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Channel: Chickenbroccoli
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2x1 • Comunione e l'ibernazione

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Ho visto due film tantissimo tempo fa. Facevano cagare. Tanto per chiudere in scioltezza (!) la settimana li metto solo oggi. Che fa caldo. Il primo era
These Final Hours
Trama: La fine del monco

Il monco appena citato nel fine gioco di parole è il regista, s'intende.
Un film sulla fine del mondo di quelli che mancano 12 ore alla fine e allora vediamo un po' che faranno gli australiani.
Ovviamente c'è tutta la tiritera dell'uomo che senza più società/regole/supermercati aperti diventa l'animale più pericoloso e tutte quelle cose lì che se le vedi in un filmone tipo La strada va benissimo, oppure se intorno hai megaeffettoni speciali e un film capolavoro anche va benissimo. 
Invece qui l'uomo più pericoloso del mondo apocalittico è questo tizio qui. 
Che ha deciso di passare le sue ultime dodici ore proprio così. Ah, questi australiani, che matti.
Il resto viene da sè. Mettici pure che la storia è praticamente un remake di The Last of Us (un videogioco che purtroppo non ho giocato), che gli attori sono insipidi come una pozzanghera e che l'unica cosa che si salva è l'ambientazione sabbiosa e tutta gialla dell'australia (che però non è certo una novità) e avrai il risultato: un film pre-apocalittico in australia, e neanche un koala! Cosa farebbe un koala nelle sue ultime dodici ore di vita? Probabilente questo:
L'altro film PREGO perché non lo conosciate, si intitola
The Remaining
Trama: Tra moglie e marito non mettere il Dio

Ed è davvero la cosa più allucinante che vi possa capitare di vedere in quanto a "invasione esseri". 
Alieni, pensi all'inizio... acqua. 
Esseri demoniaci... fuochino. 
Adepti di Comunione e Liberazione e Opus Dei? FUOCO!
Esatto... più vai avanti col film e più non puoi credere ai tuoi occhi e alle tue orecchie: è un film fondamentalista cristiano (giuro) che punta il ditone di Dio contro tutti i peccatori, e lo fa raccontando di questa invasione spiritosa di demoni che ammazzano tutti quelli che peccano (giuro. davvero.)
Si comincia con un matrimonio non benedetto dal Signore (non ricordo chi tra lo sposo o la sposa tradisce l'altro...) che viene interrotto da questi spiriti
che arrivano fatti malissimo col computer e polverizzano la gente o se la prendono coi loro tentacoloni
Io la sposa l'avrei ammazzata anche solo per la fastidiosissima scena del ballo
Una visione (!) allucinatoria. Non puoi davvero credere che qualcuno abbia portato avanti fino alla distribuzione questo opuscolo dei valori cristiani mascherato da film horror. Eppure l'ha fatto e ha anche il coraggio di rilasciare interviste.
Lo vedi e ti viene voglia di diventare satanista subito! Amen.

• CHICKEN BROCCOLI al LAGO FILM FEST 2015! •

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Ah.
Il LAGO FILM FEST. Ma vi ricordate? Sembra ieri e invece era il 2012, quei giorni passati coi piedi a mollo a vedere film e farsi investire dal caos; dài, il LFF, quella cosa che si maschera da festivall di cortometraggi e invece è una roba che se ci vai #ticambialavita.
Mi ricordo bene le ora passate a fare finta di fare il serio, fare quello che vedeva i cortometraggi e ne parlava, facendo credere di saperne tantissimo, talmente tanto da dividere addirittura le recensioni in uno, due, tre, quattro post, e chiamarlo REPORTAGE!
Pazzesco cosa riesco a far credere alla gente!
Infatti, quando i ragazzi del LFF mi hanno cercato, qualche settimana fa, avevo paura che si fossero accorti del grande imbroglio con qualche anno di distanza, allora ho risposto e ho sfoderato il mio miglior accento tedesco, ho messo una patata in bocca e ho risposto PROOONTII? NAIN! CIKKEN PROKKOLI NO QUI! PARTITO LONTHANISSIMO NON ZAPERE THOVE EZERE LUI! ARIVEDOòRCI!"
E loro - CB sei tu? Dai lo sappiamo che sei tu. Senti ci sarebbe questa cosa che ci è venuta in mente che guarda è un AFFARISSIMO! Sarebbe che tu fai addirittura un Magazine intero, sai quelle cose che fai tu, con gli illustratori e le recensioni, però questa volta lo fai bene, non come la volta scorsa. Poi, come se non bastasse, vieni qui da noi, noi ti chiudiamo in una segreta del castello di LAGO e scrivi tutto il giorno di quanto è stupendo il LFF, ma mica solo per il tuo sito che tanto lo sappiamo che lo leggi solo tu e quattro altri tizi di cui uno analfabeta che guarda solo le figure, no, lo fai anche per i siti di ben altra caratura tipo FrizziFrizzi e Date Hub
- Quanto tempo ho per pensarci?
- Parti venerdi 30 luglio e alzi i tacchi domenica 2 agosto. E non pensare che vieni a farti la festa di sabato sera.
- Ah. E per fare il magazine quanto tempo ho?
- Lo devi mettere online entro le prossime 4 righe di questo post.
- COMANDI!
Ed eccolo qui: Il CHICKEN BROCCOLI LAGO FILM FEST 2015 MAGAZINE! Sfogliate gente! Leggete gente! AMMIRATELO!

Come avete visto dentro ci sono 8 illustratori 8 tra il meglio che offre il mondo dell'illustrazione galattica, loro:
E tutti hanno realizzato un'opera esclusiva a base di cinema, laghetti e rane, che sono poi i 3 elementi che fanno del LFF il festival di cortometraggi più fico (e punto da zanzare) d'Italia.
Poi, a latere, ci sono le broccolesche recensioni di 10 corti 10 tra i tantissimi che verranno proiettati a Lago.
Per avere meglio il quadro della situazione vi invito ad andare sul sito ufficiale del LAGO e leggervi il ricco catalogo

così potrete conoscere la lista dei cortometraggi in gara e non in gara, studiarvi le cose tutte intorno allo schermo nell'acqua che troverete durante la settimana del festival tipo mostre d'arte e workshop e segnarvi tutte le informazioni che vi servono per arrivarci... 
Certo non vedo però i numeri di telefono delle rane... vabbè a quello ci penso io giovedi sera... 

CB ANTEPRIMA • Minions

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Minions

Allora. 
Siccome mi ricordo bene cosa pensai e scrissi nero su bianco del primo Cattivissimo Me - e siccome me lo ricordavo sono riuscito addirittura a non vedere il secondo, che per me è comunque una conquista, per me che nonostante detesti Shrek e tutto il cucuzzaro li ho visti tutti e quattro - quando mi hanno invitato all'anteprima dei Minions (che ricordiamo sono sostanzialmente in MALE mascherato da estruso di mais con el gambette, sapete no, per quella cosa che i Minions sono quel tipo di personaggio che appiattisce il cervello e fa ridere solo perché fa idiozie e parla con la vocetta ma non costruisce mai un comic relief intelligente), mi sono ritrovato in quella spinosa situazione anche nota come "Che non vado a un anteprima? Che so matto? Fosse che poi la volta dopo si scordano...". 
Ma siccome proprio non ce la facevo, che va bene essere cattivissimi, ma andarci SOLO per poi distruggere i Minions piezz' piezz' e fondamentalmente incavolarmi tantissimo e non ridere mai (o addirittura ancora peggio ridere per sbaglio e poi incavolarmi tantissimo per averlo fatto) ho deciso di mandarci chi lo meritava pià di me: una giovane illustratrice, a cui ho chiesto, dopo aver visto il film, di realizzare delle opere dedicate a quello che secondo lei era Chicken e Broccolo del film.
Ecco quello che ha fatto l'artista in esclusiva per Chicken Broccoli!
CHICKEN - BOB
 
CHICKEN - STUART CHE IMITA JIMI HENDRIX

BROCCOLO - IL DINOSAURO CHE ALLA FINE ESCE 
DALLO SCHERMO 3D COI DENTI E SEMBRA CHE TI MANGIA
Ovviamente quando mi sono arrivate le opere ho detto subito: 
- MA CHE ROBA È QUESTA?! MA SEMBRANO DISEGNI DI UNA BAMBINA DI CINQUE ANNI!
E lei mi ha risposto: 
- NE HO CINQUE E MEZZO!




- Ah.
Sei un genio. Hai mai visto questa scena? 
Ecco. Vittoria "Matisse" ha deciso che questi sono i Chicken e i Broccoli di Minions. E a me è venuta voglia di andare a vederlo.

Mamma, ho perso il fratello

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Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet
Trama: "Il Brutto" + "Film Americano" + "di Jean-Pierre" 

C'è un lampante parallelismo geografico/contenutistico nell'ultimo film di J.P. Jeunet - che tutti ricordiamo per capolavori come Delicatessen o La città perduta e film che per un attimo (ok, forse più di un attimo) ci hanno fatto credere che quella cosa che comincia con A può esistere davvero) - ed è questo: più lontano Jeunet si allontana da Parigi (ma oserei dire dal 10° arrondissement), più fa film impersonali, scialbi, in una parola... terribbblè!
E questo film si svolge nel Montana. Io del montana so solo che le mucche producono carne in gelatina.
Lo straordinario viaggio dei titoli italiani che ormai il pover Jean c'ha la maledizione di "aggettivo meglio se superlativo" + "sostantivo" + "nome di persona" (ricorderete anche "l'esplosivo"+ "piano" + di "Bazil") è quello che fa il giovane Spivet, un ragazzino odioso che va dritto dritto nel cesto dei ragazzini odiosi di quest'anno (insieme a quello di Babadook e quello di Poltergeist), piccolo genio di matematica, fisica, scienze e pensieri banali che vive insieme alla mamma (Helena Bonham Carter che non fa le faccine gionnideppiane, e rivela quindi le sua "banale" + "insulsaggine" + "di Helena"), il padre (un cowboy cowboy), una sorella adolescente e il fratello, no, il fratello muore.
A questo punto Spivet rimane solo e nessuno lo capisce perché lui è genio, tanto genio da vincere un concorso per scienziati geni, allora intraprende questo (poco) straordinario viaggio per andare a ritirare il premio, anche se non ha detto che è solo un bambino.
Da una trama del genere (bambino on the road in America) e ancora di più da un regista del genere ci si sarebbe aspettati un tripudio di idee e personaggi, carambolesche avventure, meraviglie visive.
Niente di tutto questo. Piuttosto un piatto e noiosetto blaterare continuo di questo ragazzino saccente, un Macauley Culkin prima di drogarsi.
E questo, per un regista che ha fatto della sua ferrea visione fantasiosa del mondo (come dicevamo, quella fantasia indomita tenuta in ferreo controllo... un'altro del genere è era Michel Gondry. Devo ancora vedere quel film con Amelie... adesso mi è venuta voglia. Anche se parla di quella cosa con la A.) il suo punto di forza equivale al più grande fallimento.
Non c'è uno straccio di idea, di invenzione, di stupore. Tutte le idee (registiche e non) sembrano venire da "i precisetti" + "film" + "di Wes Anderson":


il che è un gran peccato, intanto perché Jeunet è arrivato anni e anni prima di Anderson e poi si vede benissimo che Wes se l'è studiato a fondo "l'inventivo" + "cinema" + di "Jeanne Pierre".
Poi c'è altro rubato qui e lì, c'è anche roba Pixar:

E Terry Gilliam, tipo paura e delirio in Montana

e altre cose che se non si fossero viste mille volte sarebbero anche carine, ma non alla millesima volta che le vedi. I pop up che si aprono non stupiscono più neanche me, che amo i pop up.
In nessuna parte del film si vede la firma di Jeunet, neanche scritta piccola piccola con l'inchiostro simpatico. Era molto più jeunettiano la "schifosa" + "clonazione" + di "Ellen" che questo.

La cosa che comincia con A è ovviamente l'Antimateria.

Cappuccetto fosso

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Final Girl
Trama: Battute di cacca

Un gruppo di ragazzi annoiati (o forse solo deficenti) organizza delle battute di caccia che però non fanno ridere (come questa appena fatta, d'altronde, ma che volete, sono un ragazzo annoiato, o forse...) solo che invece di inseguire le volpi inseguono le ragazze, e quando le trovano le ammazzano, che volpi.
Quindi roba già mangiata, digerita e fatta concime da anni. Se cerco bene su CB ci devono essere almeno altri duetre (intendo 23) film con questa trama, ma oggi ho solo il tempo (vi avevo avvertito) di dire che per sbagliare un film dal plot così facile (ormai quasi un genere a se stante), un film in cui tre cose devi fare (1 - assassini fichi 2 - vittima all'inizio innocente e indifesa fino alla fessacchiottaggine 3 - lei ammazza loro malissimo), ci devi mettere proprio tanto impegno. 
E questi si sono impegnati allo stremo delle forze proprio. Colpa della voglia di fare qualcosa di "diverso".
Infatti quello che i ragazzi non sanno è che questa volta hanno messo nel bosco a fare la vittima la persona sbagliata, la tipa - la final girl del titolo che richiama tutte quelle ragazze dei film horror che arrivano per ultime e si salvano:

è stata allenata da quel cretino di American Beauty che evidentemente continua con le sue stronzate della busta di plastica che svolazza a fregare le ragazze.. ma ancora funziona? Con me non ha mai funzionato la poesia della busta di plastica... e insomma lei è una specie di Katniss con degli skills che manco Liam Naason, e anche se all'inizio fa credere ai quattro caccatori che è innocente e stupida (l'essere bionda  tinta aiuta), alla fine gli fa a tutti un culo così. 
Peccato che la mattanza arrivi negli ultimi 20 minuti, dopo un'ora di nulla, chiacchiere, stupidaggini, allenamenti che Pai Mei si sta rivoltando nella tomba allisciandosi la lunga barba.
Il punto 3 della lista fatta poco fa era il più importante, i quattro scemi dovevano morire malissimo, per vendicare tutte le donne che avevano ucciso per noia; ovviamente la fina critica sociale sulla violenza delle donne - di per se importantissima, sia chiaro - è impacchetata talmente male che non rende il minimo di giustizia alla gravità del tema, anzi è talmente banale che pare una lunga pubblicità progresso fatta male, tipo quando hanno chiesto a Nek di fare la pubblicità contro la droga. Il bello è che poi sembra che la ragazza faccia tutto non tanto per vendicare la violenza dell'Uomo sulla Donna, ma piuttosto per fare piacere al suo mentore/allenatore (sempre lo scemo della busta), tanto che poi il film manda in vacca l'emancipazione della vittima, facendole fare, nell'ultimissima inquadratura, questo:
A fare la vittima di turno ci sta quella poverina di Abigail Breslin, che è partita da qui
e poi purtroppo è cresciuta. Male. È un trombolino, porella. Una delle poche ragazzine di hollywood della generazione primi 2000 che poi crescendo non è diventata una strafiga (da Hermione a quella di Ring ne sono piene le stanze dei casting di ragazzine cresciute bene). Non fosse questo (che in un film dal malcelato alto tasso di femminismo 'sto discorso è abbastanza becero), il vero problema della ragazza è che recita MALISSIMO. Ma proprio male male. Non so se è la fisicità impacciata, l'incedere monocorde, o semplicemente non sa recitare punto. lo avevamo detto tanto tempo fa e poco tempo fa.
No comment sulle velleità registiche del regista che tenta anche di rimpinzare il film di momenti onirici che fa molto "io sì che ci so fare"
Ora mi metto a guardare una cosa molto poetica, l'avete mai notata quanta poesia in una busta che vola?

2x1 SIAMO SERIAL • Killer serial

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The Jinx - The life and death of Robert Durst
Trama: Robert the nero

The Jinx è, niente di meno, un documentario perfetto. In forma di serial TV.
Perché questa dichiarazione altisonante? Per tanti motivi, profondissimi e indiscutibili.
The Jinx prima di tutto fa quello che ogni documentario dovrebbe fare: dimostrare che la realtà, a volte, supera di gran lunga qualsiasi film, che la realtà è regina, che ogni film esiste solo perché figlio di una realtà (sì, anche Harry Potter.)
Esplora poi una storia di cronaca che davvero più interessante non si può, fatta di omicidi e misteri, di personalità multiple e uniche, di accadimenti avvolti dalla più densa nebbia, e al tempo stesso lampanti come illuminati dal sole a due metri, e con un protagonista che neanche le menti di Edgar Allan Poe, Alfred Hitchcock e Thomas Harris a sei mani avrebbero potuto scrivere: il multimiliardario Robert Durst (non andate subito a wikipediare che ora vi racconto).
Infine, e qui ci mette lo zampone quello che potremmo chiamare Destino (o fortuna, in opposizione al titolo, letteralmente "La sfiga"): durante le sei puntate del serial realtà e film si mischiano, una alimenta l'altro proprio mentre il regista lo compone, è una storia in divenire, anzi è la realtà che per prima chiede che questo documentario sia realizzato e poi lo alimenta con incredibili svolte e turning point che neanche Sciemolan, fino alla sorpresa finale.
Ma ricominciamo dall'inizio, quasi fosse un Lucarelli qualunque a raccontare la vita di Robert Durst.
Rampollo della più facoltosa famiglia di "palazzinari" newyorkesi (ed essere venditori di case a NY vuol dire vendere i grattacieli, vuol dire i miliardi che non puoi spendere neanche se sei immortale), Robert cresce nell'opulenza più sfrenata e nella felicità. Fino alla sera in cui il padre lo sveglia di notte e lo porta alla finestra a "vedere la mamma". Il piccolo Robert di affaccia e vede la madre sul ciglio di una balaustra, sul tetto della magione, che (sonnambula? ubriaca? drogata?) si getta e si schianta sul vialetto di casa, proprio tra la Rolls e la Spider parcheggiate di sotto.
Un trauma del genere (e un padre del genere) copre il piccolo Robert di uno spesso strato di tristezza, sotto cui inizia a maturare una personalità borderline, nascosta però dentre vestiti su misura e studi nelle migliori università.
È proprio all'università che conosce, per poi sposarla, la bella Kathleen. I due vivono felici, tra case al mare e foto di famiglia in cui Robert appare sempre con uno sguardo che definire ferino sarebbe un eufenismo.
Una sera Kathleen prende il treno dalla casa al mare per tornare nella city, e sparisce. Il caso fa il giro del mondo e Robert, il primo e unico sospettato, viene prosciolto da tutte le accuse per mancanza di prove (e di cadavere. e di arma del delitto. e di lugo del delitto. insomma, "potrebbe essere semplicemente scappata" come lui insiste a dire...).
Nonostante la copertura mediatica impressionante, la storia viene dimenticata, come ogni caso di cronaca nera, meglio dimenticare.
Fino a quando, molti anni dopo, viene ritrovato (grazie ad una lettera spedita alla polizia) il cadavere di una donna uccisa. 

La donna si chiama Susan ed è la migliore amica di Robert Durst. Quel Robert Durst.
Ancora una volta la giustizia e i media si riattivano, scatenano, eccitano, ma di nuovo Robert la fa franca, e di nuovo tutti dimenticano.
Fino a quando, in un fiume di Galverston, Texas, vengono ritrovate delle sacche nere di plastica che contengono un torso umano, delle braccia, delle gambe (mai la testa): 

quel cadavere straziato era stato, fino a pochi giorni prima, il vicino di casa di una donna muta che viveva sola e frequantava quella casa a mesi alterni. Investigando la polizia scopre che quella donna non era muta, anzi, non era neanche una donna: era Robert Durst.

Mi fermo qui, perché potrei raccontarvi tutta la storia e vi rovinerei la visione.
Passo invece a quello che di incredibile ha The Jinx, e cioè la sua lavorazione e la sua genesi.
Voi forse non vi ricordate, come non ricordavo io, di un film col nostro amato portatore di sguardling Ryan Gosling. Il film si chiama All Good Things, ed è, guarda caso, anche su CB, QUI. La storia del film è quella di Robert Durst. Non avevo collegato, non ricordavo, non so, non rispondo. Non mi era neanche particolarmente piaciuto, infatti lo avevo bollato non senza una certa supericialità come un malriuscito Mommy Thriller, mentre ora ho una gran voglia di rivederlo.
A Robert Durst invece il film piacque, tanto che, una volta uscito dal cinema, telefonò al regista del film per proporre di organizzare un'intervista filmata in cui finalmente avrebbe potuto raccontare la sua storia (a 30 anni dal primo caso, 20 dal secondo, 15 dal terzo); la mania di protagonismo di Durst serpeggia inesorabile per ognuno dei sei episodi, sembra a volte che stare sotto i riflettori e sulle prime pagine, anche se come mostro sbattuto lì, sia la sua unica ragione di vita.
Stacco: il regista del film riceve la telefonata. Non crede alle sue orecchie. Dall'altra parte del telefono c'è un presunto serial killer, che lui ha raccontato nel suo film.
Quel regista si chiama Andrew Jarecki e - come spesso accade per i registi di documentari - ha realizzato quel film di fiction, ma è famoso per altro, è stato candidato anche all'oscar per altro, precisamente per quel capolavoro di investigazione  sempre sospeso tra colpevolismo e innocentismo che è Capturing the Friedmans (che, guarda caso, è pure lui QUI).
Ora immaginiamo cosa può aver significato per un uomo che ha appena girato (con piglio documentaristico, senza pendere tra "è stato lui" e "non è stato lui") un film su un presunto pluriomicida, ricevere quella telefonata. Io personalmente avrei attaccato, rialzato subito la cornetta, e prenotato un biglietto solo andata per il più remoto geyser islandese.
Invece Jarecki accetta e inizia il suo documentario su Robert Durst, questa volta senza Gosling, ma con il vero Robert Durst.
Le sei puntate raccontano tutto, mostrano tutto, questa volta Jarecki ha accesso ai filmini di famiglia di Robert (è sempre fortunato Jarecki, a trovare famiglie con la passione dei filmini, oppure è solo magistrale nell'utilizzo dei filmati d'epoca), ha il diretto interessato davanti, e inizia la sua personale investigazione.
Intervista parenti, amici delle vittime, poliziotti e avvocati e soprattutto intervista Robert. E quello che succede è al di fuori di ogni speranza anche del più inventivo dei filmaker.
Vi basti sapere che il caso di Robert Durst, dopo che il serial è andato in onda, lo scorso marzo, è stato riaperto.
E, almeno personalmente, la sensazione di fusione tra realtà, finzione, documentario, dramma, aumentava quando pensavo che tutta la storia mi era già passata sotto gli occhi, via film, e, come molti altri nei confronti di Durst o in generale dei fatti di nera che come vengono, destano scalpore, poi passano (e gli assassini poi si iscrivono a Tinder, per dire), e quanto più aumentava quella sensazione, più aumentava il trasporto per The Jinx.
Ora, vedere The Jinx, oltre ad essere una delle cose migliori a livelli filmico di quest'anno, è anche un'incredibile dimostrazione di come un serial investigativo dovrebbe essere, quello che è tenuto a fare: tenerti sulle spine, raccontarti e celarti, farti investigare, dedurre, speculare, sbagliare, gridare "eureka" quando scopri il dettaglio che inchioda l'assassino.
Tutto quello che non fa la nuova stagione di 
True Detective - Season 2
Trama: Forgettin Carcosa

5 episodi visti. poco meno di 5 ore di noia totale. 4 protagonisti scialbi e verbosi, banali e piatti. Capacità recitative neanche così assenti, ma tutto già visto, tutto già sentito, tutto già fatto. E quando a farti una filippica filosofica ci sta Matthew McConaughey è un conto, quando ci sta Vince Vagon non solo non è lo stesso campo da gioco, non è neanche lo stesso sport.
La seconda serie di veri detective sta dimostrando la netta sensazione che si era stratificata sotto tutti i gridolini "capolavoro", "geni", "miglior serie dell'universo totale" durante la prima, e cioè che fosse un grandissimo bluff, in cui una storia già vista in molti altri film e una sceneggiatura logorroica erano mistificate da grandi interpretazioni (e grandissime tette). Sfido chiunque a farsi appassionare da questo caso, un mistero che un qualsiasi film ambientato a LA con poliziotti (Vivere e morire a Los Angeles anyone?) o con un caso di omicidio violento (Manhunter - Frammenti di un omicidio arianyone?) non abbiano già rappresentato 30 anni fa e 30 volte meglio.
Ancora tre episodi, e credo diremo addio a True Detective, probabilmente per sempre.
Il caso investigativo è in completa confusione e non all'altezza dei predecessori neanche lontanamente anche come relazioni, i personaggi sono anemici e i loro fantasmi interiori dei grandi scassacazzi, gli attori che li interpretano assolutamente intercambiabili (soprattutto Kitsch e McAdams, non basta fare uno sguardo torvo per rendermi l'inferno dell'anima).
E per ora neanche una scena come il bellissimo piano sequenza che risollevava la prima serie. E neanche una tetta.
Anche la sigla è peggiore della prima:

e la canzone scelta, bella per quel minuto risicato, rivela, proprio come il serial, una certa lungaggine quando ascoltata tutta

(Ma quegli urletti arabi?! Non ce ne volere Leonard...).
L'unica cosa davvero bella sono i motion poster. Oltre a quello sopra ci sono questi due.

Certo, se poi mi fate vedere bene le tette di Kelly Reilly potrei ricredermi.

CB ANTeprima • Ant Man

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Ant Man
Trama: Tant Man

Ant Man è molto divertente. Anzi è proprio la prima vera commedia targata Marvel (doveva arrivare il momento, dopo tutte le risate fatta con le battutine di Tony Stark e la storia d'amore ormai dichiarata tra Hulk e Vedova Nera), ed è, quest'anno, il film Marvel meglio riuscito, molto più di Age of Ultron (spiegavamo qui i perché).
Quello che si respira in Ant Man è finalmente un po' di divertimento e tranquillità, non quel fiato sul collo di avere centodue attori supermegafamosi in scena e stare a pensare al giusto minutaggio per ognuno senza scontentare nessuno e poi finisce che più fai così più spendi per farli stare tutti insieme in un posto solo:
e c'hai le pistole puntate di milioni di nerd... che poi vabbé, so' pistole che comunque poi fanno così
Intanto c'è Paul Rudd, che benedetto sia il momento in cui ho capito che era veramente un grande e non l'ho più confuso con l'altro, dai quello, vedi, manco mi ricordo più quale.
Paur Rudd Ant Man è un supereroe sui generis, perché non ha nessun potere, ancora meno di Batman per dire, che comunque si era fatto un culo tanto con gli allenamenti. 
Paul invece è Scott Lang, un ladruncolo a cui capita di incontrare un certo Henry Pym e pum, si ritrova in una tuta che lo fa diventare...
piccolissimo.
E da piccolissimo può fare delle cose pazze tipo queste:
E bisogna dire che tutte le scene "aiuto, mi si è ristretto il supereroe" sono davvero fatte bene, certo ne è passato di tempo da quando si doveva costruire le cose giganti per far sembrare le persone piccolissime, ma quello che si riesce a fare ora con il magico computer aiuta lo stupore. Ecco due video della prima trasformazione di Scott in formicuzza.
Però li metto a dimensione normale sennò non si vede nulla:

E quindi adesso la Marvel si butta nella commedia pura, e ci riesce con un film molto leggero, in cui tutta la grandiosità supereroistica che si è andata montando negli ultimi anni di film in film, di star in star, finalmente si ridimensiona e torna ad essere un intrattenimento che, cosa ormai rarissima nei cinecomics, stritolati dall'attenzione mediatica e dal ruolo di "li salvo io gli incassi del cinema", fa solo il suo dannatissimo lavoro di commedia: divertire, alleggerire, filare liscia e farti lasciare il cinema con la voglia anche tu di diventare
lillipuzziano e guardare attraverso i buchi delle serrature.


Ant Man è proprio carino e quando lo vedi puoi solo lanciare un fantomatico "grazie" a Edward Wright (il registone di Scott Pilgrim e uno della cricca della Cornetto Trilogy) che ha lavorato su questo film per anni (addirittura dal 2006, quando se provavi a dire "facciamo dei film tutti uniti sotto un unico universo Marvel che faranno miliardi di milioni di megadollari e tutti gli attori del mondo vorranno entrarci in qualche modo e tutto da quel momento apparterrà a noi e faremo delle pianificazioni decennali tra cinema e televisione" ti guardavano come il pazzo che in effetti eri se dicevi una cosa del genere...) e che ha abbandonato il progetto qualcosa come il giorno prima dell'inizio riprese. Vorrei davvero poter sapere com'è andata, quale è stato esattamente il momento in cui Edward ha detto ciao, ant man, ciao. 
Di certo tutti quelli della Marvel devono sentirsi...
minuscoli.
Eppure, com'è andata o come non è andata con Edward, Ant Man rimane uno dei loro film più riusciti (e sono sicuro che le cose migliori, come le scene in cui tutti parlano con voci altrui e lo spasso degli allenamenti di Rudd) sono quello che è rimasto della sceneggiatura originale. Secondo me aveva giocato troppo con i tempi, avrebbe creato confusione al cervello binario dello spettatore medio Marvel, lo stesso che stanno cercando di accontentare, perdendo di mordente Marvel attenti che se continuate così ci perdete tutti (non è un caso che DareDevil, che ha osato sangue e violenza, è piaciuto tanto) Sì ok siamo scemi perché alla fine i vostri film ce li veniamo a vedere TUTTI, ma non tirate la corda. Perché si sono potuti permettere un sacco di giochini che esulavano anche dal loro solito citarsi addosso. Un esempio gigante? Questo:

E viene da sé che anche il popolo di internet si è lanciato nel divertimento citazionista più sfrenato:

Insomma poco da girarci intorno: Ant Man è proprio divertente e fa benissimo sperare per tutti quei film messi in cantiere per la Fase 3 della Marvel, che al netto dei film "maggiori" (Civil War e Guardiani della Galassia 2) ha assoldato quel bel tomo di Cucumber Sherlock per fare Doc Strange, e poi tutte le serie NetFlix e poi dai che rivedremo la più bella dell'universo (non solo Marvel): Kate lentiggini, non vedo l'ora di vederla in quella tutina di vespa a farci quegli sguardi di rimprovero così sexy:
Guarda che caschetto. Valentina non sei nessuno.
Certo ci sono anche un paio di cose che la Marvel si ostina a sbagliare. Il cattivo di turno è per l'ennesima volta il buono "rivoltato" (cioè tipo i Cavalieri Neri per capirci): 

Lo critica anche quel panzone di George R. R. Martin. Magari ha voglia di scrivere un film per la Marvel. Tanto i superereoi sono morti tutti una volta o l'altra, avrebbe terreno fertile.
A proposito di morti, un minuto di silenzio per quella che è di diritto la morte più atroce e ingiusta di un cinecomics Marvel. Addio ANThony, uno di noi. Insegna agli angeli a sollevare pesi cinquantavolte la tua stazza e salutaci formicuzza, un'altra caduta per la libertà dei formiconi giganti:

E il voler usare il traino dei supereroi "grandi" come specchietto delle allodole sta iniziando ad avere il fiato corto, soprattutto quando poi ci metti quelli che non sono poi così "grandi", tipo Falcon (ma chi lo conosce Falcon...):

Per esempio abbastanza vili le locandine che "sfruttano" le icone degli altri eroi, tette della Johansson comprese:
Al contrario applausi per il viral marketing da parco (divertimenti):

Ecco tANTe cose belle da cliccare, se riuscite a centrarle col mouse:

Comunque io ancora non riesco a credere che quest'uomo
dopo trent'anni che non se ne interessava più nessuno, ora regge le sorti di Hollywood. Stan is the new Hugh:

Ah io comunque ci ho rimediato pure. Questo quadernino dove prendere tutti gli appunti sul casino di cinecomics che stanno invadendo il cinema non ci capisco più gnente
e questo gigANTe portachiavi qui in vero acciaio 18-10 col cambio shimano
Grazie mille. A proposito. Poco ci manca al trend Insetti Giganti, vi avverto.

SIAMO SERIAL • Seriallypse Now

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Non cambio assolutamente idea: le serie Tv sono morte. 
È l'apocalisse delle serie, quella che stiamo vivendo ora è solo sopravvivenza. Vediamo serie come poveri disperati rimasti in vita, ma avremmo preferito andarcene insieme a Walt, insieme a Don...
La cosa veramente brutta del momento è che anche idee OTTIME vengono gettate alle ortiche così, come se dall'altra parte non ci fosse qualcuno (nella fattispecie io) che quelle idee le coltivava da anni e non giuoiva quando sapeva che, per veramente, stavano facendo una serie da un paragrafo di una vecchia sua recensione, questo paragrafo qui:
E quel serial in un impeto di fantasia entusiasmante si chiama:
Zoo
Trama: We fought a Zoo

CAPITO?! Hanno letto e fatto il serial proprio come dicevo io! 
Io e altri centinaia di scrittori che da centinaia di anni fanno storie del genere da Micheal Cricthon al bellissimo Quinto Giorno di Frank Schätzing, dove a ribellarsi sono solo gli animali marini... (capito... quinto giorno... Dio creò i pesci... l'uomo uccide i pesci... i pesci ereditano la Terra... vabbé); un altro ancora di questi è James Patterson l'autore del romanzo Zoo (romanzoo quindi...), da cui è tratto il serial.
Comunque, tratto da me o tratto da lui, sta di fatto che finalmente qualcuno si è degnato di raccontare quella che secondo me è la trama apocalittica più bella di tutte (sì, più di zombi e più di nucleare e più di diventare tutti ciechi): la rivolta degli animali, gli animali che rovesciano la catena alimentare del mondo. Non vedo perché noi possiamo rovesciare i montoni e i montoni non possono rovesciare noi!
Vi rendete conto delle implicazioni bellissime che questa idea porta dietro? Immaginate loro:


che ad un certo punto si ribella e ammazzano i padroni (scatterebbe l'applauso in effetti).
Finirebbe l'umanità... e ovviamente internet.
Peccato solo una cosa: il serial è veramente una merda.
Mi fa quasi arrabbiare - se non avessi riposto da mesi ogni speranza su qualsiasi serial TV - il fatto che abbiano sprecato la più grande idea del mondo con un serial spento, noioso, stupido, recitato da cani (!) e, soprattutto, con un budget talmente basso che tutto quello che sono riusciti a far vedere sono due leoni sovrapposti con computer male o qualche stormo di pipistrellacci che mela+c/mela+v lo sappiamo fare tutti mela+c/mela+v lo sappiamo fare tutti mela+c/mela+v lo sappiamo fare tutti mela+c/mela+v lo sappiamo fare tutti mela+c/mela+v lo sappiamo fare tutti  visto?
Il serial quindi non esplora minimamente tutta una serie di animali che magari tu pensavi essere innoqui e invece ti possono ammazzare, tipo che ne so lo gnu
Animals Argument animated GIF
Ma io continuerò a vederlo! Perché sono cocciuto come un mulo e visto che la storia mi piace così tanto riempirò io tutti i buchi di sceneggiatura, metterò io nella mia testa tutte le scene con gli animali fichi che non ti aspetti, reciterò io le parti e insomma lo Zoo sarà tutto nella mia testa, e sarà bellissimo. E se mi piglia ci ficco dentro anche un dugongo.
Un'altro serial che hanno copiato da una mia recensione, questa.
Aquarius
Trama: M-Files

Che è una delusione peggio di quella prima.
Capite quanto densa può essere l'insoddisfazione di vedere grandissime idee, o grandissimi personaggi e storie andare sprecate senza senso, in serial o film orrendi, con il risultato meschino di "bruciare" quell'idea, quel personaggio, quella storia.
Perché se è vero che su cose come "robot" puoi sembre contare sul fatto che ci faranno mille film e magari anche se 999 faranno schifo, ci sarà quell'1 che farà talmente tanti soldi che i produttori continueranno a crederci (vale anche per "dinosauri", "viaggi nel tempo", "serial killer", "tette"), mentre per una cosa come "apocalisse animali" o "Charles Manson", una volta che te li sei giocati - e male - ci vorranno anni prima che qualcuno ci rimetta i soldi del portafoglio.
Esatto, Charles Manson, Aquarius parla di questo. E io che pensavo fosse un serial tutto su questa scena:

Charles Manson, per chi non fosse avvezzo, è un pazzo pazzoide che più pazzo non si può. Vi consiglio (oggi sono in versione Cosa leggo in spiaggia?) Helter Skelter, librone su tutta la storia nerissima di Manson & Family. Il tizio negli anni 60 aveva questa comune che tra sesso, droga, rock'n'roll (soprattutto i Beatles) e pazzia mandava ad ammazzare i "pigs" (i ricchi), Ne parlai qui, e continuo a pensare che l'unico che potrebbe davvero fare un GRANDE film su Manson è proprio Polansky e l'unico che potrebbe interpretarlo sarebbe Sean Penn. O Penn o chi altri?

Invece Aquarius cos'è? Uno stupido serial poliziottesco, con Mulder (David Ducciocci) che torna nei panni di un poliziotto (prima ancora di tornare in quelli di Mulder per davvero) tutto d'un pezzo e militare a cui viene affidato il caso Manson e affiancato un poliziotto giovane e scapestrato, insomma da una parte il solito buddy-cop coi poliziotti agli antipodi che inizieranno a rispettarsi, dall'altra 'sto Manson, per cui hanno scelto un attore che io non so di che cosa erano fatti in sede di casting, ma vi giuro ha più carisma un cumulo di polvere quelli che si fo rmano a casa negli angoli e non si sa come iniziano a svolazzare per casa finché non ti decidi a prendere l'aspirapolvere, però le loro piroette sono più carismatiche dell'attore che fa Manson, questo è sicuro.
Puntate viste tre, abbandonato per sopraggiunta voglia di andare a casa di attori, registi, scenggiatori e ammazzare tutti.
Consoliamoci pensando che un gran bel film su Manson l'hanno fatto, anche se non era dichiarato, Martha Marcy May Marlene.
E aspettiamo il nuovo X-Files

Invece promette bene il pilot di:
La svastica sul sole
Trama: What if Hitler won?

Questo è un serial prodotto da Amazon, che sfrutta tutti ma le cose che compri ti arrivano in orario. Come i treni quando c'era Lui! E se avesse vinto il mascellone? Ecco c'è un libro (ve l'ho detto...) di Enrico Brizzi di molti anni fa che immagina proprio la vittoria del Duce e conseguente italia facista in campo (in campo per davvero, visto che parla anche molto di calcio), si intitola L'inattesa piega degli eventi. Compratelo. Su Amazon.
Compratevi anche il romanzo da cui è tratto il serial, di Philip Dick, che è uno di quesgli scrittori che ci insegna che niente di quello che vediamo nei film di fantascienza contemporanei è più nuovo di almeno 60 anni fa. Accettiamolo. Erano meglio loro, gli scrittori di una fantascienza non virata dai film, dall'internet e dal bullet time di Matrix.
Detto questo il serial si presenta bene e non l'ho pensato solo io visto che Amazon ha prodotto tipo 10 pilot e poi ha dato l'ok solo a quelli che erano piaciuti di più, LSSS (!) è uno di questi. Arriverà dopo l'estate.
Parla dei nazi che hanno vinto la guerra. Che ok, ce ne sono mille di storie così, ma questa mi pare sia l'originale.
Una volta vinta nazi e jappi si dividono l'America, quindi versante east coast alla Germania (con NY coi vessilli rossi+svastica) 

 west coast ai giappi con effetto San Frantokyo in un nanosecondo.

C'è ovviamente la resistenza, gli intrighi, le spie, le storie d'amore. È uno spy serial - almeno sembra - e speriamo che anche quando sarà esaurita la spinta di grande interesse iniziale dell'ucronìa, le cose rimangano interessanti.
Io comunque ho una proposta per un possibile spin-off serial tv post apocalittico. Questo:

Versailles n'antro litro

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Le regole del caos
Trama: La maria e Luigi

Questo film l'ha girato Piton. Vi ricordate Piton? Il buon vecchio caro "dopo tutto questo tempo? sempre" Piton? Proprio come regia. 
Non so bene se è la prima regia di Piton... fammi controllare... no è la seconda, la prima è di una ventina d'anni fa. Forse me lo ricordo, due palle tante se non erro. Ma erano gli anni Novanta e Alan Rickman non era ancora Piton.
La storia è questa: ci sta Kate che fa la giardiniera... scusate... la garden designer. Viene chiamata dal giardiniere garden architector di Versailles per realizzare un anfiteatro dove il Re può andare per dieci minuti l'anno e dire "parblé ho un anfiteatrò".
Ovviamente Kate ha un tragedione alle spalle, il tipo che l'ha chiamata si innamora, l'anfiteatro all'inizio è un casino ma alla fine è bello kitsch come piaceva a Luigi e tutti vissero felici e con la testa mozzata.
Ora gli si perdona un po' tutto a Alan, gli si perdona partecipazioni a film che insomma, e partecipazioni gigione a programmi televisivi
e, mentre lo vedevo iperbuffoncello mentre se ne andava in giro per il film col parruccone a fare il Re di Francia (ma con iperaccento inglese):
ero intenzionato a perdonargli anche questa.
Però poi ci ho dormito su e mi ci hanno anche fatto ragionare un po' e niente, putroppo si becca il Broccolo.
Per vari motivi. Tipo questi:
- I costumi che dovrebbero essere megasfarzosi, non raggiungono neanche lontanamente l'immaginario della corte di Francia che abbiamo visto in altri film (in primis Marie Antoinette). Sono spentini e il più delle volte si fa fatica a distinguere la tappezzeria di un divano con il vestito di un cortigiano. Pare quella scena di Sherlock Holmes.
- gli attori fanno pochissimo più di quanto sono stati chiamati a fare. Kate con la faccia perennemente appesa e Mathias Schononsocomecontinuastocognome (quello di Un sapore di ruggine e ossa che sta lavorando tantissimo) è letteralmente inguardardabile con quel mocho vileda in testa 
e Stanley Tucci condannato a fare il gay simpatico, perlomeno la parrucca non è quella che usa in Hunger Games
e poi lui, Piton gigione Luigi. Abbastanza divertente, ma solo perché pensi a Piton che si è trasferito da Hogwarts a Versailles:


- la storia d'amore è forzatissima. non c'è passione, non c'è trasporto. Si dichiarano amore imperituro così, damblé (francesismi...)
- non c'è pathos. nè nella costruzione di questo anfiteatro (non si sente mai davvero la pressione del "devo fare un lavoro perfetto, e lo devo fare in fretta") nè nei tumulti interiori dei due protagonisti (lei fantasiosa e castrata dalla tragedia, lui ordinato e castrato dalla vita di corte). Ma poi arriva il momento di tirare fuori il caos e tutto si sistema.
Io ci volevo un po' passare sopra a tutte queste cose perché il film è smaccatamente un film d'arena, di quelli da andare a vedere d'estate, senza pretesa alcuna, con un cremino in una mano, una Fanta nell'altra e un pacchetto di pop corn tra le gambe e tutti vecchi intorno che dicono "certo Kate Winslet sempre bella". Forse è perché che non l'ho visto in un'arena o sarà che effettivamente le deficenze elencate sono troppo smaccate, niente, il film non si salva neanche la benevolenza magnanima che mi riempiva.
VIVA IL RE! VIVA LUIGI! Ma questo:

E dire che ci stava più che bene questa scena nel film (7:50). No dico...
E infatti, pure Piton... che va bene "sempre"... ma una sbirciatina non fa mai male...

2x1 • Se l'Io duole

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Il nome del figlio
Trama: Famiglia cristiana

Non è facile definire cos'è "radical chic" a Roma. In un gomitolo di strade (citazioni a caso, e fa CB) ormai totalmente allo sbando - giuro che non mi metterò a parlare di degradati vs decoratori, un discorso che per me ha due, se non tre, piani di demagogico blablabla - succede che il Mandrione, un quartiere fino a pochissimi anni fa inserito nelle frasi tipo "che vieni dal Mandrione" per indicare personcina poco raccomandabile, ora sia la nuova mecca dei ricchi che si comprano la casa diroccata, la rifanno da cima a fondo, però stanno a due passi dal Pigneto (il quartiere giusto accanto, che è stato quello subito precendente al Mandrione in quanto a rivalutazione immobiliare) ma anche un po' fuori mano che "si sta di un bene senza traffico, sembra un paese mica Roma".
E insomma Il nome del figlio si svolge proprio in una casa del Mandrione, se ne parla addirittura come del quartiere che ha quintuplicato il suo valore, e dentro questa casa ci sta una famiglia, e dentro questa famiglia cinque fastidiosi cretini (forse -1... forse).
Un ennesimo ennesimo ennesimo ritratto d'interno con famiglia per il cinema itaGliano, ne sentivamo la mancanza.
Tratto da un pièce teatrale (e si vede, tutte le scene, soprattutto i flashback, fuori casa sono assolutamente inutili, come se un'ottima sceneggiatura non riuscisse ad incollarti al film anche se questo si svolge dentro una sola stanza. Carnage non v'ha insegnato proprio niente eh?) il film racconta di una cena a cui partecipano 5 amici d'infanzia (due fratelli, la moglie di uno dei due, un amico caro, poi arriva la donna incinta dell'altro fratello). Tempo di arrivare all'insalata e i cinque si vomitano addosso tutti i rancori, i ricordi, i segreti.
Fino a qui tutto bene, come detto puoi fare faville con un plot del genere.
Non fosse che i cinque sono nell'ordine:
Il solito Luigi Lo Cascio quattrocchi depresso un po' nevrotico sommesso e succube del...
solito Alessandro Gassman che sarà pure il migliore dei cinque ma non fa altro che rifare il personaggio che faceva in... non ricordo il titolo sto perdendo colpi, ah sì, praticamente il film gemello di questo con mezzo cast uguale, dai quello, I nostri ragazzi, bono pure quello guarda... che aspetta un figlio dal nome misterioso dalla...
solita Micaela Ramazzotti fata de periferia che però c'ha er cervello che pensa lei mica solo er culo che parla, la cui battuta di maggior rilievo nel film è "TWITTAME 'STO CAZZO", ovviamente tutto detto con quel misto ramazzottiano di voce sinuosa ma popolana che andava benissimo per il suo miglior film, ma che sta diventando ridondante (ricordate il suo battesimo al doppiaggio no?) e che porta in grembo questo figlio che è un po' il seme (!) della discordia anche con...
la solita Valeria Golino lei invece con la voce alla nicotina moglie che deve pensare all'entourage famigliare e non scopa (anche se scopare con Lo Cascio, forse meglio l'astinenza...) e quindi c'ha la nevrosi e si sfoga col suo miglior amico che è...
il solito Rocco Papaleo un po' l'artistoide musicista del gruppo che infatti tutti credono gay ma invece è solo quello che serviva all'economia del film per fare lo "strano", il fuori dal coro, che invece è un coro quasi più forte di quello da cui vorrebbe distinguersi.
Che poi non so se prendere gli squallidini character poster come un'ammissione di colpa, con il loro intento descrittivo ideato da copy presi un tanto al grammo, oppure devo pensare che veramente hanno perso di vista come si fa tutto, dal cinema alla comunicazione.
E insomma uno certe volte non riesce a spiegare bene cos'è il radical chic, cosa vuol dire avere i soldi ma rinnegarli, cosa vuol dire sentirsi artisti e creativi ma solo perché ci si può permettere di alzarsi alle 11 o magari "io prendo le ferie a ottobre perché figurati ad agosto dove vai vai è un carnaio" o anche "io vado in giro solo in bicicletta ma oh niente mio padre mi ha voluto per forza regalare la macchina non ha voluto sentire ragioni, sai comunque per la spesa, se poi vuoi andare fuori il week end poi nella casa a capalbio oh non ci vai mai nessuno e ma quando ce l'hai il tempo". Potrei continuare, moltissimo.
Ora. La cosa davvero pessima che regge il film, ma davvero, è questa falsa necessità di voler raccontare questa classe media, pur facendone parte (non ditemi che la Archibugi non ne fa parte, non ditemelo), ma senza nessuna critica profonda, senza nessun graffio, anzi, con un finale "volemose bene" che davvero andresti ad aizzare tutti i cittadini storici del Mandrione e al grido di "RIPRENDETEVI IL VOSTRO QUARTIERE" andare insieme a citofonare ai nuovi radical chic dal rogito facile e ricacciarli a pedate da dove sono venuti! RUSPE PARIOLINE! TORNATEVENE AI PARIOLI VOSTRI!
Un pessimo film, scritto da cani e recitato con il pilota automatico, pieno di fastidiosissima superficialità nascosta da "vedi come sono antropologa" (pochissimi i veri antropologi di Roma. È stato più antropologo Verdone che tanti altri.), "vedi come so raccontarti le diverse sfaccettature dell'umana natura", "vedi come ti ho arredato casa per benino piena di libri ma anche la statua indiana e la cameretta dei figli col poster di Frida Kahlo", "vedi che la filippina domani non viene, non c'è la cena, dai prendiamo il giappo a porta via".
Un film in cui ancora una volta lo scontro tra le fazioni comunisti vs fascisti, frikkettoni vs pariolini, vegani vs carnivori, coatti vs nobili, poveri vs ricchi, intellettuali vs ignoranti, educati vs cafoni, maschi vs femmine, [metti qui qualcosa] vs [metti qui il suo contrario] è raccontato con lo spessore di un incarto di gomma da masticare.
E riuscire a farci odiare una canzone di Dalla non era facile. Ci sono riusciti. Tutta, la cantano tutta. La devono cantare tutta per forza. Glie l'ha ordinato il dottore proprio.
A proposito del nome di 'sto figlio - visto che mi ricordo di come il trailer tentava anche la carta del "come cazzo si chiamerà sto figlio" per attirare spettatori - è Benito. Anzi no, non lo è, era uno scherzo, anzi non era neanche un figlio ma una figlia, anzi non era neanche di Gassmann ma di.. Paolo Virzì! Infatti che hanno fatto i furboni? Hanno messo le riprese VERE della Ramazzotti che partorisce (niente roba splatter non preoccupatevi). Vere veramente. Ecco forse questo non è molto radical chic, ma Virzì si sa, ha ben altra caratura antropologica, anche quando usa gli stessi attori.
Comunque questa  nuova guerra romana tra degradati vs decoratori (in cui personalmente mi inserisco in un quarto livello di demagogia che è: STICAZZI BASTA CHE FATE BEI FILM!) ha un nuovo paladino, proprio Alessandro Gassmann, che qualche giorno fa ha twittato DECORAMI STO CA.. ah no.. ha twittato: "Io sono Roma! Io scendo in strada e pulisco! Ma a settembre quando torno.". Ma che vor dì? A settembre? Quando torni da dove? Dal Circeo? Dal mare? Da dove? Da Cortina? 
Che poi a me Gassmann mi sta pure simpatico, anche con tutti quei denti eh. Ma insomma, levateje er social.
Comunque anche colpa di un film come Il nome del figlio che poi vedi dei semplici filmettini, robetta innoqua, e ti viene pure da pensare "dai questo è carino, almeno non era Il nome del figlio", ma era:
Se Dio vuole
Trama: Alessandro Gassamen

Un filmettino che non fa male a nessuno. Era stato decantato molto per il suo essere così carino e pacato, e in effetti lo è, carino e pacato, con le cose fatte carine e pacate, che non fanno male a nessuno... un po' cattocomunista infatti.
Ci sta un primario iperstronzo (Giallini, che bravo che è Giallini. È l'unico attore che fa mille film che sopporto, non come quelli di prima che fanno mille film e se ne salva uno ogni tre anni) che ha una famiglia un po' così, con la moglie Laura Morante (sia nel senso che è isterica depressa rompicoglioni sia che la recita proprio Laura Morante che chissà quanti anni fa si è stancata di fare la moglie isterica depressa rompicoglioni ma non può fare altro), una figlia scema con genero peggio e un figlio sulla via di Damasco che si vuole fare prete, che è l'affronto definitivo per lui, Giallini, medico pragmatico che non crede nei miracoli ma solo in quanto è bravo a operare a cuore aperto. 
A illuminare il figlio è stato un prete di periferia (Gassman, bravo di mestiere pure lui), che è molto yèyè, va in giro a predicare con le scarpe da ginnastica, fa le prediche con lo slang romanesco e ridipinge la parrocchia da solo in maglietta.
Segue incontro/scontro tra i due. 
Segue grande amicizia. 
Segue mezza conversione del medico (ahi ahi).
Il film è retto da Giallini in tutto il suo peso (non che fosse così pesante...) perché Giallini è il più grande di tutti al momento e non mi stancherò mai di ripeterlo, fate fare tutti i film a Giallini (un po' già lo fate).
Certo poi ci sono quegli scivoloni nel grottesco, ma non quello bello alla Jeunet eh, proprio le cose che manco in uno sketch di Zelig, tipo tutta la scena brutta e scivolosa nel ridicolo della finta casa, la finta moglie, il finto fratello ritardato, che rovinano la "carineria" e la "pacatezza".
Giallini ma quel progetto di fare la voce dell'armadillo nel film di Zerocalcare che fine ha fatto? Tutto a rotoli ve'? 
Vabbé facciamo che ci rivediamo un po' di Buttafuori va. Lo rifate Buttafuori? Quanto mi fa ridere Buttafuori ogni volta che lo rivedo. Ogni volta. Dai fate il film di Buttafuori:



CHICKENBROCCOLI al LAGO FILM FEST 2015 #1

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E quindi si parte! Proprio come tre anni fa rieccomi sul treno che mi porterà a Venezia.
Rieccomi sul treno che mi porterà a Conegliano.
Rieccomi sul treno che mi porterà a Vittorio Veneto.
Rieccomi sul pullman che mi porterà a Lago.
Oh, ma scusate non si era detto volo in jet privato e limousine con champagne e wi-fi dentro?
Vabbè… io però mi sa che se cerco bene in qualche mail di organizzazione si era detto…
E insomma di nuovo in quel borghetto chiamato Lago, dove c’è un lago, che si chiama Lago. Lago di Lago. Poi per favore prendetemi appuntamento con l’addetto di toponomastica che gli devo fare un discorsetto sull’originalità.
A proposito di toponomastica!
Finalmente arrivo a Lago ed ecco quale splendido e ipnotico paesaggio mi accoglie:
Guardate! Ammiratelo! Che culla della natura, che culto del bello, che culturalmente abbacinate panorama, che paesaggio che è già cult.
E insomma eccomi, rutilante come un giornalista d’assalto, intraprendete come un reporter di guerra, scafato come un pagliaccio ad una festa di bambini, a fare un nuovo reportage per il Lago Film Fest! Si cominci! CARICO COME UNA DINAMO! DAJE!
Ebbene sì, ecco quello che ho fatto per almeno le prime tre ore dal mio arrivo in zona. Ho dormito sul pratino. Oh. Ho lavorato tutto l’anno, ho visto film orrendi che se solo ci ripenso, avevo bisogno di un po’ di stacco, diamine.
Vabbè comunque poi mi sono svegliato e sono andato finalmente a dire che ero arrivato, ed è scattato l’applauso, mi devono sicuramente aver scambiato per un assessore che aveva pagato qualcosa, altrimenti non si spiega.
Non venivo da tre anni, ho rivisto facce conosciute, altre sconosciute, altre un po’ di legno, per fortuna non ho visto nessun bambino di tre anni con la faccia di Broccolo, il che mi ha abbastanza tranquillizzato.
Ma ora bando alle ciance, parliamo di quello che davvero ci interessa, il vero motivo per cui siamo venuti qui:
Ah non era per la flora e per la fauna che siamo venuti qui? Ma come, qui si trovano le maestose Albanelle Minori! Ma ancora più strani sono questi esemplari qui:  
Che carini che siete! Vi chiamerò Blu, Giallo e Bianco e sarete i miei cuccioloni legnosi e io sarò il vostro Chris Pratt! 
Benvenuti al Lagorassic Park, non hanno badato a spese (tranne per quella cosa del jet…)
Comunque nei cartelli che aiutano a districarsi nel labirinto della fauna mancavano le sirene. Io le ho viste sono anche riuscito a fotografarle.
Per capire meglio la natura che circonda il festival vi ho fatto una foto panoramica pazzesca col mio nuovo iPhone da cliccare
Visto che bello… Oh thò, guarda cosa si vede casualmente nella foto: il Chicken Broccoli Lago Film Fest Magazine! Ma guarda alle volta il caso…
E insomma è stato stampato per veramente, ed è proprio bello! Veramente una roba di accecante bellezza, tanto che merita tutta una serie di foto, perché, proprio come Flavia Sorrentino ha twittato, “un’illustrazione non è finita finché non viene stampata”. E allora ecco tutte le illustrazioni, stampate e finite, del magazine
Fate ancora in tempo a venire a prenderlo. Stasera c’è il megafestone e io mi metterò lì tipo strillone anni 40 a gridare “ILLLUSTRAAAZIONI! RECENSIOOONI! CHICKENBROOOLI!”. 
Ora.
La netta impressione che si vive dopo due anni di assenza dal festival è che l’LFF (da pronunciare proprio l’lfhfh) è un festival che sta diventando sempre di più, di anno in anno, un evento culturale a 360°, dove il concorso di corti è quasi diventato un pretesto per “invadere” con ogni tipo di arte, per una settimana, un paesello che diventa cornice perfetta per le cose più disparate. 
Ad esempio ieri sono arrivato e, dopo la pennichella e l’applauso, ho ciondolato un po’ per muschi e licheni quando mi sono imbattuto in un gruppetto di persone che faceva tutte delle cose che non tarderei a definire “ma che v’ha punto ‘na tarantola? Che volete che chiamo un medico?”. 
Questi ragazzi si muovevano strani, facevano le linguacce oppure fischiavano incastrandosi tutti tra di loro, oppure stavano immobili e muovevano solo una parte del corpo. “Ma guarda che bello - ho pensato - è stato proprio un bene che hanno chiuso i manicomi”.

“Siamo perfomers”, mi hanno detto.
“FICHISSIMO! VI TRASFORMATE IN MACCHINE?! Ah no quelli sono i trasformers… evvabbèddai. Magari con un po’ più di allenamento performante…”
Insomma me ne sono stato un po’ lì, a vederli fare queste cose del “massimo sforzo, minima resa” che quasi quasi mi andava di chiamare Eugenio Barba e chiedergli cosa ne pensava. E Artaud? E Marina Abramovich? 
Comunque ipnotico, soprattutto per la moretta. Certo anche la bionda.
Vabbè la performance è finita gli amici se ne vanno.
Io me ne torno in stanza a cambiarmi per la serata, ovviamente mi scordo di portarmi un golfino e per tutta la sera muoio dal freddo che vicino al lago tira una gianna che pare febbraio.
A questo punto ci starebbe bene la parte del reportage dove parlo dei cortometraggi visti durante la serata. Peccato che non ne ho visto neanche uno. Che matto che sono, ma più che matto, scansafatiche.
Ma tanto avevo fatto i compiti a casa per il magazine quindi pari e patta. Li avevo pure recensiti QUI.
Però dai facciamo che ve ne metto uno di quelli che hanno proiettato tre anni fa, così, senza un motivo. Anzi il motivo c’è ma è tutto mio e dovrei starvi a spiegare troppe cose, e diciamoci la verità, voi avete smesso di leggere dopo la foto di me che schiaccio un pisolino.
Eccolo qui. Guardatelo tutto.

Bello eh. Non invecchia mai.
Oh che vi devo dire, che prometto di vedere quelli di stasera? Insomma sono diventati un po’ accessori per loro non vedo perché non possono esserlo per me. Io poi non amo gli accessori, troppi accesori sono kitsch. 
Invece di vedere i cortometraggi me ne sono andato a cena coi performer, soprattutto la moretta. Certo anche la bionda.
E poi si dia il via alle danze, ‘ché la cosa bella del festival è che finite le proiezioni il tutto si trasforma in una festa tra vicoli e ciottoli, un po’ come Campo de’ Fiori a Roma ma senza tedeschi ubriachi che ti vomitano addosso. Al massimo qui lo fa qualche veneto (d’altronde siamo in terra di amanti del vino, gente che come password del wi-fi c’ha “Brunello”. Giuro. Vin-fi.)
E io me ne vado in giro, a cercare la moretta. Certo anche la bionda.

CHICKENBROCCOLI al LAGO FILM FEST 2015 #2

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Secondo giorno di ChickenBroccoli al Lago Film Festival. Il primo giorno è uscito circa 1440 minuti fa, vallo a leggere se non l’hai fatto ieri che chissà cosa c’avevi di tanto importante da fare…
Guarda caso è anche il giorno più importante di tutti! Quello dove tutti in paese si chiedono “ma quale sarà il film vincitore?”, dove tra le stradine strette si sentono sospirare i nomi portati dal vento, dove nelle stanze d’albergo la gente si alza e la prima cosa che fa è scaracchiare rumorosamente nel lavandino per venti minuti non sapendo che tu stai dall’altra parte e quando senti che la porta della stanza accanto si apre la apri anche tu per donare una sputacchiera al tuo amico e ti ritrovi di fronte il mitico Olcese di Olcese e Margiotta e subito gli gridi: «SONO IO TUO PADRE!»

Questo è il giorno fondamentale in cui possono cambiare le vite delle persone!  Già perché se è vero che il #lagoticambialavita, è anche vero che se magna talmente tanto e bene qui in questa valle veneta che ti cambia anche la vita quella proprio sotto la panza, infatti io adesso lo chiamo Largo Film Fest.
Ma dopo questo divertentissimo incipit degno del più navigato dei mattatori da stand up comedy, passiamo alla relazione minuto per minuto di quello che è successo durante la giornata. 
C’era gente che correva di là per recuperare i giurati che ancora non riuscivano a decidere il vincitore;
c’erano volontari che preparavano tutto per il festone serale, c’erano i #coglionino di ZERO - sai, quelli della campagna che un anno fa eravamo tutti lì a spingere pollici alzati perché a tutti ci like tantissimo essere pagati per il nostro lavoro creativo, e poi dopo un secondo dal like spinto fortissimo e carico di amorproprio rispondevamo a quella mail che ci chiedeva di fare qualcosa di creativo pagandolo con la visibilità…. ovviamente rispondevamo sì, che la necessità di esprimerci ci rende #coglionisì per sempre. È questo il vero prezzo da pagare - e insomma gli ZERO che finivano il montaggio del documentario dedicato al mistero del Lago;
c’erano gli organizzatori che già preparavano la lineup di cortometraggi del prossimo anno;
c’erano i ristoratori che contavano gli sghei racimulati in questa settimana;
c’erano loro:
che non proprio chi cavolo fossero ma erano molto coloriti e seppur esprimendosi con una lingua tutta loro e sbevazzando litri di birra alle 10 di mattina sono stati molto divertenti da seguire; certo non ho ben capito se il crearmi un fortino di bottiglie vuote davanti era un segno di pace o di guerra. Nel dubbio sorridevo come un ebete fingendomi svedese;
E in mezzo a tutto questo turbinio cinetico ci persone e cose da fare c’ero io. Che ho fatto quello che di solito non faccio mai: 
Ebbene sì. Ecco a voi il repotage meno reportaggioso del mondo, di quelli che ti segnano una grande A in fronte (A per Ascemo!) e non ti fanno più invitare a nessun festival del regno delle due Venezie dei Dogi e delle statuine di Murano.
E insomma per una volta il Lago di Lago largo è stato l’ago della bilancia del mio fankazzismo (verbo solitamente sconosciuto dalle mie parti). Evvabbèdai, non è stata colpa mia, non è stata colpa vostra. Sai che forse di chi è stata la colpa? Scommetterei su diluvio.
Esatto. Veneto. 1° Agosto. Percepito 12 Febbraio. Poi dice che bevono… ma no ghuardha schavete raghionhe vhohic!
Ecco ora non voglio fare l’Alberto Sordi della situazione che arriva in Veneto e per due goccie si spaventa, ma qui stiamo proprio parlando di cielo plubeo, nuvole che coprono le montagne, freddo becco, castagne sul fuoco, moonboot pelosi e George Micheal che canta questo:
Ditemi voi se uno può fare il suo lavoro di reporter guascone. Certo magari i reporter di guerra qualcosa avrebbero da ridire... ma anche la guerra contro il brutto cinema ha fatto molte vittime.
A questo punto vi potrei raccontare della premiazione, ma non c’ero quindi vi metto i vincitori dell’edizione in un doppio copia/incolla carpiato con avvitamento:
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Revine Lago, 1 Agosto 2015 – Si è svolta sabato 1 agosto la Closing Night di Lago Film Fest, il festival giunto quest'anno alla sua undicesima edizione con un ricco calendario di proiezioni, incontri, eventi d'arte. 
Evento clou della serata, oltre alla proiezione sul grande schermo dei montaggi realizzati nel corso del primo workshop di blobbing proposto da Lago Film Fest con la redazione di Blob di Rai Tre e dell'atteso documentario sui misteri di Lago prodotto in questi giorni dal collettivo ZERO, è stata dunque la cerimonia di premiazione dei migliori film in concorso, scelti dalla giuria internazionale – composta, lo ricordiamo, da Peter Millard, Cosmina Stratan, Alfredo Covelli, Sebastian Wesman, Danilo Carlani e Alessio Dogana -, dal pubblico e dai più piccoli che nei giorni passati hanno popolato le proiezioni targate Unicef del Cortile Carlettin. 
I direttori artistici Viviana Carlet e Carlo Migotto hanno proclamato come vincitori i seguenti film: premio della giuria per il documentario Hillbrow di Nicolas Boone (Francia 2014), istantanea di un quartiere periferico di Johannesburg; premio del pubblico per The Age of Rust del duo Alessandro Mattei, Francesco Aber (Italia 2014), documentario breve che guida alla scoperta del “Petramosaurus Cavator”, specie meravigliosa che vive nelle Alpi; premio speciale per il migliore film della sezione Veneto a Blue Womb di Laura Bianco e Hanna Thomschke (Italia 2014), storia delicata di un trenino che alla fine della prima Guerra Mondiale è finito in fondo allo specchio d'acqua di Lago; premio Unicef per Another Round di Jane Mumford (Svizzera 2013), favola sulla rocambolesche disavventure di una cameriera alle prese con un vassoio di drink. Il premio della critica firmato Nisimazine coordinato da Chiara Puntil è stato assegnato a La fièvre (A Spell Of Fever) di Safia Benhaim (Francia 2014), documentario silenzioso sul ritorno dal mare di una donna e sul suo incontro con una bimba febbricitante. 
Completano il palmarès una manciata di menzioni speciali assegnate per ognuna delle sezioni del concorso. Per la Internazionale, Killer? di David White (Nuova Zelanda 2015); per la Nazionale, Persefone di Grazia Tricarico (Italia 2014); per Nuovi Segni, Washingtonia di Konstantina Kotzamani (Grecia 2014); per Nuovi Segni sottosezione Animazione, Mon Bras Armé di Mathilde Nègre; per Unicef, Prince Ki-Ki-Do: The Swamp Monster di Grega Mastnak (Slovenia 2014). Tra gli altri premi annunciati anche il Pix Award in collaborazione con Pixartprinting per il migliore short film di animazione dalla selezione The Animation Parade. La giuria di settore ha scelto Benigni di Pinja Partanen, Elli Vuorinen, Jasmiini Ottelin (Finlandia 2009) e ha assegnato una menzione speciale, Pixart Special Mention, a Symphony no. 42, Réka Bucsi (Ungheria 2013). Inoltre, per il contest Sei uno Zoopper da festival? ideato da Lago Film Fest in collaborazione con la piattaforma Zooppa, ha vinto il videocurriculum/showreel realizzato dal team CHd Animation. 
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A posto no?
Allora vi potrei allora raccontare del megafestone serale… O basta una diapositiva?
Dài sto scherzando. In realtà il festone c’è stato eccome ed è stato a suo modo bello, anche sotto i pergolati a stare più stretti di quanto saremmo stati a farlo sul prato, a cicischiare di tutto ma ancora più di niente, scambiarsi biglietti da visita e soprattutto ricevere baci inaspettati. Già perché ad un certo punto è arrivato un nugolo di persone che ha iniziato a sbaciucchiare tutti e stampare segni di rossetto alla gente. Bello no, dove devo firmare perché sia sempre così?
Ehy ma vi ho riconosciuto, siete i TRASFOR performer di ieri. Ah quindi fare tutti quegli strani movimenti portava a questo? Interessante evoluzione. Io quando ho capito l’antifona mi sono messo con la bocca a pesce ad aspettare la mora. Certo anche la bionda.
Alla fine il bacio è arrivato anche a me. Aveva la barba. E per dirla alla Pippo Franco “ahi, no, non mi garba”.
Preferivo la bionda. No anzi... la mora, ho deciso.
È notte. 
Il Lago Film Fest volge al termine, su un prato bagnato e una valle fatta d’acqua che raccoglie la pioggia che cade fitta e crea una vera autostrada tra cielo e terra. E mentre tutto finisce tra gente che suona le pentole, persone che baciano e altre che vengono baciate, panini con la carne buonissima anche loro con grigliato sopra l’hashtag #lagoticambialavita, io mi immalinconisco.
Era inevitabile. Se c’è un’altra cosa che amo odiare oltre il cinema è la pioggia.
Inizio a pensare al passato, alla ripetizione, ai ricordi che diventano diorami, alle cose speciali che diventano più normali, ai film che non ho visto, a quelli che mi sono fatto. Pensando a tutte queste cose insieme mi sento un tremendo rompipalle e nel rischio di rovinare l’atmosfera con una delle mie solite tiritere infinite me ne vado a dormire.
Arrivato in camera e mi metto in modalità Jep Gambardella e inizio a guardare il soffitto. Lui vedeva “o ‘mare”, io vedo degli alpini che mi cantano uno jodel, che sappiamo tutti è un po’ la vera musica del diavolo, altro che heavy metal.

Saluto gli spiriti degli alpini veneti che sono caduti per la salvaguardia della stella alpina (da cui si sa si estrae il più potente liquore del mondo) e mi addormento. 
Ovviamente sogno me stesso che pensa al passato, alla ripetizione, ai ricordi che diventano diorami, alle cose speciali che diventano più normali, ai film che non ho visto, a quelli che mi sono fatto
E mi rompo tantissimo le palle da solo anche nel sogno. 
Tanto che mi sveglio. 
E succede l’incredibile, quando già pensavo che il ricordo di questi due giorni mi avrebbe accompagnato tipo Babadook per almeno una settimana, durante la colazione qualcuno mi ricorda che sono ChickenBroccoli, quello che “ama odiare il cinema” quello che “ti seguo sin dai primi post su FrizziFrizzi”, quello che ha fatto il magazine di carta l’anno scorso e “guarda un po’ ce n’ho qualche pezzo dietro, non vado mai in giro senza” e finisce che ne vende pure una copia!
Quindi la mattinata si ripiglia, proprio quando me ne devo andare. Devo averla già sentita questa.
Insomma ChickenBroccoli al Lago Film Fest 2015, praticamente uno scansafatiche in libera uscita per due giorni. Ma dai che è bello anche così, se c’è una sensazione che all’lfhfh rimane immutata è proprio la libertà, la libertà di vivere gli spazi che gli organizzatori e la natura in un reciproco rispetto (tranne quella cosa di Diluvio) ti mettono a disposizione. 
Ci sono tanti spazi da occupare al Lago Film Fest, occupare con la tua creatività (o con la mancanza di, non è mai una colpa non averne), tante cose da vedere, ma anche tante da fare, che possono distrarti dai cortometraggi come hanno fatto a me quest’anno, ma che comunque ti riempiono. È un gioco di vasi comunicanti tra Lago che ti invita e tu che ci vai, un balletto sincronizzato tra chi dà e chi riceve, in un continuo scambio di ruoli. Lago Film Fest è questo, un festival sui generis, che non ha tutta quella pressione da “addetti ai lavori” che si respira altrove, che non ha code per entrare alle proiezioni (al massimo di paperelle che attraversano la strada) e gente della sicurezza che ti dice di spengere il telefono. 
È un festival con un lato umano grosso così:
che devi cliccare per ingrandire e spero tu abbia un computer grande per capire che intendo.
Io so una cosa, so che ci rivedremo. Perché nonostante quella volta era stato così, e questa volta è stato cosà, siamo importanti l’un l’altro.

2x1 • Kriste in Croce

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Bound to Vengeance
Trama: Piccola vendetta lombarda

Niente non ci sono riusciti. Volevano fare un bel film di lei rapita per mesi da un bastardo, poi con lei che si riusciva a liberare e la faceva pagare cara al suo aguzzino, ma scopriva che c'erano in giro per la città altre ragazze poveracce rapite e rinchiuse in sgabuzzini come lei e allora le andava a liberare una ad una fino a quando non scopriva la più atroce delle verità... mentre hanno fatto... be' in effetti hanno fatto proprio un film che racconta di questo, ma lo hanno fatto sbagliato.
Prima di tutto c'è una cosa che mi chiedo sempre quando vedo la scena del rapito che si libera in un impeto di forza disperata e fa ramazzare al suolo il suo carceriere, ribaltando la situazione. Ecco mi chiedo sempre perché DIAVOLO NON LO AMMAZZI SUBITO! Ma io dico! Ok, diciamo che proprio di ucciderlo non hai il coraggio (anche se penso che sei mesi incatenata al suolo e vittima delle peggio angherie , ti danno la forza e il coraggio di uccidere pure Andre The Giant...), ma cristo almeno una manovra Misery la DEVI fare, almeno non ti insegue no!
Comunque in questo caso sono andati oltre, hanno deciso che la tipa non solo non ammazza nè gambizza il cattivo, ma anzi se lo porta dietro tenendolo fermo con uno di quei cosi che usano gli accalappiacani, e insieme vanno a cercare e liberare le altre poverette.
Purtroppo mezzo cast è sbagliatissimo ed essendo sostanzialmente due attori, sbagliare mezzo cast è abbastanza grave, lo sbaglio è rappresentato dal rapitore, che oltre ad essere un pessimo attore continuava a ricordarmi qualcuno. ma dove l'ho già visto... dove... dove...
AH! ECCO DOVE! Ma non ve lo dico perché potrebbe essere a risposta vincente alla più difficile domanda del campionato mondiale di Trivial Pursuit. Vi metto una foto (è quello a sinistra ovviamente)
se sapete chi è vuol dire che parliamo la stessa lingua.
Insomma i due vanno in giro per la città a salvare poveracce, che sarebbe anche un plot aperto a qualche sorpresa, tipo che quando man mano si scopre che l'organizzazione è ben più stratificata vuoi anche scoprire chi è a capo di tutto questo atroce traffico
ma quando arrivano dalle tizie e queste invece di rispondere "grazie" tentano addirittura di ammazzare la ragazza (forse perché impazzite? lo voglio sperare... non vorrei mai pensare che il regista volesse suggerire che alcune erano consenzienti), mi sembra un tantino esagerato.
Insomma forse le intenzioni non erano male, e alcuni passaggi di regia non sono neanche male (il regista è messicano alla sua prima prova amerigana), ma la sceneggiatura fa acqua da troppe parti.
Era meglio se l'ammazzava subito.

Invece in supercorner è uscito anche in italia - è estate, se pensi alla media dei film horror estivi che invadono le sale devi ringraziare che ci sia scappato il Babadook - l'orrendo e patetico
Kristy
Trama: Kristy chi?

Che pensa io avevo pensato al titolo "Kristy in croce" prima di vedere il film (sì io penso al titolo del post appena vedo la locandina e allora?), anche prima di vedere il trailer, e non pensavo di averci preso così tanto. Il film infatti parla di una povera crista che rimane sola soletta nel college e viene presa di mira da dei tizi in maschera (che ricorderemo come le maschere meno inquietanti della storia, infatti sono fatte di alluminio quello per incartarci i panini con l'effetto di avere degli assassini con la faccia da pic-nic)

e questi qui l'ammazzano proprio perché mezzi satanisti, Kristy è il nome che danno a tutte le loro vittime proprio per assonanza a Cristo. Kristy, Cristo. Gli assassini della Pagina della Sfinge.
Inizia come deve iniziare (con lei in mutande), continua come deve continuare (con lei che ci piglia un sacco di paura e spavento), finisce come deve finire (con lei che si ripiglia e ammazza tutti gli assalitori), peccato sia tutto la media addirittura per un film horror estivo comprato un tanto al minutaggio.

Far & Furious

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Fast & Furious 7
Trama: È un Diesel?

Mettiamolo così, loro sono andati velocissimi, io ero dietro che arrancavo con la mia vespetta.
Ho visto questo film MESI fa. MESI. E avevo in testa una recensione bellissima che paragonava Vin e Famiglia ai miti greci.
Già.
Perché per me una scena di tensione muscolare come questa:
raggiunge proprio lo stesso grado di miticità di questo:
Poi però è passato il tempo, MESI, velocissimo pure lui, e io non ho fatto in tempo a stargli dietro e a trovare il momento per mettermi a ripassare i miti greci, a rispolverare i libri del liceo, a telefonare alla professoressa Bianchini e chiederle se ancora rosica per quelle volte che andavo malissimo all'interrogazione di versione ma poi benissimo a letteratura e per media mi doveva promuovere e niente, non ho fattola recensione di FF7. 
Peccato sarebbe venuta bene. Soprattutto perché prima che uscisse avevo rivisto TUTTI e 6 i precedenti (compreso FF5 e FF6)!
Poi mi sono reso anche conto che il mio "fomento" andava un po' col freno 
Dai magari quando esce FF8 (che sarà il titolo più bello di tutti da dire con subito dopo delle gif di lei anche se non posso dirvi che
Aspettando Gadot (nei pochi panni di Wonder Woman).
E insomma FF7, che sembra una dichiarazione dei redditi ma non è, è stato fichissimo, fanno delle cose di macchine brum brum pazzesche tipo fare i salti da un palazzo all'altro che contrariamente alla cassaforte trasportata da due sole macchine quando ce se sarebbero volute almeno 50 e contrariamente la pista d'atterraggio lunga 120 chilometri SE PO' FA! DA DOMANI TUTTI A PARCHEGGIARE DIRETTAMENTE NEL SALOTTO DELLA SIGNORA DI SOTTO!; ma anche di omoni grandi e grossi che si riempiono di pizzoni
e di donne grandi e grosse che si riempiono di pizzoni pure loro
Furious 7
ma anche di grandi sentimenti e abbracci fraterni, ma soprattutto film di saluto finale a Paul Walker che insomma, una vita per le macchine una vita per il morto.
E Vin lo saluta in un momento di grande meta-cinema contemporaneo:
E poi qualche mese dopo chiama la figlia Paulette. Che uomo dal cuore di marzapane.
Detto questo ho dimenticato almeno il 97% delle cose importantissime che dovevo dire di FF7, ma sicuramente questo 3% ha reso bene l'idea.
A rendere l'idea aiutano anche queste scenette sobrie qui:

Furious 7Furious 7

CB & CONTE ZERGANENKO ANTEPRIMA • Mission Impossible - Rogue Nation

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Mission Impossible - Rogue Nation
Trama: Rughe Nation

C'è da dire che a me il franchise M:I piace, e pure parecchio. Continuo a pensare che il primo sia uno dei migliori action degli ultimi 20 anni, il secondo no, il terzo bello con un cattivo da antologia, il quattro rivisto anche da poco regge e funziona come rilancio con inserimento personaggi nuovi già diventati stabili nell'economia delle missioni.
E quindi, proprio come le altre volte, adesso ci studiamo tutte le missioni che hanno dovuto superare i creatori di questo capitolo (che già sappiamo non sarà l'ultimo...)
C'è anche da dire che a me Tom Cruise piace. Nonostante sia un pazzo (o semplicemente un cretino) a volte non capisco cos'è tutto questo scagliarsi contro Tom che ok, è vero che uno affiliato a una setta come Sciemology non può essere "vissuto" come una persona tanto savia, ma, parafrasando, "è un gran professionisa". Voi avete visto troppe poche volte Magnolia, ve lo dico io. E troppe poche volte La guerra dei mondi.
E poi come corre lui, cari miei, neanche Bolt. Vediamoci di nuovo tutte le sue corse aggiornate proprio a questo ultimo film del 2015
Insomma Tom difficilmente fa film davvero brutti (a volte ci casca... ma poi si rialza, d'altronde sappiamo che fa gli stunt da solo, non sono in molti a farlo, il nostro caro piccolo Jackie Chan occidentale), e anzi, a 50qualcosa anni suonati ancora tiene testa ad eroi action moderni (chi sarebbero i nuovi action heroes? Esclusa la combriccola di Fast Furious. Il tizio di Terminator Genysis? Ma va va...) e continua a mantenere un certo smalto nella scelta delle produzioni a cui partecipa; vogliamo parlare di che fine sta facendo Bruce Willis? No, non parliamone.
Certo lui e questa fissa di fare più stunt possibili quel con suo piccolo corpicino un po' troppo largo e un po' troppo corto e un po' troppo tirato ormai. Poi nella serie M:I dà il meglio di sé. Ethan Stunt. E se la volta scorsa si arrampiacava su un grattacielo tipo uomo ragno, questa volta ha fatto ciò:


Capite? Si è appeno a un aereo dal decollo all'atteraggio. Per davvero. 

Tom Cruise è impazzito oppure ha bevuto e i pazzi siete voi. 
E non era la controfigura, quella famosa che lo segue sempre. 

Era proprio lui. Voi lo avete mai fatto di appendervi de un aereo in volo? Ecco.

Su questa cosa dell'aereo ovviamente ci stanno facendo tutta la comunicazione e io dico che va benissimo così. 
E ringraziate che vi ho risparmiato la foto di me appeso all'aereo che non sarebbe stato un bel vedere. Sì esatto, il giorno dell'anteprima avevano costruito un'impalcatura con tanto di green screen per farsi una foto e poi photoshoppala con la carlinga e alla fine c'eri tu appeso ed esposto al pubblico ludibrio social (vi prego cliccate, io non ho il coraggio di metterli qui.)
Ma, a parte la foto che ho rifiutato per manifesta vergogna, c'è una cosa che i tipi dell'anteprima hanno organizzato che mi è sembrata DAVVERO fichissima. A cui ovviamente non ho potuto partecipare. Io che mi libero dall'ufficio: missione impossibile.
Di cosa si trattava? Di partecipare a una Escape Room! Praticamente questoma in carne e ossa e neuroni. E siccome certe occasioni non è proprio giusto che vadano spracate per quella cosa che vuoi che importanza abbia come il lavoro, ci ho mandato un grande amico, un grande intellettuale (cogliete la palla al balzo che sarà una delle poche volte che leggerete cose sensate e scritte bene su chickenbroccoli), insomma un grande. Il Conte Zerganenko - al secolo Adriano Ercolani - titolare del beneamato sito Spezzando le catene della mente, uno dei veri e pochissimi siti culturali che esistono oggi. Una di quelle persone con il dono raro di saper scrivere stupendamente e parlare ancora meglio (no davvero c'è da rimanerci anche un po' male a parlare con il Conte, sembra ogni volta che si sia scritto tutto prima di dirlo, roba che io non riesco a mettere tre vocaboli di seguito e riempio i buchi con dei lunghissimi eeee mmmm oooo).
Il Conte è andato a farsi chiudere in una stanza con mile tracobetti al posto mio, che in effetti se ci andavo io il rischio era di rimanerci chiuso fino al 15 agosto e alla fine essere salvato come Fantozzi chiuso in quel bagno. Il Conte ce lo racconta così:
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Qualche giorno fa mi stavo godendo un raro momento di riposo in un periodo di stakanovismo olimpionico, leggendo il carteggio tra Georges Bataille e Alexandre Kojève (tradotto magistralmente da Massimo Palma in Piccole Ricapitolazioni Comiche) nel quale confontano le loro visioni all'inizio quasi antitetiche di Hegel, col sottofondo rilassante del primo disco dei The Clash a tutto volume.

Si, lo so, lo fanno tutti.
In quell'attimo incantato di limpida spensieratezza, mi scrive ChickenBroccoli, titolare di queste colonne da cui vi scrivo, con una proposta se possibile ancora più banalmente comune della mia occupazione al momento: sostituirlo in un'Escape Room, ovvero una stanza sigillata, nella quale sarei dovuto essere rinchiuso con altri blogger, avendo solo un'ora di tempo per uscire, trovando la via d'uscita tramite la soluzione di codici ed enigmi.
Il tutto per promuovere l'imminente uscita di Mission Impossible 5 - Rogue Nation.
Ora, come accennato, in questo preciso periodo storico della mia vita, il sottoscritto deve: prestare assistenza infermieristica H24 a una persona molto cara, chiudere una consegna urgente, scrivere e concludere in tempi brevi un libro a cui tengo molto. Ah, in più ho almeno una dozzina di articoli da completare.
Si aggiunga che non ho mai visto un film della serie Mission Impossible, mi ricordo il videogioco Impossible Mission, ma mi hanno fatto notare che non c'entra.
Date le premesse, la mia risposta era prevedibile.
Ho accettato immediatamente.

Del resto, da cultore di Carmelo Bene, non potevo lasciarmi sfuggire l'occasione di scrivere per CB
L'esperienza è stata divertentissima, grazie alle intuizioni giocose dei creativi di XISTER.

Ci siamo ritrovati in 4, mai visti prima, chiusi in una stanza con un computer bloccato, alcune valigie chiuse col lucchetto, alcuni fogli sparsi, una lente d'ingrandimento ed una lampada ad infrarossi.
Ovviamente, non svelerò di più.
Posso solo, in ordine menzionare come:
- Pur essendo digiuno della saga, le mie pregresse conoscenze cabalistiche mi hanno consentito di fornire un contributo spero più che dignitoso alla risoluzione degli enigmi
- Apprezzo il senso etico dei miei colleghi compagni d'avventura: più volte ho dichiarato loro di poter riuscire ad aprire valigie e lucchetti senza dover risolvere gli enigmi disseminati...ma essi hanno sempre preferito l'onestà intellettuale
- Come in un vero film d'azione si rispetti, siamo riusciti ad evadere negli ultimi trenta secondi.
Per cui CB, io intanto cambio le commistioni (ho pensato di leggere Camus col sottofondo dei T.Rex), e attendo la prossima telefonata.
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Bello. Sto rosicando. La prossima volta ci vengo. Oppure potreste organizzarmelo a casa. Ogni stnza tracobetti diversi. Uscirei dopo dieci anni.
Ma torniamo al film. 
Che si incastra tra il capitolo peggiore, il secondo, e quello normale, il terzo (poi ci sono quello bello, il quarto, e quello bellissimo, il primo. Non è una combinazione di una cassaforte criptata. Madonna 'sta cosa dell'agente segreto vi sta prendendo la mano) insomma è medio, non brutto, ma ci ho visto un po' di stanca qua e là, di ripetitività qui e lì. 
La missione è presto detta: ci sta una nuova organizzazione di maligni in città, il Sindacato ciggìellecislewill che è formato da tutti agenti segreti, ma cattivi, sono come i Cavalieri Neri per capirci. Ethan & soci hanno contro tutti perché l'ultima volta hanno fatto scoppiare il Kremlino (vi ricorderete) e quindi le strutture competenti se la sono un po' presa. Praticamente quello che succederà presto agli Avengers.
E insomma gli smantellano la squadra Mission Impossible e Hunt si dà alla macchia, per sgominare da solo il Sindacato.
Non proprio da solo.
Tornano direttamente dal quarto Simon Pegg come comic relief (un po' sottotono a dire il vero, o forse sono io che ho perso un po' di passione per Simon Pegg), Jeremy Renner che però non dà neanche una pizza a qualcuno, quindi grosso grosso spreco, e torna addirittura Marcellus Ving Rhames, il gigante nero buono hacker pure lui che non si sa bene che ci sta a fare visto che è hacker pure Pegg e infatti la sua presenza è solo un'operazione simpatia. E faceva fico portare uno dal primo, e visto che erano morti tutti rimaneva solo lui.



Poche le città visitate questa volta. Oltre al solito incipit nella classica Europa dell'Est, sempre foriera di terroristi e testate missilistiche, il resto del film si svolge un pochino in Austria, un bel po' in Marocco che serviva come location per un inseguimento in moto che cita ampiamente M:I 2, ed è tutto un brum brum e capelli di Tom al vento

e poi tutti a Londra che quest'anno al cinema c'è più spie londinesi che nuvole in cielo. Il 2014 deve essere stato un inferno per i vigili di Trafalgar.

Non abbiamo visto grosse innovazioni tecnologiche rispetto alle classiche maschere facciali fatte in dieci secondi e i soliti micromicromicro USB che contengono IL MONDO di terabyte assurdi.
La cosa più bella e anche la seconda scena adrenalinica del film oltre a aeroplano (considetando che a me le scene di moto non mi fanno nè caldo né freddo), quella che potremo definire dell'"appeso al filo" per capirci:

è questo tuffo in Grosso Bucio

che porta dritto dritto a una sorta di stanza dei server "SUBBAQUA!" dove Hunt entra con tutta l'aria che può inspirare nel suo sterno carenato. La scena è bella ma gli effetti speciali un po' così. Finita quella ti rimane anche un grande dubbio (che capirete visto il film): ma dove ce l'aveva infilato quel defribbilatore?
Già. Dove? Non oso immaginare e non voglio fare speculazioni becere. 

Appunto.
La "hunt girl" del film è scelta veramente bene. Prima di tutto è bella che è il requisito minimo (e non ha il naso a maiale)
ma di una bellezza particolare, algida e sensuale al tempo stesso. Lo so è un ossimoro, ma lo è. Inoltre non è la solita seccardona popputa che ci hanno anche rotto le palle.
Si crea una bella tensione tra lei e Hunt, funzionano. E anche il fatto che non vada come ad esempio va sempre per Jimmy Bond è una cosa positiva. Una delle maledizioni del povero Hunt è che non scopa mai. Ma forse meglio anche visto che come sappiamo lui sa fare solo la posiozione... del MISSIONario.

A lei il compito di essere anche l'elegantona del gruppo. 

Anche se Jeremy Renner in completo sta sempre un gran benonoe.

Insomma M:I5 (il cui titolo assomiglia troppo pericolosamente alla sigla di un partito di sciemi, che fa scopa con Sciemology, ce l'ha proprio tutte 'sto film) non raggiunge neanche lontanamente alcuni altri M:I, ma si mantiene su un livello che definirei accettabile.
Forse serviva più coraggio, non solo negli stunt. 
Ad esempio il cattivo che - tralasciando l'impossibilità di arrivare alla grandezza di Philip Seymour Hoffman - non raggiunge neanche la sufficienza, perché ok l'ex agente segreto impazzito e deciso a vendicarsi di tutte le agenzie segrete del mondo (ma non senza prima organizzare anche un bel trasferimento di miliardi di milioni sul suo conto off-shore) ma nulla aggiunge alla sfilza di cattivi da film action che stanno diventando davvero troppi e troppo uguali. Poi ti credo che ripensi al Joker (o al limite a Scar) e dici "che meraviglia di cattivo". 
Qui abbiamo uno di quei cattivi rettili, viso scarno, sguardo da pazzo e parlata sibilante (mi chiedo come sarà in italiano... attenzione all'effetto trombetta). Sarebbe stato un bel contenzioso vedersela con qualcuno di conosciuto e magari creduto morto mille anni fa. Ecco vedi come potevano usare bene Marcellus? Così! Facendolo diventare il cattivo! Sarebbe stato inaspettato, crudele per tutti, e anche se poi alla fine moriva non cambiava nulla ma lasciava di certo un'impronta maggiore di quella che sta lasciando ora. Aspetto ancora qualche franchise che abbia il coraggio di trasformare il proprio eroe nel proprio supercattivo. Ci avevo sperato ai temi di Scre4m, ma niente. Dai che se vi impegnate ce la fate...
M:I5 è sacrificato da una scrittura a macigno - troppi spiegoni... ma come, nell'ultimo avevamo fatto tutto quel meta-discorso sui protagonisti che sentono il bisogno di spiegare quello che stanno facendo ad alta voce anche se la stanza è vuota e ora che fai? Mi metti a spiegare tutto quello che vedo? Lo sto vedendo, dammi un po' di fiducia, cristo - ma si fa vedere per tutta la sua durata senza uno sbuffo.
La chiara intenzione di citare e quasi rifare il primo M:I è palese, e questa affossa la necessità di novità e freschezza di cui necessita una serie come questa. Io però continuo a credere in Hunt, perché Tom è un gran professionista, lui e il suo solito naso astruso in locandina:
TEAM TOM! Godiamocelo in un'ospitata TV certo più ispirata di quella di dieci anni fa

che ci ricorda che non è solo colpa degli ospiti tv se certe ospitate vanno di merda, ma anche, anzi soprattutto, del presentatore.
Qualche poster seriale in salsa saulbassiana.
QUESTO POST SI AUTODISTRUGGERÀ QUANDO FINISCE INTERNET


• CB VINTASUMMER 2015 •

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SONO LA NOVITÀ DELL'ESTATE 2015!
Si chiamano SteccoChicken e CornBroccoletto, sanno di pollo, broccolo e vintage (gustosissimi!) e sembrano proprio quei gelati che compri nei bar dei paesini che hanno ancora appesi al muro quei vecchi cartelloni Algida bellissimi di 25 anni fa e sai che anche i gelati sono di quegli anni.
Li ha fatti vincendo caldo e le mani sudate Osvaldo Casanova, uno dei prodi chickenbroccologhisti del CB SHOW. AMMIRATELO!
Vi ho fatto una cosa. Un PDF da scaricare e stampare. Dentro ci sono i due gelati grandi, da stampare in A4 e portare in vacanza. Ecco la vostra missione dell'estate 2015: farvi una foto con i GELATI CHICKEN BROCCOLI!, ovunque voi andiate, e mandarmela (via FB o qui). Pose lascive ben accette. E ringraziate che non abbiamo fatto il Broccalippo.
Li scaricate:
>  QUI<
Ecco, ho deciso che questa sarà un'estate di ricordi. Un'estate vintage.
Il sapore di vintage ad esempio lo vivo ogni volta che vado a cercare qualche link vecchio sul sito e rileggo - distrattamente come fate voi ogni giorno, a scorrere veloce cercando più che altro di capire a grandi linee se vale la pena vedere il film o no... i voti Chicken e Broccoli sono nati per quello in fondo - e scopro di non ricordare nulla di quello che ho scritto. Alcuni lo chiamano alzheimer, io tenero passato che viene a bussarmi sulle spalle curve e mi ricorda quando eravamo giovani, nel 2010... nel 2011...
E pensare che dopo l'Età del Dito Medio, i Quando eravamo Mike, L'Era delle Regole, The Age of Chaos, lo Zenozoico e il Mese Europeo pensavo proprio di averle viste tutte, le estati, invece eccone un'altra, che arriva inesorabile, carica di sudore (!), sbattendoti in faccia quell'atavica domanda che ogni anno si ripete e ti inchioda al muro riportando a galla tutti i tuoi fantasmi: che fai st'estate?
E che faccio? Parto. Perché partire è un po' morire dal caldo e scegliere cosa fare è sì un parto, ma poi quando stai lì, qualsiasi posto sia lì, ti viene solo da dire:

Anche io presto voglio organizzare un mob di 1000 persone che cantano Che Fico! per convincere Pippo Franco a ritirarsi dalle scene.
Ci saranno giorni italiani, a Sud, a sudare.
CBronzo di Riace, già, qualche giorno in Calabria che mi hanno convinto queste pubblicità regresso qui:

E poi il viaggione. Vado a fare il Di Caprio Thai in latte di cocco.
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Se non torno più potete immaginarmi in due modi. 
O così:

O cosà:
Movie Film animated GIF
Io però mi vedo anche così:
World Gay animated GIF
E quindi vale la pena togliersi qualche sassolino nella flip-flop ora che chissà cosa ci riserva il futuro.
Prima di tutto facciamo un rapidissimo recupero credito che dite? Quei film che ho visto e che mi sto trascinando da mesi (o qualche ora) e che so benissimo che se non li metto ora non li metto più e mi infesteranno le nottate fino a dicembre, e io c'ho da fare, io! Io  c'ho da vedere dei film di cui poi non fare la recensione, io!
Nella vecchia trilogia • Questo Stazzam di qua devi metterlo là
The Transporter Trilogy
Trama: Divieto di sosta

Ero gasatissimo da FF7 e ho deciso di rivedermi in a row tutti e tre i Transporter, che sono quei tre film prodotti dalla pappagorgia di Luc Besson che hanno aiutato Jason Stazzam a far vedere che poteva essere assoluto protagonista di film action.
Aiutato ma non quanto i due Crank. E non quanto ChickenBroccoli, ovviamente.
Il problema dei tre film è che sono tutti e tre brutti. Più che altro perché proprio alla luce di quello che fanno fare alle macchinette di FastFurious (salti, derapate, frenate, scontri), rivedere la trilogia Trasporter ti fa proprio capire perché quelli sono così fichi.
Qui Jason fa le stesse identiche cose (salti, derapate, frenate, scontri, salti da palazzi) ma sono tutte ridicole che lo spettacolo di Mirabilandia delle Hot Wheels (purtroppo so quello che dico...) è molto più adrenalitico.
In più le sferzate comiche lasciano basiti. Ma non come la presenza nel secondo di Alessandro Gassmann come supercattivo campione di kendo, giugizzu edenti
Bisogna almeno riconoscere che nel secondo e nel terzo le tipe che accostano a Stazzam sanno il fatto loro.
sexy animated GIF
La cinese del primo è ridicola.
3x1 • Ogni Maledetto Banshee Paradiso
Banshee Chapter - Ogni Maledetta Domenica - Nuovo cinema Paradiso
Trame: Telecamerine a bordo campo, minchia!

Il primo è l'ennesimo Telecamerina schifoso in cui sono caduto come uno scemo.
Il secondo racconta quella maledetta domenica in cui abbiamo perso definitivamente Oliver Stone, che da quel momento non ha più fatto bei film manco a pagarlo oro. 
Il film è fichissimo, molto anni 90, ed è il film in cui Cameron Diaz ancora credeva di poter diventare una grande attrice. 
Occhio a quello che desideri
Che potrebbe non avverarsi.
Il terzo esce dal cappello, lo so. Non ve l'aspettavate che mi vedevo Nuovo Cinema Paradiso vero? Neanche io. E lo sai che non mi aspettavo? Che mi piaceva.
Baciamoci in segno di reciproca non attesa:

E se NCP fosse ambientato oggi? Con un ragazzino cresciuto nella Sicilia in tempi più moderni? Ecco 10 baci che avrei montato



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Certo bisogna pure dire che se poi cresci così:

i baci giusto nei film li vedi. 
Per questa cattiveria gratuita sono sicuro che qualcuno mi punirà:
only god forgives animated GIF
SIAMOVIE SERIAL • Del Toro scatenato
Mimic - The Strain S02
Trame: Tetrocard

Guiglia ci sta tanto simpa. Questo lo sappiamo. 
Col fatto che ultimamente ci sono tutti questi insetti che infestano le sale (Baygon? DDT?) mi era ripresa la voglia di recuperare quel vecchissimo Mimic di scarafaggi e blatte gigantone che fanno finta di essere uomini.
Il film, a rivederlo ora, perde molto del suo mordente, i mostroni rimangono fichi quelli veri (fatti dal mitico Rob Bottin, si chiama proprio così), ma quelli al computer sono invecchiati malissimo.
Vederlo ti fa chiedere che fine abbia fatto Mira Sorvino (una domanda che ti attanaglia almeno fino alla "v" di "sorvino") e ti fa anche capire che The Strain - di cui è iniziata la seconda stagione e proprio come l'altra volta si fa vedere benissimo proprio perché posizionata in questo scampolo di stagione, che ci trova abbastanza spenti da soprassedere a tutte le stronzatine di cui è pieno. È aiutata anche da operazioni simpatia tipo quella di Silver Angel e la scena dell'episodio 4 dedicata alla Lucha Libre e ai vecchi film coi luchadores tipo questo:

Se davvero avremo nella serie un luchador cacciatore di vampiri possiamo solo che gioire.

Nel fumetto c'è:
Oh.
Chiusa la pratica recupero credito passiamo all'ormai attesissima premiazione ai campioni d'estate, guarda proprio c'è gente che si strappa i capelli e a volte non prenota le vacanze se non sa quali sono i film piaciuti di più a CB nel primo settemestre dell'anno. Eccoli qui, basta cliccare sulla dinamica giffetta e andare a scoprire di che film si tratta.




Botta di campanilismo? Direi questi:

E per i serial? Direi qualche risata e qualche inquietudine:
E se siete all'estero, una sola risposta:

A me la lista serve soprattutto a sapere quali poster illustrati ci ritroveremo a fine anno. Voi li avete visti? NO!? Ecco, recuperate invece di perdere tempo a farvi gli addominali giocando a beach vholy
Scorpion Dagger animated GIF
Ma poi perché vintage, questa estate? Perché quando arriva questo post, quello di "ciao vado in vacanza ma vi penso pensatemi anche voi un pochino magari mettendo 36 nomi a casaccio su QUESTO FORM, tranne ovviamente il punto 17", io mi dico sempre COSA?! SEI ANNI?! MA CHE SIAMO MATTI?! Ma come CB, avevamo detto che doveva essere una cosa cazzona tipo per passare il tempo. Oh, con te non si può fare niente che fai subito l'esagerato. 
Già. Proprio mi ero ripromesso, giurato, patto di sangue con me stesso che sarebbe stato quell'angoletto dove fare le cose che non puoi fare altrove, come quando da ragazzino piccolo imbrattavi i muri coi pennarelli e allora tua madre ti diceva va bene guarda facciamo che non ti uccido e ti do il permesso di disegnare sul muro MA SOLO questa porzione di muro qui, tutto il resto lo lasci intonso. Se sgarri di un millimetro torniamo a quella cosa di ucciderti (true story). Un non-luogo dove riposare il cervello scrivendo di film in maniera del tutto libera. 
Eh. Te dico. S'è visto. Dopo sei anni sono ancora qui. E l'impegno profuso equivale a quello di un matrimonio. Forse per questo non sono sposato?
E quello che più mi sconvolge - e alle volte pensa mi fa quasi incazzare in un ragionamento bipolare doppio avvitato - è che alcuni l'hanno presa più serissimamente di me ed è finita che mi hanno trascinato fuori dal mio spazietto di muro e dentro l'organizzazione di quello che sarà l'evento più grosso in cui potrete venire a prendere per i fondelli Chicken Broccoli.
È arrivato il momento di darvi qualche indizio. 
• 19 Settembre
• Milano
• Cinema
• Illlustrazione
...e fino a qui...
• Cibo
(Questo pure era facile... con l'EXPO di mezzo...)
Vi do anche un ultimissimo indizio:
Non posso dire o dare altro. Ci siamo imbarcati in questo progetto e ci siamo imbargati fino al 1° settembre. Lo so, ho detto niente, ma vi assicuro che ho detto tutto. Facciamo che voi, memori del Chicken Broccoli Magazine, degli Awards Po(p)ster, delle infografiche, del Chicken Broccoli Show e di tutto quanto fate un atto di fiducia e...
NON PRENDETE IMPEGNI IL 19 SETTEMBRE. 
Sarà una... grande abbuffata.
Basta che se continuo finisce che vi dico tutto. Non so proprio tenermi un cecio in bocca. Chiudo questo post accaldato - si vede dal cervello squagliato che ha prodotto le sue solite follie -  e per la sesta volta CB vi dice "Ciao. Ci vediamo qui a settembre."
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♰ Wes Craven ♰

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♰ Wes Craven ♰
Nightmare Scream

♰ Dean Jones ♰

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♰ Dean Jones ♰
Un disneyano tutto matto

THE BIG MEAL • CIBO, CINEMA & ILLUSTRAZIONE DA GUSTARE A OCCHI APERTI

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Sapete quelle volte che le cose ti prendono un po' la mano e finisce che organizzi un evento a Milano di cibo, di cinema e di illustrazione lungo una giornata?
Ecco, questa è una di quelle volte.
[clicca]
Si chiama THE BIG MEAL, e sarà proprio quello che promette il titolo: una "grande abbuffata" di cose belle e buone.
La versione tipo amico che te lo racconta davanti a una birra (non fosse che sono astemio, facciamo che io mi prendo una coca cola e voi la birra) è questa:
"Oh, ma non sai che m'è successo! A un certo punto mi scrive 'sta ragazza che si chiama Valentina dicendomi:
- Ciao. Ho visto che una volta hai fatto 24 ore di film tutte di seguito...
- Hey baby. Cosa fai staser...
- ZITTO e abbassa quel sopracciglio! Qui dobbiamo parlare di una cosa seria! Ti va di organizzare una maratona simile, ma di film culinari 'ché c'è l'EXPO e insieme allestiamo una mostra di illustrazione con opere dedicate ai film che proiettiamo e a chi viene offriamo un lunchbox in regalo con dentro cibo in tema?
- ...culinariahaha...
- Ok senti, ho capito. Faccio tutto io. Tu chiama 4 illustratori di quelli bravi, scegli 4 film dal catalogo Warner Bros e preparati a fare settemila cose di grafica che il 19 SETTEMBRE A MILANO FACCIAMO THE BIG MEAL!"
È andata più o meno così. E alla fine l'abbiamo fatto davvero. Con tanto di Menu e Programma:
[clicca]
Poi c'è anche la versione seria – ovviamente mi hanno vietato di metterci mano, altrimenti con lo stipendio del correttore di bozze andavamo fuori budget, sapete la coas dei troppi refusi che faccoi – che serve per far vedere agli sponsor e ai giornalisti che siamo gente di cui ci si può fidare.
CHICKENBROCCOLI e FOOD DESIGN LAB di ADI
presentano 
SABATO 19 SETTEMBRE
 dalle ore 15.00
CASA DEL DESIGN – ADI PER EXPO
via del Bramante 42, Milano

Il cibo, grande protagonista del 2015, è al centro di un progetto culturale e artistico che fonde insieme cinema, illustrazione e design: THE BIG MEAL.
Nato dalla collaborazione di Food Design Lab di ADI* e ChickenBroccoli** l’evento si svolgerà il prossimo 19 settembre a partire dalle ore 15, alla Casa del Design di Milano nella programmazione di ADI PER EXPO.

THE BIG MEAL è una maratona cinematografica, una mostra di illustrazione e una proposta enogastronomica, tutto insieme per una giornata da gustare fino all’ultima visione. 

Il pubblico inizierà la degustazione di THE BIG MEAL con le prelibatezze di Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato di Mel Stuart (ore 15), continuerà sorseggiando Un’ottima annata di Ridley Scott (ore 17), si lascerà trascinare dalla carica energetica di Chef, la ricetta perfetta di Jon Favreau (ore 19) e chiuderà la serata in compagnia di Noi e la Giulia di Edoardo Leo (ore 21).
Tra una proiezione e l’altra potrà poi assaporare uno speciale “lunch-box“ composto da 4 spuntini in tema con i film appena visti e infine deliziarsi con le versioni illustrate delle locandine dei film proposti a opera di 4 giganti dell’illustrazione italiana contemporanea: Mauro Gatti, Ale Giorgini, il Pistrice e Rita Petruccioli.
Il tutto accompagnato dalle speziate recensioni di ChickenBroccoli, il sito di riferimento “per chi ama odiare il cinema”.

L’evento aderisce al circuito di EXPO IN CITTÀ nella programmazione di ADI PER EXPO: THE BIG MEAL infatti è – nel suo piccolo – un’esposizione a sé, in cui il cibo è al centro di un progetto e racconta cosa, oggi, è in grado di ispirare attraverso il cinema, l’illustrazione e il design.

Patrocinato dalla Città Metropolitana di Milano, THE BIG MEAL ha come partner tecnico il Gruppo De’Longhi, con l’eccellenza delle macchine per caffè espresso De’Longhi e i prodotti per la preparazione dei cibi Kenwood e Braun, e vanta sponsor eccellenti come il Gruppo Casillo, grazie al quale sposa un’importante iniziativa sociale per il Kenya: il progetto Acqua per Karungu dell’ONG Salute e Sviluppo, che prevede la realizzazione di un sistema idrico articolato in chioschi presso scuole e punti di aggregazione per fornire acqua potabile a oltre 16.000 beneficiari.

*Il FOOD DESIGN LAB di ADI è il cuore operativo dedicato al food design di ADI PER EXPO a Milano. Studia idee e format alimentari che possano rappresentare il rapporto virtuoso che unisce il cibo al design. Il Food Design Lab è insieme un team di professionisti del design e un luogo attrezzato per la sperimentazione della materia in cui realizzare eventi, mostre, conferenze e workshop tematici sul cibo, sul suo packaging e sugli strumenti che lo lavorano o lo raccontano. http://www.foodesignlab.org/

**CHICKENBROCCOLI è un sito di critica cinematografica irriverente e originale. Oltre a presentare quotidianamente recensioni senza peli sulla lingua, concilia il cinema con l’arte visiva, realizzando con la collaborazione di artisti italiani e internazionali poster alternativi, magazine cartacei, gif animate, grafiche.
Il sito è diventato l'unico punto di incontro in Italia per una vera e propria corrente artistica dedicata a produrre ​nuove visioni dei grandi miti della storia del cinema con illustrazioni e contributi originali.
Ah. Se sei un giornalista e vuoi promuovere THE BIG MEAL puoi scaricare il press kit spingendo fortissimo questo pulsante:
Allora avete capito bene? Ci vediamo il 19 SETTEMBRE, dove sarete rimpinzati di film belli da gustare, illustrazioni stupende da assaporare e cibo succulento da sbocconcellare!
Ah, un'ultima cosa: È TUTTO GRATIS! 
(Che vuol dire che non avete neanche la scusa del "ho speso tutto in vacanza e tra poco è Natale sai i regali...)
L'evento di FB è QUI• Le hashtag per Twitter @broccoletweet sono #bigmeal#food#art#cinema #lucaargenteroseibellomaCBdipiù
CI VEDIAMO AL THE BIG MEAL!

Il giogo dell'impiccato

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The Gallows
Trama: Sto Impicciato

RIECCOMI QUI! Sono vivo! Nonostante le bombe (!) sono vivo.
Bando alle ciance e alle foto delle vacanze che tanto tra poco vi toccano (anche in posti molto privati...) ricominciamo subito che c'è poco tempo da perdere che qui bisogna FARE COSE! La cosa più importante da fare, l'avrete capito dal giallo accecante che ha sostituito quel noiosissimo bianco sullo sfondo del sito, è THE BIG MEAL! CAPITO COME?! 
Insomma la cosa più grande e grossa mai fatta. Addirittura con gli sponsor. Non so se rendo.
E insomma - attenzione che sta per arrivare uno dei classici esempi di maniavantismo, per cui rimango sempre campione indoor e outdoor - mi perdonerete già da ora se nei prossimi giorni le recensioni saranno un po' a singhiozzi e più che altro al di sotto della media stagionale, che poi m'hai detto "'sta media"...
Cominciamo con un giochino, soprattutto per svegliare anche voi che comunque oh, per cavarvi un commento ormai è come togliervi le tonsille eh? Dite che forse il fatto che io rispondo a un commento ogni 20 (che appunto per farne 20 ci mettiamo un anno) non crea la famosa "comunità"? Po' esse. Certo quando ho scoperto che non mi avevate candidato a quel premio internet ci sono rimasto male. Sono stati due minuti molto tristi. Quasi mi impiccavo. Come avrebbero dovuto fare TUTTI quelli coinvolti in questo film qui, che comunque ho visto in queste condizioni disagiate (almeno una cosa buona fatemela trovare):
Insomma visto che il film parla di questo tizio che viene impiccato durante una recita scolastica e il di cui fantasma riappare ammazzando gente quando certi furboni, anni dopo, riorganizzano la stessa recita, ho deciso di giocare insieme a voi a uno dei giochi più entusiasmanti mai creati dall'uomo dopo Pulce e Sasso, Forbici, Carta: L'IMPICCATO! 
Madonna che bello. Posso dire che io ho imparato a scrivere proprio grazie a L'IMPICCATO. Grazie a lui e a NOMI COSA CITTÀ. E dire che si vede.
Giochiamo! Regole facili: ognuno di voi deve scrivere UNA LETTERA nei commenti. Se la indovinate la disegno, se la sbagliate esce fuori l'impiccato tipo quello che hanno cercato di fare nel film che sta a metà tra un fantasma di Paranormal Activity (già, il film è l'ennesimo telecamerdina) e i soliti assassini con il cappuccio e l'arma in mano (in questo caso un cappio, hai capito che arma, se la vittima sta lontana che fa lo usa tipo lazo da cowboy?)... Dai ci sapete giocare no? Oh madonna L'impiccato, che infanzia avete avuto se non avete mai giocato all'Impiccato (una felice presumibilmente...)
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