illustraposter avoja la Bellezza.
Il più imponente trend dell'anno è il palese e disperato tentativo di doppiare il successo di Hunger Games che, giunto al suo terzo capitolo.parte 1 (film che peraltro non ho neanche visto), ha fatto nascere tutta una sequela di film(acci) fotocopia. Li chiamano young adult, tutti uguali (no, davvero, sono tutti uguali) il cui protagonista vive in un futuro distopico e dispotico le cui alte sfere hanno regolarizzato la società imponendo divisioni classiste, ma siccome quelli della 3aE erano tutti belli ed eleganti tranne l'eroe/ina di turno ecco che lei/lui, armato/a del solo spirito combattivo che la/o contraddistingue (ma non senza l'aiuto di qualche adulto dall'occhio lungo, il fricchettone ex-68ino di turno per capirci) ribalta la situazione. Poi sono tutti tratti da libri che probabilmente scrivono gli stessi produttori per poi trarne il film. Ecco di quante copie ciclostilate parlo (clicchi il titolo e vai alla recensione):
Per carità, meglio una protagonista le cui aspirazioni sono liberare il proprio popolo dall'oppressione invece che diventare la più bella del ballo di fine anno e che prende arco e frecce per ammazzare i dittattori piuttosto che struggersi in un letto perché non sa se è meglio limonare con un vampiro di brillocchi o un uomo alpaca mannaro. Va bene il concetto quindi, ma quest'anno hanno esagerato, anche perché diciamolo, di Jennifer ce n'è una e tutte le altre son nessuna (anche nel Fappening Jennifer è la meglio del meglio).
Chi di maschera ferisce, di maschera perisce. Ogni anno è l'anno giusto per mettersi una bella maschera in testa e fare, a scelta,  il supereroe, il pazzo assassino, il pazzo e basta, i video promozionali per il proprio magazine. Succede che nel 2014 abbiamo avuto almeno tre mascherate che alla Commedia dell'Arte ancora ne parlano:
Che voi dobbiate andare ad uccidere una famiglia in una casa sperduta, che voi dobbiate andare a uccidere una gang di neri fulminati in una villa sperduta, che voi dobbiate andare a (non)registrare un disco di musica assurda in un cottage sperduto, ricordate di portare con voi la vostra maschera. E anche il prossimo invito alla festa di carnevale a tema "Cinema" l'abbiamo risolto.
SpiderWeb! SpiderWeb! Per niente friendly SpiderWeb! Ma che non lo sapevate che averlo chiamato WEB (ragnatela) era una dichiarazione d'intenti bella e buona! Se dovessimo dare retta ai film che abbiamo visto quest'anno dovremmo buttare computer, iPad, iPod, iPhone e chiudere i nostri account Facebook, Twitter, Tumblr e insomma tutto quello che ci permette di essere connessi perché sembra che nell'internet ci navighino solo pirati e criminali, gente che ti ruba le password e l'identità e gente che ti chiede foto di tette prima di chiederti il nome, sempre se te lo chiede. Ma guarda un po':
Di click in click abbiamo guadato torrent profondissimi, incontrato albini ballerini, preso a skateboard in faccia zombi messicani, difeso pornostar spaventate, salvato adolescenti disturbati, spiato coppie infoiate. Era la realtà, manco troppo virtuale. Come avete detto che vi chiamate?
Un 2014 che pareva di fare l'album di figurine Panini, che mannaggia a chi metteva le figurine nei pacchetti, io non ci ho mai creduto che era tutto casuale, secondo me c'era qualcuno che oltre alla drogaina sul retro metteva anche delle figurine super-rare stampate in pochissime copie dentro solo certi pacchetti di certo non quelli che mi comprama mamma Broccola. Io avevo sempre un sacco di doppioni invece. Una volta infatti ho fatto l'album regolare e quello dei doppioni. Ho finito prima quello dei doppioni.
Al cinema il Doppio è quasi un Genere: parlo del doppelganger, della copia con.forme, del tipo che tutti scambiano per te, che non si tratta del gemello, si tratta dell'impostore... anzi no, si tratta della tua psiche sciroccata. Abbiamo gridato BIS! in:
Jake & ekaJ, Jesse & esseJ, Sansa & asnaS, Festone & enotseF, neanche nella Pagina della Sfinge della Settimana Enigmistica c'erano tanti bifronti e Trova le differenze. 
Sì lo so, dico sempre che un trend si definisce a 3. 1 è Nullo. 2 è Caso. 3 è un trend (3nd, appunto), 4 è Genere. Ma quest'anno ci sono stati questi 2 film che inneggiavano talmente tanto alle corna, proprio all'emento palco luciferino di corna caprine che non potevo fare proprio a meno di inserirli. Cornuta Angelina, cornuto Daniel.
Vogliamo proprio arrivare a 3? Chiedete cosa ha fatto Ben Affleck per far arrabbiare così tanto Rosamund.
di [Alabama]
Quest’anno Alabama peggio che mai. Non va ai festival, non vede i film fatti di tofu, non scrive recensioni, parla di sé in terza persona. Uno scempio. 
Quello che è certo è che almeno un grosso film a mandorla l’ho visto, addirittura due volte, e si chiama
Il sor Miyazaki non poteva congedarsi in modo migliore dalla scena cinematografica (ma sarà poi vero??), il suo ultimo film è quel che comunemente si dice CAPOLAVORO. Non date retta a CB che ha il cuore di pietra. Sul podio ci va lui, ma ci metto anche un’altra cosetta che ho visto nell’unico festival a cui ho partecipato (senza fare alcun report, shame on me!!), ovvero Short Peace, un insieme di 4 corti animati sperimentali, orchestrati da nientepopodimenoche Katsuhiro Otomo (Mr. Akira in persona). È BELLISSIMO. I corti sono tutti UNO SPETTACOLO. Recuperatelo! E buon anno! 
Chi è che in TV diceva che il Cinema è il padre e le Serie TV sono le figlie? Ah già, ero io. Sì esatto, c'è chi ancora dice che "le serie ormai hanno superato i film", "spengete il cinema, accendete le TV", "non buttate il telecomando". Ebbene... no. Sempre di più mi convinco che le Serie Tv NON sono meglio dei Film. Certo, poi ci sono gli esempi eccellenti di serialità, e, incredibilmente, quest'anno a vincere è un serial tutto itaGliano. Dai Cinema, stai senza penzier', che non corri nessun pericolo.
Ah. L'amore. Questo folle sentimento che. Per fortuna noi (almeno io sì, voglio sperare anche voi) siamo immunodeficenti (!) a questa brutta patologia. Non è stato facile isolare la Paziente Zero ('na francese, caschetto nero, nasino all'insù, puzza di creme brulet...) ma gli studiosi dell'Università della Broccolornia ce l'hanno fatta. E quindi ora a dominarci è solo l'ormone! Quello che ci fa fare gridolini di soddisfazione quando vediamo questo e quell'attrice, possibilmente spogliati e sudati. Ecco un virtuale gioco delle coppie tra i Top of Topi del 2014. 
Lui tutto d'un pezzo, tiene saldo il cambio tra le mani.
 Lei umorale, un'alzata di bandiera al vento.
Lui un mascalzone galattico, ha una grande pistola laser.
Lei muscolare e battagliera, maneggia bene lo spadone.
X-Men Cast & Spring Breakers Cast. 
I maschi in costume, bestiali, bizzarre, metallici o mentali.
Le ragazze in bikini, rapinatrici a cui piacciono i liquidi.
È stato un anno parco. Pochi i personaggi femminili degni di nota. Non facciamone una colpa alle ragazze e non accusiamo il sottoscritto di misoginia. Una cosa è certa, la peggior attrice dell'anno, nella sua disperata corsa al "i'm still sexy" fatte di "posizione del pesce pulitore" e di filmatini hard sul web (per finta, è anche passata indenne al Fappening) è Cameron Diaz. Un imbarazzo ambulante.
Il personaggio femminile più ricco, stratificato, ben scritto e meglio recitato è di certo quella pazzerella di Amy in Gone Girl
E poi c'è Eva Green. La ragazza, lo sappiamo sin dalla sua prima apparizione, è ben messa in quanto a materno slancio di petto, sì insomma, c'ha due tette bellissime. E non fa nulla per nasconderle, mostrandole in Sin City 2, mostrandole in 300 2, mostrandole in Penny Dreadful. Eva, continua così, che le tette sono sempre un evargreen.
Ed eccoli qui, quei bei tomi degli attori. Lanciamo qualche Broccolo in faccia ad attori che tra sopravvalutazioni e contratti milionari ci fanno hanno fatto chiedere "ma che davero davero?"
Ecco, uno che veramente non si capisce perché sia così quotato (e vincitore di Oscar) è Colit Fitt, non è che uno si guadagna questo soprannome senza aver fatto del male a qualcuno. Quest'anno (al netto di Woody Allen) è stato micidiale sia come buono, che come cattivo, che come un po' e un po'.
Ma. Stiamo. Scherzando? A parte che tutto il cast di The Counselorè imbarazzante, ma i livelli raggiunti da Javier con le sue camicie astruse, i capelli insù e la faccia gonfia non ha eguali.
La vecchiaia, bisognerebbe evitarla finché si è giovani. Lo dimostrano i 4 vecchiardi di Last Vegas, quattro vere Glorie che convinti da chissà quale bisogno (probabilmente la retta dell'università dei bis-nipotini, o l'operazione alla prostata) hanno accettato di partecipare a una delle più stanche e puzzolenti di naftalina commedie dell'anno.
Per fortuna ci sono quelli bravi! Sì, lo so che alla fine ravano sempre nell'Actor Studio Americano ma, ehy, ci sono Attori di altri Paesi? Se li trovate presentatemeli.
Un'assoluta novità per questa categoria in due film (ma tre ruoli!). Enemy e Lo sciacallo sono la consacrazione alle parti "strane" di Jake.
Ovviamente Matthew, che ormai ci è abbonato a vincere tutti i premi del mondo (se la deve essere presa perché lo chiamavo Matto Meccanigo e il sentimento di rivalsa guarda dove l'ha portato). Mmm. Mmm. Mmm.
E poi colui che finché non vince un Oscar non potremo dire di vivere in un mondo Giusto. Apes Revolutionè il primo film a rendere gli attori in carne e ossa del tutto accessori.
Ma ce n'è uno, di attore, che ha fatto una di quelle rentrée che neanche se ti chiama Quentin Tarantino: Arnie! Swarzy! Insomma lui, l'uomo che per anni ha dimenticato di essere l'eroe action più imponente di sempre per fare qualcosa di totale inutilità come governare la California! Ma l'aveva promesso con quel "I'll be back!". Lo abbiamo visto in Sabotage e Escape Plan, e in entrambi ci fa una figura da Mister Universal: vecchio e imbolsito eppure ancora capace di mangiare in testa a tutti questi giovinastri dell'Action. Ho evitato The Botaxebles 3 perché ho una dignità (!), ma lo aspetto come mai nel nuovo Terminator (non aspettiamo il film, aspettiamo lui). Bentornato Arnie!
Se c'è una cosa per cui ChickenBroccoli è davvero utile è broccolarvi le ragazze farvi risparmiare tempo e denaro mettendo dei cartelli ATTENZIONE FILM ORRENDO! sopra le locandine dei film. Quanti film NON avete visto grazie alle recensioni di CB? E quanti invece avete visto per poi pentirvi ancora di più di aver seguito i miei consigli maledicendomi col pugno alzato? Ecco i BROCCOLI FILM 2014, quei film che NON dovete vedere assolutamente! Se clicchi sull'immagine vai alla recensione. 

E poi dimmi che non è stato un brutto anno al cinema. Orrendo veramente. Sono caduti lapilli ricoprendo - e per fortuna - un cast ridicolo, Verdone ha realizzato il suo peggior film di sempre, interi cast di grandi nomi sono stati sprecati o per geriatria o per banalita afroamericanoide, Cameron Diaz rovina ogni film che fa, ormai anche Mark Uolberg, per non parlare di Gionni Deppe, finiscono con un respiro da comatoso le avventure della Terra di Mezzo, una catastrofe di film catastrofico, e poi lui, il peggior film dell'anno: ridicolo il film, ridicolo il cast, ridicola la sceneggiatura. La Bruttezza ha un nuovo titolo: The Counselor.
E alla fine ci siamo. Eccoli qui. Quello che TUTTI stavate aspettando (ma tanto lo so che la prima cosa che avete fatto è stata venire quaggiù a vedere dicendo "poi tutto il resto lo leggo con calma. Oh, è già luglio! Poi non ho più letto i CB AWARDS. Vabbé ormai sono vecchi, aspetto i prossimi"). Ecco a voi - se clicchi sui poster diventano più grandi, se clicchi sui titoli vai alla recensione, se clicchi sui nomi vai ai siti degli artisti - I 10 CHICKEN FILM DEL 2014 INTERPRETATI DA 10 GRANDI ILLUSTRATORI ITALIANI!




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E cosa succede ora con tutte queste BELLISSIME illustrazioni? Mica le vorrete lasciare a prendere polvere qui quando potete fargli prendere polvere a casa vostra? ESATTO! Le potete appendere ai vostri muri! Già, ora dovete potete acquistare...
I 10 CHICKENBROCCOLI POPSTER 
dei 10 CHICKEN FILM 2014!
Ecco le specifiche cartotecniche:
• misure 29 cm x 42 cm;
• stampa su carta martellata;
• sul retro tutte le informazioni dell'artista
 + recensione CB del film.
Li potete ordinare spingendo i pulsanti Aggiungi al carrello che trovate sotto le anteprime. Appena finito l'ordine spingete ANCHE il pulsante per le spese di spedizione qui sotto. (Da 1 a 10 poster pagate sempre 3 euro! Comodo no?)

MI RACCOMANDO È IMPORTANTE!
C'è anche un'offerta speciale! Comprarli TUTTI a 100 EURO


Per qualsiasi chiarimento potete scrivere a cb@chickenbroccoli.it
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Abbiamo finito? Avete già comprato tutti i poster? Bravi, avete fatto solo il vostro dovere, come i 10 Illustratori e CB hanno fatto il loro.
Chiudiamo in bellezza con le dieci scene che ci ricorderemo negli annimesi giorni a venire, scene che starebbero benissimo in un montaggio tutto insieme con la colonna sonora fatta fichissima se solo avessi il tempo di farlo, ma la mia vita va un po' al ralenti, come una delle scene bellissime di quest'anno. Non ve l'ho detto che mentre facevo i CB AWARDS cambiavo anche la sede del CB CINEMA? Non ci si annoia mai qui da me!
Dal 2015 sede nuova... e soliti brutti film. Vai di ► play:
Guardiani della Galassia preparano piani di fuga prostetici
mentre Quicksilver lo fa piano piano in X-Men.
Una lotta tra Anchorman di ogni canale 
un'estenuante combattimento nel fango in The Raid 2. 
Salvate il soldato Cruise sulla spiaggia di Edge of Tomorrow 
l'estenuante piano sequenza di True Detective:
Elsa si costruisce il gelido castello in Frozen,
è meraviglioosooo come il LEGO MOVIE:
Britney & bitch! Colonna sonora per le Spring Breakers 
...e domani tutti sotto Quaalude come il Wolf of Wall Street!

E questo è stato il 2014 ChickenBroccolesco. L'anno in cui ChickenBroccoli è diventato una cosa seria, perché ho capito che nonostante le premesse promesse con cui ho iniziato (questo post e tutto ChickenBroccoli), mi sono ricordato sempre, ogni giorno, da cinque. E mi è andato sempre, ogni giorno, da cinque anni. 
E ora mi va ancora di più.
E quindi volevo dirvi un'ultima cosa importante prima di prendere una settimana di meritat(issim)a pausa - sottolineo pausa, non disperate, quell'"Addio" serve solo alla citazione - in cui io mi riposerò guardando voi, bellissimi, che acquistate i CB POpSTER. E la cosa è:

• ELEONORA ANTONIONI al 32° TFF #3 •

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E si ricomincia! 
E come ricominciare in modo assolutamente sorprendente e faticosamente broccolesco se non... facendo fare il lavoro agli altri?!
Ma quale lavoro e lavoro, qui si fanno recensioni illustrate che sono uno splendore! E a farle - direttamente dall'ultimo Torino Film Festival - è Eleonora Antonioni, bella, brava e buona (bella e brava lo potete vedere da voi, buona perché riempie ChickenBroccoli di stupendi disegni come se venisse pagata! Pensa te la follia umana dove arriva!).
E siccome non c'è due senza tre, dopo la prima puntata e la seconda puntata ecco che oggi arriva (attenzione che la sorpresa è grande): la TERZA PUNTATA! Incredibile amici. Io mi sono ripreso da poco dalla sconvolgente rivelazione...
Poi in effetti avevamo detto che uscivano il sabato, ma oggi è venerdì, solo che domani vado a fare una cosa (che saprete domani mattina) e allora mi si accavallavano tutte le comunicazioni e insomma OH! Ma che pensavate che con l'arrivo del 2015 arrivava anche l'ordine, la precisione e il correttore di refuis? Teneri loro. Invece pensa che sono più agguerrrito che mai e ho ben VENTI aiutame addì 20 film. Riparto lunedi, velocissimo sulla mia macchina a forma di chicken felice come un crash test dummy!
Intanto buona lettura della prode Eleonora! - CB - 

RADIO DAJES

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CB e Radio si piacciono. Dài ammettiamolo. 
L'effetto quando i due si incontrano è più o meno questo:
C'è una storia, un trascorso, un'attrazione reciproca fatta di belle chiacchierate al telefono come a 16 anni "mi AM? ma quanto mi AM?" (qui seguono risate).
Tutto cominciò quando RadioRai2 mi telefonava alle 6 di mattina, io mi svegliavo felice con lo squillo del telefono
e ci facevamo questi flirt telefonici e poi ciao, ci siamo sentiti, alla prossima. E poi ad un certo punto non mi ha richiamato più. Anche se io ho continuato a svegliarmi alle 6 per anni.
Peccato perché io a quell'ora do sempre il meglio di me, e dico cose intelligentissime come parolacce, zombi, kubrick e altre discussioni altissime con cui potete sollazzare i vostri padiglioni auricolari qui.
Poi ultimamente - in occasione del Chicken Broccoli Magazine, quella cosa che non mi stancherò mai di dire COMPRATELO - sono arrivate le incursioni nelle vesti dell'intervistato, le vesti di chi aveva cose importanti da dire come ad esempio "dateme i soldi", e voi spettatori così:
E ora, dopo tanti collegamenti al telefono, finalmente Radio mi ha invitato a casa sua! Io ci vado! OGGI! Grande giorno oggi sabato 10 Gennaio, che alle 13.30, vado a Radio Popolare Roma, in un programma che si chiama
come ospite speciale che, come ogni ospite che si rispetti, dopo tre minuti puzzerà di broccolo cucinato il giorno prima.
CAPITO!? Vado in Radio proprio anima e corpo (e che corpo...) e parlerò per tantissimi minuti dei CHICKEN BROCCOLI AWARDS! Sceglierò canzoni! Regalerò copie del CB MAGAZINE e vi inviterò tantissimi al CB MAGAZINE PARTYdel 16 Gennaio!
Cosi tante cose, così poche onde su cui far surfare la mia soave vocetta.
Non vi sembra pazzesco? A me no, l'ho sempre saputo che Radio mi pensava e che alla fine avrebbe ceduto al mio fascino latino ergo sum e che alla fine avrebbe aperto le sue casse per accogliere il mio transistor. Allora ci sentiamo alle 13.30
 >> QUI<<
GOOOOD INDIGESTIONNEEE ROMA!

♰ Anita Ekberg ♰

La donna che viste due volte

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I Origins
Trama: Occhio per occhio, gente per gente.

E via che si ricomincia per davvero.
Anno nuovo, Broccolo vecchio! Recensioni sempre più assurde! Gif sempre più pesanti! Ego sempre più gigante che va in radio (ah, per chi si fosse perso l'ora e più di chiacchiere dedicate ai CB AWARDS dello scorso sabato, ecco il PODCAST) e in TV! Collaboratori sempre più numerosi e sempre meno pagati! 
Ecco cosa fa grande ChickenBroccoli, non c’è mai limite alla bruttezza dei film che vede e alla tracotanza con cui ne va fiero. Ma contro alla bruttezza delle visioni con cui ormai questo sito convive. CB contrappone sempre la bellezza di quello che è definitivamente diventato il nuovo corso, la vogliamo chiamare missione?, di questo sito: l'unico posto dove gli artisti vedono i film e poi ci disegnano sopra. Vi pare poco? A me no. E siamo all'inizio. Se vi dicessi che qui dalle mie parti già si lavora per una cosa che succederà a Maggio e un'altra che succederà a Dicembre voi ci credereste?
Ricominciamo seriamente, dicevo, e ricominciamo - anche se ho venti film aiutame addì 2-0 da recensire - con un film che forse non è tra i più gettonati del momento (ci stanno Turing, i Cavalieri e Amy Adams che scalpitano) ma che ci terrei particolarmente che voi vedeste (forme verbali sempre più audaci!). Ma poi li vedete i film che vi consiglio? Pronto? C’è nessuno lì fuori? (senso di solitudine sempre più lampante!). Oh, certo se non commentate… alle volte mi pare di parlare da solo (passività aggressiva sempre più scatenata!).
Dunque, tornando a noi, il film è il nuovo film degli autori di Another Earth, quello della terra gemella che non mi era mica piaciuto tanto, e infatti quanti preconcetti e prevenzioni (d’altronde prevenire è meglio che curare, lo consigliano dieci oculisti su undici) avevo messo come filtro prima di iniziare questo film non potete immaginarlo. Stavo lì e "ma figurati sarà un'altra roba meta-filosofica di chiacchiere senza capo né coda, magari anche con un plot interessante ma poi uno svolgimento tra il new age e chepalle.
E invece (convinzioni sempre più labili!) via via che vedevo il film, scena dopo scena, si smontavano tutti i preconcetti e si cancellavano tutte le prevenzioni.
La storia mi prendeva sempre di più, gli attori mi piacevano, la regia mi appassionava e il film mi colpiva con una profondità rara. 
Un Bel film. Ecco. E questo già basterebbe a farvi staccare gli occhi da questo schermo e andarlo a recuperare. Vi fidate di me? Aprite bene gli occhi e andate a vederlo. Anche perché da adesso in poi inizio a parlare della trama e forse sarebbe meglio sapere molto poco della storia per godersi davvero tutto il film dall'inizio alla fine.
La storia. La storia è sì un po' new age, ma lo svolgimento non lo è per niente, ed è questo che mi ha zittito (ho passato i primi 14 minuti a borbottare con il timbro di Maurizio Costanzo cose tipo "masaràunarobbanewagebbbb"), ed è questo che mi è piaciuto, essere zittito con un aproccio al tema - un tema supernewage come la reincarnazione - molto concreto. Tutto è affrontato con un piglio scientifico e biologico, potremmo quasi coniare un nuovo genere, invece della sci-fi, la DNA-fi. 
Il protagonista, quel Micheal Pitt sempre un po' nel dimenticatoio, sarà colpa dell'appeal un po' troppo efebico (come Cillian Murphy, per fare un altro esempio), è un giovane biologo che studia gli occhi umani. Cioè non è uno che fa sguardling attenzione, è proprio uno che studia a livello medico iridi, pupille, cornee, retine. La sua passione per l'occhio umano  - che se visto da vicinissimo è proprio un pianeta, come ci ricorda la locandina (e che potrebbe andare dritta in questa galleria della notte dei tempi) ed è come un'impronta digitale, ognuno ha i suoi - lo porta anche a fare delle foto agli occhi che più lo colpiscono. 
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Insomma, sicuramente un progetto fotografico non tanto originale, ma sempre meglio di altri progetti, tipo questo (link da aprire a vostro rischio e pericolo). 
Sta di fatto che il tipo va a una festa e fa una foto ad una tizia con un passamontagna, poi la tizia se lo porta in bagno per fare le cose che si fanno in bagno a una festa, no, non mettersi il collirio, piuttosto copula sul water.
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Il tipo però è già innamorato, degli occhi della tipa, e dice "no! io queste cose non le faccio! Io solo amore amore amore, sono o non sono un uomo di sienza?". La tipa scappa, ovviamente.
Ma il Destino - nel film il Destino è praticamente un personaggio a sé, è la forza eterna che muove tutto - è in agguato (in agguato è proprio il verbo giusto... sa essere molto feroce, il Destino) e i due si rincontrano, lui per strada, lei su un cartellone:
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Poco dopo il timido Doc(chio) vede una ragazza sulla metro e RICONOSCE QUEGLI OCCHI 
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e fa una delle mosse che SOLO nei film può funzionare, questa:
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Capito? Senza parlare le mette le cuffiette. Lei esce e lui la segue con l'iPod in mano. Grande rimorchio. Bravo. Certo se lo fai nella metro di Roma come minimo parte un calcio negli zebedei che altro che bellezza efebica.
E insomma questa volta è fatta, i due si innamorano e si mettono insieme evviva l'amore (quanto è newage l'amore) e mentre in laboratorio gli studi sugli occhi continuano, la vita privata va a gonfie cataratte, addirittura con immediato trasferimento in casa di lei (ecco qui forse c'è la cosa più fantascienifica: lui si trasferisce da lei con DUE scatoloni, peraltro con tre cose dentro. Ma cristo l'avete mai fatto un trasloco? Maledetti film che ci fanno credere che i traslochi sono DUE scatoloni).
MA ECCO CHE SUCCEDE UNA COSA CHE CAMBIA TUTTA LA VITA...
Non voglio spoilerarvi, è brutto fare spoiler quando il film vale. Ripeto il consiglio è spassionato davvero: vedete I Origins (capito il fino gioco di parole? I... "ai"... eye...) perché è un film che mi ha colpito, e se ha colpito me, buona reincarnazione a tutti.
Già, parla di reincarnazione, l'avrete capito, ma niente di più lontano da quella boiata di Cloud Atlas, qui il tema è affrontato con dovizia di realismo, con piglio umano e non umanista, e un argomento che poteva davvero dare il la a una noiosa filippica proto-religiosa diventa l'occasione di parlare di sentimenti in maniera reale, quasi medica, di certo antropologica, come se curare un cuore spezzato fosse pari ad un osso rotto, come se la speranza, la religione, il Bene viaggiasse su lunghissime stringhe di DNA e non sulle invenzioni delle Chiese del mondo.
È un film romantico, emozionante, sorprendente. È un gran bel film.
Un ultimo motivo per cui vedere con occhi spalancati il film è che probabilmente ho trovato la donna della mia vita. Si chiama Astrid Berges Frisbey, lei:
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no scusate è lei:
e niente, ragazze, non ci sperate più a tentare con la vostra beltà il golden bachelor CB, ho deciso che è lei la donna della mia vista:
D’altronde anche l’occhio vuole la sua parte. Quale parte? Ma, direi tutta la parte che va dalla punta del capello più lungo alla punta del mignolino del piedino che deve essere anche lui molto bello, ci scommetto.
Ho anche pensato che se davvero la reincarnazione esiste io già so sicuramente in cosa mi reincarnerò:

Abecedemortorio - Anno 2

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The ABCs of Death 2
Trama: D come dilaniati, E come Echecavolostigiapponesisosemprepiùassurdi, F come fichicenestannosolodue

Questa volta è andata così:
La scorsa volta era andata un po' meglio.
La serie ABC è quella cosa di fare un film horror fatto di 26 microcorti horror realizzati da 26 registi diversi, in ordine alfabetico, i corti non i registi. Ad ogni regista una lettera da cui trarre una parola da cui trarre un corto, così:
Quindi un film a episodi, che come ogni film ad episodi che si rispetti è fatto di episodi che ti piacciono ed episodi che non ti piacciono. Esempio esemplare la serie V/H/S (1, 2 e Viral).
Qui però siamo oltre l'episodico, perché fare un film di 26 spezzoni crea sì una varietà di stili e visioni invidiabile, ma non dà spazio ad alcuni di realizzare cose veramente interessanti.
La maggior parte dei corti di questo secondo ABC infatti ha il respiro corto (corto il film, corto il respiro? Non deve esserlo per forza...) e anche se alcuni hanno davvero delle buone idee, alla fine si scontrano con finali affrettatissimi o affettatissimi. 
Il migliore è l'ultimo, la Z di Zygote, disturbante e assurdo, horror puro. In effetti è anche l'unico che vale davvero la pena vedere.
Personalmente ho apprezzato i segmenti S (un bel home invasion con sorpresa finale), un po' l'M (una sorta di pubblicità scannata per delle gomme da masticare), K (una palla nera di odio conquista la terra), I (una strega orientale fa i conti con la famiglia), V (una vacanza che finisce a schifio).
Divertenti a loro modo quelli orientali (soprattutto l'O), che riassunti in queste due gif
rendono bene il sempre valido adagio: questi so' pazzi.
Ma il resto sono tutte lettere abbastanza inutili. Alcune semplicente stupide o per nulla horror (E, F, G, J, N), altre solo occasioni sprecate (lampanti la X, dai registi e con la Beatrice Dalle protagonista ancora di A l'enteriour, e la U di Vincenzo Natali, quello di Cube, che evidentemente ha perso lo smalto o è rimasto intrappolato nel 1999 in quanto a visione futuristica).
E poi c'è una questione un po' straniante. Ci sono tanti (troppi) corti con tematiche omosessuali. Ora, non è straniante che ci siano, è straniante che in un film corale, con registi di ogni parte del mondo, la questione omosessualità sia così pericolosamente accostata a tematiche horror. Davvero siamo ancora a quel punto, come società? Al punto in cui per porre l'attenzione su una questione che dovrebbe essere bella che superata ricorriamo ai metaforoni horror? Il ragionamento meriterebbe una discussione più profonda, peccato che il film è brutto (vince il Broccolo per maggioranza) e che almeno due dei corti con queste tematiche sono tra i peggiori dei 26.
Carini i titoli di testa
ma l'impressione rimane: ABC è un progetto molto bello sulla carta ma che lascia troppo poco spazio ai suoi autori. Forse 26 sono davvero troppi corti da strizzare in un film solo. Magari fare i Sette Peccati capitali (7) o i Segni Zodiacali (12) sarebbe meglio. 
Se qualcuno farà dei film horror sui 7 peccati o sui 12 segni gli mando lui a vendicarmi:
Poi non riesco a capire perché non chiamano David Sandberg, che fa i migliori corti horror che esistono (sono corti! e sono horror! Fanno paura! Li vedi QUI.
La volete vedere una cosa davvero disturbante? Questo tizio è andato in giro per Londra così conciato:
Sì, è pelle di pollo. Ed era agosto. Storia vera. Dovrebbe essere un progetto artistico secondo lui, c'è anche questo video

che fa più paura di tutti i 26 corti di ABC messi insieme. (Oltre ad essere una versione assai disturbante di questo).
No. Nonostante la pelle di pollo, non ero io.

Occhi appalla

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Big Eyes
Trama: Che occhi grandi fai. È per fregarti meglio.

Dunque Tim si è lasciato con Helena Bonham (ma per niente bona) Carter e diventa un tipo tutto colori e sole e mare e arcobaleni e stuff? Veramente mi stai dicendo che Burton ha mollato il suo andamento goth (che lo vorrei vedere andare in giro con il cantante dei Cure, ci sarebbe da ridere. Potrebbero anche essere nel cast di This Must Be The Place 2)
Ma no, il fatto è che Burton ha definitivamente saltato lo squalo ed è diventato un regista come tutti gli altri, anzi peggio di tanti altri.
Lo sappiamo che Brutton (non più Burton da anni) non azzecca un film da tanto tanto tempo. L'ultimo che possiamo dire veramente suo qual era? Sleepy Hollow? 
No perché Pianeta delle Scimmie era una brutta marchetta, Big Fish sopravvalutato, La fabbrica di Cioccolato un totale fallimento, La sposa cadavere bah, Sweeny Todd caruccio ma lo avete mai rivisto?, Alice da denuncia, Dark Shadow niente di speciale anche se salvabile e Frankenweenie diseducativo.
E adesso Brutton torna con un biopic che racconta sì una storia di arte e stile e personalità, anzi si basa proprio sul concetto di visione artistica personale, dell'arte come tramite tra la propria anima e il mondo, sull'artista che tramite il suo stile riesce a comunicare quello che altrimenti a parole non riuscirebbe. E proprio in un film che sottolinea l'importanza di trovare il proprio stile (nell'arte, ma anche nella vita) Brutton riesce a dimenticarsi totalmente di sé, dello stile che ha tanto caratterizzato la sua carriera (e purtroppo ha vantato il più alto tentativo di copie carbone mal riuscite, soprattutto negli anni 2000, quando fu tutto un proliferare di quella "artistica" corrente chiamata Pop Surrealismo).
Ora, la cosa molto strana è che io di questa Margaret Keane non avevo mai sentito parlare.
"Ecchissenefrega" direte voi, "Ammemeffrega" rispondo io, perché queste cose dell'arte con gli occhi grandi posso ben dire di averle avute intorno per un po' di anni della mia vita (dal 2003 al 2009, per l'esattezza), gli stessi anni in cui proliferava, appunto: il Pop Surrealismo (riassumendo Pop Surrealismo: mettere insieme le robe pop con visioni oniriche e fare tutto un mega mix di rimandi e ispirazioni e dipingerli - o realizzarli al computer - con stile fumettoso/cartonesco. Leggi anche qui.).
Insomma ci ho gravitato, l'ho vista nascere, imporsi e poi morire malamente. Ho cercato con gli occhi aperti di vederne il buono, di evitare le tante buffonesche copie, e insomma posso dire anche di aver contribuito (non credo sia stato un grande merito, a conti fatti) a farlo arrivare qui in Italia. Ora non sto a specificare cose facevo, ma insomma quando finisci nella pagina di Wiki dedicata al LowBrow e al Pop Surrealismo e sulla Treccani (e non ti ci sei messo da solo) qualcosa di "importante" vuol dire che forse l'hai fatto, e se non importante, perlomeno degno di Wiki (hai detto cazzi).
Ma smettiamo di incensare me - anche se è la cosa che mi riesce meglio - e pensiamo ad affossare il film. 
Dunque, non averla mai sentita mi pone di fronte a un interrogativo molto serio: sono io un inetto o nel film mi fanno credere che fosse più famosa di quanto in realtà non fosse (c'è un momento in cui la paragonano, in quanto a celebrità, ad Andy Warhol, che era comunque successivo...). E come mai non è mai apparsa in nessuna delle interviste che ho fatto, quando magari si parlava di Ispirazioni? Perché insomma, se io vedo questo (fatto negli anni 50)
e poi vedo questo (di Ana Bagayan, anni 2000)
Be' ce la vedo eccome un'ispirazione. Anche un po' più di un'ispirazione.
E allora mi sono risposto così.
La storia raccontata dal film (al netto delle necessarie prese di posizioni per far pendere le preferenze dello spettatore tutte dalla parte di Margaret) è in realtà un brufoletto nella storia dell'arte contemporanea (come d'altronde lo è il pop surrealismo). Certo ci sono quelle cose del catalogo pubblicato (ma da quale editore? Ne ho visti di libri dedicati ad artisti ignobili, ne ho viste di cose che voi umani, tele da combattimento in fiamme al largo dei bastioni della Tiburtina...). E poi quella cosa dell'Esposizione internazionale. E quell'altra dei milioni di dollari, che insomma, fare i milioni di dollari in America - se ti dice bene - non è poi così difficile e non è neanche una cosa che fa tanto notizia.
Sia mai che è mia inettitudine.
Il film racconta proprio di questo: Margaret, una giovane donna, ex-moglie e madre, cerca di sbarcare il lunario con il suo lavoro di artista (a dirla tutta è abbastanza scarsa), ma non riesce a vendere un quadro neanche fosse Piazza Navona.
L'incontro che le cambierà la vita (In peggio? In meglio? Si apre la discussione...) è quello con Walter, imbonitore di quelli che riuscirebbe a vendere degli occhiali a raggi-X a un cieco, uno che davvero ci sa fare con le parole, tanto che oltre a impalmare, sposandola, Marg, ne diventa l'agente, ma più che agente le ruba direttamente il nome e millantandosi autore dei quadri della moglie inizia a scalare le preferenze dei collezionisti, solo ed esclusivamente con la parlantina. 
Ah, la parlantina, ne ha fatti di danni. Agente è cattiva.
I due portano avanti la truffa per dieci anni dieci, diventanto intanto molto ricchi, anche perché Walter inizia a vendere i poster delle opere. A me questi che vendono i poster guarda... li ammiro molto.
Segue tristezza di Marg che non può essere riconosciuta come artefice dei quadri, scazzi con il marito che si rivela un mezzo pazzo, e via dicendo fino alla fuga di casa (alle Hawaii, porella) e la causa discussa in tribunale.
Ora, il film come detto pende totalmente verso la campana e carampana:

di Marg, raccontandoci di un Walter vessatorio, affascinante ma al tempo stesso autoritario, bugiardo cronico e con una forte indole criminale. Insomma 'no stronzo.
Ma cavolo, dieci anni sono tanti e pure Marg, secondo me, qualche colpa ce l'ha. Capisco che poi da certe situazioni ti ci ritrovi avviluppato e non riesci più a uscirne anche quando vorresti con tutto te stesso. Prendi me per esempio, con ChickenBroccoli...
Dai scherzo.
Insomma il film non è propriamente orrendo, ma ha una pecca troppo grande, grandi occhi, grande pecca: è orribilmente ordinario. È penosamente normale, come la giacca di Fantozzi quando va a caccia.
Brutton fa un lavoro che anche l'ultimo generico regista preso dal distributore automatico di registi avrebbe potuto fare, mettendo qualche "nota" personale in un paio di scene, queste: 
ma, insomma, niente che non si sia visto in alcuni video musicali degli anni novanta e in qualsiasi film con Amanda Seyfried.
E diamoci giù di Effetto Fluidifica.
Gli attori sono bravi, anche se insomma non è che ti puoi aspettare cattive interpretazioni da Amy Adams che si prepara alla sua settima candidatura ma zero oscar, e da Waltz, che è il solito ammaliante e fascinoso che abbiamo imparato ad amare ma che, per la prima volta, anzi forse la seconda, è un po' sopra le righe...

Fa un po' il Gigio, diciamo (per chi ha visto il film sarà lampante la somiglianza nell'abbigliamento). Però lo perdoniamo perché come Waltz non c'è nessuno. Lo amiamo anche se sta lavorando come un forsennato (sta in quello dei Boss 2 e nel prossimo 007) ma ci conquista sempre con la sua innata e invidiabile ironia.
Tornando un attimo al pop surralismo e agli occhi grandi e a tutti quelli che non mi dissero che copiavano i Keane, anche proprio nel modo di vivere, cioè sposarsi e fare le cose identiche, oppure farle insieme. Prendi per esempio Sas Christian, che fa queste cose qui:
e prendi poi il marito Colin Christian, che fa queste cose qui:
Praticamente la stessa cosa (non fosse che Colin fa delle maschere giganti che dal vivo signora mia). Ma più di tutti mi sarei aspettato almeno una citazione dei Keane  da Marion Peck, che fa queste cose qui:
e dal marito Mark Ryden - quello che si può ben dire sia il più famoso pop surrealista di tutti - che fa queste cose qui:
E allora scusate se penso che qui il confine tra copia e influenza sia una discussione da prendere molto seriamente. Una discussione che poteva dare vita ad un film con maggiori sfumature di "lei è brava e buona. Lui è un ladro cattivone".
I coniugi Ryden infatti si sono - non so bene di seguito a cosa, probabilmente a qualche troll su FB - sentiti in dovere (e nella posizione, in effetti lo sono) di dire la loro sul film, questa:
The story of Margaret and Walter Keane as presented in the Tim Burton movie “Big Eyes” will no doubt be the one accepted by history. But it is important to remember that there is more than one side to any story. Margaret’s version, the one recounted in the movie, is very appealing. After all, women have been oppressed and taken advantage of by domineering men for a very long time. It is refreshing to think that the truth has come out, and a deserving female artist is finally being given her due credit. But a closer look at the paintings tells a different story, one that is more complicated.
There is no question that Margaret painted on Walter's paintings. Her handwork is evident in the faces, especially in the shiny eyes, of all those sad waifs. However, that does not mean that the paintings are "hers". A careful examination of the works made during their marriage reveals the participation of another hand. There are atmospheric pallet knife effects and painterly backgrounds that never again appear in her work after their divorce. Post- divorce, the color pallet changes and there is a shift of mood from sad to happy, which has been attributed to her religious faith, but the differences are more profound than that. The earlier paintings have a haunting quality, a tension, a kind of dark soulfulness that never shows up again. These early compositions are less “controlled” than her later paintings.
During their marriage, at the same time these sad children were being painted, Margaret was making her own paintings, all signed MDH Keane. The subjects of these works are mostly elongated pretty ladies with flowers or perfume bottles. They have a cool retro vintage feeling, but a kind of superficial surface "style". They lack the angst that imbues the other Keane paintings with power. Her hand, though skillful, is stiffer and tighter in her own paintings than in the ones that were attributed to him. This hand and palette are consistent with all the work she has done since. If Margaret is truly the “creator” of both of these bodies of work, she would have to have a split personality.
Margaret’s victory in court was based on the fact that during the legal proceedings over the authorship of the work, Walter refused to paint, claiming a sore arm, while Margaret was able to produce a painting before the jury. This seems to make the case clear, but all it really proves is that Walter was incapable of making the paintings without Margaret’s help. She had technical skills much greater than his. He could join a long list of artists, including Jeff Koons, Damien Hirst, Takashi Murakami, etc., all of who are not capable of making one of their paintings on their own. To the eye of a person who truly loves the early work of the Keanes, it is apparent that Margaret is likewise incapable of producing a proper “Keane” painting without Walter. Margaret’s paintings since the divorce lack a crucial spark. They almost seem like lesser “copies” of the early work. It seems that Walter was a creative, eccentric, and troubled person. It may well be that the entire theme of sad children was his vision after all, and it was the sadness, the pathos, that gave their big eye art of the 50's and 60's the haunting quality that made it a sensation.
-Mark Ryden & Marion Peck

Added by Marion Peck:
Hello, everyone. My name is Marion Peck. I am married to Mark Ryden. I co-wrote this post with him, but we posted it on his account because I really don’t like Facebook much, and never have participated in it. I am giving it a try now, because there are a few points about this story I would like to emphasize. To everyone who is saying “A man wrote this” etc., I would like to say no; I , who am a passionate feminist, wrote this too.
I would like to address something many of you are voicing, that Margaret’s paintings became “happier” because she escaped from an unhappy marriage.
During their marriage, she also was also producing a body of work freely and completely credited to her, in fact widely promoted for her by Walter, which shows no signs of sadness. Why, given the situation, would she let her “true” art, which reflected her real feelings, be credited to him, and reserve the “fake” stuff for herself? Perhaps qualities of “happy” and “sad” are not what we should be looking for in the differences between the early and late work, but subtler qualities of psychological power and depth as opposed to surface “style”. Margaret’s later work is, frankly, blander, more illustrative and superficial. This is not what happens to a person’s art when they get “happier”.
The truth of the Keane story no doubt lies neither in her side nor in his side. It is almost certain that the work that became famous was a collaboration between them. The movie does not show this at all. Of course, how this collaboration really worked itself out is a matter of opinion. Without a doubt Walter Keane embodies a Ron Burgundy style of character, who could not bring himself to admit that Margaret was an essential to the art that made him famous. And this is why we are all so eager to attack him. Quite possibly he deserves some of the derision that is being heaped upon him. But it is also possible that Margaret is not being honest about their history either.
A me sembra tutta una serie di mani avanti e dietro che fanno a gara. Ma di certo su molti aspetti (soprattutto sui personaggi tagliati con l'accetta) hanno ragione. Certo è che se vivi insieme e fai le STESSE cose un po' di attacchi te li devi aspettare.
Attenendoci al film, anche questa volta nulla di fatto per Brutton, che nonostante sembri finalmente libero dal giogo di Gionni (uno che invece non è libero dal giogo di se stesso idiota) e di Helena Bonahm (la presenza di Kristen Ritter nel film non me la racconta per niente giusta, ditemi se non potrebbe essere la prossima musa nonché moglie di Tim), non riesce a fare un film suo, suo veramente. E sapere che sta lavorando al seguito di Beetlejuice mi fa fare questa faccia qui:

Per festeggiare l'abbigliamento di Waltz nella sua prima scena ecco un favoloso poster di gente che veste righe fatto da Noelle Stevenson
[Clicca ma meglio ancora se vai qui].
Questa la canzone di Lana Del Rey per il film. La canzone mi piace.

Se Lana vince l'oscar si ride. Ridiamo noi perché lei porella con tutto quel botox non ci riesce più
Il poster effetto Droste mi piace più di quello ufficiale
Chiudiamo la pratica "big eyes/big lies" con un bell'illustraposter di Anna Benjamin da cliccare:

CB ANTEPRIMA • La teoria del tutto

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La teoria del tutto
Trama: Se non ora quanto.

Questo è l'anno dei geni? Siamo alla seconda settimana di gennaio e ne conto già tre. Turing, Stephen Hawking. 
Sarebbe stato bello fare un 2x1 con il raffronto diretto tra Turing e Hawking, una bella corsa a ostacoli, ma su Turing stiamo preparando una recensione "pettinatissima" (aumma aumma) e quindi è arrivato prima Stephen, ha messo il NOS.
Lo devo premettere, questa recensione potrebbe essere zeppa di battute sull'infausta condizione in cui versa (!) Stephen, condizione fisica, non solo quantistica, e lo sapete perché non mi sentirò mai in colpa di fare battute tipo "Stephen pensa. Si sentono le rotelle che girano."? Perché Stephen è un personaggio che ha la più grande dote che un uomo può avere; no, non la genialità necessaria per parlare di buchi neri e viaggi nel tempo con coscienza fotonica, no, Stephen ha il sense of humour più grande di tutta la galassia. 
Voglio dire, Stephen ha fatto questa cosa qui una volta:
E non scordiamoci che Stephen ha raggiunto il picco più alto di riconoscimento a cui uomo possa aspirare. Ovviamente non parlo del Nobel, ma di questo:

e di questo:

Questo è essere Geni. E al tempo stesso essere Uomini Veri. Essere in grado di far dimenticare in una battuta la propria condizione, distruggendo con sarcasmo e intelligenza il pietismo e gli sguardi fastidiosi.
Certo, poi se ti soffermi un attimo - basta un attimo - a pensare che quel cervello, quel cervello ENORME, è costretto in un corpo così penosamente martoriato dalla malattia, ti sale una rabbia enorme, perché non è giusto. Una specie di Armin Zola, ma buono.
Poi ti calmi e pensi, o meglio ti chiedi, e se proprio quella condizione così sfortunata non è stata parte della sua grandezza? Ovvio, la sua genialità era palese sin dall'infanzia quindi sarebbe comunque diventato un grande scienziato, ma la mia domanda sfiora la possibilità che proprio la costrizione di dover comprimere il pensiero (ricordiamo un pensiero galattico, non la lista della spesa, che io manco mi ricordo cosa devo comprare, oltre a tonno e pasta), quindi doverlo esternare con la maggiore ottimizzazione possibile, senza la possibilità di appunti, appuntini, scritte sui post-it, insomma ordinare allo stremo la comunicazione, dieci parole alla volta, non sia un punto fondamentale della sua ricerca, del suo approccio al mondo e allo spazio.
Ma questi sono pensieri random, sono granelli di pulviscolo se confrontati con quello che può avere lui in testa.
Una testa affascinante, complicata, sardonica allo stremo (e l'ironia e l'autoironia... nel suo caso la sedia-ironia) è sempre la cosa più importante del mondo) e al tempo stesso pura, aperta. Ecco quello che il film riesce benissimo a centrare e raccontare. Un film bellissimo su molti fronti, un film su cui c'è molto da dire, ma che alla fine verrà ricordato per la pazzesca, incredibile, miopiedesinistresca interpretazione del protagonista, che, come recita l'adagio, "prenota già da ora il suo oscar".
Eddie Redmayne riesce in quello che - almeno per il sottoscritto - è il lavoro più difficile che un attore possa fare: recitare uno storpio senza diventare un totem di pietismo ambulante (!). Ci sono riusciti in pochissimi (e francamente mi viene in mente solo il citato Daniel Day-Lewis del Mio piede sinistro) e la deriva Simple Jackè sempre dietro l'angolo. DeNiro in Risvegli? Dustin Hoffman in Rain Man che poi va a prendere l'oscar uguale? Meglio non ricordare quel tipo fatto da Edward Norton poi...) e quando accade è speciale, perché l'empatia per il personaggio raggiunge il 100%, forse lo supera pure.
Non hai più difese, la tua posa da spettatore stracritico (come il sottoscritto) che dice "sì ok bravo, ma è anche "facile", una volta trovato il modo di "storpiarti", si frantuma contro lo sguardo fiero e il corpo storto e pensi a quanta fatica possa aver fatto un tipo così oggettivamente bello:

a lavorare su ogni muscolo per accartocciarsi su una sedia e, sul finale, perdere totalmente la parola e riuscire a recitare con gli occhi.

Bràvo Eddie. Bràvo.
Poi certo, la volontà chiara di glissare sui buchi neri che inevitabilmente Stephen deve avere in sé (ha tentato il suicidio?) è lampante, il film ha una morale positivista e la frase finale "finché c'è vita c'è speranza"è il messaggio ultimo che vuole consegnare agli spettatori, ma lo fa con garbo, senza pietosismi o "strappacorismo". Certo se non piangi in certe scene sei veramente un cuore di pietra, o un robot.

Il film spinge anche molto, moltissimo, sulla storia d'amore con Jane (una bellissima e guai a chi dice il contrario d'altronde da queste parti ce n'eravamo accorti molto tempo fa) Felicity Jones, che comunque è anche molto brava, anche se il compito era ingrato perché il film è mangiato a quattro ganasce ma con la cannuccia da Eddie.

E forse aver spinto sull'accelleratore di particelle amorose è la parte un po' troppo melensa del film, con il parallelo Amore-Tutto che diventa un tantinello ridondante, anche nelle immagini


Ma appunto, la fierezza e paradossale gioia di vivere che Stephen trasmette è talmente alta che anche il lato puramente romantico del film si inserisce bene in tutta la formula.

La teoria del tutto forse non sarà un Capolavoro assoluto, ma di certo è un film che svolge il suo lavoro più che perfettamente. Di certo con maggiore convinzione e sapienza di Imitation Game. Oh! A proposito! Ma lo sai la cosa pazzesca! Che anche Benedict è stato Stephen (ma senza storpiature) in un serial BBC, che, guarda un po', è tutto qui sottotitolato:

La teoria del tutto non si sa qual è. Io ne ho formulata una, non troppo innovativa mi sa, anzi forse è la teoria più antica del mondo. Ma ho come l'idea che Stephen possa essere sostanzialmente d'accordo:
Verso l'infinito... e oltre!
Come? Mi sono scordato di elencare il terzo genio? Ma, andiamo, usate un po' di materia grigia. C e B. Correct.

CHICKEN BROCCOLI MAGAZINE PARTY al KINO

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Come se non si fosse capito STASERA c'è grande festa alla corte la fa Broccolo, c'è nel regno una rivista in più, verdi pagine e rosa di plancia, CB ti chiamerai tùùù.
Esatto! C'è il 
CHICKEN!
BROCCOLI!
KINO!
MAGAZINE!
PARTY!
Un party bello e buono (dove il bello sono io e i buoni siete voi che venite) nel cinema più fig(hett)o di Roma: il KINO, da una parte bistrò, dall'altra cinema! Tutte e due le parti il posto perfetto per il debutto in società di CB!
Ecco la locandina:
Vi spiego meglio di che si tratta? Dunque ci saranno i seguenti illustratori:
RITA PETRUCCIOLI
STUDIO PILAR
(Giulia Tomai • Giulio Castagnaro • Andrea Mongia • Andrea Chronopoulos)
IRENE RINALDI
MARCO ABOUT
LUCAMALEONTE
RISE ABOVE
MARGHERITA BARRERA
VANESSA FARANO
IL PISTRICE
FONZY NILS
dal vivo! Li vedrai proprio in 3D e senza bisogno di occhialini (se sei miope non è colpa mia). 
La cosa più bella è che ci sarà una RIFFA CHICKEBROCCOLESCA!
Funziona così: 
• Durante la serata gli artisti realizzeranno un'illustrazione cinematografica (qui già si parla di Willy l'Orbo e Steve Zissou... curiosi di sapere gli altri?). 
• Chiunque acquisterà un prodotto Chicken Broccoli (magazine, poster, magliette, shopper, poster CB Awards 2014... di roba ce n'è! Preleva al bancomat prima di arrivare.) riceverà un numero.
• A fine serata saranno estratti i numeri dei fortunati vincitori delle illustrazioni originali! 
Bello no?! E conta che i numeri sono così:
A fare da contorno alla porzione di arte, pollo e broccoli ci saranno colonne sonore con DJ pure carina! Letture dal magazine da lettrice pure carina! Serigrafie! E un megamix di scene cult dalla Storia del Cinema!
E poi, ovviamente, io.

Ok, fate conto che potete venire anche solo per tutte le altre cose tranne l'ultima.

VI APETTO! DAVVERO! E se va come deve andare giuro che faccio un supercut della serata tutto così:

Le informazioni le trovate QUI.

Automatta

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Automata
Trama: Il minipimer bianco

Di robot al cinema ne abbiamo parlato tantissime volte: qui, qui, qui e qui, qui, qui.
Adesso ne parliamo anche un po' in spagnolo (anzi, non è la prima volta) e lo facciamo por Automata, la pelicula de fantassientifica finsiòn para Antonio Bandoleras chi fa Blade Runner ma che para unas pelicula de Blomkamp, quelo de Distrietos Nueve.
Dunque sì, questo film ripesca in gran parte l'immaginario fantascientifico del film di Scott (pioggia, macchine che vanno lente, è tutto blu) ma lo mischia con quello di Blomkamp (ruggine, polvere, è tutto marroncino ocra), anzi manco lo mischia, diciamo lo condivide, metà film in un modo, metà in un altro; e racconta l'ennesima storia di convivenza difficiletra umani e robot 

Robot ormai indispensabili, logicamente antropomorfi e soprattutto senzienti (cioè che si autoprogrammano, ovviamente sempre secondo le Leggi di Asimov, che l'hanno fatte affà ste regole se poi nessun roboto le rispetta poi...) Ah, sì, mo' sta a vede che seguo le leggi.
Comunque presto detto: Antonio è un tipo taciturno che vive in un futuro taccitua dove l'uomo è disperato e ci stanno quelli dentro la città fortunelli e quelli fuori dalla città poracci che è tutto un deserto. Praticamente il Medioevo.
Alcuni robot iniziano a dare di matto e finisce che rapiscono Antonio - che è anche un agente assicurativo che indaga sui robot difettosi - per portarlo nel deserto. Infatti come detto metà film è blu e metà è marroncino.
Cosa c'è di buono in questo film? Oltre al fatto che si fa guardare senza far veramente mai incazzare o schifare, solo grazie a un miscuglio di cose già viste, c'è anche che ci sta un'apparizione di Melanie Griffith che viene subito sparata nella testa, che è sempre un bel vedere.
Il resto è un po' dimenticatoio, ma non mi sento di dargli il Broccolo solo perché così, a pelle che abito, Antonio mi sta simpatico, secondo me è mezzo scemo, quindi un po' sono portato a perdonargliele le cose che , di certo essere il marito di mille anni di Melanie deve aver lasciato qualche segno. Guarda come s'è ridotto infatti:
Dal film non vi aspettate qualcosa di diverso deggià-visto in nessuno dei comparti: la storia è vista, la sceneggiatura ha dei buchi che manco le gambe di Melanie, in quanto a mecha-design siamo dalle solite parti iMac a forma di uomini come Io Robot 

e insomma, per capire il grado di deja-vu che in italiano si dice deggià-visto del film basta vedere questo:
ma proprio per questo non è orrendo, come se ammettere implicitamente di essere un film derivativo da mille altri lo faccia diventare un prodotto più onesto di chi invece grida all'originalità.
L'unico rischio che si sono presi è scritturare quel poraccio di Dylan McDermott che ormai è ridicolaggine ambulante

se lui è la quota americana del film (una coproduzione Catalogna-Kansas probabilmente) stavano proprio male... anche per questo un po' gli si vuole bene al film, non essere orrendo con McDermott dentro è stato un miracolo.
Insomma i soliti automi. Robot col cervello e i sentimenti. Quando vedremo qualcosa di nuovo? Intanto è uscito il secondo trailer di Chappie, che a proposito, arriverà in italia con il favoloso titolo Humandroid. A sto punto perché no Robotuomo?

Io me lo vado a vedere. Anche se tanto nuovo non mi sembra. 
Yves-José Malgorn ha fatto i raggi X a qualche robot famoso:
Un paio di robocorti non male:

Voi continuate a seguire i sempre genuini e naturali consigli di Antonino:

Altro che robot.

EXODUS! MOVEMENT OF JEW PEOPLE!

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Exodus - Dei e Re
Trama: Testa a Testamento

SIGLA di nove minuti di Il Faraone cerca moglie e le fa fare il balletto da tizio con faccia mummificata che fa mossette equivoche!

Questa passione di Ridley Scott di prendere la Storia e farci dei megafilm d'azione caciaroni megaeffettoni speciali e tutti coi bei discorsetti motivazionali fatti dal comandante/generale/messia di turno sta diventando un po' ridondante.
Dove sono le atmosfere del bel Ridley di un tempo (ricordiamo cosette an passant come Alien, Blade Runner, I Duellanti), insomma uno che la Storia del cinema l'ha fatta eccome, un po' meno la Storia al cinema. 
Dunque ecco l'ennesimo film finto-storico di Ridley, che dopo gladiatori calciatori, crociate infrociate, ladri urlatori (VI PREGO di leggere questa recensione in cui prevedevo come Frate Indovino quello che sarebbe successo in Exodus!) e alieni ravers (che lo so non è storia ma se ricordate era una specie di risposta al darwinismo dove al posto di scimmie c'erano xenomorphi), si dà al megapeplum religioso che ormai va di moda, e dopo Noè, ecco Mosè, arriveranno alla Serie TV sulla Bibbia? Ormai è come quando in TV facevano ognissanto, ma in versione hollywoodiana un pò action.
C'è una cosa che devo dire subito però: non mi sono sbagliato con quel Chicken lassù - il Dio del Cinema come sapete guida la mia mano e io sono esente da errori - il film infatti si fa guardare senza noia e, al netto di tutte le critiche si possono fare al fondamento stesso dell'operazione, fa il sacrosanto lavoro di farti passare quelle due ore in santa pace divina, tra chicchi di grandine grossi come palline da ping pong

e gente che urla "IO SONO DIO!", niente che non si ripeta ogni giorno a casa mia, peraltro.
Poi certo, ci sono anche le scene di ridere forte alla faccia di John Turturro e Sigourney Weaver truccati come fossero in uno sketch del SNL

e questa accuratezza storica talmente accurata che fa riempire il film di bandierine che paiono vessilli medievali che forse gli erano avanzati da Robin Hood

Ora, io non sono un egittologo, ma faccio proprio fatica a credere che quelle bandierine c'erano nell'antico egitto. Nelle illustrazioni dei libri delle medie proprio non me le ricordo.
Comunque non condanno come tanti questa operazione, quella cioè di rendere una storia che siamo abituati a vedere al cinema in veste di film rispettosissimi di tutte le religioni ma di più di quella Cristiana, con tutti delle barbe bianche e le facce tutte serie guai se non metti la scena del pippone cattomoralista (o al limite mi torturi Gesù per tutto il tempo come ha fatto Mel Gibson, cosa che abbiamo poi scoperto gli deve essere piaciuta parecchio) un action a tutti gli effetti, fatto di spade, battaglie, primi piani di gente incazzatissima inframezzate da spiegoni sentimentaloni tagliati con la spada dorata, tutti pieni di effetti speciali; primo perché se ci pensi è uguale uguale al Gladiatore, solo che lì tutto bene e pure oscar miglior film perché tanto che volete che sia sbagliare gli anni di costruzione del Colosseo e mettere le staffe ai cavalli durante i tempi dell'Antica Roma, bazzecole rispetto a Russel Crowe che prende a pizze trentatrè tigri, mentre qui si riscoprono tutti piramidologi e non gli sta bene che Mosè non potesse essere Batman. Perché poi?
Io so quello che ho visto, e quello che ho visto è un filmazzo che per fortuna sua ha due interpreti capaci; ecco, se Mosè fosse stato Russel Crowe con il suo physique du role da Umberto Smaila sarebbe stato una noia. O uno spasso. Sono fissato con Russel Crowe perché è attore feticcio di Scott e secondo me Scott ha rosicato che non poteva fare Mosè perché aveva fatto già Noè.
Insomma Christian Bale basta che me lo inquadri e qualsiasi cosa fa ha la sua forza espressiva enorme. L'altro fa quello che ci aspettiamo da un Faraone nel 2015: er coatto. Faracoattone.
Interpretato ai limiti dell'ultra della A.S. Cairo di periferia come ormai si sta specializzando a fare il buon australiano (australia-egitto una faccia una razza) Joel Edgerton, che dopo Warrior e Gatsbyè ormai il fisicato più attaccabrighe che c'è, fa il tamarro con l'eyeliner pesante che non ci vuole proprio stare a questo fatto che Mosè vuole portargli via tutta la forza lavoro e dice "Mo' se, lallero, sta a vede che te do tutta la forza lavoro mio poi le piramidi mia chi me 'e costruisce? L'alieni come in Stargate?". 
Christian Bale Exodus animated GIF
Ma non sa che Mosè ha dalla sua parte uno che meglio che non lo fai incazzare, tale DIO, che infatti gli fa quel giochino di prestigio delle dieci piaghe d'Egitto, da non confondere con le dieci pieghe d'egitto che non esistono infatti gli egiziani si sa che hanno inventato il ferro da stiro e vestivano tutti inamidati. 
Insomma il film non mi ha fatto schifo come tutti in chiesa si aspettavano, punto. 
Farsi qualche sorriso sotto i baffi per Jessus Pinkman è cosa pia e giusta

Una cosa che invece non mi è piaciuta è il maltrattamento dei poveri animaletti in CGI del film. Tra coccodrilli cannibali, rane putrefatte, cavalli morti affogati da soli che la pena di vederlo solo soletto morire senza neanche un Atreju a tenergli lo zoccolo mi ha fatto tanta tanta pena

caprette sacrificate, c'è anche quella scena del pollo spanzato per leggerne le viscere che mi ha profondamente scosso! Che brutta scena! Un esemplare del mio popolo spanzato per il volere folle del Faracoattone! Andiamo tutti via dall'Egitto polli miei! Seguitemi! Vi porto nel pollaio promesso! Altrimenti vi scaglio l'undicesima piaga! Ed Io creò Broccolo a sua immagine e somiglianza dicendo "Ma guarda che bello!". E Broccolo disse: "Puoi farmi subito una Chicken grazie? Anche più di una va. Eh no! Nun ce provà che la costola è mia! Tieni usa questo bastoncino che ho trovato per terra..." E DIO SCAGLIO LE PIAGHE BROCCOLE SUL POPOLO DEL SITO! Messaggi di whatsapp con scritto "Tette?" nel cuore della notte! Inviti a party che sembrano minacce! Recensioni con i link che non funzionano tipo questo e questo! Ma Io sa anche essere misericorioso. Vi perdono. Vedi, dimenticato, dai amici come prima.
Comunque ve lo dico, io ora quanto è vero Io pretendo i film megaproduzioni hollywoodiane su Acaz, Zorobabele, Putifarre, Onan (qui si riderebbe tantissimo), Maccabeo (solo per vedere 'sto nome su una locandina)  e Sisara (interpretata da Eva Greene ovviamente). Invece loro che mi fanno? Il solito vecchio Gesù. Speriamo lo mischino con Trainspotting.
Effetto Mosè:



Ma se lo potrà fare un bagno Mosè? Cioè se Mosè va al mare se lo può fare? Pensa che palle manco i piedini a mollo può mettere, manco un pediluvio.
A proposito di egiziani, ecco un po' di faraoni e faraone del passato più o meno recente al cinema



Ed ecco che rischiamo il trend Faraone in venti giorni del 2015 (e se X-Men Apocalypse avrà quel tono egittologo come nella scena a fine film passato futuro, il trend c'è!):

(E dire che io lo aspetto pure un pochino. Poi ho visto scena di piscia di scimmia gigante in testa che ci piace tanto perché ci ricorda quel film minuscolo con Jack Black  e fine attesa).Sai pure a chi gli piace l'egittologia? A Josh Ln che ha fatto queste cose geroglifilmiche qui:
Psso aggiungere una cosa che non c'entra un cavolo ma che piace a me e che mi è venuta in mente solo perché vedendo le (belle) locandine del film ho deciso che "oro e nero va un casino quest'anno"? Gif animate nerodorate di Gaks Design
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Sigla finale che se la mettevano nella scena dell'adorazione dei finti Dèi tutti fumati tipo grande rave con le piante di maria infuocate che parlano era bellissimo:

3x1 • L'orrore. L'errore.

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E adesso senza nessun motivo apparente ci facciamo due passi nell'orrore e uno nell'errore. Iniziamo proprio da questo, traducibile con:
Trama: Finché la bara va, lasciala andare

È un film orribile.
Il che è un gran peccato. Perché la serie •REC è stata foriera di bellezza zombesca per tanti motivi.
Il primo fu che era uno dei pochi horror a lanciare la moda Telecamerina con piglio davvero, davvero valido: la Telecamerina in quel caso serviva, era addirittura necessaria a tutto l'impianto scenografico e stilistico: sballonzolavamo come stessimo ballando il flamenco seguendo la giovane giornalista e i pompieri in fuga dal palazzo zombificato. Scelta perfetta del palazzo vecchio con quelle case dai lunghi corridoi e alla fine la vecchia che ti inizia a correre contro indemoniata, le scale che non finiscono mai, la casa all'ultimo piano con zero illuminazione che nasconde la bambina portoghese; bel film quello, insieme a 28 giorni dopo (a proposito, di parla sempre più seriamente di 28 mesi dopo) e il remake di Dawn of the dead tra i miei preferiti del nuovo corso di Zombie di corsa, quelli che corrono per intenderci, altro che Walking Dead, io non ho nulla contro lo zombi centometrista, tanto che comunque sia in 28 che in •REC si parla di virus, il che giustifica il NOS messo ai morti. Quindi •REC 1 bello. (Mentre il remake uno schifo inutile. Il seguito del remake qualcosa di imbarazzante.)
Poi venne •REC 2, che nonostante ci rivelasse una piega della storia che non ci piaceva poi molto (il fatto che l'origine della zombificazione fosse effettivamente una roba di possessione demoniaca e non di virus) era ancora non male come regia, ancora Telecamerina e ancora paella horror che non si faceva parlare dietro e prendeva a schiaffi qualsiasi tentativo di horror italico, checché ne dissi io.
Poi due registi (Balaguerò e Plaze) decisero di dividersi e fare ognuno un seguito di •REC da soli. Intanto con filmastri i beata solitudo tipo questo. E poi con due •REC lontani ma cugini.
•REC 3 - Genesis fu molto importante perché con una scena ai limiti dell'iconografia definiva la fine di Telecamerina. Telecamerina no mas, guapa. Ed era un divertente mix di matrimonio e zombi, con la protagonista cazzutissima e un aumento per l'attesa di questo ultimo capitolo.
Che è arrivato, e per ripetere il concetto, è un film orribile.
La storia parte dalla fine di •REC2, con la stessa protagonista del primo che, salvata dai pompieri, viene trascinata su una nave. Infatti è tutto ambientato su una nave.
Ora, l'ambientazione navale poteva essere interessante (già questo era un horror marino niente male) e dopo gli zombi in aereo ci divertiva pensare agli zombi in crociera. Peccato che tutto, ma proprio tutto, sia a dir poco dilettantesco.
Dalla recitazione ignobile (e capire che uno spagnolo, lingua musicale anche se dici "Olè!", sta recitando male vuol dire che proprio sei un perro) a una storia buttata lì (ora non è più possessione, ma neanche virus, ora è addirittura parassita vermone (sì, ok, nel 2 l'avevamo visto il vermone ma pensavamo fosse una rappresentazione del demone):
che passa di corpo in corpo, ma non zombificandolo, il famoso portatore sano.
La cosa peggiore è di certo la regia, disordinata e incapace di creare ordine tra l'indecisione di fare ancora un po' di Telecamerina e fare un film normale. Quindi tra videocamere montate sul ponte di coperta e vere e proprie cineprese ma tenute a steadycam da uno col delirium tremens, il film ricopre di ridicolo un po' tutta la serie. Certe scene sembrano un comica
I morti correnti non sono brutti (anche se ormai basta un po' di sangue, due lenti rosse e qualche attore che urla)...
...ma ci sono delle scimmie zombi che pare di vedere un film della Troma, nel senso negativo del termine.
Speriamo quindi che la serie •REC sia finita - anche se così malamante, il che è un gran peccato - e nonostante la locandina animata (avete spinto ►?). A proposito di grandi miracoli del computer che comunque basta che spingi un pulsante fa tutto lui ecco un making of delle foto per le locandine. In effetti inizio a crederci a quella cosa che "poi con Photoshop fai tutto tu no?".
La metamorfosi del male
Trama: Luna park

E invece pensa che qui siamo dalle parti di un godibilissimo film horror di lup mann. Esatto, ora siamo nel pieno di moda uomini loop! Basta vampiri, lup mann va un casino quest'anno. E se vi dicessi che io ne so qualcosa fidatevi, e non è perché ho sempre la luna storta...
Ma prima di parlarne - sostanzialmente bene, c'è da dire una cosa: non ti ho appena detto che Telecamerina è morta (lo dice proprio •REC3)? E perché non accettiamo questo fatto con la pace nel cuore e la smettiamo di fare film FINTI-Telecamerina? Cioè fatti con una regia a tutti gli effetti per essere gestita con cineprese vere, ma poi le usi come fossero telecamerine. Questo errore veniale è lo strascico dello strapotere di Telecamerina negli horror (vedi anche questi tre horror, o questo film che horror non è ma paura la fa anche di più). Infatti il film ha la struttura del film telecamerina (interviste, corse sballonzolose, riprese che si interrompono perché la pila è scarica)... ma lo fa con attrezzi professionali e spesso e volentieri si scorda proprio di essere finto-Telecamerina.
Detto questo La metamorfosi del male (complimenti per il titolo che in originale è WER, capito come? Wer... ewolf) si fa guardare bene, e il protagonista lupacchiotto, lui
Oltre a sembrare me quando lo scorso agosto mi è venuta la congiuntivite acuta (referto horror-medico QUI) è davvero pauroso. Un gigante che per un po' te lo fa pure credere che potrebbe essere buono, ma poi...
Oltre a questo poco da dire in effetti, il film è semplicemente onesto e il fatto che si parli di Uomini Lupo, quando ultimamente la categoria horror licantropa - che personalmente adoro dai tempi di Voglia di vincere, quindi molto prima della moda delle barbe - è sempre un po' bistrattata. Benicio non fu male, quello cartoon penoso, Leo non c'entra nulla.
Auuululiamo tutti insieme come faceva Pippo:

The Babadook
Trama: Mammina bara

E questo è un caso molto particolare, il più consigliabile dei tre, e anche il più autoriale.
Un'autrice donna per essere precisi, Jennifer Kent, che viene da Babe va in città, quindi insomma un bel cambio di marcia, e sembra che la cosa abbia bisogno di essere sottolineata, perché in effetti un horror a mano femminile è difficile da trovare e, soprattutto, il piglio del film, nonché la storia raccontata, è così al femminile che acquista un valore proprio, specialmente, per quello.
La storia è semplice - e per chi la volesse leggere a fumetti ci ha pensato la prode Eleonora Antonioni QUI , anche se quando avevo letto "la storia di "un uomo nero che entra nella tua stanza di notte per possederti" avevo capito altro- mamma ha problemi perché bambino ha problemi, bambino urla sbraita fa cose violente lo sai a che ora si è svegliato? Alle 6 di mattina. Bambino ha vomitato.
I problemi della mamma sono più che altro che il marito/padre di bambino è morto portando lei all'ospedale (il secondo o terzo che muore così se non ricordo male. Uno dovrebbe essere quello di A l'enteriour, l'altro di quel film spagnolo. Poi dici che non ho figli...). Lei rimane solo con bambino, solo che bambino è questo matto qui:
Solo che questo non è un video di Internet col bambino uscito dal dentista


e neanche la sua presa in giro ad opera di Gordon-Levitt


questo è un film dell'horror.
Dunque mamma non sta bene, questo è chiaro: mutismo, rassegnazione, insonnia. 
I due non si aiutano molto a vicenda: il bambino è matto, la mamma depressa, non ne può uscire nulla di buono. Non fosse che in questa coppia di assurdi si insinua una figura maschile tutta particolare: il Babadook.
Ora, prendete il Mago Galbusera (che già si suo un bel po' di paura la faceva) e intingetelo nel bitume, ecco a voi il Babadook:
Ha il cilindro per cappello due canini per gemelli... A parte gli scherzi è ovvio che il Baba(u)dook è preso pari pari dal cinema espressionista tedesco e tizi come Chaney:
Insomma 'sto Babau con la faccia da pagliaccio con la paresi facciale arriva da un libro che mamma trova per caso
un bellissimo pop-up (lo sappiamo che i pop-up sono stupendi sempre) con la filastrocca del Babadook dentro. Non fosse che il libro difficilmente potrebbe essere considerato un libro della buonanotte:
Da quel momento il Babadook infesta i sogni di mamma e figlio, solo che se prima lui era sciroccato e lei la parte pacata, quando arriva il Babadook le parti si invertono e la mamma diventa una sbiellata completa mentre il ragazzino inizia a fare cose sensatissime come costruire tracobetti per difendersi che manco Mamma ho perso l'aereo.
Certo bisogna dire che se un uomo ti arriva nel letto e ti dice queste paroline dolci all'orecchio


un po' paura la fa. 'Na mentina no eh?
Il film è oltremodo interessante (anche se in effetti l'osservazione di Eleonora è giustissima, cioè che pare molto più lungo di quello che realmente è), che regala visioni non comuni per un film la cui storia comune lo è eccome (Questo bimbo a chi lo do, lo darà all'Uomo Nero) e ha più rimandi al thriller psicologico neuropsichiatrico simil-Polansky (soprattutto L'inquilino del terzo piano) che agli horror moderni tipo quelli di Oren Peli. E meglio di quello di due anni fa che era sempre "maternità vissuta come roba che fa davvero paura", notate please la forma del Babadook quando apre la pagina, notate la fine simbologia triangolare e oscura: palesempre uterino, il mostrone.
Armadi che cigolano, qualcosa/qualcuno che gratta alla porta, vestiti appesi che al buio sembrano uomini cattivi, il compendio classico dei film sull'Uomo Nero è al completo e l'atmosfera è davvero il punto saliente del film, atmosfera pesante e di follia che cresce cresce e finisce in... 
Fa paura (o perlomeno mette inquietudine) in più punti questo Babadook, e la fa bene, quel tipo di paura che quando finisce il film (con una domanda aperto a cui io rispondo: lo fa. lo fa eccome.) e tu vai a letto, un'occhiata di più alla chiave dell'armadio per non sapere né leggere né scrivere né prendere la melatonina la dai.
Il film viene da questo corto:


L'illustratore autore del Baba non è Tim Burton ma tale Alex Juhasz. Il tipo lavora molto al cinema. Suoi i titoli di testa di United State of Tara (condividiamo la passione per i pop up):


e il prossimo Piccolo Principe al cinema. Detto questo non mi piace.
Invece sai chi mi piace horror?
Sempre lui, David SandbergOrmai va così, ogni film horror che vedo non penso ad altro che a un film fatto da lui. Fategli fare un film, eddai.
Vi metto qualche short horror (sono la mia nuova passione).




E come se questo post non fosse abbastanza lungo e pauroso ora vi beccate anche le gif stereoscopiche dei mostri di Saline Project
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CBOOO!

Guest piccolo grande amore

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The Guest
Trama: L'ospite è come il pesce palla, dopo tre giorni t'ammazza

Dan Stevens. Ma cosa è successo a Dan Stevens?
Io lo so che non vi dice un bel nulla questo nome qui, infatti non avrebbe detto nulla neanche a me se non mi fossi preso la briga di controllare di come si chiamava il beneamato contessino di Downton, al secolo Sir Matthew Crawley, conte pacioccone d'Inghilterra, baronetto di romanticismo e zoppia, lord di guida sportiva in macchine anni venti su strade sterrate mentre piove, duca di volevo andaremene dalla serie tv che mi ha dato notorietà per andare a Hollywood a tentare la fortuna come d'altronde stanno facendo molte delle mie colleghe alcune facendo film volanti con Liam Naason altre finendo nel Fappening.
In pratica lui:
E cosa gli è successo? Gli è successo che è diventato così:
Capito come? Da così:
A così:
E anche il suo rapporto con il gentil sesso è cambiato. Da amore per le stoccafisse inglesi
a sconvolgiamo le giovini contadinotte americane con tutta la fatica che ho fatto in palestra:
E insomma l'ennesimo che dimostra (l'ultimo in ordine di tempo è stato Chris Pratt) che sì, PALESTRATO BADASS È BELLO! CICCIOFORMAGGIO TENERONE È BRUTTO!
Insomma sta tentando la carta americana, e forse ci riesce pure. Intanto anche lui, come la collega di cui sopra, fa i film con Liam Naason, che sono sempre una certezza (se di fallimento o di successo, non è dato sapere...) e poi facendo Lancillotto nel prossimo Notte al Museo.
Nel mezzo si spara questo film, straosannato da una certa critica, e nominato senza un vero motivo se non l'utilizzo di colori al neon
di un protagonista che TENTE di fare sguardling
e di musica anni 80 che ora mettiamo perché in effetti è bella:
Come il nuovo Drive.
A parte gli elementi elencati (che pare tanta roba, ma non lo è) il confronto con Drive è proprio stiracchiato. E vi spiego pure perché.
La magia fluo di Drive, col suo protagonista capace di violenza inaudita e momenti di puro eroismo disinteressato, con la sua colonna sonora pazzesca e la creazione immediata di icona (più film della vita per Ryan) fondava la sua forza sul caos, nel senso che la caosualità degli elementi che si erano venuti a trovare insieme in quel film fu perfetta e, soprattutto, naturale, lezione su come fare un film cult senza sforzo se non quello di fare un film.
Qui è tutto un po' forzato e si vede lontano un miglio: la volontà di "dai facciamo un personaggio badass ma affascinante", "dai mettiamoci della violenza inaudita", "dai mettiamo i colori fluo e la musica dance anni 80"è ammiccante ai lilmiti del pleonastico e sa tutto oltre che di già visto, anche di innaturale per chi dirige e per chi vi partecipa.
Il regista è lo stesso di A Horrible Way to Die, You're Next e di alcuni episodi di V/H/S e ABC of Death, uno che insomma si sta facendo una buona strada nell'horror (proto)autoriale. Qui tenta più l'action/thriller e nonostante alcuni spunti buoni e una certa onestà nell'andamento - pochi orpelli, per fortuna - si lascia andare a scene ridicole (l'assalto alla casa da parte del commando è degno di un film SyFy) che rovinano l'atmosfera generale.
La storia? Ah sì vabbè c'è sto tizio che arriva a casa di una famigli sfigata che ha perso un figlio in guerra, lui dice di essere un commilitone e si piazza a casa. Tempo due giorni inizia a prendere a pizzoni la gente che è una bellezza. La famiglia all'inizio non fa tante storie ad avere questa specie di soldato per casa, poi però le cose iniziano a prendergli la mano e finisce proprio a schifio. Con esplosioni, spari, pugnalate e tutto il cucuzzaro. Si scopre infatti che era un supersoldato, anche se alla fine sembra più un Terminator che un uomo, infatti:
No guarda anche se scrivendone mi pare anche a me più figo di quello che è (pensa a voi, starete già lì a cercarlo) per me è un Broccolo bello e buono e nessuno mi farà cambiare idea, perché è l'atmosfera rarefatta che ho respirato che proprio mi ha fatto storcere il naso.
Sai che forse era meglio che questi di Downton se ne stavano a Downton, perché lì le cose stanno cambiando! Stanno cambiando eccome:

A proposito di quel Drive che forse ho quasi la voglia di rivedere ecco che mi è venuto in mente il lavoro in clay di Lizzie Campbell.

CHICKEN BROCCOLI AWARDS POpSTER

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Per i Chicken Broccoli Awards del 2014 mi sono avvalso della collaborazione di 10 ILLUSTRATORI. Insieme abbiamo creato una serie di poster dedicati ai migliori film dello scorso anno. 
Riassumento CB AWARDS POpSTER: sono quella cosa che io metto su una cricca di artisti bravissimi, loro si impegnano tantissimo a realizzare cose che, diciamolo, in Italia si fanno davvero troppo poco e voi comprate queste splendide illustrazioni stampate su carta di qualità, con dietro la recensione ChickenBroccolesca e ci arricchite per sempre i vostri muri!
Quindi riecco  i poster dei CB AWARDS! E questa volta presentati come meritano e senza possibilità di dire "eh ma il post è lungo non avevo capito che erano in vendita anche se c'era scritto che l'avrebbe letto anche una talpa cieca e morta, e addirittura con tanto di cornice nera molto signorile 
E, se non si fosse capito, SONO IN VENDITA! Vedi? Sotto ogni poster il pulsante per acquistarlo! Costano 15 EURO cadauno. Non si legge? Proviamo così:

 

 
 
 
 
 
 
 
 
•  •  •
Ecco le specifiche cartotecniche:
• Misure 29 cm x 42 cm • Stampa su carta martellata 300 gr
• Sul retro sono stampate tutte le informazioni dell'artista
 e la recensione CB del film ritratto!

Li potete ordinare spingendo i pulsanti Aggiungi al carrello che trovate sotto le anteprime. Appena finito l'ordine spingete ANCHE il pulsante per le spese di spedizione qui sotto. (Da 1 a 10 poster pagate sempre 3 euro! Comodo no?)

 
MI RACCOMANDO QUESTO PULSANTE È IMPORTANTE!
Per qualsiasi chiarimento potete scrivere a cb@chickenbroccoli.it
•  •  •
È (di nuovo) tutto. Inutile dire che se da una parte ci siamo noi che facciamo cose Belle (perché lo sono, Belle) dall'altra parte ci siete voi che dovete vincere la pigrizia che i social network ci hanno istillato like dopo like, dovete cercare di scavallare il "ehy lo voglio troppo ma ora mi metto prima a guardare un video di elefanti che aiutano il loro cucciolo", insomma l'imperativo è COMPRATELI perché solo se una cosa va bene si ha la forza di fare quella successiva (e questi poster vengono dritti dritti dalla carica di energia dello scorso Luglio, ricordate quanto eravamo contenti il 31?).
Quale hai comprato? Quello della Petruccioli? Bello eh? O quello della Farano? Pure quello pazzesco... E perché allora quello di LionettoTomaiChronopoulosBertonMongiaCastagnaroNils che t'ha fatto?
PS. Considerate infine il fatto che metterò un post sui posterini una volta a settimana se non ne vendo il numero che dico io. E poi una volta al giorno. E poi al minuto. Fate un po' voi...

Turing Club

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The Imitation Game
Trama: The Imitation Gay

Ragazzi. Parliamone. Questa cosa vi sta sfuggendo di mano.
Parlo dei bio-pic.
Se faccio il conto di quanti film di vita vera ho visto su grande schermo dall'inizio dell'anno non mi bastano le dita dei piedi (belle immagini, sempre dal vostro amico CB): scienziati, matematici, pittrici, corridori sopravvissuti, cecchini, uomini che dividono gli oceani (ah non è un biopic?).
Questo sulla vita di Turing è tipo il sesto, anche se in effetti il primo in ordine di tempo, uscito il 1°, visto il 1°, ma sarà il 3° di cui parlo, del 2° ne ho già scritto ne ho già scritto, il 5°, il 6° e il 7° arrivano proprio questa settimana. Numeri a parte l'andamento è chiaro: avete finito le idee.
Certo il bio-pic è sempre una buonaparata, c'è da sempre ed è un genere così vasto (vita, hello?) che regala talmente tanti spunti e personaggi che non si esaurirà mai, poi adesso che gli piace fare anche l'istant bio-pic potrebbero fare solo film di vita vera e non ci basterbbe una vita per vederli tutti. Tra un po' fanno un film pure sulla vita mia. 
Hollywood sembra diventata la programmazione delle fiction italiane.
Non trovate anche voi un pochino sconfortante che il fatto che praticamente 4 film su 5 - per esempio - candidati per migliore attore siano da vite vere. A me sì.
E poi c'è da dire che vi state impegnando proprio pochino ragazzi miei. Ce ne fosse uno di questi bio-pic che mi abbia davvero, ma davvero, entusiasmato (per non parlare di quelli che mi hanno fatto schifo, ma per quelli c'è sempre domani).
The Imitation Game non è brutto. Questo per nulla. Anzi arriverei addirittura a dire che è un bel film, se fossi un professore di matematica gli darei un bel 7+. Ma dio santo quanto siamo lontani dal concetto di grande Cinema non potete avere idea.
Ora, non dico che il discorso sia lo stesso fatto per, chessò, Il Discorso del Re (riassumendo per i pigri: film scritti bene, recitati bene, fatti bene, tutto bene sì ok ma dove sono i Capolavori? Mi pare proprio il compito del primo della classe a Scuola di Sceneggiatura in 10 Pratiche Dispense), ma ci si avvicina pericolosamente. Quindi bello, ma dannatamente poco coraggioso, quasi un oltraggio alla parola "occasione".
È bello da compitino 7+ questo film, ma non per merito suo. Il merito è tutto di Turing (ancora una volta) e della sua vita, un personaggio e una storia così dense che ci voleva davvero MOLTO impegno per fallire il colpo (impegno che invece è diventata missione in quell'altro film di qualche anno fa, Enigma, dove dell'omosessualità di Turing non v'era traccia).
Gli attori sono bravi, certo, e Benny Cumby è funzionale al tutto, con il suo background sherlockdisfunzionalholmesco che si adatta molto bene alla volontà di far apparire Turing un pazzerello sociopatico la cui antipatia non è data da spocchia o egomaniacalità (tipo me, per dire) ma solo perché il suo cervello pensa più velocemente di tutti gli altri e quindi è normale che poi non ci si capisce (sempre tipo me, per dire) e che si fa tutti gli schemini mentali (infatti mi pare sia anche troppo simil-sherlock, ragazzi...) e alla fine però è un essere umano e non una macchina, nonostante la faccia stramba
Quindi va benissimo Cumby, che se si fosse calmato un attimo da due anni a questa parte e non avesse fatto TUTTI i film che sono usciti (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8... dio santo manco la Chastain quando era l'anno suo) correndo forsennatamente verso la sua prima candidatura (meritata? Mah, ti dirò...) forse ce lo saremmo goduto di più e forse sarebbe maturato meglio come attore. 
Vi dico l'impressione che ho di Cumby? Che sia spuntato un po' così ad Hollywood, che non abbia fatto la famosa gavetta, che non vuol dire per forza ritrovarsi nei programmi TV che ti fanno vedere di quella volta che facevi il ballerino di dodicesima fila dieci anni prima, ma anche solo fare meno film, sfalciando quelli inutili, e non fare quello che è arrivato Grande Attore. Ecco, come se avesse fatto il salto della quaglia e fosse arrivato Grande Attore senza passare per il via (come la Chastain, d'altronde...)
Inoltre a livello lombrosiano ci siamo poco:
Magari come particolarità di cranio ok, ma sopra è quadrato e sotto è lungo, vedi?
Quindi certo, ci piace e l'abbiamo osannato più volte (ma soprattutto per Sherly), però il rischio imbuto è ampiamente superato. Insomma già che fa il megapiacione SEMPRE e già fa i video autoscherzando sul suo stesso nome

ironizzando sui Tumblr a questo dedicatimi pare prematuro. Come fosse già una superstar al pari di Clooney o Pitt.
Tornando al film sono qui a dirvi ok, vedetelo, è bello, è tutto al posto giusto - tranne ovviamente Keira Scucchia Denti Sempre Più Storti Ma Non Me Li Rifaccio Perché Io Sono Mia Anche Se Mi Stanno Rovinando La Faccia Kneightley che sa anche qui rendersi insopportabile con le sue pose da "sto recitando. ehy guarda, sto recitando ora eh. recito." Inguardabile e la sua candidatura è uno scandalo bello e buono
ma il problema nasce nei posti che sono stati lasciati vuoti, quello è la nota stonata, il calcono che non torna, del film.
Turing è stato un personaggio così bello, profondo, complicato, imperscrutabile, a suo modo fantasioso (pensa a come si è suicidato... mangiando una mela avvelenata perché appassionato da sempre di Biancaneve) che le parti che mancano in questo suo bio-picompitino da 7+ sono proprio quelle più interessanti, le più profonde, le più tragiche, quelle che potevano regalare le emozioni più sincere. Parti che sono state palesemente o edulcorate (dove sono i seni che crebbero a Turing durante la sua cura ormonale?), o dimenticate (dov'è, appunto, la mela?), o modificate per il bene di una sceneggiatura che doveva essere perfettina (la macchina creata da Turing non si chiamava Christopher, come il suo primo e unico amore, un vecchio compagno di college, ma Bomba e/o Colossus); insomma se fanno scrivere la tua sceneggiatura a uno che ha scritto Pirati vs Ninja qualche stravolgimento puoi aspettartelo, magari ti sorprendi pure del risultato 7+, ma ti viene da pensare che se avessero messo la vita (e la morte) di Turing in mano ad uno sceneggiatore davvero profondo avremmo avuto di che gioirne per mesi. Qui invece esci dal cinema e ti chiedi quanto ti rimarrà del film sotto e sopra la pelle, arrivi all'angolo e inforcato il casco già pensi a cosa cucinerai arrivato a casa.

Comunque non è che tutto d'un botto sono diventato un biografo di Turing, ma capita che qualche tempo fa due amici del Turing Club hanno dato alle stampe un fumetto BELLISSIMO, chiamato appunto Enigma
Parlo di Tuono Pettinato e Francesca Riccioni. Vi metteri tavole e tavole del loro fumetto su Alan Turing, che è bello e VA letto, ma ho fatto di più, li ho contattati e gli ho detto "adesso voi fate un biofumetto su voi due che andate a vedere The Imitation Game e mi dite che ne pensate". Arriverà. Intanto domani decriptiamo gli oscar, va.
Per quanto mi riguarda mi sono tesserato al Turing Club nel lontano 2008, quando in seno (!) ad una rivista di arte che facevo, in un numero interamente dedicato al linguaggio e che quindi presentava le interviste nella lingua originale degli artisti e altri giochetti lessicali e alfabetici, scrissi in codice un intero articolo, questo:
[23 - 18 - 17 - 23 - 23 - 7]
Se veramente vi mettete a decifrarlo ditemi che c'è scritto che io non me lo ricordo minimamente. E sì, sapientini, so anche che quela non è una macchina Enigma ma una normalissima macchina da scrivere.
Nel Turing Club ci entrò anche Google con un Doodle irrisolvibile per delle menti normali come le nostre.
Post Scriptum per i titolisti di eventuali versioni porno-gay del film: Anal Turing.
Che ne pensi Benny, farai anche questo film?

C'è chi centra il bersaglio e cecchino

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American Sniper
Trama: Bad day Cooper

Ragazzi. Ve lo ripeto. Questa cosa vi sta veramente prendendo troppo la mano.
Parlo ancora dei bio-pic ovviamente.
Siamo alla saturazione totale e non è colpa mia che mi vedo solo quelli (scarica i barili, non solo i film, lo fa CB). E dire che molti ultimamente ne ho anche evitati di proposito tipo quello su Jimi Hendrix o su Grace di Monaco, qualcuno l'ha visti quelli? No eh?
Insomma adesso si sta creando questo sottogenere biopic, l'istant-bio-pic, cioè questa cosa di fare film di vite di gente viva o morta appena qualche mese fa o di gente vecchissima ancora vive che muore durante le riprese (ne parliamo dopo-domani di questo, anche colpa di Angelina). Che comunque è una pratica molto diversa dal fare un film da una storia vera che però nessuno conosce eh... molto diversa.
Ultimo in ordine di istant-bio-pic è questo film di Clint Eastwood. Che comunque lasciatemi dire che io non ci credo più che li gira lui, nonostante le foto da Gunny che se sbagli la scena ti fa fare cinquanta flessioni signorssissignore!
Ok che pure se è vecchietto è sicuramente più coriaceo di me che ho un terzo dei suoi anni e probabilmente morirà urlando a qualcuno "falla come dico iooohaAHhouccisoilmiocuoreho vintoio", ma mi sembra che ultimamente appioppino a Clint la regia di film di cui non si parla come progetti suoi (basta pensare a quello di qualche mese fa sui cantanti mafiosi) ma più perché serve dire che c'è a regia di 
Questo AS, si sa, è un film fortemente voluto da Bradley Cooper che adesso VI PREGO ditemi da quando esattamente Bradley è diventato un attore da candidare agli oscar TRE ANNI DI SEGUITO. Dai ragazzi, ma che davvero?
Peraltro questa volta in un film meno che medio, intriso del peggior americanismo che si possa trovare negli angoli reconditi dell'america più guerrafondaia e ignorante che ci sia, proprio quella degli analfabeti coi pickup e il gilet di piumino arancione e le scarpe CAT gialle, America che evidentemente ha molto in comune con Italia visto che AS è stato uno dei maggiori incassi in italia degli ultimi tempi e praticamente per un lungo periodo ha fatto più soldi da noi che lì, poi anche lì ha fatto cento milioni di soldi e non per meriti cinematografici ma perché evidentemente vogliamo tutti sparare nel culo agli arabi.
Dunque il film parla di un bovaro americano col cervello di nocciolina che dopo l'attacco alle Torri Gemelle decide di andare a sparare agli arabi, si arruola e si innamora della guerra che è bella anche se fa male e ogni volta che torna a casa, nonostante abbia ad aspettarlo Sienna Miller - che intrisa di americanismo pure lei relega la sua solita bellezza, questa
ad una scialberia imbarazzante e iperamericana grazie una sconcertante trasformazione in una scialba e ordinarissima e genericissima brunetta americana (l'unica conferma è quella di essere una pessima attrice) e un bambino meccanico a cui lo stesso Bradley deve muovere le mani per farlo sembrare vivo:
torna sempre al fronte perché l'adrenalina che ti regala sparare ai bambini arabi, vuoi mettere con scoparsi Sienna Miller.
Il film è proprio quello che ti aspetti: un filmato per invitare i giovani bovari americani a arruolarsi, che la volta scorsa non era andata come sperato, forse colpa di Uolberg.
Ma non è che poi dai film di guerra americani uno si aspetta messaggi di pace e le canzoni di John Lennon eh, mica dico questo, però magari farlo con più impegno. Tipo che ne so, Black Hawk Down era bello, anche se alla fine tifavi per gli americani.
American Sniper è proprio come la faccia di Clint Eastwood, non ammette repliche: Americani buoni - Arabi cattivi. Punto.
Ci sono così tante e tali smaccate forme di propaganda nel film che ci si stupisce che non sia stato processato a Bruxelles per apologia di fascismo e maltrattamente di neonati robot.
Ho poco da dire perché all'inizio volevo essere un po' fuori da quel coro di "ora siamo tutti pacifisti" che accusava il film di essere fascista, dicendo ma che t'aspetti da Clint e dalla storia del più famoso cecchino d'america? Insomma un cecchino diventa famoso solo perché ha ammazzato la gente, mica perché ha fatto tiro al piattelllo eh. È inutile che frigni, ti ci sei arruolate te mica io.
E poi volevo anche dire che c'è tutta una pletora di film sui supersoldati americani che sono banali perché anche se oltre alla storia dell'americano ti ci mettono sempre quella quota di arabi buoni per far vedere che la guerra fa male pure a loro che non si capiva perché tutti ce l'avevano così tanto con questo film.
Ma avevano ragione, qui non c'è neanche un arabo buono e non sono macchiette tipo il cattivo di True Lies, sono i terroristi arabi cattivi che meglio se ci mandiamo uno cento mille cecchini a sparargli a tutti nel culo.
La cosa scandalosa qui però è che questo film abbia mille candidature all'Oscar. Io lo so che gli oscar sono americanizzati e in fondo in fondo tutto un eating eating (magna magna) ma io conservo ancora quello spirito romantico di quando me li vedevo sveglio e se vedo una candidatura assurda mi incazzo.
Perché oltre al messaggio del film - che è: "Uccidiamo gli Arabi. Poi ci faremo dei film per scusarci. Ma prima uccidiamoli. Poi penseremo ai film. Con gli Indiani ha funzionato e nessuno ha detto nulla" - è il modo di veicolarlo quel messaggio che veramente fa venire il nervoso: tra reduci veri storpi messi alla cazzum per farci impietosire, scena finale con riprese dei funerali veri del tipo (già, il tipo è morto, lo scorso anno, e non in guerra come sarebbe più facile pensare, ma nel modo più stronzamente derivativo dal suo essere "eroe") con tanto di bandiere americani 9x15 metri attaccate a delle gru al passaggio del feretro, scene di guerra sabbiosa e la ridicola (ridicola!) nemesi cecchino arabo che manco un videogioco dei peggiori, American Sniper si staglia come il peggior esempio di patriottismo americano possibile.
Che poi lo sapete bene, io la sopporto la bandiera americana che sventola alla fine di molti film, la usa Spilbi come Bay, e per me va bene. Ma mi chiedo com'è possibile che una guerra come quella in Iraq abbia dato vita ad una tale quantità di film orrendi, o patriottici sbagliati, o noiosi, o solo banali. Sì ok Hurt Locker ma insomma, prendi il Vietnam. Quanti film hanno fatto BELLI (quando non Capolavori, leggi Apocalypse Now) sul Vietnam? Tanti. Dici che era la generazione di registi? Era l'humus sociale? Era lo spirito rivoluzionario che si viveva all'epoca? Certo, tutte queste cose, ma American Sniper è oltre alla bruttezza del superomismo americanoide più stupido. Oltre davvero. Ha fatto proprio centro nel più becero patriottismo odioso insostenibile.
E l'immeritato successo è la ciliegina sulla torta su una realtà invivibile come quella odierna: questo si è ARRUOLATO amici, non era un pischello che gli è arrivato il precetto a casa mentre cercava di mettere le mani sotto la gonna della ragazza in un drive-in masticando la gomma americana (ho visto da poco la mostra di Norman Rockwell, di visione americane ne ho fatto il pieno), questo ha deciso un giorno di andare a servire il suo Paese uccidendo la gente perché l'America è il meglio del meglio del meglio. Complimenti alla memoria corta di una certa (visti gli incassi del film probabilmente gran parte) America.
Per non continuare a dire che American Sniper è brutto e fascista e superomista e scritto anche male e recitato peggio da un Bradley cicciobombo che ci spera di prendere l'ennesimo oscar dato a qualcuno che fa una persona vera (Quante ce ne sono? quante? Una marea!) quando potevo semplicemente mettere questa foto e avevo detto tutto 
adesso faccio una bella lista di cecchini al cinema

Vabbé tanto l'avevano già fatto figurati...

Pathetic Mr. Foxcathcer

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Foxcatcher
Trama: L'altra feccia della medaglia

Ragazzi. Mi sembra chiaro che io e voi non ci stiamo capendo. 
Ve lo dico più lentamente, cercate di stare un attimo concentrati.
Voòi.
Staàte.
Eèsageèrandò.
Parlo ancora dei bio-pic. Dai ragazzi, un po' di attenzione.
Ma davvero non avete più idee? Dai che siete tanti e che se vi impegnate lo so che potete fare di più. Spremete un attimo le meningette e smettetela di sfogliare le riviste e i quotidiani più o meno datati per trovare gli spunti di vita vera che potrebbero diventare un film.
Questa cosa dei bio-pic vi sta davvero, ma davvero, sfuggendo di mano.
Io lo so che ci sono tanti tipi di bio-pic, vediamoli un attimo. Prima di tutto devi scegliere di chi raccontare la vita. Tre possibilità: 1) Il famosissimo 2) Il protagonista del fatto di cronaca/prima pagina 3) Lo sconosciuto.
Poi devi scegliere quale parte della vita vera devi raccontare. Ci sono quelli che iniziano col giovane e finiscono col vecchio, tutto intorno la Storia (un nanetto pelato libera l'India dalla schiavitu? Facciamone un film!), poi ci sono quelli che raccontano solo una parte della vita (del famoso più che altro, gente che ne ha viste tante, non stavano in un film solo), poi ci sono quelli che magari raccontano la vita di qualcuno che era molto vicino al protagonista, una scusa per parlare di uno sconosciuto e di un famosissimo al tempo stesso (il maggiordomo della casa bianca? Facciamone un film!). Poi ci sono quelli che raccontano il micro per raccontare il macro, quindi vita vera del singolo ma come icona di una città/società/vittime di tragedia (una famiglia investita da uno tsunami? Facciamone un film!). Poi ci sono quelli che raccontano il fatto in sé, che magari è sconvolgente e/o eccezionale anceh se dei singoli protagonisti anche sticazzi (ragazzi che precipitano sulle Ande e iniziano a mangiarsi tra di loro? Facciamone un film!).
Queste regole - proprio come fossero gli elementi dello Schema di Propp per le fiabe - si mischiano e intercambiano e creano dei veri e proprio sotto-generi del genere bio-pic.
E questa è la famosa bio-pic-diversità.
Dall'inizio di quest'anno è un proliferare infernale di bio-pic. Ne avrò visti 10 e se guardo un attimo quelli che mi aspettano a stretto giro ne vedo, e vedrò, almeno altri cinque o sei.
Stando allo schemino di cui sopra, Foxcatcher è: semi-famosi + fatto di cronaca (nera) + porzione di vita; in pratica - volendo rimanere in ambiente crimine + sport - un passo in più rispetto a Pain & Gain (perché i protagonisti erano più celebri, uno un riccone famoso per la ricconaggine, gli altri dei campioni sportivi, ma che alla fine sono tutti comunque finiti nel dimenticatoio sia biografico che sportivo), ma un passo decisamente in meno a un possibile bio-pic su O.J. Simpson o Pistorius.
Ma com'è questo Foxcather? È uno di quei film di cui è più interessante parlarne che vederli, perché quello che circonda il film a livello produttivo, interpretativo e storiografico è più interessante del film stesso. E per me è comunque un merito, anche se per molti il film deve valere al netto di ogni cosa che lo circonda, non dovrebbe esistere nulla fuori dal fascio luminoso proiettato.
Sul fronte attori le interpretazioni sono molto, molto buone, Carell versione Pinguino che - complice un make-up pesantissimo ma davvero ben fatto, con quel naso pinna
i denti da furetto
dà una botta di cattiveria alla sua intera carriera (nonostante sia un supercomico - che a me fa riderissimo, tipo quando fa quella cosa delle braccia finte:

 - non è nuovo a parti lontane dai suoi soliti deficenti... è stato già molto stronzo qui, malinconico qui, e poi comunque già lo è stato cattivissimo e col nasone

ma per una volta è proprio la negatività energetica fatta persona.
Poi c'è Mark Ruffallo versione Orso Yogi (di stazza e di pelo), entrambi candidati all'Oscar (probabilmente finiranno tra le fila degli sconfitti), ma soprattutto c'è l'ottima, ottima interpretazione di Channing Tatum, peraltro l'unico non candidato e a dire la verità molto più meritevole, sicuramente di Ruffallo (e Farell è comunque aiutato da make-up, bravo ma già presentarsi sul set con quel cerone in faccia aiuta, dài ammettiamolo, ti cali nel personaggio più facilmente). Certo, dite che fare lo sportivo col cervello da nocciolina e le guance da padrino gli riesce facile per manifesta scimmionitudine?
Secondo me no. Channing mi piace. Senza se e senza ma. C'è tutta questa pletora di nuovi attori muscolari ma anche bravi che sono un po' una nuova classe dirigente di hollywood. Se ci pensi negli anni 80 e 90 i campionissimi del fisico (Arnie, Sly e compagnia muscolosa) non erano certo considerati bravi attori, bravi nel senso di Bravi. Lo stesso Bruce Willis sempre considerato un cane, nonostante abbia lavorato coi grandi e abbia fatto gran belle interpretazioni. Ora invece ci sono questi manzi che guarda caso sono anche capaci a recitare. Qualche nome oltre a Channing? Bast che pensi a Thor o a Hardy.
Questo Foxcatcher racconta la storia di questi due fratelli wrestler (ma non come Hulk Hogan eh, si tratta di lotta greco-romana), campioni mondiali e anche olimpici, questi due bei personaggini dalle facce sveglione
che vengono praticamente prelevati dalla loro vita di allenamenti e suburbia da un riccone, Du Pont, rampollo sociopatico della più ricca famiglia d'America, appassionato di birdwatching (!), latente omosessuale (anche se la discussione è aperta, nel film c'è una scena tra l'esplicito e l'implicito, questa, che ha sollevato un polverone, anche se i cervelli in campo sono palesemente mancanti di qualche sinapsi), autoproclamatosi allenatore e mecenate di lottatori greco-romani (ma americani, non sia mai che la vena patriottica si esaurisca), ma più di tutti pazzo rosicone; Du Pont li assume nella sua squadra, li allena, li vessa psicologicamente, e poi per non farsi mancare nulla, uno dei due lo ammazza pure in uno sbotto walterwhitesco di purissima rosicata.
Il fatto salì ovviamente alla cronaca, anche se dubito che fuori dal continente americano qualcuno se lo ricordi davvero (correva l'anno 1988, io personalmente ero tutto preso a doppiare la mia collezione di film in VHS da SP a LP così da avere non due ma 4 film nelle cassette da 240).
Il regista del film è lo stesso di Capote e Moneyball, uno che col bio-pic ci sta costruendo una carriere onorevole. Un giorno forse faranno un film su quel regista che faceva solo biopic famoso per far candidare sempre i suoi protagonisti all'oscar (Seymour-Hoffman, Pitt-Hill, ora Carell e Ruffalo). Se uccidesse qualcuno dei suoi attori mentre gira un film sarebbe un film interessante. Lo potrebbe girare lui una volta pagata la cauzione.
Il suo stile si adatta bene alla massiccia mole dei protagonisti, è tutto un po' statico, la minaccia è immanente. C'è una continuità nei suoi film, non ci sono vezzi di regia e le sceneggiature sono sempre un po' sommesse, ma la densità è quella giusta.
Ora, non che Foxcatcher sia un grande film, sicuro più lento dei precedenti e con qualche mancanza di troppo in quanto a empatia. Ma rimane una visione laterale e quantomai interessante rispetto all'idea imperante del bio-pic americano contemporaneo (ma anche passato, del bio-pic in generale va) che vuole le emozioni lanciate fuori dallo schermo come fossero oggetti contundenti durante un film horror in 3D mirando (il più delle volte) ai condotti lacrimali dello spettatore

E l'esempio horror non è poi del tutto campato in aria, perché se c'è una cosa che davvero riesce a fare Carell con la sua maschera di lattice è mettere ansia, a tratti paura, come si dice: è creepy. Potrebbe tranquillamente essere un boogyman, il suo protagonista, ma invece di uomo nero, è uomo da nera
Gli elementi ci sono tutti: speranze tradite, amicizia che forse è amore, invidia, sentimenti oscuri e alla fine la ciliegina sulla torta, l'omicidio. E visto che secondo me sono sempre più interessanti i bio-pic sull'anima nera dell'uomo piuttosto che i soliti "un inno alla vita", "un'emozionante storia vera", "un'incredibile inno all'emozione della storia vera", Foxcatcher, che invece è "una non tanto incredibile storia nera", mi è forse piaciuto più di quanto avrebbe dovuto. 
Foxcatcher non è un film sensazionale e non la cerca neanche la sensazione, ma ha un trittico di attori davvero in palla, anzi in tuta
Tre che non ti aspetteresti di vedere funzionare così bene insieme. Non ci stupiamo del fatto che siano tre attori capacissimi sia nella commedia che nel drama, ma un drama così nero rimane comunque una sorpresa.
PEr il fandom clitorideo si vede tutto il tempo Channing Tatum in un ridicolo costumino adamitico e delle pose da manzo ottuso che in confronto il Tom Hardy di Warrior (un'altra storia di fratellanza e botte da orbi) è un professore universitario:

Certo comeho detto è probabile che quella faccia così sveglia non gli venga poi così difficile., però dispiace lo stesso perché secondo me ci sperava proprio, se poi pensi che siete tre e i due accanto a te se la sono beccata, la candidatura, c'è da rimanerci leggermente male. Ma sono attori e sono sicuro che la reazione sia stata di somma felicità per i compagni d'avventura

Sempre per le ragazze c'è Mark Ruffalo che si è allenato fortissimo e c'ha un corpo così massiccio (anche perché non distribuito sull'altezza di Channing) che per fare il prossimo Hulk forse non gli serve più il computer
Non vi piacciono le tutine alla Borat del wrestling? Be' di sicuro meglio di alcune foto che i tre protagonisti hanno fatto ultimamente, soprattutto nel reparto scarpe, ragazzi miei
Comunque a me Ruffallo anche se si fa le foto buffone mi sta simpatico, proprio a pelle, mi sembra un tipo alla mano...
C'è una cosa che Foxcatcher poi insegna oltre al fatto di non farsi comprare dal primo multimiliardario che passa che viene da te e vuole fare il mecenate con il tuo duro lavoro (sai a quanti multimiliardari che volevano comprare ChickenBroccoli e farlo diventare il più importante sito di cinema del mondo a suon di bigliettoni nelle mie tasche ho già dato picche? Lo sai quanti? Sì infatti, zero.)... insomma la cosa che insegna - soprattutto se messo di seguito a quello di ieriè NON SPOSARE MAI SIENNA MILLER! Nonostante lei ti si presenti così:
NON SPOSARLA! Altrimenti poi arriva qualche pazzo sbiellato che ti spara. E sono già due in due giorni, per dire eh... A parte questo la sua presenza è una delle più accessorie che io ricordi, ai limiti del cameo.
Insomma i bio-pic. Questo genere che sta diventando praticamente il Cinema di Hollywood. Certo è vero che quando un bio-pic è finito - e finiscono tutti, ma proprio tutti, con le scritte di che fine hanno fatto i personaggi, e al 90% ci mettono pure la foto dei veri protagonisti - ti viene proprio voglia di vedere i veri protagonisti nella verità. Con roba tipo Social Network o Jobs non ti serve andare a cercare su youtube, invece quando si tratta di film alla Foxcatcher non è male vedere com'erano, rende tutto più "strano"

Non si può dire che il tipo stesse proprio centrato eh. Non fosse altro per quelle tutine.
Un po' di illustraposter più o meno ufficiali:
Ehy! Stanno preparando la versione più adatta alle corde comiche sia di Channin che di Steve:
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