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CHICKEN BROCCOLI (pre)OCCUPY DEEJAY

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Sai quando pensi a tutte le persone che fanno le file chilometriche per andare in TV? E ti chiedi "ma perché lo fanno? che c'è qualcuno dietro che li spinge?" (Ovviamente c'è, di solito i genitori... ma questo è un altro discorso). In realtà quello che voglio dire è che
CHICKEN BROCCOLI GOES TO TV!
CHICKEN BROCCOLI GOES 
TO OCCUPY DEEJAY!
Ora, a dire vero non proprio io io, cioè ci vado, ma non ci vado. Sì insomma prima che mi incarto e mi impappino vi dico questo:
COLLEGATEVI
(o SINTONIZZATEVI se siete come mia mamma che 
sono tre settimane che ogni giorno mi chiede su che canale è. 
E qui torniamo al discorso sui genitori.) su 
DEEJAY TV
OGGI, ALLE 
ORE 15:00 
perché si parlerà del CHICKEN BROCCOLI MAGAZINE, del sito, di cinema, di Serie TV e soprattutto di questa foto qui. Dove l'avrà comprato quel giradischi? Devo chiederglielo...
Maggiori info sul loro sito, sul loro facebook e nei troppo azzurri occhi del tipo, Alessandro, che come si permette di avvicinarsi così tanto alla MIA Valentina, ma guarda te!
Ah ma qui le cose cambiano eh! Ah è finita la pacchia! Questa TV non è un albergo a ore! Da oggi alle 15.01 ci sarà un nuovo presentatore Broccolo in città!
Mi raccomando, gruppi d'ascolto ben accetti. Dai con i picchi dell'auditel!
Perché ricordate che io non volevo solo essere invitato alle trasmissioni TV, volevo avere il potere di FARLE FALLIRE!
Ps. Vi prego vi prego vi prego, mi accogliete con questa musichina?

COMMERDIA • Jason Bastman

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Bad Words
Trama. Tì. Erre. A. Emme. A.

Jason. Bateman.
No, non ci siamo. Tipo mai.
E dovrebbe essere invece uno dei grandi della commedia americana dell'utlima generazione, o perlomeno un punto di riferimento. Da dove è partito? Da qualche serie che essendo comedy io non ho visto vero? (Mi sono fermato a Friends, in quando a comedy. How I Fatt Male?). Ma però anche se non si dice non riesce a farmi ridere mai, o magari sì, ma mi scordo la risata prestissimo, mi scordo di lui, di quello che ha fatto, di che caratteristiche ha. Non dico che sia davvero pessimo o davvero odioso, dico solo che la stantia ripetizione del suo carattere antropologico (passivo aggressivo, sfigato dal cuore d'oro, homo normalis sine qualitas, poro sfigato insomma) lo ha portato ad un girotondo sul posto della sua carriera che dura da anni.
Piccolo ripassino broccolesco bateman: Magorium. Hancock. Tropic. Invention. Nuvole. Isola. Provetta. Paul. Vita. Capo. Qualcosa su internet brutto.
Capito che intendo? Roba che la cosa più simpa (scusate, colpa di milano) che ha fatto è questo video:

E dunque un attore così, è logico che arrivi a provarci, raggiunta una certa età, prova a cambiare un po' registro, ad accettare personaggi un po' più scomodi. 
Lui ci prova con questo Bad Words, dove è un quarantenne antipaticissimo con la battuta sarcastica sempre sulla punta della lingua, che decide di partecipare ad uno di quei concorsi che davvero SOLO in America possono essere motivo di vanto. 
 animated GIF
Dai, chi mai si sognerebbe di dire "Ehy pupa, sono il campione nazionale di spelling!"
Dicesi spelling questa cosa qui: Dimmi di seguito le lettere che compongono la parola ChickenBroccoli.
Ci. Acca. I. Ci. Cappa. E. Enne. Bi. Erre. O. Ci. ci. O. Elle. I.
Se lo dici bene vinci. Ricordiamo la scena più entusiasmante di spelling della storia, quando Lisa Simpson imbrocca l'emmeidoppiaesseidoppiaesseidoppiapiì! Ancora lo ricordo a memoria pure io.
Ora. Il tipo ha 40 anni, e partecipa alla gara dei ragazzini per un cavillo nel regolamento. Tutti lo credono uno scemo sapiente e cattivo, lui ha invece un piano segreto che si dipana durante il film. Film che è fatto di nulla, ha qualche sboccacciata battuta funzionale, mette in piedi la solita amicizia forzata tra adulto disulluso e ragazzino 

(ovviamente indiano, la politica corretta del gemellaggio America-India, funziona da tempo...) e si scopre che anche se per tutto il film è stato uno stronzo (ha eliminato gli avversari prepuberali a colpi di bugie (ho dormito con tua madre ieri) e trucchetti ai danni dei pori ragazzini (ketchup sulla sedia e "sei diventata donna. certo ora che sali sul palco si vedrà") alla fine si scoprirà che era buono, bravo, genio e il motivo per cui l'ha fatto c'era eccome.
Jason dimmi che parola si nasconde dietro questo spelling:
Cì. O. Emme. Emme. E. Erre. Di. I. A.
Esatto!
Me ne vuoi fare tu una difficile?
Ti. E. Elle. E. Vi. I. Esse. O. Enne. E.Aspetta ci penso e ti rispondo domani. Rispondo invece a quell'altra domanda che vedo che ti è venuta in mente "chi è allora il più bravo comico della mia generazione?"
Esse. Ti. E. Vu. E. Ci. A. Erre. E. Elle. Elle.

Occupai Occupay Deejay

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Vi ricordate quella volta che sono andato in televisione? 
Ebbene è arrivata l'ora che vi spieghi per filo e per s(d)egno cosa diavolo è successo. Perché qui salterà qualche testa e io non voglio responsabilità quando rotolando si andrà ad incastrare sotto una telecamera bloccandone l'inquadratura sul presentatore che si scaccola!
Dunque succede che qualche tempo fa, vuole il caso, ho dato alle stampe il CHICKEN BROCCOLI MAGAZINE (chi a luglio era in coma vada a leggersi la pagina dei Grandi Successi del 2014 qui, e a SGANCIARE DIECI EURO qua), un magazine pieno di arte e parole in libertà sul cinema che piace ai Buoni e ai Cattivi, piacerà anche a voi:
Succede che i ragazzi di Occupy DeeJay, un programma per giovani, fatto da giovani, e visto da Giovanni, dai quel programma che vedi la sigla e ti prende l'epilessia, quello presentato dal tipo con gli occhi più blublublublublu... di Pol Niumam! e dalla bionda non nel senso di bionda ma nel senso proprio di bionda più bionda di Milano, dai quello che ospita catodico realtà contemporanee di creatività e coolhunting (come sapete sono molto attento al culanting), insomma mi invita da loro, nel DeeJay Chrysler, per andare a parlare del magazine. Cioè io mi candido:
e loro accolgono molto volontariamente la mia candidatura:
E quindi via! Si va a Milan Noio Volevam Savuar! Miracolo a Milano! Scopri Milano! E tutte le battute che un romano D.O.C. può fare aggiungendo cose prima del suffisso -milano.
Visito un po' le bellezze della città: i monumenti grigi, le strade grigie, i cieli grigi, le persone grigie, chissà se anche i topi sono grigi, Topo Grigio. Agevoliamo diapositiva:
A quel punto eccomi in redazione, che è a tutti gli effetti un ufficio come quello dove lavoriamo io e voi, solo che al posto dell'amministrazione c'è lo studio e al posto dei bagni ci sono i camerini con gli specchi e i truccatori dentro.
Il piccolo Broccolo, un po' emozionato, ma solo un po' ma figuratevi io la televisione me la magno a colazione pranzo e cena, in fondo è stata mia nonna, mia madre e anche altro a volte.

fa il grande passo verso il mondo dorato dei Telegatti, dei Reality Show, delle televendite e dei talent show! Una strada lastricata d'oro e di Maurizi Costanzi già asfaltata per me!
Solo che, fatte le dovute presentazioni tipo «Ehy Ciao a tutti! Sono Chicken Broccoli! Valentina che fai stasera?» il truccatore mi guarda e mi fa: «Non ci siamo, quel verde sbatte in TV. Non va bene. Devo truccarti.»
Inizia un Tira&Molla assurdo, contratti, avvocati, lotta nel fango (ha vinto Valentina nel caso ve lo chiedeste), e alla fine a vincere è la Bellezza. Decidiamo di applicare sopra la mia faccia verde, quella vera e reale che voi tutti conoscete e di cui vi siete innamorate/i, una riproduzione in silicone a forma di viso facciale connotato sulla base di tratti somatici

Scegliamo di generare, pezzetto di plastilina dopo pezzetto di plastilina, pelo della barba dopo pelo di barba, un'exquisitefaccia mix perfetto di questi 2 modelli di riferimento qui:
Missione compiuta! Sembrava impossibile!
Il risultato, dopo 4 ore di trucco - di cui 3 minuti effettivi, le restanti 3 ore e 57 a guardare allo specchio cotanto capolavoro - ci soddisfa entrambi: abbiamo evidentemente creato una nuova Icona televisiva. Costantino, Daniele, Gabibbo, emoji tutte... fatevi da parte. Arriva Chicken Broccoli!
Io, dal vanto mio, al truccatore cito Annarella: "Lasciamo tutte le rughe, ci ho messo una vita a farmele venire". A quel punto si va in onda. 
E allo scadere del countdown degno di Apollo (A pollo!) 13 sono su tutti gli schermi in 16:9 del mondo. 

Esatto! Tutti quanti i 16 nonni che vedono ancora la televisione mi stanno guardando! Sono emozionato, ma per fortuna il silicone mi protegge.
Volete sapere com'è andata? Saltate tutti i momenti in cui compro una vocale, risolvo il rebus nascosto dal memory, faccio l'imitazione di Gigi Sabani che imita Corrado che imita Mike, grido 100! 100! 100! e correte a minuto 15 di questo video qui (attenti alla sigla, sempre per quella cosa dell'epilessia) e godetevi la voce flautata, gli sguardi persi nel vuoto, il delirio di onnipotenza, il manifesto spaesamento dei presentatori («Ma ci potevate avvertire che era un tipo, come si dice in tv per il politically correct, "diversamente intelligente"...») e gli stiracchiamenti nei momenti in cui pensavo di non essere in onda:

Allora? Ho detto tutto? L'ho detta la cosa del flusso creativo? Noi broccoli in quei giorni, col flusso creativo copioso, facciamo magazine! 
Per gli haters che scrivono quei commenti, so benissimo chi sei, eri seduto alla terza scrivania da destra vicino al muro sotto la foto di Albertino e l'inusuale fratello fatta nel 1996 che dovete mettere in tutte le stanze tipo foto del presidente della repubblica nelle scuole... se vedemo fori.
Bene. 
Dopo aver fatto i dovuti ringraziamenti alla redazione (soprattutto a quella ragazza coi capelli corti corti, dai proprio tu, dai, ci siamo capiti, sì proprio tu), agli autori che mi dispiace tanto che non passeranno un Natale felice 
perché so che sono stati chiamati subito subito ai piani alti dal Gran Cap Lup Man Linus per reiterata follia nell'invitarmi e addirittura microfonarmi («Avevo capito che era una puntata dedicata al circo!!! AL CIRCO, CARL!!!») e ai due presentatori che mi dispiace avergli soffiato le inquadrature ma dài ragazzi ammettiamolo, la maschera era venuta talmente bella che... dicevo, ora fate una bella cosa: acquistate il magazine online, sennò che le facciamo a fare queste cose?! Solo per essere miniaturizzati ed essere messi dentro scatole sottilette nere?

Ora dormo. Sono due giorni che per conciliare l'arrivo del sonno conto le pegorer (dai che ti è andata bene in quanto a battuta sul cognome, che non oso immaginare che Odissea devono essere state le scuole medie.)
Ciao Milano! Ciao Occupy! Ciao Linus, dove corri? Vieni qui che ti volevo parlare di un progetto di programma di cinema, si chiama Broccolay DeeJay, ci sono io che do consigli di seduzione di VJ bionde! Un successo già scritto.
Dove devo firmare?

La Gazzetta dello Smort

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Chi l'avrebbe detto, quel giorno lontano, che tutto questo (cioè leggere altri cineblog e dirsi "Ma cavolo qui nessuno dice le cose come stanno! Qui la gggente deve sapere che certi film fanno schifo! Ci vuole qualcuno che lo dica! Ci vuole io!") ci avrebbe portato così lontano, dove per "lontano" sono i viaggi ai Laghi senza (quasi) esserci affogato dentro, le Anteprime, le Radio, le Televisioni, le pubblicità durante i Superbowl e le spedizioni di cose a casa per recensirle. Insomma, perlomeno più "lontano" del divano di casa di certo.
Allora ecco che il gemellaggio con la Gazzetta dello Sport (una di quelle cose che non ti aspetteresti mai visto che l'unico sport che vedo è quello che passano nei film di sport. Non parliamo poi di quello che pratico. No, quella cosa nonè uno sport, nonostante l'agonismo. Intendo fare i magazine ovviamente.) continua con questo post, che serve A VOI per sapere che dalla scorsa settimana, ogni settimana, potete trovare nelle edicole - dai le edicole, quelle cose dove vendono le cose di carta, dai... - la collezione di THE WALKING DEAD, ogni uscita composta da DVD con le puntate + albo con i fumetti (Sì, fumetti! Si chiamano fumetti!)
Ma andiamo a mela+c/mela+vare il comunicato! Che fatica madonna mia!
“The Walking Dead” èla nuova collezione, promossa dalla Gazzetta dello Sport, che per la prima volta unisce i dvd della serie tv più affascinante e seguita al mondo e i fumetti dell’omonima graphic novel, scritta da Robert Kirkman e illustrata da Tony Moore e Charlie Adlard, che hanno ispirato la serie stessa. 
Un’opera completa, curata nei dettagli e ricca di contenuti extra, per la prima volta in edicola per i tanti appassionasti e non che possono finalmente collezionare questi capolavori in un’unica edizione mai vista prima con tantissimi contenuti inediti.
the walking dead animated GIF
La serie tv ha ottenuto moltissimi riconoscimenti ed è stata candidata ai Golden Globe 2011 come miglior serie drammatica, appassionando anche chi non ama particolarmente le storie di zombie, grazie anche all’efficacia della trama e alla qualità cinematografica. Rispetto al fumetto, di cui comunque vengono seguite le linee guida per la trama, Darabont, il regista, ha affermato che la serie presenta molte novità nella storia, come ad esempio l'introduzione di alcuni personaggi inediti.
Il fumetto, un survival horror mensile, pubblicato dalla Image Comics a partire dall’ottobre del 2003, creato da Robert Kirkman ed illustrato da Tony Moore per i primi 6 numeri e da Charlie Adlard per i successivi.
Trama
Rick Grimes è uno sceriffo vittima di un incidente durante uno scontro a fuoco con dei fuorilegge: colpito alla schiena, va in coma, lasciando tra le lacrime la moglie Lori e il figlio Carl. Il risveglio, poco tempo dopo, è traumatico: l'ospedale è distrutto ed è pieno di cadaveri. Rick non ci metterà molto a capire la situazione: il "virus" che sembrava essere controllato prima del suo incidente, ha preso piede. I morti si risvegliano ed attaccano i vivi, la cui presenza è sempre minore. Lo sceriffo sfrutterà tutte le sue abilità di sopravvivenza e di capacità con le armi per sopravvivere ed uscire dalla città, trovando altri superstiti rifugiati tra i boschi: tra questi, ritrova la famiglia e il suo migliore amico Shane. Costretti poi a spostarsi, presto si accorgeranno che i veri nemici sono gli altri esseri umani, spinti unicamente dall'istinto di sopravvivenza.
La Collezione
Fumetto• Ogni volume, di 3 episodi ciascuno, con copertine mai pubblicate in Italia, si compone di 96 pagine ognuno, di cui 32 a colori.
All’interno numerosi contenuti extra e chicche inedite, materiali estratti dai magazine italiano e americano dedicati alla serie, notizie sulla nascita del fumetto e della serie tv, sui legami tra i due, e interviste ai protagonisti.

Dvd • I Dvd riproporranno le prime quattro stagioni andate in onda, presentati in una nuova versione da collezionare con cofanetto esclusivo (in allegato alla prima uscita) e numerosi contenuti extra.

Mercoledì 29 ottobre sarà in edicola con La Gazzetta dello Sport la prima uscita, delle 16 uscite, con tre episodi della prima stagione, il volume Giorni perduti - Parte 1 con tre storie e il cofanetto, a 10,99 euro. Da metà novembre le uscite saranno disponibili anche in fumetteria.

Twitter: #TWDcollection #CollateralGazzetta
Visto? Torna tutto no? Anche il fatto che ho sempre sparato a zero
sulla serie e ora finalmente potrò sparare a zero anche sul fumetto leggere il fumetto che AMMETTO ho SEMPRE voluto leggere ma siccome sono tirchio purtroppo non sono riuscito ad arrivare allo stand della Salda Press per evidenti motivi all'ultimo Lucca, adesso saprò se le scene che dicono sono molto più cruente e sanguinolente del telefilm (che sono meno sangui- e più -lente, diciamocelo)
E potrete farlo anche voi! Intanto vi ho messo 5 tavole 5 in esclusiva (non sono neanche sicuro sia vero che sono in esclusiva ma fa molto sito privilegato dirlo).
Dentro ai libretti sembrano esserci anche un sacco di contenuti speciali. Quando facciamo un bell'albo dedicato solo alle illustrazioni walkideaddate? Dài lo curo io, lo stampate voi, raddoppiamo gli avventori a Lucca 2015! La facciamo diventare Toscana Comics & Games!  E tutti i livornesi che vengono allo stand e fanno la battuta The Walking De gli diamo una mazzata sui denti! Dài! 
Dentro anche un'intervista a Rick. Chissà se gli chiedono che ne pensa delle Ghegg
Ok. La smetto.
Dunque questo è il...
Voi correteci, non andateci lenti lenti come zombi, correteci proprio! E correte anche in edicola! Io vi guardo dalla finestra di casa mia leggendo le copie che mi hanno spedito.
The Walking Dead Zombie animated GIF

INTERSTALLAR

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Interstellar
Trama: Un viaggio Interstellar è.

È da tanto tempo.
Da tanto tempo che non mi metto a scrivere una recensione come Dio - o qualunque sia l'entità interstellare là sopra a cui tanto non crederei - comanda.
Interstellar è forse il film giusto per ricominciare a farlo. Al netto delle inevitabili gif, stupidaggini, giochi di parole sul cognome del regista, spoiler di cui potrei riempire questo post.o.
Lo aspettavamo tanto, non perché si fosse costruito un hype mediatico esaltante (vedi per esempio il lavoro che stanno facendo per Batman v Supermam, Star Wars VIII, tutti i Marvel, hype (giuro che poi non lo ripeto più hype) che matematicamente illude e poi il film disillude). Interstellar lo aspettavamo solo perché è il "nuovo film di Nolan". Come quando per un libro non importa che copertina avrà o quale sarà la trama, se ami l'autore lo comprerai comunque.
Certo, la presenza nel cast di Matthew McConaughey (inutile rivangare gli ultimi due anni di carriera di Matto Meccanigo, so solo che partono da qui, il resto, come si dice, è Storia, di certo la sua lo è) aveva aumentato l'attesa ancora di più, non siamo mai stanchi di sentire i suoi sibilii strascicati, insomma l'unico attore che quando metterà la dentiera parlerà meglio di adesso [cit.]
E alla fine eccoci lì, al primo spettacolo del primo giorno di programmazione, ovviamente al Nuovo Olimpia (uno dei pochi cinema a Roma che proietta in lingua originale ed è costruito in modo che a non farti leggere i sottotitoli sono direttamente le poltrone e non la testa di quello davanti per quanto sono alte) a goderci quello che prometteva di essere il più interessante viaggi intergalattico degli ultimi anni, un Gravity ancora più lontano, e per il regista che aveva spinto il bottone di accensione motori, e per la centellinata diffusione della trama nei mesi scorsi.
La promessa è mantenuta? Più di 3/4 sì. E non è facile trovare un uomo che mantiene per così grande percentule le sue promesse. E non è neanche un caso che siamo subito finiti a parlare di promesse.
Tutto il film è costruito sulla Promessa. Non solo la promessa di un padre a sua figlia - «Tornerò.», non solo la promessa di uno scienziato ad un uomo «Salverai la Specie Umana», ma, e addirittura, in un impeto religio-filosofico kubrickiano , sul concetto di un'intera Galassia Promessa che salverà Specie, Genere e Genio umano dall'estinzione.
Altri lo chiamerebbero accanimento terapeutico, perché come direbbe il teorico del Caos sui cui aforismi io (e spero anche voi) fondo la mia intera esistenza, Ian Malcolm, se la natura ha ucciso i dinosauri, non vedo perché, nel caso decida di uccidere l'uomo, questo deve per forza andare a bussare ad altri pianeti a chiedere ospitalità. Un dinosauro è mai andato a bussare a casa di qualcuno? No. Il dinosauro si è seduto e ha aspettato il meteorite con gli occhiali da sole. Grandi persone, i dinosauri.
Ecco. La natura dell'uomo è un concetto ben presente durante tutto il film, non ci scorda mai che, in campo di grano come nello spazio, dentro un pick-up arrugginito come su un'astronave interstellare, l'Uomo è e non può in nessuno modo non essere Umano. Quindi dice cose sensate, fa cose insensate, litiga, fa pace, mente, dice la verità, odia ma più che altro ama.
I richiami filosofici che a fatica rispolvero dagli studi classici (studiare è sempre un gran classico) mi hanno fatto interrogare, durante il film, su una domanda che oserei definire la più importante dell'Esistenza, ed è questa: "Si può fare filosofia al cinema, oggi? E soprattutto, la può fare un film americano (anche se il regista è inglese ma poco importa i soldi sono sicuramente yankee)?".
Perché è ovvio, Interstellar è e non può non essere per sua natura un blockbuster - anche se credo non avrà il successo sperato, richiede infatti, rispetto ai precedenti Nolan, una dose di fiducia non ripagata da scene davvero spettacolari come furono la gli alberghi che rotolano o da interpretazioni da Oscar - americano nell'accezione pura del termine (basti pensare che nell'ultima scena, proprio l'ultima, fa bella mostra di sé la solita bandiera americana sventolante in mezzo alla galassia), con tutte le disfunzioni tipiche del blockbuster (qualche spiegone, qualche leggerezza melensa, qualche scena di troppo e sono anche abbastanza sicuro che quella visione finale che tanto fa sbrabuzzare gli occhi sia si possa trovare in molte illustrazioni di sci-fi anni 50 e 60. Su questo vi lascio lo spazio dei commenti) ma al tempo stesso è un film dalla grande regia e da una sceneggiatura che richiede quel grado di concentrazione di livello superiore a un Micheal Bay qualunque (ovviamente inferiore ad un Charlie Kaufman qualunque) che potrebbe far uscire gli spettatori dal cinema dicendo (tradotto dall'americano all'italiano d'oc e d'oil): "Nummè piasciuto perché nu ce staveno le astronavicelle spaziali che se sparaveno coi laser colorati, mortacci de Nòla, ce stava solo er Tagadà". 
Insomma per Guardiani della Galassia, andate a vedere Guardiani della Galassia. Ma non vi aspettate 2001, eh. O meglio, aspetatevi sì quel tipo di fantascienza - le citazioni sono palesate e rispettose, mancava solo un grembo gigante astrale e avevamo fatto - ma Nolan non perde di vista il suo cinema, quello molto, tanto, a volte anche troppo, fisico. Fisico nel senso di legato in modo indissolubile alla Materia. 
Non è un caso che a Nolan non piaccia il 3D. Non ha bisogno di "uau, ti farò 'entrare' nello schermo per farti sembrare di essere lì". Perché Nolan ha la capacita, credo unica anche se aspetto smentite, di saper rappresentare la materia, la densità, o la sua inconsistenza, il peso, la massa atomica, l'interazione con lo spazio (circostante o siderale), gli elementi. L'asfalto è asfalto, la sabbia è sabbia, il vuoto è vuoto. Ecco, Nolan riesce a farti percepire il vuoto. Non è facile vero? E non immaginatevi il bianco 0/0/0/0 matrixiano (che dal momento in cui è non-apparso è stato copiato tipo sempre) e neanche il nero 100/100/100/100 usato ultimamente dalla Johansson aliena. Non immaginatevi omini verdi spielberghiani o gamberoni in CGI, immaginatevi proprio quello che doveva essere e che Interstellar è Nolan nello spazio,
E allora solo lui poteva davvero farci percepire l'assenza di gravità anche se la situazione è grave, o al contrario l'eccesso di gravità, anche se la situazione diventa più leggera. O ancora una camminata a pel d'acqua, novelli messia (o era 'na secca tipo quelle de Ladispoli^). E solo lui poteva, con un bel tesseratto (lo so che non vi ho spoilerato niente tanto chi cavolo vuoi che sappia come cavolo si disegna un tesseratto) "visualizzare" il Tempo.
Interstellar si iscrive di diritto in quella fantascienza rétro che non ridisegna il nostro futuro rendendolo tutto un gigantesco iMac o che vaneggia di reincarnazione, Interstellar è invece un film profondamente legato all'oggi (la paura dell'estinzione per l'unica causa possibile: la fine del cibo) e che propone un design vintage (che non è arrugginito come quello di Alien, mi ha ricordato più il tenero artigianato di Dark Star), molto diverso dalla sporcizia di Blomkamp (a proposito, guardatevi questo tenerone), sia dal tipo di realtà distopiche proposte dai tanti young adult. Un design quello di Intestellar che personalmente ho trovato bellissimo, con i suoi trattori coscenti. Soprattuto quei robo-pantaloni [cit.2] anche se sono palesemente dei monoliti neri e di nuovo spunta Kubrick a fare capocetta.
Avrete notato che, tra un pensiero sensato e uno no, non vi ho parlato mai della trama, mai di com'è sto fatto che la bambina diventa Jessica Chastain e però Matthew McConaughey non diventa un nonnetto (sempre per quella cosa della dentiera probabilmente), non vi ho rivelato una sorpresa di cast che a me ha (fatemelo scrivere maiuscolo) ENTUSIASMATO Che fatica non dirvelo. Che. Fatica. So solo che quell'abbraccio, proprio tra loro due, è qualcosa che sfonda lo schermo e arriva dritto dritto al cuore, belli loro. Al contrario di altri due nel cast, attori risibili, che secondo me sono lì solo per prenderli in giro, capirete chi intendo. Matthew se la cava bene, non alla grande come ci ha abituati (avreste mai creduto di leggere una cosa del genere?), Anne particolarmente sciapa. 
Non vi rivelo ovviamente il finale (ed è anche meglio, visto che forse è l'unica cosa su cui, un CB un po' smaliziato e un po' gradasso che dice "io lo avevo detto subito!" ha storto leggermente il naso. Magari voi non ci penserete subito come me e vi piacerà. Approfitto per dirvi: Parliamone nei commenti spoilerando. Giuro che rispondo. Soprattutto se avete i capelli corti corti.). Ma ecco, Interstellar è di certo uno dei film da vedere dell'anno, perché, come sempre meno succede, è un Film. Come detto dalla grande regia (davvero grande, guardate bene la scena dell'ammaraggio avvitato) 
e dal denso speso specifico. Non c'è trottola, ma c'è Gargantua, è un buon compromesso.
Mi fermo. Devo farlo. Più vi dico e più vi metto nella condizione di portare con voi al cinema pensieri che invece non dovreste avere (non per arrogarmi la posizione di idea-setter, casomai di setter e BAUsta) e vi lascio con le parole del Dio futuramesco

che si adattano bene, assai bene, anche alla definitiva posizione umanista che il film prende su tutto quell'annoso discorso che alle volte facciamo davanti a una pizza tra amici "Ci parlano dall'alto. Riceviamo messaggi dallo spazio. Sono Alieni o Dio? Aspettiamo e sapremo."
MA NO! VEDI COME SEI CB! ROVINI TUTTO! Avevi retto fino ad ora e poi basta una in costume in che rotola in assenza di gravità che ti sbroccoli. T'eri pure salvato dalle battute sui buchi neri e poi... Ma chi è Martina Stella? InterStella... Ah ok, lo so chi è. L'ho riconosciute... riconosciuta! Con la A! 'sti refusi... Meglio i primi illustraposter che stanno arrivando (tempo una settimana saremo pieni)
Vabbèddai, non posso neanche esimermi dal farvi vedere questo, e che mo perché Nolan fa tutto il filosofico nun se po' fa manco 'na risata? E che è!
Matthew fa queste promo per la Lincoln (a parte il film):


Jim risponde:

Comunque volevo anche dirvi che la prossima settimana porto il CB MAG a Nolan direttamente in bocca in America (anche se abita in Inghilterra ma la scorsa estate ho citofonato mi ha risposto Micheal Caine dicendo che il signorino Nolan non c'era), America ci manda Matthew, Italia risponde con Broccoli, anche questa un buon compromesso. Questo per dire che non so bene come andranno le recensioni qui. Intanto mi hanno mandato una gif del mezzo che useremo per il viaggio

Io felicissimo già sbischhico come si è sentito anche in RADIO. Già ieri di nuovo in radio ad imitare anche io Matthew McConaughey (da minuto 43):


United States of ChickenBroccoli • Episodio 1

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Vi eravate accorti per caso che la scorsa settimana CB non ha messo neanche un post? Neanche una recensione piccinapicciò. Neanche una fotina, un ciao, un saluto con la mano. Niente. Silenzio stampa. 
E voi?
Neanche un commento preoccupato, neanche una chiamata a Chi l’ha visto?, neanche una corona di fiori pure finti andavano bene. 
Insomma ci vogliamo bene questo è chiaro.
Ma dov’ero? Che fine avevo fatto? Ero forse stato ingoiato dal roboante mondo della televisione e stavo girando un reality sulla mia incredibilmente movimentata vita - te lo immagini? Io che per venti minuti vedo un film. Fine. Successo assicurato e più Telegatti di Mike? Mi ero forse sposato con una VJ? Macché! Vi pare che vi lascerei per la prima VJ che passa? Casomai per una con la quarta.
Insomma com’è e come non è, anzi how it is how is not, CB GOES TO AMERIGA! Come avreta anche capito dalla bellissima gif in pure stile americano che ho fatto.
Che poi manco è la prima volta, diciamocelo, dai diciamocelo. L’altra volta però era stato caos, era stato Batman, era stato poco Bob De Niro è un po’ troppo Nando Meniconi in quanto a “amerigano, m’hai provocato, io te distruggo”.
Insomma il grande broccolo per una settimana nella grande mela, gustoso no? Se apro un ristorante che fa solo Chicken Broccoli sfondo o m'abbrucio?
Allora, per festeggiare gli Stati Unti di America e soprattuto New York City ora vi beccate un paio di giornate amerigane! Che poi già vi sento: "E sai che novità! Tanto te te vedi solo film amerigani, appena uno c’ha gli occhi a mandorla, anche se è di diciottesima generazione statunitense, dici che non lo vedi perché è japponese e a te i film japponesi non ti piacciono".
Dai iniziamo con:
JFK - Un caso ancora aperto
Trama: Kennedy.ci?

Quando, esattamente, Oliver Stone si è totalmente rincoglionito? Ripassiamo un attimo gli archivi broccoli. I due Wall e Street, il suo ultimo (speriamo proprio nel senso di ultimo) filmaccio.
Poca roba da queste parti - senza contare la STUPENDA recensione di Assassini Nati che sta sul CHICKEN BROCCOLI MAGAZINE CHE DOVETE COMPRARE ORA QUI -  ma me lo spiego, Olive Stone non è mai stato, almeno da questo parti, visto come un Grande regista. 
Certo, ha fatto grandi film (almeno 3) e JFK è di certo uno di questi - probabilmente il migliore - ma c'è stata sempre quella piccola caratteristica della coerenza che mi fa storcere il naso sul suo lavoro. 
In poche ma decise parole: come fai ad essere un autore veramente critico e scomodo per l'America, criticandola con voce rivoluzionaria e fuori dal coro e in totale libertà, se poi sei anche un dannato patriota? E non venite a dirmi che Stone non è un patriota, perché eccome se lo è: di quelli che crede alla costituzione, alla patria delle occasioni, alla libertà che ogni uomo, animale, albero ha in America, insomma le cose su cui - se solo fossero vere anche all'1% - l'americano medio fonda la sua vita media. Peccato che poi la libertà per l'americano medio è quella di comprare una pistola e tenersela sotto il cuscino hai visto mai che qualcuno fa un passo nel suo giardino gli fa esplodere le testa e che lallero non ve li vogliamo i venditori porta a porta qui e le famose occasioni sono più che altro quelle di andare a fare la guerra a qualcuno in giro per il mondo.
Insomma il patriottismo, quello americano più di tutti, è veramente un'arma affilata che ha fatto più morti della bomba atomica (valgono anche le morti cerebrali o quelle professionali tipo gli esili o le carcerazioni) e poco importa se Stone è stato, soprattutto negli anni 80, la voce più importante in quanto a cinema anti-americanismo (ma mai anti-america), la cosa mi sembra non essere coerente comunque. Certo, so bene che questo discorso possa sembrare un voler escludere a priori la possibilità che possa nascere all'interno di una nazione/società qualcuno che la sappia criticare/decomporre/combattere dal suo interno quella stessa , così facendo escluderei in un colpo solo poeti, filosofi, intellettuali, scienziati, liberi pensatori, dissidenti... chiunque abbia mai fatto la storia, diciamo. Ma per gli americani sento sempre che qualcosa di insincero viene a galla, anche se la loro storia è piena di dissidenti, filosofi, politici e artisti che hanno destrutturato dall'interno
E per Stone questo dubbio, sempre serpeggiato ogni volta che vedevo un suo film, anche quando avevo diciotto anni e non sapevo bene neanche cosa fosse il Vietnam e avevo un amico che come me amava i Queen e gli 883 e ci vedevamo Platoon ma senza capirne molto, è diventato certezza vedendo quella cagata di World Trade Center. Ecco quello è il contraltare uguale ma opposto di JFK. Un patriottismo stantio da bandiera che sventola e aquila che vola da voltastomaco.
Però atteniamoci al film, a questo JFK, una maratona mattonata di parole, incontri, poca azione, molto sudore, ancora parole, grandi interpretazioni che durano giusto il tempo di un cammeo (vedere Lemmon e Matthau nello stesso film è sempre una gioia), una toto-attore che fa la felicità di noi imdb-dipendenti, un grandissimo Kevin Costner - anche molto bello, mi viene da pensare che John Hamm se lo sia guardato molto nel creare la fisicità immobile ed elegantemente americana (gli americani, si sa, non sono mai veramente eleganti, ma alcuni riescono a non sembrare solo dei quarteback col vestito buono ogni tanto) - e la miglior interpretazione di Gary Oldman di sempre (sì, più di Dracula, e sapete che a me non piace tipo mai, Gary Oldman).
JFK ti fa capire che l'America è lontana, dall'altra parte della luna, e non ha per nulla paura, paura di muovere le sue pedine come più gli piace, anche se queste pedine sono il presidente in carica che sta simpatico alle casalinghe di Voghera del Wyoming ma per nulla ai potenti e ai cubani, porci o no. E non credete che tra qualche anno qualcuno farà un film veramente cospirazionista sull'11 Settembre? E noi diremo, proprio come facciamo vedendo JFK, "Ma certo! Non può che essere così, altro che Bin Laden, l'attacco è interno."
JFK è comunque un grande mattone, un film che possiamo veramente inscrivere tra i Classici americani, perché non ha troppa velleità autoriale, ma non è neanche un documentario della CNN, ha una struttura investigativa a scatole cinesi che pian piano si schiudono esemplare e non stanca nonostante abbia l'azione di un'autostrada bloccata dal traffico.
Il discorso finale, che adesso ripropongo in tutto il suo “spieghiamo il concetto di libertà ai giovani americani con la speranza che l’ossigenazone al cervello non sia già stata compromessa dalla quantità di hamburger che si mangiano si dalla scuola media”...

...è davvero un esempio. Esempio di  pattriottismo americano in senso positivo ma anche di sceneggiatura, sempre americana anche quella. Nessuna bandiera che sventola al vento della libertà che sembra destinato ad alzarsi sempre alla fine del film anche se fino ad un minuto prima era calma piatta, nessun personaggio che incarna l’”american proudness” col mento voluttuoso tenuto in alto mentre guarda l’orizzonte, nessun inno nazionale; questo discorso accorato e sincero è l’ultimo capitolo di un Oliver Stone ancora capace di fare film di denuncia veri.
Poi magari adesso voi siete dei teorici della cospirazione e avete scoperto su internet dei documenti segretissimi e secretatissimi e avete dei microchip sottopelle lanciati da scie chimiche e sapete chi ha davvero ucciso il presidente e magari vi chiamate Zapruder, e mi direte che JFK è basato su teorie false e tendenziose. E che il proiettile era magico veramente e che il video Zapruder era fatto dalla Industrial Light & Magic

Ecco, magari avrete ragione, ma qui si parla del film JFK per quel che è, un grandissimo film, politico, umano, scritto da dio, anzi no, scritto da Oliver Stone quando ancora sapeva scrivere e dirigere, molto molto prima di diventare il nonno bollito che è ora, vogliamo parlare del suo ultimo film? No, l'abbiamo già fatto, e non è stato piacevole, fammi un film su questo Oliver, un film su un broccolo costretto dalla vita a vedere film brutti e a scriverne, se non è una grande storia di libertà e guerra questa non so io quale altra.
Aspetta un attimo. Mi sono appena ricordato che la roba filmica più bella mai fatta su tutto il pasticciaccio di Dallas è quella coppia di episodi di In Viaggio nel Tempo dedicati a Lee Oswald. Mi sa che me lo rivedo tutto, Quantum Leap.
Allora ve lo dico, mi ero fatto l'idea di scrivervi da lì, almeno una volta al giorno, per dimostrare tutto il mio attacamento alla magli(ett)a, la dedizione e anche la follia di andare in giro per i mondo e poi starmene attaccato al computer. Avevo praparato i due Ghostbuster e Taxi Driver, New York New York e Manhattan... Ma poi, ehy...
E ci siamo capiti. Comunque domani la seconda e ultima puntata con un film ambientato a New York e che con JFK condivide... addirittura... niente. Ma dove al posto di americanone e Oliver & Co. avremo l'occasione di vedere in faccia uno dei più grandi artisti viventi.
A proposito. Sono certo che voi che avete molto a cuore la mia salute vi sarete chiesti dove dormivo, non preoccupatevi, ho comprato il pacchetto Zamunda:

Il mio quartiere? Ma BROOKKOLYN, ovvio!

United States of ChickenBroccoli • Episodio 2

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Ah, l'America.
L'America è quella cosa che quando sei a fare il controllo passaporti ti giri e accanto hai Laetitia Casta e allora le cominci a fare uno Sguardling intenso come a dirle "posso cambiarti cognome nel suo opposto quando voglio, te ne accorsi? Accorgesti scusa... Ma non voglio, perché ho un appuntamento con Olivia Wilde, sai quei blind date dove tu la vedi passare e inizi ad inseguirla e addirittura a fotografarla di nascosto rendendoti conto che da oggi considerai terribilmente sexy anche ritirare i soldi al bancomat, e lei - da qui il termine "blind", cieco - non ti guarda proprio, cioè proprio come tu fossi trasparente.
L'America è anche quel posto dove tu sei in un negozio di vestiti a Brookkolyn, a pensare ai fatti tuoi tipo "Madonna quanto mi sta bene questa camicia", esci dal camerino e BUM davanti a te hai quel bel ragazzo di ScottC.! C'è bisogno davvero di dirvi chi è ScottC.? Questo vi basta (sempre a proposito di NY e dei gozeriani):
[clicca, è stupendissimo]
E insomma tu in un attimo vesti i panni di Annie e come una teenegar in piena età prepuberale cinguetti "sorri, ar iù Scott? Scottsì? Scott, sì? Ai em [Nome di invenzione per non dire CB che non avrebbe capito], i vrot iù for de Cicchenbroccoli magasin! And if de magasin is scuered is bicos iù do the Gritsciòdaunz scuered! In de necs issue ai uont iù!!!" e fargli subito la foto in stile Mark Chapman
e poi salutarlo con la manina e la lacrimuccia all'occhio nel vederlo allontare piano, poi più veloce, poi sempre più veloce, poi proprio correre proprio verso la macchina della polizia...
Ah. L'America delle Star (da non confondere con l'Amerika Star che tanto ha fatto per noi adolescenti degli anni Novanta), ne potrei raccontare di cose, come quella volta che Morgan Freeman è rimasto di cera nel vedere il Magazine.
Ma lo sappiamo che a Nuova York non ci si va per lavoro o per stalkerare la gente. No! A New York ci si va per i Subway Crush! Che sono quella cosa che tu ad ogni santa stazione della metro che prendi ti innamori. Non puoi propro farne a meno. Ci fanno pure i siti, meglio che non ci vado che posso solo immaginare "I'm looking for that awesome Broccolo face guy who asked me tits photo in the metro instead help for direction. Also my thai-boxeur boyfriend is looking for him."
Certo chissà se invece di Olivia Wilde incontravo Megan Fox, che le avrei detto? Di certo le avrei detto che...
Teenage Mutant Ninja Turtle
Trama: Rughe ninja

...fa schifo. 
E che April da che mondo è mondo è rossa di capelli e non moracciona come lei.
Ora, le Tartarughe Ningia le conosciamo tutti, impossibile non averle presente, anche perché sono uno di quei franchise talmente longevi da coprire tre o quattro generazioni. Eppure, perlomeno in Italia, non hanno mai rappresentato un successo assicurato. Credo che la maggior parte di noi diversamente trentenni le seguisse più per semplice bulimia televisiva che per reale passione. Io personalmente poi era più per i giocattoli che per i cartoni. Ma io sono anche un caso a parte, perché per me i giocattoli non erano cose che "Me li compro e ci gioco", no, per me erano "Me li compro e li metto in bacheca e devo avere tutti quella della serie". Micromachines? Tutte. Guerriglieri a forma di cibo? Tutti. Ghostbuster quelli falsi con lo scimmione? Tutti. 
Tartarughe Ningia? Tutte.
Poi mica ci giocavo, le mettevo lì, in bella vista, quando potevo in posa, il Will Ferrell di LEGO Movie sarebbe stato fiero di me. CB nerd in fieri (appunto), una sconvolgente storia vera.
Però, non si sa come né perché, finisce che le Tartarughe Ninja travalicano generazioni e generazioni e sono 30 anni (!) che infestano televisione, fumetti, i gadget scolastici e le maschere di halloween/carnevale dei ragazzini (credo che la fascia di età sia 8/12, giusto? Quando i maschi iniziano a menarsi come gioco preferito) e ogni volta cambiano un po' forma.
Sono nate così:

Sono cambiate mille volte, quando piacevano a me erano così:

Ora ce le ritroviamo così:
Brutte forti tutet snodate e gonfie di steroidi.
Ma poi non era di pochi(ssimi) anni fa il film tutto in CGI? O era una versione film del cartone? Boh non ci si capisce niente per quante versioni ne hanno fatte. E non erano MOLTO meglio i film con i mascheroni di plastica

a me almeno piacevano di più, anche solo nell'immaginare i poracci che passavano ore al make up per diventare dei cosi verdi di plastica.
E invece no, invece nuova ed ennesima incarnazione dell TMNT, questa volta in motion capture, che ormai sembra che se non fai i film in motion capture (Andy Serkin tralasciando) non sei nessuno.
Il film è di un imbecillità quasi imperdonabile - anche se, attenzione, non escluderei che il tono delle TMNT sia sempre stato quello ma io non me ne accorgevo perché ero piccolo e comunque mi interessava solo comprare i pupazzi e metterli sulla mensola, e comunque io mi vedevo TUTTI i cartoni, quindi non faccio testo - dove la scena che funziona è la solita scena dell'ascensore. Qual è la scena dell'ascensore? Dai quella che c'è in tutti i film d'azione, con l'eroe preso nella battaglia che però ad un certo punto prende un ascensore e parte la musichina e c'è un momento di pausa nel combattimento concitato che fa ridere perché capito, l'azione deve attendere...

L'ultima risale mi sa a Cap America 2, per dirvi l'originalità. Vabbè. Il resto è solo confusione, tartarughe giganti disegnate francamente brutte, tanto che se non fosse terribilmente pollitically scorrect direi che sembrano persone orientali con la sindrome di Down, meglio quando erano come il naso di James Franco. Tartarughe down che menano un giapponese incazzato che alle volte si ricorda di mettere l'armatura - non v'è traccia degli unici due motivi per cui poteva essere un buon film, loro:

Loro sì che erano hard-core! Cazzo sembrano delle versioni invecchiate e imbolsite dei punk anni 70, totalmente bruciati dalle droghe, nonché palesemente una coppia gay.
E il viso da coatta di Megan Fox ripresa sempre in modalita michealbayesca, nascondendo i pollici mutanti ovviamente
Oltre alla topa c'è il topo, Splinter, anche lui computerizzato e fatto male.
Che poi magari a vostro figlio ottenne il film ci piacerà pure, uscirà dal cinema facendo le mosse ningia di Ligabue, Caravaggio, Tintoretto e Paolo Uccello... 
Ah non si chiamano così? Vabbé avete capito, portatecelo a vostro rischio e pericolo (e anche a rischio e pericolo dei vostri suppellettili di casa che andranno di certo frantumati nelle piroette ningia che vostro figlio mimerà per settimane al grido di CAUABUNGABUNGA!
Be' comunque in America le amano 'ste tartarughe, tanto che quando è uscito il film e per i loro 30 anni la solita Gallery88 ha fatto un'exhibition (sì insomma 'na mostra, ma dire exhibition fa più fico) tutta tutta dedicata ai quattro carapaci verdi. Rubiamogli un po' di opere vi va? Clicca clicca che mai si consuma:
E poi, siccome poi alla fine di cose belle non siamo mai paghi (io no di certo, in quanto a pagamenti zero), ecco altra varia ed eventuale rugosa e ningiosa:

Andy Helms animated GIF

Ma lo sai che però questa cose della loro italianità mi ha sempre sconcertato. Cioè perché si chiamano come grandi artisti italiani e non, chessò, Dalì, Picasso, Mirò o Vermeer, Rembrandt e Van Dick? 
Che facciamo più ridere noi italiani? Siamo buffi? Ti sembro buffo? buffo come? Guarda che Van Dick faceva molto più ridere. Sebbene anche Paolo Uccello... ma erano imparentati? Chissà...

Ma poi questa cosa della pizza. Perché gli piace la pizza?

Bah. Italiani all'estero, ed è subito presa per il culo. Ricordiamo con un paio di gif le pizze più famose del cinematografo

e facciamo già che ci sto quella galleria folle di pizze horror che non chiedetemi davvero com'è possibile che qualcuno le faccia, ma le fa:
(pensa quando vi metto i video dei pancakes a forma di cose, allora...)
Comunque, zuppe di tartarughe a parte, sapete bene che la cosa che mi piace fare di più quando vado all'ester(n)o di casa mia è andare al cinema. Giappone, Turchia, Inghilterra, 
Al cinema in America ci sono andato eccome, a (ri)vedere Interstellar, in IMAX, e sì, mi è (ri)piaciuto anche da più grosso. Non vi faccio una nuova recensione perché quella di prima è durata una settimana, e poi ho visto che Interstellar ha risvegliato i vostri critici interiori e proprio non avete resistito a scrivere (sui social tutti, tra un po' pure su quelli di appuntamenti) tutto ma proprio tutto quello che avete pensato del film. Mi volete rubà il lavoro?
Però ho fatto anche un'altra cosa bella cinematografica quando ero lì, mi ricordo di quella volta infatti che andai alla mostra di Chuck Jones al Museum of Moving Images, un buon motivo per rispolverare al volissimo quella vecchia rubrica, Art & Broccoli (per poi richiuderla subito e non sia mai).

Chuck Jones fu tipo l'anti-Disney? Forse dirlo è un azzardo, sta di fatto Chuck fece grandissime cose, tipo queste:

E anche se la comicità era di certo più "slapsticcosa" (più Stanlio & Ollio che Fratelli Marx diciamo), tutta la fisicità dei suoi personaggi è qualcosa che ci è rimasta attaccata al cervello (Willy Coyote che non cade finché non si accorge di essere effettivamente sospeso nel vuoto...) e come lo stesso faccione di Lasseter ammette in alcuni video proiettati durante il tragitto, il lavoro di Jones ha posto fondamenta importanti per l'animazione mondiale tutta, Pixar compresa. Insomma il più scemo di tutti rimane Miyazaki (vuoi litigà, dai litighiamo...).
E comunque, nonostante fosse sicuramente più grossolana, la Warner Bros, in quanto a commerciabilità, il buon Chuck ci ha regalato anche chicche sperimentali come questa, stupenda:


Se passate a NY, così eh, se vi capita, sai può capitare, andateci al Museum of Moving Imagines, perché è un museo fatto a forma di appassionato di cinema, ci stanno mille cose fiche tra vecchi cinematografi, vecchie macchine da presa, animatroni, studi sul make up e costumi originali tipo:
Insomma molto meglio di quello di Torino o di un qualsiasi Hollywood Planet (esistono ancora? No ve'?).
OKKEY BRO! YO! Salutiamo l'America, gli Stati Unti, New York e ritorniamo alla grigia vita di tutti i giorni, quella dove ci svegliamo, andiamo sonnacchiosi e seduti sul gabinetto col tablet in mano andiamo a vedere cosa diavolo ha scritto CB, che di solito funziona meglio di un chilo di prugne.
Ah, volevo dirvi una cosa in puro stile americano, riguarda i Chicken Broccoli Award del 2014, e fa più o meno così:

Frankbender

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Frank
Trama: Frankenstran

Frank è come il suo protagonista, un film che maschera la sua reale pochezza grazie ad un'idea frankamente (giuro che lo scriverò solo una volta) molto buona, non originale, ma molto buona, ovvero quella di prendere una superstar internazionale e farlo "recitare" (quasi) tutto il tempo con una maschera a forma di cartone animato in testa. La star in questione, lo sapete tutti, è Michael Fassbender, ex-bastardo, attore eccezionale perennemente in odor di oscar (tranne quando se lo sarebbe meritato davvero), Magneto senza rughe, nonché strapiselluto, insomma uno che è arrivato a quel momento della carriera in cui un attore si può permettere di apparire in un film per tutto il tempo così:
Sulla questione della maschera, che protegge identità o idiosincrasie, panico da palcoscenico o turbe psichiatriche, ce ne sarebbe da dire quanto intere enciclopedie - un tratto in comune, quello di usare la maschera per potenziare la comunicazione fisiognomica (per aumentare cattiveria o espressività) comune a tutti i ceppi conosciuti; ogni etnia ha le sue maschere, da quelle Tiki fino ai demoni thai, passando poi per antichi greci, samurai giapponesi e chi più ne ha, basta una maschera e già sappiamo che porteremo con noi la potenza espressiva della maschera stessa anche in una galassia lontana lontana.
Quindi il film è presto fatto: un ragazzetto timido e sfigato incontra un gruppo molto molto underground dal nome impronunciabile che non mi va di copiare/incollare capitanato da un frontman in maschera, musicista geniale (o forse è solo un matto col botto e basta?) da cui viene trascinato, nella prima parte del film, in un cottage sperduto a registrare, anzi a non-registrare, il loro primo album. Il "giovinismo" del ragazzo fa il resto, infatti il tipo ha un account twitter e un blog su cui carica video e pensieri di questa esperienza lunga più di un anno. Frank diventa una web star e il gruppo parte per inseguire il sogno americano, concerti, groupie, soldi, probabilmente una collaborazione con Kanye West che tanto lavora pure con me tra un po'.
Ora. Detta così c'era il materiale per farne uno dei film dell'anno, invece Frank è a malapena il film della settimana, forse neanche quello.
Il problema è tutto nella fenomenologia della parola hipster.
La parola hipster è balzata all'attenzione di noi giovini internetdipendenti da qualche anno, dopo che i film di Wes Anderson erano diventati miti generazionali (insieme a Juno e a un'altra manciata di pellicole del genere), dopo che le gif glitterate di MySpace erano morte e sepolte, dopo che i più fichi stavano su Tumblr e non su Facebook, dopo che i flyer delle discoteche non erano più tutti flashosi come quelli della Baia Imperiale, ma pieni di frecce, ibridi uomo-testadi[inserisci qui animale qualunque], paesaggi pastello e fiori, dopo che le camicie tutte quadri non erano più appannaggio soltanto dei taglialegna e dopo che il concetto di "rasoio" era diventato più vecchio di quello di "telefono fisso".
A quel punto OGNI persona che aveva una barba è diventata hipster, e ogni persona con una barba a cui veniva dato dell'hipster rispondeva "ma io ce l'ho da prima", da prima di che? Da qui il corto circuito.
Ora, ci sono cose dell'estetica hipster che sono - innegabilmente - molto fiche, o certamente più fiche delle creste colorate punk o dei pantaloni strappati grunge o dei capelli blu sulla faccia emo. Certo poi ogni espressione modaiola, se estremizzata, inevitabilmente, diventa macchietta, e ad oggi la diffusa hipsteria ha iniziato a prendere in giro se stessa, le barbe sono sempre più lunghe (ancora rido per quel meme), i risvolti dei pantaloni sempre più alti, i gruppi musicali sempre con più ukuleli.
Ma se c'è una cosa che dà fastidio della moda hipster è l'inguaribile negazionismo che si porta dietro. 
Perché diavolo ogni hipster - palesemente hipster dio mio - a cui si dice "hey sei hipster", risponde "No. Io non lo sono." Avete mai sentito dire un metallaro dire "Gli Iron Maiden fanno schifo". Un dark dire "Non mi mettero mai il cerone in faccia. Mai e poi mai." Insomma perché negarlo?
Chissà se chiedessimo al regista del film cosa ne pensa del fatto che il suo film è palesemente hipster.
Musica sperimentale cantata da un gruppo multietnico e capitanata da un tizio in maschera? Hipster. Cottage tutto di legno con copertine ricamate e arredamento vintage? Hipster. Barba che il protagonista si fa crescere senza un vero motivo mentre tutti gli altri no? Hipster. Calzini con stampa di babbuino? Hipster. E via dicendo...
Probabilmente negherebbe l'evidenza.
L'evidenza di una sceneggiatura davvero povera di spunti se non quello iniziale, che tratta maluccio sia il tema musicale - nessuna delle canzoni proposte dai  è davvero interessante o sperimentale, e anche io che sono un musicoleso capisco che anche se volevano appositamente fare quelli strani, anche quando poi, sul finale, rifilano una canzone vendibile, non è che mi pare poi così vendibile

sia la storia in sé, che si risolve nel più banale degli snodi e nel più stanco dei sentimentalismi.
Protagonista scialbissimo, quel Gleeson figlio, pora creatura all'ombra di quel grand'uomo di Gleeson padre, un Weasley come si nota dai capelli, che incredibilmente sembra essere uno di quelli che lavora di più tra coloro che hanno fatto parte, parlo dei giovani, del franchise Potter, attore che non riesce a rendere né la perenne sfigataggine che si dovrebbe portare dietro in quanto artista fallito, né quella voglia di "svoltare" nell'ambiente anche a costo di sfruttare la psicosi del povero Frank, un contrasto (disillusione/ambizione) che avrebbe dovuto essere trattato con ben altra cattiveria e sarcasmo e recitato con dovizia di sfumature, non solo faccette dismesse e balbuziette isteriche.
Ovviamente a catturare l'attenzione è Fassbender, membro (!) cardine del gruppo e del film, che riesce sì a raccontare la mente disturbata del suo personaggio usando solo il fisico, ma che comunque rimane ancora troppo bello per un ruolo del genere: quando si spoglia e vedi che fisico si ritrova tutto stona un po'... come la musica del film

E la  vigliaccheria del regista fa bella mostra di sé nel momento esatto in cui Michael si toglie la maschera. Voi avete per caso visto il bel visino di Tom Hardy?
Frank poteva essere un eroe, un supereroe del cinema hipster, invece è un personaggio che si consuma troppo presto, che cerca di essere hipstericonico con talmente tanta veemenza da risultare falso, falsissimo, costruito (a parte il fatto che è effettivamente fatto di cartapesta). Ecco, è il gap tra star e personaggio che è stato gestito veramente ma veramente male, non ci si scorda mai che la faccia sotto la maschera è quella di Fassbender e non ci si ritrova mai davvero a empatizzare per lui.
Io poi volevo le interviste a Frank, non a Michael che poi si toglie la maschera.

La maschera è tutto. La maschera è il personaggio e non il contrario. La maschera è importante e non è che puoi togliertela appena ti fanno un'intervista in TV.




Bene.






Detto questo.





Passiamo oltre. 
Vorrei sapere se il vero Frank si è mai tolto la maschera. Esatto. Esiste(va) un vero Frank:

Quindi il film è tratto da una storia vera? No. Solo che Frank è dichiaramente ispirato a questo Frank Sideboottom (e al suo ukulele) di cui francamente - essendo io musicoleso, come già sottolineato - non avevo mai sentito nominare. Certo è che solo Fassbender poteva fare quel personaggio, sono uguali! 




Dunque.




Riassumendo: Frank non sarà certo un film ricordato dai posteri, e manco dagli hip(o)steri. Di ben altre maschere è fatta la storia del Cinema:

Intersquallor

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Space Station 76
Trama: Retto futuro

C'è questa pratica di fare la rétro-fantascienza (o il rétro-horror), cioè fare dei film oggi, che sembrano fatti ieri, ma che propongono il domani. Ma lo propongono come fosse il domani pensato ieri, solo che lo fanno oggi.
Capito?
Insomma Space Station 76 è tutto nel titolo: una stazione spaziale, ma ferma all'anno 1976. Quindi robot, ma pantaloni a zampa, iperspazio, ma camicioni a fiori e magliettine strette
paesaggi siderali e carte da parati optical
problemi intergalattici, ma in fondo in fondo è solo una telenovela. 
Ecco. SS76 è una telenovela, solo che ambientata nello spazio. Era intenzione degli autori? Forse sì, ma anche essendo riusciti, tutto sommato, a rendere il profilo basso di quel tipo di produzioni - robot di plastica, scemette bionde e invidiose
drammi della gelosia, rivelazioni alla Chichito & Pachito - dopo circa una ventina di minuti già arriva inesorabile la noia. No, non ho detto Nolan.
SArà anche che tutti gli attori coinvolti sono di serie B (sarà voluto anche questo?), c'è Patrick Wilson, che pur avendo il ruolo più interessante, il capitano tutto d'un pezzo e supergay ma che non può ammetterlo, scommetto avete tutti difficoltà a capire esattamente chi è,
c'è Liv Tayler, ormai sprofondata in produzioni televisive o semplicemente di medio-basso budget, e altri vari che abbiamo visto qui e lì ma di cui mi riufiuto di imparare il nome. Ah, c'è anche il nostro amico Ultraman, un uomo che ha ragion d'essere solo perché dimostra che quello che siamo da bambini:
non è detto che poi saremo da adulti:
Il film è noiosetto forte, con una manciata di idee che avrebbero retto (!) bene per uno sketch di un quarto d'ora al SNL, ma di certo non reggono un intero film.
Averlo visto prima di Interstellar non ha rovinato la visione di quel film, averne parlato dopo forse ha rovinato un po' la recensione. Poi sarà, ma di fantascienza datata 1976 (anzi 77, vabbé) ce n'è una e una soltanto:
Recensione che in mancanza di altri spunti arricchiremo con il lavoro di Josh Ln, che di navi spaziali e robot (ma con un gusto un po' macabro) se ne intende:

♰ Mike Nichols ♰

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♰ Mike Nichols ♰
Hello darkness, his old friend.

La Parola Fine

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Arriva sempre il momento, nella vita di ognuno di noi, in cui un amico ti si avvicina e ti dice «Sai, ho scritto un libro.» E tu...
È un momento importante, non solo per lui - perché a te, diciamolo, non è che importi molto - ma soprattutto per la vostra amicizia. In quel "ho scritto un libro" si nascondono infatti, implicite e traboccanti ricerca di conferme, tante altre domande, domande come "lo vuoi leggere?", "ti è piaciuto?", "puoi mettere un post sul tuo sito in cui promuovi il mio libro?"... e tu se non vuoi proprio rovinare quest'amicizia dovrai solo scuotere la testa avanti e dietro, come una scimmietta ammaestrata, dimenticandoti delle cose importantissime che stavi facendo fino ad un secondo prima:
MA PER FORTUNA NON È QUESTO IL CASO! 
Infatti non uno dei miei amici è venuto a propormi il suo libro, non uno... MA DUE AMICI! E DUE LIBRI! E allora cambia tutto

Cambia tutto davvero, perché a quel punto davanti a te vedi un Progetto, e non solo la voglia di scrivere che insomma quella ce l'hanno un po' tutti - quella non muore mai (guarda me, so' cinque anni che continuo...), ad essere già morta e sepolta è la voglia di leggere, lo so bene che non state leggendo quello che sto scrivendo, ma state solo dicendo "guarda queste due scimmiette che si spulciano nell'acqua calda che pucci, sembriamo proprio io te, vero amore? Eh amore? Vero?!".
I due amici in questione si chiamano CO.N.S. - Collettivo Nuova Scrittura (non chiedete. Vi prego non chiedete. Che Wu Ming ha fatto più male che bene...) e sono, come dire... Bravi.
E lo sapete che se io dico che sono Bravi, vuol dire che sono molto bravi.
Insomma, i ragazzi hanno fatto questo:
• • •

La parola fine è più di un romanzo. 
È un progetto molto ambizioso: due romanzi paralleli, una versione Alpha e una versione Aleph. Non sono l’uno il seguito dell’altro. Sono due versioni alternative, che iniziano nello stesso modo, per poi divergere fino a creare due trame completamente diverse. Stessa ambientazione, stessi protagonisti, stessi eventi cruciali; eppure intrecci e sviluppi differenti.

La Grande Epidemia ha decimato l’intera popolazione mondiale, costringendo i governi a convogliare tutte le risorse disponibili per l’obiettivo della salvezza dell’umanità. 

Oggi, nel 2057, chi controlla la sanità controlla il mondo. E quell’uomo è Richard Stuart Sanderson, a capo della Life, la multinazionale medica più influente del pianeta. Allo scopo di porre fine per sempre alle paure delle malattie, Sanderson ha intenzione di realizzare una rivoluzione genetica, che affrancherà l’essere umano dalla tirannia dei virus e delle epidemie. Un’utopia che finalmente sta per realizzarsi. 

Non tutti però sono d’accordo con i metodi autoritari della Life. Un gruppo di uomini e donne ribelli si è stretto intorno al dottor John Knox, un tempo braccio destro di Sanderson. Cosa può fare un semplice uomo, costretto alla clandestinità, contro la potenza di un organismo che dispone del pieno consenso del governo? Niente, dice la ragione. Tutto ciò che è in suo potere, dice la follia. 

Tom Becker è un dipendente della Life, di brillanti prospettive. È contento del suo ruolo, della sua vita e del suo posto nella società. Tuttavia, al Controllo Semestrale Obbligatorio, riceve una brutta, una pessima notizia. Proprio in quel momento nell’ospedale scatta l’allarme. Alcuni uomini di Knox hanno fatto irruzione per razziare medicinali e apparecchiature. Becker, confuso, si scontra con Louise, una dei ribelli. Colpito da quella bellissima ragazza, catturato dal suo fascino, decide di seguirla. 

Il destino inizia sempre con una scelta.
• • •
Capito? DUE LIBRI! DUE STORIE! Stesso universo. Collegato. Bomba. Non è un progetto di quelli che si esaurisce appena la velleità si scontra con la realtà dei fatti, cioè che scrivere un libro non vuol dire solo andare in giro a dire agli amici "Sai, ho scritto un libro." E tu...

Ma io che conosco bene i miei (non)lettori, so che fare un post promozionale così, senza usargli neanche la gentilezza di parlare un po' di cinema, o riempire il post di gif animate, li potrebbe mettere di malumore:

E quindi ho ordinato chiesto a CO.N.S. di recensire per voi un film, fatto da e per scimmie (da qui la presenza dei primati); siamo tutti 12 scimmie in fila per 6 col resto di 0, stesso conto della popolazione dopo l'Apocalisse. Già, visto che il tema del libro - un tema di cui vale SEMPRE la pena parlare - è la sempre cara Fine del Mondo per colpa di Virus ("sempre" mica tanto in effetti), ecco che i due hanno visto e recensito a modo loro e in rosso/verde:
L'esercito delle 2 scimmie
Dai si scherza...
L'esercito delle 12 scimmie
Inizio/Fine
«Dimenticate l’esercito delle 12 scimmie!». È il 1962, siamo all’aeroporto di Parigi Orly. Siamo alla jetée, quello che qui chiamiamo gate. Un bambino vede il volto di una donna, che gli rimarrà impresso per tutta la vita, e poi una scena di panico: un uomo viene ucciso proprio lì, all’imbarco, davanti ai suoi occhi. Molto prima dell’inizio del film di Terry Gilliam, Chris Marker dirige un fotoromanzo. Niente recitazione, solo fotografie, in sequenza, sovrapposte, in dissolvenza, zoomate in e out, e una voce fuori campo. 
Fantascienza al grado zero. Molto prima degli interventi sgangherati di Marty McFly e di Doc, prima di L’esercito delle dodici scimmie (e prima, permettetemi di dirlo, di Memento) c’è La jetée. L’inizio, la fine, la fine, l’inizio.

Medesimo/Differente
Non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume. Poco prima della fine del film, James Cole (Bruce Willis) e la sua ex psichiatra (Madeleine Stowe) siedono in un cinema. Sullo schermo c’è La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock. Nel parco delle sequoie, Madeleine (Kim Novak) indica gli anni vissuti sui cerchi che il tempo ha segnato nel grande albero abbattuto. Una scena analoga è presente in La jetée, in cui il protagonista indica alla misteriosa donna del passato da quale punto del futuro è tornato: un punto oltre i cerchi della sequoia. 
In sala Bruce dice: «Il film rimane sempre lo stesso. Eppure cambia. Ogni volta che lo vedi ti sembra diverso perché tu sei diverso». 

Statico/Dinamico
Il corto di Chris Marker è costruito come una sequenza di immagini e un voice over.
Nell’Esercito delle dodici scimmie alcune immagini aiutano Bruce Willis a ricordare ciò che vivrà (non è un errore di consecutio temporum). A maneggiare il tempo la grammatica va in corto circuito. L’apocalisse è quello che c’è già. 

Sano/Insano
Brad Pitt ha superato se stesso interpretando un folle a capo di un gruppo segretissimo di uomini vestiti di nero e incappucciati, che lo seguono come un vate per compiere azioni di guerriglia urbana. È il 1999, stai guardando Fight Club, e Brad Pitt è in realtà un pezzo della personalità schizoide di Edward Norton, come scoprirai poco prima dei titoli di coda. Ora torna nel 1995 a guardare lo psicopatico Pitt e il suo esercito di animalisti. È solo un deja-vu? Dice Bruce, nel novembre del 1996: «Non penserai che sono pazzo quando dal prossimo mese la gente comincerà a morire». 

Destino/Arbitrio
L’anagramma di “Jeffrey Goines”, nome e cognome di un pazzo certificato, è “Jeffrey is gone”. L’anagramma di “Globe hotel” (dove si rifugiano Kathryn e James) è “LET GO HEBOL”. L’apocalisse è quello che c’è già. 

Reale/Surreale
Dei Pink Floyd si sa che interrompevano le registrazioni, anche nel mezzo di un brano particolarmente ispirato, abbandonavano gli strumenti e correvano davanti al televisore per non perdersi lo show dei Monty Python. In passato Terry Gilliam era uno di loro (dei Monty Python, non dei PF). Nel 1995 Gilliam dirige una scena in cui degli scienziati del futuro cantano «Blueberry Hill» all’uomo che è tornato indietro dal passato. Il divertente nonsense sconfina nell’inquietante. Dice Bruce: «Io sono pazzo e voi siete la mia pazzia».

Fine/Inizio
Tutto ciò che hai fatto finora, dalla nascita a questo momento, ciò che fai mentre segui con gli occhi e decodifichi questo testo (con i suoi errori, i reufsi, le mancanze e gli scherzi e le deviazioni dal discorso principale), tutto ciò che farai appena staccherai gli occhi dallo schermo: è già in te. Presente, passato, futuro: sei tu ORA. Ciò che hai cambiato, ciò che cambierai ha fatto e farà di te ciò che sei ORA. Sia che tu viaggi indietro o avanti nel tempo, questo è il risultato. Guarda com’è andata con Terminator. Guarda com’è andata con Bruce Willis. Il tempo non è una linea, è un punto. Punto.

Apocalissi/Salvezza
Bruce dice: «Credi che sia stato io a estinguere il genere umano?» Ci sono molti modi: virus (come in questo caso), meteoriti, alieni, autodistruzione, cataclismi, mutamenti climatici estremi, venti che spingono al suicidio, la supremazia delle macchine, una guerra nucleare o uno scontro tra pianeti. La paura della fine ci ossessiona, eccita la nostra mente perché rappresenta una sfida. Se posso raccontare l’apocalisse, vuol dire che sono sopravvissuto. L’esercito delle 12 scimmie (1996) parla di un’umanità futura postapocalittica alla ricerca di una via di salvezza nel passato. Interstellar (2014) parla di un’umanità futura postapocalittica alla ricerca di una via di salvezza nel passatopresentefuturo. E intanto Murdoch inaugura il canale Sky Cinema Hits Apocalypse, fantascienza apocalittica 24 ore su 24. Perché ciò che non ti uccide ti rende più forte. E vale anche per te, lì sul divano.

Fast Forward/Rewind
Ti svegli accaldato. Hai fatto un altro brutto sogno, ma non lo ricordi. Prendi lentamente coscienza di te stesso: ti chiami Timothy Howard. Oggi è il 16 gennaio del 2015. Non sei ancora abituato alla temperatura tropicale dei termosifoni qui a Newark, NJ. È buio, l’altra metà del letto è disfatta. Ti alzi e lanci la maglietta sulla sedia. Lisa è al lavoro, come tutti i giorni. Domani è il suo compleanno, ma finché hai il turno di notte non c’è modo di festeggiare. Prendi il latte dal frigo e bevi dal cartone, poi ti fermi, in ascolto. Dal soggiorno arrivano delle voci. Guardi l’orologio. Sono le 21:30, impossibile che ci sia qualcuno. Infatti: Lisa ha lasciato di nuovo la tv accesa. Premi il telecomando per spegnerla, ma non succede niente. Le immagini vanno avanti. Provi ancora. Niente. Lo schermo resta sintonizzato su Syfy. Insisti con i tasti, con più violenza, niente da fare. Sei costretto a guardare. È la sigla di testa di una serie tv che inizia proprio oggi: 12 Monkeys. Maledette pile scariche. 

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Non pago - anche se io stesso ho pagato per leggere i libri, che oh, dopo luglio c'ho talmente tanta gente che mi dice "eh ma io a luglio il tuo magazine l'ho supportato" che sto andando fallito - ho raccolto anche un po' di illustra-locandine che l'altra volta non c'erano entrate:
[La più bella... Io ne ho riconosciute 8.]
Che dite? Si comprano SUBITO questi due libri? Non fate i matti, e andate sul SITO.

CB & BLOGGOKIN ANTEPRIMA • Ogni Maledetto Natale

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Ormai è una realtà: CB più presenzialista del Principe Giovannini e della Contessa DeBlank (questo per fare esempi altolocati ma proprio guarda, un'invidia...), CB a tutte le feste, CB a tutte le fiere, CB in tutte le case, CB in tutti i letti delle lettrici. CB Gambardella. Chicken & Prezzemolo.
Ma la cosa più gustosa da fare quando ti arriva un invito ad un'anteprima non è non andarci, ma mandarci qualcun altro.
Ecco che allora, per l'Anteprima di OGNI MALEDETTO NATALE - quello che di primo acchitto sembra un cinepanettone capace di distruggere in un attimo le carriere di Mastandrea, Giallini e Guzzanti - si crea una di quelle sinergie che fa bene qui, fa bene qui: il più povero e broccolo dei siti di cinema e illustrazione si sposa con il più ricco e critico dei siti di grafica e design, il mitico BLOGGOKIN!
Andiamo allora a leggere quello che Kin (posso chiamarti Kin? Lo posso fare 8 volte? Ci beviamo su analcolico moro...) ha scritto sul film.
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La sinossi ci dice che è "Una nuova commedia esilarante e sarcastica sulla forza dell’Amore e la potenza distruttiva del Natale, raccontato come il più grande incubo sociale e antropologico. Un cast d’eccezione per un ritratto “di famiglie” satirico e sentimentale. Massimo e Giulia hanno storie e vite molto diverse. Quando si incontrano però scatta il colpo di fulmine. C’è solo un problema: il Natale si avvicina minaccioso. La decisione di trascorrere le Feste con le rispettive famiglie si rivelerà un'insospettabile catastrofe dai risvolti tragicomici. Potrà il loro amore sopravvivere al Natale?" 

Ecco. Ora che sapete più o meno la storia (ma già si intuiva dal trailer no?) vi sarete accorti che l'idea di mettere in contraposizione due famiglie di ceti sociali diversissimi tra loro non è certo nuova. Appartiene alla letteratura (prima) e al cinema (poi) dalla notte dei tempi. Un'idea saccheggiata in lungo e in largo da chiunque o quasi abbia scritto, diretto, sceneggiato o visto un libro o un film. 
Allora perché vedere questo film? Perchè dovete sapere che si ride e si ride tanto, impossibile non farlo. 
La famiglia Colardo (quella povera) è perfetta nella tua caratterizzazione, credo che in totale durante la prima parte che li riguarda, avrò passato circa 10 minuti senza ridere. Non sto parlando delle solite gag montate una dietro l'altra ma di una precisa costruzione di uno status familiare attraverso personaggi al confine con la macchietta, che riportano in vita le migliori commedie italiane. 
Padri, madri, zii, cugini improbabili, la campagna, le tradizioni, i giochi di carte (spurchia!), la cucina casalinga, il paese. Nulla è lasciato al caso. Un quadretto iperrealista degno della tradizione del cinema italiano. 
Un quadretto affrescato bene, a tinte talmente forti e potenti che vanno a "coprire" quella che è la seconda parte del film, quella che si svolge a casa dei "ricchi", che si snoda attraverso un piccolo giallo e a una serie di divertenti trovate che però raramente eguagliano quelle della parte "povera". 
Il perché credo sia facile dirlo, bene o male ci sentiamo molto più vicini al lato umanamente povero, quello che si mangia le "ghiandole di lepre" nel brodo, quello delle famiglie che litigano e di chi - malgrado non ha nulla - crede di avere tutto e di poterlo condividere con i più sfortunati (se ce ne sono) di lui. 
I ricchi sono ricchi, pieni di Rolex e di finti problemi, forse anche più cinici, distanti dalla realtà quotidiana tanto quanto i primi, ma non sanno però prenderti il cuore. 
Si diceva risate: amare, divertenti, tante, con quel retrogusto alla Boris, con attori che sanno benissimo cosa fare, che si conoscono da anni, i Giallini, i Mastandrea, i Pannofino vanno quasi a braccio, a volte hai l'impressione che alcune battute non siamo nemmeno frutto di un'attenta sceneggiatura ma dell'improvvisazione del set. 
Ogni parola sul genio assoluto di Corrado Guzzanti sarebbe superflua, lui in questo film è come il sugo e la pancetta nell'amatriciana. Senza di lui sarebbe solo pasta! 
Il film è dunque consigliatissimo: per la prima volta potrete gustarvi un "cinepanettone" senza le scuregge di Boldi e i rutti di DeSica. 
Bravi! Locandina a parte...
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Io ci vado. Pagando. E ho detto tutto.
Ma invece cosa avrà voluto dire il buon Bloggokin con quel "LOCANDINA A PARTE"? Forse per quella cosa di George Clooney? O magari dall'alto della sua sapienza grafica e stilistica ha qualcosa da dire su quella font e queste foto?

Ebbene sì!
E dove lo fa? Ovviamente nel suo di sito, luogo preposto per fucilare quei grafici e art director stanchi e stantii che ANCORA usano il Marker Felt. Leggete quello che BLOGGOKIN ha da dire su tutta la linea grafica scelta per la comunicazione del film, spingendo molto forte...
>>QUI<<
Mentre io concordo parola per parola, voi non scordatevi il Facebook, il Twitter e il sito ufficiale del film; cliccate, così continuano a invitarci, ovviamente di mattina in orari in cui la gente normale LA-VO-RA, dai che magari la prossima volta ci mando voi.
Ma sai che mi viene in mente? Che l'unione di "presenzialismo" + "dobbiamo fare business" fa scattare nella testolina di CB un nuovo grande progetto! Altro che siti, altro che magazine! ChickenBroccoli si butta a capofitto in una professione tutta nuova: invitato al Cenone di Natale 2014! Tu lo inviti, lui viene e ti risolve la serata, ci prova con la cugina coi porri, mangia la parte sopra del pandoro, fa ambo, terna, quaterna, cinquina, tombola e tombolicchio anche se all'inizio si era detto che chi fa ambo non può fare terna sulla stesa riga, vince il primo premio al Mercante in fiera con il Lattante, schizza coi mandarini gli occhi di tutti e se ne va non prima di aver rotto le palle (!) dell'albero e aver rubato tutti i regali! DAI! Prenotalo ora! Invita CB al tuo cenone di Natale! Si accettano prenotazioni, porta anche l'orchestrina se c'è bisogno.

Voglio una cineteca labirinto

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The Maze Runner
Trama: Si fanno un maze tanto questi giovani

Ovviamente stare qui a parlare - non preoccupatevi, sarò brevissimo - di Maze Runner quando nei cinema sta sfracellando i record di incassi il terzo capitolo di Hunger Games fa parte di tutto un discorso mio che si riassume in "stare mai sul pezzo". 
Sta di fatto che Maze Runner è l'ennesimo young-adult avventuroso trascinato a forza dalle pagine stampate alla pellicola solo ed esclusivamente grazie al traino fortissimo di HG (altri esempi questo e questo, e non sono gli unici).
Questi new young adults sono tutti uguali, tutti fantascientifici, tutti con i protagonisti incasellati da un'eminenza grigia dentro schemi prestabiliti (quartieri, classi, professioni eccetera), tutti a testa bassa fino a che arriva uno, Lui o Lei, il o la Prescelta che solo grazie al giusto mix di coraggio/ribellione/ficaggine distruggerà la società prefabbricata, falsamente democratica, opprimente e blablabla.
Quindi, di certo rispetto a dieci anni fa abbiamo fatto un passo da giganti in quanto a valore educativo. Voglio dire, molto meglio un modello come Catniss (ed epigoni) che Bella che appena Edward se ne va raccoglie tutte le sue forze per... buttarsi a letto a piangere.
Certo però questa cosa gli sta prendendo un po' la mano, sembra di vedere sempre lo stesso film, in cui cambia solo il protagonista, ma vi giuro, sembrano film di un universo condiviso, che tanto sta piacendo alle major.
Riassumendo: un tizio si sveglia in una gabbia, la gabbia si apre, fuori ci stanno tutti altri ragazzi che lo guardano. Non è un film gay, credo.
Questa società di giovani virgulti - tranne un ciccione sfigato che ci deve essere anche lui per par condicio - è chiusa in un grande prato verde dove nascono speranze che si chiamano ragazzi, circondato da muri altissimi, che sono però le mura di un labirinto pazzesco, che cambia forma ogni notte e popolato da mostri assurdi.
La società dei ragazzi è divisa in gente che coltiva tutti degli ortaggi un sacco buoni, gente che costruisce tutte delle case un sacco sugli alberi e poi della gente che corre un sacco, che sono un po' gli eroi della situazione perché sono quelli che ogni notte vanno nel labirinto e lo mappano.
Arriva il tipo e in tre giorni fa la rivoluzione. Ma non è che riesce tanto (per tutta quella storia che l'eroe non può mai essere del tutto sicuro di sé). Ma ad un certo punto ecco che la vita dei ragazzi cambia per sempre:
Remember Puffetta. La più coraggiosa dei Puffi! Puffetta, unica donna in una società di uomini, Puffetta che con il suo coraggio e la sua indomita bionda chioma combatte lo strapotere di Gargamella! Puffetta, due mele o forse più di blue braveness!
No dai, a parte Puffetta, cambia perché il tipo, l'Eroe, prende un manipolo di altri e scappa dal labirinto, solo per scoprire che il labirinto era tipo LEVEL 1, nei prossimi libri film gli altri livelli, l'ultimo se il pubblico li assiste diviso ovviamente in due.
Ora, come sapete sono un Potteriano convinto e per nulla pentito, e sebbene anche in quella serie ci fose il Prescelto che grazie alle giuste dosi di coraggio/ribellione/ficaggine (+ magia, perlopiù assente in questi nuove young adults) sconfigge il cattivo e anche lì ci fossero le classi (le 4 Case), certamente la profondità della trama e degli intrecci era qualcosa dalle così tante letture da aver creato l'Universo che ancora c'è (e continuerà, sia lode alla fame di soldi della Warner Bros).
Ecco, i nuovi young adults, sebbene avventurosi e fantascientifici, mancano di quella profondità, sono pacchetti preconfezionati per un pubblico poco smaliziato. 
Quindi come dire, stai facendo la cosa giusta (dare ai ragazzi dei modelli migliori di una scema che si innamora di un vampiro modello), ma lo stai facendo male. Dammi più profondità per tutto il film, invece di limitarti ad aspettare la scena finale del film per propinarmi l'apertura di un "secondo livello" che sarà la base per il secondo film (cosa che poi ti costringe a stare in ansia per tutto il tempo, che se il film va male col cavolo che lo fai il secondo film...).
Però questo Maze Runner si becca, inaspettatamente e al contrario delle altre scemenze derivative dell'ultimo anno, un Chicken, perché ha scene d'azione ben girate, dei mostroni aracnotecnologici che mi hanno ricordato roba giapponese tipo BLAME!, scarta la storia d'amore (anche se ne getta le basi), ha rimandi a Lost e addirittura (oddio, forse questi li ho visti solo io) al Signore delle Mosche e comunque a noi ci piacciono i labirinti e basta:



A proposito della Puffetta Hunger Games, proprio quando pensavo di aver inventato un mash-up originalissimo, mi prendo la briga di andarlo a cercare e... ovviamente... 

Se volete anche voi entrare nel labirinto più labirintico del web giocate a questo. Se vi interessano quelli veri, andate qui.

2x1 • Photoshorror

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Succede che vedo due film due (non uno, due) solo perché mi faccio fregare dalle locandine (che sono abbastanza carine, mi sono fatto fregare da Photoshop, insomma, proprio come succede quando vedi la foto di Kim Kardashan sulla cover di quel magazine). 
Ma si può? Proprio io? Il più furbo del bigonzo?
Che capisco il primo, ma ricaderci ad appena un giorno... Non vi dirò quale ho visto prima e quale dopo, ma tanto li ho visti e nessuno mai mi ridarà indietro le ore perse e la vergogna di averli visti entrambi, tutti, fino alla fine (sempre per quella cosa che se vedi tutti i titoli di testa allora ti dici "e vabbè che mo non lo finisci?"
Uno dei due film è:
Jessabelle
Trama: Trema & Louisiana

C'è questa tipa roscia
palesemente un'attrice di mezza tacca assunta perché costava poco poteva assomigliare a chiunque altro in una gamma che va da Kate Hudson a quella roscia di Six Feet Under - che dopo un incidente stradale (l'unica cosa carina, che arriva a secondo 24 di film
quindi non te l'aspetti) si deve trasferire a casa del padre in Lousiana.
Lousiana = voodoo. 
Quindi voodoo = zombie? No, qui fantasma, perché mai rispettare i canoni horror? già, perché mai se invece i ragazzini vogliono solo fantasmi di ragazze coi capelli luridi che escono dalla vasca mentre la protagonista sta mezza addormentata? 
E dall'altra parte della vasca chi c'è? Samara in Jappone che ha tolto il tappo? E perché hanno sempre i capelli zellosi se stanno tutto il tempo nella vasca?
Alla fine questo fantasma si scopre essere UDITE UDITE:
Cadavere di ragazzina sepolta in casa mille anni prima quindi fantasma incazzato quindi protagonista deve disseppellirla e pace fatta capo a.
La solita storia: film brutto, derivativo, copiato, collage orrendo di scene prese da altri film, che messe tutte insieme BREAKING NEWS non solo NON fanno un bel film, ma creano anche una confusione stilistica e di influenze horror che messe insieme fanno solo casino.
Brutto di quel brutto che dici "mazza che merda".
L'altro film che mi ha fregato per la locandina (e perché io con le tavolette Oujia sto un po' in fissa anche se non ne ho MAI usata una perché faccio tanto quello che "figurate se credo a ste cose" poi in realtà mi cago sotto...) è:
Ouija
Trama: Tavoletta del cesso, seduta spiritica (capita? tavoletta, seduta... si ride)

Ricorderete che il qui presente spirito(so) Broccolo già vi ha regalato la sua personalissima tavoletta Oujia da stampare e usare per evocare gli spiriti che vi pare a voi.
Ve la rimetto (anche se non è aggiornatissima con le ultime news chickenbroccolesche):
Che l'ultimo anno è pieno di cadaveri eccellenti e magari possiamo chiedergli "Robin, ma perché l'hai fatto? Per prendere un oscar postumo?" oppure "Philip Seymour, ora puoi dircelo, perché deve proprio essere Hunger Games l'ultimo film dove ti vedrò recitare? Perché?!".
Serve sempre la tavoletta Oujia, anche come sottopentola è una bomba.
Il film invece è particolarmente brutto. Una sorta di tentativo sbilenco di riportare in voga quei teen horror anni novanta, un po' So cosa hai fatto un po'Final Destination, dove questo gruppo di teenager idioti vengono massacrati uno dopo l'altro nelle maniere più atroci da uno spirito maligno (o assassino o chi te pare).
Che in teoria potrebbe anche rivelarsi piacevole a volte: sono idioti, li vedi morire male, meglio di così... Peccato che questa volta non si capisca NIENTE, che lo spirito maligno sia "spiegato" a mozzichi e pizzichi solo verso la fine, il tutto si risolve in UDITE UDITE:
Cadavere di ragazzina sepolta in casa mille anni prima quindi fantasma incazzato quindi protagonista deve disseppellirla e pace fatta capo a.
Capito come? Uguale a quello prima. E che tutto sia - di nuovo - derivativo da mille altri horror, di cui 999 (non rivoltare questo numero) già bruttissimi di loro.
Possibile che non sia servito questo:

e soprattutto questo film, per insegnare agli sceneggiatori horror che le regole del terrore vanno riscritte dalle fondamenta, vanno riscoperti gli archetipi antichi, i cuori rivelatori, i mostri tentacolari, i fantasmi terrorizzanti, e non limitarsi a mettere solo occhi neri, capelli bagnati, bocche allungate

e la scena dello specchio aperto/specchio chiuso, o delle selfie che vengono male tutte disturbate... ma forse sei solo te che sbagli inquadratura, vanno fatte dall'alto! Dall'alto!

Va studiata la preparazione al terrore, non il BU! e io salto dalla sedia solo perché il volume della scena è alzato.
Poi ti credo che se vedi, che ne so, questo, gridi al mezzo miracolo.
Ragazze, io comunque potrei sempre pensare di superare la mia paura per la tavoletta Oujia e metterci alla fine le mani sopra e andare diqquà e dillà e dissù e diggiù con le dita, ve lo dico:
Se vogliamo, la cosa horror + regazzini più bella che ho visto nell'ultimo mese è questa:

Di una cosa siamo ormai certi, che i produttori di Insidious sono dei coglionazzi e stanno puntando i loro soldi sui cavalli sbagliati.
A proposito di cavalli, non c'entra nulla, ovviamente, ma voi rimanete sintonizzati su questa parola... cavalli... uuUUuu... 

INDOVINA CHE ANTEPRIMA VEDI A CENA • Trash

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Avete cucinato, gustato, assaporato e digerito (mi fermo qui) la scorsa anteprima collaborativa cinema + food (che sarebbe il magnare, ma dire food fa più fico sul web) con la bellissima Saghar? Io no! Perché non siete venuti a casa mia a cucinare per me? E che devo fare tutto io qui?!
Vediamo di non ripetere l'errore questa volta. Si rinnova la collaborazione cineculinaria (perché ogni volta che scrivo culinaria rido come quando stavo alle medie? Interrogarsi.) tra ChickenBroccoli e Lab Noon, il sito di cucina e fotografia più bello del mondo.
Questa volta andiamo in Brasile, ma lontanissimi dal trash food a cui siamo abituati, questa è una recensione per palati fini (non come la mia lo scorso mese): ho mandato Saghar a vedere il film, lei ha scritto le sue impressioni, come al solito col suo delizioso italiano alternativo (di certo più simpatici i suoi errori grammaticali dei miei) e con una ricetta da leccarsi i baffi. Se non li avete leccate quelli di qualcun altro.
La cosa bella delle recensioni di Saghar è che sembra proprio di sentirla raccontare il film mentre intanto cucina la ricetta. E allora buon appetito! (CB)
Ho fatto tante scoperte culinarie (e non solo) quest’anno grazie al mio blog. Ho avuto modo di provare ricette nuove e conoscere meglio le diete diverse. 
Una di queste scoperte che mi ha piaciuto particolarmente è che il novembre di ogni anno il “World Vegan Month” in cui va promesso una dieta vegana. Io sono (quasi) felicemente onnivora che però ultimamente cerco di mangiare meno carne possibile e cucinare sempre di più con le verdure dello stagione, legumi e cereali. Perciò la mia reazione a un mese vegano è stata “challenge accepted!”. 
Ho fatto tanti piatti semplici vegani e ho postato alcuni su Instagram e ne ho fatto una raccolta su Steller. Ammetto che è stato difficile eliminare tutti i prodotti animali. Ho scoperto per esempio che il mio tallone d’Achille sono i formaggi e anche un po l’uovo. Quando cominci ad avvicinarti a un nuovo mondo hai subito la possibilità di conoscere e scoprire modi e metodi per usare ingredienti nuovi pre rendere i piatti a base vegetali buoni e nutrienti.
(Le foto sono talmente belle che le metto cliccabili, vanno gustate grandi!)
Poi in bel mezzo di novembre (che però è stato più un settembre/ottobre a Roma) è arrivato di nuovo ChickenBroccoli, il blog fighissimo di cinema e mi ha mandato a vedere l’anteprima di un film per poi creare una ricetta, e io naturalmente ho accettato con largo sorriso. Si chiama Trash. È trattato da un best-seller di ragazziTrash - Una Storia di Soldi e Bambini Sporchi
La storia si svolge in Rio de Janeiro, dove i tre ragazzi protagonisti della storia lavorano in una grande scarica delle immondizie. È una storia di buoni e cattivi. (A proposito di buoni e cattivi di cinema guardate anche i magazine illustrati di ChickenBroccoli.) Circondata da immensa sporcizia e spazzatura, la povertà spietata e smisurata corruzione questi ragazzi decidono di fare “la cosa giusta” e quindi diventano una voce di speranza.
È carino come film, sopratutto per gli adolescenti il coraggio di questi ragazzi può essere stimolante. C’è la giusta dose di adrenalina senza l’eccesso di violenza e uno non può non ricordarsi di The Millionaire dove altri bambini sporchi e poveri cercavano di sopravvivere l’ingiustizia e sconfiggere i cattivi. Solo che dal punto di vista di colonna sonora, la storia e anche il montaggio The Millionaire aveva parecchie marce in più. (Ecco che ho sostituito ChickenBroccoli come critico cinematografico!)

Durante il film ero costantemente alla ricerca di una traccia del cibo o un piatto per ispirarmi per una ricetta. La cosa triste è che non per caso, (e al contrario dell’altro film) del cibo non c’è niente. Anzi forse del cibo la cosa più presente è in realtà la sua assenza. Infatti l’unica scena in cui qualcuno va a cercare da mangiare lo cerca in un bidone di spazzatura. Trova una mela mezza mangiata e altre cose sporche. Di questi ragazzi non si vedono i genitori, o qualcuno adulto che ne prende cura (tranne i missionari americani). 
Ho pensato quanto fosse importante che quando un ragazzino come Rafael torna a casa trovi un bel piatto caldo e nutriente che gli dia l’energia e le sostanze necessarie per crescere bene e in saluto. Un bel piatto del semplice riso con i fagioli magari, con gli ingredienti semplici e economici, con la giusta dose di proteine, fibre e minerali. I fagioli sono una parte esistenziale nella cucina brasiliana. Li usano tantissimo e di diversi tipi. 
A Rio usano in particolare tanti fagioli neri. Il piatto di riso e fagioli è usato più come un contorno accanto a tanti tipi di carne. In effetti ho fatto fatica a trovare delle ricette vegetariane brasiliane e chiedendo dagli amici brasiliani mi hanno confermato che la carne è una cosa molto seria nella dieta brasiliana. Ho preparato questo stufato vegano di fagioli misti con il riso bianco. Ho pensato alle cose semplice che magari si trovano in fondo del frigo, saporitissimo grazie alle erbe e le spezie. Si può servirlo con il riso semplice, il quinoa o miglio. È caldo, denso e profumato ed oltre a essere vegano e anche senza glutine. Perfetto per lunghe sere dell’inverno. Potrebbe essere anche un’opzione per un natale o Thanks Giving vegano/vegetariano.
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STUFATO VEGANO DI FAGIOLI
Tempo di preparazione: 10 min • Tempo di cottura: 2 hr
Ingredienti
40 gr fagioli borlotti secchi* 
30 gr fagioli neri secchi* 
1 cipolla, tagliata a fette 
1 carota, tagliata a cubetti 
1 zucchina, tagliata per lungo 
0.5 peperone
7-8 pomodorini** 
un mazzo di coriandolo (coste e foglie)*** 
0.5 tbsp amido di mais 
2 tsp zenzero fresco grattugiato 
3 foglie di alloro 
2 tsp di paprika affumicato 
1 tsp di pepe di cayanne (o peperoncino) 
3 tbsp oidio extra vergine di oliva 
2 tsp sale 
Come Facciamo 
Metti i fagioli a mollo in due ciotole separate dalla sera prima. in una pentola riscalda 1 cucchiaio di olio di oliva. 
Aggiungi meta delle cipolle, la carota e le coste del cilantro tagliate molto finemente. Soffriggi fino a quando la cipolla comincia a diventare d’orata.
Scola prima i fagioli borlotti e sciacquali sotto l’acque e aggiungi al soffritto. 
Copri con acqua fredda, aggiungi il sale e lascia cuocere per un’ora. 
Riscalda il resto dell’olio in una padella. 
Aggiungi il resto della cipolla, lo zenzero grattugiato e 1 cucchiaino della paprika e gira bene sul fuoco medio per un paio di minuti.
Aggiungi il peperone a cubetti piccoli e cuoci per circa 10 minuti. 
Nel frattempo scola e sciacqua molto bene anche i fagioli neri. 
Aggiungi altra acqua se necessario. 
Tagli i pomodorini a meta e aggiungi ai fagioli insieme al resto del paprika, il pepe di cayanne e i fogli di alloro. 
Copri e lascia cuocere per un altra mezz’ora. Nel mentre aggiungi le zucchine tagliate in padella e soffriggi per 10 minuti. 
Sciogli l’amido di mais in mezza tazza di acqua e versa nella pentola dei fagioli e aggiungi anche le verdure.
Copri e cuoci per 10-20 minuti. 
Il tempo complessivo della cottura dovrebbe essere quello che è scritto sul pacco dei fagioli. Servilo con il riso al vapore, il quinoa e il millet, con filo d’olio di oliva e foglie fresche del coriandolo. 
Note 
*Si può usare anche i fagioli in barattolo per risparmiare il tempo. Io non ho mai visto i fagioli neri in barattolo. Solo ricorda che i legumi in barattolo spesso hanno tanto sale, conservanti e a volte anche lo zucchero. 
**Sì può utilizzare mezzo barattolo di pomodorini, ma non usare la polpa o il passato di pomodoro. Vogliamo avere dei pezzi di pomodoro. 
***Io non ho trovato il coriandolo quando ho fatto questa ricetta ma ci ho già provato ed assolutamente buonissimo.

Benda e Brandon

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Predestination
Trama: L'Ethan dell'innocenza

Devo parlare di questo film. Devo parlarne moltissimo. Anche se non mi è piaciuto.
Devo dire due cose, la prima la dico subito, la seconda tra un po'. 
La prima cosa che devo dire è questa.
Allora, c'è stata una manciata di anni, diciamo dal 1994 al 2000, in cui il punto di riferimento unico e solo per fare dei film (che volevano essere) nuovi era Quentin Tarantino. Tutti a fare film definiti Pulp e nessuno che sia riuscito a farsi davvero ricordare (gente come Ritchie o Avery hanno fatto meglio quando l'hanno abbandonato, il Pulp). Nella decade 2000-2010 possiamo ben dire che non ci sia stato un vero regista di riferimento, uno capace di trascinare a sé una categoria, una generazione, a diventare un aggettivo insomma (che è un po' il punto di arrivo di ogni artista, voi già lo dite "chickenbroccolesco"?). Certo abbiamo visto nascere, crescere ed affermarsi lo stile andersoniano, ma nessuno (salvo smentite da qualche arguto anonimo nei commenti) è riuscito a copiarne o trasmutarne lo stile. Non c'è - almeno al cinema - una corrente andersoniana… forse qualche rimando stilistico o ideale condiviso, ma niente a che vedere con il proliferare quasi virulento che ebbe il Pulp.
Forse solo l'horror, negli anni 2000, ha avuto il suo vero Nuovo (che poi, nuovo…) Genere: Telecamerina.
Ecco. Scattati da qualche anno gli anni 2010 (Ma si dice così? Come si dice? Gli anni 10 dei 2000? Come faccio a intendere in una parola la seconda decade del 2000? Mi sto incasinando, ma è colpa del film… poi capirete) ecco che abbiamo, udite udite, il nuovo regista di riferimento: Christopher Nolan.
Ne abbiamo parlato molto, anche molto bene, anche ultimamente: Nolan ha creato uno stile. Riassumendo Nolan: gravità (nel senso di forza di), gravità (nel senso di tensione psicologica), regia ai massimi livelli, sceneggiature filosofikolossal, musica di tensione imperante, sorprese finali.
Allora la gente ora ci prova, a copiare il suo stile, i suoi colori lividi, la sua regia statica ma d'azione (sì lo so è un ossimoro ma con Nolan ci stanno molto bene gli ossimori), a creare insomma una corrente cinematografica.
Peccato che - vuoi che lui è particolarmente bravo, cuoi che chi lo copia è particolarmente cane - i film palesemente nolan e suoi derivati sono delle monnezze. Ma è colpa tua bello mio, regista caro, ti confronti con uno che al momento è un gigante (e qui non temo smentite dell'arguto anonimo commentatore), e in più lo fai senza sforzarti di scrivere un film più personale, alla fine è logico che "t'abbruci".
Allora ecco che quello col ciccione bambino del Sesto Senso era veramente pessimo (anche per scelta scriteriata degli attori), mentre questo, dove c'è un po' più di impegno in sede di scrittura e un paio di attori un po' meglio, è un tantinello meglio. 
Ma comunque non mi è piaciuto.
Ma ho bisogno di parlarne. 
Perché? Semplice: prima di tutto parla di viaggi nel tempo, e come sapete usare il proprio tempo per vedere film sui viaggi nel tempo vale sempre il tempo usato, GRANDE GIOVE! E poi perché - se dobbiamo dare un merito a questo film - è il film che nella sceneggiatura ha (devo scriverlo maiuscolo, devo): IL PIÙ GRANDE INCASTRO DI PARADOSSI TEMPORALI MAI SCRITTO NELLA STORIA DEI PARADOSSI TEMPORALI.
Vi giuro che è così. Cioè roba che il fatto che Fry sia il nonno di sé stesso, che Marty sia la causa della sua nascita, che John Connor sia nato solo perché suo padre torna indietro per salvarlo e che Skynet fiorisca solo grazie alla mano di Arnie, che Sirius e Fierobecco siano vivi alla fine del terzo film, che… insomma la sceneggiatura l'ha scritta John Titor.
Io ve la racconto, perché sento il bisogno di raccontarla, voi magari non la leggete, o leggetene un po', poi guardate il film e vediamo se alla fine ho scritto tutto bene.
Devo farlo, forse più per me che per voi, devo.
Allora il film che inizia con un tipo che cerca di fermare un terrorista con una bomba. Il terrorista scappa e lui cercando di disinnescare la bomba la fa esplodere. Rimane ustionato e morente, ma viene salvato da un terzo tizio misterioso. Si scopre che il tipo ustionato è un agente di un'agenzia segreta che grazie ai viaggi nel tempo evita catastrofi terroristiche. Viene curato e dopo sette anni di operazioni passa da così:
a Ethan Hawke.
A quel punto viene mandato indietro di molti anni, fino agli anni 70, a lavorare in un bar vestito da frikkettone. Una sera in quel bar entra Edward Furlong:
Ok, non è Edward Furlong ma non so cosa gli fosse preso al truccatore (esatto, sotto si nasconde qualcun altro) ma ditevi voi se non sembra Edward Furlong:
Insomma Ethan e proto-Edward iniziano a parlare. proto-Edward inizia a raccontare la sua storia. E racconta che prima di essere proto-Edward era… una ragazza! Precisamente lei:
(Che riconoscerete come quella che appena due giorni fa bollai come pessima attrice, mentre sembra che debba essere una stella nascente. Ne dubito.)
Insomma la sua è una strana storia: abbandonata da piccola in un orfanotrofio. Cresciuta tra i libri e in solitudine. Mai adottata. Notata da uno strano tipo che la inserisce in un "segreto" piano di addestramento governativo (occhiett. occhiett.) fatto di strani allenamenti per l'espansione delle capacità fisiche e cognitive, tramite caschetti retrofuturibili (e dentro viaggi interstellari. occhiett. occhiett.) che sono come delle gigantesche Mentos ficcate sulla capoccia
Ma purtroppo viene cacciata anche da lì. Si ritrova a fare la ragazza alla pari, triste e sconsolata. Però un bel giorno incontra l'uomo perfetto, che sembra leggerle nella mente, è bello bravo e ha tutte le qualità. È amore. I due vivono insieme per un po' e lei rimane incinta. Però una sera, out of the blue, il tipo sparisce, l'abbandona.
Il parto è difficile, perché la conformazione fisica della ragazza è ben particolare, i medici infatti scoprono che è quello che si dice un ermafrodito (ci va l'apostrofo su ermafrodito? non c'entrano le ciabattine da mare vero?). Durante il parto hanno dovuto asportare tutto l'apparato riproduttivo femminile, facendo anzi "uscire" quello maschile. Insomma ti addormenti che sei donna, ti risvegli che sei Edward Furlong. Da denuncia.
Ma non basta! Il neonato viene rapito la sera stessa! Che sfiga di vita oh!
Insomma la sua vita triste continua, tra pianti e steroidi, fino ad entrare nel bar in cui c'è Ethan.
Ethan lo/la ascolta interessato (si scoprirà che è lì per quello), e, sbem, gli/le offre l'occasione di tornare indietro nel tempo per andare ad evitare l'incontro con quell'uomo, che le ha effettivamente rovinato la vita.
proto-Edward accetta, i due tornano indietro, proto-Edward arriva al momento dell'incontro tra i due (una sera sotto la pioggia i due si erano scontrati), si distrae un attimo e… qualcuno lo urta e… È LEI! Cioè è lui quando era lei, insomma sono la stessa persona donna/uomo! 
E quindi LUI era l'uomo misterioso! SI INNAMORANO! SI BACIANO! D'ANNUNZIANO! PARADOSSO! NARCISO! INCESTO SPAZIOTEMPORALE ASSURDO! E già la faccia  dell spettatore assume questa espressione:
Ma non finisce qui.
I due figliano. Capito?! Fanno un figlio. Il figlio di Lei/Lui stessa persona. Edipo ed Elettra ballano come Mia Wallace e Vincent Vega sulla tomba di tutti gli psicologi della Storia.
Ma aspetta… che ti pensi che è finita qui? Ti ricordi quando ti ho detto che il neonato viene rapito? Indovina chi lo rapisce?
Hai già la faccia così?
Fai bene perché è proprio così: LO RAPISCE ETHAN! E LO PORTA DOVE? 
LO PORTA ALL'ORFANOTROFIO ANNI PRIMA! IL NEONATO È LEI! È LEI/LUI! E QUINDI LEI/LUI È IL PADRE/MADRE SI SE STESSA/O.
SONO TUTTI LA STESSA PERSONA! LEI. LUI. FIGLIA che diventa FIGLIO che poi diventa MADRE che poi diventa PADRE che poi fanno FIGLIA che al mercato mio padre (di chi? mio? tuo? Di Lei?) comprò.
E già qui ti si scoperchia la calotta cranica che manco l'avessi visto con Hannibal sto film.
Ma non è mica finita. Se, lallero.
Perché vi ricordate di quel terrorista bombarolo che avevamo incontrato all'inizio? Quello che va ancora fermato? E chi ci prova? Ci prova proto-Edward, convinto da Ethan. Quindi i due vanno per stanarlo, ma il bombarolo riesce a scappare, proto-Edward cerca di disinnescare la bomba, la bomba gli esplode in faccia e lui rimane orribilmente ustionato e allora arriva Ethan con la valigetta del tempo (non vi avevo detto che la macchina del tempo è la custodia di un violino) e…
CAPITO!? proto-EDWARD È ETHAN! SONO TUTTI LA STESSA PERSONA SEMPRE TUTTI QUANTI LORO TUTTI UNO NESSUNO CENTOMILA ETHAN FURLONG! Roba che tra un po' pure i registi, pure i macchinisti, gli spettatori, IO, TU! SIAMO TUTTI EDWARD FURLON! Essere Edward Furlong!
Pensate che sia finita? Ancora no.
Volete che vi dica chi è il bombarono? Esatto.
E insomma questa è la storia di uno di noi, anche lui nato per caso uomo/donna/bambino/attriceroscia/EdwardFurlong/EthanHawke.
Non vi fa paura questa ricerca esagerata dell'assurdo e del paradosso?
Essere ricordati per aver scritto il paradosso temporale più paradossale di tutti i tempi. Io veramente vi sfido a trovarne uno più complicato.
Mi sono stancato anche solo a riassumerlo. Pensa a vederlo, anche perché, rimettiamo un attimo i puntini sulle i, non c'è Nolan alla sceneggiatura e alla regia (ci sono invece una coppia di fratelli (ma saranno veramente fratelli? saranno veramente due? di certo non sono registi come dicono di essere…) che avevano già tentato di farci credere che un vampiro può guarire stando un po' di tempo al sole.
A proposito, nel film non c'è il vero Edward Furlong, sarebbe stato bello.
Oh, quindi, questa era la trama. E per tutto il tempo pensi che se Nolan vedesse questo film scuoterebbe la testa tutto il tempo, perché la storia è talmente complicata, forzatamente paradossale, che alla fine diventa ridondante e perde del tutto la sua forza comunicative, per non parlare delle continue sorprese che si susseguono per tutto il film che si riducono, dopo la seconda volta, ad un effetto droste di "Era sempre lui", che tradotto è "io l'avevo capito", che tradotto è "noia". È la monotonia, avvolta da una noia, dentro una seccatura [cit.]
Però parlarne ha esorcizzato la confusione provata durante la visione.
Ah, c'è un altro merito che scriveremo sulla cover di DVD quando uscirà:
"Questo film che comunque non mi è piaciuto mi ha dato l'occasione di mettere la lista di gif più assurda della storia delle liste delle gif assurde: gente con tutta la faccia bendata. Ce n'è più di quanto io stesso pensavo, e credo anche di essermene dimenticata qualcuna. Per fortuna ci sono gli arguti anonimi commentatori che me ne hanno detti altri.»
Sempre tuo, CB.

Morti e Sepolti

Menzioni d'onore nasale
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Box Office

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The Boxtrolls
Trama: Rompere le scatole

Doveva piacermi tantissimo, proprio tanto, che tra gente con la testa infilata dentro scatole di cartone ci si dovrebbe intendere 

(con la sola differenza che loro sono troll e io uno stupendo esemplare di maschio mediterraneo... ma questa è un'altra storia).
Mi doveva piacere, dicevo, perché sulla carta anzi sul cartone c'erano tantissimi elementi per fare di Boxtrolls un signor filmone:
Prima di tutto è in Stop Motion. E ogni film in stop motion vale la pena di essere chiamato filmone. Poi non si tratta di una stop motion che vedi tutti i giorni, infatti gli autori sono gli stessi di Coraline e Paranorman, una certezza in quanto a qualità sia tecnica che stilistica. Insomma un film in stop motion è sempre un miracolo perché è l'unica tecnica, il passo uno, a regalare ai film quel senso di artigianalità ormai del tutto perso con i film in computer grafica. Non sto qui a dire che non sia del genio puro anche in quelli, sia mai, ma ecco, se io devo confrontare il fatto che un film in CGI è fatto da gente seduta al computer tutto il giorno (lo so che non è solo così, ma passatemi la semplificazione) con il sapere che per ogni film in stop motion ci sono i pupazzetti veri
i set veri, e i "burattinai" che pazientemente si mettono lì a fare una foto al secondo e a spostare di pochi millimetri la marionetta fino a creare l'animazione - ecco come fanno:

allora c'è da che guardare il film con occhi stupefatti ancora di più del solito.
Poi c'è questo fatto dell'originalità dei personaggi. Questi troll nella scatola, esseri sudicioni ma adorabili
incazzosi ma buoni
col cervello scemo eppure capaci di invenzioni geniali e "riciclo" (sono fissati con gli ingranaggi) degni del migliore degli inventori. Mi sono piaciuti da subito, e mi continuano a piacere
Oltre al fatto che mi ricordano il sempre mai troppo ricordato Abe.
Anzi qui lo dico e non lo nego: i boxtrolls si magnano quei cazzo di Minions (che personalmente detesto per la semplicità imbecille delle loro gag con le banane, ragazzi, ancora le gag con le banane?) in un solo boccone.
Però Boxtrolls purtroppo è un Broccolo, forse con un po' di cattiveria da parte mia, o forse perché i due precedenti film già citati sono talmente belli (il primo) o buoni (il secondo) che questo non può che essere considerato "minore". 
Minore nella misura in cui le cose buone - che ci sono, tipo questa pazza sanguinaria qui:
risultano sacrificate da:
- una storia davvero poco ispirata, un po' troppo simile a racconti con morale già visti troppe volte: il "diverso" che viene cresciuto da esseri creduti cattivi perché "diversi" pure loro e quindi ostracizzati da una società paurosa e ignorante ma poi si scoprirà che sono buoni e che una convivenza è possibile e blablabla... che per carità, meglio questo

che quel cacchio di Shrek che alla fine, ammettiamolo, insegna che gli orchi devono stare con gli orchi e basta, altrimenti non si spiega perché lei che nasce donna alla fine deve finire orca. O sbaglio? Non sbaglio. 
- un design che non trova mai una cifra davvero superlativa - il cattivo sembra davvero una versione "Mr. Hyde" del tanto amato Ego di Ratatouille:
anche se il vero cattivo è questo

e il protagonista è un po' troppo scialbo: inventore con la testa un po' fra le nuvole, un Mogwai dei troll, romantico, candido, eroe involontario, tutto troppo poco originale.
Poi c'è questa cosa del formaggio. Tutto il film (dal nome dei personaggi alla morte - suicida, forse è la prima volta che si vede - del villain di turno) è basato su questo amore per i prodotti caseari, ma non c'era già il buon vecchio Wallace? E sempre in ambiente stop motion... strano no? Tra tutti i possibili cibi che esistono. Non so, mi è sembrato un richiamo troppo evidente ad un altra produzione troppo recente e troppo famosa per passare inosservata. Per non parlare del finale, che se da una parte sfrutta il risaputo climax del cattivo che per tutto il tempo ha costruito qualcosa di misterioso e poi questo qualcosa si rivela essere un mostro meccanico gigante tutto ingranaggi e formaggi che lui può comandare come fosse un robottone giapponese (la solita questione del costruirsi esoscheletri giganti per sopperire l'ego troppo piccolo, come quelli che si comprano il SUV, diciamo).
Poi certo, se chiami uno dei Monty Phyton e ti fai scrivere questo CAPOLAVORO (davvero, sentitela) di canzone formaggiosa (è proprio l'originale, non è tradotta):

Allora io non posso fare a meno di applaudire.
"Il pecorino con la burrata / son l'invenzione più bella che mai ci sia stata."
E l'applauso diventa una standing ovation.
Però Boxtrolls rimane un film minore, io sono severo ma giusto. Anche se è bello vedere le cose animate a passo uno e immaginarsi tutto lo sforzo produttivo, rimane un film minore. 
Poi vabbé, se pure tu titolista italiano mi metti quel sottotitolo "magico" quando di magico non hanno proprio nulla, anzi 'sti troll sono costruttori fortemente legati alla materia (come lo è il film per sua stessa natura), allora vuoi male alla stop motion, sei nemico della stop motion, e ogni nemico della stop motion è mio nemico. 
Mi dispiace anche che adesso il film di quei cazzo di Minions farà i fantamilioni di soldi perché ridere su dei cosi gialli a forma di Dixi che scivolano su delle banane e parlano strano è più facile di lasciarsi affascinare da un'animazione antica, artigianale (anche se poi passa al computer) e che ci auguriamo non muoia mai, passo dopo passo deve rimanere un'alternativa alla CGI, promettetemelo.
Quindi io dico che se non l'hanno tolto dalle sale andateci subito, anche solo per dare i vostri euri alla stop motion come tecnica, più che al film stesso, perché vi giuro che se la stop motion muore faccio un casino.
Inoltre, se avete dei figli, e voglia il caso che loro si innamorino dei personaggi (cosa possibilissima e da augurarsi) avrete l'occasione unica di farli giocare per settimane con il meno dispensioso dei giocattoli: scatole di cartone con sopra disegnate cose. Cosa che peraltro succede per ogni giocattolo comprato, loro schifano il giocattolo e giocano con la scatole. True fact.

Anche io potrei essere un formaggio.
Il provolone.

Viral/Hola Gringos/SimSalaBim

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V/H/S Viral
Trama: Videocasse 3

E alla fine doveva succedere l'inevitabile: dopo due film buoni quando non ottimi, in alcuni episodi, ecco che il terzo sbraca e fa schifo.
Parlo della serie V/H/S, quella di Telecamerina horror che fa per ogni film tre episodi, ognuno da un regista diverso (alcuni conosciuti, ci sono passati quello di The Raid come quelli Blair Witch Project) e ha fatto grandi segmenti, ricordiamo con particolare terrore quello di V/H/S con i ragazzi nella casa posseduta e con particolare amore quello di V/H/S 2 con gli Zombie GoPro.
E invece, arrivati al terzo capitolo, e con dietro la telecamerina anche registi più che promettenti - come Nacho Vigalondo, quello di Cronocrimenes, semplicemente un capolavoro o quello di Dance of the dead, carino. nulla più. - la serie è morta e sepolta.
Almeno hanno fatto le illustrazioni dedicate ai singoli segmenti come le altre volte, ma sono più bruttarelle, vi avverto. Anzi so' proprio orende.
Dante lo scureggiante The Great
In questo episodio uno scemo, che crede di poter diventare un prestidigida... presdigistididato... perstigiditagio... insomma un mago, trova un mantello malefico
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che lo fa sì diventare il più grande mago di tutti i tempi, ma che vuole anche "mangiare"... Casualmente la sua dieta è composta perlopiù dalle aiutanti del mago stesso.
Segmento brutto, praticamente dimentico di essere telecamerina, effetti speciali tantissimi (lui che vola, cose che spariscono e riappaiono, computer grafica) e tutti brutti
Trama imbecille, horror ai minimi termini (qualcuno ha detto Wizard of Gore? Qualcuno ha letto Diabolo il Grande? Ecco...) e attori veramente sbagliati, primo fra tutti il mago, se ci mettevano che ne so, Costantino Vitagliano era meglio.
Parallel Monsters
In questo episodio uno scemo inventore riesce finalmente a far funzionare una porta interdimensionale. Una volta aperta scopre che dall'altra parte c'è un se stesso - scemo uguale - e una realtà del tutto identica ma contraria. Non fosse solo questo: infatti una volta provato a scambiarsi per qualche minuto le realtà con l'altro lui, lo scemo scopre che dall'altra parte c'è questa "strana" abitudine di essere devoti a satana, o comunque al Male, con tanto di occhi spiritati luminosi
 
Ah già, c'è anche il fatto che la moglie è leggermente diversa in "qualcosina" che i più attenti di voi (mettendo subito le mani a proteggere il gioiello di famiglia tipo riflesso incondizionato) avranno notato dall'illustrazione là sopra:
E qui tutti a cantare all'Osteriaaa Numerooo Ventiii...
Il segmento è ben girato e alla fine anche il migliore, ma solo perché gli altri sono particolarmente brutti o noiosi (dieci minuti di corto e mi annoia, hai proprio perso).
Peccato perché era anche quello da cui ci si aspettava di più. Poi ricordatemi che vi devo dire una cosa circa il film di Vigalondo quello con Sasha Grey... no, non c'entra la figa dentata.
Bonestorm
In questo episodio un gruppo di scemi (ma a parte scrivere che sono tutti scemi sempre perché mi diverti, questi qui sono scemi per davvero...) skater va a girare uno di quei video un sacco fighi di skater per strada in Messico. Già.
Arrivati lì scelgono proprio un cavalcavia dove proprio qualche ora prima qualcuno aveva fatto un rito di resurrezione zombi. Magari quando arrivi dove devi girare un video cool e ci trovi un gigantesco pentacolo tracciato col sangue per terra qualche dubbio fattelo venire.
Dal fare le corna con le mani cool ad essere attaccati da un'orda di zombie messicani è un attimo.
I ragazzi iniziano a prendere gli zombi a skatate in faccia (questa cosa è divertente a dire il vero) ma poi diventano solo dieci minuti tutti uguali. Tutti a metà tra un video tipo questo

(sì lo so, non si deve ridere, ma oh... fa ridere. anche male. ma più ridere.)
e un video tipo gioco, videogioco proprio
Che non sarebbe neanche malaccio, ma si risolve in un Game Over anche un po' cazzone con lo zombi che fa il dito.
Vicious Circles
In questo episodio, che è quello che fa da collante a tutti gli altri, ci sono due scemi innamorati e lui che riprende tutto tutto, ma proprio tutto. Ad un certo punto la ragazza viene rapita da non si sa chi e il ragazzo si lancia al suo inseguimento. 
Si scoprirà che la ragazza è stata rapita da un tizio che sta caricando sull'internet tutti i video di tutti i V/H/S anche quelli precedenti creando un vero e proprio video virale che se lo guardi impazzisci, tipo Signal o altre mille storie del genere da che esiste YouTube... o anche solo da quella cosa di Meucci che inventa il telefono.
Ah, la seconda morte del VHS.
E pensare che c'è stato un tempo in cui non ci servivano carte da parati perché le nostre pareti erano coloratissime da patter fatti così:
Vi ricordate?
VHS e cose brutte, non solo vestiti.
Video virali e horror. Vogliamo davvero che su ChickenBroccoli non appaia almeno una puntata di The Lady? Ecco cosa si intende quando si dice "video virale horror":

Comunque nella loro pagina FB i tipi della serie V/H/S stanno facendo una cosa molto bella, mettono le cover complete (fronte, dorso, retro) di vecchi VHS horror. Rubiamogliene un po'
Qui le altre.
Faranno il quarto? A questo punto direi no grazie.

Harcules

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Hercules
Trama: Le 12 stronzate di Ercole

Io non so che gli è preso. Da che qualche anno fa hanno riscoperto i miti classici (Titani, Immortali, Puzzi Jackson) e li rifacevano (chi male, chi peggio), adesso hanno deciso che non gli piace più fare i miti mitologici mitici, cioè proprio quelli con i superpoteri, i supermuscoli, le superstorie... perché diciamocelo, gli eroi della mitologia sono un po' come i supereroi di adesso, no? No, invece gli piace togliergli i superpoteri e farli "umani", facendo brutti film che sono solo rip-off del Gladiatore fuori tempo... MASSIMO!!! (E qui si ride.)
Dai, fammi 'sti film mitologici, ma fammeli BELLI! Fammi i Miti fatti bene con tutta quella mitica tragedia di cui erano pieni, di quei personaggi bellissimi e intrecci e trame e scenne violente e romantiche.
Questo è un film che nega se stesso. Hercules - interpretato da un mai troppo pompato The Rock... The Rock non è la dimostrazione che il corpo umano può essere una macchina perfetta, è la dimostrazione che il corpo umano può essere un dannato monster truck con le ruote giganti che passa sopra e schiaccia tutte le altre macchinette che sembrano micromachines!) - è solo un bamboccione sotto steroidi, nel film è solo forzuto e per nulla divino, tutte le 12 storie che ci raccontano sono solo invenzioni per aumentare l'aura di paura (p'aura quindi) per i nemici che dovranno affrontarlo.
Insomma è solo un guerriero qualunque, ma con dei canotti di muscoli al posto delle braccia e una testa di leone sulla capoccia. Pensa che c'è sotto quel copricapo, il lerciume vero: 
Quindi io che pensavo di vedere un film dove ci stava lui che andava al Ministero e si perdeva nella burocratìa, lui che doveva mangiare tutto il banchetto di un cuoco folle, lui che correva più veloce di quell'altro... ah no quello era Asterix... Insomma lui che uccideva il Leone di Lernia (no?), lui che ammazzava l'Idra prima di Cap America e via dicendo fino a 12, mi ritrovo la solita vecchia storia di re cattivi e lui poro eroe un po' stronzo a cui ammazzano moglie e figlio e deve andare ramingo ma poi si accorge che il re è cattivo e alla fine la purezza di cuore vince. Anche avere le braccia a canotto ha il suo peso e anche saper fare ammic ammic con il sopracciglio:
Il film è brutto perché sembra di vedere una brutta copia de Il Gladiatore mischiato a questa cosa di fare i peplum con effetti digitali, che a me andava anche bene se il film fosse stato come queste gif qui
Invece sono solo i primi due minuti in cui ci dicono "Voi pensate che siete venuti a vedere il film dove Hercules fa le 12 fatiche fatte bene in CGI, e invece no, pensa che stronzi che siamo, adesso facciamo che Hercules era uno normale con problemi normali un uomo come tutti noi, tranne sempre per la cosa dei canotti".
Poi sembra che ogni film del genere deve sempre avere il re romano mezzo checca impazzita. Che di Joaquin ce n'è uno

Kiefer (in Pompe... ii)

e Ralph (Fiennes, ormai diventato un attore macchieta)
non son nessuno.
Che poi non si stanno rendendo conto di una cosa molto importante.
Allora adesso c'è questa moda dei mondi cinematografici condivisi, giusto? L'ha "inventato" la Marvel, la DC gli va dietro annaspando, ora ci si mettono anche i mostri della Universal...
Ora io dico, tu produttore amerigano, hai mai letto i Miti Greci? Perché secondo me stai perdendo una colossale (!) occasione di fare un universo condiviso fichissimo, con tutto quel popò di eroi, eroine, Dèi, animali magici, storie, passioni, sesso, violenza, morti... ma dico ne verrebbero fuori cose pazzesche. E invece mi riduci tutto a The Rock che dice di essere semidivino, e invece è semidivano.

Che poi se pensi all'altra moda del momento, quella cioè di "supereroicizzare" i personaggi della Bibbia, facendo diventare Noè, di nuovo, il gladiatore trascinatore, e ora Mosè, un sobillatore di folle con la faccia di Batman:

allora mi sembra proprio che stanno sbagliando tutto.
Io ve lo dico, state perdendo un'occasione, un'occasione vecchia di 2000 anni!
...che suona un po' come quel payoff di Jurassic Park. 
A PROPOSITO! Ma l'ho mai messo qui il trailer di Jurassic World? NO?! Matto che sono!
Lo metto oggi, a soli dieci giorni dall'uscita, e soltanto dopo che l'altro teaser, dai su, quel teaser, ha fatto dimenticare in un minuto e mezzo tutto l'hype per i dinosauri, che comunque rimane fortissimo. Anzi qui lo dico: è di più!

[Catturano squali per darli da mangiare a dinosauri. Spilbi ammicc.]
Che poi davvero, lo sai qual è la cosa che mi chiedo di più, non tanto cosa ci farà Chris Pratt con una muta di velociraptor a seguito, e neanche se c'è qualche motivo per cui prendono una volta una bionda, una volta una rossa, una volta una bionda e di nuovo una rossa come protagoniste femminili, che ai dinosauri le more non gli piacciono? No, la vera curiosità sta nel sapere come diavolo mi giustificheranno il fatto che alla fine hanno veramente aperto questo parco di divertimenti coi dinosauri, su quali basi di fiducia (dei finanziatori e degli spettatori) visto che le altre tre volte era andata talmente bene!?!?!
Vabbè tornando a Hercules; invece di fare il confronto con gli altri erculei eroi tipo quello della Disney, quello televisivo, quello di qualche mese fa con il tizio di Twilight (un altro film mi pare senza il lato mitologico), o quello di Braccio di Ferro, mi va di mettere un po' di vecchie locandine di una bellezza quasi mitica, in alt(issim)a risoluzione non mi chiedete dove l'ho prese tanto non ve lo dico non perch sono cattivo ma perché mi piace pensare che mi considerate il vostro pusher personale di poster illustrati, di quando Ercole era tutto italiano e gli illustratori dominavano i poster cinematografici (ma stiamo lavorando perché ritorni ad essere così...):

SIAMO SERIAL 2x1 • L'ascia o l'accoppa

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Lizzie Borden Took an Ax
Trama: L'ascia lascia la scia aka Accetta l'accetta

Questa è una produzione televisiva abbastanza infima. Il che non fa che sostenere l'impalcatura di convinzioni che mi sono costruito durante tutto il 2014 circa le serie TV (e limitrofi, come i film TV in generale, anche quelli con attori famosi). Convinzioni che però vuoi perché sono MOLTO negative, vuoi perché è un discorso lungo che merita una certa concentrazione, non ho ancora avuto il tempo di sciolinare.
Intanto due brevi commenti su questi ennesimi novanta minuti alquanto inutili.
Si tratta di quella vecchia storia della tipa che prese un'accetta e fece fuori matrigna e padre con colpi ben piazzati. Tale 
La cosa fece parlare perché non solo era una delle prime volte che una donna usava un'arma lontana dai soliti veleni (o pinguani idioti convinti a suon di sesso a uccidere mariti ricchi e vessatori, o anche non vessatori, bastava fossero ricchi) e più che altro che venne totalmente scagionata quando era palese che era stata lei.
La lei in questione è interpretata da Christina Ricci, una che conosciamo bene da mille anni, visto che ha iniziato a recitare, a livelli abbastanza alti, da piccolissima, ma proprio minuscola.
Riassumendo la carriera di Christina potremmo fare questo (la BIO GIF mi piace. Forse il 2015 sarà pieno di BIOGIF... chissà)
lisa kudrow animated GIF

Ma cosa è successo a Christina? Perché non ha accettato il fatto che in Buffallo'66, con tutto il suo carico di ciccia e bionditudine, avesse davvero raggiunto una bellezza tutta sua e sicuramente più piacevole di quella (che in effetti non c'è) attuale? Perché invece ha dovuto seguire i dettami delle cover dei magazine di moda e ha deciso di dimagrire come un insetto stecco, quando peraltro la sua fisionomia era la più sbagliata di sempre ad essere "scheletrita".
Peraltro non essendo mai stata una grande attrice, una volta finito l'effetto farfalla (anzi formica) del "hai visto come si è infighita la Ricci?", quello "hai visto quel film che sta sempre smutandata?!", e quello "oh se vedono le sise della Ricci!", eccola ora alle prese con produzioni scarse, dalla pessima sceneggiatura e con una regia scialbissima. E stiamo parlando di un fatto di sangue che poteva regalare belle derive "stephenkinghiane" (l'ambientazione è quella dell'america dell'800, poco dopo i cowboy... poco poco dopo...).
A rendere più mediocre il tutto il rifugiarsi, nel reparto colonna sonora, nella musica rock moderna. Esatto, la solita vecchia pratica di mettere canzoni moderne in ambientazioni passate. Pratica che possiamo ben dire ©Buz Lurhmann:

E che puoi usare se sei Tarantino, tutto il resto è stanca copia (peraltro lo sta facendo proprio in questo periodo anche American Horror Story:

Ennesima occasione sprecata. L'impalcatura delle mie convinzioni diventa sempre più forte.
Vuole anche il caso che abbia visto un'altra produzione televisiva, e la citazione a Stephen King non era casuale, pittosto causale. Si tratta di
A Good Marriage
Trama: Sandra e immondo

Un filmetto tratto da un racconto di pochi anni fa che casualmente ho letto e che mi era piaciuto molto. Peccato che qui è ridotto ad un film degno del sabato pomeriggio di Canale 5, quando madri stanche della settimana passata si siedono sul divano e guardano storie di donne che scoprono che il loro marito perfetto da 30 anni è in realtà il più pericoloso serial killer dello stato.
A quel punto madri si chiedono se denunziare il maritino o tenerselo così com'è, perdonando queste sue scappatelle con giovani ragazze che poi finiscono ammazzate.
Come sappiamo madri non sono certo persone che si perdono d'animo, e la soluzione è quella più coraggiosa... fare giustizia. Anzi farsi...
Peccato che gran parte del film rimanga nei paragi di quel Canale 5 di cui sopra e la tensione sia davvero ai minimi termini, ma tanto a quel punto madri sono già belle che addormentate sul divano e quando il film finisce dicono "vabbé, dai, neanche male...".
È lo scotto da pagare se vuoi trarre film da OGNI cosa scritta da Stephen King, ivi comprese queste:
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